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Dall'età dei totalitarismi alla Seconda guerra mondiale, Appunti di Storia

Dall'età dei totalitarismi (Germania, Unione Sovietica), Italia fascista, Seconda guerra mondiale

Tipologia: Appunti

2022/2023

Caricato il 27/06/2023

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claudia-donatelli 🇮🇹

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Scarica Dall'età dei totalitarismi alla Seconda guerra mondiale e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! L’età dei totalitarismi A partire dalla metà degli anni 20 fino agli anni 40 abbiamo un’eclissi della democrazia → indebolimento ma anche un successo in tutta Europa di regimi autoritari, dittatoriali di destra/fascisti e il regime comunista di Stalin. Avvento del nazismo: fino al 1929 il partito nazionalsocialista di Hitler aveva poco seguito, non influiva ed era una formazione marginale che si serviva di strumenti violenti portati avanti dalle armate della SA (squadre d’assalto) guidate da Rohm per attaccare i nemici politici. • Dopo Monaco: dopo il fallito colpo di Stato di Monaco, Hitler (in galera) decide di seguire l’esempio di Mussolini e comprende che non può adarsi solo alla violenza, cerca di dare una veste rispettabile al proprio partito rinunciando prima di tutto agli attacchi al capitalismo per assicurarsi l’appoggio di una certa borghesia imprenditoriale. Ma Hitler non aveva comunque rinunciato ad alcuni capisaldi del proprio progetto politico: denuncia del trattato di Versailles, antisemitismo, mito del popolo ariano e della Grande Germania e superamento del parlamento corrotto. Hitler mette su carta il fondamento ideologico della sua politica → scrive un libro: Mein Kampf: scritto in carcere nel 1925, diventa il testo sacro della nuova ideologia → spazio vitale della Germania: tutti i popoli sottomessi. In particolare Hitler si concentra sulla questione razziale. Esiste una razza superiore, quella ariana, che nonostante i mescolamenti durante i secoli si è conservata nei popoli del nord e in quello tedesco in particolare. Questa razza, secondo il principio darwiniano, avrebbe dovuto comandare sul mondo e per farlo era prima di tutto necessario eliminare i nemici interni come gli ebrei. Successivamente la Germania doveva rifiutare le imposizioni di Versailles e cominciare un’opera di espansione a danno dei popoli slavi, anche loro inferiori. È la Grande Germania che necessita del suo spazio vitale. • Elezioni del 1924 e del 1928: nella prima tornata elettorale i nazisti ottengono il 3% dei voti, nel 1928 il 2,5% ma con lo scoppio della crisi economica lo scenario cambia radicalmente e crolla la fiducia della popolazione nelle strutture democratiche. • Adesione al nazismo: Hitler durante la crisi esce allo scoperto e comincia ad avvicinarsi ai ceti medi, ai disoccupati ed alla grande borghesia promettendo il rilancio della Germania sia a livello economico che politico. Hitler indica anche una serie di capri espiatori e promette azioni ecaci contro i nemici della nazione. La propaganda dà i suoi frutti perché nelle elezioni del 1930 dalle urne escono vincitori i nazisti che arrivano al 18% dei voti. Anche i partiti comunisti aumentano i consensi e il maggior partito rimane comunque la Spd. Nel 1932 la crisi raggiunge il suo apice, la produzione crolla e la metà delle famiglie vive l’incubo della disoccupazione. Le piazze diventano sedi di violenti scontri tra destra e sinistra. • Elezioni del 1932 per il Presidente della Repubblica (Weimar): alle elezioni per la presidenza della repubblica si presenta anche Hitler ma per sbarrare la strada al capo del nazismo i partiti democratici scelgono Hindenburg (aveva 85 anni) che godeva ancora di un certo seguito presso i partiti di destra. Hindenburg vince con un margine netto. • Elezioni del 1932 per la Cancelleria: nuove elezioni si risolvono con il trionfo del partito nazista con il 37% delle preferenze. Hindenburg si convince che senza Hitler non si può governare. Nel 1933 viene proposto a Hitler un incarico di governo con solo 3 ministri nazisti su 11. Si pensa in questo modo di aver bloccato l’azione di Hitler in una gabbia democratica. Trasformazione della Germania: Mussolini per trasformare l’Italia in uno stato totalitario ci ha messo 4 anni, Hitler pochi mesi. • Incendio del Reichstag: nel febbraio del 1933 viene appiccato un incendio al parlamento nazionale. L’autore viene identificato in un olandese comunista semidemente. Il governo approfittò della situazione per reprimere duramente i comunisti e per controllare la stampa. • Elezioni del marzo 1933: Hitler ottiene il 44% dei voti che gli permettono di governare, grazie anche all’appoggio di altri partiti di destra. Ma Hitler mira al controllo totale del parlamento e con una scelta suicida il nuovo parlamento vota una legge che permette al Cancelliere di legiferare e di modificare la costituzione. • Annientamento delle opposizioni: nel 1933 Hitler dichiara illegale la Spd e tutta una serie di partiti di destra che avevano aiutato la sua elezione. Viene varata una legge secondo cui l’unico partito consentito era quello Nazionalsocialista. • Elezioni del novembre 1933: in questa nuova consultazione elettorale Hitler ottiene il 92% dei voti. Adesso restano due problemi da risolvere: eliminazione delle SA di Rohm (obbediscono più a Rohm che Hitler) e della vecchia destra di Hindenburg. Lo risolve con le armi → notte dei lunghi coltelli: gli uomini di Hitler, armi in mano, arrestano Rohm e le sue SA. Lo stato maggiore delle SA viene ucciso dalle SS (squadre di sicurezza). Nel 1934 muore di morte naturale il vecchio Hindenburg. Hitler promulga una legge secondo cui il Cancelliere (capo del governo) assume le funzioni anche del Presidente della Repubblica. Terzo Reich: nasce così il Terzo Reich e Hitler diventa Fuhrer ovvero un uomo dotato di un carisma ed una personalità superiore che ha il compito di guidare la nazione. L’unico tramite tra governo e popolo deve essere il partito unico. Invece in Italia Mussolini ha degli ostacoli → papa e re, si parlerà di “totalitarismo imperfetto’’. Regime totalitario in Germania 1. Antisemitismo: la propaganda nazista riuscì a rendere impossibile la vita degli ebrei rimasti in Germania, perlopiù commercianti, liberi professionisti, intellettuali e artisti, facendo leva su una serie di luoghi comuni diffusi nella popolazione. Nel 1935 vengono varate le leggi di Norimberga che tolsero ogni diritto agli ebrei. Molti furono costretti all’emigrazione. La persecuzione accelera nel 1938 quando nella notte tra il 9 e il 10 novembre, la notte dei cristalli, vengono infrante le vetrine di negozi ebrei, vengono assaltate, incendiate case e sinagoghe e molti ebrei vengono uccisi ed arrestati. 2. Studi di eugenetica: Hitler porta avanti anche un programma di controllo della razza sterilizzando i portatori di malattie ereditarie e sopprimendo i malati di mente incurabili. È una politica per preservare il popolo eletto. 3. Gestapo e SS: sia la polizia segreta che la forza di sicurezza controlla con ogni mezzo, anche con i lager, la vita dei cittadini. 4. Consenso: il regime nazista conosce un immenso consenso grazie ai successi in politica estera con il mancato rispetto del trattato di Versailles, la Germania comincia la sua rivincita, e in campo economico, superata la crisi nel 1933 e non dovendo più pagare le riparazioni, si solleva ed avvia anche una grande serie di opere pubbliche. Lo Stato rilancia l’economia attraverso un forte intervento industriale e la disoccupazione è ai minimi storici. 5. Propaganda: sfruttando il cinema, la radio ed i mezzi di comunicazione il nazismo riesce a diffondere presso la popolazione tedesca la propria ideologia. Le grandi manifestazioni pubbliche che accompagnano i momenti più significativi del regime sono delle grandi cerimonie collettive preparate nei minimi dettagli. La Germania si dota anche di un ministero per la propaganda retto da Goebbels. 6. Chiesa cattolica: la chiesa di Roma nel 1933 stringe un concordato con Hitler che assicura la libertà di culto e promette la non interferenza dello Stato nelle questioni ecclesiastiche. Nonostante lo scioglimento del partito cattolico di centro e le pratiche eugenetiche non certo cristiane, il mondo cattolico non protesta. Solo una minoranza protestante cerca di sollevarsi ma viene duramente repressa. Quando Hitler va in visita dal papa nel 1938 → il papa si rifiuta di incontrare Hitler e dice: “sventola su Roma una croce che non è la croce di Cristo’’. 7. Diffusione in Europa: anche altri paesi europei conoscono in questi anni una svolta autoritaria. Regimi fascisti sorgono in Ungheria nel ’20, Polonia nel ’26, Austria nel ’27, Bulgaria, Grecia nel ’36 e Romania nel ’38. Anche Portogallo e Spagna si avviano verso regimi autoritari. Regime totalitario in Unione Sovietica Sviluppo dell’Unione Sovietica di Stalin: l’Unione Sovietica grazie al suo isolazionismo non fu toccata dalla crisi economica del ’29. Stalin tra il ’27 e il ’28 decise di porre fine al Nep (nuova politica economica) puntando su una forte industrializzazione, indispensabile per fare della Russia una potenza anche militare. Per fare questo in tempi brevi era necessario che lo Stato intervenisse con decisione nei processi economici ma Stalin è ostacolato dai contadini borghesi: 1. Kulaki: l’ostacolo alla creazione di una economia collettiva ed industrializzata viene individuata in questa classe di contadini benestanti accusata di arricchirsi alle spalle dei cittadini e di non consegnare allo Stato la quota di prodotto dovuta e toglie le terre. Inizia un processo di collettivizzazione del settore agricolo → nascono fattorie comuni: si puntò inizialmente sulle requisizioni ai Kulaki ma poiché questa si dimostrò una misura inecace, Stalin decise di passare alla collettivizzazione ed al trasferimento della popolazione rurale nelle fattorie collettive. Chi rifiuta le fattorie collettive viene deportato in Siberia. I Kulaki vengono sterminati e scompaiono come classe sociale. Una carestia nel ’32 diminuisce naturalmente la popolazione contadina e nel 1939 il 90% dei contadini era ormai nelle fattorie collettive. Punto di svolta nel 1928 quando viene varato il primo piano quinquennale → permette alla Russia di crescere dal punto di vista industriale → la crescita industriale fu impressionante, maggiore che nei paesi capitalisti, e possibile grazie all’investimento delle risorse sottratte ai ceti rurali, ad una disciplina quasi militare nelle fabbriche e con la diffusione presso gli operai di una forte spinta ideologica. Ecco allora che i più meritevoli ricevono decorazioni e premi e si diffonde il mito di lavoratori come Stachanov (operaio russo → in una notte riesce a produrre quanto un anno) che innesca una sorta di gara a chi produce di più. Il tutto per rispettare gli obiettivi del piano economico. La crescita della Russia comincia a suscitare ammirazione dai partiti di sinistra, laburisti e socialdemocratici. Anche gli intellettuali cominciano a guardare all’Urss come una terra straordinaria. È innegabile che in 10 anni il paese conobbe una crescita mai pensabile prima ma a costo di una politica totalitaria e di milioni di vite umane. In seguito alla crescita, si diffonde lo Stalinismo: Stalin è sorretto da un imponente apparato burocratico e poliziesco e dal consenso di milioni di lavoratori, Stalin divenne un capo carismatico, una guida di tutto il popolo russo non diversamente da quanto accadeva in Italia e Germania. Influenza l’arte, la cultura → realismo socialista. 1. Realismo socialista: anche le arti e la cultura vennero poste sotto il controllo del partito. In particolare venne tollerato il solo realismo socialista ovvero la rappresentazione idealizzata della realtà sovietica. 2. Grandi purghe: purificano il partito e la politica sovietica. Nel 1934 inizia l’opera di “pulizia’’ all’interno del partito comunista → alcuni membri vennero esiliati o uccisi. Questo atto è usato come pretesto per giudicare, condannare, uccidere ed esiliare numerosi esponenti del partito contrari a Stalin. Le purghe poi si propagano anche alla popolazione civile e colpiscono ogni classe sociale, gli scienziati, intellettuali, militari. Molte persone vengono rinchiuse nei gulag siberiani. Vengono anche eliminati gli antichi oppositori come Trotzkij che viene ucciso nel 1940 in Messico. Si calcola che dall’inizio della collettivizzazione alla seconda guerra mondiale sono state uccise in Russia 11 milioni di persone. 3. In occidente: le notizie delle purghe non erano precise perché si faceva fatica a considerare vere le notizie di questi crimini sia perché arrivano attutiti in occidente sia per l’ecienza della macchina comunicativa sovietica e anche perché l’Urss era vista come l’ultimo baluardo contro il fascismo. Politica estera di Hitler: Hitler comincia ad attuare una politica estera aggressiva 1. Nell’Ottobre 1933 le maggiori potenze si incontrano a Ginevra per parlare della riduzione degli armamenti → la Germania abbandona la conferenza di Ginevra. Pochi giorni dopo Hitler abbandona la Società delle Nazioni. gloria della Roma imperiale. Dopo gli Accordi di Stresa l’Italia comincia una politica che tiene sempre meno conto dei rapporti con le potenze democratiche avvicinandosi alla Germania. Aggressione dell’Etiopia: la conquista dell’Etiopia, ultimo grande paese africano indipendente, non è né necessaria né sentita dall’opinione pubblica. Inoltre, i costi dell’operazione sono enormi. Ma Mussolini ha una vocazione imperiale e voleva creare l’occasione di una mobilitazione di massa che facesse dimenticare le dicoltà interne a partire dall’alto tasso di disoccupazione. Inoltre, Francia ed Inghilterra erano troppo impegnate a fronteggiare Hitler. Ad inizio ottobre 1935 l’Italia attacca, senza una dichiarazione di guerra, l’Etiopia. Francia e Gran Bretagna presentano alla Società delle Nazioni un documento di riprovazione che prevede anche il blocco delle esportazioni di materiali bellici. È una misura che ha scarso effetto anche perché Usa e Urss non fanno parte della Società delle Nazioni. Queste sanzioni, però, vengono cavalcate da Mussolini che parla di Francia e Gran Bretagna come nazioni che vogliono ostacolare la vocazione imperiale dell’Italia, loro che erano padroni di immensi imperi coloniali. Questo presunto ostruzionismo fa breccia nell’opinione pubblica giustificando la guerra ed arrivando anche alle classi popolari che vedevano nell’Etiopia un'opportunità di arricchimento, di lavoro. La guerra dura circa sette mesi dove gli etiopi, a volte anche senza armi da fuoco, cercano di resistere invano. Il 5 maggio del 1936 le truppe di Badoglio entrano ad Addis Abeba (capitale dell’Etiopia) e quattro giorni dopo Mussolini proclama la nascita dell’Impero Italiano ma assume il titolo dell’imperatore, il re e Mussolini ha il titolo di fondatore dell’impero. L'impresa in Etiopia ha consentito a Mussolini di vivere il suo momento di maggior splendore e consenso. Tra le conseguenze politiche dell’impresa etiope ci fu l’avvicinamento tra Italia e Germania: asse Roma-Berlino (il patto di amicizia viene firmato nell’ottobre del 1936. Non è un vero e proprio patto militare quanto uno strumento voluto da Mussolini per far pressione sulle potenze democratiche ed ottenere in futuro ulteriori concessioni. In breve, però, il potere di Hitler nell’alleanza aumenta e Mussolini è costretto ad accettare passivamente le iniziative del Fuhrer come l’annessione dell’Austria); patto d’acciaio (viene firmato nel maggio del 1939 ed è una formale alleanza tra Germania ed Italia). → da bipartito diventerà tripartito con Tokyo (in questo periodo nacquero diversi bambini con il nome di Roberto: Ro ber to → Roma, Berlino, Tokyo) L’Italia antifascista: a partire dal 1925 un numero sempre maggiore di oppositori è costretto alla fuga o alla clandestinità, oppure viene arrestato e condotto in esilio. Altri accettano la loro condizione in silenzio facendo opposizione poco incisiva come cattolici, liberali, popolari ed alcuni socialisti. Poi ci sono i comunisti che abituati alla lotta clandestina mettono in piedi una rete antifascista. Il Pci continua ad esistere anche sotto Mussolini; leader del Pci è Palmiro Togliatti, dirigente del Comintern quindi vicino alla Russia ed alle sue disposizioni. Nel 1929 nasce Giustizia e Libertà, un movimento fondato dai fratelli Carlo e Nello Rosselli, uccisi nel 1937 in Francia dai fascisti. A livello di incisività e pratico l’apporto dell’antifascismo fu praticamente nullo. Ma il movimento svolse in questi anni un'importante azione politica e morale che gli permise di prendere le armi ed organizzare la resistenza a partire dal 1943, i partigiani. Per trasformare l’Italia in un paese a vocazione bellica il partito fascista decide di unificare le varie associazioni giovanili nella Gioventù italiana del littorio. Viene inoltre creato il Ministero della cultura popolare e risalgono al 1938 le prime leggi razziali contro gli ebrei, una serie di disposizioni simili a quelle tedesche del 1935 che impedivano l’accesso alla professione degli ebrei. Inoltre, un gruppo di scienziati firma il manifesto sulla pura razza italiana secondo cui gli italiani discendono dagli ariani e non devono essere contaminati con gli ebrei. In realtà, in Italia gli ebrei sono davvero pochi e non hanno mai subito discriminazioni come in Russia o Germania. Queste leggi hanno l’obiettivo di creare un capro espiatorio e di fomentare le masse ma incontrano la didenza sia dell’opinione pubblica che della chiesa cattolica. Il tentativo di trasformare l’Italia in un popolo belligerante sostanzialmente fallisce. I giovani mostrano inizialmente un certo entusiasmo che però si spegne allo scoppio della guerra. La seconda guerra mondiale La seconda guerra mondiale ha la maggiore causa nella politica aggressiva della Germania ovviamente, anche se le altre potenze occidentali hanno la loro parte di responsabilità, prima di tutto quella di essersi illuse che dopo Monaco e la cessione dei Sudeti la guerra fosse stata evitata. Moravia e Boemia – marzo 1939: Hitler non si accontenta della regione dei Sudeti e nel marzo ’39 avvia l’occupazione di tutta la Repubblica Ceca, della Moravia e della Boemia. La Gran Bretagna abbandona la sua precedente politica e con la Francia dà vita ad una serie di trattative diplomatiche per creare una rete di alleanze contro la Germania. Grande alleanza tra Gran Bretagna e Polonia dal momento che Hitler aveva cominciato a pensare ad una sua invasione per avere Danzica (unico sbocco sul mare della Germania). Francia ed Inghilterra sono pronte alla guerra. Albania – aprile 1939: anche l’Italia, per non essere da meno a Hitler, comincia una politica espansionistica occupando l’Albania. Patto d’acciaio – maggio 1939: viene firmato da Galeazzo Ciano (ministro degli esteri e genero del Duce) e Mussolini su pressione di Hitler. Cambia il precedente e generico patto Roma – Berlino: adesso se uno dei due paesi entra in guerra, in qualsiasi modo quindi anche come aggressore, deve ricevere il sostegno dell’altro (l’Italia era obbligata a partecipare). Patto Germania-Russia, 23 agosto 1939: una settimana prima dall’inizio della guerra, a sorpresa, Germania e Russia firmano un patto: i ministri degli esteri Ribbentrop e Molotov, un patto di non aggressione. Vengono messe da parte le divisioni e gli odi ideologici per puro realismo: l’Urss allontana la minaccia tedesca, guadagnando tempo per l’organizzazione dell’esercito ed ottenendo la promessa della Romania, della Polonia e degli Stati baltici, la Germania allo stesso tempo, per il momento, allontana il pericolo della guerra su due fronti. Il patto prevedeva anche la spartizione dei territori per l’Europa nord orientale, la Polonia (metà alla Germania e metà alla Russia). Il 1 settembre 1939 la Germania invade la Polonia. Inghilterra e Francia dichiarano guerra alla Germania mentre l’Italia, del tutto impreparata, dichiara la sua non belligeranza. Anche perché il Patto con la Germania, firmato a maggio, prevedeva l’entrata in guerra dell’Italia non prima di 3 anni e poi la Germania non ha mai interpellato l’alleato italiano sulle mosse di guerra. 1939 Polonia: poche settimane sono sucienti alla Germania per far scomparire la Polonia dalla cartina geografica. Grazie all’impiego sia dell’aviazione che delle truppe corazzate la guerra ritorna ad essere una guerra di movimento. Il paese viene diviso tra Germania e Urss e i sovietici uccidono circa 4 mila soldati polacchi. La Polonia cessa di esistere. 1940 Hitler invade Danimarca e Norvegia, aprile: con una mossa a sorpresa il 9 aprile Hitler attacca Danimarca, che cade subito, e Norvegia che oppone una breve resistenza prima di essere sconfitta. Maggio 1940, Francia: la Francia, come nella prima guerra mondiale, fa l’errore di non prevedere un attacco dal Belgio, paese che come nel primo conflitto si era dichiarato neutrale. Per questo il grosso delle forze sono concentrate lungo il confine con la Germania, dietro la linea Maginot. Ma a metà maggio Hitler decide di invadere il Belgio, attraversa la foresta delle Ardenne che gli uciali francesi ritenevano impossibile da attraversare con i carri armati, e sfonda le linee nemiche a Sedan. La Germania cogliendo di sorpresa la Francia riesce a penetrare e il 14 giugno i tedeschi entrano a Parigi. Cade il governo assieme alle forze armate e il nuovo primo ministro è Petain, da tempo schierato su posizioni di destra, che firma l’armistizio. In base all’armistizio il nuovo governo si dispone a Vichy nella Francia centro-settentrionale. Pétain dà vita ad un governo fantoccio nelle mani dei tedeschi, la Repubblica di Vichy. Invano il generale De Gaulle lancia via radio da Londra un appello a resistere Italia-Francia, giugno: l’Italia non belligerante crede di poter approfittare della situazione francese per ottenere una facile vittoria. Anche l’opinione pubblica, prima contraria alla guerra, è convinta di questo ed esulta quando Mussolini dichiara guerra alla Francia. Il 21 giugno l’Italia attacca la Francia sulle Alpi in condizioni di netta superiorità e contro un nemico che il giorno dopo avrebbe firmato l’armistizio con la Germania, quindi già sconfitto. L’Italia apre un fronte di guerra in Nord Africa a settembre: l’attacco italiano lanciato dalla Libia contro gli inglesi si dovette fermare ben presto per mancanza di mezzi. Gli uciali italiani rifiutano l’aiuto tedesco perché Mussolini era convinto che l’Italia doveva combattere una guerra parallela a quella di Hitler. Nel 1940 Hitler lancia l’operazione Leone Marino che doveva portare alla conquista della Gran Bretagna. Hitler in realtà era già pronto a trattare la pace a costo di veder riconosciuti tutti i territori conquistati. Ma l’Inghilterra di Churchill decide di resistere nonostante ormai fosse la sola a combattere contro la Germania. Per superare la superiorità navale dell’Inghilterra, Hitler decide di avviare una massiccia campagna aerea per bombardare obiettivi militari e città. Le forze aeree britanniche resistono quanto possono ma non riescono ad evitare il bombardamento di città come Londra. La campagna d’Inghilterra termina nell’ottobre del 1940 quando Hitler non riuscendo definitivamente a piegare la Gran Bretagna rimanda l’operazione ad un altro momento. L’Italia decide di attaccare la Grecia: il 28 ottobre l’esercito italiano dall’Albania attacca senza preavviso la Grecia, attacco inutile poiché era un paese filo-fascista con cui Mussolini fino a quel momento aveva intessuto buoni rapporti. L’attacco fu scagliato per controbilanciare l’espansione tedesca nella zona dopo la conquista della Romania. La campagna greca, preparata in modo approssimativo, si dimostra molto più dicile del previsto a causa della tenace resistenza dei greci che poco dopo passano al contrattacco costringendo l’Italia a ripiegare sul suolo albanese. I vertici militari, primo fra tutti Badoglio, sono costretti alle dimissioni e l’immagine di Mussolini subisce un tracollo. Gli inglesi passano al contrattacco e conquistano in breve tempo dei territori del Nord Africa, la Cirenaica (regione italiana della Libia). Hitler, per non perdere completamente la Libia, invia a Mussolini aiuti che questa volta non vengono rifiutati. Sotto la guida di Rommel (soprannominato la volpe del deserto) le forze dell’Asse riconquistano la Cirenaica. Intanto, nell’aprile del 1941 l’Italia perde i suoi possedimenti etiopi, eritrei e somali che passano nelle mani degli inglesi. 1941 Le truppe italiane e tedesche riescono a conquistare e sottomettere la Jugoslavia e la Grecia ad aprile. Alla metà del 1940 era iniziata l’Operazione Barbarossa ovvero l’offensiva tedesca in Urss. I russi non si aspettano un attacco, convinti che Hitler avrebbe invaso la Russia solo dopo aver sconfitto l’Inghilterra, e si fanno trovare del tutto impreparati. Per tutta l’estate il Terzo Reich ottiene importanti successi, penetrando a fondo nel territorio sovietico. Ma l’offensiva a Mosca viene ritardata e all’inizio di ottobre le truppe tedesche sono costrette ad arrestarsi a causa del maltempo che rende impraticabili le strade, non hanno rifornimenti, cibo ma Hitler non si tira indietro. All’inizio dell’inverno i tedeschi controllano ancora vastissimi territori Sovietici ma Hitler aveva mancato l’obiettivo principale: mettere fuori gioco la Russia in pochi mesi e adesso era costretto a lasciare il grosso delle sue truppe nelle pianure del paese; comincia così la resistenza dei sovietici che possono contare su un esercito immenso. La guerra in Urss si trasforma in una guerra di usura. Allo scoppio della guerra gli Stati Uniti avevano deciso di mantenere una posizione di neutralità e di non intervento negli affari europei. Nel novembre del 1940 viene però rieletto Roosevelt per la terza volta (2 mandati max) e il presidente si batte per fornire aiuti economici e bellici alla Gran Bretagna ormai sola contro la Germania. Pearl Harbor, dicembre: a trascinare gli Stati Uniti nel conflitto ci pensa il Giappone. Sin dal settembre 1940 Tokyo aveva firmato un patto con Roma e Berlino, il patto tripartito. Approfittando della confusione in Europa, il Giappone nel luglio del ’41 invade l’Indocina francese. In risposta Gran Bretagna e Stati Uniti impongono il blocco delle esportazioni, estremamente dannoso per un paese industrializzato ma povero di materie prime. Il governo di Tokyo è costretto ad una scelta: piegarsi all’occidente lasciando i possedimenti in Indocina o entrare nella guerra nel Pacifico, conquistare nuovi territori e procurarsi così le materie prime. Si opta per questa soluzione e il 7 dicembre 1941 viene attaccata senza preavviso con l’aviazione la flotta degli Stati Uniti a Pearl Harbor. L’operazione è un successo e in pochi mesi il Giappone riesce a raggiungere gli obiettivi. Durante la guerra Vittime delle persecuzioni sono soprattutto i popoli slavi perché Hitler tratta come delle vere e proprie colonie i territori di recente conquista. Particolarmente dura è la sorte delle popolazioni slave ridotte in semischiavitù. Hitler voleva trasformare l’Europa orientale in un immenso campo agricolo utile alla Germania, per questo cominciò la distruzione di ogni forma di urbanizzazione ed industrializzazione. Questa sottomissione costringe la Germania a lasciare nei paesi occupati una grande quantità di soldati. Questione ebraica: orribile fu la sorte degli ebrei considerati da Hitler come il principale nemico della Germania. Nei territori occupati gli ebrei vennero rinchiusi nei ghetti ed erano segnati con una stella gialla da portare al braccio. Cominciano a sorgere anche i primi lager dove vengono deportati come forza lavoro, gli abili, o come persone da uccidere nelle camere a gas tutti gli altri. La soluzione finale comincia nel 1942 e viene adata alle SS → campi di sterminio. In questo periodo ci sono due fenomeni: Resistenza: in tutti i paesi sottomessi alla Germania nascono forme di resistenza clandestina condotta da piccoli gruppi di antifascisti. Collaborazionismo: i governi collaborano con l'invasore. In ogni caso ovunque la Germania trovò una classe dirigente, e non solo, disposta a collaborare (es. Vichy in Francia). 1942 Ci sono divergenze tra gli Alleati (Usa, Gran Bretagna, Urss) in particolare su dove aprire un nuovo fronte. Stalin voleva che si aprisse un altro fronte di guerra nell’Europa del nord, per allentare la pressione tedesca sulla Russia, mentre Churchill premeva per chiudere prima la situazione in Africa per poi attaccare in Europa meridionale. Prevalse questa linea e si decise di sbarcare in Italia durante la Conferenza di Casablanca del 1943. Nella stessa conferenza si decise che solo la resa incondizionata era una condizione accettabile perché non bisognava patteggiare con la Germania e i suoi alleati. Fra il 1942 e il 1943, l’andamento della guerra subì una svolta decisiva su tutti i fronti: 1. Pacifico: la spinta offensiva Giapponese viene bloccata dagli americani. 2. Stalingrado, novembre: dopo mesi di durissima resistenza i russi passano al contrattacco chiudendo i nemici in una morsa. Hitler invece di ordinare la ritirata comanda la resistenza ad oltranza ma a febbraio i suoi uomini sono costretti alla resa. È il più grave rovescio dall’inizio della guerra per i tedeschi (guerra di usura). 3. Nord Africa: le forze italo-tedesche di Rommel erano arrivate fino ad El Alamein a 80 km da Alessandria. A fine ottobre il generale Montgomery al comando delle forze britanniche lancia la controffensiva e agli inizi di novembre le truppe di Rommel cominciavano ormai una lunga ritirata. L’esercito dell’Asse (Germania, Italia, Giappone) è costretto ad arrendersi nel maggio del 1943 abbandonando il Nord Africa. 1943 Questione italiana: 12 giugno 1943: gli Alleati sbarcano prima a Pantelleria poi un mese dopo in Sicilia non incontrando praticamente nessuna resistenza tra l’esultanza della popolazione. È il colpo di grazia per il regime fiaccato dagli insuccessi militari e dalle proteste sempre più crescenti dell’opinione pubblica. Fine di Mussolini, 25 luglio: il Duce cadde dopo una congiura che aveva visto in prima linea la monarchia con l’aiuto di fascisti moderati che volevano portare il paese fuori da una guerra ormai persa. Tra il 24 ed il 25 luglio 1943 il Gran consiglio del fascismo viene approvata a grande maggioranza la mozione Dino Grandi in cui si chiede a Mussolini di cedere al re le sue funzioni di comandante supremo delle forze armate. È un atto di sfiducia nei confronti del Duce che il 25 luglio si presenta da Vittorio Emanuele III rassegnando le dimissioni. Mussolini viene immediatamente arrestato e il capo del governo diventa Badoglio. La fine di Mussolini viene salutata con gioia dalla popolazione e non c’è spargimento di sangue. L’armistizio: Badoglio rassicura l’alleato che nulla sarebbe cambiato ma intanto cominciano le trattative segretissime con Inghilterra e Stati Uniti (L’Italia è cobelligerante). Il 3 settembre 1943 viene firmato un armistizio senza condizioni, come prevedeva la Conferenza di Casablanca, e questa notizia venne data solo l’8 settembre 1943. Badoglio con tutto il suo fragile governo si rifugia a Brindisi dove trova l’accoglienza delle forze Alleate nella regione. I tedeschi rafforzano la loro presenza in Nord Italia, attuando l’occupazione militare della penisola, e l’esercito italiano, lasciato solo e senza disposizioni, non si può opporre all’ormai ex-alleato. Italia divisa in due: nell’autunno del 1943 il paese è diviso in due metà in lotta tra di loro. Nel sud c’è un governo monarchico sotto la protezione degli Alleati. Al nord i tedeschi e il fascismo dopo la liberazione di Mussolini il 12 settembre sul Gran Sasso ad opera di paracadutisti tedeschi. Il Duce viene portato in Germania ed è ormai un fantoccio nelle mani di Hitler. Nasce così la Repubblica di Salò, così chiamata perché alcuni ministeri furono posti nella cittadina sulle rive del Garda, posta così a nord perché Roma era troppo vicina al fronte Alleato. Mussolini presenta questa Repubblica come l’unica rappresentante dell’Italia ma lo Stato di Mussolini è poco più che un fantoccio in mano alla Germania che requisisce risorse ed uomini. L’unica funzione della Repubblica di Salò è quella di combattere le forze partigiane che cominciano a formarsi nell’Italia centro-settentrionale, comincia così una guerra civile tra italiani. Resistenza armata: l’8 settembre 1943 le prime formazioni partigiane si radunano sulle montagne dell’Italia centro-settentrionale (guerra civile). Nascono dall’incontro tra i piccoli nuclei antifascisti già attivi ed i soldati italiani che si erano rifiutati di arrendersi ai tedeschi. I partigiani agiscono soprattutto lontano dai centri urbani rendendosi protagonisti di azioni di disturbo e sabotaggio contro i tedeschi. In alcuni casi i nazisti sono protagonisti di violente rappresaglie come nel
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