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Dalla rivoluzione industriale alla storia economica dalla rivoluzione industriale alla storia economica, Sintesi del corso di Storia Economica

Riassunti Storia Economica

Tipologia: Sintesi del corso

2012/2013

Caricato il 29/10/2013

mariches
mariches 🇮🇹

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Scarica Dalla rivoluzione industriale alla storia economica dalla rivoluzione industriale alla storia economica e più Sintesi del corso in PDF di Storia Economica solo su Docsity! DALLA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE ALL’INTEGRAZIONE EUROPEA: CAPITOLO 1 – SVILUPPO ECONOMICO NEL LUNGHISSIMO PERIODO Tre tipi di “regimi economici” che si sono susseguiti nel lunghissimo periodo: 1 - Primitivo F 0 E 0durato migliaia di anni F 0 E 0 caccia e pesca 2 - 7000 a.C. civiltà agricolo - pastorale F 0 E 0 coltivazione, allevamento 3 – tre XVI e XVIII d.C. F 0 E 0 civiltà industriale (dopo il Rinascimento, dopo circa 9 millenni di civiltà agricolo – pastorale) Perché l’Europa fu la prima? Elementi “facilitanti”: clima, localizzazione geografica, risorse naturali. Elementi caratterizzanti e fondamentali: visione filosofico - religiosa del Mondo (persona umana come valore sacro ed inviolabile, esaltazione dello spirito come razionalità, la superiorità dell’uomo sulla natura = “homo faber”), organizzazione della società (pluralità istituzioni, libertà, certezza del diritto, ruolo Stato – beni pubblici). Ciò è evidente se confrontiamo l’Europa con Cina e Impero Arabo. Nascita delle istituzioni F 0 E 0 Banca, assicurazione, servizio postale, borsa, brevetto, codici di commercio (molte furono inventate o introdotte da italiani) Perché la civiltà industriale nacque in Gran Bretagna? Perché vi erano elementi come il clima, la cultura, sistema politico – istituzionale, innovazioni, monarchia solo formale (sempre meno assoluta sin dalla Magna Charta 1215), privatizzazione, il Parlamento assunse potere della Finanza (istituì debito pubblico e Banca d’Inghilterra). La GB abbracciò con entusiasmo l’avventura delle esplorazioni geografiche e del commercio internazionale F 0 E 0 colonialismo. In GB ci fu anche lo sviluppo della filosofia empiristica e la nascita dell’economia politica con Adam Smith. Ne derivò: nuovi processi di produzione sempre più meccanizzati, esplosione di vari settori industriali in particolar modo tessili (cotone), utilizzo del carbon coke (innovazione per produrre), ghisa, acciaio, caldaia a vapore, pompa a vapore, locomotiva (1810) … Si parla di “rivoluzione” ma tale termine da un senso inesatto di ciò che accadde veramente perché i risultati raggiunti dalla GB sono dovuti più alla continuità e all’accelerazione del processo che ad un qualche avvio “drammatico”. Importante è notare che nessuna delle invenzioni importanti della rivoluzione industriale inglese richiese basi scientifiche diverse da quelle già esistenti nell’Impero Romano. CAPITOLO 2 – I MOTIVI DI IMITAZIONE 3 fattori: 1) Condividere molti elementi della GB che l’hanno portata alla rivoluzione industriale (anche se con differenze notevoli da paese a paese se non da regione a regione) 2) Passaggio rapido di informazioni che dimostravano a chi era rimasto indietro la fattibilità di certi avanzamenti (effetto di dimostrazione) 3) Spirito di competizione che ha sempre animato le nazioni europee (bilanciamento dei poteri) 3 erano anche gli eventi non facilitanti per l’imitazione: le guerre napoleoniche, il blocco continentale (divieto di Napoleone di consentire l’attracco in qualsiasi porto di paesi soggetti al dominio francese) e la restaurazione (è il processo di ristabilimento del potere dei sovrani assoluti in Europa in seguito alla sconfitta di Napoleone), ma il processo di imitazione si mise comunque in moto. TEORIA DELL’IMITAZIONE SENZA DIFFERENZE (ROSTOW): differenze = insuccesso F 0 E 0ritardo = svantaggio 1960 Rostow: 5 stadi del processo di trasformazione da società agricola a industriale: 1 società tradizionale (prima della trasformazione, sistema economico bloccato da lenta progressione delle risorse del suolo, aumento continuo della popolazione e eventi naturali catastrofici) 2 la transizione (la società si mette a produrre innovazioni e a cercare il mutamento) 3 decollo (take-off o big push) (si forma un gruppo sufficientemente numeroso di imprenditori dinamici, investimenti consistenti) 4 maturità (l’intero sistema si è modernizzato e si entra in fase di rallentamento) 5 età dei consumi di massa (fine compressione dei consumi e standardizzazione) La teoria aveva dei vantaggi (importante focalizzare l’attenzione sulle fasi di “decollo” e “età dei consumi”) e difetti (non specifica come avviene il passaggio da uno stadio all’altro, accomuna invece di “distinguere” i vari paesi) TEORIA DELL’IMITAZIONE CON DIFFERENZE (GERSHENKRON): Gerschenkron: arretratezza relativa (GB è paese leader chi è più vicino e simile ha maggiore probabilità di imitarla e senza ritardi) F 0 E 0 altrimenti un paese dissimile può far valere dei fattori sostitutivi alternativi a quelli della GB, vantaggi dell’arretratezza (ad es. un paese imitatore non necessita di invenzioni), Catching Up (agganciamento, esito della rincorsa la paese leader, termine usato dagli economisti). Pollard: considerare la specifica regione più o meno grande(non la nazione) perché le varie attività economiche sono interconnesse ad un centro produttivo, fattori inferenza (differenziale della contemporaneità) mentre Gerschenkron studiava solo l’interno del paese tralasciando l’economia internazionale, secondo Pollard ci sono eventi di tale risonanza internazionale che interferiscono con i sentieri predisposti dei singoli paesi. TEORIA DELLE ISTITUZIONI E LA PATH DEPENDENCE (motivi del cambiamento delle istituzioni) L’Area comunque non era decollata rispetto alle notevoli disponibilità di beni carboniferi. La Prussia inizia ad abbassare i dazi doganali e a rendere il commercio libero internamente = risultato importante = primo periodo di decollo 1840-1850. Dopo l’unificazione del 1871 (a cavallo tra l’epoca delle ferrovie e la seconda rivoluzione industriale) la Germania ebbe un rapido e sostenuto decollo. -Industria: Grandi dimensioni F 0 E 0 Pesante F 0 E 0 convertita impresa da guerra. Alta intensità di capitale che richiedevano imprese di notevoli dimensioni e flussi di finanziamento più ampi. La Germania divenne il più grande produttore europeo di acciaio e leader mondiale nell’elettricità e chimica dotandosi di numerose banche costituite in società per azioni che finanziarono nuove iniziative industriali. -Banche: ”fattore sostitutivo” rispetto la GB: Finanziamento innovativo rispetto la GB. Banche Miste: Davano credito a breve e depositi e in più erano banche d’investimento e credito a lungo termine (più numerosi altri servizi). Lo statuto di una Banca Mista prevede che tale istituto possa compiere operazioni di diversa durata temporale; ciò significa che esse possono quindi raccogliere depositi, che sono operazioni a breve in quanto i risparmi sono ritirabili in qualsiasi momento, ed indirizzare tali depositi ad attività di credito industriale, ovvero operazione di lungo termine che prevede durate di dieci o più anni per i rendimenti. Possedevano pacchetti azionari d’imprese, entravano nei consigli di amministrazione di tante imprese tenendo sotto controllo interi settori industriali. Banca Centrale per fronteggiare crisi temporanee: Reichsbank. -Settori di sviluppo: Acciaio (Krupp, Thyssen), elettricità (Siemens), chimica (carbochimica: coloranti artificiali, farmaci, esplosivi), industria delle macchine. -Cultura e Istruzione: Base scientifica della tecnologia utilizzata era più avanzata di quella per le imprese tessili e meccaniche. Richiedeva maggiore sforzo di RICERCA e diffusione di istruzione secondaria e superiore. Efficiente sistema pubblico di scuole tecniche secondarie, politecnici (ingegneri), università. -Problemi: PIL pro capite più basso rispetto la GB perché lo sviluppo non fu uniforme. Ovest più ricco, Est più arretrato (Pollard). -Previdenza Sociale: Prima nazione ad introdurla, gestita dallo Stato F 0 E 0 Associazioni obbligatorie per infortuni sul lavoro, invalidità e vecchiaia per garantire la pace sociale. CAPITOLO 4 – LA PARZIALE MODERNIZZAZIONE DELLA PERIFERIA Solo una minoranza delle regioni delle nazioni meno centrali e meno “vicine” alla GB decollò, e molto meno rispetto Belgio, Francia e Germania. In questo capitolo sono presentati i casi di Impero Asburgico, Russia, Italia e Spagna: IMPERO ASBURGICO: Composizione: comprendeva 11 nazioni molto diverse tra di loro, territorio non molto favorevole per l’agricoltura, dotazioni di carbone poco abbondanti e infelicemente localizzate. Entità politiche avanzate ma non si riuscì a tenere il passo (ritardi): -Eliminazione servitù della gleba 1850. -Politica protezionistica, ma commercio internazionale. -Politica di accentramento amministrativo venne temperato solo nel 1867. -Industria: Privilegiò quella leggera (alimentare, tessile, vetro, carta). Industria metal meccanica, ferrovie, elettrica con risultati comparativamente insufficienti. -Banche: Numerose banche miste. La più importante era la CREDITANSTALT F 0 E 0 settori armamenti, acciaio, meccanica, petrolio, zucchero, aziende alimentari. -Problemi: Ospitare aree con diversissime dotazioni di prerequisiti per lo sviluppo – Non essere riusciti a far fare alle aree più arretrare il salto di qualità. PIL pro capite = all’Italia e Spagna, nettamente superiore a Russia e Giappone. -Regioni: Le più sviluppare erano l’Austria e la regione Ceca. A livello medio si trovavano Slovacchia, Ungheria e Slovenia. Il resto dell’impero era poco sviluppato. (divario regionale molto profondo). Squilibri regionali hanno lasciato divari diversi da area ad area dal punto di vista delle infrastrutture, della cultura, dell’istruzione e dell’accumulazione di capitali. RUSSIA: Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale (1°GM) la Russia era molto arretrata: 75% Agricoltura, 72% analfabetismo, 15% aree urbane. Eppure aveva più km di ferrovia e tanto acciaio ed elettricità quanto la Francia e la Germania F 0 E 0 segreto: territorio vastissimo, effetti in termini relativi e pro capite venivano a dissolversi. -Storia: Ha subito notevoli influenze dall’assolutismo orientale e solo per iniziativa degli zar si aprirono all’Europa. Pietro il Grande (1695-1725): primi tentativi di importare tecnologia occidentale. Zar Alessandro II (1861): elimina la servitù della gleba Ministro Stolypin (1907): Privatizzazione delle terre Alessandro II: Costruzione ferrovie e riorganizzazione delle banche -Industria: dal 1880 industrializzazione fece balzo in avanti a ritmi rapidissimi. Decollò l’industria pesante (ferrovia, armamenti), industria tessile ed alimentare, la crescita si interruppe all’inizio del XX sec. (guerra russo-giapponese 1904-1905 vinta dai nipponici), introduzione di deboli riforme. Rivoluzione 1905-06 F 0 E 0 “Manifesto di Ottobre” dallo zar Nicola II, concessione DUMA (parlamento), ma il principale limite ai poteri della Duma risiedeva nel fatto che i ministri continuavano ad essere responsabili solamente di fronte allo Zar. Sulla fine del 1905 il governo, che malgrado tutto non aveva mai smesso di funzionare, riuscì, anche grazie ad una pesante opera di repressione, a riprendere il controllo del paese. - Stato: “fattore sostitutivo”: Ruolo particolare per ciò che riguarda l’industrializzazione, se in GB erano i privati ad investire in Russia è lo Stato a farlo. (in Germania invece, come visto, investiva la banca mista). Lo Stato finanziò: ferrovie, introdusse il Gold Standard, impose dazi per incentivare la costruzione di impianti, ordinò armamenti, sussidi agli imprenditori specialmente stranieri. Però tassando i redditi più bassi. ITALIA: -Storia: Nonostante molte delle innovazioni istituzionali che percorsero la rivoluzione industriale furono introdotte dall’Italia, non è riuscita ad andare al passo con la GB. Era composta da numerose entità politiche tanto piccole quanto instabili. L’Italia ospitava industrie manifatturiere avanzate per l’epoca ma ci furono una serie di problemi: - Frammentazione politica e conflittualità - Esagerata insistenza su manifatture di lusso ad alto prezzo - Spostamento dei traffici commerciali dal Mediterraneo all’Atlantico L’Italia venne riorganizzata dal Congresso di Vienna in 7 stati. Lo Stato che rivelava dinamismo istituzionale ed economico con costruzione di ferrovie, manifatture e banche: Regno di Sardegna (monarchia costituzionale dal 1848). Potere di Cavour (uomo politico di grandi vedute) tesse alleanze internazionali tali da condurlo a sostenere l’irredentismo degli italiani che si volevano liberare dagli austriaci e poi da altri governi assolutisti. Garibaldi F 0 E 0 aveva come fine quello di liberare il Regno delle Due Sicilie dai Borboni. Cavour e Garibaldi portarono all’unificazione politica il Paese, in presenza di profonde differenze di tradizioni, culturali, di infrastrutture, economiche, diffusione dell’istruzione e produttività dell’agricoltura. ITALIA UNIFICATA: Nuovi governi modernizzarono il paese dal punto di vista istituzionale introducendo una legislazione commerciale liberista (libera iniziativa e il libero commercio) e fisco allineato ai più avanzati sistemi europei, varando nel 1859 la LEGGE CASATI: legge sull’istruzione e legando la moneta al sistema del GOLD STANDARD. 2) Rigidità istituzionali: non seppe vedere nelle innovazioni istituzionali che si realizzarono nel 1800 nei paesi che cercavamo di imitarla qualcosa cui ispirarsi: 4 applicazioni: a) FINANZA: Non riuscì né a rendere efficiente la borsa né a introdurre banche più legate al finanziamento industriale. b) ISTRUZIONE: introdusse troppo tardi un sistema pubblico di istruzione(tecnici autodidatti, che come vedremo in seguito andavano bene solo per la prima delle 3 rivoluzioni industriali) c) GRANDE IMPRESA: lenta organizzazione manageriale d) STATO: molte risorse per il colonialismo (che fu quindi anche un “male” e un costo per la GB e non solo una fonte di risorse) e non per lo sviluppo del paese. 3) Peso della Leadership: a) Colonie: costi militari ed amministrativi, eccessivo impegno nei mercati poco sofisticati. b) Sostegno del Gold Standard: Bank of England amministrava le sue politiche più con l’obiettivo di mantenere la stabilità internazionale che con quelli di sostenere la congiuntura interna. Era diventata di fatto un’istituzione che sentiva responsabilità internazionale e non solo interna. c) Predominio della City: attraeva investimenti più verso l’estero che investimenti interni. d) Ruolo di poliziotto del Mondo: GB coinvolta in molte guerre per mantenere “bilanciamento dei poteri” in Europa = eccessivi investimenti militari e notevoli perdite. Declino F 0 E 0 battuta d’arresto solo tra gli anni ’30 e gli anni ’40 ma precipitò negli anni successivi alla 2° GM. STATI UNITI: Modello industriale con gli stessi ideali e valori di quello europeo ma con notevoli differenze nel contesto e nella modalità di realizzazione. -Storia: Colonizzazione prima metà del XVII sec., ma popolamento europeo lento. Con Dichiarazione dei Diritti del 1776 si distaccò dalla GB, poi con vittoria nelle guerre d’indipendenza fondò governo federale nel 1789. Unico episodio di contrasto fu la Guerra di Secessione (1861-1865). -Sviluppo Industriale: Non fu rapido. Quando diventò indipendente 80-90% in agricoltura con remunerazione pro capite alta. Prime industrie prima metà dell’800, salari alti, forte tendenza alla meccanizzazione sia per la scarsa manodopera che per il suo alto costo. Ferrovie = segnale di decollo Crescita del sistema fino alla Grande Crisi del 1929 e si caratterizzò per l’affermazione della grande impresa (CORPORATION) nei settori di alta intensità di capitali. Domanda: Perché la grande impresa (corporation) fu una carta vincente e perché ebbe tanto successo negli USA rispetto all’Europa? 1° elemento: rapporto risorse – popolazione Area immensa, scarsissimamente popolata. Ferro, oro, petrolio. L’Europa doveva fare le guerre per appropriarsi delle risorse il problema degli USA era invece quello di governare nel modo più efficiente possibile il processo di sfruttamento delle risorse. 2° elemento: popolazione di emigrati L’emigrante è per definizione mobile, considera normale spostarsi per cercare condizioni migliori, self-made man. Molte persone di tanti paesi diversi pronti a trovare un terreno di convivenza reciproca, dei valori americani. Non vi erano motivi di conflitto tra Stati. Decisione di coordinarsi (lingua e monete) e mercato unico di grandissime dimensioni dove poté appunto nascere la grande impresa. 3° elemento: territorio vuoti di leggi Non c’erano lotte per introdurre una nuova legge. Si organizzarono da subito in modo democratico. Nacque in questo quadro, favorita anche dall’urbanistica, la nuova era industriale. COME NASCE LA GRANDE IMPRESA: No artigiani, no mercati già funzionanti, solo emigranti senza neanche l’istruzione, così si creò l’impresa che controllava da cima a fondo il processo produttivo attraverso integrazioni a monte e a valle e attraverso un macchinario automatico per disciplinare a dovere la forza lavoro. La Grande Impresa nacque dalle Ferrovie, la lunghezza delle quali imponeva un forte coordinamento che si realizzò attraverso la nascita di una struttura manageriale che combinava la LINE con responsabilità operative e lo STAFF con responsabilità di pianificazione e di stato maggiore e attivava un sistema informativo capillare basato sui REPORTS che permettevano una dettagliata analisi dei costi. -Settori: Telegrafi, telefoni, acciaio, petrolio, elettricità, automobile (Henry Ford F 0 E 0 1913 F 0 E 0 CATENA DI MONTAGGIO). Chimica NO F 0 E 0 poi con la Petrolchimica fece anch’essa un balzo in avanti. Commercio F 0 E 0 Grandi imprese F 0 E 0 Grandi magazzini a prezzo unico L’Impresa era l’espressione del popolo, assumeva responsabilità sociali, per questo motivo si è MANAGERIALIZZATA per garantire stabilità e continuità. Leggi ANTITRUST: “si definisce il complesso delle norme giuridiche che sono poste a tutela della concorrenza sui mercati economici.” Le banche vennero managerializzate, rimasero piccole per non contrastare le grandi imprese (anche la Federal Bank). Lo Stato c’era solo per il protezionismo Reddito pro capite alto ma poche relazioni internazionali (che si infittirono solo dopo la 1°GM) GIAPPONE: Unico paese di cultura non europea a decollare. -Cultura: Forte influenze dalla Cina, civiltà sofisticata, complessa, basata sulla cultura confuciana della lealtà, rigore, decoro, nazionalismo spinto (per distinguersi dall’influente Cina) -Storia: Imperatore F 0 E 0 divenne già nel VII sec. “costituzionale” = ruolo simbolico Il potere era frazionato localmente. Periodo preindustriale grandi città, mercato funzionante, sistema creditizio abbastanza sviluppato, istruzione diffusa (istruita era la classe dei Samurai, che però non si occupavano di affari). M il Giappone era CHIUSO ALL’OCCIDENTE (1 sola nave olandese all’anno!) 1853-1854 Matthew Perry arrivò con navi a Tokyo e minacciò affinché si aprissero con l’Occidente: trattati ineguali (5% dazi) Nuovo imperatore: MUTSUHITO = RESTAURAZIONE MEIJI: tolse le classi sociali, tolse molti privilegi ai samurai, burocrazia modernizzata, sistema educativo più efficiente, mandava i giovani a studiare le istituzioni occidentali per poi applicarle al Giappone = nuova fase istituzionale + avventura industriale. -Stato: Cercò di tenere delle imprese pubbliche ma fallirono quindi lo Stato ebbe un ruolo di promozione di imprese private. -Industrie: Non facile perché il Paese è piccolo, montuoso, scarse risorse e poche esportazioni tranne: seta grezza e tè. -Colonie: Taiwan e Corea. -Settori: Industria tessile decollò con quella pesante. Fine ‘800 terminarono i trattati ineguali fu quindi possibile più protezionismo. Ok ferrovie ed elettricità. Il PIL aumentò ma non raggiunse quello della GB data la chiusura verso occidente. Nacquero imprese che agirono sinergicamente = caratteristica. Le banche erano il loro polmone finanziario. Dopo la 1°GM e 1929 maggiore successo, poi stop con la 2°GM e di nuovo successo dopo gli anni ’50. CAPITOLO 6 – TECNOLOGIA E CAMBIAMENTI SOCIOECONOMICI Tecnologia e cicli lunghi di sviluppo + rivoluzioni industriali 1° RIVOLUZIONE INDUSTRIALE: (‘700 fino alla metà dell’800) caldaia a vapore, acciaio, ferrovia, macchinari per produzione beni, chimica inorganica. Necessitavano di non alti livelli di istruzione basandosi su scienze semplici e note. Senza laboratori, non più a Funzioni di tali banche: - monopolio emissione carta moneta - mantenimento riserve - fissazione di tasso di sconto per segnalare politiche restrittive (aumento) o espansive (diminuzione) - supervisione del tasso di cambio - rapporto col Tesoro -supervisione sistema bancario - prestatore di ultima istanza (PUI): quando c’era crisi, per bloccare panico causato dai troppi fallimenti e tutti erano alla ricerca di liquidità Banca Centrale offre liquidità a un tasso d’interesse fisso bloccando la tendenza a vendere i titoli e favorendo il recupero dell’equilibrio. ORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA BANCARIO (TIPI DI BANCA): - Periodo preindustriale: banchieri privati, banchi pubblici, monti i pietà -2° metà del ‘700: (1) casse di risparmio F 0 E 0 banche no profit per abituare i cittadini al risparmio (2) società per azioni bancarie F 0 E 0 Banche commerciali (credito a breve termine), Merchant Banks (lungo termine) sono più rischiose, Banche Miste (tedesche) - metà ‘800: nacquero in Germania le Banche Cooperative : - urbana, -rurale Potente reticolo di riciclo finanziario del risparmio che eliminò il tesoreggiamento e riuscì a coprire le esigenze di credito soprattutto per le Grandi Imprese. F 0 E 0 2 diversi sistemi: 1)Anglosassone: più importante la Borsa della Banca. 2)Tedesco: orientato più alla Banca che alla Borsa. CAPITOLO 7 – L’ECONOMIA INTERNAZIONALE TRA FINE ‘800 E INIZIO ‘900, L’AFFERMARSI DEL GOLD STANDARD Rapporti internazionali: (3 temi) 1) Mobilità capitali – lavoro 2) Finanza internazionale con Gold Standard 3) Colonialismo MOBILITà DEI BENI E DEI FATTORI: L’ industrializzazione ha prodotto un incredibile aumento del commercio internazionale. 1°GB, 2°GERMANIA, 3°FRANCIA… USA in ritardo nel processo di liberalizzazione del commercio. 2 periodi migliori: (1820-‘70) e (1950-‘92) Commercio internazionale = estensione del principio della specializzazione del lavoro che fa aumentare la produttività globale del sistema economico mondiale rendendo più efficiente l’uso delle risorse. Il commercio internazionale è anche veicolo di modernizzazione (materie prime strategiche, macchinari avanzati). Per questi motivi è bene lasciare il commercio libero, però non sempre. Tendenza soprattutto dei paesi piccoli, i paesi grandi no F 0 E 0 si può vedere dal protezionismo (costo dei dazi). Trattati commerciali F 0 E 0 nati grazie al protezionismo, paesi con interesse a negoziare, vantaggi reciproci all’abbassamento del dazio selezionato. Mobilità dei fattori produttivi: LAVORO: esplosione nell’800 e nel primo decennio del ‘900. Emigrazione irrilevante della Francia che divenne meta insieme a Svizzera e Belgio. Popoli emigranti erano gli Spagnoli, Russi, Italiani, Irlandesi e Inglesi (poco). Le mete principali: Europa avanzata, America (nord e sud), Australia. CAPITALE: Poche informazioni rispetto al lavoro. I banchieri avevano effettuato finanziamenti internazionali già in epoca preindustriale, poi nell’800 economie divennero più dinamiche le borse si allargarono, nacquero le prime multinazionali e aumentarono i flussi di capitale a lungo termine. La GB fu il maggiore investitore, poi Francia, seguono Olanda, Belgio, Svizzera … Suddivisione settoriale: 1° risorse naturali indispensabili alle nuove industrie, 2° infrastrutture e 3° (col 15%) industrie manifatturiere. Quindi bisognava avere cura della Bilancia dei Pagamenti (BdP). Bilancia dei Pagamenti: “è uno strumento di contabilità nazionale. Con questo termine si intende uno schema contabile che registra tutte le transazioni di tipo economico effettuate in un determinato periodo di tempo (generalmente si considera un anno) tra residenti e non residenti di un paese.” IL GOLD STANDARD: Sistema monetario internazionale (regime aureo). 1717 GB, Isaac Newton, responsabile della zecca, stabilì il prezzo dell’oro a 3 sterline, 17 scellini, 10,5 pence. Con la diffusione di cambiali, tratte e banconote si aveva relegato sempre di più il metallo come riserva in lingotti nelle casseforti delle banche. F 0 E 0 riserva che NON copriva l’intero circolante. Però restava il punto cardine = CRITERIO DI CONVERTIBILITà della carta moneta in oro F 0 E 0 serviva per impedire un’eccessiva emissione a una parità fissata, che si doveva mantenere pari a un multiplo fissato dalla consuetudine e poi dalle leggi nei confronti della riserva di oro. DISCIPLINA: Per aumentare la circolazione oltre quanto permesso dalla riserva esistente, occorreva acquistare più oro, il che non era facile e quindi occorreva restringere la circolazione cartacea. Il Gold Standard si reggeva sulla corretta applicazione delle regole del gioco. Questo regime ha prodotto un meccanismo AUTOMATICO di aggiustamento internazionale degli squilibri della Bilancia dei Pagamenti tale da mantenere i cambi tra le monete fissi e quindi un notevole ordine e stabilità dell’economia internazionale che poteva contare su monete che non cambiavano mai valore. Come funziona il Gold Standard a livello internazionale? Quando un paese è in DEFICIT della BdP, il paese ha difficoltà ad avere sufficiente quantità di moneta straniera e tenderà ad offrire più unità di moneta nazionale per acquistarla, portando a svalutarla. Poiché però vige un regime di convertibilità si preferirà essere pagati in oro (il paese in deficit paga in oro l’altro paese del quale vuole acquistare moneta) che mantiene parità prefissata sia con la moneta che tende a svalutarsi sia con la moneta in cui si andrà poi a convertire l’oro evitando qualunque perdita nel cambio. Quindi se il paese è in deficit nella BdP l’oro diminuirà (deflusso dell’oro) F 0 E 0 regole del gioco F 0 E 0 Paese con riserva d’oro diminuita deve diminuire la circolazione cartacea con restituzione del credito e aumento del tasso d’interesse F 0 E 0 diminuzione della domanda interna quindi F 0 E 0 meno imprese, abbassamento dei prezzi F 0 E 0 esportazioni più competitive. Questo porta a un riequilibrio della BdP e impedisce svalutazione della moneta. I paesi in AVANZO della BdP avranno aumento di riserve d’oro e quindi non osservando regole del gioco, evitando di allargare la circolazione della moneta creano maggiore difficoltà al paese in deficit che si vede costretto a sostenere da solo tutto l’onere del raggiustamento F 0 E 0 tale situazione poteva portare il paese in deficit a dover uscire dal Gold Standard. Perché allora NON è rimasto questo sistema del Gold Standard? 1) Occorrerebbe un’economia internazionale non turbata da eventi troppo traumatici, ma con le 2 guerre mondiali molti paesi dovettero uscire. Ci vuole stabilità per far funzionare il Gold Standard. 2) Il Gold Standard classico fu sostenuto dalla sterlina inglese ma con qualche problema per la Bank of England. 3) Poi si cambiò da oro a dollari = Gold Exchange Standard. Poi fine!. Oro scarso quindi prezzo sale (porta a inflazione), in caso di immissioni di oro il prezzo scende (deflazione). GLI EFFETTI DEL COLONIALISMO SUI PAESI D’ORIGINE: Opinione dominante F 0 E 0 Paesi coloniali hanno benefici, paesi colonizzati effetti negativi. Nel breve periodo si parla di benefici ma il colonialismo va visto nel lunghissimo periodo quando vengono a galla gli svantaggi. Dall’iperinflazione alla crisi. Nuova Repubblica di Weimar iniziò sotto i peggiori auspici. Perdite umane. 13% del territorio perso. Perdita di miniere e risorse naturali. Perdita di colonie. Perdita Marina Militare e Materiale Bellico. Iperinflazione. Ripresa: lenta e contraddittoria 1923: l’iperinflazione aveva reso il Marco inservibile, venne allora introdotto un nuovo Marco: Renter Mark. 1924: Piano Dawes: la circolazione monetaria fu alla fine stabilizzata con il Reichs Mark F 0 E 0 poiché avvenne un grande afflusso di capitali stranieri dei quali la Germania era dipendente. La Germania doveva tenere elevati i tassi d’interesse per attrarre capitali privati, ma poiché questi venivano presi a prestito dai comuni per infrastrutture pubbliche non ci si poteva aspettare una profittabilità sufficiente alla copertura degli interessi così elevati che quindi tesero a calare F 0 E 0 attrattività del mercato tedesco per gli investimenti stranieri = ritiro capitali USA F 0 E 0 crisi Germania 1928 grande sfiducia nella Repubblica di Weimar e spinta verso partito estremista (partito nazista di Adolf Hitler). 2) GRAN BRETAGNA: Primato della Sterlina a qualunque costo. Anni ’20 per la GB = spirale negativa. No crescita reddito pro capite, disoccupazione alta, esportazioni ristagnavano. 1°GM aveva indebolito la GB sia finanziariamente sia industria e commercio: - impianti non rinnovati - esportazioni tradizionali soppiantate da altri paesi - accumulo debito nei confronti degli USA - L’inflazione era > di quella USA rendendo inevitabile la svalutazione della sterlina F 0 E 0 proprio la svalutazione della Sterlina si volle evitare poiché si credeva che i problemi economici potevano essere risolti solo con la stabilità monetaria. Quando nel 1925 gli europei tornarono al Gold Standard, la GB decise di ritornarvi allo stesso tasso di cambio col dollaro Poiché gli inglesi continuavano a pensare di essere ancora leader e quindi vollero il ritorno all’equilibrio mediante la flessibilità dei prezzi e salari e la corretta applicazione delle regole del gioco nei pagamenti internazionali e nell’uso delle riserve. 1° Ministro Winston Churchill (appoggiato dalla City e dalla Confederazione Industriale). Keynes era contrario a Churchill. = Infatti per sostenere tale cambio sopravvalutato della Sterlina dovette far uso di una politica monetaria restrittiva con aumenti dei tassi d’interesse che disincentivarono gli investimenti, mentre esportazioni diminuivano, BdP negativa, le riserve diminuivano F 0 E 0 causarono notevoli problemi alla Banca d’Inghilterra che non voleva far ricorso a prestiti – Solo alla fine del decennio la situazione riprese a migliorare per poi nuovamente ricadere con la Grande Crisi. 3) FRANCIA: Una stabilizzazione monetaria realistica. Grosse perdite a causa della guerra. 3 paradossi: 1 – Credeva nelle riparazioni ma poi finì col ricostruirsi coi suoi propri mezzi (contributo recupero Alsazia e Lorena) 2 – Grande instabilità politica, 11 governi in 2 anni ma poi nel 1926 trovò Raymond Poincaré che stabilizzò il Franco, mise ordine nella finanza pubblica e politica monetaria senza danni alla democrazia francese. 3 – Tipo di stabilizzazione, prese atto della svalutazione (al contrario degli inglesi). Migliore delle 4 nazioni analizzate. Brillanti esportazioni e aumento del reddito pro capite. 4) ITALIA: Dalla democrazia alla dittatura. Difficoltà politiche drammatiche la fecero scivolare nella dittatura. Fattori che la spinsero maggiormente alla dittatura furono: - Difficile processo di riconversione industriale dalla produzione da guerra a quella di pace con conseguenti fallimenti di imprese e banche - Conflitto sociale per disoccupazione e inflazione - Creazione del Partito Popolare (1919) anno del cambiamento dal sistema elettorale da maggioritario a proporzionale. Sconfitta del Partito Liberale e vittoria di 2 partiti: Socialista e Popolare, nessuno dei due con esperienza di governo e non desiderosi di collaborare. - Nascita nel 1919 movimento fascista di Benito Mussolini - Atteggiamento scarsamente garantista del Re che consegnò il potere a Mussolini - Condizioni alterate dalla guerra - Mancanza di aiuti internazionali - Scarsa pratica di democrazia di massa F 0 E 0 portarono alla salita al potere di Mussolini. Mussolini nominò Ministro delle Finanze Alberto de Stefani che continuò processo di riequilibrio della finanza pubblica fino ad arrivare al pareggio di bilancio. Gli scioperi furono proibiti. L’economia riprese con un trend troppo inflazionistico che fece decidere a Mussolini di sostituire de Stefano con Giuseppe Volpi. Volpi dovette affrontare pagamento del Debito con USA e GB e riuscì quasi interamente a condonare e poi effettuò la stabilizzazione della lira per rientrare nel Gold Standard. Mussolini impose con “Quota 90” tasso di cambio sopravvalutato di 90 lire per Sterlina. Si consolidò il Debito Pubblico e si fece la riforma bancaria: Banca d’Italia l’unica ad emettere moneta. Gli economisti (tra cui Keynes) preconizzarono una crisi: diminuzione delle esportazioni e degli investimenti, ma la facilità del governo a manovrare prezzi e salari evitò la crisi e vide la ripresa nel 1928. Governo di dedicò all’organizzazione della bonifica integrale per migliorare l’agricoltura. Anni ’20 abbastanza positivi per l’economia italiana e anche per l’industria (miglioramento nel settore della chimica). CAPITOLO 10 – LA CREAZIONE DELL’UNIONE SOVIETICA LA RIVOLUZIONE D’OTTOBRE: La 1°GM aveva colto la Russia in un momento ancora incoativo della sua trasformazione capitalistica, inizio delle privatizzazione delle terre e del decollo industriale. Fu spinta dalla Francia con gli alleati e dal desiderio di diventare una grande potenza mondiale. Ma l’economia non era in grado di sostenere la guerra, difficile assicurare le forniture di derrate alimentari. Popolazione non era motivata a combattere. Gennaio del 1917 deposizione dello zar con RIVOLUZIONE BORGHESE, istituzione del Parlamento (DUMA) nuovo governo: Aleksander Kerenskij Errore = voler continuare la guerra. Malcontento e caos che facilitò la propaganda socialista di Lenin e del suo partito bolscevico organizzato in consigli rivoluzionari (SOVIET) che nell’ottobre del 1917 attaccarono il governo borghese con la Presa al Palazzo a San Pietroburgo Seguirono: - 4 anni di guerra civile - l’economia di ritrovò in un regime di comunismo di guerra - ritorno al baratto (la moneta era stata abolita) - commercio privato abolito - lavoratori militarizzati e remunerati in natura - produzione agricola requisita (a parte ciò che i contadini riuscivano a nascondere) - Industrie nazionalizzate Processo di rimpiazzo fu difficile e lento. CAPITOLO 11 – LA GRANDE CRISI Sistema capitalistico ha andamento ciclico, ma ci sono varie scuole di pensiero: 1) Scuola di pensiero dell’instabilità (Malthus, Marx, Keynes F 0 E 0 Stato) 2) Della stabilità (Neoclassici) 3) Dei cicli (Schumpeter) FATTI ED INTERPRETAZIONI: Inizio della Grande Crisi: Crollo della Borsa di NY 24/10/1929 Avvisagli di andamenti negativi anche prima (Germania 1928). La situazione economica precipitò con ripresa nel 1932 con contrazione del settore industriale e del commercio internazionale. 2 Paesi più colpiti: Germania e USA. Il Giappone fu risparmiato. Effetti negativi anche su altri paesi europei. Effetti sociali dirompenti , cause della crisi: 1) Mutamenti strutturali degli anni ’20 avevano reso sia il mercato dei prodotti (aumento monopoli) sia quello dei fattori (lavoro) molto meno flessibili il che rendeva più arduo ristabilire automaticamente l’equilibrio dopo uno shock 2) Sistema monetario anni ’20 aveva reintrodotto Gold Standard ma a condizioni molto squilibrate. USA avevano cambiato ruolo, da debitori a creditori senza seguire le regole del gioco del Gold Standard e senza permettere quei finanziamenti netti all’Europa. 3) Il ruolo della caduta della borsa di NY fu enfatizzato sia come motivo scatenante della crisi sia come causa principale 4) Crisi molto seria perché Politica Internazionale Statunitense molto restrittiva che produsse panico finanziario, fallimenti a catena e deflazione in assenza di un PUI a livello internazionale. 5) Trasmissione della crisi anche ad altri attraverso il Gold Standard, dalla mancanza di coordinamento della caduta dei prezzi ,di una mal interpretata ortodossia fiscale e di un crescente protezionismo. LE RIPERCUSSIONI FINANZIARIE: La condizione delle banche cominciò a peggiorare nella primavera del 1931 1° AUSTRIA: Fallì grande banca mista. Le difficili condizioni del paese spinsero a sostenere sempre di più le imprese (60% azioni) ma i crediti inesigibili costituivano il 70% del totale delle perdite = fallimento. Aiuto da parte della Banca Centrale in ritardo. Ottobre 1931 lo Stato la rimise in piedi e diventò azionista di riferimento senza cambiare funzionamento come banca universale. 2° BANCHE UNGHERESI 3°GERMANIA Reichsbanck perse metà delle sue riserve in oro. USA aiuto F 0 E 0 moratoria nei pagamenti delle riparazioni. Crisi bancaria esplose con il fallimento della maggior parte delle banche miste. Governo decise di chiudere per una settimana banche e borsa. Danat venne fusa alla Dresdner Bank e il suo capitale divenne a maggioranza pubblico (non cambiò la funzione delle banche, private). 4° INGHILTERRA Corsa all’oro (che era poco) mise sotto pressione la Banca d’Inghilterra = crisi di governo Nuovo governo aumento delle imposte e diminuzione delle spese per pareggio. Ma uno sciopero della Marina provocò perdite oro della Banca d’Inghilterra = si decise di abbandonare il Gold Standard. 5° ITALIA 3 Banche più grandi miste andarono a chiedere aiuto a Mussolini. Mussolini incaricò uomo di fiducia SLBERTO BENEDUCE che organizzò il salvataggio in 2 tempi fondando: -IMI (istituto mobiliare italiano) = istituto di credito industriale a lungo termine -IRI (istituto di ricostruzione industriale) = per gestire le partecipazioni azionarie come grande holding - Nuova Legge: Abolizione delle banche miste. 6° FRANCIA Inizialmente risparmiata dalla crisi per ampie riserve di oro. Doveva liberarsi delle riserve di Sterline. ASSENZA DI COOPERAZIONE INTERNAZIONALE: Emersero poche ed insufficienti iniziative internazionali: 1) Banca dei Regolamenti internazionali per supervisionare il pagamento delle riparazioni (1930) 2) Convegno economico di Londra (1933) per studiare i modi per uscire dalla crisi ma tutti i paesi mettevano al 1° posto la ripresa interna 3) Accordo Tripartitico (USA – GB – Francia) si resero disponibili a sostenere reciprocamente il corso delle loro monete (limitato) CONCLUSIONI: assenza di cooperazione internazionale rese il Gold Standard una camicia di forza e impedì di mettere in funzione un PUI mentre le Politiche interne volte al pareggio di bilancio non fecero che peggiorare ulteriormente la situazione. CAPITOLO 12 – RIPRESA ECONOMICA E RIARMO NELL’EUROPA DEGLI ANNI ‘30 Vicende DEI principali paesi europei presentano differenze notevoli anche in seguito al diverso modo di reagire alla crisi. 1) GRAN BRETAGNA: Gli effetti dell’abbandono del Gold Standard. 1931 GB esce dal GS F 0 E 0 Sterlina di svalutò: importante beneficio, altri benefici dell’uscita dal GS: - Permise una politica monetaria interna finalmente espansiva con diminuzione dei tassi d’interesse che incentivarono gli investimenti specialmente costruzioni. Quindi recupero del settore produzione industriale ed edile. - Diminuì il livello di disoccupazione - Solo nel 1938 intraprese politica riarmo per preoccupazione tedesca. Comunque non allarmata perché tranquillizzata dall’eventuale aiuto USA. - Tornò il protezionismo. Accordi con le colonie (Trattato Ottawa) ecco perché atteggiamento inglese di scarso interesse per il processo di integrazione europea. 2) GERMANIA : La reflazione di Hitler e il riarmo. Politiche deflazionistiche ma in modo estremo le impose un aumento dei tassi d’interesse senza pietà = collasso economia e progressiva sfiducia nella Repubblica di Weimar. Difficoltà del Governo: - Non essendoci afflussi di capitali stranieri per il pagamento delle riparazioni si doveva provvedere attraverso un avanzo della BdP. - Collasso economia poteva indurre al cancella mento riparazioni. - Il Marco non poteva essere svalutato (Pace di Versailles) - Svalutazione avrebbe aumentato il peso del debito - Salari erano inflessibili - Non vi erano linee di politica economica alternative = Repubblica di Weimar precipitò. 1933 Hitler salì al potere. Germania rifiutò democrazia e preferì logica della vendetta e violenza di Hitler. Prima operò per riavviare gli investimenti nel settore edilizio e di trasporto restaurando piena occupazione. Poi il successo economico rafforzò il regime e ci fu nel 1936 il RIARMO Con piani di costruzione F 0 E 0 utilizzando economia mista: - Una parte delle riserve sotto stretto controllo dello Stato - Un’altra parte lasciata al mercato LE PRINCIPALI VICENDE ECONOMICHE DEGLI ANNI DELLA GUERRA: Durante lunghi anni la Guerra devastò l’Europa. Germania e GB elaborarono due proposte di riorganizzazione: La Germania : idea base nuovo ordine F 0 E 0 elementi: stato cooperativo di stampo fascista, una programmazione che prevedeva economia mista con forte presenza dello Stato. Autarchia. Spazio vitale = egemonia tedesco europea (ammissione e occupazione di molti paesi per contribuire all’economia tedesca). La GB: 1° problema = trovare risorse per far fronte alla guerra vista la sconfitta della Francia. Commonwealth = inadeguate. Si rivolse agli USA. -1941 USA consigliarono di liquidare investimenti inglesi all’estero -1941 Congresso USA approvò legge: Qualsiasi aiuto di guerra ai belligeranti sarebbe stato fornito senza contropartita allo scopo di eliminare alla radice una ripetizione dei perversi effetti dei debiti da guerra interalleati successivi alla 1°GM -1941 Gb inviò delegazione capeggiata da Keynes in USA per negoziare piano di aiuti = CARTA ATLANTICA in cui di affermava il multilateralismo e si invocava un assetto mondiale cooperativo per espandere produzione, occupazione e scambi eliminando discriminazione e riducendo le barriere di libero ingresso. -1942 Approvato schema di aiuti LEND-LEASE USA F 0 E 0 GB 30 miliardi di dollari in anni, USA F 0 E 0 Russia Keynes ancora si illudeva di poter negoziare con USA ma ormai USA erano leader. -1942 SVOLTA = USA entrano in guerra = vittoria degli alleati. LA PRESENZA AMERICANA IN EUROPA DOPO LA FINE DELLA GUERRA E PIANO MARSHALL 1943 Piano di aiuto alla popolazione civile (UNRRA) portò in Europa aiuti alimentari fino al 1947 Si pose il problema di amministrare le zone tedesche occupate dove l’economia non funzionava e il sistema monetario distrutto PROBLEMA PRINCIPALE: Disegnare ricostruzione dell’Europa. ALTRO PROBLEMA: Espansionismo sovietico che faceva leva sui partiti di vari paesi europei. Necessità ricostruzione: uscire dal circolo vizioso con esportazioni. 1947 USA drammatico dilemma: Lasciare che l’Europa di avvitasse nella sua spirale perversa che avrebbe potuto impedire successo ricostruzione (perdita partner commerciali) oppure intervenire con un nuovo piano di aiuti? 5/6/1947 PIANO MARSHALL (ERP) Piano pluriennale a sostegno della ricostruzione di tutti i paesi europei che avessero voluto aderire. Obiettivo: Capire mediante aiuti i disavanzi delle BdP dei paesi europei per permettergli di riavviare il processo produttivo senza tensioni inflazionistiche o colpi di mano. Modello era basato sull’aumento produttività e l’organizzazione scientifica del lavoro per aumentare il reddito nazionale e rendere meno gravi i conflitti distributivi. F 0 E 0 Americani non si limitarono ad elargire fondi, progettarono meccanismo di distruzione degli stessi che si basava su 2 punti: 1 – si trasferivano direttamente i beni richiesti 2 – qualsiasi decisione doveva essere concordata con gli americani che mantenevano la supervisione e la responsabilità ultima dall’interno del sistema. Uffici in ogni paese, USA inviava beni, i governi vendevano beni ed i fondi raccolti li dovevano riutilizzare in accordo con USA. (materie prime, alimentari, fertilizzanti, prodotti energetici) Piano Marshall F 0 E 0 1948-1952 F 0 E 0 perse importanza, altro piano di aiuto molto più limitato e di carattere militare (MSA) IL PIANO MARSHALL E GLI INIZI DEL PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA Il piano Marshall fu strategico anche per un altro motivo: volle iniziare una nuova convivenza in Europa 1° tentativo: con OECE (organizzazione per la cooperazione economica europea). Compito: effettuare studi tecnici sulle economie europee per permettere a ciascun paese di formulare il proprio piano annuale e per rendere compatibili gli obiettivi a livello aggregato. USA: Pensò che con OECE si poteva iniziare a costruire Stato federale ma non fu così, scarso potere decisionale perché gli stati ancora ancorati all’individualità nazionale. Divenne un mero ente con funzioni tecniche e di consulenza. Serio problema e pericolo Germania quindi. 2° tentativo: da parte del Ministro degli Esteri Francese Schuman accordo con tedeschi per la costituzione di nuovo organismo congiunto internazionale con pieno potere decisionale aperto anche a altri paesi per il controllo dei settori del carbone e dell’acciaio. = 1951 = CECA (Francia, Germania, Italia, Belgio, Olanda e Lussenburgo) Creò un mercato del carbone e dell’acciaio rimuovendo dazi e restrizioni e ammortizzando tecnologie e salari. Risultato di questo 2° tentativo si rivelò strategico per aprire la strada all’INTEGRAZIONE EUROPEA. Altra istituzione UEP (Unione Europea dei Pagamenti) = finanziare deficit temporanei delle BdP allo scopo di non intralciare i flussi di importazioni ed esportazioni a causa carenze di mezzi di pagamento. (1° esperimento di cooperazione monetaria) CONCLUSIONE: Piano Marshall diede impulso strategico al processo di integrazione europea!. CREAZIONE DI ORGANISMI ECONOMICI INTERNAZIONALI: GATT, FMI E BANCA MONDIALE 1948 – GATT: Forum per negoziati commerciali che ebbe molto successo. I criteri per la conduzione dei negoziati furono 3: 1 – no discriminazioni. Con qualche eccezione. 2 – eliminazione di restrizioni quantitative 3 – reciprocità = concessione delle stesse condizioni per tutti i partner (poi WTO con potere anche sanzionatorio) Sul fronte monetario: 2 versioni: 1- WHITE (Americano) reintrodurre Gold Standard. Fondo con potere di intervento a sostegno di tassi di cambio in vigore. 2- KEYNES comportava un vero e proprio governo. Tentativo di eliminazione alla radice degli squilibri delle BdP attraverso monitoraggio che introducesse disincentivi sia per i paesi in deficit che per quelli in avanzo. USA appoggiarono White 1944 – A Bretton Wodds riunione dei paesi nelle Nazioni Unite dove venne discusso progetto 1945 – ratificato F 0 E 0 creazione FMI e Banca Mondiale. FMI: 2 compiti. Supervisione del nuovo sistema di conti fissi (1973 fino Gold Standard) e interventi di sostegno finanziario ai paesi in difficoltà. CONCLUSIONE: 2° dopoguerra ci fu un grande ottimismo istituzionale a livello internazionale e sia a livello economico e sia politico (ONU) e militare (NATO) F 0 E 0 1949. LA RICOSTRUZIONE NEI 4 PRINCIPALI PAESI EUROPEI: anni importanti perché: - furono messe le fondamenta di una nuova democrazia - nuovo tipo di convivenza tra paesi europei - nuovo modello economico ispirato agli USA e temperato dal Welfare State. Dopo CECA e UEP si capì che l’economia era l’unico campo fertile per il processo di integrazione europea. 25/03/1957 Vennero firmati a Roma 2 trattati: 1) Comunità Economica Europea (CEE) con Mercato Comune Europeo (MCE) 2) Comunità Europea dell’Energia Atomica (EURATOM) MEC allargò per la prima volta il mercato intra - europeo anche perché fece della Comunità europea un soggetto unitario di negoziati internazionali sul piano commerciale. Periodo 1958-’68 Vigore con l’abolizione barriere doganali interne, alla totale eliminazione raggiunta (1968): periodo commerciale dei 6 paesi che registrò boom Paesi rimasti fuori F 0 E 0 FTA (Area Europea di Libero Scambio) CEE altri paesi entrarono e divenne il più importante soggetto di commercio internazionale. C’erano ancora numerosi ostacoli dibattuti poi con l’atto unico del 1986: - Movimenti capitali liberalizzati 1990 - Campo finanziario, col Trattato di Roma F 0 E 0 istituita BEI (Banca Europea degli Investimenti) - Mobilità dei lavoratori con parità di trattamento e di diritto all’accumulazione di benefici sociali. Per emigrati F 0 E 0 FSE (Fondo Sociale Europeo) AGRICOLTURA: Protezionismo basato da un lato sul sostegno dei prezzi di alcuni prodotti strategici, e dall’altro lato su dazi doganali fissati in modo compensativo per neutralizzare la variabilità dei prezzi mondiali F 0 E 0 FEOGA 1962 (Fondo economico europeo di orientamento e garanzia agricola) F 0 E 0 Negli anni successivi si estende anche ad altri prodotti. Effetto F 0 E 0 Trasformare CEE da area tradizionalmente importatrice di prodotti alimentari ad esportatrice. Metà anni ’80 interesse CEE F 0 E 0 Agricoltura USA chiesero alla CEE di diminuire protezionismo prodotti agricoli. Così riforma integrale della PAC (1992) con riforma McSharry. 1995 semplificazione dei negoziati agricoli. = L’attenzione passò dall’agricoltura ad altri aspetti di integrazione: Politiche regionali, monetarie e industriali. - 1974: (crisi del petrolio) fu creato Fondo Europeo per lo sviluppo regionale (FESR) Scopo: evitare che le difficoltà internazionali peggiorassero le condizioni delle regioni europee meno sviluppate. All’inizio fondo modesto, ma con anni ’80 si iniziarono a sperimentare interventi più compatti e completi attraverso programmi integrati mediterranei (PIM) = per coordinare meglio gli interventi. 1° riforma: 1985 si sostituiscono quote prefissate con indicatori quantitativi che stabilivano max e min delle allocazioni per ciascun paese e si identificano i criteri di accoglienza dei progetti. 2° riforma: 1988 riorganizzazione tutti i fondi strutturali in un disegno unitario che comprendeva Politiche economiche e sociali. Col trattato di Maastricht più rilievo alle regioni svantaggiate, aumento dei fondi strutturali e attivando 1993 Fondo di coesione . Conclusione = positiva. POLITICHE INDUSTRIALI: Prima: Si trattò di interventi difensivi nei settori base dove sovrapproduzione minacciava fallimento di grandi imprese. 1° settore acciaio 1974. Comunità finanziò il ristruttura mento e la chiusura di molti impianti sussidiando la riconversione e il prepensionamento. Altri settori: fibre artificiali. Ma insoddisfazione Poi: Sorse l’idea di lanciare progetti di ricerca che aggregassero liberamente partner di varie nazioni europee soprattutto imprese e centri universitari (per l’elettronica ESPRIT). Molto successo. MERCATO UNICO: F 0 E 0 Atto unico 1992 2 criteri guida: 1) Armonizzare legislazione auropea in una serie di compiti di fondamentale importanza (no diversificazione) 2) Riguardava ambiti in cui non veniva riconosciuta necessità di armonizzare e prevedeva l’adozione del principio del “mutuo riconoscimento”. - Controlli merci alle frontiere eliminati 1997 - Tassazione indiretta venne ricondotta in banche comparabili - Sussidi alle imprese armonizzati - Gare pubbliche vennero aperte a concorrenti della CEE - in ambito bancario vennero armonizzate le norme di controllo - Liberalizzati servizi (trasporto aereo, telecomunicazioni) = Mercato Comunità divenne mercato interno. Legge anti-trust 1990. PIANO MONETARIO: Si iniziò a trattare quando venne abbandonato il sistema di cambi fissi e si iniziò a pensare a intervenire per mantenere agganciate le monete europee: - 1978 Proposta: Sistema Monetario Europeo (SME): basato sulla fissazione della parità di ciascuna moneta del sistema con una moneta. Paniere di riferimento (ECU) in cui il valore nei confronti delle monete estere della Comunità veniva calcolato dalla media ponderata del valore delle monete della comunità. -1979 Funzione: SME ha subito numerosi riallineamenti ma nel complesso ha avuto notevole successo nell’accompagnare il rientro dall’inflazione da parte di molti paesi europei e nell’aumentare la stabilità monetaria europea. -1988: incominciarono discussioni sul progetto di unione monetaria e di cooperazione politica e militare. Fino ad arrivare col Trattato di Maastricht alla presentazione di un nuovo trattato che istituì: - Unione Europea (UE): che incorporava le disposizioni sulla realizzazione dell’unione monetaria (UEM), quelle sulla Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e quella in materia di cooperazione di polizia e di giustizia (AIG) (sono i 3 pilastri dell’UE) Trattato UE firmato nel 1992, più grande innovazione di Maastricht = creazione UEM e costruzione Banca Centrale Europea (BCE) nel 1998 e adozione della moneta unica europea (EURO) nel 2002.
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