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Dal Positivismo a Primo Levi, Sintesi del corso di Italiano

Appunti letteratura italiana dal Positivismo fino a Primo Levi, passando per i maggiori autori del novecento

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 15/04/2020

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ivan-larotonda-1 🇮🇹

4.6

(127)

58 documenti

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Scarica Dal Positivismo a Primo Levi e più Sintesi del corso in PDF di Italiano solo su Docsity! ITALIANO IL POSITIVISMO Il positivismo si sviluppa in Francia, tra il 1760 e la fine del XIX sec, grazie al culto della scienza e all’ottimistica fiducia nel progresso che inducono filosofi ed artisti ad applicare alle dinamiche sociali, il metodo sperimentale delle scienze esatte, cioè positive. Il massimo esponente di questa corrente letteraria è Auguste Comte. Infatti egli sostiene che le scienze naturali hanno ormai raggiunto una tale perfezione metodologica, tale da imporsi come strumento non solo per la comprensione dei fenomeni naturali, ma anche per lo studio della psicologia della storia e della società umana. Secondo Comte l’umanità è passata da uno stadio teologico a uno stadio metafisico, per giungere infine a uno stadio positivo. In questa fase l’uomo comprende che l’unico sapere è quello scientifico. L’uomo quindi deve rinunciare alla ricerca dei perché della realtà e concentrarsi sui come, applicando i metodi delle scienze anche all’uomo e ai suoi comportamenti. Nasce così la sociologia. DARWIN E L’EVOLUZIONISMO Nel secondo 800, inizia a diffondersi la teoria del naturalismo inglese di Darwin, nella quale le diverse specie esistenti in natura si modificano nel corso del tempo adattandosi all’ambiente circostante. L’evoluzione e il progresso delle specie sono determinati dal principio della selezione naturale. Le ipotesi di Darwin vengono ben presto trasferite dall’ambiente naturale a quello sociale. In particolare il filosofo inglese Spencer, estende i principi dell’evoluzionismo dalla biologia alla società umana. Come le specie animali anche le classi sociali si evolvono nel tempo secondo una sorta di selezione naturale che garantisce il successo dei ceti sociali più adatti al contesto e quindi più forti. MARX I progressi tecnologici determinano il trionfo della classe borghese, ma anche un peggioramento di vita delle classi povere. I contadini si spostano nelle città per lavorare come operai, ma il lavoro nelle fabbriche è duro. Il progresso mostra quindi il suo lato negativo. Nasce il pensiero di Marx. Il filosofo partendo dall’analisi della condizione degli operai, elabora una forte critica sulla società borghese e capitalista. Marx sostiene che le differenze sociali sono opera del sistema capitalistico. Tuttavia, secondo lui, il capitalismo è destinato ad autodistruggersi dividendosi in: - un piccolo numero di capitalisti; - una massa sterminata di proletari. NATURALISMO E VERISMO NATURALISMO Il naturalismo si sviluppa in Francia. Attraverso Zola, il naturalismo si estende. Secondo Zola ei naturalisti, l’arte deve ispirarsi alla realtà contemporanea, incentrando sulle difficoltà dei ceti più umili. ABIENTAZIONE Sviluppato in Francia, rappresenta una società urbana e industriale. I naturalisti descrivono le ingiustizie sociali e il desiderio di cambiare la condizione sociale. VERISMO Il verismo con Capuana e Verga, riprende i concetti più tipici della poesia naturalista. La poetica verista si incentra sulle condizioni di vita dei ceti più umili del sud Italia. AMBIENTZAIONE Sviluppato in Italia, rappresenta la ruralità del sud Italia. I veristi sono pessimisti, non credono nel cambiamento e rappresentano una società condannata. Nelle loro opere nasce una denuncia delle condizioni di vita dei ceti poveri. Si preferisce una forma oggettiva e distaccata, in cui l’autore non viene reso esplicito. Gli eventi narrati riguardano in genere personaggi collocati nei ceti più bassi e spesso la narrazione segue i loro tentativi di scalata sociale destinati ad essere sconfitti. I generi usati sono il romanzo o la novella. GIOVANNI PASCOLI LA VITA Nasce S. Mauro di Romagna nel 1855. Laureato in lettere, fu professore di latino e di greco. La sua 1° raccolta di poesie fu Myricae (mirice). Il poeta la volle dedicare al padre ucciso da dei contrabbandieri, quando egli aveva solo 12 anni. A causa di quell’episodio, Pascoli capisce che la vita è un insieme di male, violenza ed ingiustizia. Per avere partecipato a delle manifestazioni, il poeta finisce in carcere, e un grazie ad una profonda crisi interiore egli abbandonò ogni tentativo di ribellione, inducendolo a scoprire nella poesia un messaggio di fratellanza e solidarietà da inviare a tutti. Pascoli vinse varie gare di poesia in latino. Il poeta fu chiamato ad insegnare letteratura italiana, sostituendo il suo ex professore Carducci. Sette anni dopo, nel 1912, muore a Bologna. PASCOLI E IL DECADENTISMO Pascoli, insieme a D’Annunzio, è stato uno dei maggiori esponenti del decadentismo. Il decadentismo fu una lunga e complessa stagione artistica e culturale, partita in Francia alla fine dell’800, per poi diffondersi in tutta Europa. Il decadentismo si oppose al positivismo, al naturalismo e al verismo, mostrando sfiducia nella ragione e determinando inquietudine, senso di smarrimento, sfiducia nel progresso, crisi nel positivismo. La vita, per l’artista decadente, era semplicemente una successione di attimi, di rivelazioni improvvise, in rapporto con l’ignoto. I due più grandi rappresentanti sono: - Pascoli – Tendete ad esplorare la propria interiorità. L’brancola nel buio, ignorando le sue origini e le sue finalità, avendo come unica fonte di rigenerazione spirituale il dolore. La salvezza è nella poesia. - D’Annunzio – Tendente ad esaltare ogni manifestazione della vitalità. LA POETICA DEL FANCIULLINO Nella poetica pascoliana troviamo il motivo del fanciullino, espresso in un saggio. Per Pascoli in ogni uomo si cela un fanciullino da cui deriva la sensibilità poetica. Questa nasce nell’infanzia e rischia di essere soffocata dalla razionalità dell’età adulta. Solo chi, pur crescendo, sa ancora prestare ascolto al fanciullino che è in se, può cogliere quelle sensazioni spontanee che si trovano nel mondo e ispirano poesia. I MITI PASCOLIANI Nella poesia pascoliana trovano espressione 2 temi, ispirati alla consapevolezza che nel mondo domina il male e per cui non resta, che rifugiarsi nell’infanzia. - Mito dell’infanzia – Si manifesta nella contrapposizione tra campagna (solitaria, silenziosa, semplice e misteriosa) e città (rumorosa e meccanica). - Mito del nido – Diventa il luogo degli affetti, della sicurezza, della tranquillità nella quale trovare riparo dalle ingiustizie. LE POESIE NELLA RACCOLTA MYRICAE La raccolta prende il nome da una parola latina di un verso di Virgilio, che indica le tamerici (umili piante che crescono sulle coste). Tra le varie poesie troviamo: “X - rendere gli uomini migliori; - cogliere il mistero della vita esprimendolo con immagini e parole. X AGOSTO La poesia è stata scritta da Pascoli per ricordare la morte del padre, ucciso da sconosciuti il 10 agosto, giorno di S. Lorenzo. Tale episodio assume un significato profondo: “La morte del padre simboleggia il dolore del mondo, rappresentato dall’immagine del morte della rondine che sembra richiamare il sacrificio di Cristo e il continuo prevalere del male. Le stelle cadenti diventano il pianto del Cielo che inonda luminosamente la Terra.” LAVANDARE Il poeta è immerso nella campagna solitaria, rapito dalla natura circostante, dalle voci e dalle immagini. Davanti a lui un campo arato e un aratro abbandonato (simbolo di solitudine ed abbandono), in sottofondo il rumore delle lavandaie e improvvisamente tutto svanisce in un canto d’amore e nostalgia. ARANO La vita campestre è lo scenario predominante. In un’atmosfera vivace, le immagini si susseguono descrivendo le cose intorno e la natura semplice e buona, mentre in sottofondo si ode il verso degli uccelli che si preparano al pasto. GABRIELE D’ANNUNZIO LA VITA Nacque a Pescara nel 1863. Volendosi affermare pubblicamente, a spese del padre, pubblica Primo Vere. A Roma si iscrive alla facoltà di lettere, ma non si laurea, anzi si dedica a salotti mondani. Si sposa con Maria Hardouin di Galles, ma il suo soggiorno a Roma è caratterizzato da molti amori e avventure. Il suo primo libro, il quale lo portò al successo fu Il piacere, seguito da Le vergini delle rocce. Ad ispirare quest’ultimo romanzo fu la filosofia di Nietzsche (nice) e la teoria del superuomo. D’Annunzio si dedicò anche al teatro. Dalla letteratura passò alla politica: fu eletto deputato al parlamento con la destra, ma dopo qualche anno passa all’estrema sinistra. D’Annunzio dopo aver scritto il romanzo Il fuoco, progetta una raccolta di 7 poesie, intitolate alle 7 stelle più splendenti: “Le laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi. Purtroppo uscirono solo i primi 3 libri, Maria, Elettra, Alcyone. Nel 1910 il poeta fu costretto, dai creditori, a lasciare l’Italia per la Francia. Nel 1915 tornato in Italia, D’Annunzio si pose alla testa del movimento interventista, animando le manifestazioni del cosiddetto Maggio radioso. Volontario in guerra, subisce una grave ferita all’occhio che gli ispirò Il notturno. A guerra finita, D’Annunzio animò una campagna di annessione all’Italia di Fiume e della Dalmazia, finché occupò Fiume. La sua avventura fu stroncata dall’esercito un anno dopo. Conclusa l’impresa, il poeta si ritira nella villa di Gardone Riviera, ribattezzata in Il vittoriale degli italiani. Qui temuto da Mussolini, viene elogiato nel lusso. Prima di morire nel 1938, D’Annunzio riordina i suoi scritti nei 49 volumi dell’opera Omnia. IL PENSIERO E LA POETICA ESTETISMO L’opera dannunziana è costituita da numerosi testi, caratterizzati da varie forme, temi e generi. Nelle sue diverse forma, l’arte di D’Annunzio risulta sorretta da due elementi: - sul piano formale, la ricerca di uno stile elevato e letterario; - sul piano dei contenuti, una visione del mondo dominata da un’accesa sensualità. In correlazione tra arte e vita, Dannunzio si impegna a incentrare la propria opera ed esistenza sulla ricerca di sensazioni raffinate ed esaltanti, all’insegna del culto della bellezza, intesa come unico valore, al di sopra della morale. Il motivo che accomuna i romanzi decadenti è l’esaltazione della bellezza come valore supremo della vita. I CREPUSCOLARI E FUTURISTI I Crepuscolari e i Futuristi sono 2 opposti orientamenti che svilupparono col Decadentismo. I primi si ricollegano a Pascoli, i secondi a D’Annunzio. CREPUSCOLARI I Crepuscolari erano accomunati da uno stato d’animo che li portava a preferire una realtà grigia e malinconica, scrivendo in versi le piccole faccende quotidiane. Proponevano una poesia contraria a quella di D’Annunzio. Il primo ad usare la parola Crepuscolare, che deriva da crepuscolo, fu Giuseppe Antonio Borghese. FUTURISTI Il fondatore del futurismo fu Filippo Tommaso Marinetti, il quale pubblicò in Francia il Manifesto – Fondazione del Futurismo. Veniva esaltato l’amore per il pericolo, il coraggio, la velocità e la ribellione. Il Manifesto esaltava anche la guerra e la violenza. I Futuristi infatti, finiranno per esaltare sia la 1° Guerra Mondiale, sia il Fascismo. ITALO SVEVO LA VITA Italo Svevo, o Aron Hector Schmitz, nacque a Trieste nel 1861. Intraprese studi commerciali, ma dovette interromperli a causa del padre, per poi impiegarsi nell Union Bank. Collaboratore del quotidiano triestino, pubblicò L’assassinio di via Belpoggio. Dall’editore Vrani fece stampare prima Una vita, poi Senilità. Passati inosservati, l’autore abbandonò la letteratura per dedicarsi all’azienda del suocero. Frequentò dei corsi di inglese con il maestro James Joyce, il quale lo incoraggiò a riprendere i suoi scritti. Pubblica La coscienza di Zeno. Scoperto da Eugenio Montale, Svevo divenne famoso. Svevo muore a causa di un banale incidente nel 1928. IL PENSIERO DI SVEVO La posizione geografica di Trieste, luogo di incontro di più culture, fu determinante per Svevo perché diede un’impronta europea alle sue opere. Svevo è tra i creatori del romanzo psicologico moderno. La sua narrazione è incentrata sull’analisi della coscienza dei personaggi. I suoi personaggi sono degli inetti, ovvero, non sono capaci di agire e reagire, caratterizzati dall’atteggiamento passivo e dal senso di sconfitta. UNA VITA Alfonso è giunto a Trieste per lavorare nella banca dei Maller. Alfonso dedicandosi di letteratura, viene influenzato dalle riunioni settimanali di Annetta Maller, alle quali partecipa grazie all’amicizia dell’avvocato Macario. Annetta interessata ad Alfonso, viene respinta da quest’ultimo. Tornato al paese natale per occuparsi della madre malata, viene a sapere del matrimonio fra Annetta e Macario. Dentro di sé rode di gelosia. Avendo avute molte discussioni con i Maller, viene sfidato dal fratello di Annetta. Alfonso rifiutando si uccide. SENILITÀ Emilio è un impiegato che si occupa di letteratura e della sorella Amalia. La sua vita cambia quando conosce e si innamora di Angiolina. La relazione iniziata per gioco, coinvolge pienamente Emilio, il quale la chiama Angele, pensando di portela cambiare. Angele non si lascia condizionare, lo ama e lo tradisce. Quando l’amico Stefano prende la ragazza come sua modella, in lui scoppia una gelosia ossessiva. Intano la sorella, che si innamora di Stefano, venendo rifiutata, cade in depresione e muore. Angele che continua con i suoi tradimenti, costringe ad Emilio a chiudere i rapporti. Ad Emilio non rimane che chiudersi nella sua senilità, cioè nel grigiore della sua vita inutile. LA COSCIENZA DI ZENO Zeno un uomo di affari che per smettere di fumare si rivolge a uno psicanalista. Quest’ultimo gli consiglia di scrivere un diario della propria vita. Zeno capendo l’inutilità di tutto ciò, rinuncia al trattamento. Il dottore allora, decide di pubblicare il suo diario. Il diario è diviso in sei capitoli. Zeno ripensando ad alcuni eventi ironici accaduti, racconta: “Egli corteggia Ada, la più bella fra le sorelle Malfenti, riuscendo a sposarsi però con Augusta, la meno bella. Guido, amico e rivale, si sposa con Ada, che però si ammala e si imbruttisce. Guido che aveva tradito la moglie, viene scoperto, mentre Zeno senza volerlo ha un rapporto con Carla, senza che nessuno se ne accorga. Guido investendo in Borsa, si rovina. Zeno recupera i soldi persi dall’amico, guadagnandoci qualcosa. Guido che scappando dai creditori e fingendo un suicidio, finisce col morire. Infine al funerale di Guido, Zeno sbaglia corteo funebre. Zeno allora si rende conto della sua inettitudine e del fatto che questi eventi sono avvenuti non perché lo volesse lui, ma per puro caso. ERMETISMO La poesia ermetica sorge negli anni compresi tra le due guerre mondiali. Il termine ermetico vuol dire chiuso, segreto e misterioso. La poesia ermetica è una poesia nuova, la quale si configura come poesia pura. La poesia è, secondo i poeti ermetici, l’unica chiave per accedere alle grandi verità della vita. GIUSEPPE UNGHARETTI LA VITA Ungharetti nacque ad Alessandria d’Egitto nel 1888. A 24 anni si trasferisce a Parigi, dove approfondisce i suoi studi letterari e le sue conoscenze con molti scrittori e artisti importanti. Quando tornò in Italia, partecipò come volontario, come fante, nella 1° Guerra Mondiale, nella battaglia sul Carso. Dopo la guerra, prosegui con la letteratura. Divenne il punto di riferimento della poetica ermetica. Andò ad insegnare letteratura italiana prima in Brasile e poi a Roma. Con la morte del fratello e del figlio, la sua produzione viene segnata profondamente. Ungharetti morì nel 1970 a Milano. IL PENSIERO Gli scritti poetici scandiscono tre momenti fondamentali che rispecchiano le drammatiche vicende del poeta. 1° fase Nelle raccolte in Porto sepolto e Allegria di naufragi, confluisce l’esperienza di guerra che si rivela argomento principale per un nuovo modo di fare poesia (Ermetismo). Ungharetti abbandona i modelli classici della tradizione. 2° fase Nella raccolta Sentimento del tempo, il poeta sente la necessità di tornare a scrivere in modo più tradizionale. 3° fase Pubblica Il dolore, caratterizzata dalla riflessione sui drammi familiari e su quelli di guerra. Nella raccolta Il taccuino del vecchio, sono presenti due grandi temi dell’esperienza umana: l’onore e la morte. MATTINA Mattina è la poesia più oscura, più breve e più famosa di Ungharetti. “M’illumino d’immenso” In questa brevissima poesia, le parole raggiungono l’essenzialità, riuscendo ad esprimere la gioia di vivere e di fa parte dell’universo. EUGENIO MONTALE LA VITA Montale nacque a Genova nel 1896. Intraprese studi tecnici, ma a causa della sua salute, dovette interromperli. Si dedicò alla lirica e al canto, finché non venne chiamato alle armi. Tornato dalla guerra, entrò in contatto con gli ambienti genovesi e torinesi. La sua prima raccolta fu Ossi di seppia. Essendo contro il Fascismo, scrisse il Manifesto degli intellettuali antifascisti. Trasferitosi a Firenze, lavora prima presso la casa editrice Bemporad e inseguito, diventa direttore del Gabinetto scientifico- letterario Vieusseux. Da qui viene cacciato per non essersi iscritto al partito fascista. Pubblica la seconda raccolta di poesie Le Occasioni e un anno dopo La Bufera ed altro. Nel dopoguerra, trasferendosi a Milano, lavora presso il Corriere della Sera. Dopo essere stato nominato senatore a vita e aver ricevuto il premio Nobel per la letteratura, muore a Milano nel 1981. IL PENSIERO La poesia per Montale, è il mezzo che ha il poeta per esprimere la consapevolezza della negatività del non essere e della caduta dei miti. Quindi la vita è aridità e vivere è una sofferenza continua. Nell’Ossi di seppia, sintetizza in poche parole le visioni, le sensazioni e i sentimenti. La lirica del Meriggiare pallido e assorto esprime l’uomo visto come una creatura condannata ad un destino di inutilità e solitudine.
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