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La Seconda Rivoluzione Industriale in Italia: Liberalismo, Nazionalismo, Socialismo, Appunti di Storia

La seconda rivoluzione industriale in Italia, il suo impatto sulla società e le risposte politiche. Viene trattato il liberalismo di John Stuart Mill, il nazionalismo di Fichte, il socialismo e l'imperialismo. Vengono anche descritte le riforme economiche e politiche, le tensioni sociali e le guerre coloniali.

Tipologia: Appunti

2020/2021

Caricato il 02/11/2021

chantal.costantini
chantal.costantini 🇮🇹

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Scarica La Seconda Rivoluzione Industriale in Italia: Liberalismo, Nazionalismo, Socialismo e più Appunti in PDF di Storia solo su Docsity! SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE - il “secolo delle masse” PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1760) - La prima rivoluzione industriale riguarda il settore dell'industria tessile e il settore dell'industria metallurgica. Questo perché prima della rivoluzione industriale l'agricoltura, l'artigianato e il commercio erano le attività economiche più importanti. Quando l’uomo inventa le macchine però, scopre nuove energie e costruisce le fabbriche, dunque ci sono grandi cambiamenti nelle attività economiche e nell’organizzazione della società. >L’invenzione più importante della prima rivoluzione industriale è la macchina a vapore. SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE (1870) - La seconda rivoluzione industriale riguarda invece l'invenzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. La seconda rivoluzione industriale avviene: in Gran Bretagna, Francia, Belgio, Germania, Italia settentrionale, Svezia, Norvegia, Russia, Stati Uniti, Canada, Giappone e Australia. L’ Italia non avendo mai subito la prima rivoluzione industriale (poiché non era unita - Unità d’Italia 1861) subisce cambiamenti più drastici. La seconda rivoluzione industriale avviene nel periodo tra il 1870 e il 1914. Nella seconda metà dell'ottocento l'uomo scopre: - Nuove fantidi energia come il petrolio e la benzina (motore a scoppio) - Come produrre energia elettrica con l’acqua e come trasportare l'energia attraverso i fili elettrici Ci sono anche diverse invenzioni come: il telefono, l'automobile, l’aeroplano, la lampadina, la radio e anche scoperte come i raggi x, i batteri e i virus che causano le malattie, le onde radio. Tutte queste invenzioni e scoperte cambiano il modo di lavorare nelle industrie e anche il modo di vivere delle persone. La vita cambia così tanto che parliamo di seconda rivoluzione industriale. Durante la prima rivoluzione industriale per produrre energia si usa il carbone. Nella seconda rivoluzione industriale si usano il petrolio, la benzina e l’acqua. * Le CENTRALI IDROELETTRICHE usano la forza dell’acqua per produrre energia elettrica. L'acqua cade dall’alto delle montagne dentro grossi tubi, fa girare delle turbine e produce energia. * Le CENTRALI TERMOELETTRICHE bruciano il petrolio per produrre energia elettrica. Il motore a scoppio brucia la benzina per produrre energia. Il motore a scoppio serve per far funzionare le automobili e per muovere le macchine in molte industrie. Nelle fabbriche diventa necessario produrre molto in poco tempo. Henry Ford introduce la catena di montaggio nella sua fabbrica di automobili di Chicago, negli Stati Uniti. La catena di montaggio è un nastro che si muove; sul nastro ci sono i pezzi che gli operai devono lavorare. Ogni operaio sta fermo davanti al nastro e fa una sola, semplice operazione, sempre uguale. In questo modo i tempi di produzione diminuiscono. Nasce quindi un nuovo modo di produrre in massa e di conseguenza un consumo di massa (beni durevoli). Le conseguenze: la produzione industriale venne gestita da vaste aziende che i controllare alcuni settori o attività produttive, dunque per avere il monopolio. ziavano ad accordarsi per Il monopolio: è una produzione esclusiva di beni e prodotti. Sono prodotti in serie e in grandi quantità. Un vantaggio è che non c’ è concorrenza e uno svantaggio che posso dare il prezzo che voglio (aspetto negativo: si fa più fatica ad arricchirsi). Inizio dunque un regime capitalistico, cioè un sistema economico e sociale caratterizzato da una mobilità di capitali, dalla proprietà privata e dai mezzi di produzione, dalla ricerca del profitto individuale e dalla separazione dei produttori in classi (borghesi) deten dei capitali e classi lavoratrici (proletariato). Il proletariato lavorava fino a 15 ore al giorno per gli adulti e 12 ore al giorno per la manodopera minorile, con salari bassissimi IL PENSIERO POLITICO DELL'800 ® Socialismo scientifico o comunismo Karl Marx (1818-1883) e Friedrich Engels (1820-1895), sono due pensatori tedeschi che trascorrono gran parte della loro vita in esilio a Londra, analizzando la nuova struttura economica della società. Il comunismo si fondava sulla lotta per l'uguaglianza e la ridistribuzione dei beni (trasformazione della società). Marx e Engels fanno una critica della società e delle strutture economiche: nuovo progetto politico internazionale. Ragionano sulle condizioni degli operai inglesi e partono da qua per fare una critica. La proposta di Marx sta nel migliorare le condizione del proletariato: - Abolendo la proprietà privata, poiché tutto doveva essere di tutti e i beni dovevano essere spartiti per creare una società migliore lea di Marx non avrà mai successo o in parte. La situazione non cambia ma la società si attiva con partiti politici. ® Liberalismo Il liberalismo nasce tra il 1850 e il 1860, quando esce il testo Sulla libertà di John Stuart Mill. MILL - PLURALISMO POLITICO Nessuno può essere costretto a subire una legge anche se essa è stata votata dalla maggioranza, la libertà del singolo deve stare al primo posto. È un nuovo pensiero che ha pieno sviluppo nell'800, appoggiato soprattutto dalla borghesia. Le radici stanno però prima, tra la fine del 600 e l'inizio del 700 Locke e Smith, la concezione principale del liberalismo è la libertà dell'individuo. Dunque ogni individuo aveva la libertà di parola, politica, religiosa ed economica, le donne potevano votare. La libertà è necessaria per permettere ad ogni individuo la sua piena realizzazione personale, per questo motivo lo stato deve agire tutelando essa e non limitandola, ovviamente finché essa non va a lenire le libertà altrui. La libertà dell'individuo si esplica nelle libertà ci l'uguaglianza giuridica. Altro principio importante liberismo economico, lo stato non doveva intervenire per regolare i mercati, poiché esso è già regolato dalle sue leggi (legge della domanda e dell'offerta). cioè la libertà economica, di opinione, di espressione e Il voto è censitario perché meritano di decidere solo coloro che sono colti e capaci di farsi strada nella società. Necessaria anche una costituzione che garantisca il pieno rispetto delle libertà individuali e dei diritti (costituzionalismo). > Benjamin constant - forma di governo migliore è la monarchia costituzionale a base censitaria (l'uguaglianza è dunque puramente formale, poiché l'esercizio del potere resta riservato ad una piccola cerchia della popolazione). ® Partito cattolico Nascono due concezioni: - Unavisione reazionaria e conservatrice urre le differenze sociali, per permettere ad ognuno di avere un reale beneficio della propria libertà - L'istruzione gratuita e garantita dallo stato, per permettere ad ognuno di avere un reale beneficio della propria libertà - Tasse in proporzione al reddito, cosicché esse non gravino su cittadini già in difficoltà L'orientamento democratico è appoggiato da media-piccola borghesia e proletariato. ITALIA DAL 1861 AL 1914 DESTRA STORICA - 1861-1876 Il 6 giugno 1861 muore Cavour i successori portarono avanti gli insegnamenti da lui conferiti: una politica liberista in economia, laica nell'ambito dei rapporti fra Chiesa e Stato e rispettosa delle libertà costituzionali. Quintino Stella Il gruppo dirigente che governò il paese nel primo quindicennio di vita unitaria era costituita da piemontesi ad essi si erano poi uniti gli esponenti moderati lombardi, emiliani e toscani pochi invece erano i meridionali. Nei primi parlamenti dell’Italia unita la maggioranza si collocava a destra (da quel momento c'è la definizione come “Destra” nel linguaggio corrente). La destra era un centro moderato. Caratteristiche destra storica: 1. Formata da: - Conservatori, monarchici e cattolici - Classe di appartenenza: aristocratica, borghesi, grandi proprietari terrieri 2. La politica economica: si ritrovano a risolvere dei problemi: - Arretratezza economica - Debiti sugli stati preunitari - Completamento unificazione - Spese militari Per risolverli si sono dovuti fissare due obiettivi (contrastanti): - Riequilibrio del bilancio pubblico - Grandi investimenti di infrastrutture Per raggiungerli c'è una pesante tassazione e un forte disagio sociale (il Brigantaggio). 3. Obiettivi: - Pareggio di bilancio - Infrastrutture di collegamento Situazione dell’Italia: - Arretratezza economica - Debiti - Spese militari (anche per completare l'unificazione) 4. Azioni: - Suffragio censitari - Tassa sul macinato (Sud) - Campagna di Repressione del Brigantaggio (1860-1865): il Sud non viene considerato. Si creano quindi dei gruppi di persone: i briganti che andavano in giro a rubare e a compiere atti di vandalismo. Non riuscì però a raggiungere i risultati sperati a causa dell’omertà diffusa nel popolo Nel 1865, la campagna era pressoché terminata: il Sud sulla carta risultava pacificato, anche se tutte le cause sociali che avevano provocato la rivolta e avevano alimentato il brigantaggio non erano affatto state rimosse. Sull’altro versante c'era la Sinistra, cui vi facevano parte i mazziniani, i giacobini, i repubblicani e gli esponenti della vecchia sinistra piemontese come Agostino Depretis. La sinistra era formata da una base sociale più ampia dove si mescolavano professionisti, intellettuali, imprenditori e commercianti. La Sinistra si batteva per il suffragio universale maschile, il decentramento amministrativo, il completamento dell’unità da raggiungersi attraverso l’iniziativa popolare. Importante è ricordare che sia la Sinistra che la Destra erano espressione di una classe dirigente ristretta, infatti la legge elettorale piemontese concedeva il DIRITTO AL VOTO solo ai cittadini che avevano compiuto i 25 anni, in grado di leggere e scrivere e che pagavano almeno 40 lire d’imposte all'anno. Nelle prime elezioni in Italia, gli iscritti nelle liste elettorali erano 400 mila, cioè meno del 2% della popolazione totale. Furono emanate nuove leggi: 1. LA LEGGE CASATI SULL’ISTRUZIONE che creava un sistema scolastico nazionale e stabiliva il principio dell'istruzione elementare obbligatoria, demandando l'attuazione ai comuni; 2. LA LEGGE RATTAZZI SULL’ORDINAMENTO COMUNALE E PROVINCIALE che affidava il governo dei comuni a un Consiglio eletto a suffragio ristretto ed a un Sindaco di nomina regia; 3. LA LEGGE RICASOLI che nel 1865 estendeva a tutto il Regno la normativa amministrativa piemontese. Nel Meridione il malcontento delle masse contadine già presente si andò a rafforzare nel momento in cui questo nuovo ordine politico non aveva apportato alcun benessere sociale. Nel 1861 nelle regioni del Mezzogiorno erano presenti delle bande di irregolari che assalivano i piccoli centri e li occupavano, i governi post-unitari reagirono rafforzando le forze militari del Sud. Nel 1863 il Parlamento approvo una legge che istituiva nelle provincie dichiarate “in stato di brigantaggio” un vero e proprio regime di guerra. Le scelte politico-economiche messe in atto dai governi della Destra si rivelarono svantaggiose per il Mezzogiorno, accentuando maggiormente il divario già presente tra le regioni del Sud e il Centro-Nord. Nel 1866 la situazione economica si aggravò, così che Quintino Sella mise in atto una politica di inasprimento delle imposte indirette (1868 venne introdotta la TASSA SUL MACINATO (una tassa sul pane, che rappresentava il consumo popolare per eccellenza; colpiva le classi più povere). L'introduzione di questa tassa provocò agitazione repressa con l’impiego dell’esercito con 250 vittime. Attraverso questa politica le condizioni del bilancio statale migliorarono fino a raggiungere, nel 1875, il pareggio. Alle proteste già esistenti si aggiunsero le pressioni degli industriali, delle Banche a favore di una politica economica meno rigida e restrittiva, che lasciasse margini alla formazione della ricchezza privata. L'importanza di questi interessi sono stati il motivo della caduta della Destra. LA SINISTRA AL POTERE Nella prima metà degli anni "70 ci furono alcuni cambiamenti significativi nel quadro politico italiano: aumentarono i deputati che non si collocavano né a Destra, né a Sinistra, ma si definivano INDIPENDENTI o di CENTRO, si accentuarono così le fratture all’interno della Destra. Accanto alla vecchia Sinistra piemontese guidata da Depretis, alla stra storica degli ex garibaldi Crispi e Zanardelli, veniva emergendo una SINISTRA GIOVANE, espressione della borghesia moderata. La rivoluzione parlamentare nel 1876 apre una nuova fase dell’Italia unita, giungeva al governo un ceto dirigente nuovo che non aveva mai avuto esperienze prima La SINISTRA 1876-1887 con Depretis. Caratteristiche Formata da: - Repubblicani, anticattolici - Agostino Depretis (1813-87) - Classe di appartenenza: professionisti, insegnanti, grandi proprietari terrieri del Sud Appartengono a classi sociali inferiori rispetto alla destra storica Obiettivi: - Diritto di voto - Problema dell’analfabetismo - Potenziamento industria - Isolamento internazionale Azioni: - La nuova legge elettorale (Zanardelli), approvata nel 1882, prevede l'abbassamento del livello di ricchezza e di età richiesti per votare (dal 1,9% al 6,9 % votanti) - La legge Coppino del 1877 stabilisce che la durata dell'istruzione elementare sia di 5 anni, con i primi 2 anni obbligatori e gratuiti (9 anni) - Protezionismo introduzione di un'alta tariffa doganale sul grano e sui prodotti di diversi settori (tessile, chimica, agroalimentare, siderurgia) - Politica coloniale in Africa (Eritrea) - Irredentismo Le riforme economiche: non c'era il libero scambio e ci fu un intervento da parte dello stato nella vita economica. Questi due fattori portarono nel 1887 l'introduzione di un'alta tariffa doganale sul grano e sui prodotti di diversi settori (tessile, chimica, agroalimentare, siderurgica). LA POLITICA ESTERA SINISTRA: ci fu una rottura con la tradizione risorgimentale filoliberale, filofrancese e antiasburgica, irredentismo. - 1881 tensioni politiche e diplomatiche con la Francia per la Tunisia, verso cui puntavano le ambizioni imperialiste italiane - 1882 firma della Triplice alleanza con Germania e Austria-Ungheria (patto di reciproca difesa in caso di aggressione da parte di altre potenze, specie la Francia) - 18885 gli italiani tentano di occupare la città di Massa in Eritrea - ma l’imperatore Nel 1887 muore Depretis e sale al potere Francesco Crispi che impone politica autoritaria d’impronta bismarckiana. FRANCESCO CRISPI AL GOVERNO 1887-1898 - Nazionalizzazione delle masse: nuovi programmi con diffusione della lingua italiana, amore per la patria, monumenti a grandi personaggi storici - Riforme amministrative: ampliamento del diritto di voto alle elezioni amministrative e riforma sanitaria e della pubblica assistenza - abolisce la pena di morte - Repressione confflitti sociali: repressione dei fasci in Sicilia - Nascita partito Socialista (PSI) - 1896 politica estera aggressiva: continua la conquista Etiopia - numerose sconfitte (Adua) e quindi Crisi si dimette (7000 morti) - esercito coloniale battuto da truppe indigene - L’Etiopia è indipendente. - Rinnovo adesione alla Triplice alleanza con Germania e Austria(1887)
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