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Dal Lungo cinquecento alla rivoluzione industriale, Appunti di Storia Economica

Dal Lungo Cinquecento alla rivoluzione industriale

Tipologia: Appunti

2017/2018

Caricato il 22/06/2023

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Scarica Dal Lungo cinquecento alla rivoluzione industriale e più Appunti in PDF di Storia Economica solo su Docsity! STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 1 LEZIONE 1  20/02/2018 SCRITTURA MERCANTESCA  1450 Pagina di tenuta contabile a sezioni contrapposte. Esempio di Libro Giornale contabile in partita doppia. I fattori fondamentali che stanno alla base di una buona riuscita di una negoziazione sono due, e si sono perpetuati nel tempo: 1. Fattore FIDUCIA; 2. Fattore TEMPO. IL MECCANISMO DEMOGRAFICO Nei sistemi economici preindustriali la popolazione rappresenta l’elemento dinamico fondamentale. Sono almeno quattro i dati fondamentali che si devono avere a mente quando si cerca di delineare le caratteristiche del meccanismo demografico di un periodo. Elementi che formano la curva demografica: • Nascite • Morti • Matrimoni (ormai elemento irrilevante) • Migrazioni: nel tempo, hanno mantenuto il loro peso sugli influssi demografici nel NATALITA’ E MORTALITA’ IN ETA’ MODERNA Rilevanti e molto importanti sono invece il tasso di natalità e di mortalità (Molto elevati nel periodo preindustriale). Quest’ultimo ha valori molto bassi nell’età moderna. • Il primo elemento da tenere presente è il TASSO GREZZO (GENERICO) DI NATALITA’: è determinato dal rapporto tra il numero dei nati vivi in un periodo di tempo (di solito un anno) e l’ammontare della popolazione. • Significativo è anche il QUOZIENTE SPECIFICO DI NATALITA’ (detto anche quoziente di fecondità o di fertilità) relativo al rapporto tra il numero dei nati vivi in un anno e l’ammontare della popolazione femminile in età feconda. In età moderna (XVI-XVIII secolo) il tasso grezzo medio di natalità in Europa è di circa il 5%; oggi si aggira sullo 0,97%. La natalità è dunque assai elevata, tale da compensare un altrettanto elevata mortalità ordinaria (cioè non in presenza di calamità) oscillante tra il 3 e il 5% (oggi è del 0,95%circa). La natalità presenta variazioni stagionali. Si concentra in particolare in due periodi dell’anno: uno tra la fine dell’inverno e la primavera; il secondo in autunno. I picchi sono direttamente collegati con l’essere la società d’età moderna una società fatta di lavoratori impegnati nel settore primario (circa l’80% della popolazione economicamente attiva). Elemento forte che differenzia l’età preindustriale da quella moderna riguarda il fattore matrimonio. La quasi totalità dei concepimenti avviene all’interno del matrimonio. È molto limitata la percentuale dei concepimenti al di fuori del matrimonio, anche se moltissimi dei primi concepimenti avvengono prima dell’unione matrimoniale. Per tutta l’età preindustriale le nascite fuori dal matrimonio sono state limitatissime, e nel caso una donna fosse rimasta incinta si sarebbe dovuta sposare; di conseguenza il primogenito, e i successivi figli, nascevano all’interno del matrimonio. I dati relativi alla nuzialità e alla fecondità erano molto significativi, poiché quanto prima una donna si sposava, tanto prima poteva dare alla luce nuove vite umane e di conseguenza fornire dati importanti per il tasso di fecondità. Oggi tali valori hanno perso completamente significato a causa del fatto che il matrimonio ha perso completamente significato e i figli nascono in età molto avanzata influendo negativamente sul periodo fecondo, che quindi subisce un significativo calo. Altro cambiamento radicale nella società moderna (anche solo rispetto alla società di 30 anni fa): il detto “Mater semper certa est, pater numquam”, ossia “la madre è sempre certa, il padre no”; non vale più, poiché STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 2 con l’avanzamento tecnologico in campo medico, attraverso un test del DNA, si può risalire al padre naturale. Anche in questo caso l’innovazione medica ha portato a cambiamenti profondi. Il matrimonio va dunque considerato come il fattore fondamentale della fertilità complessiva. Collegato al matrimonio era il cosiddetto periodo di riproduzione feconda. La mortalità ordinaria (come visto) è molto elevata e riguarda in particolar modo infanti e bambini. La mortalità ordinaria infantile è altissima e oscilla tra il 15 e il 35% tra coloro che muoiono prima di compiere un anno (oggi in Italia è dello 0,66% circa). Altrettanto elevata è la mortalità adolescenziale. La mortalità, come già visto per la natalità, segue una precisa stagionalità. Alla mortalità ordinaria si affianca una mortalità definita STRAORDINARIA o CATASROFICA, dovuta principalmente a tre elementi Cause di mortalità nell’età moderna: • Guerre; • Epidemie; • Carestie (rischio quasi nullo dovuto allo sviluppo della società moderna; potrebbe presentarsi sono nel caso di guerre nucleari). LEZIONE 2  21/02/2018 IL LUNGO CINQUECENTO E LA CRESCITA DEMOGRAFICA Lungo Cinquecento: il processo di crescita demografica che intercorre tra il 1501 (si potrebbe fare partire anche dal 1450) e il 1630; che rappresenta l’anno in cui scoppia la peste che portò ad una riduzione fino al 40% della popolazione nelle città, provocando quelli che prendono il nome di “vuoti demografici” È acclarato che avviene un fenomeno storico di rilievo: la popolazione europea incomincia a crescere nonostante non ci siano innovazioni o crescita in alcun campo (nemmeno quello sanitario). L’aumento del tasso di crescita demografica si riscontra in una diminuzione del tasso di mortalità della popolazione. Motivazioni certe che spieghino questo aumento della popolazione non se ne hanno, si pensa che tutto ciò sia dovuto ad una crescita delle abitazioni in cemento nelle campagne, al fatto che si cominciasse a non tenere più animali in casa, ad un cambiamento del tipo di topi (alcune specie di topo non trasmettono malattie all’uomo in maniera così pericolosa come altre). Il trend di crescita demografica si mantiene solo in Gran Bretagna, Paese in cui avrà avvio la rivoluzione industriale; tale trend è stato possibile anche grazie alle migrazioni (popolazioni in cerca di lavoro). (NOTA: si parla di Italia e Germania in connotazione geografica e non in connotazione politica, in quanto tali stati si formano in età più moderne).  si parla di aree geografiche per praticità. Conseguenze dell’aumento demografico è l’aumento della domanda di beni di prima necessità (aumenta la domanda di beni alimentari). Per la maggior parte della popolazione l’unico cibo accessibile è rappresentato dai cereali e dei suoi derivati. Tale cospicuo aumento della domanda a cui non segue un’adeguata crescita dell’offerta comporta un aumento dei prezzi. Tale fenomeno, per cui l’offerta non riesce più a soddisfare la domanda può essere descritto con l’espressione “Forbice che si allarga fra domanda ed offerta”.  si rompe il meccanismo economico Perché l’offerta non si adegua alla domanda? • Perché si continua a privilegiare un’agricoltura estensiva (con messa a coltura progressivamente di terreni marginali, poco fertili che non garantivano una buona resa) Il perseguire una pratica di agricoltura estensiva comporta diversi problemi: 1. Rese agricole limitate che portano a carestie dato che non si riusciva a creare scorta (fare magazzino); 2. Aumento produzione si blocca nel momento in cui non sono più disponibili terreni; • Perché non si investe decisamente nell’intensificazione della produzione e soprattutto della produttività. Questa pratica rappresenta una soluzione al mancato equilibrio fra domanda e offerta. Una coltura di tipo intensivo porta ad un aumento della produttività dei terreni adibiti all’agricoltura, STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 5 Per quanto riguarda il resto d’Europa i dati a disposizione mostrano realtà assai differenziate: • L’area tedesca crolla (accusa maggiormente il colpo) non ha un’area politica definita, subisce i colpi della peste in modo pesante; e ad aggravare la situazione concorre lo scoppio della Guerra dei Trent’anni (1618-1648) che determina conseguenze devastanti sotto il profilo igienico-sanitario e alimentare (È regione di passaggio di eserciti che portano ad una distruzione indiretta, data dalla distruzione dei campi e dal diffondersi delle malattie ( tramite contagio); • Spagna, andamento simile a quello italiano: fa fatica a riprendersi anche per motivi strategici di politica economica. Conosce una fase di decisa regressione a cui segue un recupero lento. La Spagna aveva tutto per poter emergere come una potenza egemone. L’errore strategico che commette è quello di non aver sfruttato l’enorme ricchezza prodotta per mettere in atto un enorme reparto manifatturiero, e quindi emergere come potenza egemone in Europa. • La Francia, che conosce una diminuzione della popolazione più pronunciata a fine Seicento che non nei decenni a cavallo della metà del XVII secolo. Risente solo in parte degli effetti, ha sempre avuto uno sviluppo costante ed un ruolo di 2^ o 3^ forza; • L’Inghilterra e l’Olanda che dopo una diminuzione (in ogni caso poco pronunciata), conoscono una vigorosissima ripresa. Non a caso sono le due aree destinate a dominare economicamente nel periodo. L’Inghilterra emergerà come potenza economica globale sfruttando al meglio i suoi punti di forza, come la posizione, in quanto difficilmente attaccabile fino alla Seconda Guerra Mondiale (Raid Aerei). In sostanza quello che avviene nel corso del Lungo Seicento crea le basi di una profonda cesura economica tra Europa mediterranea ed Europa settentrionale. • Europa mediterranea: si verifica una depressione demografica accompagnata anche da una pesante recessione economica; • Europa settentrionale: la crisi demografica viene velocemente superata e si assiste allo sviluppo di un notevole ed accentuato dinamismo economico. Tale fenomeno prende il nome di “Piccola Divergenza”: superamento del nord Europa rispetto al Sud europeo. Si differenzia dalla “Grande Divergenza” in quanto questa divide il mondo occidentale da quello orientale fino agli anni ’80-’90. Successivamente avrà luogo la “Grande Convergenza” che vede la ripresa economica dell’occidente. LEZIONE 4 27/02/2018 GLI EFFETTI ECONOMICI DELLA CADUTA DEMOGRAFICA Il decremento della popolazione che contraddistingue il Lungo Seicento ha degli effetti economici pressoché immediati. Pur tenendo presente le differenze che intercorrono tra area ed area, in generale si assiste ad una minore domanda di derrate agricole, che in presenza di un’offerta incapace di adeguarsi ai cambiamenti intervenuti, determina una diminuzione dei prezzi delle derrate stesse. • Meno derrate agricole  sovvertimento per cui OFFERTA > DOMANDA; • Si ha quindi una riduzione dei prezzi delle derrate stesse; • Si ha una diminuzione anche nei prezzi dei terreni e degli affitti; • Si ha un aumento del potere di acquisto  troppa poca manodopera spinge i salari al rialzo. • Crisi di sussistenza: non si riesce a sopravvivere; • Diffusione di nuove coltivazioni: mais (Italia) e patata (Nord Europa);  la maggior parte della popolazione può permettersi solo il mais e perciò mangia solo i suoi derivati; la dieta a base di mais è alla base di una malattia diffusasi nel 700, la “pellagra” che portava a sintomi di dermatite, diarrea e demenza, se non curata portava addirittura alla morte; Nord Europa con dieta basata solo sul consumo di patate si diffonde la malattia dei tuberi. • La terra da affare diventa “bene-rifugio”; determinando un ulteriore ampliamento delle dimensioni medie delle proprietà terriere;  possedere beni mobili o immobili è la principale fonte di garanzia per ottenere credito (tutto ciò vale fino alla crisi del 2008)  sillogismo: proprietà immobiliare = facilità di ricorso al credito. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 6 • Il mercato del lavoro (e quindi i salari) viene percorso da nuove forti tensioni direttamente collegate con la mancanza di una manodopera adeguata. Quest’ultima diminuisce fortemente nelle città; il problema è meno sentito nelle campagne. L’ASSETTO DELLA PROPRIETA’ FONDIARIA IN EUROPA Quello che si verifica tra Lungo Cinquecento e Lungo Seicento determina cambiamenti importanti nel REGIME DEL SUOLO, vale a dire le forme, i modi, i rapporti che si instaurano in un determinato ambiente tra l’uomo e la terra. La prima grande differenza è tra EUROPA DELL’EST e EUROPA DELL’OVEST, prendendo come confine di riferimento il Fiume Elba. DIFFERENZA FONDAMENTALE: • EUROPA DELL’EST composta da paesi con limitata pressione demografica (enormi distese disabitate), zone caratterizzate da bassa urbanizzazione perché immense aree vengono destinate a cerealicoltura per rispondere alle esigenze dell’Europa occidentale. grande disponibilità di terreni, pratica estensiva raggiunge la massima diffusione con il LATIFONDISMO (sistema feudale); • L’EUROPA OCCIDENTALE è contraddistinta da un tasso di pressione demografica elevato con poca disponibilità di terreni  si diffondono pratiche colturali che fanno riferimento a pratiche più moderne (mezzadria…), quindi pratiche intensive. Il regime del suolo è profondamente diverso: in questa area si trova, in prevalenza una gestione dei possedimenti affidata dal proprietario ad altri contro prestazione di canoni in denaro, livelli, rendite, canoni in natura. Qui si accelera la dissoluzione del vecchio regime fondiario e si assiste al successo della messa sul mercato di immense porzioni di terreno. A ovest dell’Elba in ogni caso vi sono anche profonde differenziazioni tra area ed area. Il fenomeno appena descritto, infatti, riguarda particolarmente l’Italia centro-settentrionale (fortemente urbanizzata), meno l’Italia meridionale che presenta caratteri simili all’Europa dell’Est con la prevalenza del LATIFONDO. Caratteri particolari presenta la proprietà terriera in Francia, Germania occidentale e soprattutto Inghilterra, in cui vengono effettuate i primi esempi di RECINZIONE. LA CRESCITA DEI SALARI La caduta dei livelli demografici in Europa tra il 1631 e il 1750, dovuta sia alle epidemie, sia alle varie guerre in essa combattute con le dirette conseguenze di un grave stato di belligeranza (la condizione di uno stato di guerra), determina conseguenze importanti sul mercato del lavoro. L’offerta di manodopera si riduce, causando di una sensibile crescita dei salari. Migliorano i salari di chi opera nel settore primario, ma anche di chi è addetto ai settori manifatturieri. LE ATTIVITA’ DI TRASFORMAZIONE IN EUROPA TRA ‘500 E ‘700 Lungo Cinquecento:  cambiamenti in vari campi • Cultura: Umanesimo (nel corso del Quattrocento) e Rinascimento (fra Quattrocento e Cinquecento). Invenzioni (lo sviluppo della stampa a caratteri mobili e quindi cambia radicalmente il modo di diffusione delle informazioni; polvere da sparo) e scoperte; • Religione: riforme protestanti (Lutero, Calvino), la sua diffusione significa il cambiamento del modo di pensare agli affari diverso da quello cattolico. Sviluppo del sistema capitalista europeo alla base della visione etero-ortodossa. • Economia: Crescita demografica che determina una fase di espansione e della rivoluzione dei prezzi ed espansione dei commerci come diretta conseguenza delle scoperte geografiche; • Scoperte geografiche: Commercio globale, contaminazioni culturali e tecnico-scientifiche. Bisogna ricordare ancora una volta che la maggior parte (75-80%) della popolazione economicamente attiva si dedica al settore primario. Il settore secondario continua a presentare caratteri simili a quelli del tardo medioevo. La produzione è organizzata intorno alle botteghe artigiane ed è effettuata da “maestri” associata a CORPORAZIONI che riuniscono tutti coloro che svolgevano la medesima attività. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 7 Le corporazioni hanno funzioni di controllo sulla produzione, ma anche funzioni di carattere devozionale ed assistenziale. • Funzione economica: salvaguardia qualità e quantità di quanto prodotto (funzioni di controllo sulla produzione)  salvaguardia delle persone che fanno parte delle corporazioni ed esclusione di quelle esterne; • Funzione devozionale (poco rilievo): comune intento devozionale, avere qualcuno vicino che la pensa allo stesso mio modo; • Funzione assistenziale: si mettono da parte fondi utilizzati per aiutare i membri bisognosi della corporazione. LEZIONE 5  28/02/2018 IL PASSAGGIO DAL MAESTRO ARTIGIANO AL MERCANTE IMPRENDITORE L’organizzazione appena descritta conosce due diverse fasi di evoluzione. C’è una prima fase contraddistinta da artigiani che lavorano per una domanda certa e limitata solitamente all’ambito locale. C’è una seconda fase, che inizia col tardo medioevo, contraddistinta da un deciso ampliamento del mercato che da locale diventa regionale ed infine internazionale. MAESTRO ARTIGIANO  produce per un mercato certo. In questo nuovo contesto il maestro artigiano classico entra in difficoltà: non ha né i capitali né il dominio degli strumenti necessari per operare a livello internazionale. Emerge la figura del MERCANTE IMPRENDITORE che incomincia ad operare su scenari di ampie dimensioni geografiche per una domanda che non è più certa, ma incerta. Il mercante-imprenditore coordina sia la fase di produzione del manufatto che la fase di collocazione dello stesso. La produzione è organizzata secondo il sistema della MANIFATTURA DECENTRATA (PUTTING OUT SYSTEM) che prevede l’utilizzo di una serie di salariati o di artigiani che lavorano per conto del mercante-imprenditore e che nel proprio domicilio o nel proprio laboratorio svolgono una delle fasi necessarie per arrivare alla produzione del manufatto finito. MERCANTE IMPRENDITORE  prova a fare il salto di qualità e produce per un mercato incerto. Produce anche per mercati lontani, tramite un sistema produttivo che prende il nome di MANIFATTURA DECENTRATA: (esempio: produzione di tessuti di lana) È un sistema caratterizzato da una prevalenza del capitale circolante su quello fisso; da un elevato rischio tecnico e commerciale; da una notevole dispersione territoriale; da una marcata (anche se non totale) arretratezza tecnologica; ma anche da una eccezionale flessibilità. Entrambi sono imprenditori ma hanno prospettive di produzione diverse (mercato certo vs mercato incerto). “Prevalenza del capitale circolante su quello fisso” L’impegno che l’imprenditore pone a livello finanziario è quello di fornire una sufficiente disponibilità liquida ad espletamento dell’attività produttiva (sistema decentrato non si hanno a disposizione i macchinari per espletare all’attività produttiva). “Elevato rischio tecnico e commerciale”  rischio per l’imprenditore c’è sempre. Problema di capacità finanziaria per sostenere l’attività; “Notevole dispersione territoriale”  produzione sparsa in più territori; “Marcata anche se non totale arretratezza tecnologica”  periodo in cui operare per trasformare lavoro non si hanno a disposizione i mezzi odierni. Da dove si deriva l’energia? Forza muscolare, l’uomo che fa andare il macchinario o collegare al macchinario una bestia che gli dia movimento. Problemi: forza che si esaurisce facilmente; forma di energia non costante, non continua ed oltretutto molto costosa. Uniche soluzioni sono le energie derivanti di acqua e vento. Molto più facile usare l’energia derivante dall’acqua. La maggior parte degli impianti funziona ad energia idraulica (mulini): l’albero motore del mulino viene collegato alla camma che trasforma il moto da rotatorio ad alternato. L’introduzione del moto alternato permette l’espletamento di qualunque tipo di lavoro (fondere i metalli, torcere la seta, produrre la carta). Si può dare avvio ad attività di trasformazione solo in zone in cui sono presenti acqua o vento, quindi nelle zone in cui ciò non è presente si è costretti ad esportare la materia prima per la trasformazione. Chi esporta STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 10 o La conquista avviene per una superiorità delle armi, uso anche di armi chimiche, ossia epidemie di influenza che arrivano a decimare le popolazioni conquistate in quanto tali popoli nel tempo non avevano sviluppato gli anticorpi necessari per debellare tali infezioni. o In termini economici non comporta stravolgimenti nei rapporti intraeuropei. 2. 1497-1498: oltrepasso del Capo di Buona Speranza. Permette di scoprire il modo di rifornirsi di spezie di difficile reperimento (pepe) che permettevano di raggiungere utili eccezionali. Tale scoperta cambia i rapporti intraeuropei. Prima di tale scoperta il pepe e le altre spezie arrivavano fino al Mar Nero da cui poi arrivavano ai mercanti Veneziani, che quindi avevano il monopolio su tali beni. È in questo modo che si accumulano le ricchezze veneziane. Vasco Da Gama trova quindi una via alternativa per arrivare a comprare le spezie in loco a prezzi nettamente più vantaggiosi. Nel lungo periodo Venezia perde il dominio che aveva in questo settore in concomitanza con l’emergere delle potenze europee che cominciano a dominare i commerci internazionali. Le grandi scoperte geografiche sono alla base della nascita di nuove strutture societarie; la “Compagnia delle Indie Orientali” prima SpA. 3. 1519 – 1522: Spedizione di Magellano  circumnavigazione del Globo (di Pigafetta: segretario personale di Magellano). Primo redattore della prima cronaca del viaggio intorno al mondo è stato Pigafetta. Molto spesso le scoperte sono accompagnate da azioni militari e di conquista, ma anche in Europa non mancano conflitti. I principali stati Europei cominciano a dotarsi di un esercito permanente (eserciti professionisti), questa è una novità assoluta che ha i suoi lati positivi e negativi: avere sempre a disposizione un esercito ben preparato, questo però porta a sostenere costi enormi  gli Stati devono trovare un modo di pagare gli impiegati pubblici, ciò sta alla base di un’organizzazione più moderna della finanza pubblica. Gli stati europei crescono in popolazione e ricchezza, in generale si registra una fase espansiva (Lungo Cinquecento). Notevoli cambiamento nel modo di combattere, si definisce “Rivoluzione militare”. Maggiori costi delle guerre, l’ingrandimento degli stati richiedono maggiori introiti che si ottengono con il saccheggio e i monopoli commerciali, lo sfruttamento dei contadini e l’innovazione finanziaria. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 11 GLI STRUMENTI PER LA PRATICA D’AFFARI Ci sono strumenti per la pratica d’affari che sono presenti già dal medioevo e che continuano ad essere utilizzati per tutta l’età preindustriale. Sono strumenti che sono alla base della pratica d’affari moderna. In età preindustriale chiunque operi su lunghe distanze deve fare i conti con pericolose, disastrate o quanto meno difficili vie di comunicazione e con mezzi di trasporto e con mezzi di trasporto poco capienti e poco evoluti da un punto di vista tecnologico. I tempi di percorrenza sono assai dilatati ed anche le informazioni necessarie per svolgere gli affari giungono con estrema lentezza. Tutto ciò fa si che gli uomini d’affari d’età preindustriale si debbano dotare di adeguati strumenti per operare, facendo fronte ad alcune basilari necessità: • Necessità di tenere sotto controllo i conti tramite una contabilità rigorosa: LA PARITA DOPPIA; • Necessità di effettuare pagamenti su lunghe distanze senza muovere denaro contante in oro o argento: LETTERA DI CAMBIO o LETTERA DI CREDITO. LETTERA DI CREDITO: vera e propria lettere tramite cui il venditore, d’accordo con la banca, può recarsi presso filiali indicate per ritirare il denaro contante. Su tale lettera è indicato l’importo massimo che si può prelevare, ad ogni prelievo, viene scritto sul retro del documento l’importo prelevato. Il banchiere che ha ceduto il denaro riceverà la somma a lui spettante dalla banca del suo cliente. È ancora usata, come strumento di prestito al consumo, ed è conosciuta con il nome di CAMBIALE. • Necessità di interloquire con i propri corrispondenti attivi in luoghi lontani: USO DELLA LETTERA COMMERCIALE (LETTERA D’AFFARI). Unico strumento per ricevere ed inviare informazioni: informazioni riguardanti quantità, qualità, costo delle merci…; più lontano è l’interlocutore più tempo necessito per ricevere ed inviare informazioni (quindi molto importanti sono il fattore tempo, più veloce sono meglio è, e fiducia). Di una lettera si scrivevano più copie, e venivano inviate per direzioni diverse per diversificare il rischio che non fossero recapitate. Alcune lettere d’affari venivano cifrate per evitare lo spionaggio industriale nel caso ci si volesse proteggere dai concorrenti. • Necessità di ridurre i rischi nell’invio di merci: CONTRATTO DI ASSICURAZIONE. Forma di speculazione interessante poiché chi assicura la merce ha dei ritorni in moneta. Molto spesso le assicurazioni vengono legate al gioco d’azzardo, decidere di assicurare significava giocare (non si era mai sicuri che la merce arrivasse a destinazione. LEZIONE 7  06/03/2018 Problema giuridico! LE TIPOLOGIE SOCIETARIE  società di persone Per operare su lunghe distanze (con rischi di notevoli dimensioni) bisogna disporre di un’adeguata struttura societaria. In età preindustriale si può ovviamente operare come ditta individuale. Ma la ditta individuale ha sicuramente problemi di finanziamento, nel momento in cui il mercante (mercante-imprenditore) decidesse di fare il salto di qualità. Se si vuole crescere bisogna disporre di un’adeguata struttura societaria che permetta la crescita. (Lo sviluppo economico non prevede ancora le scoperte geografiche!) Passaggio da ditta individuale a società di persone permettono di raccogliere più capitali rispetto alle imprese individuali. La crescita dimensionale dell’impresa è possibile ricorrendo a compagnie societarie, in particolare a SOCIETA’ DI PERSONE. Le principali tipologie di società di persone sono: • COMPAGNIA, attuale SNC  tutti i soci debbano rispondere illimitatamente di fronte ad eventuali creditori (in solido: con tutto il loro patrimonio, ed illimitatamente: per tutto il patrimonio investito); • La SOCIETA’ IN ACCOMANDITA SEMPLICE o Socio accomandatario (socio d’opera): colui che porta avanti la società, risponde illimitatamente; STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 12 o Socio accomandante, socio passivo con funzione di finanziatore, che risponde solo per il capitale conferito. • “Fraterna” compagnia. Prevede un livello elevato di fiducia per il quale le spese e gli utili sono divisi equamente; • Commenda: presenza di due soci, dei quali uno (“socio sedentario”) ha a disposizione i capitali, ma non dispone della forza fisica, e l’altro (“socio senza capitali”) ha vigore fisico ma non dispone di capitali. La suddivisione degli utili non è equa, gli utili spettano per la maggior parte (in genere 2/3) al socio sedentario, mentre in caso di perdita, la maggior parte dei debiti era a carico del socio viaggiatore. • Il deposito “fuoricorpo”. LE FORME DI ORGANIZZAZIONE DELL’ATTIVITA’ COMMERCIALE Per operare a livello internazionale le imprese di età preindustriale dovevano dotarsi di una forma organizzativa caratterizzata da una certa complessità. Tre sono le principali modalità adottate: 1. L’agente commissionario; operatore esperto del mercato in cui si vuole operare. Il commissionario riceve la merce e il mandato per la vendita delle merci. Si caratterizza per: I. Non ha un salario ma è retribuito a provvigione del 2% sulla base degli affari che conclude; II. Non opera in esclusiva per un unico uomo d’affare, ma per più uomini; 2. Filiali facenti parte di una struttura centralizzata dell’impresa mercantile; opera in esclusiva per un unico uomo d’affari. Solo casa madre, tutte le filiali dipendono in toto dalla casa madre. 3. Filiali facenti parte di una struttura decentrata dell’impresa mercantile. Ogni filiale è indipendente dalla casa madre; struttura di una Holding. FIERE E BORSE Le fiere sono un luogo privilegiato per svolgere gli affari; permettono a operatori provenienti da ogni parte del mondo di trovarsi assieme in un determinato luogo per svolgere gli affari, riducendo notevolmente i problemi causati dalle difficoltà di comunicazione. Le fiere permettono, altresì, di ridurre considerevolmente i costi di transazione. All’inizio le fiere sono fiere di merci; con l’evoluzione del sistema di pagamento tramite lettere di cambio si sviluppano le cosiddette fiere di cambio. Le borse nascono nel XVI secolo. La prima è quella di Anversa (1531); ad essa seguono Londra (1571) e Amsterdam (1609). Le borse nascono nel momento in cui alcuni mercati si strutturano stabilmente, riunendo operatori provenienti da ogni angolo d’Europa per tutto l’arco dell’anno. Con la nascita delle borse si amplifica il cosiddetto “clima speculativo”, tramite l’utilizzo di forme di transazioni fondate su eventi futuri (FUTURES). LEZIONE 8  07/03/2018 CAPITALE E RISPARMIO: LE FORME DI FINANZIAMENTO DI UN’IMPRESA Quando parliamo di attività manifatturiere in età preindustriale, si nota come ci sia un aspetto che lo caratterizza: la bassa incidenza del capitale fisso. Le macchine industriali sono generalmente semplici e di basso costo. La maggior parte del finanziamento che viene erogato è un finanziamento a breve termine, non ci sono gli strumenti necessari per concedere prestiti a lungo termine; il credito può essere rinnovato (di sei mesi in sei mesi  solo se pongo a garanzia beni immobiliari si può pensare di ricevere un credito a 9 anni). L’investimento iniziale è quindi generalmente non impossibile da sostenere. Quello che pesa realmente, soprattutto a livello internazionale, è la dilatazione dei tempi per chiudere gli affari. Si rende quindi necessario operare per ridurre i tempi di contrattazione. Il mondo degli affari preindustriale è fortemente basato su FIDUCIA e CREDITO, quest’ultimo è quello che sostiene gli affari (concedo credito, ma a mia volta mi è stato concesso un credito);  strategia di acquistare a dodici mesi e vendere a sei mesi. È un sistema pericolosissimo poiché il sistema si sostiene se tutti si comportano in maniera onorevole; è pericoloso poiché nel caso un soggetto non riuscisse ad onorare i suoi STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 15 • Il prestito su pegno • Il livello affrancabile • Monti di Pietà  concedere credito a coloro che non hanno alcuna possibilità di offrire un pegno ed hanno necessità di sfamare la famiglia, nascono così i MONTI DI PIETA’ per assolvere a tale funzione. o Sorgono nella seconda metà del Quattrocento per iniziativa dell’Ordine dei Francescani; o Hanno immediato successo nell’Italia centro-settentrionale nella veste di erogatore di prestiti su pegno per chi ha poche (o pochissime) disponibilità economiche; o Inizialmente concedono prestiti senza chiedere il pagamento di interesse; successivamente per far fronte alle spese di gestione viene chiesto un modico interesse, inizialmente del 2% successivamente un po’ più alto con punte del 5%; o Nel corso dei decenni i Monti di Pietà vanno incontro a modifiche di un certo rilievo. Si fa sempre più evidente la distinzione tra MONTI GRANDI (che operano come una vera e propria banca, concedendo anche interessi attivi sui depositi vincolati) ed i MONTI PICCOLI (che continuano a svolgere la funzione primigenia). Ovviamente differenziata è anche la clientela. Sistema dei depositi vincolati ottimo per i padri che hanno figlie (poiché per ogni figlia femmina si deve prevedere una dote) che svincolano i depositi solo una volta che abbia trovato marito. Per i maschi  “Fede commesso” lasciare tutto ai primogeniti. La gestione della ricchezza familiare era attuata in maniera oculata: suddivisione dei compiti fra i figli (uno ecclesiastico, uno viene fatto sposare e che porta, tramite la moglie, una dote in famiglia; è stato scelto per mantenere lo status della famiglia, il terzo deve lavorare (mercante) per fare affari fine di non disperdere il matrimonio). LEZIONE 9 08/03/2018 LA FINANZA PUBBLICA IN ETA’ MODERNA Più grande è lo Stato più è facile che si indebiti. Finanza pubblica: lo Stato d’età moderna è uno Stato che facilmente si indebita. Le sue spese sono sempre più rilevanti e le uscite diventano assai più elevate delle entrate. I costi per gli stati aumentano soprattutto per ciò che concerne il mantenimento di un organizzato apparato burocratico, di un esercito o la partecipazione ad un evento bellico. Per far fronte a questa continua crescita delle uscite è necessario procedere con un aumento delle entrate, facendo leva in modo particolare sul gettito fiscale sia diretto che indiretto (i servizi vengono finanziati attraverso il fisco).  Modo più semplice per aumentare le entrate è puntare sul gettito fiscale. È prevalente l’imposizione. Le imposte dirette avevano la caratteristica di essere aperiodiche, venivano richieste solo nel momento in cui lo stato ne aveva bisogno (si presenta soprattutto durante i periodi di guerra) ed erano commisurate alla capacità contributiva. Questo era un processo difficile da attuare, quindi si prediligevano le imposte indirette, anche se sperequate. L’imposizione indiretta è sperequata perché non colpisce direttamente la capacità contributiva dell’individuo (esempio accisa sulla benzina, IVA). Lo Stato preindustriale persegue una politica fiscale ingiusta. Questo richiedeva di dotarsi di un apparato burocratico adeguato. Il primo aspetto da tenere presente è che la fetta più consistente del gettito fiscale in età preindustriale deriva dalle imposte indirette. Un secondo aspetto è che spesso uno stato ha un bisogno impellente di denaro liquido e non può quindi aspettare il gettito delle imposte (senza contare gli enormi costi derivanti dalla gestione dell’esazione delle imposte). Lo stato ha quindi la necessità di ricorrere a prestiti pubblici. Ciò viene effettuato servendosi principalmente di due strumenti: 1. L’APPALTO D’IMPOSTA: lo Stato demanda al privato l’esazione fiscale lo Stato ottiene comunque qualche guadagno (anche se meno rispetto all’esazione diretta) poiché ottiene immediatamente denaro liquido; mentre il privato partecipa perché sa che una percentuale della cifra che riscuote STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 16 spetta a lui stesso. Vince l’appalto che offre la cifra più alta, ovvero chi promette di riuscire ad ottenere più introiti. Nel caso dell’appalto si fa una gara. 2. L’ASSEGNAZIONE D’IMPOSTA: lo Stato assegna (demanda) direttamente e prioritariamente ad un privato la riscossione fiscale, per “ripagarlo” del debito che ha nei suoi confronti. Dato che il denaro non bastava mai, molti stati spendono in anticipo quanto ottenuto da appalti e assegnazioni; si procede allora con l’ipoteca dei gettiti fiscali degli anni successivi. È il caso degli ASIENTOS spagnoli o del PARTI francese. La tendenza generale, più ci si addentra nella società moderna, è la trasformazione del debito pubblico da FLUTTUANTE a CONSOLIDATO. • Debito fluttuante: titoli di credito verso lo Stato a breve scadenza (gli attuali BOT a 3,6,12 mesi); • Debito consolidato: indica quei titoli obbligazionari per i quali la data del rimborso non è prefissata al momento, ma è lasciata alla discrezionalità dello Stato; • Debito redimibile: i titoli a medio e lungo termine. Ovviamente il debito pubblico poteva essere finanziato anche ricorrendo sia a mutui volontari che a prestiti obbligatori (richiesti in particolari situazioni di difficoltà). Come già accennato in precedenza in età preindustriale la parte più consistente delle entrate fiscali è data da imposte indirette. Lo stato era molto ingiusto da questo punto di vista in quanto le imposte indirette incidevano soprattutto nei confronti del nullatenente. Le imposte dirette vengono adoperate come strumento fiscale soltanto in periodi eccezionali. Mentre oggi sono periodiche, in età preindustriale sono aperiodiche. Diverso è anche il sistema di esazione: l’ESTIMO. CLASSI EGEMONI E CITTA’ IN ETA’ MODERNA La società è fortemente gerarchizzata con una classe sociale egemone, la nobiltà, che pur con differenze tra area ed area detiene il potere e può dirsi classe dirigente. La borghesia inizia a formarsi come classe sociale riconosciuta solo nel corso del XVII secolo e fa molta fatica ad imporsi ed a raggiungere i livelli più alti del potere politico. L’Europa d’età moderna è l’Europa delle città. Poche, tuttavia sono di grandi dimensioni. Nei primi secoli dell’età moderna (XVI-XVII) i centri urbani più rilevanti si trovano nella maggioranza dei casi nell’Europa meridionale. È solo con l’inizio del XVIII secolo che tale stato di cose muta; da allora è l’Europa settentrionale ed occidentale ad ospitare le città più grandi. In età moderna la distribuzione di ricchezza è fortemente sperequata; la minoranza della popolazione detiene l’assoluta maggioranza della ricchezza. Importantissimo è il rapporto esistente tra città e la campagna che la circonda, soprattutto se si pensa al fatto che ogni città preindustriale ha problemi di sussistenza a cui cerca di far fronte, ricorrendo alla POLITICA ANNONARIA. LA POLITICA FISCALE DELLE CITTA’ D’ETA’ MODERNA La politica fiscale delle città, come d’altro canto quella degli stati, è in netta prevalenza basata sulle imposte indirette. Le imposte dirette sono aperiodiche, vengono riscosse ogni tanto e, in genere, sono legate a necessità belliche o a calamità naturali a cui bisogna far fronte. Per la riscossione delle imposte dirette ci si basa su un sistema che differisce dal sistema contemporaneo incentrato sull’aliquota per scaglioni di reddito. Gli stati d’antico regime quando gettavano un’imposta diretta, si limitavano ad indicare il CONTINGENTE GENERALE, cioè quanto in totale volevano ottenere con la riscossione. Il contingente generale veniva poi suddiviso per singola città, ogni città doveva suddividere la quota che doveva pagare per tutti i contribuenti, in base alla loro capacità contributiva specifica. Per fare ciò si provvedeva ad una stima dei patrimoni individuali da cui si deriva una CIFRA D’ESTIMO per ciascun contribuente. La cifra d’estimo non indica quanto il singolo contribuente deve pagare, ma semplicemente la quota di partecipazione dei singoli contribuenti alla cifra complessiva che deve pagare la città. Si tratta di un sistema piuttosto complesso che non esclude una forte evasione/ elusione fiscale. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 17 LEZIONE 10 13/03/2018 LE AREE COMMERCIALI Le attività commerciali che si svolgono in medio oriente sono disponibili solo grazie agli intermediari (Veneziani) che si incontrano lungo la via della seta. Le grandi scoperte geografiche di fine 400 ed inizio 500 modificano radicalmente la struttura del commercio internazionale (ampliano enormemente i confini geografici del commercio internazionale). Principali aree commerciali, tre sono presenti da molti secoli, la quarta solo dopo le scoperte geografiche: • Mediterraneo: con le scoperte geografiche perde il suo ruolo centrale dei traffici commerciali; • Europa centrale: riguarda un’area commerciale utilizzata/sfruttata prevalentemente via terra; • Baltico: area commerciale tutt’altro che secondaria; area che sarà alla base delle fortune dell’Olanda, è un’area commerciale che ha avuto importanza poiché è in questa zona che ha avuto successo la lega anseatica (unisce diverse città della penisola baltica e alcune regioni tedesche nel commercio di pellame, legname…); • Atlantico e traffici transoceanici: area commerciale la cui importanza cresce con il 500, prima ha un ruolo solo marginale. Le prime tre sono al centro dei traffici commerciali nei secoli precedenti al 500. Galea Veneziana  imbarcazione a remi. Adatta per navigare in un ambiente marittimo chiuso (come quello del mediterraneo) con poche tempeste e maree. Ha necessità di continue fermate nei porti, perfetta per una navigazione di cabotaggio. Coga Baltica Baltico, mare molto più aperto; l’imbarcazione deve avere caratteristiche per resistere a mari tempestosi (procellosi). Avrà successo in Europa per i traffici transoceanici. I PRODOTTI COMMERCIALIZZATI Spezie del medio-oriente hanno un enorme successo in Europa (seta cinese, e spezie) • Commercio del grano; • Commercio del bestiame; • Commercio del pepe; • Commercio del rame; • Commercio dei tessuti. IL COMMERCIO DELLE SPEZIE È il vero commercio che dà avvio ai traffici globali, gli europei si muovono verso l’estremo oriente per cercare di avere grandi quantitativi di spezie. Inizialmente il commercio viene attutato tramite intermediari, tale situazione si modifica con la circumnavigazione dell’Africa; a quel punto la modalità fino ad allora usata per il commercio delle spezie, perde d’importanza. I mercati europei ed asiatici si integrano; riduzione dei tempi di commercio, riduzione notevole dei prezzi delle spezie (Venezia non ha più il monopolio, nascita di molti competitor). Con il 600 il commercio delle spezie fu appannaggio di Olandesi e Inglesi con un aumento rilevante: nel caso dei chiodi di garofano più che raddoppiò. IL PORTOGALLO, L’ATLANTICO E L’OCEANO INDIANO Il primo paese che si getta nelle rotte oceaniche è il Portogallo. Paese che ha un’unica risorsa: l’affaccio sull’oceano. I portoghesi per primi sfruttano questa risorsa. I portoghesi riuscirono ad insediarsi solo in Brasile e nella zona d’Africa conosciuta oggi come Mozambico, poco a poco i portoghesi perdono d’importanza. Gli spagnoli, a differenza dei portoghesi, avranno un ruolo importante nel commercio internazionale e nei traffici marittimi. Il portogallo fu il paese promotore delle scoperte geografiche del 400, Enrico detto “il Navigatore” e il re Giovanni II sostennero studi e viaggi in africa sia per mare che via terra, per vari motivi: • Impossibilità di espansione sul continente; • Ricerca dell’oro della regione della Guinea; STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 20 • In tale ottica è dunque centrale la pratica delle attività commerciali/ mercantili; altrettanto importante è sostenere le attività di trasformazione perché si possano produrre manufatti finiti ed esportare sui mercati esteri. Nella visione mercantilistica di scarso rilievo è il ruolo dell’agricoltura, considerata poco redditizia (contro tale visione si svilupperà successivamente la FISIOCRAZIA);  In una visione mercantilista, lo Stato deve sostenere lo sviluppo delle proprie manifatture; l’agricoltura non è vista come politica economica predominante per il mercantilismo, proprio contro tale visione si svilupperà successivamente la FISIOCRAZIA con Quesnay. • Per favorire le manifatture ed aiutarle a mantenere sotto controllo i costi, lo Stato che adotta il mercantilismo, favorisce misure atte ad incrementare la popolazione. Una popolazione numerosa, infatti, permette di avere un mercato del lavoro in cui i salari tendono a rimanere bassi. In secondo luogo, una popolazione abbondante è fondamentale per sostenere la velleità degli stati. Non tutti possono essere esportatori di prodotti finiti perché una politica economica mercantilista funzioni; non è una politica economica di pace, bensì aggressiva. La produzione di manufatti finiti è accompagnata alla produzione di moneta, per aumentare potenza e prestigio dello Stato poiché diventa fondamentale per armare nuovi eserciti e colonizzare nuove aree. Stati mercantilisti: Ogni stato adatta la politica mercantilista alle proprie condizioni geografiche, politiche, sociali 1. INGHILTERRA: mercantilismo marittimo; 2. OLANDA: mercantilismo marittimo; 3. FRANCIA: Colbertismo con Colbert I primi due arriveranno ad uno scontro, vinto dalla Gran Bretagna grazie all’emanazione degli atti di navigazione. OLD COLONIAL SYSTEM Gli atti di Navigazione: • 1651: o Solo le navi inglesi avevano il diritto di esercitare il commercio costiero nel regno; o Era proibita l’importazione di pesci salati che non fossero pescati con battelli inglesi; o Le merci provenienti dall’Asia, dall’Africa e dall’America non potevano essere portate nelle isole britanniche e viceversa che su navi appartenenti a sudditi inglesi, di cui il capitano e almeno la metà dell’equipaggio fossero inglesi o delle colonie inglesi; o Le merci provenienti da paesi europei o in essi prodotte potevano essere importate soltanto su navi inglesi o dei paesi di provenienza. • 1660: o La proporzione minima dei marinai inglesi fu alzata dalla metà ai tre quarti per le navi che esercitavano il commercio con le colonie; o Furono elevati i dazi dei prodotti europei importati su navi straniere, rispetto a quelle britanniche; o Le misure protezionistiche furono applicate anche nei commerci fra colonia e colonia. • 163 Staple Act: o Le colonie inglesi dovevano rifornirsi di prodotti solo dalla Gran Bretagna e alcuni beni (zucchero, cotone, tabacco, zenzero, coloranti) dovevano raggiungere la madrepatria prima di poter essere riespropriati; o Furono semplificate e migliorate alcune norme precedenti. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 21 LEZIONE 11  14/03/2018 IL PRIMATO ECONOMICO OLANDESE Antagonista principale dell’Inghilterra. Prima del 500 non esistevano né Olanda (nasce solo alla fine del 500 dopo una serie di politiche legate direttamente a politiche religiose) né Belgio (che nacque solo nel 1830). Le province unite si configuravano come un’oligarchia mercantile che governava un piccolo territorio con una popolazione abbondante:  PUNTI DI FORZA • Agricoltura avanzata: irrigazione e concimazione, allevamento e attività casearia; sistemi di pesca e di conservazione del pesce innovativi (i mari su cui si affaccia sono ricchi di aringhe); • Attività manifatturiera: new draperies, stoffe leggere di lana, cantieristica (navi da aringa e fluit o flauto imbarcazione caratterizzata per essere a produzione standardizzata e quindi basso costo); • Commercio prospero soprattutto sul Baltico e poi verso la Russia nel Mare del Nord.  importanti per le pelli e la produzione di pellicce, ma soprattutto per la produzione del grano che è prodotto in abbondanza e quindi esportato. Le vicende politiche influenzarono la storia del paese: • Nelle P.U. protestanti si rifugiarono molti artigiani con elevate competenze professionali. Olanda diventa patria di rifugiati che scappano dagli altri paesi europei, ha la capacità di attirare manodopera specializzata che contribuirà allo sviluppo economico del Paese. • Il distacco da spagna e portogallo portò a nuove iniziative per cercare sbocchi commerciali. LA VOC (COMPAGNIA DELLE INDIE ORIENTALI OLANDESE) L’ESPANSIONE DEI COMMERCI Scarso successo nel commercio con l’America. New York nasce come New Amsterdam (colonia olandese). Il primo settore di interesse fu quello delle spezie, alcune di queste, come i chiodi di garofano o la noce moscata, crescevano in habitat molto ristretti, gli olandesi nei loro primi viaggi fecero accordi con i capi locali delle isole in cui si coltivavano questi prodotti e crearono dei monopoli. Ciò portò allo scontro armato con gli inglesi quando questi cercarono di penetrare negli stessi mercati. Nel 600, conquistò Ceylon e la maggior parte dei porti dei portoghesi. Sconfisse il sultano e conquistò l’isola di Giava, dove fonda la città di Batavia, che diventa la capitale dell’impero olandese delle Indie Orientali. Nei luoghi di maggiore interesse la VOC instaura le prime forme di imperialismo europeo, con il controllo fisico dei territori. Molto più importante è la colonizzazione dell’oriente, molto importante ed imponente è la colonia olandese in oriente. Il successo è dato dal fatto che gli olandesi viaggiassero col sistema del doppio carico (ossia non rimanere mai a vuoto). COMPAGNIA INGLESE DELLE INDIE ORIENTALI Fu fondata nel 1600 per il commercio delle spezie nell’arcipelago indonesiano, ma non ebbe molto successo. Gradualmente nel 600 riuscì ad ottenere il controllo dei porti indiani di Bombay, Madras e Calcutta. Ognuna di queste città era il quartier generale di una sezione autonoma e responsabile solo verso i direttori di Londra. I traffici continuarono a crescere. Nel 1708 la compagnia fu riorganizzata dividendo la “United Company of Merchands of England trading to the East Indies”. Nel 1765 furono sanciti degli accordi con le autorità locali che posero di fatto la regione del Bengala sotto tutela della Compagnia. Nel 1773 lo Stato intervenne per regolamentare i rapporti con la Compagnia. Una serie di governatori contribuì a dare un profitto più efficiente e strutturato all’amministrazione della Società, fino alla creazione di uno specifico ufficio di controllo. Negli anni seguenti la Compagnia estese il proprio dominio a tutte le più importanti regioni del paese. Nel 1803 l’imperatore Mughal si mise sotto la protezione britannica. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 22 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: LA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Dal 1476 (caduta impero romano d’occidente) al 1492 (scoperta America) Medioevo Dal 1492 fino al 1815 (caduta di Napoleone)  età moderna Dal 1815 ad oggi  età contemporanea Suddivisione artificiosa che ha poco senso dal punto di vista globale. Quando parliamo di rivoluzione industriale ci si trova in una situazione di pari complessità. Nascita di un mondo completamente diverso da quello precedente. Successivamente la storiografia ha cominciato a sottolineare gli elementi di continuità e non quelli di discontinuità (innovazione tecnologica elemento di discontinuità). Molti aspetti hanno aspetti di continuità: organizzazione della produzione, locazione di produzione. Tali teorie sono fondate fintanto che si parla di Europa con versione eurocentrica. Con la rivoluzione industriale l’Europa comincia a crescere molto di più rispetto a qualsiasi area del mondo, si viene a verificare la “grande divergenza” fra il mondo occidentale europeo e l’area asiatica. È proprio con questa fase che si comincia a vedere come l’Europa ha cominciato a colonizzare il resto del mondo. Rivoluzione industriale data da una molteplicità di fattori e non da un unico grande fattore. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: I FATTORI DEMOGRAFICI Con la metà del 700, nuovamente, la popolazione europea comincia a crescere a tassi sensibilmente elevati; non c’è nessun fondamento che giustifichi tale aumento demografico. • Diffusione di abitazioni in muratura (maggior igiene) e abbandono dell’abitudine di vivere in casa con animali (buoi…); • Miglioramento dal punto di vista della mortalità per fame, non si muore più per carestie; • Lo sviluppo di un lavoro continuativo nel tempo e un salariato, per quanto basso ma continuativo, potrebbe aver portato ad un abbassamento dell’età matrimoniale. L’unico aspetto certo è un generale abbassamento, presso le classi medie di età, al matrimonio. Matrimoni precoci significano, in teoria, più alti tassi di natalità. A tutt’oggi questo sembra essere la più probabile spiegazione. • Il benessere non è nulla di paragonabile alla situazione attuale; miglioramenti nelle aspettative di vita, nel benessere o nella salute non ce ne sono. D’altro canto l’espansione demografica inizia solo con la metà del Settecento. Prima vi era stato decremento della popolazione, contrazione delle derrate agricole, caduta dei prezzi delle derrate agricole, contrazione dell’offerta di lavoro e un aumento dei salari con un conseguente miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. Il problema sta nel fatto che per alcuni storici il semplice aumento della popolazione avrebbe determinato un’accresciuta domanda di beni manufatti e quindi uno stimolo per lo sviluppo dell’industria. Altre chiavi di lettura, ritenute oggi di maggior peso, pongono viceversa l’accento su una somma di fattori diversi. In sostanza non è il semplice aumento demografico a determinare la rivoluzione. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: IL RUOLO DELL’ESPANSIONE COMMERCIALE Anche in questo caso, a lungo si è ritenuto che un altro fattore avesse influito in maniera decisiva nella crescita industriale inglese: l’espansione del commercio internazionale. Oggi l’asserzione che il commercio estero produceva ricchezza e quindi l’accumulazione del capitale necessario all’industrializzazione europea non regge del tutto. Non vi è alcuna prova che i proventi del commercio internazionale inglese venissero reinvestiti proprio nella manifattura. Il commercio estero in generale, e quello coloniale in particolare, rivestivano senza dubbio un ruolo importante nell’espandere la capacità del mercato di fornire beni di consumo, ma di per sé non possono spiegare il motivo della contemporanea crescita della domanda di beni di consumo. Sembra quindi che il contributo dell’espansione del commercio extraeuropeo alla crescita economica inglese (ed europea) nel XVIII secolo si possa ricondurre all’asserzione secondo cui il commercio estero era “una condizione necessaria, ma non sufficiente per la crescita economica”. Condizione necessaria ma non sufficiente per la crescita economica. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 25 LEZIONE 12  15/03/2018 LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: I MUTAMENTI NEL SETTORE SECONDARIO Dove si trovano i cambiamenti? Qual è il settore che per primo ci fa notare che qualcosa sta cambiando? Il primo settore produttivo ad industrializzarsi nell’Inghilterra del settecento fu il tessile, ed in particolare il settore COTONIERO. I motivi alla base di tale successo sono: 1. Il lanificio è un settore tradizionale che esiste da secoli in Inghilterra (dal 500); in presenza di una limitata crescita del mercato continuò ad operare sfruttando il sistema della manifattura decentrata. Il tessuto di lana inglese non è un prodotto globale. I livelli produttivi dei lanifici non conoscono incremento; nel campo del lanificio non c’è necessità di aumentare la produttività. 2. È nel nuovo comparto cotoniero che le innovazioni prendono piede. Un comparto che può contare sull’esplosione di richieste di prodotti in cotone. La coltivazione del cotone in Inghilterra non è possibile a causa delle condizioni climatiche. Nel campo cotoniero si hanno importanti innovazioni fra il 700 all’800. Dando avvio ad un impero globale, gli inglesi scoprono che la produzione di cotone è un affare. Con la fine del 700 ci si rende conto che investire nel cotonificio significa entrare in un settore con enormi possibilità di sviluppo. Settore in cui c’era la possibilità di produrre moltissimo. Per un certo periodo è l’India a produrre ed esportare manufatti finiti in cotone. Il business è talmente efficace che gli inglesi cominciano un’operazione economica efficiente: importano la materia prima (il cotone) in Inghilterra, lo lavorano e lo trasformano in prodotto finito finendo poi per rivenderlo in India a costo maggiorato (maggior valore dato dalla lavorazione). Proprio il fatto di essere un comparto nuovo, sostenuto da una fortissima domanda, spiega perché proprio il cotoniero diventi il terreno di sperimentazione di tecniche produttive nuove atte ad incrementare la produzione globale e quindi a realizzare un adeguamento dell’offerta. Per rispondere alle esigenze del mercato, non si può produrre tessuti di cotone con il sistema produttivo della manifattura decentrata: il primo passo per aumentare la produttività del lavoro è l’ACCENTRAMENTO DEL LAVORO (primo settore dove si sviluppa la manifattura accentrata). Grazie alle innovazioni tecnologiche, i prezzi dei filati e dei manufatti scendono notevolmente e i produttori inglesi, forti dei vantaggi derivanti dal basso costo della produzione interna, invadono i mercati del mondo con i loro prodotti. Il cotone diviene il simbolo del processo di industrializzazione del paese. Nella manifattura decentrata non si ha un lavoro esclusivo per un singolo cliente, non si è pagati a tempo ma in base alla quantità prodotta. Con la manifattura accentrata si ha un sovvertimento, la paga avviene con i contratti a tempo, manodopera fissa per un unico cliente (lavoro esclusivo). La fase di accentramento della produzione va di pari passo con il progresso tecnologico. A Manchester nel 1806 viene inaugurata la prima fabbrica tessile completamente meccanizzata. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA Nel giro di qualche decennio si susseguono rilevanti innovazioni nel campo tessile: • Navetta di Kay: dal punto di vista tecnologico non trasforma radicalmente il telaio ma rende più efficiente il lavoro del tessitore. PERMETTE AD UN SOLO TESSITORE DI SPOSTARE LA SPOLETTA DA UN PUNTO ALL’ALTRO DEL TELAIO: permette di velocizzare i ritmi di produzione. Su un grande telaio può lavorare una sola persona, senza il bisogno di un’assistente. La navetta di Kay a cascata rende necessarie una serie di altre innovazioni. Intanto aumenta i ritmi di produzione della tessitura. In secondo luogo determina una maggiore richiesta di filati; • 1764 si inventa la “Spinning Jenny”: meccanismo che movimentava da 6 a 100 fusi, sostituendo il lavoro di altrettante filatrici e moltiplicando la produzione di 16 volte; • Sia la navetta di Kay che la Spinning Jenny, per quanto importanti, non determinano il passaggio dal sistema a domicilio al sistema di fabbrica. Questo si raggiunge con il FILATOIO AZIONATO DA ENERGIA IDRAULICA, inventato attorno al 1767. La nuova invenzione necessitava di grandi ambienti e sfruttava la forza motrice dell’acqua in vasti impianti; • Nel 1785, il vapore viene applicato per muovere telai meccanici; il merito è ascrivibile a James Watt. L’invenzione di Watt non ha inizialmente un grandissimo successo, ma progressivamente si impone STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 26 come la più straordinaria scoperta di produzione di energia meccanica mai realizzata dall’uomo prima di allora.  ecco perché la rivoluzione industriale si fa partire con tale data. • Grazie a tali innovazioni la produzione inglese, nel campo cotoniero, passò da 2 milioni di libbre nel 1760 a 22 milioni nel 1787 e oltre 360 milioni nella metà dell’Ottocento. Le innovazioni tecnologiche settecentesche, non sono quasi mai frutto di studi o di complicati calcoli scientifici. Sono piuttosto il frutto di semplici ed immediate intuizioni, scaturite dalle attente osservazioni e dal desiderio di ottimizzare il funzionamento di un macchinario. Piuttosto il fatto che le invenzioni tecnologiche del secondo Settecento siano quasi tutte inglesi è la chiara testimonianza del nesso, tra innovazione tecnica e scientifica e primato economico di una nazione. Lo stesso si verificherà, ad esempio, tra 800 e 900, quando la supremazia scientifica e tecnologica mondiale passa dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti; fenomeno che è accompagnato dalla conquista del primato economico da parte degli USA stessi. LEZIONE 13  20/03/2018 Adozione del libero scambio Inghilterra Problema dell’andamento dei salari Miglioramento qualità della vita degli operai inglesi durante la rivoluzione industriale? Prima fase in cui il miglioramento è percepibile, seconda fase in cui la situazione non presenta cambiamenti significativi rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale. La rivoluzione industriale non significa radicale cambiamento della qualità della vita per la popolazione. La qualità rimane bassa per la maggior parte del popolo. Anche dopo la rivoluzione la maggior parte della gente non può permettersi di scegliere cosa mangiare, non c’è miglioramento qualitativo sulla nutrizione. Il primo e vero CAMBIAMENTO avviene solo con l’adozione del sistema produttivo FORDISTA in America. A livello europeo il cambiamento radicale si ha solo con il dopoguerra con gli anni 50-60 (principale esempio di questo benessere si nota quando la popolazione comincia a curarsi dei denti il benessere si è diffuso). LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: DAL TESSILE AL CARBONE ED AL FERRO La linfa vitale del processo di prima industrializzazione in Inghilterra è rappresentato dalla disponibilità in loco di carbone e minerali ferrosi. Il carbone in particolare, costituisce la forma di energia maggiormente innovativa fra quelle utilizzate nell’ambito della Rivoluzione industriale e la sua abbondanza rappresenta la condizione necessaria per l’enorme espansione di buona parte dei comparti industriali. Altrettanto importante è la presenza di minerali ferrosi, fondamentale per lo svolgimento di attività di trasformazione connesse con la lavorazione del ferro. Attorno all’estrazione ed alla produzione di ferro e carbone si sviluppa una fase particolarmente dinamica per la crescita economica, direttamente collegata a quanto già stava avvenendo. L’incremento demografico, la crescita delle attività produttive e le novità introdotte nel campo dei trasporti provoca, infatti, una decisa costante domanda di ferro e derivati del ferro, facendo degli imprenditori attivi in questi settori i veri dominatori dell’economia della metà dell’Ottocento. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: IL RUOLO DEL CARBONE Il carbon fossile è conosciuto fin dall’antichità ed è utilizzato in alternativa al legname. Nei terreni ricchi di carbon fossile i giacimenti possono trovarsi in superficie o in maggiore profondità. Fino alla metà del 700 le miniere per l’estrazione del carbone raggiungono al massimo profondità di 50 metri. Le nuove tecnologie sviluppatesi e la forte domanda inducono tecnici ed imprenditori a realizzare impianti in cui la profondità supera i 1000 metri, mentre la ramificazione dei cunicoli si distribuisce per svariati km. Il lavoro nelle miniere è contraddistinto da difficoltà nella costruzione; pesanti costi in termini di vite umane; turni massacranti di lavoro (12-16 ore di miniera). Tutto ciò è giustificato dalla crescente importanza del carbone, utilizzato nelle industrie manifatturiere, per l’uso domestico e per i trasporti. Quest’ultimo è un utilizzo destinato a crescere esponenzialmente man mano che ci si addentra nel XIX secolo. STORIA ECONOMICA 2017 - 2018 27 Di grande rilevanza è il CARBON COKE, ottenuto abbrustolendo il carbon fossile al fine di toglierne la maggior parte dell’umidità insieme allo zolfo. Grazie all’essere poco friabile il carbon coke si dimostra ben presto un combustibile dotato di elevatissime capacità caloriche, particolarmente adatto per la lavorazione del ferro e funzionale ai processi di produzione degli altiforni. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: IL RUOLO DEL FERRO Se l’avvio della Rivoluzione industriale inglese è caratterizzato dall’affermazione ed espansione dell’industria tessile, a partire dalla prima parte del XIX secolo il ferro diviene il principale elemento per la crescita industriale (assieme alle rivoluzioni nei trasporti). Il salto di qualità si ottiene nel momento in cui la lavorazione del ferro, soprattutto grazie al ricorso del carbon coke, si riescono a raggiungere le temperature necessarie per la produzione dell’acciaio. Questo è possibile grazie all’introduzione degli altiforni capaci di raggiungere altissime temperature, da cui nacque una nuova forma di industria siderurgica destinata a diventare il fulcro della crescita industriale per tutti i paesi in via d’industrializzazione del XIX secolo. L’acciaio, infatti, divenne il materiale per eccellenza a vasto impiego (scafi delle navi, fusti dei cannoni, rotaie…) e destinato ad essere assolutamente fondamentale per una gran serie di impieghi. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: GLI ASPETTI BANCARI E FINANZIARI L’Inghilterra è il primo paese a dotarsi di una banca centrale, Bank of England, che nasce nel 1694. Il Governo ne fa ben presto l’istituto di emissione per finanziare le proprie attività. Nascita di banche provinciali. Nascita di società a responsabilità limitata. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: I MUTAMENTI NELLA POLITICA COMMERCIALE La continua crescita dell’economia inglese determina conseguenze e cambiamenti anche sul piano della politica commerciale. Se prima della rivoluzione industriale era prevalsa una posizione di protezione (mercantilismo), più la crescita economica era evidente più l’Inghilterra si spinge verso una politica di LIBERO SCAMBIO, particolarmente funzionale ad un paese che, verso la metà del XIX secolo, domina l’economia mondiale. Un intervento decisivo in tal senso si ha con l’abrogazione nel 1846 delle Corn Laws (leggi sul grano). Si trattava di leggi introdotte al fine di proteggere la produzione inglese di grano. Una serie di norme che facevano il gioco dei grandi proprietari terrieri che in tal modo riuscivano a mantenere elevati i prezzi dei cereali in presenza di una forte crescita della popolazione, ma avrebbe creato problemi ai produttori. La permanenza di tali leggi è un evidente riscontro del ruolo preminente ancora ricoperto dal settore primario e dagli interessi ad esso collegati. L’abrogazione del 1846 segna l’inizio di una nuova fase. Non di certo per la maggior parte della popolazione, ma perché sancisce definitivamente il superamento degli interessi degli imprenditori rispetto a quelli dei proprietari terrieri. Da allora in poi è evidente che l’Inghilterra è una potenza industriale che privilegia una politica di libero scambio che la favorisce rispetto ai possibili competitors internazionali. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE IN INGHILTERRA: L’ANDAMENTO DEI SALARI In seguito alla rivoluzione industriale i salari reali delle classi lavoratrici inglesi conoscono un sensibile aumento. E le condizioni e il tenore di vita? Pur in presenza di considerazioni a volte contrastanti (corrente pessimista e corrente ottimista) pare dimostrato che il tenore di vita conosca un certo miglioramento su larga scala nella primissima fase della rivoluzione industriale per poi peggiorare anche pesantemente con una forte diminuzione di consumo di cibo, un peggioramento delle abitazioni urbane ed un aumento della povertà urbana. Il tutto deve essere visto alla luce di un fenomeno di grandissima importanza, che è quello dell’assai aumentato tasso di urbanizzazione. L’Inghilterra, infatti, è il primo paese a conoscere la corsa verso le città delle popolazioni di campagna come diretta conseguenza dell’industrializzazione.
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