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Dal primo dopoguerra ai totalitarismi, Appunti di Storia Contemporanea

La storia europea dalla fine della Prima guerra mondiale alla vigilia della Seconda

Tipologia: Appunti

2014/2015

Caricato il 30/11/2015

Astrozed
Astrozed 🇮🇹

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Scarica Dal primo dopoguerra ai totalitarismi e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! Dopoguerra! Alla fine della guerra Germania e Austria sono sconfitte non solo a livello militare ma anche a livello politico ed ideologico, perché 2 imperi sono sconfitti da democrazie liberali (Francia, Gran Bretagna, USA) e sono sconfitti anche moralmente. Hanno infatti cercato apertamente la guerra, specie la Germania, e hanno perso. !! Nel 1919 si apre il Congresso di Versailles, che ha il compito di ridefinire la cartina europea sconvolta dal conflitto. Sono stati sconfitti quattro imperi: tedesco, austriaco, Ottomano e zarista. Tra le potenze vincitrici i leader sono Gran Bretagna con LLoyd George, USA con Woodrow Wilson e Francia con Clemenceau. L'oggetto del contendere è il trattamento per la Germania, colpevole del conflitto, e si fanno strada due ipotesi:! -pace democratica (USA), con riordino del sistema delle relazioni internazionali usando un atteggiamento indulgente verso la Germania. Ispirata dal presidente americano Wilson, che aveva ottenuto grande prestigio internazionale grazie ai suoi 14 punti, una serie di norme che avrebbero dovuto evitare nuove tensioni. ! -pace punitiva (Francia): le opinioni pubbliche di Francia e UK erano più incattivite verso la Germania. La Francia, che aveva combattuto sul suo suolo con perdite immense, è memore del trattamento ricevuto dopo Sedan e vuole punire la Germania. Ai tedeschi viene chiesto il conto del prodotto del loro militarismo, e il picchetto di soldati feriti che attende la delegazione tedesca dimostra anche la teatralizzazione delle relazioni diplomatiche. !! Alla fine vince la Francia e la Germania subisce condizioni durissime:! -amputazioni territoriali: la Francia si riprende Alsazia e Lorena, mentre altre regioni vengono cedute alla neonata Polonia e tutte le colonie vengono spartite tra le potenze vincitrici. Ciò ha anche un aspetto simbolico, visto che il conflitto si è scatenato a causa della veltpolitik. ! -clausole economiche, affidate ad una commissione. Viene richiesto un tributo pari al 25% del PIL tedesco, sull'esempio della guerra franco-prussiana. ! -clausole militari, volte all'annientamento della minaccia militare tedesca. La Germania è costretta ad abolire la leva obbligatoria, a rinunciare alla marina militare, a ridurre l'esercito a centomila uomini con armamento leggero e a smilitarizzare la valle del Reno per tutelare gli stati confinanti. !! Il problema dei paesi vincitori è la tutela del nuovo ordine stabilito a Versailles. Ciò viene affidato ad una istituzione voluta da Wilson, la Società delle Nazioni. Questo organismo non aveva precedenti nelle relazioni internazionali, ma rimarrà un istituto per lo più inefficace. Il primo duro colpo viene proprio dagli USA: l'opinione pubblica statunitense è stanca di un conflitto lontano migliaia di km, così il Senato americano vota contro l'entrata nella Società. La pietra tombale su questa organizzazione è posta dall'uscita di scena di Wilson nell'autunno del 1920, seguita dalla vittoria dei repubblicani isolazionisti. A partire dal 1920 gli USA non si occupano più delle vicende europee concentrandosi solo sul loro continente, e questa è una delle cause del proliferare dei totalitarismi. !! Rivoluzione russa! Tra i vari sconvolgimenti dovuti alla Grande Guerra il più importante è la rivoluzione russa. In molti prima del conflitto avevano immaginato un crollo del regime zarista, ma nessuno pensava ad un tale sconvolgimento, il più grande dai tempi della Rivoluzione francese. La rivoluzione russa è stata definita "total revolution" poiché non ha causato solo uno sconvolgimento politico, che pure è stato radicale con la nascita di un ordine completamente nuovo, ma anche una rivoluzione socioeconomica. Si passa da un sistema liberale con libera concorrenza ad uno collettivista, dove tutta l'economia è in mano allo stato. C'è anche un cambiamento radicale nelle dinamiche internazionali: appena si stabilisce al governo, il nuovo potere sceglie in maniera unilaterale di uscire dalla guerra. !! • Febbraio 1917: caduta Zar ! • Febbraio-agosto: governi L'vov! • Aprile: rientro di Lenin e "tesi di aprile"! • Agosto: governo Kerenskij! • Settembre: tentato golpe di Kornilov! • Ottobre: rivoluzione bolscevica ! • Novembre: elezioni e presa del potere dei bolscevichi !! Il regime zarista già gravemente indebolito sia a livello politico che militare a causa della guerra è abbattuto nel febbraio 1917 da una rivolta operaia a San Pietroburgo, la capitale. La successione è assunta da un governo provvisorio moderato e liberale, presieduto dal principe L'vov, che è un equilibrio tra i 4 partiti antizaristi. Questo governo ha due obiettivi principali:! -proseguimento della guerra a fianco dell'intesa! -occidentalizzazione della Russia a livello politico, economico e sociale. !! I bolscevichi non accettano queste due linee programmatiche perché puntano alla pace e alla rivoluzione. L'opposizione bolscevica indebolisce gravemente il governo che non controlla più il paese, tanto che in molte zone si riformano i soviet autonomi. C'è quindi una divisione tra paese legale e reale. Nell'aprile '17 rientra in Russia lo storico leader bolscevico Lenin, in esilio in Svizzera e fatto rientrare nel suo paese dai tedeschi, che conoscevano le sue idee pacifiste e speravano che indebolisse il governo. Appena tornato a Pietroburgo Lenin diffonde le Tesi di Aprile, un documento in 10 punti che teorizza la necessità di una rivoluzione immediata e una presa del potere da parte dei bolscevichi. Queste tesi sono una sorta di sconfessione delle teorie marxista, che immaginavano la rivoluzione nei paesi più avanzati, mentre Lenin sosteneva che la Russia fosse l'anello debole del capitalismo e quindi il luogo più adatto. !! Ad agosto si ha un'accelerazione della crisi che si viveva dall'inizio della guerra. Il governo L'vov viene sostituito da quello di Kerenskij, che punta al proseguimento della guerra. Dopo poche settimane il generale Kornilov tenta un colpo di stato con l'obiettivo di restaurare lo zarismo. Ad opporsi sono in primo luogo i bolscevichi, che armano gli operai e occupano le strade sventando così il golpe. Sull'onda dell'entusiasmo e della credibilità conquistata i bolscevichi conquistano la maggioranza in tutti i principali soviet e soprattutto capiscono di dover accelerare i tempi della rivoluzione per evitare un ritorno dello zar. !! Già ad ottobre, tra il 23 e il 25, i bolscevichi danno il via alla rivoluzione guidata da Lenin e dal suo braccio destro Trockij. La mattina del 25 ottobre la guardia rossa bolscevica, cioè operai armati, scende nelle piazze e conquista i punti nevralgici di Pietroburgo tra cui il Palazzo D'inverno, ex residenza dello zar e poi sede del governo. Già il giorno dopo vengono stabiliti i primi decreti:! -decreto sulla pace, che stabilisce l'immediata uscita dalla guerra "senza annessioni né indennità"! -decreto sulla terra, che prevede l'esproprio senza indennizzi dei grandi latifondi e la loro distribuzione ai contadini. ! Questi provvedimenti garantiscono immediatamente al nuovo potere il sostegno compatto delle masse contadine. !! Questa fulminea presa di potere deve però essere ratificata a livello elettorale. Le elezioni si tengono a novembre e sono perse clamorosamente dai bolscevichi, che ottengono solo il 24% dei voti contro il 57% dei socialrivoluzionari. La risposta bolscevica è l'occupazione militare del parlamento e il rinnegamento del voto, definito strumento della borghesia. L'unica rappresentanza degna del popolo russo sono i soviet e il partito bolscevico. Con questa modalità il partito bolscevico prende le distanze da tutti i partiti socialisti europei, che accettavano il responso delle elezioni, e vuole dimostrarsi il nuovo faro del socialismo mondiale. !! Il nuovo potere è però minacciato sia dall'interno che da potenze straniere. I bolscevichi sono completamente isolati in patria, visto che nessun partito vuole più cooperare con loro dopo il golpe. Inoltre non hanno neanche più a disposizione una classe dirigente, perché all'indomani della rivoluzione si ha un'emigrazione di massa che coinvolge funzionari, dirigenti, militari e imprenditori (1 milione in tutto) che non si riconoscono nel nuovo potere. Il problema principale è però della società in cui potersi identificare. Tutti e 3 i partiti hanno riferimenti esterni al parlamento: i popolari fanno riferimento alla Chiesa, i Socialisti guardano soprattutto alle fabbriche, i fasci di combattimento interpretano la loro missione politica come nazionale e bisognosa di un'azione diretta.!! Questo spostamento del centro della vita politica dal parlamento alle piazze è evidenziato dal biennio '18-'20, il cosiddetto "biennio rosso". Sul fronte sociale si assiste ad un paese in turbolenta ebollizione, dovuta all'esempio sovietico e all'esperienza della prima guerra mondiale, in cui per la prima volta l'italia si è scoperta nazione. Per la prima volta infatti persone di regioni differenti si incontrano e si scambiano le esperienze, e una volta tornati a casa quelli delle zone più arretrate rivendicano gli stessi diritti di coloro che abitano in luoghi più ricchi. La miccia che fa esplodere il biennio rosso è data dall'aumento vertiginoso dei prezzi che si scatena dal 1918, con una crescita media del 30%. Tra giugno e luglio 1919 una serie di scioperi paralizza importanti settori delle comunicazioni e si espande alle industrie private. (si passa dai 300 scioperi del '18 ai 1700 del '19). Questi scioperi si estendono rapidamente anche alle campagne. !! In questo contesto nel novembre '19 si tengono le elezioni, e ad affermarsi come primo partito è quello socialista, che ottiene il 33% dei voti. L'esito però è molto simile a quello delle elezioni tedesche del 1912, perché si crea una situazione di stallo politico. La prima forza politica è infatti isolata e nessuno vuole allearsi con essa a causa della sua ideologia estremista. Il sistema politico italiano si ritrova fragile e screditato sia politicamente che come luogo, visto che il parlamento è ormai considerato secondario rispetto a strade e fabbriche, luoghi in cui sta emergendo la nuova italia. I partiti liberali per il governo del paese tentano di affidarsi nuovamente al vecchio Giolitti, il politico considerato più abile nel manovrare le maggioranze e l'unico che potesse realizzare un accordo tra liberali e popolari, l'unica maggioranza possibile. Il problema però non è solo l'età avanzata di Giolitti, ma anche la perdita di importanza del parlamento, per il quale non basta più un bravo manovratore.!! Nel 1920 riprendono i conflitti sociali, che si radicalizzano nell'occupazione delle fabbriche. La CIGL avanza delle richieste alla Confindustria per tutelare i lavoratori a livello economico e normativo, ma la risposta degli industriali impegnati nella riconversione postbellica è negativa e si arriva addirittura alla chiusura delle aziende di fronte a scioperi e proteste. Il sindacato metalmeccanico, quello più a sinistra, ordina allora l'occupazione delle fabbriche chiuse. Gli imprenditori hanno due paure:! -paura politica: temono sche i socialisti possano andare al governo ed instaurare un regime simile a quello russo. ! -paura sociale: temono l'indebolimento o la cancellazione del principio di autorità in vigore da secoli, che faceva del latifondista o dell'industriale il capo dei suoi sottoposti e non un semplice datore di lavoro. ! Questa paura sociale si respira anche nelle famiglie, dove il padre non è più visto come capofamiglia perché la guerra ha cambiato le gerarchie e anche le donne vogliono diritti. !! Sulla base di questa paura attecchisce il fascismo, perché pur essendo un movimento rivoluzionario si propone come restauratore di un ordine ispirato al passato, da cui riprende i simboli. L'esito delle occupazioni scontenta tutti: il governo Giolitti adotta una linea di neutralità, ignorando le richieste degli imprenditori di usare la forza pubblica, ritenendo che lo stato debba intervenire solo in caso di atti violenti. Gli imprenditori sono costretti a cedere e sottoscrivono un accordo che accetta tutte le condizioni poste dai sindacati, però a livello politico il senso diffuso nella sinistra è quello di una sconfitta, poiché non si era riusciti a conquistare il potere come avevano fatto i bolscevichi. Gli industriali temono che la rivoluzione sia soltanto rimandata e iniziano a finanziare i movimenti nazionalisti che promettevano di tenere a bada i socialisti. !! Nell'autunno 1920 si sovrappongono l'agitazione legata all'occupazione e i 21 punti di Lenin: il partito socialista italiano nel gennaio 1921 indice un congresso a Livorno per decidere se accettare o meno questi punti. I punti più divisivi erano il cambiamento del nome e l'espulsione dei riformisti, a cui la maggior parte del partito vota contro: la minoranza rivoluzionaria abbandona quindi il congresso e fonda il partito comunista d'Italia. !! Intanto matura la progressiva disgregazione del sistema liberale e del governo Giolitti, mentre si ha l'ascesa del movimento fascista favorita sia dalla paura sociale che dall'illusione da parte dei liberali di poter usare i fascisti come un movimento d'ordine di cui potersi sbarazzare una volta finito il compito. !! Nel 1920 i fascisti sono protagonisti dei fatti di palazzo d'Accursio, il primo episodio violento di impatto nazionale. Palazzo D'accursio è la sede del municipio di Bologna, e nel novebre 1920 si tenevano elezioni comunali vinte dal candidato socialista. al momento dell'insediamento però ci sono scontri tra un gruppo di militanti fascisti e il servizio d'ordine socialista, che spara sulla folla. L'episodio provoca una decina di morti ed è ampiamente strumentalizzato dalla propaganda fascista per mostrare l'inadeguatezza dei socialisti e per lanciare rappresaglie su larga scala, soprattutto nelle campagne con l'offensiva squadrista. !! I liberali, tra cui lo stesso Giolitti, credono di poter controllare e legalizzare il movimento fascista. Anche le forze di polizia vedono in loro degli alleati e li lasciano fare. Il governo decide quindi di indire elezioni per la primavera del '21 per permettere l'entrata in parlamento dei fascisti. Si creano i blocchi nazionali, liste elettorali di liberali in cui sono inseriti anche candidati fascisti indicati da Mussolini. L'esito delle elezioni è però deludente per i liberali, perché i socialisti calano al 25% però a questi bisogna aggiungere il 5% comunista, i popolari sono stabili al 21% e i liberali sono fermi al 40% del '19. I liberali non conquistano la maggioranza sperata, l'unica novità rispetto a due anni prima è l'ingresso di 35 parlamentari fascisti. Tra questi c'è anche Mussolini, anche lui desideroso di costituzionalizzare il movimento per giocare su un doppio binario, da una parte azione violenta e dall'altra istituzioni. I fasci di combattimento diventano così un partito: nel novembre '21 viene fondato il PNF. !! Mussolini tra il '21 e il '22 cerca di normalizzare il partito in tre tappe. Per prima cosa rassicura i notabili ed intreccia trattative con i leader liberali per negoziare una partecipazione di deputati fascisti al governo, cercando di accreditarsi all'interno delle istituzioni. Mussolini cerca anche di rassicurare la monarchia sconfessando le passate simpatie repubblicane, poco gradite dal re. Infine cerca di fidelizzare le simpatie degli industriali, promettendo loro di ridare slancio all'iniziativa privata con finanziamenti e avviando un programma di privatizzazioni. !! Contemporaneamente però Mussolini non abbandona il binario della sovversione, organizzando la propria presa del potere. Inizia a prendere corpo il progetto di una marcia su Roma, ovvero una mobilitazione generale delle forze fasciste con l'obiettivo di conquistare il potere centrale. L'inizio della mobilitazione è fissato per il 27 ottobre 1922, ma le aspettative di successo erano basse. I fascisti possono però contare sulla complicità del sovrano Vittorio Emanuele III, rassicurato da Mussolini, che il 28 ottobre rifiuta di firmare lo stato d'assedio che avrebbe fatto intervenire l'esercito contro i fascisti. Migliaia di camice nere partecipano alla marcia, e dopo l'occupazione di Roma Mussolini decide di non accontentarsi di una partecipazione fascista al governo, ma vuole diventarne il capo. Il 30 ottobre Mussolini è ricevuto dal re, che gli affida la guida di un governo di cui fanno parte anche 5 fascisti, alcuni liberali e alcuni popolari. !! La crisi si risolve in maniera ambigua, perché i fascisti festeggiano il successo, comunisti e socialisti credono che non sia cambiato niente ritenendoli uguali ai liberali, e nel complesso il paese osserva questa presa di potere con un misto di indifferenza e rassegnazione. Nessuno capisce che ormai il sistema liberale presente dai tempi di Cavour era morto. Subito il fascismo cerca di nazionalizzare il proprio movimento, sovrapponendo alle istituzioni statali quelle del partito. Nel dicembre '22 infatti è istituito il Gran Consiglio del fascismo, un organismo di congiunzione tra PNF e governo che doveva indicare le linee guida della politica nazionale. Nel gennaio '23 invece viene creata la Milizia volontaria per la sicurezza nazionale, che sostanzialmente era l'insieme delle squadre fasciste diventate un vero e proprio corpo dello stato. Era capeggiata dai vari Ras del fascismo, cioè i leader locali, e aveva lo scopo ufficiale di proteggere la rivoluzione. !!!! • Dicembre 1922: istituzione del Gran Consiglio ! • Gennaio 1923: creazione della Milizia ! • Marzo 1923: Riforma Gentile ! • Luglio 1923: Legge Acerbo! • Aprile 1924: elezioni e trionfo "Lista Nazionale"! • Giugno 1924: delitto Matteotti e Aventino ! • Gennaio 1925: discorso alla Camera di Mussolini e avvio della dittatura !! Immediatamente il fascismo si cautela stringendo alleanze con le istituzioni più importanti, in particolare con il mondo industriale e la Chiesa. Per quanto riguarda gli industriali vengono abbassati i salari e le tasse, oltre a licenziamenti nel campo del pubblico impiego, ferrovie in primis (politica liberista). Nel 1922 poi sale al soglio Pontificio Pio XI, molto più conservatore di Benedetto XV. Pio XI è grato a Mussolini perché ha allontanato la minaccia socialista del Biennio Rosso e ha restaurato il principio di autorità. Mussolini ammorbidisce i toni anticlericali delle origini e nel marzo 1923 fa approvare la Riforma Gentile, che riguarda l'istruzione pubblica e si basa su due punti chiave:! -affermazione della superiorità dell'istruzione classica su quella tecnica per la formazione delle future classi dirigenti, dato che rimandava al culto dell'Italia di un tempo e dell'impero romano, tanto caro al fascismo. ! -reintroduzione della religione, eliminata dalla Legge Coppino. !! In cambio di questa concessione Mussolini chiede l'emarginazione del partito cattolico, cosa che il papa prontamente accetta anche perché ora a difendere il cattolicesimo c'è il partito fascista. Già nel 1923 vengono cacciati i ministri del PPI e alla fine dell'anno Don Luigi Sturzo è costretto a lasciare il partito, comportandone la fine. !! Una volta conquistato il favore di re, Chiesa e imprenditoria, il partito fascista si sente pronto per le elezioni e per consolidare la propria rappresentanza in Parlamento. Per farlo Mussolini fa approvare in vista delle elezioni la cosiddetta Legge Acerbo, che concede al partito o alla lista che ottiene una maggioranza relativa superiore al 25% dei voti il 65% dei seggi parlamentari. La legge viene ritenuta iniqua perché al tempo il PNF era l'unica forza capace di attirare alleati, visto che il ! PP era troppo debole e il PCI troppo radicale e ormai avversario del PSI. !! Le elezioni del 1924 sono un trionfo per i fascisti, alleati nuovamente coi liberali (stavolta però sono loro ad essere in minoranza), visto che la loro coalizione, le Liste Nazionali, ottiene il 65% dei voti. Le regioni che danno loro più voti sono quelle del centro-sud, ovvero quelle in cui non era nato. All'indomani delle elezioni il deputato socialista Matteotti fa un intervento parlamentare in cui denuncia i brogli elettorali e le violenze con cui i fascisti hanno condizionato il voto. Il 10 giugno 1924 Matteotti viene rapito da una squadra fascista e ucciso, col cadavere ritrovato solo due mesi dopo. Parte della stampa, della Chiesa e tutte le forze politiche d'opposizione criticano e denunciano Mussolini, ritenuto il mandante dell'omicidio. Le opposizioni non hanno però gli strumenti per farsi valere, visto che i tribunali sono ormai fascistizzati e loro stesse sono emarginate. Si attendeva una presa di posizione del re, che però non arrivò, e così l'unica forma di protesta fu l'"Aventino", con cui le opposizioni lasciano l'aula parlamentare. Il 3 gennaio '25 la crisi viene definitivamente chiusa perché Mussolini, da qualche mese sulla difensiva, entra in Parlamento e si assume la responsabilità politica, storica e morale del delitto Matteotti, legittimando al contempo l'uso della forza e l'omicidio come arma di contesa politica. Si avvia così la "dittatura a viso aperto". !! Questa svolta si accompagna ad una serie di misure e provvedimenti in più ambiti:! -suffragio universale e sistema proporzionale, per dare rappresentanza a tutte le forze politiche, rompendo con la tradizione imperiale.! -governo responsabile di fronte al parlamento, sistema preso da UK e Francia, dove vigeva il sistema parlamentare! -Presidente della Repubblica eletto a suffragio universale e dotato di ampi poteri. Il PdR è l'erede dell'imperatore, quindi deve avere ampi poteri, ma si rompe col vecchio sistema grazie al suffragio universale. Il pres può sciogliere il parlamento e ha pieni poteri in caso di minaccia alla sicurezza statale.!! Quello di Weimar è il sistema politico di democrazia parlamentare più avanzato d'Europa, però la Repubblica poggia su basi molto fragili sia a livello interno che su scala internazionale. Molti tedeschi rimpiangono il periodo imperiale, associato a benessere e importanza mondiale. La Repubblica invece, ereditando le clausole della pace, viene associata a crisi economica (dovuta a spese di guerra e crisi del '29) e instabilità sociale. !! Criticità internazionali:! -riparazioni di guerra. L'esatta entità della cifra non viene decisa a Versailles, a farlo è un'apposita commissione nel '21. La cifra finale è di 132 miliardi di marchi d'oro da pagare in 42 rate annuali, 1/4 del PIL tedesco. I tedeschi accusano i politici di incapacità nel negoziare, e ciò porta a manifestazioni e contestazioni violente, cosa che porta all-a morte dei ministri di finanze ed esteri. ! -crisi della Ruhr. Nel gennaio '23 col pretesto di un ritardo nel pagamento delle riparazioni Francia e Belgio occupano militarmente il bacino della Ruhr, la zona più ricca ed industrializzata della Germania. Si ha una resistenza passiva dei cittadini, con scioperi e sabotaggi verso gli occupanti, visto che lo stato non può intervenire militarmente. Ciò porta però ad un tracollo economico con conseguente svalutazione del marco, che perde completamente valore. Questa situazione è poi aggravata dalla crisi del '29 e danneggia ulteriormente la classe politica. !! Criticità interne:! -Ambiguità SPD, in difficoltà perché pur essendo un partito tendenzialmente rivoluzionario si trova scavalcato a sinistra (comunisti) e a destra (nazisti) da partiti che volevano una vera rivoluzione! -Svuotamento "al centro" del sistema, cioè scompaiono le forze moderate che governavano dal '19. Emergono ai due estremi forze che vogliono distruggere il sistema, mentre gli altri perdono voti. In particolare a destra inizia ad ottenere voti il partito di Hitler, un austriaco di famiglia povera ed emarginata che aveva ottenuto la cittadinanza tedesca poiché aveva combattuto in un battaglione tedesco aperto a tutti. Nel '23 Hitler tenta un colpo di stato in Baviera, tentando di imitare le gesta di Mussolini, ma viene imprigionato. In carcere scrive il Mein Kampf. Dopo la crisi economica il partito accresce notevolmente il suo seguito.! -Conseguenze della crisi del '29, che colpisce gravemente la Germania, legata ad un sistema di prestiti internazionali per il pagamento delle riparazioni. Gli USA tolgono i finanziamenti e l'economia tedesca crolla, provocando l'aumento a dismisura di inflazione e disoccupazione.!! In questo contesto il carisma e l'aggressività di Hitler raccolgono sempre più consensi. È proprio la crisi del '29 che fa deflagrare definitivamente la Repubblica di Weimar. I partiti estremisti aumentano notevolmente i loro voti: dalle elezioni del '28 a quelle del '32 i comunisti passano dal 10 al 17%, mentre i nazisti addirittura dal 2,5 al 37%. Nel gennaio '33 il presidente della Repubblica affida il governo al leader nazionalsocialista Hitler, che prende quindi il potere per vie legali e democratiche. !! Ad Hitler bastano pochi mesi per ottenere un potere assoluto. L'occasione per affermare la svolta totalitaria è offerta dall'incendio del Reichstag nella notte del 27 febbraio 1933, il cui responsabile viene individuato in un comunista olandese con problemi mentali. Il regime lo prende a pretesto per una grande operazione di polizia contro i comunisti, con migliaia di arresti e la messa fuorilegge del partito, oltre alla messa in atto di leggi straordinarie fortemente restrittive.!! La settimana successiva, il 5 marzo, ci sono le elezioni. Quello nazista è il primo partito col 44% dei voti, percentuale che però non basta per governare in autonomia a causa del sistema proporzionale. Hitler si allea così col DVNP, cioè i nazionalpopolari, ma non gli basta la maggioranza parlamentare perché vuole modificare la Costituzione, cosa per la quale erano necessari i 2/3 dei voti parlamentari. Si cerca così l'appoggio dello Zentrum, che però è inizialmente contrario. Hitler aggira l'ostacolo accordandosi direttamente col papa Pio XI: gli viene promesso un concordato che avrebbe garantito vari privilegi alla Chiesa in Germania, in cambio il pontefice dà ordine ai vertici dello Zentrum di votare a favore delle leggi eccezionali che avrebbero dato pieni poteri ad Hitler. Nel giugno '33 il PdR approva queste leggi, che danno ad Hitler il potere di legiferare e di modificare la costituzione. !! Immediatamente viene messo fuori legge l'SPD, il più antico e numeroso partito socialista europeo, che scompare completamente dalla scena politica. A partire dal luglio '33 quello nazista è l'unico partito legale in Germania. Si ha così una "sincronizzazione" tra partito nazista e stato tedesco:! -partito unico (NSDAP)! -sindacato unico (Fronte del lavoro)! -controllo sull'esercito, a cui viene tolta ogni precedente autonomia e i cui capi vengono scelti in base alla fedeltà al nazismo.! -epurazione della burocrazia: per avere un incarico pubblico occorre giurare fedeltà al regime.! -abolizione del sistema federale! -statuto speciale per i nazisti, che vengono giudicati da tribunali speciali.!! Viene poi proposta ai tedeschi un'elezione plebiscitaria, approvata col 92% dei voti. Alla fine dell'anno rimangono solo due ostacoli alla totale nazificazione della Germania: ! -SA, le Squadre d'Assalto di Rohm, cioè corpi militari del partito dotati però di forte autonomia. Hitler dubitava molto di loro e già da qualche tempo aveva creato le SS a lui fedeli. Hitler ordina quindi la morte dei loro vertici nella "Notte dei lunghi coltelli" (30 giugno '34), quando ne vengono uccisi circa un migliaio. Questa azione viene accompagnata da una campagna stampa denigratoria contro il loro capo Rohm, accusato di omosessualità. In seguito a questo episodio buona parte degli intellettuali tedeschi, inizialmente sostenitori del nazismo visto come una forza innovatrice, prende le distanze dal regime.! -Destra conservatrice ed esercito. Alla presidenza della repubblica siede il generale Hindenburg, eroe di guerra e capo dell'esercito, avente un forte consenso popolare. Nell'agosto '34 però muore ed Hitler si accorda coi vertici dell'esercito per aggiungere alla carica di cancelliere quella di capo dello stato. Hitler diventa così il Fuhrer della Germania, cioè il capo assoluto, e nel '38 diventa anche capo delle forze armate. !! L'unione delle due cariche comporta la fine definitiva della Repubblica di Weimar e l'avvio del terzo Reich. Il superamento della Repubblica è informale, a partire dal '34 si instaura il "principio del capo": alla legge si aggiunge la volontà del Fuhrer, cosa che sancisce la fine dello stato di diritto.!! Tra il '34 e il '35 inizia a realizzarsi il progetto di eliminazione degli elementi giudicati "antinazionali", in particolare gli ebrei, che negli anni '30 erano circa 500mila, concentrati soprattutto a Berlino. Gli ebrei non facevano parte della classe dirigente, ma erano per lo più commercianti, artigiani ed intellettuali. Contro questa minoranza, nonostante fosse ben integrata, inizia ad essere attivata una campagna propagandistica che li indica come responsabili di ogni male patito dal paese. Ben presto il malcontento contro di loro si radicalizza a vari livelli:! -legale: nel '35 con le leggi di Norimberga, città chiave del nazismo, viene stabilita la loro discriminazione. Sono vietati i matrimoni misti e in generale tolti parecchi diritti.! -sociale: gli ebrei vengono emarginati da quasi tutte le professioni. Tra il '34 e il '39 circa 200mila di loro lasciano la Germania.! -aperta persecuzione. Viene presa a pretesto la morte per mano di un ebreo di un diplomatico tedesco a Parigi (novembre '38). La propaganda si infiamma e nella notte tra 8 e 9 novembre si ha la "notte dei cristalli", quando decine di ebrei vengono uccisi e le loro case e negozi distrutti.! -inizia a delinearsi la soluzione finale. ! ! Ma la politica razziale nazista non si limita alla persecuzione degli ebrei. Il progetto più ampio era quello della difesa della razza, che porta a sterilizzazioni forzate, divieto di matrimoni misti e soppressione delle persone inferme o ritenute inferiori.!! Il nazismo nel corso di 12 anni di regime ha avuto un'opposizione molto blanda, con i due principali tentativi di rovesciarlo avvenuti soltanto a guerra in corso. Il primo è ad opera di un gruppo di studenti cristiani che fanno propaganda antinazista, il secondo è fatto da un gruppo di congiurati appartenenti all'esercito che tentano un attentato ad Hitler. La scarsa opposizione dei tedeschi ha varie ragioni:! -apparato repressivo capillare, con varie forme di sicurezza (Gestapo e SS) e campi in cui vengono internati gli oppositori.! -ripresa economica dovuta alla fine della crisi del '29 a livello internazionale e alla fine del pagamento delle riparazioni di guerra, visto che Hitler si rifiuta di sottostare ai patti di Versailles. Hitler infatti avvia anche un processo di riarmo che dà nuova linfa alle industrie, così come la dà un grande piano di lavori pubblici ispirato al New Deal. La differenza è che negli USA la ripresa si associa ad un'estensione dei diritti politici e sociali, mentre in Germania avviene il contrario e si ha una gerarchizzazione progressiva di tutti i corpi della società. Il "principio del capo" si estende anche alle aziende, dove gli operai devono obbedire ai capi, e nella vita domestica, con capi di condominio e quartiere che devono vigilare sulla fedeltà degli abitanti. ! -propaganda permanente. Il ministro della propaganda Goebbels sostiene che nella propaganda tutto sia lecito purché dia buoni risultati. La propaganda di massa si avvia nel '33 ed è articolata in maniera molto semplice, con distinzioni tra buoni e cattivi. L'odio per i "cattivi" viene veicolato in vari modi:! -sistema mediatico, tutti i media (radio, giornali, cinema) devono essere diffusi e raccontare la verità del regime. Lo stato interviene distribuendo radio in scuole e case.! -creazione di miti, che partono da episodi di vita quotidiana per esaltare il regime. È il caso ad esempio di Horst Wesser, capo delle SA che nel gennaio 1930 muore in seguito alle ferite riportate in uno scontro a fuoco scatenato da una lite per una prostituta. L'avversario aveva simpatie comuniste, perciò la propaganda eleva Wesser a martire del nazismo, pubblicando bollettini sul suo stato di salute e organizzando parate in suo onore. Alla sua morte Goebbels organizza una parata con migliaia di partecipanti che sfilano armati per Berlino, in una grande prova di forza.! -cerimonie e riti, principalmente parate o adunate. ! -grandi manifestazioni, soprattutto sportive. È il caso delle Olimpiadi di Berlino del '36, che seguono quelle losangeline e quindi aprono una sfida per dimostrare la superiorità organizzativa e sportiva tedesca. Viene realizzato un grande villaggio olimpico e una arena, mentre ad una nota cineasta viene commissionato un film celebrativo. Dal punto di vista tecnico le olimpiadi sono un grande successo, ma da quello sportivo non altrettanto. La star dei giochi è infatti Jesse Owens, uno statunitense di colore, e non un tedesco.! -nuovo sistema di festività, le date cruciali del calendario sono quelle simbolo del partito nazista, come il 30 gennaio che celebrava la presa del potere.!! Hitler si accredita sia internamente che a livello internazionale come leader capace di risvegliare l'orgoglio patriottico tedesco svuotando l'apparato uscito dalla pace di Versailles. Ciò avviene fin da subito:! -ritiro delegazione tedesca dalla Conferenza di Ginevra (1933), dove tutte le potenze mondiali stavano discutendo della riduzione degli armamenti.! -ritiro della Germania dalla SDN (1933). Hitler non accetta di inserirsi all'interno del Sistema di Locarno. Locarno era una cittadina svizzera in cui nel '25 le principali nazioni europee avevano dichiarato di accettare i confini stabiliti a Versailles, e tra queste c'era la Germania di Weimar. ! -tentato colpo di stato in Austria (1934). Un gruppo di nazisti tenta di prendere il potere assassinando il cancelliere Dollfuss con l'obiettivo di unire Austria e Germania. A bloccare il progetto è Mussolini, che non gradisce l'attivismo di Hitler e reagisce schierando 4 divisioni al confine con l'Austria, pronte ad intervenire in caso di annessione. Hitler non si sente ancora pronto alla guerra e decide di rinviare il progetto.!
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