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Dal locale al globale, Schemi e mappe concettuali di Antropologia Culturale

Riassunto di uno dei libri più importanti della storia dell'antropologia

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2015/2016
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Caricato il 21/12/2016

Marta-creativa
Marta-creativa 🇮🇹

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Scarica Dal locale al globale e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Antropologia Culturale solo su Docsity! RIASSUNTO: “ANTROPOLOGIA. DAL LOCALE AL GLOBALE.” 1) ANTROPOLOGIA: SCIENZA DEL TRADIZIONALE E/O DELL'ATTUALE? Per lungo tempo l'antropologia è stata la scienza delle società arcaiche, selvagge ed esotiche, per poi trasformarsi gradualmente in scienza delle società primitive. Più recentemente l'antropologia ha attribuito alla società che studiava un carattere privativo ( società senza storia, senza scrittura, senza macchine. Per distinguerle dalla nostra società). Quelle società erano ritenute più libere o più egualitarie della società moderna. Ai nostri giorni si ha una visione un po' confusa di quelle che ora sono chiamate società tradizionali. La tendenza attuale consiste nel non cercare più di rivendicare un termine preciso per designare il tipo di società cui si rivolge la disciplina e si tende a negare all'antropologia un unico oggetto specifico. Si presenta come la scienza delle diversità sociali e culturali e la scienza umana in società. Questi cambiamenti nella denominazione dell'oggetto antropologico si sono compiuti sotto l'influenza di due fattori: 1) vengono messe in discussione alcune nozioni e teorie. 2) fattore delle condizioni storiche e intellettuali generali. Oggi ci si deve chiedere: - che cosa studia, come e con quali metodi? - che posto occupa nel pensiero scientifico e intellettuale contemporaneo? -> Il primo elemento da assumere per una definizione dell'antropologia è il suo progetto. Malgrado l'eterogeneità teorica, è sempre esistito un punto di vista specifico dell'antropologia sul valore, un suo progetto permanente: quello di pensare il rapporto fra l'unità e la diversità del genere umano. Pone al centro le differenze per le quali le società e le culture si distinguono. Fa appello all'analisi comparativa per cogliere le discontinuità osservabili delle società, delle invarianti proprie a tutta l'umanità. É per eccellenza una disciplina contrastiva: mentre assume un ampio sguardo prospettico sulle diversità geografiche e storiche delle società, cerca nel contempo di approdare a generalizzazioni sull'insieme dei comportamenti dell'uomo in società. Il suo progetto è quello di articolare i rapporti fra locale e globale. Il problema dello statuto dell'altro non si è mai risolto. -> Negli anni 60 il problema si è posto in maniera più acuta. L'antropologia viene messa sotto accusa e concentrata. Parallelamente a questa rimessa in discussione, un certo successo della letteratura antropologica presso il grande pubblico ne ha paradossalmente aggravato la crisi d'identità, rendendo confuse le immagini dell'altro e falsandone le prospettive. -> Attualmente vi è un'esasperazione del desiderio dell'altro. La curiosità per l'altro corrisponde spesso a sogni di evasione piuttosto che a un tentativo di conoscenza. -> Il gusto attuale per i racconti di viaggio traduce l'infatuazione per il grande pubblico per la vecchia visione esotica degli altri. L'interesse per questo tipo di letteratura nasconde l'esigenza di rassicurarsi sulla propria superiorità o di conformarsi nelle proprie qualità in rapporto all'altro. Vi è un meccanismo di distanziamento per cui chi ha scritto questi testi non è un contemporaneo, perciò non ci si sente responsabili. Soddisfa la curiosità dell'altro senza rimettermi in discussione. -> Altro fattore che attrae il vasto pubblico è che le immagini del lontano buon selvaggio, del vicino buon contadino o buon montanaro, diventano il pretesto per criticare il progresso e per condannare le usurpazioni della società moderna sugli individui. L'alterità non rappresenta un'essenza, una qualità intrinseca che certe popolazioni o certe culture porterebbero inscritta in se stessa. L'alterità deve essere considerata come una nozione relativa e congiunturale: si è l'altro solo agli occhi di qualcuno. I luoghi di riflessione dell'antropologia Questi luoghi non corrispondono a strutture rigide. L'oggetto dell'antropologia è dinamico e fa parte integrante della società globale. É un oggetto dialettico perchè mette sempre in rapporto il locale e il globale. Antropologia ( definizione) -> il procedimento antropologico assume come oggetto d'indagine unità sociali di piccola ampiezza a partire dalle quali tenta di elaborare un'analisi di portata più generale , cogliendo da un certo punto di vista la totalità della società in cui queste unità si inseriscono ( Marc Augè ) Questa definizione fa intervenire un luogo, un approccio, un metodo e una finalità analitica. -> Le unità sociali prese in considerazione sono ristrette, nel senso che corrispondono a piccole comunità in cui le relazioni sociali sono concrete e direttamente osservabili dal ricercatore. -> La scelta di queste unità non è arbitraria, ma deve consentire di illuminare la totalità. I gruppi selezionati dal ricercatore sono in effetti quelli che si distinguono dalla società globale e traggono da questa posizione una certa autonomia e originalità. La specificità di questi gruppi non deriva dalla loro natura arcaica, bensì dalla loro opposizione ai valori e alle pratiche dominanti. -> La posizione di decentramento e di osservazione partecipazione dell'antropologia gli permette di estrapolare il globale a partire dal locale. Le relazioni messe in evidenza a livello del locale saranno simultaneamente collocate nel sistema del socioculturale e culturale sociale. L'antropologia è la disciplina che pensa il rapporto fra particolare e generale, che tenta cioè di analizzare la logica trasformazione dei rapporti sociali propri alle unità locali, cercano nel contempo di spiegare la logica complessa del mondo che li circonda. Es. Antropologia in ambiente industriale -> L'uomo industriale è visto troppo spesso come un essere astratto, inchiodato alla sua funzione produttiva, uniforme e totalmente determinato. É visto come un attore sociale sottomesso. -> L'antropologo ,invece, vi scopre poco a poco testimonianze di culture particolari, piccole formazioni sociali portatrici di un proprio saper fare, sensibilità, tradizioni e sogni. Scopre la qualità dei rapporti che si sviluppano fra il lavoratore e la materia con cui é messo a confronto, il rapporto positivo con la tecnica , la qualità delle relazioni sociali. Scopre che queste culture entrano in contraddizione con il modello dominante, ad esempio, con l'uso deviato degli oggetti industriali. L'antropologia industriale è l'esempio di uno studio su scala locale di rapporti interindividuali (socialità e creatività) e di rapporti istituzionali, studio che mira a desumere i rapporti generali della società globale a livello del loro funzionamento quanto a livello della contestazione del loro riadattamento da parte della base. Es. Analisi antropologia dell'agricoltura di montagna nelle regioni alpine della svizzera. Anch'essa svela i processi fondamentali della società industriale e certi eccessi del processo di modernizzazione nel quadro di una collettività locale. -> L'antropologia oggi si interessa soprattutto alla modernità. L'esperienza delle altre culture , delle tradizioni e dei gruppi minoritari posseduta dall'antropologo gli consente di illuminare di una luce nuova la cultura industriale in ciò che essa ha di più centrale. Studiando il modo di vita più specifico, l'antropologo incontra sempre l'universale. Il procedimento attuale dell'antropologia conduce a un' interpretazione della modernità. Qualunque sia il campo scelto, la deviazione attraverso le forme locali deve intendersi come un' interrogazione che rimanda alle dimensioni che sono al centro della società industriale. articolati con i dati empirici. - permette una lettura demistificata della realtà, non facendo riferimento a dottrine e sistemi di valori prestabiliti. 3) I CAMPI DI STUDIO DELL'ANTROPOLOGIA Antropologia della parentela -> è il filo conduttore e il campo fondatore dell'antropologia. I rapporti di parentela strutturano tutta la società. Nelle società primitiva tutti i linguaggi sociali passano per la parentela. Antropologia della religione e del simbolico -> È un altro campo di studio privilegiato. Ad esempio, in Durkheim la religione è analizzata come un fatto sociale e come un fenomeno sociale totale. Egli mette in discussione la visione passiva e negativa che fino a quel momento di aveva della religione e ne coglie la funzione positiva ( è all'origine della coesione sociale). Oggi gli interessi dell'antropologia religiosa si sono allargati allo studio dei sistemo di rappresentazione e dei sistemi simbolici. Antropologia politica -> È stata per molto il campo privilegiato dell'antropologia britannica. In Francia Clastres ha rivoluzionato questo campo. Partendo da un'analisi delle società primitive ( società contro lo stato) egli postula una rottura fondamentale tra queste ultime e le società con lo stato. Le prime si caratterizzano per il rifiuto dello stato, dell'istituzionalizzazione della violenza e della divisione sociale, mentre le seconde sono marcate in positivo proprio da questi caratteri. Importante anche Balandier, che lavora su potere e la sua simbolizzazione e ritualizzazione. Antropologia economica -> Con l'analisi di Malinowski del kula e con gli sviluppi teorici di Lauds sui sistemi di scambio cerimoniale e sul dono, assistiamo alle prime riflessioni dell'antropologia nel campo dell'economia. Con le loro opere concretizza l'inserimento dell'economia nella totalità dei fenomeno sociali e culturali. Ma l'antropologia economica prende avvio realmente solo a partire dagli anni 50 del secolo scorso, con l' importante contributo della scuola marxista. La scuola formalista si caratterizza perchè prende in prestito i modelli dell'economia neoclassica e i valori del mercato per analizzare società storicamente e culturalmente differenti da quella industriale. La scuola sostantivista rifiuta il ricorso a tali nozioni per analizzare le società pre capitaliste, caratterizzate invece dai principi di redistribuzione e reciprocità. La corrente del materialismo culturale cerca di spiegare le forme sociali ed economiche a partire dai condizionamenti ecologici e demografici che pesano sulle culture. L'antropologia della significazione definisce i fenomeni economici come fenomeni sociali totali, che recano in sè un senso sociale, culturale e simbolico. Antropologia del cambiamento sociale -> emerge negli ultimi decenni. Dagli anni 30 si sviluppano gli studi sui fenomeni di acculturazione. Si trattava di un approccio che derivava da una concezione meccanicistica del cambiamento , valutato sempre in rapporto alla società dominante. Vi era una rigida opposizione fra tradizione e modernità, passato e presente, società primitive e società complesse. Più tardi si sviluppa un'importante letteratura dedicata ai fenomeni messianici, millenaristi e nativisti nelle società primitive. Essi sono stati considerati come una risposta allo choc culturale delle società primitive al contatto con le strutture della società moderna. Balandier elabora la nozione di situazione coloniale. Egli definisce il sistema sociale come un'entità approssimativa sempre in via di farsi e di definirsi e coglie l'intreccio tra tradizionale e moderno. Antropologia dell'ambiente urbano e industriale -> L'antropologia d'ambiente europei è stata soprattutto rurale, essendosi dedicata esclusivamente alla società tradizionale. La sua pratica è stata assimilata a una raccolta delle tradizioni e dei costumi minacciati dall'urbanizzazione e dai movimenti migratori. Più tardi essa si è posta in rapporto con il desiderio di trovare delle radici e con il rimpianto di un mondo scomparso e snaturato. Oggi le ricerche di antropologia in ambiente urbano vanno moltiplicandosi. Vi sono diverse ragioni che spiegano lo sviluppo dell'antropologia urbana: l'accelerazione dell'urbanizzazione in tutto il mondo, la crescente difficoltà di fare inchieste dei terreni esotici, la moltiplicazione delle specializzazioni e delle sotto discipline nel campo della ricerca scientifica e delle sue applicazioni, la nostalgia per la città tradizionale. L'antropologia della città -> Può essere definita come l'insieme dei lavoro che cercano di cogliere e analizzare gli spazi di coabitazione nella città, i rapporti sociali che vi si sviluppano , l'articolazione dei luoghi di lavoro con quelli di residenza, la distribuzione delle reti di socialità. Fin dagli anni 70 si è concentrata sullo studio delle storicità che hanno segnato la città, dei flussi e riflussi migratori, delle etnie urbane costituite.. Antropologia dell'ambiente industriale e tecnico -> si è sviluppata recentemente, in rottura con l'approccio tradizionale condotto in termine di folklore dei mestieri e delle tecniche. Designa ricerche che inseriscono la tecnica in una prospettiva più globale, quella della cultura industriale. Qui gli antropologi analizzano le condizioni dell'innovazione tecnica, della sua diffusione e dei freni sociali e culturali che incontra. Si propongono anche di analizzare le rappresentazioni e le pratiche dei mestieri e delle specializzazioni, l'organizzazione della produzione e della vita lavorativa nelle imprese. Infine tentano di comprendere la società industriale in quanto produttrice di culture parcellari. Numerose insidie sono in agguato per il ricercatore che si impegna nell'antropologia in antropologia in ambiente urbano. L'antropologia delle modernità rischia talvolta di fondare il proprio procedimento su una sorta di effetto etnografico. Una tale antropologia rimpatriata non si interroga su certe questioni di metodo. Ciò che importa non è tanto l'appello all'esteriorità dell'antropologo, quanto il tipo di metodo cui intende sottoporre le unità sociali che sceglie. 2) ANTROPOLOGIA E STORIA Per molto tempo un limite netto ha separato l'antropologia della storia. Tale separazione avviene soprattutto nel XIX secolo ed è volta a respingere fuori dalla tradizione occidentale i popoli selvaggi o barbari che l'espansione imperialista contribuiva a sottomettere. Per meglio tenere separate queste società dalla storia , fu loro riservata una disciplina specifica: l'antropologia. Fin dagli anni 50 del 900, tutto contribuiva a separare la storia dall'antropologia: gli oggetti ( la storia si occupa del passato storico europeo, l'antropologia delle società esotiche) , gli ambiti di riflessione ( la storia vuole cogliere lo svolgimento cronologico degli eventi e ricostruire le tappe dell'evoluzione; l'antropologia cerca di comprendere la struttura e la funzione delle istituzioni sociali nelle società caratterizzate da permanenza e ripetizione). A partire dagli anni 60 vi è un clamoroso avvicinamento delle due discipline. Rinnovamento dell'antropologia -> In un primo tempo è consistito nell'abbandono dell'antica opposizione fra società primitive e società complesse e nella scoperta della dimensione storica delle società che essa studia nel presente e nel passato. -> In un secondo tempo il rinnovamento dell'antropologia è consistito nella sua conversione allo studio delle società vicine, quelle europee. Si interessa all'alterità interna contemporanea ( società rurali, gruppi marginali e minoritari) e all'alterità interna storica ( il passato delle società rurali , della città , la storia della tecnologia industriale..). Rinnovamento della storia Essa ha intrapreso da prima della seconda guerra mondiale un netto rinnovamento. Sotto l'impulso della scuola delle Annales, la storia ha ridefinito il suo campo: - reazione contro la storia dei potenti - allargamento del suo territorio dalla realtà istituzionale alla realtà profonda selle masse e dei fenomeni sociali. Introduce nelle sue analisi la lunga durata. Il compito della storia è ormai quello di far emergere le strutture nascoste ed i momenti profondi che agitano le società. Questo movimento di rinnovamento della storia va rafforzandosi e precisandosi sotto l'influenza dei lavori antropologici, in più aspetti: - distanziamento ( oggi lo storico si pone a distanza rispetto alla realtà storica studiata e controlla la propria estraneità. Considera con distacco le proprie categorie e valori). - interesse per ciò che è marginale: va oltre la realtà manifesta e si interessa di dato apparentemente marginali. - Principio di spiegazione ( come in antropologia, prima il principio dominante in storia era quello " da se stesso all'altro". Ma sotto l'influenza della scuola delle Annales, il principio di spiegazione tende a cogliere l'altro nella sua singolarità e dunque lo storico non spiega più eventi privati in rapporto con la situazione presente). Ai nostri giorni la storia diventava la scienza del cambiamento e delle logiche sociali, storia delle strutture e delle mentalità, studia gli oggetti tradizionali dell'antropologia come il mito, la morte, la parentela, ispirandosi alle sue problematiche. L'importanza dei legami di parentela nell'organizzazione sociopolitica delle società tradizionali europee, per esempio, è stata ben sottolineata nell'analisi storica. L'antropologia può apportare un contributo originale alla tecnica della storia, contributo che solleva nuove questioni che riguardano i rapporti tra l'evento e la storia , la storia e la struttura, la struttura e il mito. Memoria artificiale e memoria vissuta Fa riferimento alle società delle oasi del Sud tunisino. Attraverso un sottile gioco riguardante il passato e il presente, la memoria e l'oblio, la popolazione delle oasi manifesta una duplice appartenenza al proprio tempo storico. Da un lato c'è la preoccupazione di inserirsi totalmente all'interno di una memoria artificiale ( quella della grande storia che si attualizza grazie alla mediazione del documento) , dall'altro c'è una memoria locale vissuta ( memoria genealogica e di linguaggio ). La memoria vissuta mescola e combina la storia ufficiale con quella locale. 3) ANTROPOLOGIA E PSICANALISI I rapporti fra antropologia e psicanalisi sono paradossali. Nonostante sono nate nella stessa epoca ( fine XIX sec) , abbiano lo stesso oggetto empirico ( l'uomo ), il bilancio dei loro scambi è rimasto tra i più modesto. Antropologia e psicanalisi costituiscono entrambe una psicologia ( la psicanalisi si ferma all'espressione individuale, l'antropologia si concentra su quella collettiva ). All'origine dei Piaget, sono le stesse della discussione sulla magia, sul pensiero simbolico e delle teorie avanzate che li analizzano come riduzione del pensiero scientifico. Anzitutto occorre criticare il dualismo che consiste nel nell'opporre termine a termine e contenuto a contenuto, il pensiero simbolico da una parte e il pensiero scientifico dall'altra. Tutte le osservazioni compiute tanto nelle società tradizionali quanto in quelle moderne rafforzano la duplice constatazione a proposito della non opposizione e della non esclusione di questi due modi di pensiero. Il pensiero simbolico e quello razionale coesistono. La comparsa del pensiero scientifico non ha determinato la scomparsa di quello simbolico, che è ben presente ancora. Mito e razionalità dei culti del cargo Questo esempio mostra il fallimento di ogni tentativo di spiegazione dei fenomeni sociali e della diversità delle società in termini di opposizione fra pensiero simbolico e pensiero razionale in particolare, e fra società primitiva e società moderna più in generale. I cargo melanesiani sono dei movimenti socio religiosi apparsi in Melanesia verso la fine del XIX secolo. I missionari furono fra i primi a osservarli, seguiti da amministratori coloniali e poi antropologi. Durano fino agli anni 60 del secolo scorso. Questi movimenti hanno la caratteristica di un culto, cioè sono fondati su un insieme di credenze e di miti e su un certo numero di rituali praticati in gruppo e ritenuti atti a rafforzare e attualizzare quelle credenze. Alcuni erano centrati sull'idea che i beni di cui disponevano gli europei in realtà non appartenessero a questi, ma fossero stati fabbricati dagli antenati dei melanesiani ad uso dei loro discendenti. Per riavere questi oggetti, ora in mano ai bianchi, viene messo in atto un insieme di rituali i cui tratti più rilevanti sono costituiti dalle invocazioni e dalle offerte agli spiriti degli antenati. Nella letteratura scientifica dedicata a questi movimenti, i culti del cargo sono venuti a designare l'insieme delle credenze e delle pratiche utilizzate dai melanesiani per affrettare l'arrivo del cargo ( la somma delle ricchezze europee) e il suo sbarco è atteso su una banchina o una pista di atterraggio costruite per questo scopo. Sono stati interpretati come il desiderio dei melanesiani di possedere i beni europei. Questo sminuire i culti del cargo è un esempio della difficoltà che può avere un osservatore esterno a separarsi dal proprio immaginario e dalle proprie produzioni simboliche. Una seconda riduzione di ha considerando il culto del cargo come il sole mezzo di cui disponevano le popolazioni locali per raggiungere il loro scopo: il loro tentativo era di ordine magico perchè essi non erano in possesso di altre competenze intellettuali e tecniche. A partire da queste due premesse, le teorie classiche analizzano i culti del cargo come la manifestazione di un pensiero irrazionale e primitivo. Per comprendere questi culti bisognava cambiare approccio. -> In primo luogo considerare la natura del mito e il suo rapporto con la razionalità e la scienza, come fu fatto a proposito della magia e della stregoneria. Bisognava ammettere che il mito ha una specificità propria e un senso suo. Scoprire l'efficacia propria del mito. -> Allora questi culti appaiono come luoghi di organizzazione di situazioni sociali conflittuali e mezzi per agire su di esse. Ci appaiono come una forza di contestazione e di mobilitazione formidabile STORIA DEL PENSIERO ANTROPOLOGICO. GENEALOGIA INTELLETTUALE DEI DISCORSI SULL'ALTERITÀ. 1) PRELUDIO A UNA STORIA DELL' ANTROPOLOGIA Per designare la disciplina, in francese e in altre lingue europee disponiamo di tre termini: etnografia, etnologia ed antropologia. A quest'ultima denominazione si accompagna generalmente il termine di culturale o sociale. I tre termini sono usati per delineare i tre momenti del lavoro antropologico. Etnografia -> corrisponde alla prima fase del lavoro dell'antropologo, ovvero alla fase preparatoria della raccolta dei dati e dei documenti e della loro registrazione, classificazione e traduzione. Questa fase corrisponde alla ricerca sul campo propriamente detta, all'inventario e alla descrizione degli elementi pertinenti. Tutto ciò presuppone delle ipotesi preliminari. Etnologia -> fase in cui si analizza, si sintetizza e si interpreta ciò che si osserva in una data cultura, in rapporto con le conoscenze sulle società di cui si dispone e con le generalizzazioni teoretiche che si sono costruite a partire da tali conoscenze. Antropologia -> si tenta di definire le proprietà generali di tutta la vita sociale e culturale. Per esempio si riflette e sulla natura delle logiche sociali che caratterizzano le diverse culture, sull'articolazione nelle diverse società fra la base materiale e le istituzioni socioculturali, sulla natura del cambiamento sociale...Un tale progetto non è mai portato definitivamente a compimento, è in costante movimento. Le generalizzazioni teoriche si compiono a partire dalla sistematica compilazione del maggior numero di esempi e di casi concreti riportati dalla letteratura etnologica e allo stesso tempo a partire dalla problematica teorica del momento, ovvero dal tipo di questioni che la comunità di antropologi si pone in un certo momento. L'orientamento che viene più spesso associato all'etnografia corrisponde a un progetto che si dà come scopo principale l'inventario degli oggetti, dei costumi e delle tradizioni esotiche o popolari. Un altro orientamento, identificato con il termine etnologia, corrisponde a un'opera di descrizione delle istituzioni o dei gruppi sociali che non si occupa di allargare la riflessione al di là di queste unità: è l'etnografia puramente descrittiva.
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