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Le Guerre Mitridatiche e la Dittatura di Silla: La Crisi della Repubblica Romana, Appunti di Storia

Le guerre mitridatiche, una serie di conflitti armati che misero in crisi l'ordinamento repubblicano di roma, e la dittatura di silla, che ne risolse la crisi. Il testo tratta della guerra sociale, l'attacco di mitridate, la prima guerra civile tra silla e mario, e le caratteristiche della dittatura di silla. Vengono inoltre introdotti altri personaggi importanti come cicerone e i primi triumvirati di cesare, pompeo e crasso.

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 21/12/2023

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corrado-colussi 🇮🇹

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Scarica Le Guerre Mitridatiche e la Dittatura di Silla: La Crisi della Repubblica Romana e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! 1 OPTIMATES E POPULARES E L’EPOCA DI MARIO Dal 120 al 100 a.C. → MARIO HOMO NOVUS→ Mario non era un patrizio, era un uomo nuovo: gli “uomini nuovi” erano quelli di umili origini che provenivano da una famiglia in cui nessuno aveva ricoperto una carica pubblica. All’epoca di Mario il Senato era diviso tra due schieramenti: → GLI OTTIMATI (OPTIMATES): i conservatori fedeli alle istituzioni convinti che fosse sufficiente conservare le usanze romane per risolvere ogni problema; →I POPOLARI (I POPULARES): i progressisti che ambiscono a delle riforme per il miglioramento della società. In questi anni tra i popolari emerge la figura di Mario che: → 119 a.C. viene eletto tribuno della plebe → 107 a.C. viene eletto console per fa fronte alla guerra contro il re dei numidi Giugurta. Mario che faceva parte dei Populares in quegli anni dovette affrontare diversi problemi: 2) problemi di tipo sociale quali la diminuzione dell’esercito perché la maggior parte della popolazione era nullatenente e nell’esercito entrava solo chi aveva un reddito e il dilagare della povertà dei nullatenenti; 2) problemi di tipo difensivo e militare: l’attacco da parte di Giugurta (che Mario sconfisse nel 106 a.C.) e l’attacco da parte dei Cimbri e dei Teutoni (CHE Mario sconfisse → 102-101 a.C. battaglia di Aquae Sextiae). Tutti questi problemi sono stati presi in carico da Mario che faceva parte dei Populares che gli ha risolti introducendo nel 107 a.C. un’importante riforma dell’esercito: arruola anche nullatenenti imponendo oltre una retribuzione del servizio con il soldo anche un appezzamento di terre a fine servizio. L’esercito diventa un esercito professionale in cui i soldati vengono retribuiti; una macchina da guerra con formazione a testuggine e con insegne sostituite dall’aquila. →99 a.C. Mario lascia quindi Roma. L’EPOCA DI SILLA→OPTIMATES Dal 100 al 90 a.C. Roma deve affrontare altri due problemi: - LA GUERRA SOCIALE→91-88 a.C.; - LA GUERRA CONTRO MITRIDATE →ci furono tre guerre contro Mitridate, re del Ponto che si combatterono tra l'88 e il 63 a.C. LA GUERRA SOCIALE →91 a.C. La guerra sociale fu quella che scoppiò fra gli Italici e Roma e venne detta «guerra sociale», cioè guerra contro i «soci», che ambivano alla cittadinanza romana come riconoscimento delle forze 2 date all’esercito di Roma. Scoppiò quando la proposta di cittadinanza di Livio Druso non venne accettata. I soci quindi si ribellarono, si staccarono dai vincoli presi con Roma e si costituirono un esercito loro, separato. L’esercito romano quindi si impoveriva dei suoi alleati e tale secessione (separazione) imponeva al governo di Roma di trovare una soluzione immediata: Silla fu protagonista nella risoluzione di tale guerra sociale e alla fine quindi tra il 90 a.C. e l’89 a.C. Roma concesse la cittadinanza romana. L’ATTACCO DI MITRIDATE Mitridate IV re di Ponto (nel Nord dell’Anatolia) approfittò della guerra sociale minacciando i territori orientali di Roma: Regno di Cappadocia e la Provincia d’Asia e li incita a ribellarsi contro il governo centrale. Fu l’inizio di una lunga sequenza di guerre dette guerre mitridatiche che misero in crisi l’ordinamento repubblicano di Roma. LA PRIMA GUERRA CIVILE TRA SILLA E MARIO (anni 80 a.C.): CASUS BELLI (PRETESTO) CONTESA DEL MANDATO TRA SILLA E MARIO PER ANDARE IN GUERRA CONTRO MITRIDATE →TALE GUERRA INIZIA NELLA SECONDA DECADE→83-82 a.C. E VIENE VINTA DA SILLA →88 a.C. il Senato dichiara guerra a Mitridate e affida al console Silla la spedizione militare. Però dopo i gravi tumulti scoppiati a Roma (Mariani contro Sillani) il comando viene tolto a Silla (REVOVA DEL MANDATO A SILLA) e affidato a Mario. Silla allora marcia con l'esercito su Roma affronta Mario e lo costringe a rifugiarsi in Africa. Silla poi parte per l’Oriente a combattere contro Mitridate. Nel frattempo Mario rientra a Roma e riprende con forza il potere. Silla dopo aver sconfitto il re del Ponto rientra in Italia e continua la guerra contro Mario ognuno con il proprio esercito, poi Mario, oramai anziano muore nell’86 a.C. Questa prima guerra civile viene vinta da Silla che nell’82 a.C. entra trionfante in Roma. Durante gli scontri si mettono in luce due sostenitori di Silla: Gneo Pompeo e Marco Licinio Crasso. LA DITTATURA DI SILLA→81-79 a.C. →81 a.C. Il Senato nomina Silla dittatore a tempo indeterminato. Come era tradizione nei momenti di crisi a Silla viene dato più tempo (rispetto ai 6 mesi) per ristabilire una situazione di equilibrio. La dittatura di Silla inizia a somigliare ad una dittatura moderna: nell’81 a.C. per la prima volta abbiamo il governo di una sola persona a tempo indeterminato. Questo comporta un grande rischio: infatti Silla ristabilì l’ordinamento romano secondo le sue idee politiche molto dure→ egli infatti era un optimates. 5 →49 a. C. Scaduto il mandato per la Gallia, Cesare avrebbe dovuto tornare a Roma senza esercito (avrebbe dovuto abbandonare le sue legioni); ma questo avrebbe significato finire nelle mani dei suoi avversari: ovvero il Senato e Pompeo, quindi il 12 gennaio del 49 a. C. attraversa con le sue legioni il Rubicone il confine che Silla aveva stabilito non potesse essere oltrepassato da un generale in armi (oramai il dardo è tratto): è l’inizio della seconda guerra civile. LA SECONDA GUERRA CIVILE TRA POMPEO E CESARE→ 49-45 a.C. VIENE VINTA DA CESARE (48 a.C. A FARSALO→CASUS BELLI (PRETESTO) ATTRAVERSAMENTO DEL RUBICONE DA PARTE DI CESARE ARMATO Nel 49 a.C. Cesare e appena tornato dopo 10 anni di successo in Gallia si trova al di là del Rubicone e vuole scendere per celebrare le sue vittorie in gran trionfo. Pompeo si trova a Roma e teme lo strapotere di Cesare, quindi lo mette in cattiva luce davanti al senato e con il senato gli intima di deporre le armi prima di attraversare il Rubicone. Cesare non lo fa (il dardo oramai è tratto) decide quindi di attraversarlo armato e questo è il pretesto della seconda guerra civile →12 gennaio 49 a.C. →49-45 a.C. Tale guerra civile si combattè in tutto il Mediterraneo. →48 a.C. Mentre Cesare conquistava l’Italia e la Spagna Pompeo si rifugiava in Grecia, Cesare quindi lo raggiunse è lo sconfisse a Farsalo. →48-45 a.C. Pompeo sconfitto si rifugia in Egitto presso Tolomeo XIII, fratello di Cleopatra. Il re però, che era in lotta con la sposa (moglie per eredità) e sorella Cleopatra, per ingraziarsi il favore di Cesare fece uccidere Pompeo a tradimento e consegnò la sua testa a Cesare giunto nel frattempo in Egitto. Cesare si indignò per tale gesto perché aveva stima del suo avversario politico (si racconta che pianse di fronte alla testa di Pompeo offerta su un vassoio d’argento) così uccise Tolomeo ed innamoratosi di Cleopatra la pose sul trono d’Egitto. →45 a.C. Prima di tornare a Roma Cesare conduce una guerra lampo in Oriente contro Farnace erede di Mitridate re del Ponto) e pronunciò la famosa frase “veni, vidi, vici” → sono tutti perfetti: sono arrivato, ho visto, ho vinto. LA DITTATURA DI CESARE 48-44 a.C. Nel 45 a.C. Cesare rientrato a Roma cercò di definire la propria posizione: per realizzare il suo progetto di riforma dello Stato aveva bisogno di un potere duraturo e per tale motivo si fece nominare dittatore a vita, conservò il ruolo di pontefice massimo (ruolo religioso) e si impossessò anche dell’imperium. →46-45 a.C. Cesare assomma le cariche di dittatore, di pontefice massimo, prefetto dei costumi, imperatore e gli viene attribuita la potestà tribunizia. 6 La sua dittatura a differenza di quella di Silla di tipo conservatore era caratterizzata da più clemenza (no usò le liste di proscrizione per eliminare i suoi avversari) e fu quindi di tipo più democratico, si preoccupò infatti di fare dei miglioramenti in favore delle classi più basse. Egli voleva restaurare l’autorità dello Stato, ristabilire l’ordine pubblico, unire più strettamente le province a Roma, migliorare l’amministrazione, realizzare grandi opere pubbliche. Cesare quindi realizzò diverse riforme istituzionali e sociali. LE RIFORME: - Estese la cittadinanza romana anche alla popolazione di alcune province e città come Cartagine e Corinto; - Mise mani alla distribuzione delle terre in favore della parte più bassa della popolazione; - Favorì le opere pubbliche per dare lavoro ai nullatenenti; - Favorì il condono (annullamento) di parte dei debiti; - Favorì l’assunzione di lavoratori al posto degli schiavi; - Riformò il calendario e cambiò il nome al 5 mese dell’anno che venne ribattezzato Iulius. →44 a.C. Cesare quindi si fa portavoce e promuove il miglioramento in favore delle classi più basse, questo gli consente di avere successo nei confronti della popolazione, ma gli crea l’inimicizia da parte dei ceti più elevati. Il Senato infatti sospettava che Cesare volesse tutto il potere istituendo la monarchia. LA CONGIURA Quindi il timore che l’imperatore Cesare potesse diventare un monarca portò ad ordine (tramare) una congiura contro di lui volta a ucciderlo. All’organizzazione della congiura presero parte anche due uomini collaboratori di Cesare: Marco Giunio Bruto (trattato da Cesare come un figlio) e Caio Cassio Longino. Il 15 marzo del 44 a.C. (famose Idi di Marzo) Cesare mentre andava alla riunione del Senato fu colpito da 23 pugnalate e tra glia assassini riconobbe Bruto che trattava come un figlio: da qui la celebre frase che Cesare pronunciò in punto di morte: “Tu quoque, Brute, fili mi!” → FILI vocativo di filius SECONDO TRIUNVIRATO (43 a.C.) →43 a.C. Dopo l’uccisione di Cesare non vi era più nessuno al potere, chi aveva ordito la congiura contro di lui non aveva pensato al futuro. I cospiratori chiesero aiuto a Cicerone ma questi non accettò alcuna carica. Quindi il Senato affidò il potere a tre uomini della cerchia di Cesare istituendo il secondo triumvirato (TRIUNVIRATO: istituzione, una magistratura a carattere straordinario della 7 durata di 5 anni creata dal senato perché ristabilisca l’ordine). A differenza del primo Triunvirato non è un patto, accordo privato, ma si trattava di un accordo ufficiale e pubblico che assegnava ai tre uomini una magistratura costituita per l’occasione ai fini della ricostituzione della Repubblica. Questi tre uomini sono: 1) MARCO ANTONIO; 2) MARCO EMILIO LEPIDO; 3) CAIO GIULIO CESARE OTTAVIANO: figlio adottivo di Caio Giulio Cesare. →I triunviri si dividono l’impero. - OTTAVIANO: province occidentali - LEPIDO: Africa - ANTONIO: province orientali - Lepido viene costretto a ritirarsi a vita privata ed Ottaviano si impossessa dei suoi territori e rimangono in due OTTAVIANO E ANTONIO da qui poi la terza guerra civile. →42 a.C. Bruto e Cassio (i cesaricidi) vengono sconfitti a Filippi (Macedonia) e si suicidano; Il triumvirato procedeva con la rapida eliminazione degli oppositori repubblicani ricorrendo alle liste di proscrizione in base alle quali procedettero all’uccisione “legale” di numerosi anticesariani, tra cui lo stesso Cicerone (Antonio non gli perdonava le Filippiche). TERZA GUERRA CIVILE TRA OTTAVIANO E ANTONIO- CASUS BELLI (PRETESTO) SPOSTARE LA CAPITALE DA ROMA AD ALESSANDRIA D’EGITTO: PRETESTO IDEOLOGICO (MOS MAIORUM – MONARCHIA ELLENISTICA) →44-31 a.C. Nel frattempo, in Oriente, Antonio era diventato l’amante di Cleopatra la Regina d’Egitto già amata da Cesare. I due Antonio e Cleopatra decisero di unire i loro poteri e di seguire una politica comune. Antonio voleva dare superiorità ai suoi territori rispetto a quelli di Roma e il suo governo assumeva i caratteri di una monarchia di tipo ellenistico cioè di tipo orientale volta allo sfarzo al lusso, diversamente dal governo di Roma basato sulla sobrietà, era quasi se Antonio voleva che il governatore assumesse il titolo di divinità. E voleva spostare la capitale da Roma ad Alessandria d’Egitto. Ottaviano approfittò di tale situazione per presentare ai romani Antonio come un nemico della Repubblica, il traditore che volveva sottomettere l’Occidente all’Oriente: sostituire Roma con Alessandria e come mossa politica Roma dichiara guerra all’Egitto. Anche se sotto sotto vi era anche il desiderio di potere da parte di Ottaviano; quindi era una guerra non tanto civile quanto una guerra di Roma contro l’Egitto, ma di fatto vi fu una guerra di Ottaviano contro Antonio.
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