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Rinnovamento Civiltà Artistiche tra il 700 e l'800: Processi, Contesti, Prospettive, Sintesi del corso di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Storia della civiltàStoria dell'arte europeaStoria dell'architettura

L'epoca di rinnovamento tra il 700 e l'800 in Europa, durante la quale la società e il modo di pensare vengono modificati dalla Rivoluzione industriale. La borghesia diventa il nuovo pubblico per le arti, mentre la classe operaia e le città crescono e richiedono interventi architettonici e urbanistici. anche del ruolo dell'arte e dei suoi protagonisti, delle istituzioni artistiche e dell'illuminismo. Le accademie si diffondono in tutta Europa e offrono nuove finalità economiche, creando ricchezza attraverso il miglioramento della produzione e l'esportazione di oggetti d'arte.

Cosa imparerai

  • Come la Rivoluzione industriale ha influenzato la società e il modo di pensare in Europa tra il 700 e l'800?
  • Che ruolo ha giocato la borghesia nella diffusione delle arti durante questo periodo?
  • Come le accademie hanno contribuito alla creazione di ricchezza in Europa tra il 700 e l'800?

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021

Caricato il 05/11/2021

emanuela-guarnerio
emanuela-guarnerio 🇮🇹

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Scarica Rinnovamento Civiltà Artistiche tra il 700 e l'800: Processi, Contesti, Prospettive e più Sintesi del corso in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! LUOGHI DELL’ARTE VOL. 5 - L’ETÀ NEOCLASSICA TRA 700 E 800 PROCESSI, CONTESTI, PROSPETTIVE DELLE CIVILTÀ ARTISTICHE 1: UN’EPOCA DI RINNOVAMENTO Llumi della ragione Tra 700 e 800: in Europa la Rivoluzione industriale modifica la società e il modo di pensare La borghesia è trainante in questa trasformazione - in campo artistico rappresenta il nuovo pubblico che sostituisce il “mecenate” di stampo rinascimentale (committente diretto) Si forma la classe operaia e le città diventano polo di attrazione e richiedono interventi di riorganizzazione architettonica ed urbanistica per rispondere alle nuove esigenze produttive ed insediative. Nasce l’Illuminismo che, secondo Kant, è “l’uscita dalla minorità”, ossia dall’incapacità di usare la propria testa senza la guida di un altro. La metafora della “luce” L’Illuminismo viene simboleggiato dalla “luce” dell’intelletto che vince le tenebre dell’ignoranza * propugna libertà di pensiero e d’azione ® nonaccetta nessun tipo di privilegio e di disuguaglianza * riconosce valore al sapere, che può trasformare la realtà Anche la cultura e l’arte perdono il proprio carattere elitario Un ordinamento antigerarchico del sapere: l’Encyclopédie l'Encyclopédie (edito a Parigi dal 1751 al 1772 da Diderot e D’Alembert) è il prodotto rappresentativo della cultura illuministica: 28 volumi (11 di illustrazioni), 3000 tavole. Il patrimonio culturale europeo è organizzato in “voci” redatte dai più grandi intellettuali del tempo- Emerge l’idea democratica dell’uguale valore di tutte le cose(ordinate alfabeticamente), ed una impostazione pluridisciplinare (scienze teoriche e sperimentali, arti e mestieri, pensiero filosofico). Revisione e risistemazione critica del sapere presuppongono un rinnovamento anche politico e sociale. L’Illuminismo e le arti Si dibatte sul ruolo dell’arte, dei suoi protagonisti e delle sue istituzioni. Secondo Helen Rosenau, “l’arte era considerata un mezzo per arrivare ad un fine piuttosto che un fine essa stessa”: questo non nega l’importanza delle arti, ma ne accresce il significato (trasmettono il sapere, idee e sensibilità) Diderot rivaluta le arti “meccaniche” (pittori e scultori ne fanno parte) contrapposte a quelle “liberali”. Neoclassicismo e naturalismo a confronto Riemerge la componente “classica” che dall’Umanesimo in poi ha condizionato il lavoro degli artisti: Neoclassicismo. Il Neoclassicismo (che va “oltre” il fenomeno occasionale, e lo idealizza) si contrappone al “naturalismo” (che rappresenta imitativamente la natura cogliendo solo l'apparenza delle cose): non si vuole “copiare” il vero in modo virtuosistico, ma si vuole scegliere il soggetto ed il modo migliore per rappresentarlo (il bello assoluto in natura non esiste, e tocca all’artista inventarlo) attraverso “canoni” per raggiungere la bellezza (il Napoleone di Canova, nudo e rappresentato secondo i principi della statuaria antica, è tolto dal suo contesto storico ed idealizzato). Si vogliono comunicare le idee attraverso la “lettura” delle opere e l'emozione suscitata dall’esercizio dei sensi. I soggetti devono essere “exempla” di moralità e virtù (arte= ruolo educativo) in contrapposizione alla sontuosità del Barocco ed alla frivolezza del Rococò. In architettura si nega la decorazione fine a se stessa e vantaggio di uno schema decoroso e funzionale. I primi neoclassicisti: Anton Raphael Mengs e Jacques-Louis David Anton Raphael Meng, pittore boemo (1728/79), imprime la svolta verso il gusto neoclassico. A Roma, scrive opera critica “Riflessioni sulla bellezza” (1780) ove elabora nuovi canoni di bellezza, concretizzatisi nel “Parnaso” (1760/61) ove rilegge l'antico attraverso mediazioni rinascimentali (Raffaello). L'esperienza romana è importante anche per Jacques-Louis David: “il giuramento degli Orazi” è il primo esempio di neoclassicismo pittorico (rigore geometrico, nitore cromatico) Con David l'accademia francese si rinnova e manifesta ideali rivoluzionarie prima e imperiali napoleonici poi: la pittura di storia storia parla del presente anche attraverso soggetti antichi (‘la morte di Marat” “il ratto delle Sabine”) Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen Anche nella scultura Roma è centrale: prima con Canova, poi con Thorvaldsen. Canova (1757/1822) studia a Venezia ma a Roma usa schemi berniniani applicati agli ideali di bellezza del Winckelmann, divulgatore del neoclassicismo e massima autorità in materia di scultura greca e romana. Canova stempera l'idealizzazione con un senso di neutralità che lascia trasparire i sentimenti. La sua fortuna coincide con Napoleone (“Monumento funebre di Maria Teresa d'Austria”, “Paolina Bonaparte Borghese”) e propone modelli in tutta Europa. Thorvaldsen accoglie istanze di Canova ed accentua l'astratta idealizzazione delle forme (Thorvaldsen: fregio di Alessandro - didascalie) congiungendo il Neoclassicismo “storico” ad interpretazioni puriste. Dalla rappresentazione della civiltà borghese all'immaginario: Reynolds, Hogarth, Fussli, Wright of Derby In Inghilterra la borghesia si consolida come classe dominante e la componente idealizzante del Neoclassicismo è bilanciata dal realismo e dall'’immaginario” come fuga dal mondo e/o apertura sugli spazi dell'inconscio. Joshua Reynolds (1723/92) si dedica alla ritrattistica realistica innestata sul classicismo seicentesco e fa da raccordo tra il manierismo del passato e la rappresentazione del presente. Willliam Hogarth (1697/1764) carpisce il clima spregiudicato della civiltà borghese, con intenzioni moraleggianti (“La carriera del libertino”) Joseph Wright of Derby (1734/97) rappresenta con precisione i progressi della scienza e dell'industria (“Esperimento con una pompa ad aria”) Johann Heinrich Fussli (1741/1825), svizzero trapiantato a Londra, interpreta le idee di Winckelmann in senso visionario dipingendo la dimensione dell'inconscio e dell'immaginario (“L'incubo”). L'antico tra realtà e visione: Piranesi e Ledoux Giovan Battista Piranesi (1720/78), incisore e architetto, si forma a Venezia ma opera a Roma: reinterpreta l'antico presentando rovine e monumenti romani come proiezione dell'immaginario (“Antichità romane”). Claude Nicolas Ledoux, “architetto della rivoluzione”, mira alla costruzione di un perfetto mondo di forme, specchio di una società rinnovata e virtuosa: edifici razionali, privi di inutili decorazioni che nascondono la funzione dell'edificio stesso. L'apertura al pubblico delle collezioni reali Dalla metà del 1700, grazie a sempre più frequenti donazioni, si aprono al pubblico (dei borghesi, che rivendicano diritti in fatto di cultura) diversi musei. Nel 1750 a Parigi più di 100 quadri sono esposti al Luxembourg e nel 1753 nasce il British Museum mentre Federico II di Prussia nel 1769 apre il Fridericianum (museo+ biblioteca). Roma, città all'avanguardia Già nel 1734 Clemente XII apre al pubblico i Musei Capitolini; nel 1749 Benedetto XIV istituisce la Pinacoteca nel Palazzo dei Conservatori. Clemente XIV patrocina la sistemazione delle opere antiche dei Palazzi Vaticani e Pio VI fa costruire il nuovo edificio in stile neoclassico (architetti Michelangelo Simonetti e Pietro Camporesi). Il ruolo educativo dell'arte durante la Rivoluzione francese Il principio sociale di togliere ai privati per destinare a uso pubblico si impone con la Rivoluzione francese: nel 1789 viene creato al Louvre un museo pubblico, anche per difendere il patrimoni artistico dall'iconoclastia rivoluzionaria e per conservare i tantissimi oggetti di grande valore espropriati dalla Rivoluzione. Il Louvre, primo museo moderno David, convinto che l'arte faccia avanzare il progresso e tramandi esempi di lotte per grandi ideali, afferma che il museo non deve essere una raccolta di oggetti di lusso, ma una scuola. il 10 agosto 1793 il Louvre è inaugurato “Museo della Repubblica”, e contiene opere di ogni tempo e paese, molte di esse trafugate da Napoleone. Pone a confronto opere diverse e costituisce il primo museo moderno. Il Kaiser Friedrich Museum di Berlino Il grande museo dimostra prestigio culturale e quindi politico: ogni capitale imita Parigi creando o ampliando musei. Verso la fine dell'800 Aloys Hirt convince Federico Guglielmo II di Prussia che il museo è strumento di educazione, che un'opera antica non può essere solo un ornamento e che l'arte è patrimonio dell'umanità. Nel 1797 il Kaiser dichiara la proprietà pubblica delle sue collezioni ed istituisce il Kaiser Friedrich Musem di Berlino. L musei in Italia Napoleone in Italia espropria chiese e conventi, ed i loro beni passano allo stato. Alla Pinacoteca di Brera confluiscono opere da istituti religiosi soppressi da Napoleone e, dato che Milano è capitale del Regno d'Italia, deve elevarsi sopra le esigenze locali e regionali, per cui imita il Louvre e raccoglie quindi opere provenienti da diverse regioni d'Italia selezionate dai pittori Giuseppe Bossi ed Andrea Appiani. La restituzione delle opere requisite da Napoleone I decreti napoleonici sanciscono il principio di fruizione pubblica delle raccolte d'arte, e al Congresso di Vienna si stabilisce che i beni restituiti dalla Francia devono essere resi accessibili al pubblico (si capisce il ruolo politico-simbolico della restituzione dei “trofei” napoleonici). L'Italia che chiede la restituzione dei beni è rappresentata da Antonio Canova. Nuovi musei a Londra, Monaco e San Pietroburgo I re continuano a cedere le loro collezioni allo Stato e nascono nuove gallerie. Nel 1824 George Beaumont dona la sua collezione e nasce la National Gallery a Londra; Luigi I di Baviera fonda la Gliptothek di Monaco (marmi classici) e nel 1836 l'architetto Leo von Klenze costruisce la Alte Pinakothek. Nel 1853 si apre ad un pubblico selezionato la collezione degli zar al nuovo Ermitage di San Pietroburgo (architetto von Klenze). 4: L'ANTICO Entusiasmi e perplessità di fronte agli scavi Nel 2° Settecento influisce sul gusto la riscoperta di Ercolano e di Pompei, che presentavano oggetti di vita quotidiana e dipinti murali. Le notizie sugli scavi sono scarse (fino al 1775 non si potevano prendere appunti o fare schizzi ad Ercolano) ma colpiscono gli appassionati d'arte, non tutti entusiasti, però, perché ci sono anche dei detrattori (dipinti poveri nel disegno, deboli nell'espressione, scorretti nell'anatomia). Adattamento del vecchio al nuovo I dipinti vengono usati più come modelli per gli abiti e gli ambienti che non per lo stile (Joseph.Marie Vien: “la venditrice di amorini” del 1763 si ispira a un dipinto romano di Gragnano). Mostrano una visione dell'antichità superficiale, tipica del Rococò, ma questo atteggiamento cambia quando una conoscenza più approfondita dell'arte antica è la base di partenza per un rinnovamento estetico ed etico (lo stile Impero). Grand Tour e souvenir dell'antichità Diventa di modo il viaggio in Italia che favorisce anche il mercato antiquario, sia in originale che in copie, magari dozzinali. Si diffonde l'usanza del “souvenir”, e del ritratto-suovenir (una “foto” con, alle spalle, monumenti antichi). Pompeo Batoni è uno specialista, che mette in risalto anche le caratteristiche di conoscitore d'arte del soggetto raffigurato (“Il principe Karl Wilhelm Ferdinand”). “Goethe nella campagna romana” di Tischbein (1787) celebra il poeta ma offre anche una visione dell'idea di antichità. Il contributo di Winckelmann 1775: Winckelmann è a Roma dopo aver lavorato a Dresda, capitale artistica della Germania, dove aveva pubblicato “Pensieri sull'imitazione dell'arte greca nella pittura e nella scultura” (1763), manifesto dei principi estetici neoclassici: nobile semplicità e quieta grandezza. Secondo lui, i greci avevano raggiunto la purezza e l'armonia che l'imitazione della natura da sola non può offrire. Non bisogna limitarsi a copiare il passato, ma assimilarne i valori spirituali ed etici. In pittura, priorità del disegno, in scultura la ripresa dei canoni della plastica greca, in architettura, razionalità e funzionalità. 1763/64 “Storia dell'arte nell'antichità”: Winckelmann concepisce l'arte antica come un processo organico: 4 periodi (stile primitivo o arcaico -prima di Fidia-, sublime o grandioso -Fidia-, bello - Prassitele e Lisippo-, d'imitazione -ellenismo fino alla caduta dell'impero romano). Il metro di paragone è la bellezza, ma la concezione di base permette di cogliere e indagare caratteri specifici, ed individua norme regolatrici degli stili. L'influenza dell'antico nelle arti applicate Winckelmann è tra i primi ad apprezzare il valore artistico ed estetico delle “arti minori” che influenzano artigiani nella produzione di mobili ed oggetti ispirati all'antichità; l'architetto Robert Adam si ispira a arredi e decorazioni antiche (pubblicato “Antichità di Ercolano esposte”, tra il 1757 e il 1796). William Hamilton: pubblica il catalogo della sua collezione privata di vasi e le incisioni (“foto”) possono essere acquistate: il ceramista Josiah Wedgwood realizza ceramiche di alta qualità (usa produzione meccanizzata, energia a vapore) nella sua fabbrica “Etruria”, in cui disegna John Flaxman ispirandosi ai vasi greci.
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