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DA STALIN ALLA CRISI DELLA NEP, Dispense di Storia

DA STALIN ALLA CRISI DELLA NEP

Tipologia: Dispense

2023/2024

In vendita dal 01/07/2024

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Scarica DA STALIN ALLA CRISI DELLA NEP e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! DALL’ASCESA DI STALIN ALLA CRISI DELLA NEP. PANORAMA POLITICO DOPO LA MORTE DI LENIN: Alla morte di Lenin avvenuta nel 1924, l’Unione Sovietica era ormai una dittatura, il Partito comunista ormai deteneva il potere assoluto sia sulla società che sullo Stato e le libertà civili che erano state conquistate con la rivoluzione di febbraio erano state soppresse e gli altri partiti eliminati. Il partito comunista per arrivare a questo punto aveva attuato in maniera sistematica il terrore (per asservire il popolo): già nel 1923 nelle Isole Solovski nel Mar Bianco era stato creato il primo Gulag, cioè un campo di concentramento e lavoro destinato a prigionieri politici. La CEKA, polizia politica segreta era stata sciolta per dare vita alla CPU (Direttorato politico dello stato) che aveva come scopo quello di individuare ed eliminare i responsabili del banditismo, cioè tutti coloro che si opponevano al regime. Con ciò anche l’idea di estendere la rivoluzione in altri paesi del panorama europeo era svanita. STALIN E TROTSKY: Secondo la Costituzione dell’Unione Sovietica (1924), gli organi istituzionali dello Stato e del Partito comunista, erano eletti democraticamente dal popolo e dagli iscritti al partito. Di fatto la successione a Lenin non fu affatto decisa attraverso un processo di consultazione democratica che coinvolgesse i soviet e la base del Partito, ma in segreto, all’interno del Comitato centrale. I candidati più autorevoli erano due: Iosif Stalin e Lev Trotsky. Trotsky godeva di una fama maggiore rispetto a Stalin perché era stato il capo dell’Armata rossa durante la guerra civile e uno dei massimi protagonisti della Rivoluzione d’ottobre. Al contempo però oltre a godere di una grande stima era anche temuto dal Comitato visto che aveva legami molti stretti con l’esercito. STALIN: Politico criminale del 20’ secolo. All’interno del partito bolscevico Stalin era sempre stato una figura marginale per 2 motivi: 1) Perché non era russo ma georgiano perché c’era un grande razzismo verso le minoranze, era anche ebreo e nel paese era forte anche l’antisemitismo. 2) Rimase un provinciale, non parlava nessuna lingua straniera. Cariche: 1919 = nominato commissario del popolo all’ispettorato operaio-contadino. 1922 =segretario del partito comunista, la carica di segretario era una carica puramente secondaria e amministrativa. Era il capo della pubblica amministrazione sovietica. Stalin era assolutamente un genio nel lavoro burocratico e amministrativo, nessuno si era reso conto del potere che deteneva. Era Stalin che controllava tutta la macchina amministrativa. TOTALITARISMO E SLOGAN: Tutto ciò avviene quando sta avvenendo il processo chiave della storia dell’Unione Sovietica quando il partito comunista si sta impossessando del controllo dello Stato questo processo è detto: sovrapposizione/identificazione del partito unico con lo Stato. Totalitarismo: questo è il primo segno del totalitarismo, il partito non si limita a gestire il potere si indentifica con lo Stato stesso. Sempre a favore di Stalin ci fu: che sostenne una politica molto realistica, il suo slogan era: “Socialismo in un solo Paese” che partiva dall’accettare il fatto che l’espansione della rivoluzione non avrebbe funzionato bisognava puntare sul socialismo in Unione Sovietica. Stalin dimostrò fin dall’inizio un netto uso della violenza. POLITICA DI TROTSKI: sosteneva due linee: la cosiddetta rivoluzione permanente, cioè una politica mirata a promuovere la rivoluzione in Europa, e lo sviluppo accelerato dell’industrializzazione. Rivoluzione permanente: si tratta di una teoria marxista che prevede la pratica di una lotta progressiva e costante all’interno della società per qualsiasi dominazione e divisione di classe. POLITICA DI STALIN: [ogni prospettiva rivoluzionaria in Europa era svanita ed era necessario concentrare tutti gli sforzi per costruire il socialismo in Unione Sovietica]. Stalin si oppose nettamente alla politica proposta da Trotsky riguardante l’industrializzazione accelerata, invece appoggiò la politica di Bucharin che consisteva nel difendere, almeno in quegli anni, la NEP. Stalin dopo aver sconfitto politicamente Trotsky, lo fece espellere dal Partito nel 1927, (assieme a Kamenev e Zinov’ev che erano stati suoi alleati), costringendolo all’esilio. Stalin aveva applicato una politica spietata e violenta e ciò lo si vede nell’eliminazione di tutti i suoi oppositori politici. L’Unione Sovietica, si avvia a diventare un regime dittatoriale sulla popolazione= culto della personalità di Stalin. Mentre Lenin aveva sempre rifiutato ciò, invece Stalin si compiace di ciò. CRISI DELLA NEP: che si manifesta già nel 26-27, la NEP aveva salvato economicamente la Russia. CRISI DELLE FORBICI (1926) = quando la Russia era tornata all’economia pre-guerra la NEP entra in crisi a causa di questa crisi. 1) La NEP aveva creato un sistema economico “misto” in parte pubblico e in parte privato, con la diffusione della piccola proprietà contadina (prezzi pagati dallo Stato per i cereali, e per tutti i prodotti agricoli in generale, erano troppo bassi per consentire ai contadini di acquistare i beni prodotti industrialmente) 2) In questa situazione i contadini piuttosto che vendere i loro generi alimentari preferivano consumarli o conservarli per un eventuale aumento dei prezzi. 3) L’agricoltura della NEP, era un’agricoltura poco produttiva, costituita da piccole proprietà private, coltivate con metodi arretrati; finché rimaneva la proprietà privata, lo Stato non avrebbe avuto il pieno controllo della produzione agricola. SOLUZIONE DI BUCHARIN ALLA CRISI DELLA NEP: Bucharin e i sostenitori della NEP proponevano una politica di progressivi aumenti della produttività sia nelle industrie sia nelle campagne, che promuovesse la creazione di cooperative contadine e mantenesse il libero mercato dei cereali e degli altri prodotti agricoli. Il problema era che BUKARIN uno dei teorici della NEP propose di affrontare la crisi attraverso: 1) aumento produttività industria (perché i prezzi sarebbero scesi) 2) unire i contadini in grandi cooperative efficienti 3) mantenere il libero mercato dei prodotti agricoli Erano misure che di solito funzionavano ma erano delle misure economiche strutturalmente capitaliste. SOLUZIONE DI STALIN ALLA CRISI DELLA NEP: Per gli oppositori della NEP, tra cui lo stesso Stalin, il problema reale non era questo, ma la secolare arretratezza industriale e tecnologica della Russia rispetto alle altre potenze; l’Unione Sovietica. Per come vedeva le cose Stalin ormai in Russia nella seconda metà degli anni 20’ il problema non era neanche la crisi della NEP, il problema era la secolare arretratezza tecnologica ed industriale della Russia rispetto ai grandi Paesi capitalisti d’Occidente. In uno dei suoi famosi discorsi Stalin elencò tutte le potenze che la sconfissero e affermò che la causa era la sua arretratezza di 50-100 anni (riuscì a quantificarla). Stalin allora asserì che l’unico modo per salvare la Russia era modernizzarla colmare questo ritardo nel minor tempo possibile, in 10 anni la Russia doveva colmare un ritardo di 100 anni diventando una delle maggiori potenze industriali assieme a quelle occidentali. Per lo sforzo industriale che voleva Stalin ci volevano enormi capitali da investire nell’industrializzazione, il problema era da dove prendere capitali? La Russia zarista aveva finanziato la prima industrializzazione con capitali stranieri ma la Russia Stalinista non poteva. L’unico settore in cui la Russia poteva estrarre i capitali per l’industrializzazione era dall’agricoltura grazie all’illimitata disponibilità di forza lavoro e la grande estensione terriera. “L’AGRICOLTURA DELLA NEP NON ERA IN GRADO DI PRODURRE DELLE ECCEDENZE AGRICOLE DA ESPORTARE PER RICAVARNE CAPITALI DA REINVESTIRE NELLE INDUSTRIE” era primitiva e povera. Decisero che la NEP andava liquidata, Stalin ammirava molto il capitalismo americano voleva creare grandi aziende agricole (farm) e introdurre l’utilizzo delle moderne tecnologie. Era questa la soluzione per creare guadagno da investire nella creazione di una nuova economia solida. Ma queste aziende dovevano essere rigorosamente sotto il controllo dello Stato, cioè sotto il partito comunista. 6) Stalin e molti funzionari del Partito non avevano mai veramente accettato la NEP, (per motivi ideologici): sembrava che i bolscevichi avessero fatto la rivoluzione e vinto la guerra civile per ricreare il capitalismo e la proprietà terriera. Anche i kulaki, piccoli possidenti appena meno poveri degli altri contadini, e i nepmany, piccoli commercianti e artigiani, apparivano come una futura classe di capitalisti e proprietari terrieri che avrebbe potuto sfidare il potere del Partito. AGRICOLTURA: Nel 1929, Stalin lanciò la collettivizzazione forzata dell’agricoltura, l’industrializzazione accelerata e la creazione di un’economia pianificata. Le piccole aziende vengono unite tra loro e vennero introdotti nuovi metodi moderni di agricoltura. Vi erano due tipi di aziende: i kolchoz, cooperative agricole, e i sovchoz, aziende agricole in mano allo Stato. La distinzione era insignificante, poiché la collettivizzazione metteva l’agricoltura e i contadini russi sotto l’assoluto controllo dello Stato che stabiliva sia i salari sia i prezzi. Da queste aziende lo Stato avrebbe prelevato i capitali necessari per l’industrializzazione. RIVOLTE NELLE CAMPAGNE: KULAKI: erano un prodotto della NEP, alcuni di loro erano riusciti ad arricchirsi altri invece persero denaro. Tra il 1930 e il 1934, la collettivizzazione forzata delle campagne russe provocò una delle più grandi tragedie del Novecento. I kulaki, rappresentati come una classe di proprietari nemica del popolo e della società socialista, furono eliminati da Stalin. La collettivizzazione scatenò un’ondata di terrore: in pratica, nei primi
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