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Da preda a cacciatore. La politica dell'esperienza religiosa., Sintesi del corso di Scienza delle religioni

Riassunto lungo e completo del libro di Maurice Bloch. Non revisionato.

Tipologia: Sintesi del corso

2021/2022

Caricato il 14/05/2022

mden5544
mden5544 🇮🇹

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Scarica Da preda a cacciatore. La politica dell'esperienza religiosa. e più Sintesi del corso in PDF di Scienza delle religioni solo su Docsity! DA PREDA A CACCIATORE. LA POLITICA DELL’ESPERIENZA RELIGIOSA MAURICE BLOCH 92 4 conferenze di bloch in memoria di lewis henry morgan presso uni di rochester. INTRODUZIONE Libro è sviluppo idea già accennata in un altra opera about storia rituale circoncisione malgascio. From blessing to violence 86. rituale in parte si adattava a sviluppi economici e sociali, dall’altra rimaneva immutabile, nucleo rito. questo scontro con teorie fenomenologia in termini di adattamento a cultura e società. questo lavoro indaga proprio quel nucleo irrinunciabile. ricerca non limitata al madagascar. da un pov, rituale circoncisione popolazione merina appare specifico e caratteristico di noti archetipi culturali malgasci, da un altro pov evidenzia aspetti condizione umana significativi in altre culture. nucleo riscontrabile in altre fenomeni religiosi del globo. tutti hanno caratteristiche comuni ed altre particolari. analogia strutturale. pretesa di semiuniversalità appare sorprendente. relazione tra processi religiosi e nozioni biologiche sulla vita e morte. circoncisione merina come iniziazione. come esempio che si riporterà della nuova guinea. ma rituali che si riporteranno non tutti di iniziazione. si discuteranno anche fenomeni che antropologi non chiamano rituali, come i miti malesi. saranno anche fatte osservazioni che forse più vicine a categorie della parentela o della poltiica. includerà anche sacrifici, possessioni, culti millenari, rituali matrimonio, sistemi rituali totali. trasgressioni confini etichette.queste radicate in una specifica tradizione culturale. inadatte ad analisi transculturale. bloch cerca di generalizzare. esercizio difficile, pericoloso. esempi tratti da culture molto differenti. spetta poi a lettore ritenere appropriata analisi. problemi. somiglianze strutturali fenomeni religiosi sembra quasi eludere la questione poichè presuppone esistenza di quello che si vuole dimostrare. non vuole suggerire mcd. vuole descrivere essenza, archetipo classe di fenomeni (Mircea Eliade, storico religioni). Mircea indagò archetipi idee religiose in diverse culture. caratteristiche generali esseri umani. anche se nel lavoro di Mircea caratteristiche non si riferiscono all’esistenza materiale esseri umani. Suoi archetipi rimangono vaghi e mistici. Per bloch suoi archetipi poggiano su qualcosa di più specifico ovvero società rappresentano vita umana entro framework permanente che trascende i naturali processi trasformativi della nascita, crescita, riproduzione, invecchiamento e morte. quindi stesso modello strutturale nei rituali e altre rappresentazioni religiose in epoche e luoghi differenti. Bloch vuole stabili connessione tra costruzione religiosa e limiti umani universali. queste strutture irriducibili sono rappresentazioni rituali dell’esistenza degli esseri umani nel tempo. rappresentazione rituale è trasfigurazione processi materiali nella vita delle piante e animali, come anche degli esseri umani. processo dialettico in 3 fasi. usa violenza o senso di conquista. “violenza di ritorno”. dialettica trasformativa delle varie specie è interdipendente (una specie fornisce nutrimento ad un’altra) nascita è inizio. riproduzione inizio decadimento. rappresentazione vita nei rituali. inizia con completa inversione di questa percezione abituale. vita evocata è un’altra vita. descritta in termini di “oltre, invisibile”, collocata nel cielo, sottoterrra o mondo dove non va nessuno. sono invecchiamento e morte a condurre piena esistenza, invece della nascita e crescita. es iniziazioni spesso iniziano con uccisione degl iiniziati che nega nascita e primi anni di vita. andando oltre esistenza vitale, nel viaggio di ritorno si diventa parte di un’entità al di là della vita, es membri di una discendenza. ciò può essere rix solo parziale a necessità politico-sociale di costruire totalità esseri viventi che sia, a differenza sue parti costitutive, permanente. politicamente inadeguato perchè se si lascia questa vita, la si lascia e quindi la totalità costituita perde quasi importanza per il qui e ora. es se con iniziazione si diventa parte permanente di un altro mondo, è irrilevanete politicamente. nei casi esaminati, si può trovare soluzione a ciò. quando si torna, si torna diversi. nella prima fase verso trascendente, qui e ora è svalutato. nella seconda fase del ritorno, quindi preminenza presente, il sacro segue l’iniziato, quindi non si annulla. suo valore non negato. il ritorno al qui e ora è conquista del qui ed ora da parte della trascendenza. iniziato assume carattere trascendentale e può dominare il presente. vitalità conquistata da entità esterne, aniamli, piante o altri uomini o donne. vitalità originaria diviene vitalità conquistata, esterna, consumata. prima parte rituale, polarizza immanenza e trascendenza, a vantaggio della seconda, desiderabile. persona per un momento è totalmente trascendente. vittoria di una parte della persona sull’altra è ciò che richiede il primo elemento di violenza nei rituali. questio violenza è premessa a violenza successiva. conquista vita terrena da parte vita trascendentale. non è discussione superiorità trascendente. vitalità reintrodotta è tratta da sorgenti esterne, consumato come cibo dal soggetto trascendente, spesso letteralmente attraverso la bocca. conseguenza della prima violenza, ovvero eliminazione vitalità ordinaria invoca sua sostituzione con vitalità nuova, rubata, spinta da trascendente. danza trionfale da cacciatori-guerrieri di ritorno. salgono su quella piattaforma trionfanti. ora distribuiscono carne maiali che hanno ucciso. indossando le maschere piumate, rappresentando gli spiriti. studiosi contrati su funzioni sociali e psicologiche dei rituali piuttosto che sul contenuto del simbolismo utilizzato o sul modo in cui gli attori descrivono i rituali. questo schema(da prede a cacciatori) ha rilevanza nella comprensione della natura umana al di là di questo rituale. schema accompagna in diverse forme le pratiche religiose e anche di altro tipo. sacrificio, possessioni, rituali fertilità, funerali, cerimonie di stato, regole incesto, esogamia, rappresentazioni genere. 3 soggetti rituali orokaiwa: umani, maiali e spiriti. comprendere ruolo maiali, in particolare quelli domestici, per oro. somiglianza con esseri umani. non ci sono altri grossi mammiferi in nuova guinea. maiali simili quindi per modo di riproduzione. maiali vivono nelle case, stretto contatto con donne e bambini, mangiano stesso cibo umani. enfatizzano spt somiglianza tra bambini e maialini. maialini spesso allattati da donne insieme ai figli. maiali chiamati figli dei proprietari. donna che alleva maiale chiamata madre. e poi maiali muoiono come umani, dentro la casa. luogo in cui collocati i cadaveri. maiali destinati ad essere uccisi, pubblicamente nei rituali al centro del villaggio. onnipresenza maiali nei villaggi enfatizza presenza morte nella vita quotidiana. come vedove vestite di nero nell’area mediterranea. inseparabilità tra vita e morte. hirsch 87 qualifica maiali come supermortali. annunciata uccisione maiali è compimento loro destino ma momento anche di dolore. “genitori” maiali piangono. combinaziona figlio/vittama chiave per significato rituale. differenze tra umani e maiali però: umani possono essere rappresentati come maiali catturati e plasmati da spiriti. lo stesso non deve accadere ai maiali.non devono avere traccia di spiritualità. credenze oro su spiriti. esistono molte specie per loro. più impo spiriti dei morti di un villaggio o clan. religione oro si riferisce spt a questi spiriti dei morti che risiedono nel bosco. “villaggio dei morti in un luogo remoto”. no corpo mortali ma simili ad umani. hanno loro linguaggio, personalità e motivazioni. vogliono benessere loro discendenza nel mondo dei viventi. spiriti hanno tutti attributi essere umani eccetto quelli che umani condividono con maiali come i corpi, il grasso, la sessualità e la morte. spirito in lingua oro “essere che sopravvive alla morte”. maiali estremamente mortali, spiriti immortali.ciò messo in scena ogni qual volta che un oro uccide un maiale.prima del colpo si pronuncia nome spirito, antenato morto, e si identifica con esso. immortale dinanzi a maiale che sta per essere ucciso. maiali esistono pienamente e liberamente prima della morte, spiriti dopo. rispetto a morte quindi spiriti e maiali simmetricamente opposti. contrasto temporale e spaziale. maiali nelle case, spiriti nel bosco. ruoli diversi con i processi trasformativi della vita. villaggi luoghi attività produttive e riproduttive, giovani crescono e adulti invecchiano. parti più basse case dove vivono maiali, luogo dove vengono sotterrati i cadaveri e talvolta la placenta. invece la foresta è luogo edenico, lontano dal lavoro, occupazioni quotidiani e invecchiamento. oro non associano esplicitamente spiriti ad uccelli come altri popoli nuova guinea. ma cmq rappresentati con maschere. piume sono centrali. questione profonda. così si evocano creature del sopra in opposizione alle creature di sotto, i maiali; ciò confermato visualmente nel rituale. credenze uccelli sulla nuova guinea sono molto complesse. ritenuti immortali, al di là invecchiamento. miaiali ultramortali e spiriti che sopravvivono alla morte. terzo soggetti. umani. assomigliano sia a maiali sia a spiriti. con maiali l’abbiamo visto, sono mortali. dialettica vita e morte. oro, spt iniziati, somigliano a spiriti e uccelli, possono essere immortali, selvaggi e ultraterreni. spiritualità negli umani si concretizza nel fatto che umani possono possono rappresentare gli spiriti rituali. non mera rappresentazione, per un momento umani sono quello che rappresentano. cmq consapevolezza di essere mascherati. quindi umani hanno anche un’altra casa rispetto a quella nel vilaggio, “nella foresta”. per oro, umani sono esseri duali, con due case distinte. a causa di ciò non si sentono mai casa. dimensione spiritica umani deriva da relazione con spiriti dei morti che viene ristabilita momento dell’iniziazione. difficile questione natura discendenza orokaiwa. clan difficili da delinare in quanto comprendono elementi di discendenza unilineare, aspetti localistici e attributi di appartenenza al seguito di un capo vivo o morto. sistema di relazioni tra alcuni esseri viventi e alcuni spiriti dei defunti del villaggio. definizione di tale relazione durante iniziazione a determinare discendenza. gruppi mistici che si riferiscono ad un unico aspetto dell’esistenza. evocati nel bosco all’inizio inizio rito, umani dimenticano di essere mortali, divengono spiriti, uccelli, immortali. Si staccano da vita terrena, quella dei maiali. giovani umani paragonati a maiali, poi una volta cresciuti dovranno assumere loro aspetto di uccelli e scoprire in quanto spiriti la casa nel bosco. ciò avviene quando anziani chiamano gli spiriti, invitandoli ad invadere villaggio e condurre propri figli nel bosco. se vogliono rinascere spiriti, devono morire come maiali. così rinascono spiriti, cioè in qualità membri del clan. questi caratteri si ritrovano in altri riti di inizazioni di altre culture. analisi di MB racchiude elementi constati fatti da antropologia. come dimensione spaziale dell’iniziazione di Van Gennep=dualità dei mondi oro. poi simbolismo animale è tipico e si ritrova nelle diverse iniziazioni. come simbolismo uccisione, dei funerali e violenza mortale come fonte di rinascita. queste caratteristiche sono tipiche della prima parte dei diversi rituali di iniziazione. per seconda parte, teorie antropologie vengono meno in aiuto. tradizione durkheimiana vedono ritorno come semplice reintegrazione iniziato nella società dopo temporanea separazione. ma non coglie elemento fondamentale. non si spiegherebbe tutto il patatrac per un semplice ritorno. iniziati non abbandonano in realtà mai pienamente il sacro ma acquisiscono speciale combinazione gerarchica di sacro e profano. ciò si evince da rappresentazione. umani non possono restare spiriti per sempre, spt i bambini, vivere permanentemente nel bosco. se così fosse, sarebbero morti. ma finchè persone sono vive è impossibile fuggire pienamente nel mondo degli spiriti. è possibile farlo solo occasionalmente anticipando la morte, per un breve momento prima di tornare alla vita. per non negare primo movimento rito verso trascendente ed un umiliante ritorno a vita di maiali, devono riconquistare propria natura di maiali ma non per tornare davvero come prima! ciò si evince in più culture. prima dell'iniziazione, componente maiale natura bambino era data. bambini proprio cresciuti come maiali. maiali poi nel rituale spaventato, cacciato ed ucciso da spiriti conquistatori. riacquisto dimensione perduta sotto forma di cibo(maiali) consumato. maiale non è uguale a quello della prima fase. ora incorporano maiale proveniente dall’esterno. letteralmente in quanto proveniente da villaggi vicini. sostituziona maiale interno con uno esterno. ciò evita contraddizione, sostiene movimento in avanti trascendente. scambio carne per alleanze politiche così come attribuzioni mogli. maiale quindi ancora di più rappresenta vita terrena. dopo rituale iniziati rimangono miscela di maiale e spiriti, sebbene il secondo prevalga. frutto di una conquista quindi no umiliante ritorno a stato originario, interiorizzazione nutrimento esterno dello spirito quindi trionfale progresso. iniziazione comprende persone oltre iniziati. adulti coinvolti per far diventare figli cacciatori, assassini, consumatori e conquistatori proprio ambiente e del futuro. legame intimo tra adulti ed iniziati. adulti a loro volta sono stati iniziati. adulti accompagnano figli nel processo. tutti quindi sono conquistati e conquistatori. sentirsi conquistati nella prima parte ogni volta, e conquistatori nella seconda. come i bambini, adulti sono allo stesso tempo prede(una parte di adulti scappa con bimbi) e cacciatori(quelli che impersonificano spiriti). spiriti e bambini. come bambini, spiriti condotti al bosco dalla morte e come bimbi torneranno al villaggio come cacciatori nella prossima iniziazione. tutte generazioni passate, presente e future sono coinvolte in questo processo e concezione. coinvolgimento sia nel rituale sia nel corso dell’esistenza. i costumi in Nuova Guinea sono considerati espressione del proprio sè. esposizione natura intima persona. Uccelli ma con zanne di maiale che simboleggiano forza. Piume cresciute agli iniziati, mentre zanne parti proprio dei maiali catturati e uccisi. spiegate in modo diverso. è percezione pratica di questi processi naturali la vera fonte del significato, e non il sistema rituale. trasformazione secondaria dell’esperienza. paradossalmente, stesso problema esiste per itenau. cerca di negare presupposti su cui si basa. interpreta e costruisce totalità rituale per suoi lettori in termini di trasformazioni di ciò che egli intende con nascita, crescita, morte, scambio etc. e fa bene perchè oro hanno stesse concezioni e non in riferimento al loro sistema rituale. psicologia transculturale dimostra ciò. processi vita e tempo interpretati in modo universale. Scambio. Itenau vede tutti i soggetti coinvolti in circolo di scambi. tutte relazioni sono reciproche. es. iniziazione come dono dei bambini agli antenati affinchè essi diano i maiali agli adulti. per arrivare a ciò, assimila in modo intercambiabile rituali, vita pratica e mitologia. per questo uccisione rituale degli iniziati come uccisione concreta ed immediata dei maiali e dei nemici. ma ciò è poco coinvincente per orokaiwa e offensivo per noi. rituali non sono aspetti vita quotidiana ma rituali appunto. familiari, cotruite, drammatiche ri- rappresentazioni della vita che cercano di fuggire da un mondo senza via di fuga.uccisione simbolica quindi è diversa da uccisione reale. speculazione “come se” del mito sono un’indagine intellettuale sulla non coincidenza delle esperienze di vita e delle rappresentazioni del rituale. sistemi rituali, detto ciò(cercano di risolvere problemi condizione umana e basati su simile percezione della vita), sono simili e producono anche simili risultati politici. rituali non sono internamente autoreferenziali ma condividono base comune non culturale. posizione di itenau invece è idealista. ((nella seconda parte, Conquistatori e consumatori di maiali e di tutto ciò che questi evocano: vitalità, forza, produzione, salute e riproduzione.)) 2. SACRIFICIO matrice iniziazione orokaiwa e non solo, appartiene a fenomeni rituali che la letteratura chiama sacrifici. relazione tra sacrificio ed iniziazione. Stanner 60: iniziazione presso aborigeni australiani contiene temi sacrificio biblico. sacrificio non è termine facilmente definibile e limitato ad uno specifico tipo. non c’è sacrificio fondante e originario. cmq si vuol potrebbe una definizione restrittiva del termine. ma obiettivo di MB è andare oltre verso una categoria più estesa per contemplare analogie tra molti tipi di rituale (iniziazioni, funerari, matrimoni etc.). De hausch 86 dice che trance e sacrificio sono parte di un sistema rituale più generale di quello indicato dai singoli termini. è condivisibile da MB ma il sistema rituale che egli delinea va ben al di là di ciò che intendiamo comunemente con “religione”. concetto antropologico di sacrificio dovrebbe quindi essere trattato come nozione di totemismo brillantemente proposta da Lévi-Strauss 62. i fenomeni definiti come totemismo e sacrificio non sono così eterogenei da impedire utilizzo di queste parole come indicatori generali di manifestazioni correlate. d’altra parte, queste manifestazioni sono così poco collegate che sarebbe del tutto inutile cercare una spiegazione del sacrificio, come per LS sembra inutile indagare ciò nel totemismo. Sacrifici, come totemismi, insomma vanno visti come casi particolari tra le infinite manifestazioni di una gamma molto più ampia di fenomeni, alcuni dei quali possono essere chiamati sacrifici, altre iniziazioni e così via. è a questo livello generale che va ricercata una spiegazione. sacrifici più noti nella letteratura: quello degli antichi greci e quello biblico. per greci, qualsiasi consumo di carne era sacrificio. animali domestici uccisi per nutrirsi solo in ottica di sacrificio. legame tra religione e consumo (come negli orokaiva). e pure ci sono implicazioni politiche e militari. sacrifici necessari prima di qualsiasi procedimento giuridico o atto governativo. e spt prima di spedizioni militari; in quanto sacrifici conferiscono potere e saggezza e vigore. caso famoso è tratto da storia di Ifigenia descritta da Euripide. Greci pronti a navigare verso Troia, ma non c’era vento. visto come punizione dea Artemide per un’offesa non meglio specificata.soluzione suggerita da oracoli:agamennone, capo spedizione, doveva sacrificare sua figlia ifigenia. ma prima che coltello sferrò il colpo, corpo sostituito da cerva. fu divisa in varie parti, alcune bruciate per nutrire con loro odore gli dei disincarnati. altre parti arrostite e bollite e consumate da diversi gruppi di umani, in quanto a differenza di dei hanno bisogno di carne per loro vita terrena. così fortificati, nave trovò vento a favore e equipaggio riuscì ad uccidere troiani, stuprare loro donne e bruciare la città. agamennone, capo e rappresentante dei greci. si sottomette ad attacco divino contro sua figlia. per greci, figli estensione dei padri. primo elemento sequenza di violenza è quella parzialmente autoinflitta da protagonista. ma poi da vittima divente aggressore. contro cervo. e poi contro troiani. sacrificio due. abramo e isacco. genesi. diò ordino ad abramo di sacrificare figlio isacco al posto della pecora. suo malgrado, accettò. ma Dio mise montone al posto di Isacco. in cambio dell’obbedienza e abnegazione dimostrata, dio fece una promessa di rendere numerosa discendenza di Abramo che si impadronirà delle città dei nemici. anologie tra i due esempi di sacrifici.legame anche con iniziazione oro. stessi elementi. in primis, evocata terribile vicinanza morte da parte dei viventi. c’è un po’ di sfida. per oro, insistono che bambini possono morire davvero. nei sacrifici, morte scampata per un soffio. secundis, bambini sono quelli che rischiano di morire, coloro che possono garantire continuità gruppo. minaccia di morte verso la vitalità più intensa, della comunità intera. terzis, un animale prende il posto dei bimbi, li risparmia. trascendente si accontenta, in quanto sua natura, dell’elemento immateriale dell’animale. vitalità reale è salva. quarto, vitalità(parte sostanziale) è ricevuta in forma di carne da parte dei partecipanti umani per sostituire e reintegrare la vitalità perduta nell’iniziale atto di abnegazione. quinto, comunità riguadagna così energia e vitalità per rivolgere propria forza all’esterno. aggressioni militari contro altre popolazioni. movimento andata e ritorno vitalità. fondamento teoria comunicativa del sacrificio di Hubert e Mauss (1899). questa teoria sostituì teoria precedente risalente fino a Platone in cui sacrificio interpretato come un modo per ingraziarsi gli dei attraverso dono. Per HeM, sacrificio è movimento verso divino, attraverso morte vittima e poi ritorno al profano. Ciò può avvenire per comunicare con la divinità, per risolvere mali o ottenere benefici. cd “riti di sacralizzazione”. Oppure comunicazione con il sacro serve a porre fine a contatti indesiderati con il sovrannaturale. cd “riti di desacralizzazione”. critica fatta da studiosi a HeM: influenzati da sacrificio vedico e interpretazione sacrificio tradizione giudaico-cristiana. Quindi usate analisi situate per teoria universale. Maurice dice che effettivamente quando si usa termini sacro e profano, non è possibile attribuire significati extraculturali. HeM da testi sanscriti hanno ricavato idea che chi esegue sacrificio entri nella sfera del sacro attraverso purificazione di se stesso e della vittima e quindi può comunicare con divinità attraverso uccisione vittima, trasformata in oggetto sacro. Sacrificio è dunque una sorte di sacrilegio che allo stesso tempo unisce e separa sacro e profano. Maurice dice che questa teoria dovrebbe essere meglio qualificato per antica india, sebbene valga per sacrificio sanscrito. de Heusch: idea separazione tra sacro e profano nei termini di HeM non è universale. per esempio non si applica assolutamente all’africa. Detienne poi mostra come lavoro di HeM è dentro tradizione antropologica giudaico- cristiana già pienamente sviluppata nel 1700 con apogeo nei lavori di Cassier(1923) e Girard(1972). continuum che fa del sacrificio elemento chiave della religione e considerano idee cristiane su sacrificio come piena realizzazione di forme inferiori. ottica evoluzionistica che vede il sacrificio non cristiano come il primitivo precursore del disinteressato sacrificio di sè della divinità. detienne argomenta che teorie indotte in errore da concetti cristiani ed ebraici anacronistici o etnocentrici. queste teorie criticate anche da rappresentanti ortodossia cristiana contemporanei a HeM. Detienne parla dell’egemonia sotterranea esercitata dalla visione cristiana su storici e sociologi convinti d’inventare una nuova scienza. de Heusch conferma ciò. per detienne dunque da tale atteggiamento criptocristiano, derivano 3 problemi e rappresentazioni erronee nell’interpretazione del sacrificio. idea evoluzionistica ha portato ad ignorare grande eterogeneità fenomeni etichettati come sacrifici. non c’è un'unità e linguaggio profetico. complementarietà. entrambi necessari per vita. questa combinazione è cristallizzata nelle invocazioni dei maestri della pesca. Lienhardt sottolinea inopportunità di attribuire ai dinka un esplicita teoria del sè. dinka dicono che nessuno può sapere come una persona sia interiormente. Maurice d’accordo. Infatti quando Maurice sostiene che la persona è considerata in parte bovino e in parte linguaggio, intende che è la semplificazione scenica espressa nei rituali. durante questi evocate disposizioni intime della persona. rappresentazione drammatica serve a produrre una trasformazione simbolica. tutto sparisce, quasi del tutto, a rituale compiuto. TORNANDO AL RITO, oracolo maggior parte delle volte suggerirà il sacrificio del bestiame. ciò è modo efficace per collaborare con forza intrusiva. la vittima è associata alla persona per la quale si compie il sacrificio. durante rito animale trattenuto a lungo come vittima ed indebolito per es. tramite esposizione al sole. infine, ucciso. contemporaneamente linguaggio distaccato della verità, acquista forza e capacità di conquista. nel sacrificio linguaggio espresso con invocazioni e preghiere pronunciate da maestro della pesca, che presiede prima parte rituale. dinka pensano che sono queste sagge invocazioni ad indebolire ed uccidere animale. a fare avvizzire e piegare sue corna, simbolo di viralità e vitalità. invocare nella lingua dinka può anche significare “attaccare un nemico”. rappresentazione basata su oscillazioni equilibrio tra vitalità e verità eterna, in cui la vitalità viene sconfitta. quindi corretto vederci forma di autoidentificazione tra esecutore e vittima, già suggerito da Lienhardt. letteratura conferma. ma ciò va precisato. poichè è solo un aspetto dell’esecutore e della comunità (l’elemento vitale animale) ad essere simbolicamente fiaccato e ucciso nel rituale, mentre l’altro (il linguaggio) acquista vigore. quindi solo una parte della persona si identifica nella vittima. detto così ciò infatti si salva dalle critiche in letteratura. prima parte sacrificio dinka rappresenta conflitto tra bestiame e linguaggio: quando animale sconfitto, linguaggio prende il sopravvento. così il rituale riduce anzitutto la complessità della persona e della società, in modo che possono apparire composte di soli due elementi opposti (bestiame ed invocazioni, rappresentati uditivamente e visivamente in conflitto). poi tappa successiva in cui linguaggio giunge a conquista finale. entità esterne sono chiamate a rappresentare e creare il conflitto interiore. ciò è paragonabile a un dramma morale medioevale in cui lotta tra bene e male che ha luogo nell’animo del protagonista viene rappresentata e impersonificata da attori differenti. rituale è più complesso e potente di quanto potrebbe mostrare questa analogia. infatti seconda parte si discosta da modello teatrale. ed anche nella prima, non è solo esteriorizzazione dimensione interiore, ma azioni hanno un effetto concreto sul corpo dei partecipanti. rappresentazione vittoria linguaggio su bestiame avviene pubblicamente. ma stessa oscillazione sperimentata dall’artefice del sacrificio e persone direttamente meno interessati. confine debole tra corpo individuale e gruppo sociale di appartenenza. quindi non ci sono meri spettatori (come nel rito oro) ma compartecipanti. quando linguaggio vince con il sacrificio bovino, sentito dentro ciascuno. vitalità sopraffatta dal linguaggio. diventano a loro volta posseduti ed emissari delle parole della divinità. “contrazione visiva della carne dei giovani posseduti quando arriva invasione verbale della divinità”. identità tra questo sussulto posseduti e quello della carne dell’animale abbattuto. possessione “spettatori” è rivelatrice. enfatizza legame tra sacrificio e possessione. possessione conquista da parte di un entità trascendente di un corpo materiale vitale. penetrazione trionfante. lo si può dire anche del sacrificio: anche esso costituisce risposta all’invito dell’oracolo a non resistere alla malattia, ma entrare in relazione con spirito invasore. nel rituale animale rappresenta vitalità corpo di chi compie il sacrificio, mentre il linguaggio trascendentale invocazioni maestro pesca rappresenta ed è manifestazione della divinità. organizzando sacrificio, paziente porta a compimento attacco alla propria vitalità. prima parte porta a compimento il processo di congiungimento all’invasore nell’attacco al proprio sè vitale. ciò è quello che avviene nella prima parte oro.elemento maiali attaccato ed ucciso affinchè possa prendere sopravvento elemento spirituale. ma sia nei dika sia negli oro, poi avviene rovesciamento. rinuncia a forza e vitalità non può essere definitiva. necessaria riconquista per far continuare vita. quindi impo non risultare contradditori con prima parte, non può essere mera reintegrazione di quello che è stato dolorosamente abbandonato. soluzione oro e dika è simile, inversione ruolo preda e cacciatore, vittima e carnefice. qui termina stretta associazione tra esecutore e vittima del sacrificio. una volta sopraggiunta morte, l’esecutore è liberato ed animale morto è animale morto, pronto ad essere tagliato a pezzi e consumato nella seconda parte rituale. qui relazione tra vittima ed esecutore/comunità passa dal piano analogico a quello fisico, proprio come per oro i maiali della prima parte erano di natura metaforica e quelli nella seconda reali. da questo momento Lienhardt sembra disinteressato a processo, ovvero al banchetto. concezione intellettuale di religione che lo esclude. Fa come non piace Detienne ovvero come quando D accusa giustamente di criptocristianesimo e di ignorare aspetti politici e di consumo del sacrificio, benchè anche tali aspetti siano presenti nel cristianesimi. nella seconda parte del rituale, animale viene tagliato, distribuito e mangiato in parte subito e in parte in corso di grandi festeggiamenti. carne animale tornata ad essere estranea agli esseri umani. da’ vitalità a presenti con consumo. restituisce vitalità persa all’inizio del rito. la parola dinka che L traduce con sacrificio, in realtà è “festa”. importanza baldoria finale. vitalità ora recuperata è conquistata e permeata dall’ordine trascendentale della parola dei maestri della pesca. recuperano elemento bovino attraverso bocca. differenza con oro prima parte rituale: in oro, bambini rappresentano maiali, mentre dinka bovini rappresentano gli esseri umani. ma differenza non ha conseguenze sulla logica complessiva degli eventi. anche consumo di carne finale dinka come premessa azioni militari. vitalità trascendentale recuperata da dinka contribuisce a guarigione. sacrificio può curare ogni forma di malattia, fisica ma spesso sociale e morale. con sacrificio si riattiva forza complessiva, non ci si rivolge alla singola malattia. come nei rituali di fertilità es il noto Ncwala degli Swazi. ALTRO STUDIO CHE MB CONSIDERA: buid del Mindoro nelle Filippine, condotto da gibson 86. opposto a dinka.quindi completamento ideale ai fini argomentazione di MB. sostituzione dell’artefice alla vittima è assente nei buid. banchetto finale è parte più impo buid. queste differenze hanno a che fare con diverse prospettive autori e con differenze tra africa e sudest asiatico. ma si può conciliare i due studi. per buid persona è composta da tre elementi: corpo, mente, anima. corpo ed anima acquisiti attraverso processo biologico nascita, legati. condizione corpo riflette quella dell’anima. a differenza del corpo però anima non svanisce con morte, diventa spirito. anima e corpo sono governati da desideri asociali e individualistici come desiderio cibo, gratificazioni sessuali esclusive. questi controllati da mente che si sviluppa in età adulta, si indebolisce con vecchiaia e scompare con morte. mente si manifesta con autocontrollo individuo e nel suo atteggiamento socialmente partecipativo. linguaggio è facoltà mente, spt le forme più elevate come il canto dei medium. analogia dinka. anche considerando relazione buid uomini e maiali che ricorda relazione dinka uomini e bovini. per buid animali con umani condividono corpo ed anima guidati da desideri. ma è autocontrollo mente e spt il linguaggio a differenziare umani da animali. animali però dalla loro parte hanno la loro vitalità, superiore a quella degli umani. c’è cmq inquietudine per mancanza differenziazione tra umani ed animali, in particolare maiali. maiali addomesticati e vivono sotto le case. buid pensano che se non fosse per mente, umani sarebbero come maiali e loro società sarebbe caotica, ogni individuo sarebeb guidato dall’ego. se non fosse per mente, sarebbero come maiali, ovvero ciò di quello che si cibano gli umani, nutrimento naturale di esseri superiori. concreta preoccupazione si rende visibile nei funerali. buid pensano che morti avendo perso protezione mente sono divenuti come maiali e quindi possono essere prede per spiriti. spiriti “mangiano cadaveri come fossero suini”. buid dicono di sè che sono i maiali degli spiriti. spiriti in cerca di carne. come umani cercano carne maiale. ruole protettivo mente emerge con possessione buid, fulcro loro religione. democratica, come altri aspetti loro società. in ogni famiglia c’è membro che può invocare con un canto segreto uno spirito familiare per possessione. super frequenti, “ogni notte”. il canto permette alla mente di volare sulla schiena del parente, sorvolando l’insediamento. possessioni servono a proteggere la comunità da vari spiriti maligni che cercano di attaccare anime suoi membri, per poi consumarne i corpi dopo la morte. lavoro quasi quotidiano di sorveglianza. avviene processo già discusso ovvero abbandono da parte dei medium della propria vitalità animale. in seguito al canto, mente medium si separa dal corpo e dall’anima e una volta libera può vedere avvicinarsi il familiare del medium. essa sale sulla schiena di quest’ultimo e volando lascia sul terreno gli aspetti meramente animali della persona, cioè corpo ed anima. questo abbandono vitalità ricorda ricorda quanto avviene dopo morte e che è stato già visto con esempi precedenti: mente raggiunge insieme trascendentale ed indifferenziato mente corpo ed anima restano brevemente sulla terra. corpo poi mangiato da spiriti predatori e anima diventa per un breve periodo uno spirito egoista. nel caso buid elemento trascendentale (mente) non sopravvive alla morte. per oro invece c’è spirito ancestrale immortale. è l’anima(vitale) a sopravvivere che condivide l’animalità del corpo. ma questa differenza è poco significativa per MB. evidente se si torna alla possessione. sessioni di canto medium notturne come preparazione a sedute spiritiche più insomma, bisogno di istituire strutture umane immortali sulla base necessariamente mutevole della riproduzione umana. si crea dunque immagine invertita riproduzione che richiede la presenza simbolica o reale di figure esterne in modo che si conquisti loro vitalità ma che, a differenza dei partecipanti principali, non potranno conquistare a loro volta. in ciò contenuta possibilità di una trasformazione ulteriore imperialistica che deriva da stesse esigenze della riproduzione simbolica. ma ciò poi troverà concretamente forma a seconda del contesto reale, cioè circostanze politiche, economiche, militari. 3. LA COSMOGONIA E LO STATO rituali esaminati hanno obiettivi ben determinati. oro per iniziare bambini, dinka per superare specifici problemi, buid a sconfiggere e ingraziarsi spiriti. iniziazione ore, sacrificio dinka, possessione e sacrificio buid. ma in tutti i tre si va oltre gli obiettivi specifici per una più generale rigenerazione della società. itenau dice che rito oro è solo una parte di un più ampio ed interconnesso sistema rituale che include anche i rituali funebri e matrimoniali. oscillazione tra villaggio e capanna nel bosco è considerato parte di un oscillazione generale tra questi due luoghi. riguarda tutti membri comunità e anche morti che vanno e vengono. rito oro come processo ordinatore, ciclico e creativo che concerne intera società. rito dinka costruisce visione mondo in forma regolata ma dinamica. eterna ed austera moralità dei maestri pesca modella e organizza vitalità bestiame ma animata da quest’ultima. per questo rito dinka serve obiettivi diversi (guarigioni, riti di passaggio) o non avere scopo specifico, come nei rituali annui di generazione. dinka ogni sette anni fanno sacrifici generali e aspecifici che comprende intera comunità. seguono stesso schema riti guarigioni specifiche. questo intreccio tra particolare e generale è noto a letteratura in relazione al classico sacrificio vedico. sacrificio indiano al centro di HeM. ogni atto di sacrificio allude ad un immagine generale creazione mondo. sacrificio vedico come rituale periodico di accelerazione attraverso il quale viene ricreato l’universo. rituale particolare è solo un aspetto di un processo più ampio è più sviluppata nel sacrificio indiano rispetto a oro e dinka che evocano rigenerazione di un gruppo sociale particolare in un territorio definito. ma principio lo stesso. cosmogenico. per rinnovare creazione vita morale. studi su sacrificio indu mostrano che il principio della violenza di ritorno si applica tanto ai rituali che sono parti di un sistema più generale, quanto a quelli più circoscritti. prima parte libro si è focalizzata su rituali specifici, seconda su sistemi totali. studiosi induismo dicono che modello del sacrificio cosmogonico organizza e accomuna tutti i fenomeni religiosi indù. i concetti indu di sacrificio possono legare il particolare al macrocosmico illustrato da Perry su pratiche funebri nella città sacra di Benares in India. Benares associata alle due principali divinità del moderno pantheon indù. dedicata a shiva ovvero colui associato alla rinuncia e ascetismo. ma a Benares si crede abbia anche creato il mondo dio Visnu: si tratta di un ardente ghat sulla riva del gange dove molti indu vanno a morire, portano ceneri parenti, si fanno cremare. cremazione corpo vista da induismo come un atto di sacrificio nel quale il corpo costituisce un’offerta da parte persona defunta. Benares adatto quindi a cerimonie funebri. corpo visto come animato fino a cremazione, offerta dunque volontaria agli dei. sia se si giunge di propria iniziativa o post mortem. cremazione come atto finale di rinuncia ascetica. ciò dei funerali e del sacrificio indu come esempio prima parte violenza di ritorno: cooperazione soggetto (persona morente) con attacco trascendentale e una penetrazione della propria vitalità. e tale attacco alla vitalità originaria soggetto prevede il recupero violento della vitalità da una fonte esterna. recupero vitalità può comparire insolito in contesto funebre. negli esempi precedenti la prima parte della violenza di ritorno modellata sui funerali, mentre simbologia seconda parte rispecchia conquista militare, cucina e pasto o caccia. e cioò appare anche nei funerali, non è inappropriato per due motivi. 1 si può pensare che morto torni nel mondo della vita in una forma o un’altra. es. spiriti oro riconquistano giovani villaggio a ogni iniziazione. 2 in società non completamente individualiste, morte persona è semplice evento in una catena più ampia ed inclusiva che comprende altri membri comunità. entrambi elementi presenti nei funerali a Benares. nonostante elemento rinuncia durante cremazione, rituali seguenti mirano a ricreazione corpo defunto. una serie di palle di riso, chiamate con stesso termine che indica embrione umano, rappresenta ricreazione corpo persona defunta. una di queste, se mangiata da persone in lutto, può rappresentare una sorta di seme in grado di fecondare donne sterili. austerità poste in essere da colui che conduce celebrazioni darebbero a lui il potere di ricreare il corpo del defunto. conquista di ritorno emerge effettivamente con omologia tra funerali e il sacrificio creativo di Visnu che ogni funerale ri-rappresenta. visnu avrebbe lungamente praticato l’austerità nel medesimo ghat di benares adibito alla cremazione presso il quale vengono portati corpi dei defunti. queste pratiche di abnegazione del dio portarono alla creazione del mondo. attacco ascetico alla propria vitalità produce calore creativo che allo stesso tempo consuma e feconda. la cremazione vuole rinnovare proprio ciò, con immolazione volontaria sulla pira funebre, ripete atto creazione di visnu. c’è attacco a vitalità originaria. questo produce il fuoco che conduce a creazione o meglio ri-creazione vitalità terrena. shiva rappresenta principalmente aspetti ascetici perdita della vitalità. shiva evocata da asceti necrofagi devoti. nel funerale corrisponde all’autoimmolazione volontaria, preludio a cremazione. visnu invece associato a pratica generatrice vita. corrisponde a cremazione vera e propria nel funerale. opposizione tra i due aspetti rituale e rappresentazioni divinita. ma confine è sottile e labile. si implicano a vicenda. e considerate manifestazioni dello stesso dio supremo. e possono rappresentare caratteri dell’altra:shiva rappresentata con fallo eretto che può essere visto sia come riproduzione arrestata (ascetismo) sia riproduzione stessa. e ciò trova espressione nel culto delle consorti di shiva nell’india meridionale. Visnu invece, pur essendo un violento creatore sacrificale, raggiunge tale status solo dopo lungo periodo di ascetismo. legame divinità evidente nel rituale che porta a cremazione. associazione a visnu comporta anche elemento del consumo aggressivo. visnu visto come esecutore ideale sacrificio sia come re ideale. ruoli interconnessi. elemento regale completa parallelo con altri esempi rituali libro. concetto indù di potere sovrano implica immagine conquistatore-consumatore evocata fasi finali dei rituali esaminati. re come legittimo vincitore dei suoi sudditi. colui che li mangia. legittimo consumatore sessuale donne della comunità. ricorre nelle descrizioni sanscrite dell’insediamento al trono, ove elemento di esportazione della violenza rigeneratrice diventa manifesto. dopo fase sacrificale del rito, re deve partire per spedizioni simboliche di conquista presso i vicini, in parte guerre, in parte battute di caccia. insomma, con associazione simbologia regale di visnu, nel rituale indu si ritrovano tutti elementi simbolici violenza di ritorno trionfalistica. come violenza di ritorno non può essere disgiunta da violenza iniziale, immagine sacrificale indu non può essere separata da dimensione ascetica. re indu trionfante sacrificatore è legittimo perchè è associato all’ascetismo, elemento brahmanico. solo grazie a collaborazione tra brahma e re può avvenire sacrificio. compito di brahma preparare sacrificio (attaccare vitalità originaria), compito re raccogliere i frutti. (recupero aggressivo vitalità da esseri esterni attraverso il consumo). con rinnovo sacrificio nei funerali o altri riti indu, partecipanti si trasformano da asceti a re, da shiva a visnu, da prede in cacciatori. questo movimento evidenzia continuità pratiche religiose (come il sacrificio) e politica. il movimento le congiunge. atto religioso come parte iniziativa cosmica più generale che comporta una teoria politica. nell’induismo, nozione di cosmogonia implica teoria dello stato. questa specifica formulazione cela un principio molto più generale, presente in tutti i casi esaminati. es sacrificio e possessione buid come difesa comunità da attacchi esterni attraverso condivisione e indifferenziazione. dunque, ciò che buid fanno per curare malattia allo stesso tempo definisce forme legittime delle istituzioni. cmq la semplice omologia tra idiomi politici e religiosi è sufficente a spiegare effetti politici pratici di tali idiomi. implicazioni profane di questo legame non individuabili nell’india contemporanea, dove gran parte efficacia politica istituzioni indu è venuta meno da tempo. per mostrare come questo anello finale nella catena di connessioni esista anche all’interno di sistemi che vogliono riferirsi all’intero cosmo, MB porta esempio del Giappone. nel giappone contemporaneo esistono due religioni. lo shintoismo e il buddhismo. ciò deriva da restaurazione meji ovvero quella del governo imperiale nel 1800. coesistenza. per osservatori occidentali(dio unico ed esclusivo) è stravaganza. ma qualcos di simile appare in forme analoghe in tutto il mondo buddhista. divergenze letteratura per evidenziare differenze tra le due religioni giappone. in regione come quella del lago Biwa, casa verrà liberata completamente da antenati. dopo qualche anno si estrarrà tavoletta con aiuto monaci dal tempio in miniatura e collocata su ampio viale esterno tempio comunità, per restarvi. in questo modo, tutte forme viaggio verso l’esterno proprie del buddhismo si ricongiungono e tutte possono essere considerate forme di attacco e rinuncia alla vitalità. ciò corriponde a prima parte oro e dinka. equivalente possessione buid e cremazione indù. attore in tutti i casi collabora con perdita vitalità. a differenza degli altri casi, situa giappone non è parte rituale ma un sistema nel suo complesso che aiuta i buddisti giapponesi ad aggredire proprio sè vitale ed avviarlo nel suo viaggio verso morte, un viaggio che proseguirà poi tra le mani dei monaci. compimento con morto (nella forma dell’antenato rappresentato da tavoletta scritta) condotto da tempio in miniatura versa uscita principale del grande tempio. buddhismo giapponese produce interamente primo elemento di violenza della conquista di ritorno. violenza autoinflitta dei viventi che assume forma di un necessario pellegrinaggio ascetico e punitivo e, nel caso dei monaci, di una meditazione che richiede spesso attacchi al corpo come la flagellazione, digiuno o prove spaventose.per il morto questa violenza è gestita da coloro che rimangono e assume forma inganni necessari a cacciare l’anima dopo la morte, forme di espulsione. ma buddhismo giappone contiene cmq anche secondo elemento violenza di ritorno: pratiche che da restaurazione meji sono state separate dal buddhismo sotto il nome di shintoismo. shintoismo non è religione nel senso comune del termine ma insieme di culti simili.con buddhismo condivide enfasi su idea cammino, materializzato anche nei luoghi culto. shinto significa strada di Dio. più famosa architettura è il torii, il portale, essenziale per ogni santuario. torri simbolo shinto. simbolo giapponese indica santuario come croce per cristiani la chiesa. torii segnala inizio strada centrale lungo la quale organizzate varie parti del santuario.santuari hanno di solito anche 10 portonim ognuno dei quali segnala ed indica il sentiero centrale. sentiero segnato da oggetti posti lungo esso, ai due lati, simmetricamente. lanterne e pietre.torii conduce attraverso edifici intermedi al santuario stesso. continuazione del vialee, un arretramento quasi perpetuo in cui ogni parte conduce ad uno spazio più ristretto. finale è simbolo dio del luogo, no visibile a fedeli, dietro porte chiuse o cortina bambù. da restaur. meji, ciò che risiede nel santuario non è altro che un simbolo, indicatore di qualcosa di esterno. Enfasi su luogo come tunnel verso aldilà quindi. dio simbolo può essere il sito di Ise dove si ritiene che famiglia imperiale sia venuta sulla terra o foresta oltre i confini della località poichè il dio è spesso un elemento naturale. lughi di culto conducono fuori da spazio abitato verso regione selvaggio ma viale santuario concepito come strada ingresso potere divino nell’area abitata. quindi santuario nella località dove dio invitato a dare benifici a popolazione. adepti dunque si tengono vicini al santuario o si posizionano più avanti lungo il viale e chiamano il dio per accogliere sua forza e vitalità. sacerdote shinto ha stesso fine attraverso invocazioni, danze e talvolta medium. shintoismo incentrato di rinvigorire uno specifico gruppo sociale. culto forza, crescita, attività e riguarda chi visti portatori di esso: giovani e chi al culmine della propria prestanza fisica. quindi divinità shinto invocate quando richiesta forza come celebrazioni nuovo anno, riti agricoli fertilità, festival annuali ragazzi e ragazze, matrimoni, avvio imprese commerciali, carriera scolastica, celebrazioni fondatori comunità sociali. preservazione comunità (gruppi discendenza, locali o la nazione). shinto può intervenire su forza individui ma intesi parte di un gruppo. gruppo trascende la presenza dei singoli. contatto con morte individuale, malattie o altre forme di debolezza e sventura è dannoso e inquinante. non vuole rafforzare il debole, ma il forte.premessa culto è purificazione e il consolidamento attraverso prove per per allontanare adepto da contatti impuri morte: kegare.es persone ferite o malate non possono accedere ai santuari. rigide ancora più ferree per sacerdoti shinto, non possono partecipare a funerali parenti più stretti. monaci non possono entrare nei luoghi di culto. porte santuario domestico devono restare chiuse quando qualcuno è malato o sta morendo. questo spt in occasione festival Bon. spesso finale Bon con allontanamento definitivo antenati, continua con rituali molto differenti: i trionfalistici e rinvigorenti rituali shinto. nella regione lago Biwa, alcuni giovani uomini rappresentavano principali famiglie comunità. purificati. comunione con preti nel santuario shinto, bevevano vino di riso in vasellame di terracotta grezza. uscivano con torce accese, simulazione battaglia. poi si va nel bosco sacro confini comunità, sfila lanciare torce tra gli alberi più in alto possibile. ciò serviva a portare “un buon raccolto”. questo rito include elementi fondamentali shinto. giovani uomini come rappresentante forza e riproduzione futura comunità, shinto serve ad accrescerla e mantenere questa forza. poi cìè continuazione movimento del dio. dopo essere arrivato al villaggio tramite riti nei santuari shinto, ora giovani rinvigoriti si spingono ai confini villaggio per dimostrare vigore, fertilità e aggressività. shinto dunque mette in scena il ritorno del primo e diverso elemento di violenza del buddhismo. prima violenza buddhista rivolta contro vitalità membri anziani comunità. violenza di ritorno dello shinto invece riguarda i giovani e i forti ed è diretta verso esterno, feconda ed aggressiva. rituale bon, facendo seguire violenza shinto a quella del buddhismo. mostra in che modo le due siano collegate. come rinuncia morte indù è seguita da sacrificio cosmogonico. cammino buddhismo è uscita della vitalità. cammino shintoismo è suo trionfale ritorno (tra idioma riproduzione riuscita ed espansione verso esterno). però nel caso oro, giovani compiono viaggio verso esterno e adulti recuparano vitalità in quello di ritorno. in giappone sono i vecchi e idefunti ad andare via e giovani beneficiano conquista di ritorno. ma così si ignora l’ideologia corporativa di entrambe le società. per oro, iniziato è rappresentativo intera comunità, quanto una singola persona uccisa dagli antenati. quindi sottomissione alla conquista da parte antenati si ripeterà durante tutta la vita ed evidente al momento della morte, quando conquista sarà definitiva. nello shinto giappo i giovani conquistatori rappresentano vitalità e continuità comunità. altra “differenza”: per oro, sono spiriti dei morti a tornare come conquistatori, mentre in giappo è forza dei ad entrare nella comunità attraverso il viale shinto. si potrebbe pensare che questi dei siano diversi da antenati morti che i giapponesi cercano di persuadere ad andare via. quindi si potrebbe pensare che non ci sia vero movimento di andata e ritorno vitalità. ma spiriti shinto visti come gli stessi antenati allontanati in precedenza. in giappone cmq, diversamente da oro, non tutti antenati diventano divinità shinto. persone al cui anima può trasformarsi in divinità sono di due tipi: coloro che posseggono in vita vitalità straordinaria, di natura buona o malvagia e di quelle riconosciute come fonte vitalità di un gruppo sociale. se super-vitalità era sufficentemente forte, queste persono non necessitano lungo processo di purificazione buddhista, diventano immediatamente divinità. es imperatori(fonte vitale nazione) e caduti di guerra(annullano propria morte rendendola produttrice di vita). quindi questi esempi non hanno niente a che vedere con buddhismo. poi si potrebbe dire che elemento violenza nel ritorno non sia così accentuato nel caso del giappone rispetto a caso oro. dei shinto non tornano come cacciatori o leader militari. ma in realtà comunità giappo diventa conquistatrice e consumatrice della vitalità esterna e poi basta, sebbene questo idioma sia diverso e più debole. cmq si badi a simulazione battaglia giovani. e poi cmq c’è consumo aggressivo di carne, o meglio di pesce. giapponese medio poco incline a speculazioni teologiche ma differenza nota tra santuari shinto e templi buddi è che offerta per antenati nei templo è solo vegetariana mentre pasti e offerte nei santuari devono includere prodotti animali, spt pesce. astensione carne nel buddhismo è legata ad orientamento verso un altro mondo. mentre consumo carne nello shinto è collegato ad aspetto fortificante delle attività carnivore (caratteristica vita giapponese). nei pasti celebrativi shinto vengono consumati stessi tipi di cibo offerto agli dei. per celebrare successo e riproduzione comunità. si badi a carattere di consumo completo ambiente circostante: 13 portate tra cui vino di riso, pesca d’acqua dolce, pesce di mare, uccelli selvatici ed acquatici, sali e così via. inoltre nel giappone moderno, il consumo di pesce e carne cruda nei ristoranti, le sembianze di una sorta rituale secolare ed aggressivo. qui tema consumo violento è esteso al punto che il pesce deve essere mostrato vivo immediatamente prima di essere mangiato. a volte pesce si dimena ancora sul piatto e mangiato vivo. celebrazione conquista altre forme di vita che riporta a banchetti conclusivi oro. tra l’altro anche in giappone c’è associazione tra il consumo di altre specie e il consumo di carne umana. es. abitanti del Kurusu si rifiutano di mangiare pesce arrostito dopo funerali perchè ricorda cremazione. combinazione di continuità e discontinuità tra umani ed animali richiama un altro paradosso simile: continuità e discontinuità tra esseri umani di sesso femminile e maschile. questo spiega perchè in diversi casi come dinka, il simbolismo rituale faccia convergere le due opposizioni all’interno di un’unica evocazione corale. conflitto interno a tutti i partecipanti (maschi e femmine) non si riferisce, come per oro, solo a creature quali i maiali e gli uccelli ma allude a rappresentazione rituale di analoghe differenze e somiglianze esistenti fra uomini e donne.entrambe le dicotomie, umani/animali e donne/uomini sono utilizzate in modo speculare. si vede nei dinka. associazione bestiame con femminilità sebbene prima si sia detto che è associato spt a viralità e giovani uomini. es giovani maschi che imitano bestiame nelle danze e corna usate come simbolo fallico spt attraverso immagine di toro che scava il terreno. ma in realtà bestiame dinka associato sia a femminilità sia a femminilità, ambiguità è essenziale al rito. più chiara associazione con femminile è connessa al ruolo del bestiame nel matrimonio. beste si possono disporre in tre modi per dinka come altri popoli africani: trasmettersi per via ereditaria, uccisi nei sacrifici, offerte in dote in cambio della sposa. associazione spt quindi con donne estranee al gruppo familiare. regole incesto ed esogamia. bestiame dinka quindi simbolizza tanto l’abbandono dell’elemento femminile interno al gruppo (sorelle e figlie del proprio gruppo in cambio del bestiame) ma anche la promessa di donne esterne in qualità di mogli che sono lo strumento con il quale gruppo si può riprodurre legittimamente propria vitalità attraverso discendenza. scambio vitalità interna per vitalità esterna per generare nuova vita, rispecchia struttura violenza di ritorno. non solo formale, ma i due sistemi (rituale e matrimoniale) si sostanziano a vicenda mediante associazioni simboliche più o meno esplicite. evidente in relazione ad un aspetto sacrificio dinka non ancora discusso. dinka sacrificano bestiame sia maschile sia femminile, ma nei riti più impo solo quello maschile al fine di essere trasformato nell’elemento femminile che ricorda come giovani e virili animali mandria offerti in dote si mutano in spose. animale maschio letteralmente trasformato in donna con sottana. cora infatti avviziscono durante processo. una volta ucciso, genitali recisi. prima del rituale bovini simbolo prevalentemente maschile (solo i maschi infatti possono prendersene cura). ma obiettivo prima parte rituale è proprio indebolire, attaccare vitalità originaria che si esprime con indebolimento viralità. femminilizzazione animale sacrificale. dinka infatti associano femminilità con debolezza militare. perdita vitalità originaria con perdita loro donne attraverso matrimonio. vitalità totalmente perduta quando animale ucciso. qui vitalità resa interamente femminile attraverso mutilazione. animale poi divenuto cibo per altri quindi femminilità esterna, consumabile. poi si può dire che perdita carattere femminile interno conduca all’assunzione del femminile esterno mediante il consumo della carne. recupero vitalità esterna. bestiame guadagnato in cambio proprie donne. tanto ciò che si perde come ciò che si riconquista è un elemento bestiale. ma vitalità non dello stesso tipo. prima c’è identificazione, poi no. persa affiliazione simbolica con il gruppo sacrificale. idem, donna che si riceverà in cambio proprio bestiame non sarà uguale a donna data, in quanto quella acquisita può essere consumata sessualmente, in quanto esterna, diversa identità sociale. quindi nel sacrificio dinka si può rintracciare interpretazione simbolismo del genere e dell’esogamia, così come di quello del bestiame. da qui si evince proprio come bestiame possa essere associato alla femminilità e mascolinità. altro pov: esperienza dei partecipanti. artefice sacrificio inizia come soggetto maschile per poi essere indebolito ed essere femminilizzato. ma quando animale ucciso, esecutore diviene di nuovo soggetto maschile che consuma vittima femminile. nella società dinka individuo è ampiamente integrato nel proprio gruppo familiare composto da uomini e donne.questo significa che ogni personalità dinka contiene un elemento non stabilmente strutturato in base al genere quindi a volte prevalentemente maschile o femminile. caso ed analogia rituale con simbolismo di genere non è inusuale. tema genere entro rappresentazioni complesse della violenza di ritorno. es in giappo, associazioni di genere nel sistema religioso duale sono molteplici e note. es nel buddhismo giappo si rappresentano i Bodhissatva che agevolano rinuncia al mondo (come kannon, amida e jizo) come esseri di sesso femminile, sebbene in origine rappresentati come maschi. mentre shintoismo ha connotazione fortemente maschile. divinità shinto rappresentate con falli eretti, rimproverata da meji ma non scomparsa. donne non vergini e spt se durante ciclo mestruo, escluse da vari aspetti del culto. unico culto shinto per donne fertili è il matrimonio. shintoismo infatti divenuto culto del matrimonio e concepito come consumo trionfale della femmina da parte del maschio. quindi nelle società esogamiche in cui matrimonio implica ingresso di uno dei coniugi nella famiglia dell’altro, c’è legame tra simbolismo conquista di ritorno e quello concernente matrimonio e genere. futura sposa e genere di appartenenza accedono al luogo simbolico occupato dagli animali in altri sistemi. per questo si dice “mangiare la sposa” in tante aree mondo in riferimento a prendere in sposa una donna esterna al gruppo. insomma, conquista di ritorno presente nei matrimoni come nelle iniziazioni, funerali, sacrifici esaminati finora. altra manifestazione del più esteso processo di conquista di ritorno. discorso manifestazioni di uno stesso processo più ampio. rituale di congiunzione tali dei nayar è stato alternativamente interpretato come iniziazione o un matrimonio, come se non potesse essere entrambi. MB arriva a sua teoria (condivisa da altri altri antropoli) questa volta seguendo implicazioni del linguaggio del matrimonio e dell’esogamia in diverse culture del mondo. infatti si possono rintracciare anche qui (in diverse rappresentazioni simboliche del genere e del matrimonio) temi come la morte, la trascendenza, conquista, consumo ed imperialismo militare. studio di Maria Phylactou 89 mostra bene tutto ciò. ladakh, regione india settentrionale, estensione culturale tibet. infatti condividono lingua simile,diverse circostanza storiche e stessa religione: buddhismo mahayana. nel ladakh, casa e famiglia costituiscono principale struttura sociale, politica e simbolica della società. fonte di identità. persone che abitano in una casa come elementi unico attore sociale. case come unità sociali elementari. distinte tra loro. confini tra chi è dentro una casa e chi è fuori. confini pratici e simbolici. casa rappresenta un tempio, poichè ogni aspetto struttura possiede significato religioso. ed altare dedicato a divinità domestiche è fulcro reale e simbolico della casa. c’è matrimonio ed esogamia. spesso ragazze abbandonano propria casa. accoglienza donna sposata/perdita di una figlia. data enfasi su integrità gruppo familiare ed importanza rituale confini fisici della casa, entrambi avvenimenti presentano carattere drammatico. prima parte rituale matrimonio chiamata bagston. ruota attorno spedizione che parte dalla casa del proprietario di bestiame per prelevare sposa dalla propria dimora. a questo provvede gruppo giovani uomini sontuosi a cavallo. guidati da uno di loro, particolarmente agghindato e munito di una freccia. procacciatori di mogli. spedizione quasi militare di conquista. same time sono messaggeri degli dei. tutto ciò emerge nelle loro danze e nell’immagine del mito relativo a spedizione eroe popolare, un re mitico che salva moglie da un rapitore-seduttore straniero che verrà ucciso. Maria dice che mito è complesso ed evoca aspetti ambigui matrimonio ma nel rito matrimoniale evocati aspetti semplificati ovvero assimilano gruppo di giovani a compagni di spedizione del re. momento loro arrivo, famiglia figlia tenta di tenerli a distanza. es. eretti ostacoli in pietra. altre volte forestieri devono risolvere degli indovinelli o trovano porta sbarrata. ma esterni riescono a penetrare territorio degli interni. una volta dentro la casa, giovani devono ancora superare resistenze parenti ragazza, spt donne. tuttavia vengono corrotte o sconfitte da invasori. capo banda allora conficca trionfalmente in un recipiente di grano la freccia: azione che si ripete spesso in diversi contesti. poi individua la sposa in un gruppo di ragazze e a volte la cattura letteralmente con la propria arma. disperazione di lei per dover abbandonare casa ed altare domestico. congedandosi da famiglia, moglie spesso dice “sono divenuta figlia di uno straniero”. portata casa sposo, celebrazione trionfale in cui moglie partecipa a malapena. ci vuole tempo prima che sia pienamente integrata. ma integrazione inizia proprio con fatto che sposa condivide pubblicamente un pasto con marito e che lo scialle cerimoniale che le copriva il capo durante il viaggio viene posto nel granaio della dimora maritale. allora. c’è simbolismo sessuale e riproduttivo. nel rituale famiglia dell’uomo è rappresentata dei giovani che arrivano alla casa della sposa. casa sposa rappresenta anche sfera domestica violata da cui proviene donna es. freccia piantata nel grano è pieno di evocazioni sessuali. poi c’è simbolismo conquista. giovani appaiono come armata reale che riceve tributi da parte di sudditi ossequiosi mentre si fa strada verso la riconquista di ciò che le garantirà una gloriosa riproduzione. associati (tramite mito) a divinità. conquista emerge da danze e da uso freccia, esibita con ostentazione ed usata per catturare letteralmente ragazza afferrandola dalle vesti. freccia è arma e simbolo di caccia. ma è anche molto altro, variamente interpretata. simbolo fondamentale in tutto buddhismo mahayana. simboleggia religione che illumina e feconda il mondo. nel rituale matrimoniale, si associa ad albero cosmico che congiunge dei ad umani quindi ingresso messaggero degli dei, chi ha freccia, nella casa ovvero nel nucleo della produzione e riproduzione umana. c’è anche simbolismo cibo e della ricchezza domestica(diffusi nel mondo etnografico), rappresentati dal grano. sposa costretta ad abbandonare diverse zone chiave della casa, compreso pilastro portante e il focolare centrale. pilastro può essere assimilato a freccia che connette il mondo degli dei con quello degli umani. sposa separata da ciò come se fosse separata da principio vitale di fertilità della propria casa. nello stesso modo, allontamento da focolare implica allontanamento da un altro luogo associato al nucleo domestico di famiglia è conquista da esterni, tutti suoi membri sono conquistata, penetrati e femminilizzati. e vale anche l’opposto. mascolinizzazione e rappresentazione divinità di tutti quando si conquista. oscillazione tra identità più femminile e più maschile. questa interna all’identità di genere della famiglia trova espressione nel rituale nel fatto che siano principalmente gli uomini a rappresentare casa sposo e donne a rappresentare casa sposa. per ciò quando famiglia è penetrata, sua identità è evocata da donna e vale l’opposto. ma questi attori rituali rappresentano le fluttuazioni di genere molto più complesse e meno dicotomiche che hanno luogo nell’intimo di tutti i membri della famiglia. così nel rituale matrimoniale uomini e donne sono in aperto contrasto, rappresentando le trasformazioni di genere interne a quella persona morale che è la casa. uomini e donne che agiscono nel rituale sono quindi simili al bestiame e al discorso nella prima parte sacrificio dinka: semplificazioni parziali, drammatico contrasto visuale, invisibile realtà più complessa e fluttuante. famiglia può rappresentare uomo e donna proprio perché può assortire gli attori che la rappresentano tra uomini e donne. questo ricorso al simbolismo di genere può avere luogo anche in rituali come l'iniziazione e il sacrificio, sebbene non si sia evidenziato casi precedenti. tuttavia un effetto analogo si evince nei dinka attraverso macellazione animale sacrificato quando rimozione genitali produce trasformazione fisica dell’animale per imporgli sembianze femminili. Marilyn Strathern 88 propone argomentazione analoga in una serie di lavori sul simbolismo in Nuova Guinea. in queste società, come in molte analizzate in questo libro, tutti gli attori rituali (maschi e femmine) sono potenzialmente maschili e femminili e che i rituali portano in superficie fluttuazioni di questo complesso equilibrio androgino ricorrendo a semplificazioni e riduzioni delle sue componenti interne. quindi non si può ritenere rappresentazione rituale dei generi come manifestazioni della quotidianità. ciò MB lo chiarisce perchè pensa che per comprendere a pieno parallelismo fra matrimonio, rituali matrimoniali e pratiche come iniziazione e sacrificio, è necessario valutare relazione indiretta fra l’esperienza dell’esogamia e i rituali a essa riferiti, proprio come è necessario comprendere il rapporto fra l'esperienza religiosa e i relativi rituali. questo ad un elemento ancora non considerato del ladakh. rituale matrimoniale non è propriamente rappresentazione abbandono della casa della sposa. infatti matrimonio per cattura è rapimento è fasullo con complicità sconfitti. quindi più appropriato invece di concepire famiglia sposa come sconfitta, come piegata ed accogliente verso la sconfitta dopo esibizione di resistenza. ciò accade, come in diversi parti del mondo, in quanto devono perdere proprie figlie per potersi riprodurre come esseri umani propriamente morali. riguarda discussione effetti se no incesto (ma diffusa concezione che figli sarebbero subumani, non elevati sopra animali). se uomini non accettano di cedere donne, non si possono aspettare di conquistarne di esterne e avere figli pienamente umani. parallelo con oro che devono accettare conquista dei loro bambini in qualità di maiali affinchè questi non rimangano subumani, proprio come i maiali. quindi violenza di ritorno espressa da osservanza regole esogamia per permettere a famiglie ladakh di riprodursi in forma umana. quindi logica tabu incesto e idioma rituali matrimoniali è stessa di quella dei rituali discussi in precedenza. accettazione conquista vitalità originaria dall’esterno è compensata da diritto a consumare vitalità esterna e questa consumata e controllata diviene strumento per continuità vita terrena. DUNQUE, simbolismo del genere e della sessualità, così centrale in molti rituali religiosim non può essere compreso correttamente se lo riferiamo esclusivamente ai rapporti tra uomini e donne. viene utilizzato ad hoc nei rituali per esprimere una logica peculiare e fondamentale relativa alla creazione di una forma di vita apparentemente sottratta al limite biologico della morte.congiunzione e separazione tra esseri umani e animali può essere impiegata nei rituali con finalità identiche a quelle che presiedono congiunzione e separazione tra maschi e femmine. oro hanno elementi insoliti per nuova guinea e la melanesia in quanto giovani uomini e donne vengono iniziati insieme e in modo analogo. opposizione tra maschio e femmina è poco sviluppata simbolicamente infatti durante rituale iniziazione. mentre rappresentazione violenza di ritorno è rimessa al simbolismo animale e alla sua antitesi, vale a dire gli spiriti. mentre in altre zone Nuova guinea come tra i Gimi, è il simbolismo di genere a dispiegare violenza di ritorno. insomma genere e animalità come risorse usate insieme o separatamente per esprimere violenza di ritorno incaricati di creare la trascendenza. questa è la base comune ed aspetto principale da considerare. differenze costruzioni simboliche di genere e animalità sono secondarie. cmq MB non sta dicendo che non ci sono implicazioni tra rappresentazioni rituali di genere e vita quotidiana e quindi status maschile e femminile.non è infatti un caso che ricada sulle donne la responsabilità di rappresentare l’entità consumata ed espulsa mentre uomini fanno spiriti conquistatori. ma situazione non è sempre prevedibile. per es. presso i Garo dell’Himalaya matrilineari sebbene donne subordinate. c’è rituale simile a Ladakh ma è sposo a essere catturato e conquistato da uomini famiglia sposa. regole incesto come altri rituali di iniziazione e sacrificio ha obiettivo di trasformare fluidità esistenza umana e farla apparire governata da strutture istituzionali e cognitive eterne. regole incesto come sacrificio indeterminato in cui gruppo sociale accetta di uccidere parte di sè associata alla vitalità incontrollata per far emergere elemento capace di resistere eternamente alla morte e con diritto di conquistare vitalità dall’esterno (subordinato a trascendentale ora, istituito attraverso rinuncia). cmq ci sono differenze della violenza di ritorno tra rituali matrimoniali e altri rituali del libro. differenze più di grado che di sostanza. differenza temporale. negli altri rituali, prima violenza precede necessariamente la seconda di ritorno. nei rituali matrimoniali ladakh invece può avvenir anche contrario in quanto una famiglia non si lascia conquistare per forza se non ha prospettiva di conquista di un’altra poi. ma in realtà anche rituale oro non ha un inizo o una fine necessari, fa parte di una lunga catena (Itenau). si evince dal fatto che persone partecipano a più iniziazioni sperimentando continuamente l’essere preda e cacciatore. e poi giusto ridimensionare sequenza violenza di ritorno perchè anche il matrimonio può assumere carattere unidirezionale come base di una legittima gerarchia di stato. quindi fine ultimo può essere un altro più esteso. nel senso che riconquista elemento vitale nel rituale matrimoniale può anche estendersi ed indicare espansionismo e militarismo in condizioni favorevoli. questo idioma militaristico può essere espresso nella forma del rituale matrimoniale come quello sacrificale o altro rituale. spt se si passa dal livello della gente comune a quello dello stato. conquista assoluta c’è in alcuni sistemi matrimoniali analizzati da libro. ladakh è esempio appropriato. pov di una famiglia, il matrimonio dei maschi e delle femmine ha luogo con uguale frequenza ed è monogamico, le esperienze di conquista e di assoggettamento si elidono a vicenda. ma le cose non sono così semplici. area culturale del tibet è famosa per poliandria, ormai obsoleta. poliandria=diversi uomini, in genere fratelli, sposano un’unica donna. nei ladakh oltre poliandria, c’era poligamia cioè un uomo sposa diverse donne. quindi molte possibilità: monogamia, poliandria, poligamia. vanno comprese con elevato livello di diseguaglianza sociale che caratterizzava in passato questa area del mondo. matrimonio ladakh immaginato come alleanza tra pari ma la distribuzione complessiva dei matrimoni implicava il contrario: i ricchi e i potenti (es. i re) sposavano diverse donne, mentre famiglie subordinate tendevano a poliandria o monogamia. quindi re più spesso conquistatori di vitalità esterna, e poveracci invece come conquistati, con meno vitalità orginaria. manifestazioni politiche violenza di ritorno: sistema permanente di riproduzione bilanciata, estensione conquista finale verso esterno, elemento aggressivo seconda parte rivolgersi non all’esterno ma all’interno creando ideologia segmentazione sociale. per analizzare meglio dominio emergente nei rituali matrimoniali ora analizziamo studio di David Lan 85 sui medium shona e loro rapporto con movimenti di guerriglia che hanno liberato lo Zimbabwe. materiale esaminato da Lan ricorda Ladakh e antica roma poichè riguarda il matrimonio. ogni matrimonio shona rievoca un mito originario riguardante conquista terra attualmente dominati da proprietari. mito discusso da Lan è conquista della valle Dande da parte degli Shona Korekore. I progenitori maschi le avevano ottenute con vittoria su aborigeni. uccisi autoctoni e sposate loro donne per stabilire alleanza gerarchica che permise la creazione di una progenie. come caso romani delle sabine. quindi per shona matrimonio è conquista cacciatori di mogli. chi cede mogli è visto come donatore di vita, sorgenti vitalità che deve essere conquistata e ordinata per diventare legittima. vita procurata dai donatori di vita assume diverse forme, connesse all’acqua e all'umidità. per shona bambini sono fatti di carne tenera e sangue materno. privi di ossa, parte solida si sviluppa con crescita. denti forano gengive e fontanella si chiude. parte solida viene dal padre e dagli antenati. parte teneri madre sconfitte gradualmente ma solo una volta esaurito periodo riproduttivo esistenza umana. aborigeni sconfitti che donarono mogli ad antenati e madri ai korekore associati all’elemento bagnato, sorgente di vita sotto forma di sangue. aborigeni non hanno fornito solo sangue ma anche acqua che produce alimento necessario al corpo per vivere. aborigeni fornirono figli bagnati ai mariti-conquistatori, ancora oggi forniscono risorsa mistica dell’umdiità fonte di vita. aborigeni donano la pioggia ai loro discendenti matrilineari. alcuni questi elementi presenti nel ladakh ma altri estranei. fra shona, c’era gruppo capi e famiglie dominanti che si collocano posizioni di cacciatori di mogli rispetto ad altro proprio gruppo subordinato. concreta relazione tra gruppi affini si confonde e si esprime nell’idioma dominazione politica e militare. nel ladakh matrimonio visto come alleanza tra pari, mentre quello shona veicola immagine di non reciprocità. (comune ad altre zone del mondo). riconoscono ambiguità nei maschi e nelle femmine.entrambi nascono bagnati, entrambi moriranno asciutti. sebbene vista più umidità nelle donne. poi solita sequenza violenza di ritorno. circoncisione inizia con polarizzazione due elementi in contrasto. Bateson 36 parla di schismogenesi. stessa dei dinka. ha due versanti. uno pubblico e l’altro interno ed esperienziale. conflitto asimmetrico. elemento trascendentale conquista ed espelle quello vitale. conquista si esprime con attacchi alle piante e alle donne e culmina nella quasi uccisione dell’aspetto femminile del bambino mediante la circoncisione stessa. qui c’è violenza di ritorno. bambino simbolicamente morto e divenuto e divenuto asciutto come un antenato, acquisisce un nuovo elemento vitale bagnato attraverso consumo e conquista vitalità esseri esterni. inscenata forma scontro fisico simulato. esprime allusione conquista sessuale delle donne da parte degli uomini e consumo violento di animali e piante particolarmente fertili. per una parte del 1800 questo rituale fu celebrazione di stato che lo portò ad essere espansionista ed aggressivo in condizioni favorevoli. conquistato quasi tutto il madagascar. a questa crescita si affiancò sviluppo religione di stato costruita su varie componente tradizionali e importate, tra cui spicca rituale di circoncisione. quindi, grande cerimonia di stato incentrata sulla circoncisione dei principi. intero regno prende parte a dispiegamento violenza di ritorno, guidato da monarca. dato confine labile protagonisti rituali ed altri partecipanti, effetto rigenerativo su tutti. tutti si assoggettarono a conquista da parte antenati e poi tutti conquistatori vitalità esterna. poi ovvio come al solito enfasi diversa su violenza di ritorno, con accezione più aggressiva ed espansionistica a livello statale. riconquista vitalità esterna da parte del bambino reale, e quindi famiglia reale, comprendeva elemento di conquista simbolica dei sudditi da parte monarca. questa parte corrisponde al consumo e conquista vitalità del giovane da parte degli antenati asciutti. sovrano figura nel rituale come una sorta di antenato che conquista i suoi discendenti ipervitali, legittimando proprio potere su sudditi. analogia con shona. nella prima parte 1800, florido dal punto di vista militare, rituale termina con aggressione verso vicini simili. analogia con oro. parate militari per dare il via a consumo e conquista vitalità gruppi esterni. ma non sembrò tutto andò per il verso giusto, come per shona ci fu anche delegittimazione dei dominatori. nel 1863 caos economico e politico. sovrano Radama II accusato di aver ceduto il paese a stranieri, spt inglesi e francesi. Radama II tra le cose aveva eliminato rituali di stato come la circoncisione. ribellione. in tutto il paese la gente posseduta da antenati e specialmente capi defunti, abbandonò lavori agricoli e famiglia. processione verso capitale per sostenere eredità sovrani defunti ed insediarli nuovamente nel palazzo reale. uccisione di Radama ed istituzione sistema politico diverso. posseduti che marciavano rispecchiavano prima parte rituale merina circoncisione spt. preoccupati che stranieri li avrebbero usati come piante quindi consumati ritualmente per garantire loro vitalità, senza però essersi sottomessi ad antenati e schema violenza di ritorno. possessione come inversione sequenza solita rituale. non c’erano elementi simbolici che istituirono condizione interna. rituale generato da sè dentro persone e quindi possessione. e in quanto come causa rituale abolito. dunque persone merina celebravano prima parte rituale circoncisione di propria iniziativa. per portare intero paese con sè alla prima conquista, per riportarlo poi sotto dominio antenati. per far questo dovevano insediare capi defunti rispetto a quelli attuali. si autosoggettarono a volere antenati, disobbedendo a capi terreni. ciò stride con casi esaminati fino ad ora, eccetto shona. negli altri casi sequenza legittima autorità. shona e merina non sempre. altre differenze con oro e giappo. merina posseduti si auto arrendono spontaneamente a prima conquista ma si astenevano a procedere a seconda conquista. rinunciando a ciò e quindi puramente alla loro vitalità originaria, diventano antenati sotto dominio re ancestrali. ciò spiega anche abbandono lavori agricoli con possessione. volevano istituire regno dei defunti, degli antenati. lettaratura fa rientrare ciò nei movimenti millenaristi. all’origine si riferivano a quei movimenti cristiani medioevali emersi in periodi di incertezza in cui persone volevano accellerare fine del mondo per scambiarla con vita eterna. abbandonavano attività riproduttive, sessuali, economiche. attendevano avvento del millenio. pensavano che caos e preludio sarebbero stato un preludio al secondo avvento di cristo. ogni anima sarebbe stata giudicata e i giusti avrebbero ereditato un mondo immutabile e imperituro. millennio come funerale universale per rinascita immortale. c’era anche qui solo primo elemento violenza di ritorno, senza il secondo. c’è analogia con oracolo africano dinka quando fallito primo tentativo di debellare malattia suggerisce al paziente di unirsi al male, volgersi contro se stesso e dar luogo al proprio funerale. ma poi c’è secondo elemento violenza ritorno nei dinka. nel millenarismo no. ribelli merina interessati solo a prima parte rituale di circoncisione, fase che rappresenta il funerale e non quella che glorifica consumo violento. minaccia per autorità terrene perchè senza secondo elemento non c’è legittimazione autorità terrena. nei movimenti millenaristi c’è rifiuto a riproduzione. (abbandono lavori agricoli per merina). prove di devozione verso questi “culti cargo” rifiuto prendere parte a semina per raccolto successivo o procreazione. focus su posizione di Paolo e della Chiesa antica verso circoncisione. cristianesimo visto come contenente diversi aspetti movimento millenarista in virtù attesa paleocristiana di un imminente ritorno di Cristo che avrebbe sancito la fine di ogni attività terrena. cristianesimo visto come una reazione rivoluzionaria al colonialismo di Roma. Cristiani preoccupati più di un fallimento religioso e politico eventuale dei propri capi piuttosto di quello dei romani stessi. tutto questo è idea vaga di parte studiosi. ma con analisi circoncisione tutto diventa più preciso. Epistole di Paolo costituiscono i primi documenti cristiani della Bibbia. dedicate all'edificazione di chiese nelle regioni orientali del mondo romano ma non si aspettava che sarebbero durate a lungo in quanto Cristo sarebbe tornato e avrebbe posto fine a mondo terreno. Nella prima lettera ai corinzi contengono questo spirito. Nelle epistole paoline c’è enfasi su crocefissione e non c’è spazio per immacolata concezione. paolo insomma chiedeva a primi cristiani di unirsi alla morte di cristo nella speranza di una comune resurrezione verso esistenza immortale. Morte collettiva come necessario epilogo. caratteristica movimenti millenaristi. capi terreni corrotti sostituiti da capi trascendenti ed incorruttibili. scalpore per epistole quando si occupano su controversia tra primi cristiani circa l’opportunità o meno che i convertiti non ebrei fossero circoncisi al momento del battesimo. ciò rientra nell’insistenza di Paolo su irrilevanza della legge ebraica, prima considerata come guida verso santità. insomma paolo contrario a circoncisione convertiti. paolo considerato sostenitore universalità del cristianesimo il che lo portava a favorire conversione genitali, quindi tema importante per lui. ma non sarebbe stato sacrificio eccessivo per convertiti e circoncisione non sembra aver rappresentato serio ostacolo a pretese universalistiche dell’islam. parallelismo con caso ribelli merina. circoncisione merina come funerale successivo a una morte simbolica intenzionale. ma non volevano tornare vita terrena quindi no circoncisione (inizio seconda parte violenza di ritorno). posizione simile quella di paolo. rifiuto necessità di circoncisione. ma cosa significa per chi la praticava? per antichi ebrei era una forma del patto fra l’uomo e dio. patto concepito con schema violenza di ritorno come si è visto con storia sacrificio di Abramo di Isacco. Con patto con Dio e quindi con loro sottomissione a egli, Dio garantiva vita prospera e di poter anche vincere su loro nemici. dovevano però nutrirsi delle sue leggi, morire se lui voleva, portare la sua cicatrice sui propri genitali. ciò si evince anche da altro racconto circoncisione nella bibbia. Jahvè avendo avuto problemi a porre Mosè sotto obbedienza, tentò di uccidere lui e suo figlio mentre erano in cammino verso egitto. morte scongiurata da moglie di mosè che circoncise entrambi. circoncisione dunque come alternativa estrema o posposizione della morte, concessa in virtù volontaria sottomissione della persona alla conquista. ma dunque ciò è preludio a riproduzione anche sessuale terrena. dopo assoggettamento a dio, ritorno glorioso al mondo (violenza di ritorno) in questo caso attraverso facoltà riproduttiva esplicitamente consacrata. Dio promise ad Abramo data sua circoncisione, fecondità e “sarai padre di una moltitudine di popoli” e “darò a te e discendenza il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne”. paolo ignorava circoncisione proprio per ignorare aspetti vita terrena. addirittura poteva essere mancanza di fede nel secondo avvento. quindi opposizione o almeno indifferenza di Paolo. più ampio rifiuto verso riproduzione, sua ambivalenza verso matrimonio e donne. femminilità rappresenta ciclo esistenziale terreno. quindi non si opponeva a legge ebraica perchè fosse universalistica ma per porre fine a vita terrena. primi cristiani si sentivano traditi da loro capi e per rinnovare ordine riproduzione simbolica e quindi ordine trascendentale, enfatizzarono nuovamente la sequenza religiosa della conquista di ritorno, come i ribelli merina: cristiani unendosi al proprio dio, merina ai propri antenati. accolgono morte perchè non vedono soluzioni a crisi terrena. altra somiglianza primi cristiani con merina 1863: atteggiamento ambivalente verso soluzione così assoluta. Paolo nelle sue lettere si muoveva con cautela, incerto su cosa sarebbe successo in seguito. incerto tra soluzione finale millenarista e prudente organizzazione di una chiesa stabilmente radicata nel mondo della prassi e della politica. connettere le chiese cristiane nascenti con uno stato terreno con il proprio centro a Gerusalemme o forse roma. Paolo orgoglioso propria cittadinanza romana, ansioso di preservare autorità di roma. tutti i suoi viaggi verso overst, verso roma. fusione cristianesimo ed impero romano solo dopo morte di paolo e distruzione di gerusalemme. immacolata concezione di cristo divenne dogma fondamentale, sebbene oggetto di controversie. tutto spregiudicatezza intellettuale e di rifiuto della distinzione che levi strauss identifica con il mito possa a volte sconfinare nella pratica rituale. In secondo luogo esistono anche miti che fungono da linee guida per pratiche sociali conservatrici e per rituali che costruiscono violenza di ritorno. anche i miti più speculativi si distanziano dall’immagine della speculazione rilassata e curiosa che levi-strauss sembra proporre. elemento intellettuale è molto più ispirato, ansioso e diretto. i miti si volgono spesso a una considerazione dolorosa dei problemi occultati dalle facili soluzioni proposte dai rituali della violenza di ritorno. nei capitoli già visto qualcosa. intreccio tra negazione di sè e aggressione nel matrimonio ladakh, è spesso collegato ad un mito che contempla tra le cose la cattura della sposa. ma è solo piccola sezione del mito complessivo in cui Kesar aveva storia matrimoniale più incerta. Diversi sue unioni bizzarre. dapprima sposa di nascosto una principessa e ammesso nel regno del padre di questa, violando regola della virilocalità. poi uccide un orco e vive con sua moglie da cui ha un bambino. intanto prima moglie trova un secondo marito. kesar allora abbandona seconda moglie e riconquista la prima. comportamenti che violano moralità condivisa dai comuni mortali sono in realtà tipiche dei miti che Malinowski considera erroneamente statuti delle istituzioni sociali. non si può escludere ciò ma miti sono anche molto altro. Phylactou sottolinea come le diversi parti della storia evochino le molteplici possibilità di declinazione del matrimonio entro panorama culturale tibetano. es possibilità che sia marito ad essere incorporato nella famiglia della moglie. (come capitò a Kesar). nei miti si trova rappresentazione immaginaria mondi senza violenza di ritorno o soggetti consumati che diventano consumatori (tipo maiali nella mitologia oro che possono a loro volta conquistare) Itenau: nel mito l’iniziazione è rappresentata come il negativo di ciò che essa è nel rituale. avviene cosa simile nel buid, maiali che divorano esseri viventi. miti sovvertivi. si evince anche nel lavoro di Wazir-Jahan Karim 81 sui Ma’Betisek (popolazione Sudest asiatico). aborigeni malesia. vive in condizione precarie, lontano da propria terra e circondato da vicini più potenti. nel loro pensiero religioso ci sono due caratteri incompatibili tra loro: tulah e kemali’. Dominazione/maledizione. dominazione legittima è risultato di una maledizione riuscita. se anziano non rispettato da un giovane, può maledirlo. giovane perderà diritti essere umano. in schema violenza di ritorno, se giovane si rifiuta di essere conquistato da anziani, perde diritto a conquistare divenendo simile a pianta o un animale che possono essere consumati. Ma’ pensavano che piante, animali ed umani fossero praticamente identici. piante ed animali discendono da umani. ma a causa del sovraffolamento in passato dei villaggi, dovettero muovere verso foresta. in alcuni casi, si narra che piante ed animali abbiano origine da anima defunti. insomma, animali, piante, umani coabitavano e collaboravano. ma ad un certo punto animali e piante iniziarono a comportarsi in maniera opposta. uccidevano esseri umani, macchiandosi di cannibalismo. quindi maledetti tulah da anziani. da quel momento potevano essere consumati da umani. da uccisori e cacciatori illegittimi, divennero prede legittime. e umani da prede a cacciatori. ciò spiega come mai piante non possono conquistare a loro volta ora umani. umani si differenziano da piante e animali perchè rispettano norme sociali anziani, spt contro cannibalismo ed incesto. sottomendo a questa trascendenza anziani. loro vitalità originaria regolata in base logica violenza di ritorno. in cambio consumano vitalità esterna (piante e animali che hanno rifiutato prima conquista anziani). ora vedono catosrofe se di nuovo piante, animale e umani tutti allo stesso livello. perchè allora consumare piante e animali legittimava anche aggressione inversa. per evitare ciò, Ma’ , come altri popoli area, spingono differenziazione tra esseri umani e altre forme di vita es differenza cibi crudi consumati da piante e animali e quelli cotti degli umani. spt quando le cose vanno male o ci sono malattie, si teme possibile inversione violenza di ritorno. invasione spiriti vegetali e animali. come guaritori africano, Ma’ reagiscono così: 1 cercando di espellere spirito invasore, ristabilendo status quo, rinnovando maledizione originaria e legittimando consumo umani di piante ed animali. 2 ma se malattia persiste, fanno qualcosa diverso da dinka. abbandonano totalmente simbologia violenza di ritorno e tentano di istituire un ordine sociale trascendente capace di differenziare umani da altre forme di vita. quindi abbandonano principio tulah per volgersi verso quello del kemali’. ricorre cmq meno questo secondo caso. esso emerge in alcune tipologie di mito che sottolineano aspetti comuni a tutti esseri viventi. kemali’ enfatizza infatti continuità piante, animali, umani. ogni aggressione reciproca è illegittima. qui emerge il dubbio di come concepire proprio corpo sociale, da tulah a kemali’ si ribalta proprio prospettiva. illusione elemento trascendentale che distingue umani dal resto. Quindi c’è dubbio solo loro relazione con piante ed animali, fratelli e sorelli o nemici. kemali’ evocata con rito sciamanico, spiriti familiari di piante ed animali collaborano. viene evocata con canto, danza e condivisione alimenti metà cotti e metà crudi, una pace temporanea. prezzo da pagare è fine superiorità per umani.abbandono tentativo di accedere a trascendenza cercando di avere strutture sociali permanenti. rinuncia ad ogni forma di consumo.soluzione radicale ma non può essere mantenuta a lungo. rifiuta intero processo violenza di ritorno. temporanea perchè bisogna pur mangiare. terminata seduta spiritica bisogna restaurare tulah. ma’ permettono di comprendere che si possono offrire soluzione diverse alla violenza di ritorno impiegata per costruire necessaria immagine della società come ordine trascendentale e legittimo. cosmologia sostenuta da dominio e violenza legittimi.
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