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Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?, Appunti di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

descrizione dell'opera "Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?" dell'artista Gauguin

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 11/05/2023

raffaela-spagnuolo
raffaela-spagnuolo 🇮🇹

4.5

(2)

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Scarica Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? e più Appunti in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? All’interno di un ambiente naturale, fantastico e idealizzato vi sono dodici figure umane e numerosi animali. A partire da destra in basso un bambino di pochi anni dorme tranquillo sull’erba. Accanto a lui poi tre giovani donne sedute sorvegliano il suo sonno. Due di loro guardano centralmente verso lo spettatore mentre la terza è seduta di schiena con il volto di profilo. Dietro il gruppo, verso il centro due figure femminili in ombra avanzano lentamente. Indossano lunghe tuniche e sembrano uscire da un antro buio. Quasi al centro un giovane polinesiano in piedi raccoglie dei frutti. Indossa solo un panno intorno ai fianchi e ha le mani alzate verso le fronde in alto. Verso sinistra un adolescente seduto a terra di profilo addenta un frutto. Accanto a lui infine giocano due gatti e una capra attende seduta e tranquilla. In prossimità dell’angolo di sinistra è seduta una giovane con il corpo coperto solo da un panno stretto intorno ai fianchi. È rivolta verso una donna molto anziana seduta e raccolta. Ha le mani strette intorno al volto e gli occhi chiusi. Ai suoi piedi un uccello bianco trattiene una lucertola tra le zampe. Una donna infine è raffigurata in secondo piano in piedi e di profilo. Alla sua sinistra si trova una grande statua di un idolo posta su di una base naturale. Il terreno è disseminato di vegetazione e piccoli animali. Sul fondo si intravede la superficie del mare e a sinistra una grande isola montuosa. Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? Di Paul Gauguin è un grande fregio concepito per rappresentare le diverse età della vita e la condizione esistenziale che esprimono. Il titolo indica bene lo stato d’animo tormentato del maestro che lo spinse a rappresentare così la propria condizione. Le 12 figure simboliche sono disposte all’interno di un paesaggio magico-religioso. Gauguin nelle sue opere più meditate non abbandonò mai la componente spirituale che fa di lui un artista simbolista. I dipinti realizzati in Bretagna infatti raccontano la semplice spiritualità dei contadini e dei pescatori attraverso dipinti quali Il Cristo giallo, Calvario Bretone e Visione dopo il sermone. La lettura condotta da destra a sinistra propone una riflessione sull’esistenza umana. Il primo dei dodici personaggi è infatti un bambino abbandonato in un sonno innocente e spensierato. Lo proteggono due giovani donne dall’espressione serena. L’ultimo personaggio a destra è invece una donna anziana che stringe tra le mani il viso. Il suo colore scuro e spento si riferisce probabilmente alla sua condizione psicologica. L’uccello che è raffigurato ai suoi piedi è bianco, come il colore del lutto, secondo la cultura polinesiana. Accanto dell’anziana una giovane ricorda il passare del tempo. Al centro si trova la figura illuminata di un ragazzo nel pieno della forza e della giovinezza. Il giovane coglie il frutto della vita dai rami alti di un albero. Il suo corpo è forte e pare un idolo antico. Inoltre si trova simbolicamente al centro della tela e sembra così rappresentare una figura dal significato importante nel contesto dell’opera. Il paesaggio che fa da sfondo al fregio ricorda un eden, il paradiso primitivo da sempre cercato e idealizzato da Gauguin. Si individuano riferimenti ad opere precedenti del maestro come a voler riassumere una intera carriera e la propria filosofia esistenziale. La ricerca di una spiritualità vera e naturale si coglie nella disposizione di idoli provenienti da diverse culture. A sinistra sullo sfondo di coglie l’immagine di un idolo dell’isola di Giava di colore blu visto da Gauguin durante la visita ad una mostra etnografica. Esistono anche riferimenti biblici. Il senso di confusione mistica che emana dall’opera, durante la sua esposizione parigina, spinse i critici francesi a considerarlo un capolavoro simbolista. Paul Gauguin dipinse Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo? in un momento tragico della sua vita poco prima del suo tentativo di suicidio. L’artista stava per compiere cinquant’anni e probabilmente fu spinto a fare un bilancio della sua difficile esistenza. Nel mese di marzo del 1897 Gauguin fu informato della morte della figlia. La sua sofferenza unita alle condizioni di vita non facili lo spinsero quindi ad esprimersi con un’opera importante. Nonostante l’impegno che il dipinto rivela Gauguin racconta di averlo realizzato in un mese di lavoro. Solo un disegno preparatorio testimonia la progettazione del dipinto che fu eseguito a Tahiti.
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