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Dall'Unità di'Italia all'Età Giolittiana, Dispense di Storia

Indice degli argomenti: - Due parole sull'Unità d'Italia - Problemi dell'Italia post-unitaria - Terza guerra d'indipendenza - Questione di Roma - Sinistra storica - Seconda rivoluzione industriale - Conseguenze - Società di massa - Diritti e industrie - Dopo la sinistra storica - Età Giolittiana: tutti e tre i governi

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 29/05/2021

lina.bennis09
lina.bennis09 🇮🇹

4.6

(29)

48 documenti

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Scarica Dall'Unità di'Italia all'Età Giolittiana e più Dispense in PDF di Storia solo su Docsity! Dall’unità d’Italia all’età giolittiana 1 DUE PAROLE SULL’UNITÀ D’ITALIA ● Lo statuto Albertino fu la costituzione adottata dal regno di Sardegna con il re Carlo Alberto nel 1848. ● Le leggi Siccardi, emanate sempre da Carlo Alberto nel 1850 prevedevano: l’abolizione del foro ecclesiastico (tribunale riservato esclusivamente agli ecclesiastici) e del diritto di asilo, riduzione del numero di festività religiose, obbligo per gli enti della chiesa di ottenere l'autorizzazione governativa in caso di acquisti, donazioni o eredità. ● La guerra di Crimea fu combattuta tra il 1853 e il 1856 tra l’impero russo e quello ottomano, con l’intervento di stati come l’Inghilterra, la Francia e l’Italia. ● Tra il 5 e il 6 maggio 1860 ebbe luogo la cosiddetta spedizione dei mille con il fine di nutrire le rivolte contadine in Sicilia e a Napoli, sconfiggere le truppe borboniche e ridimensionare lo Stato pontificio senza toccare Lazio e Roma (fear of Napoleone III’s intervento). Dopo la conquista di Umbria e Marche e la sconfitta dei borboni in Campania, Garibaldi incontrò a Teano il 26 ottobre 1860 Vittorio Emanuele II, gli consegnò i territori conquistati e lo salutò “re d’Italia”. ● Mentre il Re delle due Sicilie si rifugiava a Roma, la Sicilia e l’Italia meridionale votarono per il 99% l’annessione al Regno di Sardegna tramite un referendum. Così, il 17 marzo 1861, venne approvato dal parlamento sardo e piemontese l’atto normativo che proclamava l'unificazione del regno d'Italia. Nacque il parlamento del regno d'Italia. Si celebra ogni 50 anni (1911, 1961, 2011). Cavour morì a Torino il 6 giugno 1861. ● Vittorio Emanuele II mantenne il proprio nome per ricordare la casata sabauda millenaria. Da ricordare c’è che il mandato regale arriva per provvidenza divina, at the same time è il popolo che riconosce il potere al re (in seguito ai moti rivoluzionari) e dunque ha anche il potere di deporlo. PROBLEMI DELL’ITALIA POST-UNITARIA 1. Lingua e istruzione: presenza di dialetti diversi e 75% analfabetizzazione. 2. Comunicazioni: rete ferroviaria sottosviluppata rispetto ad altri stati, solo 1800km di cui la metà tutta in Piemonte (intanto la Francia ne aveva 10k e l’Inghilterra 15k). 3. Bisogno di uniformità nell’amministrazione pubblica, nei sistemi giudiziari, fiscali e delle forze armate, senza parlare dell’enorme debito pubblico. 4. Bisogno di una riforma elettorale: solo i maschi non analfabeti che pagavano almeno 40 lire di imposta annua allo stato avevano il diritto di votare. a. Essi costituivano a malapena il 2% di uno stato di 22ml di persone, e votavano principalmente i deputati liberali moderati (“eredi” di Cavour) che restarono al potere fino al 1876 ed erano contrari al suffragio universale. Optarono per uno Stato con un forte potere centrale in modo da accelerare il processo di unificazione. Non volevano uno stato federale con la cessione delle libertà alle regioni (proposto da Carlo Cattaneo) perché risultava difficile e rischioso da realizzare. Provvedimenti: b. estensione dello stato Albertino a tutta l’Italia; c. unificazione del codice civile e penale; d. introduzione del sistema metrico decimale; e. lira italiana adopted as moneta unica; f. no dazi tra le regioni; g. leva militare obbligatoria; h. new taxes per sanare il debito pubblico (come l’imposta sul macinato). 5. Questione meridionale: a. Le terre erano meno fertili ed erano lavorate dalla maggior parte degli italiani, mentre i restanti erano latifondisti sfruttatori. b. Si rifiutava la leva militare obbligatoria (in quanto giovani braccia utili per il lavoro nei campi venivano perse) e la tassa sul macinato (colpiva i più poveri che mangiavano prevalentemente pane, pasta e polenta). c. BRIGANTAGGIO: fenomeno di bande vandaliche finanziate dai borboni in esilio e benedette dallo stato pontificio (nemico della corona), che comprendevano ed erano appoggiate dai contadini e da chi si opponeva allo Stato; quest'ultimo risolse il problema con la violenza nel 1865. 6. Italia incompleta: mancavano Friuli, Trentino, Veneto e Lazio. Il papa rifiutava di collaborare ed era difeso da Napoleone III. L’obiettivo era quello di avere Roma come capitale, perciò nel frattempo nel 1865 essa passò da Torino a Firenze. Dall’unità d’Italia all’età giolittiana 2 TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA (guerra austro-prussiana) ● Nell’aprile del 1866 venne sancito il trattato di alleanza italo-prussiana: in caso di guerra tra Prussia e Austria l’Italia sarebbe intervenuta attaccando l’esercito austriaco nel Veneto costringendolo a due fronti. ● A giugno iniziò una guerra lampo di 4 settimane: l’Italia inizialmente perse a Custoza e a Lissa (in Dalmazia), ma grazie all’esercito prussiano la situazione si capovolse e Garibaldi vinse in Trentino. L’Austria chiese quindi un armistizio e cedette il Veneto all’Italia. LA QUESTIONE DI ROMA ● Nel 1867 Garibaldi insieme ad un gruppo di volontari provarono a marciare su Roma ma vennero fermati e arrestati dallo Stato pontificio. ● Nel 1870 cadde Napoleone III nella guerra franco-prussiana, così gli italiani ne approfittarono e mandarono un reparto di bersaglieri a cannoneggiare Porta Pia il 20 settembre aprendo una breccia nello Stato Pontificio. Finì così il potere temporale papale e Roma entrò a far parte dell’Italia attraverso un plebiscito. ● Intanto nello stesso anno morì Vittorio Emanuele II e divenne re su figlio Umberto I. ● Nel 1871 venne emanata la legge delle Guarentigie (garanzie) per regolare il rapporto Stato e chiesa basata sul principio di Cavour: “libera chiesa in libero stato”. Si riconobbe l’esistenza dello Stato Vaticano formato da città del Vaticano, dal Laterano e dal Castel Gandolfo, il dovere dello Stato Italiano nel mantenimento di questi e nel garantire loro inoltre la libertà di organizzazione e di apostolato. Tuttavia il pontefice non accettò questi provvedimenti: scomunicò i politici e il re e proibì ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica. SINISTRA STORICA ● Nel 1876 cadde la destra storica a causa delle pesanti tasse imposte per pareggiare il bilancio. Salì dunque al potere la sinistra storica (liberali democratici, eredi di Mazzini e Garibaldi, favorevoli all’allargamento del diritto di voto ma senza arrivare al suffragio universale). ● Agostino Depretis (first president of consiglio della sinistra)’s program: 1. spread suffragio; 2. decrease analfabetismo; 3. decrease tax (delete tassa sul macinato); 4. protezionismo economico; 5. curare le malattie più diffuse (malarie e tbc). Eseguì: 1. 1882 diritto di voto a oltre 2m di italiani (prima erano 400k); 2. Legge Coppino 1877: istruzione elementare obbligatoria + numerose scuole serali per adulti; 3. 1882 politica coloniale (Eritrea e Somalia) 4. 1882 Triplice Alleanza con Germania (della quale i capitali aiutarono le industrie italiane) e Austria (che occupava ancora il Trentino e il Friuli quindi era vista male). 5. vaccinazioni e farmaci gratuiti. ● Seguito da Francesco Crispi nel 1887: a. Nel 1889 introdusse il new codice penale Zanardelli che sanciva la libertà di sciopero e abolizione della pena di morte (primo paese in Occidente a realizzare such a thing) b. Go on with politica coloniale di Depretis: spedizione militare in Etiopia con disastrosa sconfitta ad Adua nel 1896. Crispi venne accusato di aver mandato a morire i soldati italiani così si sentì costretto alle dimissioni, ponendo fine alla Sinistra storica. SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (second half of ‘800) Dall’unità d’Italia all’età giolittiana 5 lotta dei liberali e dei socialisti. Proponeva piuttosto una solidarietà tra le classi che conciliasse le esigenze del capitalista e del lavoratore in vista di un bene comune. ● Le masse contadine erano diverse dalla classe operaia in quanto costituivano una categoria eterogenea prevalentemente analfabeta e di ideologie più conservatrici. Nel periodo tra il 1870 e il 1890 ci furono innumerevoli rivolte contadine a causa delle condizioni di vita insostenibili e precarie e per la crescente difficoltà nella vendita dei prodotti agricoli a causa della concorrenza americana. DOPO LA SINISTRA STORICA ● Dopo le dimissioni di Francesco Crispi nel 1896, divenne il Presidente del Consiglio dei Ministri il conservatore Antonio Starabba, ovvero il Marchese di Rudinì. Egli era appoggiato dalla monarchia, dall’esercito e da chi ricercava uno stato forte con misure protezionistiche in politica estera e repressive nei confronti delle rivolte, ed era odiato dai socialisti, dai proletari, dai piccoli proprietari e imprenditori. ● Nella primavera del 1898 il rialzo dei prezzi del pane dovuto al cattivo raccolto (urbanizzazione) e al blocco delle importazioni dei prodotti agricoli americani (misure protezionistiche di Rudinì) scatenò molte manifestazioni pacifiche, tra le quali viene ricordata quella di Milano poiché il generale dell’esercito Bava Beccaris, sotto il comando di Rudinì sparò contro la folla. Il re Umberto I dopo quest’episodio decise di premiare il generale ma questa scelta portò al suo assassinio due anni dopo da parte dell’anarchico Gaetano Bresci. ● Nel 1898 chiamarono al governo il generale Luigi Pelloux il quale di nuovo non rispettò le proposte del Parlamento e decise di proseguire con la politica di repressione e del pugno di ferro, incapace di vedere la crescente presa di coscienza dei lavoratori e della società in sé. ● Nel 1900 Umberto I diede il governo a Giuseppe Saracco insieme alla responsabilità di attuare qualche riforma politica, ma questo processo viene interrotto dall’uccisione del re nel 29 luglio 1900. Nel parlamento le voci nitide di Zanardelli e di Giolitti suggerivano l’urgente bisogno di un governo di riforme capace di adattarsi ai cambiamenti e sostenevano la futilità dell’omicidio mirato come mezzo per innescare una guerra. ● Così nel 1901 Vittorio Emanuele III (figlio di Umberto I) chiamò al governo i liberal progressisti Giuseppe Zanardelli come premier e Giovanni Giolitti come ministro dell’Interno con la carica di occuparsi dell’ordine pubblico. Giolitti promuoveva il dialogo con le rappresentanze sindacali, sosteneva i mass media poiché erano un mezzo per capire chi fossero e cosa volessero i vari ceti insurrezionali e dunque per prevenire successive rivolte. ● Nel 1902 venne sancita la Triplice alleanza e l’Italia riconobbe tramite ulteriori alleanze il dominio francese in Marocco e quello inglese in Egitto. ETÀ GIOLITTIANA ● Obiettivo di modernizzare e rendere “meno vecchio” il paese. Cercava di rendere neutrale il paese ma non indifferente. Ricercò continuamente l’appoggio dei vari partiti, tra cui anche quello cattolico che iniziò a partecipare alla vita politica. 1. Primo governo (1903-05): ● Prima di salire al potere chiese il consenso del leader del PSI Filippo Turati, guadagnandosi la sua simpatia e rivelando di già la piega che la società italiana avrebbe preso sotto il suo governo. ● Ebbe a che fare con degli scioperi, come ad esempio quello dei minatori in Sardegna, e non intervenne mai con il pugno di ferro in quanto contava sull’esaurimento dello slancio e del sostegno della ribellione, e a volte persino sulla ribellione della popolazione stessa contro gli scioperanti. Questione meridionale: Dall’unità d’Italia all’età giolittiana 6 ❖ Al nord, più precisamente attorno al cosiddetto triangolo industriale (Torino Milano Genova) prese piede il decollo industriale principalmente nei settori siderurgici (da 15k a 50k occupati in aziende come Ilva), automobilistici (FCA), bancari e tessili (con l’industria del cotone mainly in Lombardia) ❖ Le misure protezionistiche atte alla difesa dei prodotti made in Italy rappresentarono un ostacolo verso la crescita economica meridionale. Essa infatti era basata su prodotti agricoli da esportazione che risentivano anch’essi dell’imposta di dazi negli stati esteri. Come conseguenza aumentarono i flussi migratori verso il settentrione (+burocratizzazione = meridionalizzazione del pubblico impiego) e verso paesi esteri (meno forza lavoro disponibile nel Sud). ❖ Politiche di sviluppo del Mezzogiorno: ➢ Con l’aiuto della banca centrale prova a dare credito alle nascenti imprese meridionali; ➢ Sgravi fiscali, ovvero riduzione delle tasse a una serie di soggetti aziendali imprenditoriali in modo da incentivare le attività economiche; ➢ Propone la costruzione del Polo siderurgico di Ilva a Bagnoli e in altre province, dunque lo Stato interviene attivamente per la ripresa economica. ➢ “meridionali ● Nel mentre ci furono grandi richieste di miglioramenti nelle condizioni di vita dei lavoratori non apprezzate dalle classi più agiate le quali accusavano Giolitti di complicità nei confronti dei rivoluzionari e dei portatori di “caos”. ○ Riduzione delle ore di lavoro feriali, regolate quelle notturne e festive; ○ Introduzione del riposo settimanale; ○ Aumento salariale; ○ Età minima per lavorare 12 anni invece che 9; ○ Diritto alla maternità. ● Giolitti ripropose un’idea della Destra storica, ovvero la statizzazione delle ferrovie, le quali fino ad allora erano gestite unicamente da enti privati. Inoltre pensò di assumere i ferrovieri come dipendenti statali ma questo fece nascere delle avversioni da parte dei socialisti in quanto i ferrovieri avrebbero perso il diritto di sciopero. ● Poiché adesso Giolitti godeva delll’opposizione sia socialista rivoluzionaria che conservatrice moderata mise in atto la sua strategia: dimettersi prima di essere sfiduciare e lasciare il paese in crisi tra un breve governo e l’altro. 2. Secondo governo (1906-09): ● Dopo un breve periodo di crisi egli si presentò con un nuovo programma elettorale e come colui che risanerà le crepe nell’amministrazione statale. ● Propone una diminuzione dei tassi di rendita dei titoli di stato in modo da limitare il debito pubblico e nuovi investimenti in nuove tratte ferroviarie. ● Nel 1907 crisi internazionale che in Italia venne limitata dall’intervento delle banche mediante prestiti concessi agli imprenditori e alle industrie in modo da non rallentarne i ritmi. ● Nuovo ciclo di lotte a causa della stagnazione e della diminuzione dei salari contadini e operai e allo stesso tempo i conservatori ostacolano gli interventi di Giolitti in favore dei ceti proletari. ● Si dimise di nuovo. 3. Terzo Governo (1911-13): ● Jolly Giolitti: è l’uomo che sa affrontare le crisi di governo. ● Questa volta propose il suffragio universale maschile (1912) in quanto in altri paesi si era arrivati persino a quello femminile. Servì per coinvolgere le masse, farle partecipare alla vita politica e pubblica e dunque disinnescare le loro potenzialità rivoluzionari e estendiamo universale. Dall’unità d’Italia all’età giolittiana 7 ● Propose un’assicurazione statale obbligatoria (pensione) per i lavoratori in caso essi si ammalino in maniera irreversibile, in caso di infortuni sul lavoro e durante la vecchiaia. ● Cominciò a dialogare con i movimenti nazionalisti (che volevano le colonie) e quelli che chiedevano il completamento dell’unità d’Italia. Giolitti li accontentò: guerra in Libia contro l’impero ottomano. ○ Veniva vista come un rimedio al flusso migratorio ed era supportata dal partito cattolico. ○ Dal settembre 1911 all’ottobre 1912 per conquistare le regioni della Tripolitania e della Cirenaica. ○ Nel mentre l’Italia ha detenuto il controllo anche del Dodecaneso e di Rodi, due regioni che avrebbe dovuto restituire ai turchi una volta conclusasi la guerra ma che invece si tenne con un’amministrazione provvisoria finché la Turchia, con il trattato di Losanna del 1923 non rinunciò alla rivendicazione di ogni territorio. ○ Si pensava che non avesse grandi ricchezze da offrire all’Italia perché si scoprì solo negli anni 50 che fosse piena di risorse petrolifere ma era troppo tardi. ○ Questo avvenimento fu importante per lo scoppio della prima guerra mondiale poiché rese chiara ai balcani la debolezza delle forze ottomane. ● Nuovi conflitti tra destra e sinistra portarono lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate, e successivamente all’ascesa del centrodestra con i governi di Antonio Salandra e di Sidney Sonnino.
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