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Dal medioevo alla situazione economica del 1600, appunti e riassunti da Le pietre parlano,, Sbobinature di Storia

RIASSUNTI DEL LIBRO LE PIETRE PARLANO CAPITOLI I, II, III , IV INTEGRATI CON SPIEGAZIONI e appunti sulle parti seguenti: Medioevo, etimologia ed interpretazioni . Crisi dell'impero Romano, riforme di Diocleziano, Costantino. La caduta dell'impero romano d'occidente, l'impero bizantino, il concetto di istituzione universale, donazione di sutri, l'avvento dell'islam. La società medievale: ceto casta e classe sociale; il papato e la chiesa, la curia. L'impero e la dinastia Ottoniana e di Franconia, Lotta per le investiture. I regni ed i comuni, La rotazione triennale. Capitolo 3 le crociate. Cp. 4 nuovi equilibri tra impero e papato, il tribunale dell'inquisizione, Monarchie nazionali, Il papato di Avignone, Magna charta libertatum, guerra dei 100 anni, guerra delle due rose, scisma d'occidente, Wyclif. Mediterraneo nel '400, valladolid. Guerre di religione, cattolici e protestanti, pace di vestfalia, verso lo stato moderno, europa dell'est e crisi economica del 1600.

Tipologia: Sbobinature

2020/2021

In vendita dal 15/07/2023

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Scarica Dal medioevo alla situazione economica del 1600, appunti e riassunti da Le pietre parlano, e più Sbobinature in PDF di Storia solo su Docsity! MEDIOEVO Il termine medioevo (media aetas) fu coniato dagli umanisti nel 400 nella fase preparatoria del pieno rinascimento europeo, con l’intento dispregiativo di alludere all’età di mezzo tra l’epoca antica e quella moderna, alludono ad un’epoca buia, un periodo barbaro. Gli storici però oggi non condividono la convinzione umanistica ma ritengono che alcune scoperte tipiche dell'età moderna siano state in realtà il risultato di una lunga e lenta elaborazione svoltasi durante il medioevo. Numerosissime trasformazioni nel medioevo hanno investito l’economia, il popolamento, la vita materiale, la religione, il pensiero, l’arte, le istituzioni e la politica. Solitamente si ritiene che il medioevo sia durato circa 1000 anni; definire però con una data precisa l’inizio e la fine di un periodo durato circa mille anni è avventuroso, infatti alcuni storici presentano interpretazioni differenti: INIZIO: - dalla caduta dell'Impero romano d’occidente (476). - dopo la crisi dell’Impero romano, che iniziò nel III-IV secolo d.c - Henri Pirenne, storico francese del ‘900; riteneva che ciò che caratterizzava l’età antica fosse l’unità del mediterraneo. l’evento che ha sancito la rottura di questa unità è stato l’avvento dell’Islam, nel VII secolo. FINE: - scoperta dell’America (1492) - alcuni ritengono che finisca nel 1453, anno di fine dell’Impero romano d’oriente - Metà del ‘300 in seguito agli sconvolgimenti della grande peste Che cos’è dunque la storia? Alcuni sostengono che sia un succedersi di eventi e di fatti certi ma, in realtà, non è così; bisogna infatti prima capire cos’è un avvenimento storico. Alcuni avvenimenti assumono le connotazioni di storicità per la loro grandezza, altri vengono connotati storici dagli storici. Film Rashimon; film ambientato nel Giappone medievale. C’è un processo all’interno del quale vengono chiamati dei testimoni, che però danno informazioni tutte differenti fra loro. Questo avviene perché hanno visto l’avvenimento avendo una precompressione del mondo diversa l’uno dall’altra. Ciò avviene anche per gli avvenimenti storici. L’oggettività storica dunque esiste relativamente a certe cose ma raccontare ciò che è storico significa raccogliere diverse interpretazioni. CRISI DELL’Impero ROMANO La crisi avvenuta all’interno dell’Impero romano fu il risultato di un insieme di diverse cause: - diffusione di epidemie che ridussero l’Impero dal punto di vista demografico (30-40%). - pressioni sulle frontiere dal parte delle popolazioni barbare che riuscirono ripetitivamente a fare irruzione all’interno dell’Impero. - arricchimento dell’aristocrazia con esenzione dalle tasse; indebolimento dei ceti più poveri che furono ridotti ad una condizione di semi-asservimento. - Instabilità politica: successione caotica di imperatori: venivano scelti dagli eserciti che determinavano degli imperatori soldato che riuscirono a frenare le incursioni barbariche ma ciò determinò anche la frequente usurpazione del trono e congiure RIFORME DI DIOCLEZIANO(285-305) - separazione netta tra potere civile e militare - riorganizzazione dell’esercito: truppe lungo i confini (limitanei) e reparti mobili (truppe dell’imperatore). - riforma del prelievo fiscale: suddivisione del territorio in dodici diocesi - tetrarchia: prevedeva la divisione dell'Impero in due parti, occidentale orientale, a capo di ciascuna delle quali vi erano un Augusto e un Cesare. COSTANTINO (306-337) La divisione dell’Impero contribuì a divaricare il destino dell'Impero d'Occidente da quello dell'Impero d’Oriente. Costantinopoli diverrà il fulcro del nuovo Impero romano. Riguardo l’ambito religioso, l’Impero d’Oriente era tollerante nei confronti delle diverse religioni, infatti esistevano i Pantheon; era tollerante affinché non ledessero la lealtà al potere costituito: i cristiani si rifiutarono rendere omaggio religioso agli imperatori, per questo furono vittime di numerose persecuzioni. Le persecuzioni si rivelarono però inefficaci poiché il cristianesimo era ormai penetrato nel profondo della società romana, anche tra le classi elevate. Visto il suo successo il cristianesimo poteva essere utilizzato come strumento di consenso politico, per dare maggiore stabilità all'imperatore e allo Stato. Questa fu la grande intuizione dell'imperatore Costantino che, emanò nel 313 l’editto di Milano o editto di tolleranza; questo concesse la libertà di culto a tutte le religioni professate nell’Impero; fu il primo a dichiarare il cristianesimo come “religione tra le altre”; poi con l’editto di Tessalonica, nel 380, il cristianesimo diverrà religione ufficiale dell’Impero. Per quale motivo avviene una conversione al cristianesimo anche da parte dell’aristocrazia? L’Impero sentiva la necessità di un messaggio nuovo se non dal punto di vista della vita terrena per lo meno nella vita dell’aldilà. SCISMA e ERESIA La chiesa acquisì sempre di più un ruolo centrale, ciò sarà la ragione della concorrenza con l’Impero. Si arriverà allo scisma* tra la chiesa d’occidente cattolica e quella d’oriente ortodossa; quella d’oriente riconosceva l’imperatore e la sua supremazia, quella d’occidente non la riconosceva. Nel 1054 le due chiese ortodossa e cattolica si separeranno: scisma d’oriente. La separazione avviene perché ci sono alcuni problemi di carattere dottrinali (come l’iconoclastia) ma oltre a ciò non sono così lontane ma anche alcuni problemi relativi ai rapporti di potere: • chiesa occidentale romana: si è sviluppata in un vuoto di potere in seguito alla caduta dell’Impero romano d’occidente e prevede la supremazia del papa. • chiesa orientale ortodossa: la chiesa doveva rendere conto all’imperatore; si ribalta il potere della chiesa sull’Impero. L’Impero ha la supremazia. Nella chiesa d’oriente grandi patriarchi continuano a rendere omaggio all’imperatore (da ciò deriva il potere dello Zar). *scisma: divisione all’interno della stessa chiesa per ragioni prevalentemente politiche. Quando invece si hanno dei dubbi relativi alla questione dogmatica della chiesa, come ad esempio riguardo la natura del Cristo, secondo cui il padre il figlio sono fatti della stessa sostanza, da cui discende che Cristo compartecipi sia della natura umana sia di quella divina, si parla di eresia; alcune grandi eresie sono quella ariana e pelagiana. Contro l’arianesimo verrà istituito il concilio di Nicea nel 325; l'arianesimo negava a figlio e spirito santo la medesima natura divina del padre. ORGANIZZAZIONE della Chiesa La chiesa si organizzava in provincie ecclesiastiche, suddivise in diocesi, a capo delle quali vi era un vescovo (episkopos=sorvegliante). Il vescovo era coadiuvato da diaconi, con funzioni amministrative e di assistenza a poveri e malati, e da presbiteri (preti), che svolgevano funzioni di culto. MONACHESIMO: movimento spirituale che rifiutava la vita mondana e il suo sistema di valori. È una forma della chiesa tendente all’isolamento e alla ricerca mistica e spirituale della divinità, che nasce a seguito del processo di mondanizzazione. Al tempo la Chiesa aveva il compito di far vivere ai fedeli una vita degna, ad imitazione di Cristo; vivendo in un modo umile, con una rinuncia ai beni mondani. La Chiesa inizia in questo periodo però ad assumere un potere di carattere temporale che diventerà sempre più evidente durante l’imperato di Carlo Magno. L'ordine monastico infatti tende a vivere una vita ad imitazione del Cristo: in modo solitario e disagevole, abbandonando casa, famiglia, affari e si ritiravano a pregare in luoghi inaccessibili (S. Antonio); oppure potevano vivere in conventi (ordine benedettino) L’AVVENTO DELL’ISLAM L’Arabia era un'area in gran parte desertica e disabitata. Popolata da tribù nomadi di beduini, caratterizzate da una forte instabilità politica. Dal punto di vista religioso le tribù veneravano una molteplicità di dei. MAOMETTO: Secondo la tradizione, nel 610 Maometto ricevette la rivelazione da parte dell'arcangelo Gabriele, che, in lingua araba, gli ingiunse in nome di Allah di pregare e recitare la parola di Dio, il Corano. La predicazione di Maometto fu orientata al monoteismo totale, che richiedeva al fedele la sottomissione assoluta alla volontà divina. Questo messaggio suscitò tuttavia la reazione dei grandi clan dell'Arabia, e Maometto fu perseguitato e minacciato; nel 622 fu costretto all’egira, si dovette trasferire con i suoi fedeli nella città di Medina. Maometto riuscì poi a sconfiggere convertire i clan avversi, occupando la Mecca che divenne la città santa dell'islamismo. Alla sua morte, nel 632, egli lasciava un mondo arabo che aveva trovato nella dimensione religiosa l'unità e la compattezza che erano mancate sino ad allora. ESPANSIONE ARABA L'espansione islamica, guidata da i califfi, che conquistarono tutto il Nordafrica per poi passare nella penisola Iberica, che ancora oggi è ricca di meraviglie arabe, soprattutto in Andalusia. La loro espansione verrà poi fermata dai Franchi nel 732 con la battaglia di Poitiers. DINASTIA CAROLINGIA L'espansione araba venne fermata dai franchi, guidati dai maestri di palazzo (pipinidi); la dinastia dei pipinidi si concluderà nel 751 con Pipino il breve, che depose l'ultimo re merovingio e diede vita alla nuova dinastia carolingia. CARLO MAGNO (771-814) Il secondo imperatore della dinastia carolingia fu Carlo Magno, che venne incoronato la notte di Natale del 771 da papa Leone III. Abbiamo dunque due istituzioni universali: papato e Impero Simbolicamente Carlo Magno si è inginocchiato alla chiesa; era presente una teoria teocratica secondo la quale ogni potere derivasse da Dio. L'imperatore era dunque titolare di un potere temporale soggetto al potere spirituale del pontefice. Dio ha un suo primo emissario che è il papa, poi conseguentemente arrivano gli altri, tra cui l’imperatore il cui potere temporale viene legittimato dal papato. Il papa e il clero incanalano il potere divino; chi incanala il potere divino compie dei miracoli, il miracolo che essi compiono è la transustanziazione (mutamento della sostanza). Anche l’imperatore però assumerà un potere miracoloso poco prima e dopo l’anno mille; i re di Francia sono dei taumaturghi, erano in grado di curare la scrofolosi, una malattia che si manifestava tramite piaghe e bubboni. Questa malattia compare e scompare, al tempo però si credeva che tale malattia venisse curata dal tocco delle mani dell’imperatore. Nel momento in cui la malattia ricompariva i malati venivano definiti come peccatori. Inizierà dunque una lotta durante il periodo medievale tra queste due grandi istituzioni. FEUDALESIMO Il termine feudo deriva da feohu, bestiame; designa la terra concessa dal signore a un uomo di sua fiducia; è un fenomeno di origine germanica. Era dunque una forma di organizzazione del potere e della società, basata sulla concessione di protezione e beni in cambio di servizio; si parla dunque di un impegno reciproco basato sulla fede e sulla fiducia. I feudi si suddividevano in contee e marche: • contee: territori circoscritti al dominio imperiale; • marche: territori posti lungo i confini, i più difficili da gestire poiché a contatto diretto con le popolazioni barbare. Poiché questi territori erano enormi, i feudatari iniziarono a cedere alcuni pezzi di terreno ai loro fedeli fino a costituire la piramide feudale (vassalli; valvassori e valvassini; cavalieri). Con i carolingi i feudi erano di dominio dei generali e dei capi militari, si parla quindi di aristocrazia di spada. In seguito alla spartizione dell’Impero dopo la morte di Carlo Magno, dopo il trattato di Verdun nel 843, i feudi maggiori diventarono ereditari con il capitolare di Quierzy nel 877. Vi è quindi una visione del feudo come una sorta di anarchia regale. Nel 1036 diventeranno ereditari anche i feudi minori con la Costitutio de feudis. Frazionamento del territorio: dovuto principalmente alla divisione conseguita dal trattato di Verdum (843) e l’ereditarietà dei feudi. CAPITOLO I SOCIETÀ MEDIEVALE: la società medievale era tripartita in base ad uno schema istituito dal vescovo Adalberone di Laon. Tale società veniva definita una e trina, poiché rispecchiava l’immagine di Dio; era suddivisa in tre ordini o ceti. - oratores: mettevano in collegamento l’umanità con Dio - bellatores: uomini di guerra che avevano il ruolo di combattere e governare (aristocrazia feudale di spada) - laboratores: i lavoratori CETO; CASTA; CLASSE SOCIALE La tripartizione della società medievale è in ceti o ordini. ceto o ordine sociale: si divide sulla base delle occupazioni (oratores, laboratores, bellatores); il passaggio da una casta all’altra è molto difficoltoso. casta: suddivisione molto rigida della società che dipende solo ed esclusivamente dalla nascita, divisione tipica della società induista che non permette il passaggio da una casta all’altra. classe sociale: termine più recente che nasce con il capitalismo, periodo durante il quale la società è suddivisa in classi in base al reddito (profitto, salario e rendita) IL PAPATO e LA CHIESA ISTITUZIONE UNIVERSALE: è un potere riconosciuto che vale all’interno di un territorio all’interno del quale stanno delle persone che dovrebbero avere una caratteristica omogenea. IL PAPATO e DOTTRINA TEOCRATICA Il papato ha un potere di origine spirituale, legato all’anima, a ciò che non muta ed è eterno; questo potere spirituale con il passare del tempo assume anche una connotazione temporale: riceve donazioni e diventa stato della chiesa in seguito alla donazione di Sutri. Questo Stato è piccolo ma estremamente importante per tutta l’Europa. Questo potere si basa sulla teocrazia (potere di Dio), secondo la quale Dio si trova alla cima della piramide e sotto di lui c’è il papa, che possiede le chiavi del paradiso. Il papa é dunque l’emissario di Dio e a sua volta rende legittimo il potere temporale; infatti abbiamo visto che la corona imperiale verrà istituita dal papa all’imperatore. Il papa possedeva inoltre il potere della scomunica sui sovrani. I sovrani dovevano quindi esercitare la giustizia e usare il loro potere militare per la chiesa. STRUTTURA ORGANIZZATIVA La chiesa si organizza in provincie ecclesiastiche, suddivise in diocesi, a capo delle quali vi era un vescovo (episkopos=sorvegliante). Il vescovo era coadiuvato da diaconi, con funzioni amministrative e di assistenza a poveri e malati, e da presbiteri (preti), che svolgevano funzioni di culto. CURIA: Con questa espressione si indica la corte del Papa e, più precisamente, l'insieme degli uffici della sua amministrazione centrale. Il consiglio ristretto del Papa era costituito dai cardinali, i suoi più stretti collaboratori nel governo della città di Roma. Roma è il centro del potere e deve temere Gerusalemme e Costantinopoli. A Roma il potere è accentrato sul papa, a Costantinopoli invece sull’imperatore; per questo motivo inizieranno ad insorgere i primi problemi: mondanizzazione: mettere al centro il mondo terreno. Lo scopo della chiesa sarebbe quello di preparare i fedeli ad un mondo ultraterreno, però in molti aderirono alla chiesa pensando solamente ai vantaggi territoriali che essa comportava. La chiesa era indebolita da alcuni gravi problemi interni che ne compromettevano fortemente l’immagine agli occhi dei fedeli come ad esempio il fenomeno della simonia e il concubinato. • concubinato: la stabile convivenza dei prelati con donne, in violazione alla norma del celibato: l'impegno, per un membro del clero, vivere senza contrarre matrimonio. • simonia: derivante da Simon Mago, che tentò di comprare dagli apostoli Pietro e Giovanni il potere miracoloso di comunicare ai fedeli i doni dello spirito santo attraverso l’imposizione delle I normanni si abbandonarono però a saccheggi e violenze gravissime, che fecero inasprire il popolo di Roma, che si ribellò contro Gregorio VII, che fu costretto a riparare a Salerno dove morirà.. Nel 1122 ci sarà un altro incontro a Worms: secondo questo accordo: • i vescovi dovevano ricevere l'investitura dal Papa, mentre l'imperatore aveva il diritto di concedere loro o meno anche i poteri politici. • nel caso in cui si abbia un vescovo conte, prima si da l’investitura vescovile e poi successivamente quella laica dell’imperatore. • n Germania l'investitura laica doveva precedere quella religiosa e che la dignità vescovile poteva essere data solo con l’consenso di imperatore. In questo periodo nascono guelfi e ghibellini. - guelfi: dinastia di Welf, erano fautori della libertà della Chiesa romana. - ghibellini: castello di Weibling, difendevano le prerogative dell’Impero. REGNI Oltre ai poteri universali, intorno all'anno 1000 in Europa coesiste una moltitudine di regni di varie dimensioni: regno di Ungheria, regno di Polonia, regno di Bulgaria, regno di Russia, regno di Danimarca e regno di Norvegia. Il regno di Russia è fedele a Costantinopoli e al cristianesimo orientale, dunque la chiesa ortodossa. REGNI IBERICI Al confine con i regni arabi che si erano andati ad istituire durante l’espansione araba, si formano dei regni che sono in conflitto con gli arabi: regno di Castiglia; regno di Navarra; regno d’Aragona. Questi regni danno una vita al fenomeno chiamato Reconquista: consiste nella riconquista dei regni cristiani che erano stati conquistati dall’Islam. Questo fenomeno produrrà la Spagna, il Portogallo e le grandi esplorazioni oceaniche che includeranno la scoperta dell’America. In questo contesto l’identità religiosa è fondamentale; quando si sposeranno Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia per creare il regno di Spagna si dichiareranno re cattolicissimi. REGNO DI FRANCIA Nasce la dinastia Capetingia; all’inizio del X secolo Ugo Capedo inizia questa dinastia. Il problema del regno di Francia era quello di darsi un’unità poiché era presente una forte anarchia feudale. Si presenterà un accentramento del potere con Luigi XIV: si avrà una forma di monarchia assoluta, che al tempo era un progresso dal punto di vista politico poiché prevedeva una forma di legge uniforme e non caotica. REGNO DI INGHILTERRA L’Inghilterra è terra di conquista da parte dei Danesi, degli Anglosassoni e dei Normanni. Guglielmo “il conquistatore” vince contro gli Anglosassoni nella battaglia di Hastings del 1066 e impone il regno Normanno. Normanni: uomini del nord; provenivano dalla Normandia, una regione del nord della Francia; Questi avevano un duplice ruolo: erano monarchi d’Inghilterra ma anche feudatari del re di Francia. In quanto feudatari erano sottomessi e imparentati alla corona francese, in Inghilterra erano invece alla pari con il re di Francia. Questo legame causerà lo scoppio di una guerra della durata di 100 anni tra la Francia e l’Inghilterra: all’inizio prevarranno gli inglesi ma si concluderà con la rinascita della Francia. MERIDIONE D’ITALIA Il meridione d'Italia era occupato dai Normanni, che iniziarono a sperimentare un nuovo sistema di governo: la monarchia accentrata; si sperimentò per la prima volta in Europa un'organizzazione centralizzata ossia posta sotto il controllo di un'unica autorità o organo centrale. La monarchia normanna agiva in una situazione di equilibrio tra autorità regia e poteri locali. Per poteri locali si intendono i feudatari dotati di ampia autonomia, che esercitavano sulle comunità locali poteri di tipo signorile; questa situazione è dovuta al trionfo dell’economia curtense. L'economia curtense, basata sulla corte ossia il territorio intorno alla vigna, si sviluppa nel periodo in cui le città erano in decadenza; queste erano pericolose poiché attiravano i saccheggi, di conseguenza moltissime persone per scappare al pericolo si rifugiarono in campagna. Questo tipo di economia sarà particolarmente diffusa fino all’anno 1000, dopo l’anno 1000 l’economia rifiorirà. In particolare i signori si erano rifugiati nelle proprie vile in campagna, che rappresentano gli antenati dei castelli medievali. In seguito all'economia curtense si sviluppò dunque il fenomeno del Castellamento; questo fenomeno vide la realizzazione di una fitta rete di nuovi castelli, fortezze simbolo del mondo medievale. La costruzione dei castelli rispondeva alle esigenze di sopravvivenza delle comunità terrorizzate dagli invasori. ECONOMIA CURTENSE: la struttura produttiva fondamentale era la curtis o villa, un modello di organizzazione della grande proprietà fondiaria, concentrata nelle mani dei sovrani e dei signori, i quali possedevano solitamente un grande numero di curtes. La curtis era divisa in due parti: la parte dominicia e e quella massaricia. - pars domincia: un insieme di terre che il signore gestiva direttamente; questa comprendeva l'abitazione del signore, gli alloggi dei servi, le stalle, le cantine, immagazzini, i laboratori artigianali. - pars massaricia: un insieme di poteri assegnati a coltivatori dipendenti; È costituita di piccoli poderi, detti mansi, era affidata al lavoro dei servi casati, oppure concessa in affitto a coloni liberi. Questa struttura nonostante sia più antica del sistema feudale, ricalca il feudalesimo per certi aspetti, basti pensare ai feudi di Carlo Magno. I COMUNI I comuni avranno un ruolo molto importante in Europa e soprattutto in Italia. Con il termine comune si designano forme di autogoverno delle città; queste dovrebbero infatti essere parte dei territori governati dall'imperatore ma sono autogovernate dall'aristocrazia e dalla borghesia. A queste persone era però necessario il riconoscimento da parte dell’autorità superiore, ossia la legittimità di esistenza e di esercizio della politica e quindi di sovranità; i comuni esercitavano il loro potere senza riconoscimento perché l’Impero non riusciva a governare concretamente tutti i suoi territori. Lo scopo dei comuni era quindi quello di rendere riconosciute le proprie prerogative, chiamate regalie ossia prerogative del re, della sovranità. Le istituzioni principali del governo comunale erano i consigli, ai quali i cittadini partecipavano in misura più o meno ristretta. I consigli eleggevano come loro rappresentanti i consoli; possiamo quindi definirli come comuni consolari. Numerosi e costanti furono gli scontri per ottenere queste cariche. COMUNI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE Questi comuni si sviluppano particolarmente in Germania, Inghilterra, Francia, Fiandre e soprattutto nell'Italia del Nord. Nell’Italia del nord i comuni inglobavano al loro interno anche le campagne circostanti andando a costituire dei microstati spesso in conflitto l’uno con l’altro. Da questo deriva il fenomeno del campanilismo: una forte rivalità tra città vicine. Questi comuni avevano l’interesse del riconoscimento del potere da parte dell’imperatore. L’imperatore Federico I Barbarossa, appartenente alla dinastia di Svevia, voleva ripristinare il controllo sulle città del Nord e del Centro, recuperando le cosiddette regalie. Barbarossa fece una prima e una seconda dieta di Roncaglia, una riunione con i poteri dei diversi comuni; durante questa riunione pone il problema delle regalie, Nella seconda dieta di Roncaglia i comuni si ribelleranno e scateneranno una lotta con l’imperatore. Nel 1167 viene istituita la Lega lombarda, che rappresenta l’unione dei comuni dell’Italia del Nord; nel 1176 si avrà la battaglia di Legnano che vede la vittoria dell’esercito dei comuni contro l’imperatore. Pochi anni dopo si arriverà alla pace di Costanza, in base alla quale i comuni dell’Italia ottennero il riconoscimento della loro autonomia ottenendo le regalie, in cambio di un atto di sottomissione formale all'imperatore. Barbarossa in un certo senso però ebbe successo perché porta avanti una politica di unione matrimoniale: Enrico VI, figlio di Barbarossa, si sposò con Costanza di Altavilla, erede del regno Normanno. La corona Normanna e quella imperiale si sono dunque unite; con il loro figlio, Federico II, che è uno degli imperatori più importanti. - nel Vangelo furono gli assassini di Cristo; Matteo nel proprio Vangelo scrisse "questo sangue ricadrà sulle vostre mani e su quelle dei vostri figli”; il sangue si riferisce a quello di Cristo, di Marco e Tito; viene salvato Barabba. Le vostre mani possono essere interpretate come quelli di tutte le generazioni pre successive. Questo popolo si era macchiato non solo dell'omicidio di uomini, ma anche di un deicidio, (Cristo aveva anche la natura divina) peccato gravissimo. Da questo momento iniziò la diaspora del popolo ebraico, molti si trasferiscono in Europa. Con l'editto di Tessalonica del 380 il cristianesimo diventa l'unica legge dell'Impero e gli ebrei devono addossarsi questa colpa e vengono definiti capi espiatori. Ogni colpa da espiare si addossa a loro per comodità: nel 1300 quando vi era la peste si pensava che le autori fossero gli ebrei; questo perché secondo la mentalità dell'epoca anche gli ebrei morivano a me non interessava poiché loro scopo era quello di sterminare i cristiani. Gli ebrei erano esclusi dalle comunità cristiane e vivevano in aree chiuse chiamate ghetti; si diceva che l'ebreo fosse ignobile perché faceva soldi con i soldi: i soldi per un cristiano erano lo sterco del diavolo, erano impuri, sporchi. Dante Alighieri nella Divina Commedia scrisse tre cantiche: inferno, Purgatorio e Paradiso. Se fosse nato due secoli prima avrebbe scritto solo l'inferno e il paradiso. Il purgatorio viene descritto dopo l'anno 1000 quando viene introdotta la differenza tra peccato mortale e veniale. Ci furono talmente tanti studi a riguardo del Purgatorio che Jaques Le Goffe nel 1980 scrisse La nascita del Purgatorio. I grandi banchieri iniziarono poi ad avere sedi nelle più grandi città d’Europa di commercio. I commercianti possedevano delle lettere di cambio dove venivano indicati i soldi da lui depositati. I grandi mercanti erano delle figure ambigue, tra l’affarista e il guerriero. Proprio perché trasportare merci era un'avventura, si affrontavano banditi e pirati. Si sviluppano diverse categorie di mercanti: - il mercante professionista che dirigeva gli affari operando stabilmente dalla sua azienda, in collegamento con una serie di agenti distribuiti sul territorio; - il mercante itinerante, che era quasi sempre un analfabeta; - il mercante stabile che sapeva leggere, scrivere, tenere una contabilità complessa. I mercanti stabili iniziano ad assumere un ruolo politico poiché sono sempre più colti anche dal punto di vista linguistico. Iniziano ad acquisire uno stile di vita aristocratico. COMMERCI tra le 4 repubbliche marinare: Amalfi, Pisa, Genova e Venezia. La Repubblica marinara di Amalfi si sviluppa prima dell'anno 1000, è la prima ad elaborare un vero e proprio statuto di navigazione e dominava gran parte dei commerci della parte a sud e ovest Mediterraneo. Le città marinare di Genova e Pisa soppiantarono Amalfi nel primato delle relazioni commerciali. Gareggiarono a lungo reciprocamente, questo conflitto si protrarrà fino alla vittoria della flotta genovese nella battaglia di Meloria nel 1284. CAPITOLO III MEDITERRANEO • civiltà cristiana cattolica • civiltà musulmana • civiltà cristiana ortodossa Parliamo del mediterraneo perché è un mare dove si incontrano tre continenti, è sempre stato il luogo di grandi scambi commerciali, di idee e grandi conflitti. Le tre civiltà situate nell’area del Mediterraneo sono la civiltà cristiana cattolica, civiltà araba e la civiltà cristiana ortodossa. Tra queste tre civiltà quella occidentale cristiana era in ascesa; la civiltà araba era la più raffinata; la civiltà ortodossa era in decadenza. Nel 1054 le due chiese ortodossa e cattolica si separeranno: scisma d’oriente. La separazione avviene perché ci sono alcuni problemi di carattere dottrinali (come l’iconoclastia) ma oltre a ciò non sono così lontane ma anche alcuni problemi relativi ai rapporti di potere: • chiesa occidentale romana: si è sviluppata in un vuoto di potere in seguito alla caduta dell’Impero romano d’occidente e prevede la supremazia del papa. • l’Impero bizantino: la chiesa doveva rendere conto all’imperatore; si ribalta il potere della chiesa sull’Impero. L’Impero ha la supremazia. Nella chiesa d’oriente grandi patriarchi continuano a rendere omaggio all’imperatore (da ciò deriva il potere dello Zar). ARABI: La loro espansione aveva raggiunto: • nord africa • penisola iberica • domini in medio-oriente Era una civiltà splendida che accettava liberamente i commercianti europei, i quali importano lane inglesi ed esportavano ad esempio pietre preziose, spezie, seta. Gli arabi erano tollerati dal punto di vista religioso, dividevano il mondo in monoteisti e politeisti; l’islam parte dal presupposto di essere un perfezionamento delle precedenti culture monoteiste. Conseguentemente tendevano a trattare diversamente gli ebrei e i cristiani in modo differente dai politeisti erano obbligati alla conversione; ebrei e cristiani dovevano invece pagare una tassa per professare la loro religione. Gli europei invece non erano così tolleranti: gli ebrei erano il capo espiatorio; gli arabi erano invece visti come un nemico che doveva essere combattuto. In quell’area inizia il processo di Reconquista da parte del Portogallo, la Castiglia e l’Aragona: riconquista dei regni cristiani che erano stati conquistati dall’Islam. Nel regno di Spagna, in seguito al matrimonio di Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia si dichiareranno re cattolicissimi. Nel 1492 si concluderà la Reconquista. MOVIMENTO DELLE CROCIATE I conflitti tra il mondo arabo e quello musulmano e bizantino non si riducono alla penisola iberica ma inizierà il movimento delle crociate. Nel 1095 il papa Urbano II dice a Clemont-Ferrand che sarebbe il caso di liberare le terre sante, dove era nata la religione cristiana. Il movimento delle crociate avrà inizio in seguito al discorso del papa, quando migliaia di uomini tra cui contadini e nobili impoveriti (crociata di pezzenti), fanatici religiosi compirono massacri e saccheggi indiscriminati nei confronti degli ebrei. Questa crociata si rivelerà fallimentare poiché verranno poi sterminati dai Turchi. Perché è nata la prima crociata? Le ragioni a fondamento delle crociate sono complesse, non riconducibili al solo ambito religioso, ma vanno a toccare anche l’ambito economico e sociale. • questione religiosa: crociati sono spinti da un afflatto religioso: se fossero stati in grado di conquistare le terre sante, gli sarebbe stato garantito l’ingresso in paradiso. • questione di carattere sociale: la società medievale era costituita da troppi aristocratici, abituati sin dalla più giovane età a combattere in armi; per questo motivo gli venivano assegnati i territori conquistati (feudi) che erano per loro come una valvola di sfogo. • questione economica: apertura e controllo di rotte commerciali un tempo controllate dagli arabi; le merci preziose a cui gli europei ambivano sarebbero state dunque controllate dai cristiani. PRIMA CROCIATA (1096-1099) Parte ufficialmente nel 1096 la prima crociata, guidata da Goffredo di Buglione. Questa crociata avrà successo: i cristiani riusciranno a conquistare Gerusalemme e massacreranno tutti quelli appartenenti a qualsiasi altra religione diversa da quella cristiana. In seguito alla prima crociata Gerusalemme è dunque cristiana e i cristiani procedettero con la creazione dei regni cristiani. Gli arabi si ripresero Gerusalemme nel 1186, condotti dal grande sultano Saladino; da questo momento in poi inizieranno una serie di movimenti cristiani finalizzati a riconquistare Gerusalemme. Ma nessuna delle future crociate avrà successo. IV CROCIATA (1202-1204) La quarta crociata fu bandita da Papa Innocenzo III nel 1202. Lo scopo era quello di riconquistare Gerusalemme. Il progetto prese però una piega imprevista: i veneziani cercarono di sfruttare la spedizione a vantaggio della città. Misero a disposizione per il trasporto dei crociati la loro grande flotta, ma chiesero in cambio di schierarsi nei confronti dell'Impero bizantino. I crociati allora posero d'assedio a Costantinopoli compiendo massacri e saccheggi; la città cadde nel 1204. A questo punto i mercanti veneziani dilagarono in tutti i porti ottenendo il controllo delle principali vie di traffico; è importante ricordare la posizione strategica dal punto di vista commerciale di Costantinopoli. VI CROCIATA (1128-1129) Federico II, discendente dell’imperatore di Svevia, figlio di Enrico IV e Costanza d’Altavilla, conosciuto come stupor mundi per le sue abilità politiche, era un genio multiforme. Egli si ritrova però in conflitto con il papa, che non era contento che lo Stato della Chiesa fosse circondato dall’Impero; Federico II, al fine di migliorare i rapporti con la chiesa, prenderà un impegno con il papa facendo una crociata. Federico II cercò di non dare vita ad alcuna crociata ma, per non rischiare la scomunica, prese accordi diplomatici con gli arabi, che permisero ai cristiani l’accesso alle terre sante. TRIBUNALE DELL’INQUISIZIONE Avverrà all’inizio del XIII secolo la creazione del tribunale dell’inquisizione il cui scopo era raccogliere le denunce di eresia, interrogare e processare i sospettati; all’interno del tribunale vi erano i deputati, il braccio secolare e membri del clero. Il tribunale dell'inquisizione non fu l'unico strumento che venne impiegato per spegnere il dissenso: il pontefice cercò anche di incanalare all'interno della Chiesa cattolica quanto di valido c'era nell'aspirazione di rinnovamento dei movimenti religiosi popolari. Questi movimenti divennero veri e propri ordini religiosi: francescani e domenicani. Francescani: questo nuovo ordine non viene subito accettato dalla chiesa, la sua seconda formulazione venne poi accettata. L'ordine francescano lasciava un segnale fondato sul rifiuto dei beni materiali e sulla povertà assoluta. I frati non potevano possedere nulla e dovevano far ricorso alla carità. Corrente spirituale: andavano in giro vestiti con un saio e vivevano di elemosina, rinunciando alla proprietà privata; alcuni verranno considerati eretici. Corrente conventuale: vivono all’interno dei conventi e riconoscono la proprietà privata. Domenicani: Domenico di Guzmàn intuì un fatto fondamentale: l'ignoranza del clero cattolico in materia religiosa era una delle cause principali del successo degli eretici. Domenico voleva creare un gruppo di monaci colti che fosse la spalla della chiesa e fosse in grado di attaccare gli eretici. Conoscevano i testi sacri, erano in grado di argomentare e controargomentare; la loro figura è fondamentale nel tribunale dell’inquisizione. FEDERICO II e impero di Sicilia Nel 1208 il papa Innocenzo III concede a Federico II l’impero di Sicilia ma non la Corona imperiale, che ricereverà nel 1220 grazie a papà Onorio III nel 1220. Onorio III conferisce la corona imperiale a Federico II a patto che facesse una crociata Questa crociata susciterà grande scandalo da parte del papa perché non fu violenta ma pacifica. Federico II è di famiglia normanna e tedesca ma riconosce la propria casa nel meridione di Italia, a Palermo. • da una nuova legislazione: a Melfi scrive le costituzioni melfitane, pubblicate nel 1231, un sistema di legge molto avanzato, uniforme su tutto il territorio, che rimarrà valido sino all’unità di Italia. • decide di creare un corpo di funzionari di stato, un corpo che avrebbe dovuto far rispettare la sua legge. • fonda l’Università di Napoli che rivaleggerà con l’Università di Bologna nell’ambito degli studi giuridici. • crea una scuola di medicina a Salerno, dove era consentita la dissezione dei cadaveri; questa era una cosa scandalosa ma fondamentale per conoscere il corpo. I medici della scuola di Salerno sono dunque molto rinomati. • all’interno della sua corte accoglie poeti, scrittori e artisti di vario genere; la scuola poetica è una delle più famose ed importanti. • è molto legato ad un economia agricola e non si rende conto dell’importanza delle città impedendone la crescita. Contro Federico II si ribellano Enrico VII, il figlio, che lo accusa di privilegiare la Sicilia e di lasciare troppo spazio ai signori feudali in Germania. Federico riusce anche a sconfiggere la lega lombarda (comuni che desideravano l’autonomia) nella battaglia di Cortenuova (1237); riesce inoltre a sconfiggere le navi alleate del Papa presso l'isola del Giglio. Federico però muore nel 1250 e il papa dichiara che “Dio gli ha fatto un favore” sottraendo la vita ad un personaggio così dannoso per la chiesa. ANGIOINI e ARAGONA Nel 1258 però viene incoronato re di Italia Manfredi, figlio di Federico II, personaggio molto colto e intelligente, incontrollabile da papa Clemente IV. Il papa lo scomunica (perchè avrebbe portato avanti una politica antipapale) e proclama re di Sicilia Carlo d’Angiò, fratello del re di Francia, che avrebbe portato avanti una politica filopapale. Carlo d’Angio sconfigge Manfredi a Benevento nel 1266; gli Angioni si trasferiscono nel meridione di Italia e trasferiscono la capitale a Napoli. Gli Angioini ritenevano i territori del meridione come utili, da sfruttare, impediscono lo svolgimento dei mestieri e spadroneggiano nel territorio (tassazione e sfruttamento), infatti non erano ben voluti dalla popolazione meridionale. In Sicilia si pensa di liberarsi degli Angioini e viene pensato Pietro d’Aragona come possibile re di Sicilia; egli proveniva dai regni iberici, Aragona regione della Spagna. Gli Aragona erano molto interessati alla Sicilia prevalentemente per la sua posizione centrale nel mediterraneo. Pietro d’Aragona si era sposato con la figlia di Manfredi e quindi sarebbe stato accolto pacificamente dal popolo. Scoppia dunque una rivolta contro gli Angioini perchè una donna siciliana viene molestata dai soldati francesi e da ciò viene dato avvio alla guerra del Vespro. Questa guerra finisce con la pace di Caltabellotta nel 1302, in seguito a questa pace la Sicilia e meridione d’Italia vengono separati: Napoli è angioina e la Sicilia diventa aragonese. • Monarchia francese in mano degli Angioini • Regno di Sicilia degli Aragona FAMIGLIA ASBURGO Diventa imperatore tedesco Rodolfo I d’Asburgo, gli Asburgo saranno legati al trono imperiale per moltissimo tempo e a lori sarà anche legata la fine dell’impero medievale, perché essi si rendono contro della frammentazione dell’impero. La famiglia d’Asburgo, ormai priva di aspirazioni universalistiche, segno un netto ridimensionamento dell’autorità imperiale: Rodolfo I si impegnò nel consolidamento del proprio potere in Germania accrescendo i domini personali degli Asburgo, conquistando l’Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Le istituzioni universali entrano in crisi e si ritrovano ad affrontare le potenti monarchie nazionali (Francia, Inghilterra, Spagna). La conclusione universalistica dell’impero avviene nel 1356 quando venne scritto un documento emanato da Carlo IV: la Bolla d’oro, che sancisce che il titolo imperiale è elettivo da parte di 7 principi tedeschi (3 principi ecclesiastici 4 principi laici) • l’impero viene ridimensionato dal punto di vista territoriale: si limita all’area tedesca; • l’imperatore non controlla i principi, il titolo imperiale diventa onorifico, legato all’area tedesca e non è più universale. COMUNI: consolare - podensarile - popolare I comuni erano delle piccole sovranità sparse nel territorio del nord Italia in grado di autogovernarsi pur essendo sottomessi all’impero. In questo periodo i comuni subiscono diversi cambiamenti tra XII e XIII secolo: viene introdotta l’istituzione del podestà e dunque si passa da comune consolare a comune podensarile; questo perché i conflitti tra gli aristocratici erano divenuti ormai troppo frequenti. Il podestà è uno straniero, esperto di legge e diritto, accompagnato da una milizia armata che fa rispettare la legge, ha un potere limitato nel tempo ed essendo uno straniero è esterno alle diatribe delle famiglie aristocratiche. Le lotte non sono solamente tra gli aristocratici per il potere ma anche tra popolo grasso e popolo minuto. Si parla dunque di grande borghesia (grandi banchieri; corporazioni più ricche) e piccola-media borghesia (esercitavano i mestieri meno redditizi). Da questi conflitti si arriva dunque a un comune popolare. Un comune popolare fu istituito nella città di Firenze, dove si verificarono le Battaglie dei Ciompi. Comuni Oligarchici In diversi comuni abbiamo l’affermazione di forti oligarchie: ad esempio a Milano e in particolare a Venezia dove c’era al comando l’istituzione del doge. Il doge veniva eletto dal maggior consiglio, assemblea delle persone aristocratiche (i nuovi ricchi) di Venezia. Avviene però nel 1297 la serrata del maggior consiglio: Si stabilì che solo un certo numero di famiglie potessero accedere all’organo consiliare principale. Ciò impose di fatto alla guida della città un’oligarchia che si riproduceva il ereditariamente, e limitava sia il potere del doge sia ogni possibilità di rinnovamento politico. MONARCHIE NAZIONALI Processo di formazione di una monarchia nazionale: Sovranità: è il potere che si esercita in maniera perpetua su di un territorio riconosciuto ossia delimitato da confini tracciati; il potere del sovrano è legittimato da tutti Se il re di Francia voleva detenere la sovranità Doveva godere di un certo prestigio ossia doveva essere riconosciuto per poter esercitare all’interno del suo territorio il potere Aveva inoltre bisogno di esercitare la forza (tramite esercito, polizia ecc); necessitava un corpo burocratico (giudici, legislatori, amministratori della grande borghesia ecc). Per mantenere queste persone bisognava esigere le tasse. Necessità di simboli del potere (oggi le bandiere): giglio del re di Francia; leone per l’Inghilterra dei plantageneti. Il sovrano deve avere la dignità: deve essere riconosciuto dal popolo e dagli stranieri. Il sovrano accentra il potere nelle sue mani cercando di toglierlo all’aristocrazia andando a formare una monarchia nazionale. Francia - Spagna - Inghilterra Da un lato abbiamo un estrema frammentazione del potere mentre dall’altro un’accentramento del potere Questo processo di accentramento del potere porterà: - In Francia si arriva alla forma più perfetta di monarchia assoluta di Luigi XIV. - In Spagna si arriva ad una monarchia assoluta ma non avanzata quanto quella francese. - In Inghilterra il potere della monarchia accentrata era un potere limitato, non assoluto, non sciolto da vincoli. Questo porterà l’Inghilterra ad essere il primo paese con stampo liberale. IL PAPATO DI AVIGNONE Concluso il conflitto tra Bonifacio VIII e Filippo il bello, viene eletto papa il francese Clemente V, che decide di trasferire la sede papale ad Avignone, città che apparteneva ai territori della chiesa. Si parla di cattività avignonese 1309-1376, durante questo periodo si succedono sette papi, tutti di nazionalità francese; il papato raggiunge ad uno dei momenti più bassi della sua storia perché i papi sono sottomessi al re di Francia e inoltre questo papato è famoso per le richieste di tasse e per la mondanizzazione sfrenata. Vendita delle indulgenze In questo periodo inizia la pratica della vendita delle indulgenze per i defunti. In quest'epoca si era ormai radicata in tutto il mondo cristiano l'idea del Purgatorio, il luogo dove i defunti non meritevoli né dell'Inferno e del Paradiso espiavano le loro colpe per un tempo più o meno lungo, in attesa di essere ammessi in Paradiso al cospetto del signore. Le indulgenze si reggono sulla teoria del tesoro dei santi: un santo è colui che ha avuto una vita ad imitazione di quella del Cristo, ha fatto numerosissime opere buone, tante quanto quelle che ha fatto il Cristo. Queste “opere buone” costituiscono “Il tesoro dei santi”, che, in questo periodo, viene utilizzato dalla Chiesa per togliere delle penitenze ai peccatori che ne facevano richiesta. Ciò si verifica a partire dalle crociate, quando venivano tolte le penitenze scontandole con i tesori dei santi. In origine dunque queste indulgenze venivano utilizzate in modo limitato e da una persona fisica ad un altra persona fisica. Con il passare del tempo queste indulgenze iniziano ad essere date per procura: si chiedevano le indulgenze per interposta a persona: vennero introdotti dei "suffragi" da parte di parenti in nome dei loro cari defunti, che avevano l'effetto di abbreviare la permanenza di questi ultimi in Purgatorio. La chiesa iniziò ad arrogarsi il diritto di intervenire sul divino, togliendo dei peccati ai morti, in cambio di una somma di denaro. La chiesa arrivò anche a concedere la Grazia, l’accesso al Paradiso, ovviamente sempre attraverso denaro. Santa Caterina da Siena Santa Caterina da Siena è annoverata tra le donne laiche che iniziarono una silenziosa riforma della Chiesa attraverso la pratica di vita penitenziale e mistica. Quando nel 1309 la sede papale era stata trasferita ad Avignone, Caterina inizia soffrire molto e desiderava aiutare i papi a tornare nella capitale della cristianità. Nel 1376 raggiunse il Papa ad Avignone e riuscì a convincerlo a tronare a Roma MAGNA CHARTA LIBERTATUM Il processo di rafforzamento della monarchia inglese si svolge parallelamente a quello della monarchia francese. In Inghilterra si limita il potere dell’aristocrazia e viene creato un potere centralizzato; in seguito alla perdita della battaglia di Bouvines, in Inghilterra si inizia il percorso che sfocerà nella prima monarchia liberale. Nella battaglia di Bouvines viene sconfitto il re d'Inghilterra Giovanni “Senza terra”, che dopo aver perso numerose terre ritorna in patria. Essendo stato sconfitto si trova in una posizione di debolezza, deve dunque venire a patti con l’aristocrazia. L’aristocrazia, approfittando della situazione di debolezza del re, lo privarono di una serie di concessioni, diritti e privilegi che confluiscono nella Magna Charta Libertatum del 1215, dove c’è scritto che: • è un documento firmato dalla monarchia inglese in quanto persona giuridica; • è sancita la necessità di creare una Camera dei Lords, rappresentante la grande aristocrazia inglese (1241); • creazione di una Camera dei Comuni, che comprendeva i rappresentanti del basso clero, della piccola nobiltà, della borghesia cittadina 1339; Queste camere limitavano il potere del re, devono essere chiamate dal re e lo obbligano relativamente alla materia fiscale, dunque il re non può richiedere nuove tasse se non con l’approvazione delle camere. Il re non ha un potere assoluto ma limitato: è vincolato alle decisioni di altre istituzioni. Questo implica che ci sia un potere di origine popolare che limita il potere del re, dunque il concetto di teocrazia, che portava vantaggi non solo al papa ma anche anche al re, viene fortemente indebolito. Nella Magna Carta c’è il primo abbozzo di Habeas Corpus, una questione dove si riconosce che un suddito del re di Inghilterra deve essere giudicato su una legge e dai suoi pari e deve essere in grado di difendersi. SPAGNA Intorono alla metà del XIII secolo si è ormai concluso il movimento di Reconquista dei territori occupati dai musulmani. Tra gli stati della Spagna sono importanti la Castiglia e Aragona, due stati profondamente diversi: Castiglia, di economia agricola; Aragona, stato di commercianti; questi Stati iniziarono il processo di rafforzamento delle istituzioni monarchiche, che produrranno la Spagna nel senso moderno. CRISI DEL TARDO MEDIOEVO o CRISI DEL ‘300 Nel corso del XIII secolo si assiste all’arresto della crescita demografica che si era verificata nell’Alto Medioevo. Le ragioni di questa caduta demografica sono molteplici: Le risorse erano insufficienti rispetto all’aumento della popolazione: si praticava il disboscamento per ottenere nuovi campi e venivano dunque coltivati i campi più fertili e poi quelli meno fertili derivati disboscamento. Questo però non aveva determinato un miglioramento della condizione della popolazione poiché la fertilità di queste terre era molto fragile, infatti la resa dei raccolti diminuiva notevolmente non riuscendo così a sopperire al crescente fabbisogno alimentare. Lo squilibrio tra la crescita della popolazione e la capacità produttiva del mondo rurale fu all'origine delle numerose carestie ed epidemie. Un ulteriore causa di questa crisi fu la fase di inasprimento del clima: inverni molto piovosi trasformavano in campi in acquitrini. PESTE NERA Arriva in questo momento la peste nera, attaccata agli esseri umani dalle pulci dei topi che sono state importate in Europa dall’Hymalaia. La peste si era diffusa nel regno dei mongoli che comprendeva i territori fino al Mar Nero, in particolare la città di Caffa, invasa dalla peste nel 1346. Caffa era una base commerciale genovese; i genovesi trasmisero la peste in tutta quanta l’Europa nel 1348. Arriva poi in Russia nel 1350. La peste nera ha causato una mortalità immensa tra 50%-60%; la popolazione si riduce di 30 milioni di persone (1/3 della popolazione europea). La diffusione fu così vasta perché all’epoca la medicina era impotente e le teorie diffuse ritenevano che si diffondesse tramite l’aria (teoria miasmatica) mentre secondo la teoria araba che si diffondeva attraverso gli influssi degli astri. Un'altra causa della diffusione di questa malattia è sicuramente l'ambiente: le città medievali erano malsane e inospitali. Si tratta dunque di un fenomeno epocale che porta a delle conseguenze: reazioni di isteria collettiva poiché si pensava fosse una punizione divina che simboleggiava l’avvicinamento dell’Apocalisse. In questo periodo si diffondono le sette flagellanti che si frustravano e si preparavano per l’aldilà, per purificarsi. Questo precedette le persecuzioni degli ebrei che si considerarono i responsabili poiché capro espiatorio; vennero accusati di essere untori, anche la chiesa cerco di tirare il freno a queste persecuzioni. GUERRE e SACCHEGGI Questo è anche un periodo di guerre e saccheggi, caratterizzato in particolare dalla guerra dei 100 anni tra Francia e Inghilterra, i cui eserciti si dedicavano al saccheggio e alla devastazione delle campagne europee. CRISI DELLA RENDITA SIGNORILE Il crollo demografico ha delle conseguenze anche dal punto di vista economico. Economia: si fonda sulla legge della domanda e dell’offerta: il prezzo della merce dipende dalle quantità disponibili di tale merce. A questo punto si ha il crollo del prezzo dei cereali poiché la loro produzione era aumentata: i campi continuavano ad essere coltivati mentre la popolazione diminuiva. Parallelamente alla morte delle persone, la forza lavoro diminuisce e dunque il suo prezzo inizia ad aumentare. Per tale motivo viene dunque abbattuta la rendita dei campi perché la forza lavoro costa tanto e il prodotto costa poco. Nella prima fase della rivoluzione il leader dei Ciompi, Michele di Lando, diventa capitano del popolo e vengono introdotte nuove arti che possono entrare nelle istituzioni della città di Firenze; si ha una rappresentanza che però non riesce a portare la politica dei Ciompi. Le arti fiorentine decidono però una serrata (contrario di sciopero), che viene organizzata dai datori di lavoro che decidono di chiudere gli studi artigiani. *Sciopero: iniziativa presa dalla classe lavoratrice, solitamente per avere salari più elevati. Si ha dunque una seconda insurrezione dei Ciompi che viene però repressa con il sangue e dunque il loro progetto politico fallisce. Negli ultimi decenni gli storici hanno discusso molto sulla cosiddetta "crisi del 1300" e sono emerse due scuole di pensiero prevalenti: - depressionista: sostiene che l'Europa del 1300-1400 fu colpita prima da una crisi economica, poi da una generale depressione economica che durò circa un secolo e mezzo. - riconversionista: processo di riconversione che fu innescato dalla crisi trecentesca, dal momento che alle difficoltà di un settore produttivo corrispose lo sviluppo di un altro (introduzione di numerose tecnologie ecc.). Guerra dei 100 anni (1337-1453) Un’altra questione che era a fondamento delle rivolte sociali era la guerra: guerra dei cent’anni, che coinvolge Francia e Inghilterra. Questa guerra è scoppiata per la situazione poco chiara tra queste due potenze: - Rapporto tra i re: il re di Inghilterra era anche vassallo francese, ma in quanto re di Inghilterra non presta omaggio al re di Francia. - Possedimenti inglesi in territorio francese: In seguito alla battaglia di Bouvines; rimase un territorio di possesso inglese nel sud-ovest della Francia che aveva come fulcro la città di Bordeaux. Alla morte di Filippo il Bello, che non ha eredi, si propone Edoardo III, re di Inghilterra; questo può proporsi perché imparentato con la monarchia francese .Tuttavia la nobiltà francese preferisce dare il regno a Filippo VI di Valois. Il re di Francia ritiene i possedimenti inglesi estranei all’interno del regno francese e aiuta gli scozzesi in funzione anti inglese. Un altra situazione importante era nelle Fiandre, che erano economicamente legate all’Inghilterra ma politicamente alla Francia. Scoppia il conflitto inevitabile nel 1337, che si divide sostanzialmente in tre fasi: prima fase: nella prima fase della guerra prevalgono gli inglesi, che riescono persino a catturare il nuovo sovrano francese Giovanni II. Con la pace di Brétigny (1360), l'Inghilterra rinuncia alla corona francese, ottenendo però in cambio vastissime regioni della Francia meridionale e un enorme riscatto per la libertà del re. I successi inglese sono dovuti all'impiego nei combattimenti di una fanteria di arcieri, che si opponevano alla lenta cavalleria francese. seconda fase: coincide con una grave crisi dinastica che determinerà la salita al trono di Francia del sovrano Carlo VI, affetto da turbe mentali. La nobiltà francese era divisa in due fazioni, gli armagnacchi e borgognoni. Gli inglesi, grazie all'appoggio dei borgognoni, sconfissero l'esercito francese ad Azincourt, occuparono la Normandia e Parigi. I francesi però con il loro spirito nazionale riescono a reagire. terza fase: ha il simbolo della ripresa francese Giovanna d'arco, una fanciulla di umili origini contadine che si considera chiamata dal signore alla missione di indicare i francesi la via della riscossa. La sua figura guida i francesi nella liberazione dell'importante città di Orleans. Giovanna d’arco (punzella di Orleans) viene fatta prigioniera dagli inglesi, accusata di stregoneria e mandata a rogo. La rinascita nazionale dei francesi era ormai stata messa in moto: Carlo VII riorganizzò l'esercito sul modello inglese e sconfisse ripetutamente gli invasori, riconquistando Parigi e la Francia settentrionale. Nel 1453 il re d'Inghilterra abbandonò la Francia, mantenendo la sola città di Calais. LE ORIGINI DEGLI STATI NAZIONALI Nell'età della guerra dei cent'anni e nel periodo immediatamente successivo in Francia, in Inghilterra e in Spagna le monarchie si rafforzarono notevolmente. Si inizia a parlare del concetto di sovranità moderna nazionale. In una monarchia feudale si aveva un potere decentrato basato sulla fiducia personale e che ha una forza decentrata perché gli eserciti dei feudatari potevano rivaleggiare con quello del re. Nelle monarchie nazionali invece il sovrano accentra il potere nelle sue mani cercando di toglierlo all’aristocrazia; questo avveniva attraverso: - creazione di eserciti nazionali; questi eserciti sono molto costosi e di conseguenza i sovrani dovettero elevare la tassazione, dunque istituire anche una burocrazia efficiente e chiedere prestiti alle banche. - nuovi armamenti: l’artiglieria (cannone), molto costosa perché richiedeva di fondere grandi quantità di metallo, creare una ricerca scientifica per migliorarne l’efficienza, addestramento del soldato. APPARATO BUROCRATICO Il problema è legato al denaro, è necessaria una burocrazia di provenienza borghese che si occupi della riscossione del denaro; la macchina statale diventa più complessa ed è dunque necessaria la fondazione di nuovi uffici (in Francia la conte dei conti). Tassazione: Il sistema della tassazione inizia a svilupparsi con le monarchie nazionali ed è basato su una tassazione di tipo: • diretto: colpisce direttamente i capitali, le rendite, le proprietà; colpisce chi ha di più. Viene introdotto questo tipo di tassazione e dunque ad elaborare i primi catasti. Vi sono però dei ceti privilegiati che non pagano le tasse (in Francia il clero e l’aristocrazia). • indiretto: tassazione pagata alle dogane sulle merci e nell’acquisto delle merci e le dogane; questa tassazione colpisce tutti. (Oggi l’IVA o le accise). In questo periodo abbiamo l’origine delle nazioni. Nazione: è un ente di carattere culturale caratterizzato da gruppo di individui cosciente di una propria peculiarità e autonomia culturale e storica; ciò che distingue le nazioni è la lingua; concetto che si sviluppa a partire dal 1800, parallelamente al movimento culturale del Romanticismo; tuttavia le radici del concetto di nazione sono nel Medioevo. Stato: è un’ente giuridico: specificatamente esercita la propria sovranità ed è costituito da un territorio e da un popolo che lo occupa, da un ordinamento giuridico formato da istituzioni e norme giuridiche. Patria: l'ambito territoriale, tradizionale e culturale, cui si riferiscono le esperienze affettive, morali, politiche dell’individuo (concetto di appartenenza) SPAGNA: nazione, stato o patria? La Spagna non può essere una nazione perché al suo interno ci sono diverse comunità nazionali: c’è un anima castillana, basca, catalana. I confini nazionali non sempre coincidono dunque con quelli statali: i territori baschi non sono solo spagnoli ma anche francesi. MONARCHIA FRANCESE La Francia esce vincitrice dalla guerra dei cent’anni, e quindi la sua monarchia è uscita con un prestigio notevolissimo per quanto abbia rischiato. Nel 1400 la Francia estende i propri territori arrivando praticamente a costituire la Francia che conosciamo oggi geograficamente parlando. La Borgogna aveva creato molti problemi alla Francia quando c’era stata la guerra civile, tra armagnacchi e borgognoni, ma nonostante tutto viene annessa a regno francese insieme a molti altri territori come l’Angio e la Franca Contea. La Francia durante il 1400 cresce dal punto di vista territoriale era sicuramente uno stato solido economicamente, territorialmente e militarmente. Era una super potenza che aveva confermato la monarchia nel proprio territorio e cominciava a porsi degli obiettivi sulla conquista di altri territori, in particolare in Italia. Vedremo poi come alla fine del 1400 Carlo VIII, re di Francia, si lanciò nell’impresa italiana e dimostrò al mondo come l’Italia sarebbe potuta diventare facile terra di conquista. GUERRA DELLE DUE ROSE; mon. Inglese Dopo aver perso la guerra dei 100 anni, ha inizio una guerra dinastica dal 1455 fino al 1485, denominata guerra delle due rose, che assunse le connotazioni di una guerra civile. Questa contesa prende il nome dagli stemmi delle due famiglie contendenti: la casata dei Lancaster (rosa rossa) e quella degli York (rosa bianca), assunse toni di un avere propria guerra civile. Questa guerra si concluse nel 1485 con la vittoria dei Lancaster, che posero sul trono Enrico VII, fondatore della dinastia Tudor. L'anno dopo, in segno di pacificazione il nuovo re sposò Elisabetta di York. A questo si la possibilità di mettere sotto controllo l’aristocrazia, che era stata dimezzata in numero dalla guerra: essendo gli aristocratici numericamente di meno sono più facili da controllare. Viene allora creata la Camera stellata finalizzata al controllo degli aristocratici che si sono opposti alle decisioni del re. Enrico VII non convoca quasi mai il parlamento ma valorizza il Consiglio regio, abbiamo dunque a che fare con una monarchia molto solida che accentra il potere nelle sue mani. Nell'amministrazione locale il sovrano evitò di utilizzare un apparato costoso di funzionari e impiegati e si servì invece di alcuni giudici di pace appartenenti alla gentry, la piccola aristocrazia di campagna; questi non erano pagati e dunque erano indipendenti. I giudici di pace svolgevano funzioni giudiziarie, di manutenzione alle strade, di sorveglianza delle corporazioni al controllo dei prezzi. La classe media inglese era formata anche dagli Yeomen, ossia non aristocratici che appartenevano alla classe media e vivevano nelle città. Da questo momento l’Inghilterra svilupperà poi una grande flotta che diventerà una delle più potenti. SCISMA D’OCCIDENTE La chiesa cattolica ad Avignone è corrotta e aveva iniziato la pratica delle indulgenze. Essa puntava più al potere temporale che quello spirituale. Nel 1377 viene eletto papa Gregorio XI e decide di tornare a Roma, perché nel frattempo si erano sviluppati dei movimenti, in Italia in particolare, che spingevano affinché il papa tornasse a Roma (S.Caterina da Siena). Effettivamente il papa torna a Roma ma nel 1378 muore e viene fatto papa Urbano VI, italiano e eletto da cardinali italiani. I cardinali francesi non lo riconoscono ed eleggono Clemente VII che decide di rimanere ad Avignone. Inizia il vero e proprio scisma, la Chiesa cattolica risulta spaccata in due: i papi si scomunicano l’uno con l’altro e l’Europa stessa si spacca a metà perché le potenze europee in alcuni casi sono favorevoli al Papa francese e altri a quello romano. Questa è l’origine dello scisma d’oriente. Questo scisma dura per circa quarant’anni, dal 1378 al 1418, e viene risolto solo all’interno di un grande concilio ecumenico convocato nella città di Costanza. Non è la prima volta che viene convocato un concilio per cercare di sistemare la situazione. Era stato convocato, in precedenza, un concilio a Pisa, che aveva prodotto un terzo Papa. Questo terzo Papa non era stato riconosciuto da Urbano VI e da Clemente VII che lo avevano scomunicato e lui a sua volta li aveva scomunicati, dividendo la cristianità cattolica in tre parti. Tuttavia tramite il concilio di Costanza, la cristianità cattolica tornò ad essere una, attraverso l’elezione di un Papa conciliare, Papa Martino V. Dottrine della chiesa DOTTRINA TEOCRATICA: dottrina dominante sino a questo momento. dal punto di vista politico la teocrazia è l’idea della monarchia assoluta trasferita all’interno del governo della chiesa. Nella teocrazia si parte dal presupposto che tutto il potere derivi da dio. Questo potere dio lo avrebbe dato al suo rappresentante in terra, il papa, il quale è libero di cedere il suo potere ai propri sottoposti, che siano ecclesiastici oppure laici. Questa dottrina è stata importante nella costituzione delle monarchie nazionali, perché i re potevano affermare di avere un potere superiore rispetto a quello di tutti gli altri, perché deriva direttamente dal papa . Importante anche per giustificare la superiorità del potere spirituale su quello temporale, (Gregorio VII con il dictatus papae, Innocenzo III, Bonifacio VIII). La dottrina teocratica, però, si rivela inefficace nel provare a risolvere le problematiche relative al grande scisma d’occidente. Era quindi necessario trovare un qualcuno che decidesse chi fosse il papa legittimo. questo qualcuno viene identificato nel concilio ecumenico, cioè in quel concilio costituito dai massimi rappresentanti spirituali e temporali della Chiesa. Questa parte migliore della chiesa, come definirebbe Marsiglio da Padova , un grande filosofo politico dell’epoca, avrebbe dovuto decidere chi poteva essere il papa. Non abbiamo più a che fare con una monarchia assoluta perché c’è un istituzione, il concilio, che può decidere chi è il papa e limitarlo nelle sue scelte DOTTRINA CONCILIARISTA: istituzione che ha la sovranità sulla chiesa, con il papa o persino al di sopra del papa. Questo concilio non deve essere riunito quando muore il papa per eleggerne un altro (cardinali che eleggono il papa in conclave), ma deve essere convocato spesso per indirizzare costantemente nel tempo l’azione del papa; questo concilio presenta delle somiglianze con il parlamento inglese. Se seguiamo la dottrina conciliarista non abbiamo più una monarchia assoluta, ma una monarchia limitata: il Papa decide ma deve necessariamente ascoltare il concilio ecumenico o addirittura potremmo definire il governo della Chiesa un’aristocrazia, perché il concilio sembra avere un potere superiore a quello del Papa. Il Papa però si rende conto che questa dottrina conciliarista rappresentava un limite al proprio potere e intorno al 1460 riuscirono a farla definire una dottrina eretica, ritornando ad un’idea monarchica e assoluta del ruolo del Papa all’interno della Chiesa. In quest’epoca, a partire dalla fine del trecento, nelle discussioni che erano nate tra la Chiesa dell’impero si era sviluppato anche il pensiero di uno dei maggiori filosofi del tardo medioevo Guglielmo d’Occam. DOTTRINA DI MATRICE PIU’ DEMOCRATICA: Guglielmo d'Occam era un frate francescano che aveva idee particolari sul concetto di chiesa: riteneva che a decidere della chiesa dovesse essere la chiesa stessa. Per chiesa intendeva la comunità ecclesiastica e quindi la comunità dei fedeli, dunque le decisioni relative alla chiesa, dovrebbero trasmettersi dal basso verso l’alto. Con questa affermazione, sembra che Occam alluda a una sorta di democrazia partecipativa all’interno della chiesa: i membri della chiesa stessa devono decidere relativamente alla dottrina e i vertici, il papa e il concilio devono costantemente ascoltare i fedeli e comportarsi di conseguenza. Questa dottrina venne fortemente osteggiata dal papa, che voleva concentrare tutto il potere nelle proprie mani. La chiesa riesce a tornare all'unità, il papa riesce a riacquisire un forte potere all’interno della chiesa, limitando o annullando in quanto eretiche queste dottrine che si erano sviluppate nella seconda metà del 300 e nei primi decenni del 400. La Chiesa, durante il 300 e i primi decenni del 400, era comunque fortemente caratterizzata dalla corruzione, dalla mondanizzazione, interesse nei confronti dei beni terreni, piuttosto che alla cura spirituale delle anime, una Chiesa che cominciava ad introdurre la questione dell’indulgenze (Chiesa avignonese). Questa chiesa, così corrotta, piena di problemi e legata al potere temporale, produce eresie: DOTTRINE MISTICHE: Prevedevano una più diretta connessione con il divino derivante dalla preghiera, dalla privazione (misticismo). Figure mistiche che si diffondono all’epoca sono Caterina da Siena, Santa Brigida di Svezia, Giovanna d’Arco. Il misticismo è però una risposta che rimane all’interno della Chiesa. La chiesa era dunque divisa, da un lato vi era una forte mondanizzazione, dall’altro la ricerca di contatto della divinità di carattere mistico. eretici a fondamento di grandi questioni politiche e delle teorie di Martin Lutero: John Wyclif: Abbiamo già citato questo personaggio quando abbiamo parlato delle rivolte medievali. il movimento di Taylor e Bonn che si era sviluppato in inghilterra, aveva una matrice di carattere anche religioso, che derivava proprio dalle predicazioni di John Wyclif. Le sue teorie scatenarono ampi dibattiti durante la sua vita, ma vennero definite eretiche dopo la sua morte nel 1418 nel concilio di Costanza e le sue ossa vennero riesumate e bruciate. idee di Wyclif: CHIESA INVISIBILE e VISIBILE Introduce, in accordo con molti altri eretici dell’epoca, la distinzione tra chiesa visibile e chiesa invisibile. - chiesa visibile: la chiesa delle istituzioni ecclesiastiche, la chiesa del papa, dei cardinali, degli abati, dello sfarzo, della mondanizzazione, della corruzione. - chiesa invisibile: è invece la chiesa pura, costituita da veri cristiani che si muove all'interno della chiesa visibile e vorrebbe sostituirla. La chiesa visibile al mondo è corrotta, che paradossalmente sta facendo l’opposto di ciò che dovrebbe fare, non salva le anime, ma le destina alla dannazione. (argomento ripreso e portato alle estreme conseguenze da lutero. se la chiesa non salva le anime con i suoi comportamenti, ma produce alla dannazione, allora la chiesa non è un prodotto di dio ma del diavolo. Lutero arrivava a sostenere che il papa fosse l’anticristo) TRADUZIONE DEL TESTO SACRO Se la chiesa visibile è inaffidabile, chiunque dovrebbe potersi avvicinare al testo sacro indipendentemente dai membri di questa chiesa visibile. Il testo sacro per essere maggiormente appetibile a tutti deve essere tradotto dal latino alle lingue volgari, Wyclif lo traduce in inglese. L’unico testo sacro accreditato dalla chiesa era la vulgata di San Girolamo in latino. Il latino era una lingua dell'élite culturale, quindi, di conseguenza il testo sacro poteva essere letto e interpretato da sole pochissime persone. SACRAMENTI: messa John Wyclif va a toccare i sacramenti, in particolare il quello della messa: secondo la dottrina cattolica durante la messa, avviene il miracolo della transustanziazione, ovvero l'ostia e il vino rimangono tali all’apparenza, ma la loro sostanza muterebbe in reale corpo e sangue del cristo. Questo miracolo sarebbe originato dal potere divino incanalato dagli uomini di chiesa, gli unici ad avere questo potere di poter trasformare la sostanza (trans. mutare sub stanza: la sostanza = mutare la sostanza). Wyclif parte dal presupposto che nessun uomo sia in grado di fare miracoli, e che quindi conseguentemente durante la messa non avvenga nessun miracolo. Wyclif non portava con sé solo una mutazione dottrinale di uno degli elementi chiave del cristianesimo, ma anche enormi conseguenze nell’ambito politico: afferma che gli uomini di chiesa sono uomini come gli altri. Questo tipo di impostazione apre a un discorso relativo al concetto di uguaglianza, che i suoi discepoli predicavano in inghilterra. I discepoli di Wyclif I suoi discepoli erano predicatori, che venivano chiamati lollardi e che predicavano e discutevano queste tesi per tutta l’Inghilterra. Per questo il movimento di Taylor e Bonn che era stato sconfitto in inghilterra aveva le sue radici non solo nelle problematiche di carattere sociale ed economico, ma anche nella predicazione religiosa, per esempio di John Wyclif. Le maggiori potenze italiane MILANO: La città di Milano si era ormai affermata come uno dei centri più attivi e popolosi dell'Europa occidentale, con un'agricoltura avanzata, una fitta rete di canali navigabili che favorivano lo sviluppo dei commerci. Nella città di Milano si ha una vera e propria signoria dei Visconti; questa successivamente, sotto Gian Galeazzo, diventerà anche principato. Questa dinastia crolla rapidamente a causa della debolezza politica delle signorie, che erano costituite da individui dotati di grande talento politico e militare ma lontani dall'assetto di uno Stato accentrato e organizzato. FIRENZE: le istituzioni repubblicane vengono mantenute determinando una criptosignoria. Si mantiene dunque l’apparenza di repubblica ma in realtà il potere è accentrato nelle mani del signore. I signori facevano parte famiglia de Medici. VENEZIA: mantiene le strutture repubblicane nella forma di un’oligarchia; questa da città marittima diventa una piccola-media potenza di carattere territoriale. Fino all’esistenza dell’impero bizantino vantava di rapporti privilegiati e dominava le rotte commerciali verso l’Oriente e per lungo tempo mirava ad un espansione marittima, poi con la caduta di Costantinopoli vengono revocati i privilegi dei veneziani. L’aristocrazia veneziana inizia a prendersi cura delle proprie terre mirando ad un ampliamento territoriale. MERIDIONE: Napoli e Sicilia sono invece due regni molto deboli in quanto dominati da stranieri; si vengono a costituire le signorie dei signori feudali. I baroni imprimevano una forte forza centrifuga rispetto a quello che è il potere centralizzato; godevano di ampia autonomia nell'esercizio dei diritti feudali e non rispondevano ai richiami dell'autorità centrale. STATO DELLA CHIESA: la città di Roma, con il trasferimento della corte papale ad Avignone, era diventata un modesto centro urbano, divenuto mira degli aristocratici e dunque senza un governo stabile e con una miseria diffusa. Cola di Rienzo , un personaggio di umili origini che aveva portato avanti un’insurrezione vittoriosa: ripristinò l'ordine pubblico, calmierò i prezzi, alleggerì le imposte, rese più equa la giustizia. Cola di Rienzo però, iniziando dimostrare un carattere eccentrico e violento, dopo aver imposto una tassa sul sale, fu ucciso nel corso di una sommossa popolare. Il compito di riportare la città sotto il controllo del papato avignonese fu affidato al cardinale spagnolo Egidio di Albornoz; questo risistemò lo stato pontificio dal punto di vista legislativo, emanando le Costituzioni Egidiane, e preparò il territorio per il ritorno del papa. LA PACE DI LODI Nel XV secolo si hanno alcune potenze (Milano, Firenze, Venezia, Stato della Chiesa, meridione) che si scontrano per prevalere. Nel momento in cui uno di questi stati sembrava avere un potere maggiore veniva sconfitto dalla coalizione degli altri; dunque la situazione dell’Italia è caratterizzata da uno scontro permanente (che non ha mai un vincitore) per l’egemonia sul territorio. Questi stati nel 1454 decidono di sancire la pace con la pace di Lodi. Questa pace durerà alcuni decenni e sancirà un equilibrio e favorirà lo sviluppo della cultura umanista; questa viene stabilita in funzione anti-turchi. Nel 1455 viene fatta la lega italica a cui partecipano tutti gli stati ad eccezione di Milano, il cui scopo era quello di mantenere l’equilibrio della penisola e combattere contro coloro che si opponevano a questo equilibro. È il primo abbozzo dunque di unione italiana. Lorenzo de Medici In questo periodo Lorenzo de Medici ha un ruolo importante; questo era successore di Cosimo de Medici e dunque era divenuto il cripto-signore di Firenze. Lorenzo dimostra di essere più abile del suo predecessore: è un abilissimo politico e diplomatico, riesce a fare gli interessi di Firenze e diventa il mediatore dei diversi stati italiani e dunque mantenere in una relativa pace il territorio. Non mancano però alcuni conflitti e complotti, tra cui la congiura dei Pazzi, famiglia rivale dei Medici; altri complotti furono organizzati dai Papi. Nel 1492 muore Lorenzo De Medici. Dopo la morte di Lorenzo de Medici si inizia a deteriorare maggiormente l’equilibrio che si era formato. Rapporti Milano-Napoli (conseguenze alla morte di Lorenzo De’Medici) Nel 1494 il re di Francia Carlo VIII, chiamato a Milano da Ludovico il Moro, scende in Italia in seguito ad una crisi interna al ducato di Milano. La lega italica avrebbe dovuto sollevarsi contro l’invasore; ciò non avviene e viene accolto con tutti gli onori da Piero de’Medici, i Medici infatti vengono cacciati via determinando la caduta della signoria di Firenze e la nascita della Repubblica. La presenza però di un re così potente nella penisola determina un capovolgimento delle alleanze: Ludovico il Moro costituisce una lega antifrancese che determina la ritirata del sovrano. Tutti iniziano mettere gli occhi sull’Italia in quanto è frammentata. L’Italia diviene dunque territorio di conquista; le guerre in Italia iniziano dopo la discesa di Carlo VIII, e coinvolgono prevalentemente Spagna e Francia che si contendono il potere di Milano e Napoli. La prima fase delle guerre si conclude nel 1516 con la pace di Noyon: Il regno di Napoli rimane alla Spagna e il Ducato di Milano rimane sotto influenza Francese. Le guerre avranno poi come protagonista Carlo V, re di Spagna, che cercherà di riportare in auge l’autorità imperiale. Compagnie di ventura Nessuno degli stati italiani aveva un proprio esercito, ma sono diffuse le compagnie di ventura: composte da mercenari di professione, guidati da aristocratici abili nel combattimento. La presenza delle compagnie di ventura è una piaga: ➡ queste si vendevano al migliore offerente; ➡ eseguivano razzie; saccheggi; stupri; assassini ➡ molto spesso i capitani di ventura venivano ricompensati con territori e dunque diventavano dei soggetti rilevanti; Niccolò Macchiavelli parlò negativamente di queste compagnie di Ventura perché uno stato per poter sopravvivere aveva bisogno di armi proprie. IL MEDITERRANEO DEL ‘400 LA PRESA DI COSTANTINOPOLI Nel XIII secolo lo sviluppo dell’impero Turco, viene limitato nel tempo da una nuova sfiammata dell’impero mongolo; arriverà poi nel 1453 la presa di Costantinopoli, attraverso la quale vennero eliminate con un impresa che viene definita “epica” le ultime vestigia dell’antico impero romano. I bizantini avevano provato a difendersi all’attacco dei nemici, chiedendo anche aiuto agli occidentali e accettando la fusione della chiesa d’Oriente con quella d’Occidente; nonostante questo i Turchi li conquistarono facendone la loro capitale Istambul. In seguito a questa conquista la chiesa di Santa Sofia, la più famosa di Costantinopoli, diventa moschea. ORGANIZZAZIONE DELL’IMPERO OTTOMANO apparato amministrativo: il potere assoluto è accentrato nelle mani di un sultano, che deteneva sia il potere politico che religioso. Il sultano era coadiuvato nelle funzioni di governo da alcuni visir, gli alti ufficiali dell’impero turco. società: la società ottomana era relativamente aperta e tollerante sia nei confronti dei sudditi sia delle altre religioni. La maggioranza delle popolazioni sottomesse era di fede cristiana ortodossa: in cambio del pagamento di una tassa, i cristiani erano liberi di praticare il loro culto. L'unica interferenza turca in campo religioso fu la richiesta di disconoscere l'unione tra la Chiesa ortodossa e quella di Roma sancita dal concilio di Firenze del 1439. La tolleranza degli ottomani favorì l'afflusso nei territori dell'impero sia degli ebrei spagnoli che dei protestanti. IL DOMINIO TURCO SUL MEDITERRANEO I turchi iniziano a dominare il Mediterraneo e a creare alcune basi nel Nord-Africa da dove facevano partire i pirati berberi, che rendevano particolarmente insicura e pericolosa la navigazione nel Mediterraneo in quanto erano soliti effettuare continue incursioni e razzie lungo le coste. Pare che i cittadini di Tellaro fossero stati attaccati dai pirati berberi, e si dice che in quella notte un polpo per avvertire del loro arrivo si era attaccato alla campana per farla suonare. I turchi espandono il loro dominio alla penisola balcanica e, nel periodo di massima espansione dell’impero, pongono sotto assedio la città di Vienna, cuore dell’Europa centrale. L’espansione dell’impero ottomano raggiunge il massimo apice nei primi decenni del 1500. Problemi con le rotte commerciali Il fatto che i turchi dominino il Mediterraneo fa si che si creino alcuni problemi con le rotte commerciali. Con la conquista ottomana di Costantinopoli si determinò uno sbarramento alla penetrazione veneziana e genovese nel Mediterraneo Orientale e nel Mar Nero. Venezia avvia immediatamente trattative con i turchi, riuscendo ad ottenere alcuni vantaggi commerciali; tuttavia non fu più in grado di muoversi con la stessa libertà di prima e i commerci non furono tanto redditizi quanto erano in precedenza. Inoltre il controllo del mercato dell'oro e degli schiavi era in mano agli Arabi. Si ha dunque la necessità da parte degli occidentali di accedere ai mercati creando rotte alternative per non usufruire dell’intermediazione veneziana e araba. INGLESI e FRANCESI Tra la fine del 1400 e inizio del 1500 inglesi e francesi esplorano l’America settentrionale: • Giovanni di Verrazano, a servizio del re di Francia, esplora gran parte delle Nord America; • I fratelli Caboto, a servizio della corona inglese, esplorano più verso il Canada (inglesi). LA CIRCUMNAVIGAZIONE DEL GLOBO Un viaggio (1519-1521) molto importante è quello di Magellano, la prima circumnavigazione del globo. Il navigatore si diresse verso il Sud America e costeggiandolo riuscì a trovare un passaggio (stretto di magellano) che gli consentì di arrivare all’oceano Pacifico. Si diresse poi verso nord, approdando nelle Filippine e giungendo poi in Asia, per poi ritornare in Europa circumnavigando l’Africa. Magellano muore però nel frattempo: viene ucciso in uno scontro con gli indigeni, i suoi ufficiali porteranno a termine l’impresa, Questo viaggio verrà compiuto una seconda volta tra il 1577-1580 dal corsaro inglese sir Francis Drake. I CONQUISTADORES e il processo di colonizzazione spagnolo I portoghesi volevano fondare un impero al solo fine di commerciare, era una colonizzazione che non andava in profondità. La Spagna invece è più interessata a colonizzare il territorio e alla diffusione della religione cristiana. Gli spagnoli si trovarono di fronte a piccole tribù ma anche vere e proprie civiltà (Aztechi, Inca, Maya). La corte spagnola decise di passare alla fase della conquista, affidando a piccoli eserciti, comandati da comandanti chiamati conquistadores, il compito di colonizzare i territori; questi erano personaggi privi di scrupoli e molto aggressivi. Due di questi furono: - Cortes, che determinò la caduta dell’impero Azteco - Pizarro, che distrusse l’impero Inca Queste conquiste vengono portate avanti con stragi, devastazioni e crudeltà, si tratta di scene apocalittiche contro persone inermi. La facilità della conquista è dovuta a molteplici ragioni: - motivi religiosi-culturali: gli Aztechi pensavano che i conquistadores fossero delle divinità azteche, che avrebbero fatto ritorno per restituirgli la prosperità; conseguentemente accolsero amichevolmente i conquistatori. - circostanze politiche: gli Aztechi avevano sottomesso delle popolazioni circostanti e gli europei avevano sfruttato a loro vantaggio questa divisione scagliando tali popolazioni contro gli Aztechi, scatenando una sorta di guerra civile. - i conquistatori erano dotati di tecnologie belliche più avanzate (uso cavalli, armi da fuoco, armature d’acciaio). - gli Europei avevano portato delle malattie a cui gli indigeni non erano immunizzati, come il vaiolo o il morbillo, che scatenarono uno shock microbico. Nel 1492 Colombo arriva in America e già nella metà del 1500 c’era urgente bisogno di manodopera schiavile proveniente dall’Africa in quanto la manodopera locale si era esaurita, la popolazione si era quasi estinta. ECONOMIA Sistema dell’encomiendas: il sistema economico delle colonie spagnole era basato sul lavoro schiavile e l’encomiendas. L’encomendiero aveva un terreno da amministrare su un modello feudale; questo doveva mandare alla corona spagnola una certa quantità di beni in un determinato tempo, tutto ciò che produceva in più poteva tenerlo per se; massacrava dunque la popolazione locale, per tenere per sé tutto il surplus. Questo causa la morte dei nativi, che sono costretti a lavorare in condizioni malsane per molte ore. Nell’ambito dell’agricoltura e dell’allevamento si ha uno sfruttamento della manodopera schiavile nelle haciendas. Attraverso uno scambio di prodotti con l’Europa, vennero esportate nuove culture come patate e pomodori. Riguardo invece l'attività mineraria, il lavoro degli indigeni assicurava un'estrazione sufficiente a basso costo, in grado di soddisfare la richiesta europea di metalli. A questa esportazione corrispondeva un'importazione di beni di lusso e di consumo per i dominatori locali. Il sistema economico delle colonie era infatti basato sul quello che gli storici definiscono sfruttamento per rapina: si sottraevano risorse dal territorio e venivano poi esportate e sfruttate altrove. COMERCIO TRIANGOLARE Si crea il monopolio regio che porterà alla creazione della dottrina mercantilistica; già nei primi decenni del 1500 si crea il commercio triangolare. Il commercio triangolare vede le tre punte del triangolo nelle punte nei tre continenti, era definito come tale in quanto l’Europa portava merci finite di scarso valore in Africa, le scambiava con schiavi che venivano portati in America e producevano le materie prime che venivano portate in Europa allo scopo di produrre prodotti. In questo commercio triangolare solo l’Europa trae vantaggio. GIUNTA DI VALLADOLID “L’ALTRO” Gli europei per la prima volta si ritrovano ad avere a che fare con l’altro assoluto, all’epoca vi era una suddivisone tra fedeli e infedeli. Quando si scopre l’America si ha a che fare con persone che hanno delle capacità, una storia, delle tradizioni e una cultura differenti. Queste popolazioni rappresentavano l’altro, si pensava fossero la tredicesima tribù ebraica; in realtà queste non avevano mai conosciuto il messaggio Cristiano e non rientravano né tra i fedeli né tra gli infedeli. Alcuni europei ritenevano che i nativi non fossero uomini; questo fece si che potessero essere sfruttati. Riguardo tale questione fu convocata la Giunta di Valladolid da Carlo V per la prima volta nel 1550; questa riuniva un consiglio di esperti in diritto e teologia che avevano il compito di stabilire la fondatezza della conquista del nuovo mondo attraverso la sottomissione dei suoi popoli. Per emettere un giudizio che avrebbe poi dovuto orientare le scelte dell’imperatore la giunta esaminò le due teorie contrapposte di Bartolomeo de Las Casas e di Sepúlveda. SEPULVEDA Sepulveda aveva le sue basi nella filosofia tomistica aristotelica, della scuola di San Tommaso d’Aquino; egli parte dal presupposto che i nativi fossero degli omuncolus, un’imitazione degli uomini. Sepulveda fondò la sua tesi su 4 argomenti: - primo argomento: accusa i nativi di idolatria; - secondo argomento: critica la loro rozza intelligenza e la loro natura servile; questo argomento è tratto dalla filosofia aristotelica (Democrates secundus), nella quale si distinguevano popolazioni per natura libere e per natura serve. Dunque anche se i nativi fossero uomini apparterrebbero alla categoria delle popolazioni per natura serve in quanto inferiori dal punto di vista fisico ed intellettuale rispetto agli europei. - terzo argomento: dichiarava l’importanza di convertirli al cristianesimo - quarto argomento: è giusto fare loro guerra perché si ucciderebbero comunque tra di loro attraverso sacrifici e il cannibalismo da loro praticato. BARTOLOMEO DE LAS CASAS Bartolomeo de las Casas, un frate domenicano, dopo aver direttamente osservato le condizioni di vita a cui gli indigeni erano sottoposti, denuncia il trattamento da loro ricevuto. Per Las Casas si trattava di uomini e che, come tali, dovessero essere degni di un certo rispetto; egli fece anche approvare delle leggi per limitare le azioni violente dei conquistadores. Gli indigeni erano persone tranquille, che sarebbero state ben disposte a ricevere l’insegnamento Cristiano. Las Casas fa questa operazione partendo da un punto di vista etnocentrico: la cultura europea era superiore alla cultura dei nativi, questa superiorità era dovuta all’adesione al messaggio cristiano. L’obiettivo di Las Casas è dunque quello di educare i nativi. Las Casas ritiene che la conquista debba essere eseguita in termini pacifici e che bisogni pensare prima alla conversione. De Las Casas presenta le sue contro-argomentazioni: alcune persone muoiono sacrificate, ma queste sono di numero inferiore rispetto a quelle che verrebbero uccise in guerra. L’idea di portare la religione cristiana attraverso la guerra è sbagliata perché i nativi non accetteranno mai in maniera pacifica il messaggio del Cristo. Inoltre si infangherebbe uno dei principi della fede cristiana in quanto non si può uccidere l’innocente e il puro. Da alcuni storici è stata elaborata una teoria differente che prende atto di un altro dato: l’aumento dei prezzi era già presente prima della scoperta delle Americhe e che l'afflusso di metalli abbia avuto incidenza solo in un secondo momento, come fattore che aggravò una tendenza già in atto. L’aumento dei prezzi era dovuto all’aumento demografico che ha provocato l’inflazione in quanto poche merci per le troppe persone. Se io non riesco a produrre merce necessaria ci sarà squilibrio tra domanda e offerta e quella merce andrà a costare di più. Se poi parallelamente il valore della moneta tende a diminuire sarà necessaria ancora più moneta per acquistare; la teoria di Bodin è ancora valida per quanto riguarda i motivi dell’aggravamento. Il nesso tra l'aumento della popolazione e l'aumento dei prezzi emerge con chiarezza da una circostanza: le più alte impennate dei prezzi riguardano i generi alimentari, e soprattutto alimenti di base, i cereali, il cui costo aumentò anche di 15 volte nel giro di pochi decenni. Ne derivò un vasto processo di riconversione delle culture, vale a dire una cerealizzazione dell'agricoltura. AUMENTO DELLA SUPERFICIE COLTIVATA Per rispondere all’aumento della domanda di beni agricoli all’epoca si tendeva ad aumentare i terreni coltivati: i granai diventano giganteschi (in particolare in Italia la Sicilia); tuttavia però non si riesce a soddisfare la totalità della domanda e dunque i prezzi continuano ad aumentare. Il fatto di voler coltivare più terre implica un enorme investimento in ambito agricolo (nuove tecnologie e introduzione di culture specialistiche). Tutta questa situazione porta ad una serie di conseguenze, va a colpire: • salari: si ha un aumento del salario che però non riuscirà a sodisfare i bisogni dovuti all’inflazione in quanto i prezzi aumenteranno più dei salari. • rendita: la rendita è inferiore; si hanno due reazioni dai proprietari: si aumentano gli affitti oppure i proprietari cercano di avere un profitto derivante dall’autogestione dei campi. Se investo una certa quantità di capitale nel mio campo, a quel punto otterrò più prodotto rispetto a prima e aumentare il guadagno. Se veramente il profitto è l’unica fonte di reddito allora possiamo parlare di secoli pre- capitalistici. IL SETTORE TESSILE e L’INDUSTRIA A DOMICILIO Settore tessile: - in Italia (centro-nord) si ha la produzione della seta (tessuto prezioso); - in Inghilterra si hanno tessuti di medio-bassa qualità, - nelle Fiandre si ha un centro commerciale di prima importanza che sarà poi integrato con il sistema economico spagnolo. Estrazione mineraria: si estraggono anche i minerali con nuove tecnologie; questo avviene soprattutto nelle colonie. Si sviluppano parallelamente anche gli altiforni e dunque la capacità di fondere il metallo. Domestic system o industria a domicilio: questo sistema deve il suo nome al fatto che è concentrato nelle singole domus; in questo contesto si afferma la figura del mercante imprenditore, che distribuisce strumenti e materie prime ai contadini che le lavorano e le restituiscono al mercante che le rivenderà come prodotti finiti. Avverrà nel 700 il passaggio con il factory sistem. SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ FINANZIARIA Abbiamo le figure dei banchieri mercanti industriali; la famiglia Fugger, finanziò principi e sovrani in cambio della concessione di monopoli. Ottenne i diritti di sfruttamento di importanti miniere d'argento, il controllo su alcune miniere di rame in Ungheria e Slovacchia, attraverso questi minerali costruirono una fortuna senza pari, basata su molteplici attività. Queste persone erano in grado di dominare non solo l’economia ma anche la politica; crearono un vero e proprio impero commerciale multinazionale e persino in certi aspetti intercontinentale. Si va verso un economia globalizzata, che investe i diversi continenti e si ha anche un aumento del commercio e dei movimenti dell’economia. Grandi centri commerciali europei: - Siviglia: porto principale delle navi spagnole - Lisbona: porto principale delle navi portoghesi - Anversa: uno dei fulcri commerciali d’Europa e del mondo, dove fu creata la prima Borsa. *borsa: luogo nel quale si fissano i prezzi delle merci tramite le contrattazioni. Da un rapporto di compravendita si fissano i prezzi capendo quanta è la domanda di una merce. CONSEGUENZE DELLE ESPLORAZIONI TRANSOCEANICHE (Cipolla) p.461 La scoperta delle miniere determinò un enorme afflusso di minerali preziosi in Europa ➡ Il 25% dell’argento è arrivato in Europa direttamente come tesoro della corona, era direttamente nelle mani dei sovrani spagnoli, che lo utilizzarono per rinforzi militari, con lo scopo di fare la guerra. ➡ Il 75% veniva speso dagli encomendieri per comprare tutti i beni che in Europa erano prodotti qualitativamente meglio. C’è un enorme richiesta di beni, anche non di lusso, fa si che ci sia un enorme quantità di argento nelle mani dei commercianti europei. ➡aumenta la disponibilità monetaria e ciò determina l’inflazione. ➡Questo fa anche si che questa enorme massa monetaria possa bilanciare il rapporto commerciale con le parti del mondo con cui l’Europa occidentale commerciava che aveva una bilancia commerciale passiva: la Spagna commerciava con il Nord Europa, con l’estremo Oriente; difficilmente riusciva a produrre qualcosa che interessava al commercio, la maggiore disponibilità di argento consente agli Spagnoli di attivare delle reti commerciali più avanzate e più ampie. La scoperta dell’America produce conseguenze dal punto di vista commerciale, monetario ma anche riguardo lo scambio di prodotti molto significativo: vengono introdotte nuove colture (pomodoro e patata); nuovi costumi e tradizioni (tabacco). Ciò non avveniva con l’Asia perché era comunicante con l’Europa e la maggior parte dei prodotti passava per osmosi da una parte e dall’altra. La scoperta dell’America porta a innovazioni: ‣ tecnologiche: cronometro marittimo, cartografia nautica, artiglieria navale, costruzioni navali, uso della vela con la navigazione di bolina. ‣ economiche: innovazioni nelle tecniche di affari; are dei viaggi transoceanici era pericoloso, impegnare i propri capitali nella navigazione implicava grandi guadagni; si sviluppano così le assicurazioni. Nacque in questo periodo la Compagnia delle Indie Orientali. Questa compagnia commerciale monopolistica che reggeva i commerci con le colonie; queste acquisiscono enorme potere economico e politico. Questi movimenti economici creano la necessità di studiare la scienza economica: si riconduce l’economia ad una teoria unitaria, la teoria mercantilistica. 1500 e 1600 rappresentano il passaggio da un economia pre-capitalista a capitalistica, da un economia agricola, ad una commerciale e poi a quella industriale. Si gettano le basi della rivoluzione industriale, per la quale sono necessarie grandi somme di denaro. Questa accumulazione originaria del capitale deriva dai commerci internazionali, che implicavano enormi profitti. Questi profitti venivano accumulati dalle famiglie e consentirono nei secoli successivi di innescare la rivoluzione industriale. Nonostante il gran numero di colonie, non sono molti coloro che decidono di trasferirvisi; questo perché il viaggio aveva solo lo scopo dell’arricchimento. Cipolla dice che non è cresciuta economicamente solo che aveva che fare con il mare ma tutto il sistema economico perché anche se non sono direttamente collegati al mare ne hanno un collegamento in diretto in quanto ne dipendono o cercano di fare profitto grazie adesso. Il dissidio tra cattolici e protestanti Dopo la pace di Augusta nel 1555, nell’Impero si ebbe a che fare con una situazione frammentata dal punto di vista religioso ma del tutto pacifica: l’impero era suddiviso tra cattolici (Baviera e Territori dell’impero d’Asburgo), luterani e calvinisti (Palatinato). Gli Asburgo a partire dal 1526 ottennero anche alcuni territori di Ungheria e la Boemia; la Boemia era la patria di Young Huss e dunque la popolazione era in prevalenza Hussita. Rodolfo II d’Asburgo divenne imperatore nel 1576 e durante il proprio regno vide riaccendersi i conflitti religiosi all’interno della Germania; per evitare guai decise di emanare un documento chiamato Lettera Di Maestà, con il quale concedeva la libertà di culto ai protestanti e ai boemi. Dopo la morte di Rodolfo II d’Asburgo salì al trono l’imperatore Mattia e nel 1617 la corona di Boemia e di Ungheria vennero affidate al cugino Ferdinando di Stiria. Mattia e Ferdinando non furono tolleranti nei confronti di coloro che non erano cattolici, decisero infatti di abolire la Lettera di maestà, avviando una pesante restaurazione del cattolicesimo in tutta la Boemia. Defenestrazione di Praga 1618 La protesta contro la cattolicizzazione assunse forme violente: nel 1618 la folla tumultuante invase il Palazzo Reale di Praga e gettò dalla finestra due rappresentanti imperiali. Alla cosiddetta defenestrazione di Praga seguirono avvenimenti ancora più gravi: la nobiltà boema dichiarò decaduto dal trono di Boemia Ferdinando, che nel frattempo era succeduto a Mattia nella carica imperiale, come Ferdinando II. LA GUERRA DEI TRENT’ANNI Questi atti portarono all'avvio di una nuova guerra, destinata a insanguinare l'Europa per trent'anni, dal 1618 al 1648. Di fronte a questo atto scoppia nel 1618 la guerra dei 30 anni che durerà sino al 1648. FASE BOEMO-PALATINA: Ferdinando II fu soccorso da un poderoso esercito spagnolo, che insieme alle truppe bavaresi sconfisse i rivoltosi boemi nella battaglia della montagna Bianca nel 1620. Dopo la battaglia della montagna Bianca si scatenò, in Boemia, un'azione capillare di repressione delle eresie: in pochi anni tutti i protestanti furono espulsi. FASE DANESE: Il sovrano di Danimarca Cristiano IV, preoccupato che il suo regno venisse assorbito da un impero troppo forte, intervenne nel 1625 ma venne sconfitto dagli Asburgo e si ebbe la pace di Lubecca nel 1629. *1629: Editto di restituzione ordinò la riconsegna dei beni confiscati alla chiesa dopo il 1552. Ricordiamo che con la pace di Augusta venne fissato il principio del reservatum ecclesiasticum: le espropriazioni fatte alla Chiesa dai prìncipi protestanti prima del 1552 rimasero tali, per quelle successive, se un principe fosse diventato protestante non avrebbe più potuto conservare i suoi possedimenti e avrebbe dovuto rinunciare ai domìni cattolici. Questo provvedimento degli Asburgo fece in modo che si riaprirono le ostilità. FASE SVEDESE: Gli svedesi dal punto di vista religioso erano riformanti e si erano schierati, contro le mire degli spagnoli e degli Asburgo, in difesa dei protestanti tedeschi. Gli svedesi rappresentavano l’élite militare: - artiglieria molto efficace, relativamente leggera che era in grado di muoversi sul campo di battaglia e seguire le truppe; - esercito di leva, cioè addestrato (non come negli altri paesi dove i soldati venivano chiamati e portati a morire, con poca preparazione) Nella battaglia di Lützen (dove gli svedesi vinsero) 1632, morì il re di Svezia Gustavo Adolfo facendo sì che gli Asburgo potessero recuperare il potere perso. Si ebbe una vittoria degli spagnoli e degli imperiali su gli svedesi e in Baviera. Nel 1635 venne firmata la pace di Praga. FASE FRANCESE: Durante il regno di Luigi XIII, il cardinale Richelieu aveva un progetto ben preciso (cioè la supremazia della Francia) si liberò delle piazzeforti degli ugonotti e fece partecipare la Francia nella guerra dei 30 anni. Il conflitto si spostò verso la Spagna, dove si ebbe una vittoria francese a Rocroi. La Baviera venne occupata dalla Francia e gli svedesi nel 1643 posero d'assedio Praga Si arriverà alla pace di Vestfalia nel 1648. PACE DI VESTFALIA 1648 Con la pace di Vestfalia, che pose fine alla guerra dei 30 anni, nasce la terminologia del sistema Vestfaliano. La Vestfalia era una regione della Germania dove si discussero le clausole per la pace. La Germania, essendo stata il luogo della battaglia, era distrutta dalle guerre e dalle malattie trasportate dai passaggi degli eserciti. La Germania rimase divisa in una molteplicità di piccoli stati e si unirà solo nel 1870 in seguito alla guerra franco-prussiana. La pace segnò il definitivo crollo del progetto politico e religioso asburgico: la creazione di un impero cattolico universalistico. La pace determinò inoltre la fine delle guerre di religione; in questo contesto si dirimono definitivamente le conseguenze della questione religiosa: ✓ reservatum ecclesiasticum: l'imperatore rinunciò a rivendicare le proprietà confiscate dai protestanti ai cattolici dopo il 1552 e accettò lo spostamento di tale limite al 1624. ✓ la religione pubblica dei singoli Stati rimaneva quella stabilita dal principe, ma ai sudditi era concesso di praticare privatamente i propri culti: si mantenne dunque il cuius regio eius religio nell’ambito di una sostanziale tolleranza religiosa; ✓ venne legittimato il calvinismo. Verso lo stato moderno Gli stati che si riunirono all’interno della pace di Vestfalia dichiararono se stessi “superiorem non recognoscens” ossia non riconoscevano alcuna autorità superiore a loro. Questo sta a significare che l’universalismo medievale non esiste più, i nuovi protagonisti della storia sono gli stati nazionali o regionali. Questo percorso verso lo stato è iniziato nel basso medioevo dal momento in cui si era proceduti verso un progressivo accentramento del potere da parte di un monarca che acquisiva un certo prestigio togliendo potere a chi cercava di limitarlo (aristocrazia). Nazione: è un ente di carattere culturale caratterizzato da gruppo di individui cosciente di una propria peculiarità e autonomia culturale e storica; ciò che distingue le nazioni è la lingua; concetto che si sviluppa a partire dal 1800, parallelamente al movimento culturale del Romanticismo; Stato: è un’ente giuridico: specificatamente esercita la propria sovranità ed è costituito da un territorio e da un popolo che lo occupa, da un ordinamento giuridico formato da istituzioni e norme giuridiche. Patria: l'ambito territoriale, tradizionale e culturale, cui si riferiscono le esperienze affettive, morali, politiche dell’individuo (concetto di appartenenza) C’è una grande differenza tra la monarchia feudale, dei primi secoli del medioevo, e quella nazionale degli ultimi secoli del medioevo e che avrà la sua struttura definitiva con la pace di Vestfalia. Si ha un patto tra pari e primus inter pares. I pari (conti e marchesi) vengono delegati dal re a gestire dei territori in suo nome: ricevono un beneficio. In una monarchia feudale si aveva un potere decentrato basato sulla fiducia personale e che ha una forza decentrata perché gli eserciti dei feudatari potevano rivaleggiare con quello del re. I conti e marchesi acquisiscono sempre maggiore autonomia nei confronti del sovrano stesso fino a quando il re decide di riaccentrare il potere nelle sue mani. Da qui ha inizio il percorso dello stato moderno che porta verso un idea di sovranità che nell’epoca che stiamo studiando viene elaborata da Jean Bodin. Jean Bodin scrisse i "6 libri dello stato” all’interno dei quali da una definizione di sovranità: è il potere che si esercita in maniera perpetua su di un territorio riconosciuto ossia delimitato da confini tracciati; il potere del sovrano è legittimato da tutti. Il sovrano per esercitare il suo potere necessitava: - di essere riconosciuto sia dal popolo che dagli stranieri. - un’istituzione: la monarchia deve essere intesa in quanto persona giuridica - monopolio della forza accentrando il potere nelle sue mani cercando di toglierlo all’aristocrazia; - creazione di eserciti nazionali; questi eserciti sono molto costosi e di conseguenza i sovrani dovettero elevare la tassazione; - apparato burocratico: è necessaria una burocrazia di provenienza borghese che si occupi della riscossione del denaro. - simboli del potere Come ci si relaziona, con la diplomazia o con la guerra? Chi detiene la sovranità, ovvero gli stati nazionali, può utilizzare la diplomazia o la guerra. Kant visse un secolo dopo questi avvenimenti, durante l’illuminismo. Gli illuministi pensavano che il mondo fosse illuminato dalla ragione; ritenevano che la ragione fosse umana e che gli uomini potessero raggiungere un accordo nazionale per la pace. Uno dei suoi scritti è “Per la pace perpetua”, all’interno di questo scritto cita l’idea di un tribunale internazionale. Kant non pensava secondo il superiorem non recognoscerem bensì l’opposto: tornava ad un’idea universalistica su basi razionali. Oggi il diritto internazionale esiste, sono quelle norme internazionali che gli stati dovrebbero rispettare. Esistono ancora oggi istituzioni internazionali come l’ONU. Noi viviamo in un mondo post-vestfariano. Hegel invece ci disse che l’ultima incarnazione del diritto è lo stato nazionale poiché si muove in un ottica romantica; nell’ambito del Romanticismo nasce il concetto di nazione. Secondo Hegel in assenza della forza necessaria per poter affermare il diritto, non si ha il diritto. Inoltre nella Magna Carta libertatum c’era scritto un primo abbozzo di Habeas Cropus. L’azione accentratrice di Giacomo I Stewart va contro alla tradizione inglese; questo pone dei problemi di carattere politico, contrapposizione tra la monarchia e il parlamento; problemi di ambito sociale, il re sostenuto dall’aristocrazia si opporrà al ceto medio; problemi di ordine religioso perché il re dovrà imporre una sola religione, l’anglicanesimo, ma in Inghilterra ci sono più religioni, infatti nella sua epoca inizieranno nuovamente le persecuzioni religiose dove vengono perseguitati i puritani (nave MayFlower 1620), cattolici (che pensavano sarebbe tornato il cattolicesimo e dunque organizzano un attentato alla vita del re nel 1605, Guy Fawkes, costituì la congiura delle polveri. Egli partiva da posizioni conservatrici e ultracattoliche nel passare del tempo acquisisce nell’iconografia di massa tutt’altro significato: nel fumetto la maschera che viene indossata da colui che vuole distruggere il potere totalitario ê quella di Guy Fawkes; la sua figura è simbolo di colui che si oppone all’autorita. C’è un aumento delle tasse in quanto il re le necessitava per poter sostenere l’esercito, cerca di imporle senza l’approvazione del parlamento, si circonda di un consiglio del re che si forma dei suoi unici interlocutori, crea dei tribunali regi che scavalcano le prerogative individuali che erano già garantite della Magna Carta. Giacomo I Stewart non riesce a portare avanti una politica commerciale come quella di Elisabetta I, era tutt’altro che capace di destreggerai con i rapporti con le altre potenze europee, Francia e Spagna. Questo va a colpire l’interesse del ceto medio: peggiorano i rapporti commerciali e dunque il ceto medio vedrà un peggioramento dei commerci e delle possibilità di portare avanti i propri conflitti. Alla morte di Giacomo I e sale al trono Carlo I Stewart (1625-1649) che rinforza l’impostazione assolutistica del suo predecessore e arriva addirittura a sciogliere il parlamento. Nel 1628 deve riconvocare il parlamento perché si è imbarcato in una guerra per difendere la piazza forte della Rochelle in Spagna. Ha bisogno del parlamento per l’approvazione di nuove tasse per poter pagare le tasse. Il parlamento scrive in risposta la Petition of Rights dove si condanna la politica fiscale del re, l’opressione religiosa derivante dall’addestramento della chiesa anglicana, il non rispetto delle garanzia individuali che erano garantite dalla Magna Carta. Il re scioglie nuovamente il parlamento. Inizia un periodo di persecuzione dell’opposizione politica del parlamento, dei cattolici e vengono creati la Camera stellata e la corte di commissione che si occupano di giudicare relativamente ai reati politici e la dissidenza religiosa. Inizia un persecuzione di forte persecuzione politica e religiosa. In questo contesto il conflitto all’interno del paese crescerà. Nel 1634 viene fatta la ShipMoney: il mantenimento delle navi in porto doveva essere pagato con una tassa specifica; questa viene estesa a tutte le città di inghilterra, anche quelle prive di alcun interesse marittimo. Si tratta di un altro modo per raccogliere denaro e dell’ennesima imposizione di tasse fatta senza convocare il parlamento. Crescono la burocrazia (con la vendita di cariche pubbliche) e la persecuzione dei puritani e dei presbiterani. I presbiterani erano in scozia. In questi periodo uno dei maggiori collaboratori del re è un arcivescovo della chiesa anglicana NOME, che porta avanti l’opera di persecuzione nei confronti di tutti coloro che non erano anglicani. Gli scozzesi fanno una specie di convenzione NoMe, in questo patto dicono che vogliono difendere il calvinismo e non desiderano più avere ingerenze inglesi. Nel 1640 l’esercito scozzese attacca l’Inghilterra; il re inglese, sconfitto in battaglia, delegittimato dalle sue politiche, impossibilitato autonomamente a porre ulteriori tasse è costretto a richiamare il parlamento. Il parlamento chiede al re la Petition Of Rights ed il re scioglie nuovamente il parlamento; questo è il short parlament. Carlo I è costretto poi a riconvocarlo ed inizia il long parlament che rimarrà in carica sino al 1653. Il nuovo parlamento costringe il re ad abolire intenti più repressivi ed a mettere a morte alcuni dei suoi collaboratori. Il progetto assolutistico di Carlo I sembra bloccarsi ma in realtà dopo la rivolta scozzese inizia una rivolta in Olanda. 1641 il re chiede al parlamento di poter radunare un esercito che alle sue dirette dipendenze vada in Olanda a combattere i rivoltosi. Il parlamento pensa che il re abbia fomentato la rivolta in Olanda in modo da organizzare l’esercito a suo comando per poi schiacciare il parlamento stesso. Dato questo sospetto il Parlamento si riunisce e vota un altro documento nel 1641: la grande rimostranza. Elenca tutti gli atti commessi dal re e chiede al re di scegliere i suoi collaboratori con l’accordo del parlamento; questo è molto importante perché il re viene ulteriormente limitato nelle sue prerogative. Il re nel 1642 tenta un colpo di stato. Del colpo di stato l’idea era quella di imprigionare i parlamentari, ma questi riescono a mettersi in salvo ed ha inizio la guerra civile. Si va a costituire un esercito del re e un esercito del parlamento. Con il re si schiera l’alta aristocrazia, una parte della gentry e dell’alta borghesia perché erano contrari ai programmi più radicali che il parlamento stava portando avanti (erano contrari alla grande rimostranza). I cattolici si schierano a favore del re poiché erano legati all’idea del potere assolutistico. Con il parlamento si schierano la medio-alta borghesia, i puritani che vogliono una minore pressione fiscale ed una maggiore libertà politica e religiosa. Durante la guerra acquisisce un ruolo importante Oliver Cromwell, un puritano di origine borghese che riesce a riorganizzare l’esercito parlamentare e a portarlo al trionfo. Organizza la cavalleria pesante dell’esercito (cercare nome) e va a creare un esercito di nuovo modello “new model arm”; cio che lo fede diverso era: c’è una gerarchia per la quale gli ufficiali dell’esercito venivano scelti dai soldati, l’esercito non solo era anche luogo di dibattito politico e ideologico, era un esercito che combatteva per qualcosa in cui credeva che veniva educato politicamente, vuole inoltre che siano credenti in dio. Questo esercito sbaraglia l’esercito del re: la guerra civile volge il proprio destino a favore del parlamento. Nel 1647 il re fugge in scozia, si riaccende la guerra civile e all’interno del fronte parlamentare iniziano a verificarsi le prime crepe dal punto di vista ideologico tra il progetto moderato di Cromwell e altri più avanzati. Cromwell sconfigge il re, elimina dal parlamento i più moderati e si va a costituire il ... parlament, il parlamento rotto. Questo parlamento è numericamente più ridotto. Il re viene poi imprigionato e sottoposto a giudizio popolare: viene giudicato da un tribunale che lo condanna a morte nel 1649; questo suscita scalpore in tutta Europa, questa azione implica che la legge vale per tutti e persino per il re, e che il re non è assoluto. La monarchia non sarà più per diritto divino ma confermata dal popolo secondo un procedimento contrattuale. Dibattito di Putney Questo suscita scalpore in Europa in quanto nel frattempo si sono diffuse delle idee politiche molto radicali che si erano diffuse proprio nel new model army, un esercito che combatteva e discuteva. Tra le discussioni c’era il dibattito di Putney nel 1647; questo dibattito prende nome da uno dei sobborghi di Londra dove l’esercito si era radunato. I rappresentanti dell’esercito si erano divisi in tre diverse fazioni: - indipendenti, i seguaci di Cromwell che rappresentavano la maggioranza - levellers, i livellatori - diggers, gli scavatori Queste tre fazioni rappresentano l’embrione di idee che diventeranno centrali nei secoli successivi: - gli indipendenti sono gli antenati dei liberali; - i levellers sono gli antenati di pensatori democratico-radicali; - i diggers sono invece i socialisti; Gli indipendenti erano gli antenati dei liberali, il pensiero liberale nasce in Inghilterra e ha le sue radici nella rivoluzione industriale inglese, si manifesta alla fine del 600 con la fine della seconda rivoluzione inglese dove ci sarà the Bill of Rights che verrà approvata dal re. Parallelamente a questi avvenimenti ci sarà la prima fondamentale teorizzazione del liberalismo politico con Jhon Lock che scrive il saggio sullo stato; un altro liberale era Monteschieu. I liberali partivano dal presupposto che l’uomo fosse dotato per natura di alcuni diritti come ad esempio la proprietà privata, la libertà di espressione nelle sue diverse forme e la libertà religiosa. Lo stato nasce tramite un contratto che prevede che l’individuo ceda il proprio potere esecutivo naturale, ossia il potere di difendere se stesso, e lo stato si impegni a garantire che l’individuo possa usufruire dei diritti che non ha ceduto. Lo stato dunque non può intervenire limitando quei diritti. Lo stato è dunque non interventista, è come se rimanesse estraneo al gioco degli individui ed interviene solamente quando questi agiscono in modo scorretto. Nella tradizione del pensiero liberale queste idee sono scritte in una costituzione; la prima costituzione nel senso moderno è proprio the Bill of Rights. In una costituzione oltre ad un preambolo riguardante i diritti fondamentali devono essere sanciti anche i poteri dello stato. I poteri dello stato che vengono sanciti sono: legislativo, esecutivo, giudiziario; questa è la tripartizione tipica dello stato liberale scritta da Montesquieu. Lo stato è limitato in quanto poteri non potranno mai essere assoluti ma si limitano l’uno con l’altro: check and balance. Questo stato liberale non è anche democratico: liberalismo e democrazia sono due pensieri distinti. In uno stato liberale il suffragio per censo. Esercita appieno la libertà chi ha dimostrato di avere la proprietà. Gli inglesi giustificavano questo dicendo che chi voleva partecipare alla vita politica doveva possedere una porzione di terreno. Cromwell, leader degli indipendenti, porta avanti un idea di stato molto simile a quello teorizzato dai liberali I levellers erano invece gli antenati dei democratici-radicali che verrà sviluppato poi nel 1700 da Rosseau. I livellatori ritengono importante la libertà ma soprattutto l’eguaglianza politica ossia che tutti possano partecipare alla vita politica: votare ed essere votati. I levellers partono dall’idea di partecipazione, riecheggiano la vita della poleis ateniese. Per nazione si intende un gruppo di persone che ha la medesima storia, cultura, linguaggio, usi e costumi. Il concetto di nazione Italiana nasce molto tardi. Per l’Italia la questione è più difficile in quanto aveva un pieno senso in quanto entità geografica e dal punto di vista della popolazione. Con la repubblica romana era all’apice dell’impero, la cittadinanza romana viene estesa alla penisola italiana. Con la caduta dell’impero romano l’Italia è divenuta terra di conquista, non era percepita come un luogo unitario né dal punto di vista geografico, né dal punto di vista culturale e politico. Era il luogo delle città, del Ducato di Milano, del gran ducato di Toscana, dello stato pontificio, del regno del sud, delle gelosie comunali del centro-nord. Spesso veniva chiamata sulla base di alcuni popoli (ad esempio la terra dei Franchi; Longobardia). Tra 300-500 si hanno i primi cenni di nascita di una cultura nazionale. Questo avviene in ambito linguistico-culturale: si hanno alcuni autori, come Dante, che cominciano a pensare al dialetto toscano più elevato, che era più simile al latino, come una lingua unitaria, era un volgare colto. “Risciacquare i panni in Arno”. A questa lingua si accompagnava anche il latino. Senza unità politica inizia ad essere pensata l’unità culturale, in quel periodo storico può essere rivendicata una superiorità culturale e artistica dell’Italia rispetto al resto del mondo. L’Italia era molto debole politicamente in quanto frammentata, era terra di conquista. Tuttavia questa debolezza era concepita come la straordinarietà dell’Italia, veniva chiamata libertà italica; gli altri popoli erano invece sottomessi ad un sovrano. La competizione nelle città viene percepita come la vera essenza dell’essere italiani. Si ha la rivendicazione della libertà italica contro le altre grandi potenze europee, con la pace di Lodi e lega italica. La lega italica avrebbe dovuto agire contro l’invasore straniero; questo non funzionò. Machiavelli fu uno dei primi che definisce il territorio italiano come Italia, partiva dal presupposto che fosse possibile un principe che garantisse l’unità della penisola; questi principe lo aveva identificato nel duca Valentino. L’Italia era concepita dalle altre nazioni come un territorio formato da artisti, letterati e mercanti. È un territorio erede della grandezza di Roma, ricco di bellezze, c’è una cultura che ha lasciato vestigia importanti. Gli italiani erano visti come un gruppo di ribelli inaffidabili. Questo sino alla metà del 500, sino alla pace di Cateu Cambreisis; ci sono alcune regioni dominate direttamente dalla Spagna, altre indirettamente (Genova), altre indipendenti (Venezia e Roma); in questo periodo si ha una dominazione spagnola in italia anche va avanti sino al XVIII secolo quando poi si passerà al dominio austriaco. In questo periodo di dominazione spagnola si ha un periodo di pace ed una collaborazione tra la corona spagnola e i patriziati locali: la Spagna deteneva la sovranità, la grande aristocrazia locale collaborava con la dominazione spagnola. Questo produce una forte pressione fiscale, la rifeudalizzazione e tensioni sociali che iniziarono a sfociare in un ribellismo diffuso (rivolta di Masianiello, Napoli). È un periodo di pace ma anche di ristagno: l’Italia perde in questo periodo il proprio primato dal punto di vista economico-commerciale. Con la crisi del 600 anche io primato commerciale manufatturiero, l’industria tessile declina e viene parzialmente rimodulato; l’Italia era famosa per i prodotti finiti, in questo periodo si riconverte alla produzione di semilavorati. Si ha dunque un crollo della manifattura e una perdita della centralità commerciale della penisola italiana in quanto il mediterraneo perde la sua importanza. Si dava maggiore peso all’agricoltura; ad esempio a Venezia in questo periodo l’arsenale di Venezia era quasi inattivo. L’aristocrazia veneziana di commercianti si era convertita e aveva comprato terre all’interno del continente ed era diventata un aristocrazia stanziale terriera. Questo portò con se un maggiore immobilismo sociale, un maggior peso dell’aristocrazia ed una agricoltura che tende all’autoconsumo, un agricoltura di sussistenza: si produce quello che si consuma. Ci sono però delle eccezioni: la Lombardia è ancora fortemente legata ai traffici commerciali al resto del continente e li si sviluppa una visione del mondo precapitalistica e capitalistica. Si ha dunque un italia a due velocità.
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