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Danimarca, Paolo Borioni., Appunti di Storia Contemporanea

riassunto dei capitoli 1, 3, 4, 5, 6, 7.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 31/08/2019

appunti.2019
appunti.2019 🇮🇹

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Scarica Danimarca, Paolo Borioni. e più Appunti in PDF di Storia Contemporanea solo su Docsity! STORIA DEL SECOLO NEL XX SECOLO: DANIMARCA CAP1: LA FORMAZIONE DELLA MODALITA DANESE. ISTITUZIONI, AGRICOLTURA, SOCIETA L’incubazione danese deve ricercarsi in una lunga fase di mutamenti importanti che coinvolgono aspetti culturali profondi della nazione: luteranesimo, riforme agrarie che riusciranno a rendere l’agricoltura danese un successo di esportazione verso i paesi soprattutto il Regno Unito. Il progresso culturale ed economico ha influenzato anche le istituzioni politiche portando innovazioni dal livello municipale a quello costituzionale. Tali innovazioni avrebbero comportato risultati significativi poiché le masse agricole danesi erano le più oppresse d’Europa. Infine ebbero un ruolo centrale i cosiddetti movimenti popolari, scaturirono a partire dal 1850 da una mobilitazione delle masse intorno a temi d’impegno soprattutto morale, religioso e culturale. Tali movimenti furono la vera e propria palestra associativa. Nuovo luteranesimo Con il 700 il luteranesimo nordico e germanico era entrato in una nuova fase. Fino ad allora le esigenze di subordinazione del mondo contadino avevano condotto ad un’interpretazione conservatrice della visione di Lutero. L’effetto modernizzante del luteranesimo si è fatto sentire a partire dal 1660, la monarchia si era liberata dal controllo costituzionale dell’alta nobiltà. La visione sociale prevalente si era estrinsecata in quella detta hustavle, la raffigurazione di una suddivisione della società fissa e gerarchica. La hustavle rappresentava la società nel modo fisso per cui l’ordine sacerdotale era responsabile della evangelizzazione e della fede degli altri due ordini: quello delle autorità e quello del popolo. La prima epoca della riforma si era concentrata sui conflitti con le altre religioni e su quelli fra stato e chiesa. Secondo la hustavle il re aveva la supremazia legislativa su ogni altro ordine terreno ma doveva proteggere la chiesa e doveva esporsi alla sua predicazione perché su di lui Dio governava comunque su qualunque fedele. Il pietismo può rappresentare una seconda fase, in cui poté emergere più fortemente l’attenzione per le coscienze delle autorità e per quelle del popolo. I padri del pietismo diffusero la convinzione che la lettura e lo studio attivo dei testi andavano diffusi per garantire una fede fondata su molto altro che il battesimo. La formazione dei sacerdoti luterani mutò: studio dotto sui testi lasciò lo spazio alla capacità di coinvolgere con l’opera della predicazione l’opera della predicazione del singolo suddito. • Vescovo PONTOPPIDAN: grazie a lui avvenne il mutamento, per il quale la Chiesa ricevette la piena collaborazione dello stato. Nel 1735 fu introdotto l’obbligo di celebrare le feste comandate in Chiesa. Successivamente il vescovo scrisse una rielaborazione del piccolo catechismo di Lutero con 759 domande e risposte che risolveranno tutti i possibili dubbi. Introdusse inoltre una fase puritana del luteranesimo nordico, secondo cui la rinuncia alle tentazioni era la risposta alla domanda fondamentale del suo catechismo(come essere felici in terra e beati in cielo). Il laicato deve mostrare una vera conservazione, per essere utile nelle comunità di credenti. A sostenere le competenze di questo nuovo laicato furono altre importanti riforme: • 1739: obbligo di erigere scuola di base ovunque. I programmi prevedevano insegnamenti gratuiti: lettura e religione e a pagamento: scrittura e aritmetica. La promozione delle competenze morali e bibliche significava che nel laicato e specie in quello maschile e adulto venisse interiorizzato un dovere e che quindi venisse stabilizzato un ordine sociale. Riforme agrarie Gli obblighi di permanenza a vita nel feudo di resistenza erano stati aboliti grazie alla forza acquisita dalla monarchia sulla nobiltà solo dopo alcuni decenni nel 1733 essi erano reintrodotti con rinnovata forza. Ciò per alcune ragioni economiche: regime di maggiore libertà concesso ai cittadini aveva consentito questi di rifiutare la coltivazione di fondi improduttivi. In questo periodo di esportazioni era impossibile ai signori feudali a garantire ai contadini una divisione del prodotto capace di far coltivare loro i campi meno fertili. Il risultato negativo era doppio: • Campi meno coltivati • Diminuzione totale del gettito fiscale Dunque la mancanza di manodopera conduceva a poter sfruttare sempre le corvees servili. Dopo la rifeudalizzazione del 1733 la produzione riprese a crescere a spese della condizione contadina e della flessibilità. Infatti la domanda era in ripresa per questioni demografiche e poi accettava la coltivazione di campi veniva assicurata una fiscalità di favore e cominciò a palesarsi la eccezionale opportunità per via della industrializzazione. La Danimarca rappresentava un paese molto più prossimo geograficamente ai mercati di sbocco di quanto non fossero i baltici. Le riforme fra gli ultimi decenni del 700 e primi del XIX secolo giunsero in serie: • Anno 1788 fu il vero spartiacque in cui venne abolito il cosiddetto ‘’resistenza forzata’’ che privò il latifondo nobiliare di un potere costrittivo che giungeva fino alle feroci angherie fisiche. Le proteste della nobiltà si fecero sentire. La nobiltà si rese conto che favorire le tendenze della crescita recava vantaggi anche alle classi proletarie. • Riforme furono completate tra il 1835-1850. A partire da quest’epoca molti contadini erano costretti dalle proprie condizioni a rimanere dove vigeva la servitù feudale. • Nel 1835: i contadini poterono partecipare con una propria rappresentanza autonoma agli stati generali • Seconda innovazione: istituto di credito regio che permetteva agli stati contadini più agiati di guardare realisticamente ad un futuro di proprietari. L’economia feudale assicurava una divisione più equa dei rischi che d’ora in poi gravavano su tutti. Dunque al crescente protagonismo della classe contadina si accompagnava una maggiore atomizzazione e differenziazione delle condizioni sociali. conservatori e liberali elitisti potevano contare su almeno la metà della Landsting per via elettorale. Si creò dopo 1866 una situazione in cui il partito di sinistra avesse avuto la maggioranza virtuale dell’elettorato la destra poteva contare su un governo favorevole e su un Landsting in grado. Contro questa politica della Destra erano schierati il Grundtvig e i movimenti popolari. La rivendicazione del ritorno della costituzione di giugno esprime la proclamazione de diritto morale del popolo danese. In questo periodo il governo della destra era stato nominato dal monarca secondo un’interpretazione restrittiva della norma costituzionale. Nel 1901 si sarebbe affermato il principio del governo basato sulla fiducia parlamentare. Le classi contadine medie videro rafforzato il proprio istinto autoritario. Uno sviluppo ulteriore della democratizzazione danese si ebbe con il distacco a sinistra delle classi contadine più povere e la formazione del partito Sinistra Radicale. Di questo partito sarebbero stati i componenti essenziali: I contadini meno agiati. I movimenti popolari Questi movimenti sono essenziali per comprendere come il partito di sinistra trovasse sostegno durante gli anni di stallo. In Danimarca e ovunque questi movimenti sono un esempio non particolarmente conosciuto di nazionalizzazione delle masse. Si impegnò in una quantità di iniziative che potremmo definire welfare comunitario. Questa iniziative ebbero un grande impatto pratico in un’epoca di grandi migrazioni geografiche e sociali, l’importanza della religione non solo come motivazione del lavoro di volontario come strumento della soluzione dei problemi sociali. Nei movimenti popolari fu importante la religione, momento di maggiore aggregazione e autonomia. La regione rappresentava un elemento della traduzione che però veniva rielaborato, si tratta di un processo complesso di discontinuità e continuità. • Altri movimenti contribuirono in questo senso: metodismo. La gran parte dei revival religiosi e spirituali rimasero dunque è all’interno della chiesa di stato. In grundtvig si fusero la posizione ecclesiastica, il carisma personale e il talento Altro grande movimento di origine religiosa fu quello di INDRE MISSION, centrale è la conversione, rinnovamento spirituale che deve avere conseguenze visibili a partire quindi nella oratorio e poetica, dando vita ad un’idea non accademica ma popolare di cultura nazionale. Condotta fra i tipici flagelli che il volontario religioso aveva cura di combattere c’erano la prostituzione, gioco d’azzardo e alcolismo. Nella Danimarca del XIX secolo le classi contadine erano in impetuosa ascesa, il popolo e i suoi movimenti acquisirono il senso della propria forza e autonomia prima che fosse certa la disponibilità dello stato a concedere spazi. Inoltre le donne erano completamente escluse dalla vita politica, l’apertura al voto femminile avvenga nel 1903 in seguito conquisteranno il voto municipale nel 1907 e quello parlamentare 1915. Successivamente nasce anche la grande forza del movimento operario, sindacale e socialdemocratico e nasce la diffusa economia economizzata fra attori, organizzatori di interesse classi da cui poi si giunge a compromessi (democrazia strutturata). Ultima fase emancipazione contadina: i movimenti popolari sarebbero capaci di influenzare i partiti politici. Essi furono aperti a tutti e quindi per tutti costituiscono un’arena senza legami locali, di istruzione e di ceto. I braccianti erano rimasti indietro per il loro accoglimento nella democrazia si incrociò con quello della classe operaia. Le rivendicazioni di un ceto intero furono accolte dal legislatore fra il 1899 e 1919. In questo periodo con una serie di misure che: chiunque avesse fra i 25-50 anni poteva avere finanziato il 90% dell’investimento per una piccola proprietà rurale. Ciò significava una casa con terra intorno, occorreva inoltre aver lavorato per 5 anni nell’agricoltura, non avere pendenze giudiziarie. Nel 1904 l’organizzazione della popolazione si mostrò decisiva creato associazioni di capitale pronte a destinare a questa specifica fetta di lavoro rurale l’acquisto di terre poste sul mercato. Veniva a rinforzarsi una classe rurale le cui caratteristiche erano a metà fra il lavoratore salariato e il piccolo proprietario contadino. Nel 1905 fu creato da una scissione più progressista del vecchio partito liberal- contadino Sinistra il nominato Radikale Venstre che ora si colloca anche al centro dello spettro politico-parlamentare del paese. All’inizio del XX secolo e la sua definitiva ascesa trovò gli alleati naturali. Grazie alle potenzialità offerte dal pluralismo della società danese che la socialdemocrazia poté avviare la propria maturazione e crescente. CAP3: L’INTERESSE NAZIONALE E LE ORIGINI DEL MODELLO NORDICO DANESE Il 1864 è l’anno che separa la Danimarca dalla logica dinastica alla politicamente moderna. La potenza prussiana infligge una rovinosa sconfitta e si assicura lo Slesving-Holsten, regione che non rappresentava più un importante centro di ricchezza. La realtà danese era ormai quello di stato demograficamente più piccolo dell’Europa Occidentale. Inoltre le grandi potenze attratte dall’area marittimo-territoriale danese non si limitava alla Germania ma anche la Russia e altre nazioni che erano interessate all’ingresso baltico. Nel mentre la crescita demografica delle grandi potenze produceva uno squilibrio fra grandi e piccole realtà. La riforma delle assicurazioni sociali e dell’assistenza pubblica non va percepita come una svolta di sola rottura. Fra il XIX e XX erano state costruite da 2 tipologie di welfare: da una parte le istituzioni eredi dell’assolutismo monarchico per i ceti di cavarsela da soli. Tali misure erano amministrate e pagate ai beneficiari dai municipi di domicilio. Si svilupparono anche altri tipi di misure: assicurazioni non obbligatorie. Il fine era di diffondere una cultura dell’autosufficienza responsabile fra i lavoratori ed evitare troppo burocrazia centrale. • Fin dal 1907 questo tipo di soluzione aveva raccolto il sostegno dei liberali e dei socialdemocratici Nel 1907 furono costruite anche le casse di assistenza, autonome e scorporate dai comuni. Le casse erano dirette a queste necessità, malati cronici e invalidi. • STEINCKE: criticava queste soluzioni poiché apparivano come dei rattoppi empirici e parziali e i suoi giudizi colpirono i partiti favorevoli a queste riforme. Secondo lui si doveva perseguire delle riforme complessive e profonde e non accordi. S. propone un sistema quasi onnicomprensivo con due grandi pilastri: 1. Assicurazioni volontarie di disoccupazione e sanitarie; 2. Istituzioni del tutto pubbliche e comunali. Per lui il pilastro fondamentale risultava il primo Negli anni 1920 l’egemonia socio-politica non era favorevole a tanto mutamento, vide affermarsi l’azione dei liberal- conservatori. Inoltre i liberal-conservatori miravano di tornare al passato. Anche quando nel 1924 la Social democrazia riuscì a governare insieme ai radicali la camera eletta alta rafforzava una linea moderata. Anche la socialdemocrazia si mostrava incerta e incapace di distaccarsi dalla politica liberale. I socialdemocratici erano orientati a scrutare la crisi del capitalismo. Nel 1929 gli equilibri politico-ideologici interni al paese e ai socialdemocratici iniziarono a mutare. La socialdemocrazia giunge al potere per la prima volta in modo stabile e con una cultura di governo che cambierà per rispondere alla profonda crisi sociale ed economica in atto. La riforma sociale del 1932-1933 fu una rivoluzione universalistica del welfare, si è verificato un allargamento del modello in vigore con incremento della presenza finanziatrice e regolativa delle istituzioni pubbliche. Nasce una nuova fase Dopo che le destre avevano riconquistato la guida del governo, i segnali dati dal primo ministro MYGDAL furono inequivoci. • Il ministro degli affari sociali fu abolito e il bilancio dello stato taglio molto i trasferimenti. L’operato di Mygdal era la più plastica rappresentazione di un conflitto di classe fra lavoratori urbani e industriali e ceti legati all’esportazione agraria. A cambiare le cose fu il fatto che la base sociale di piccola proprietà agricola dei liberal-agrari cominciò a temere il disagio sociale. La crisi colpì fortemente le finanze dei comuni rurali che dovevano far fronte con le proprie risorse alla crescente disoccupazione crescente. Il governo socialdemocratico offrì di attribuire allo stato centrale questi oneri. L’aumento della spesa sociale dello Stato comportò che sempre più persone potevano accedere alle assicurazioni sostenute anche pubblicamente. • Tra il 1920 e la grande riforma del 1932-1933 crebbe dal 3.5 al 4.7%. solo con il governo liberal-conservatore del 1926 le spese sociali furono ridimensionate. Le riforme sociali si dimostrarono portatrici di una spinta notevole: l’incremento della spesa sociale proseguì a quasi il triplo rispetto al 1920. Le riforme ebbero un effetto straordinario anche nel colmare le differenze regionali. Welfare, socialismo, Movimenti religiosi popolari Il 29 settembre del 1929 S. pose in modo nuovo il problema del rapporto fra movimento operario organizzato e movimenti popolari religiosi (idea della solidarietà, organizzata dal socialismo internazionale). Dunque il movimento operario doveva passare ad una nuova fase. S. ha in mente la forza spirituale ma soprattutto quella organizzata del welfare, spesso legato a correnti pietistico-puritane della chiesa luterana. Era evidente che per giungere ad un compromesso con la socialdemocrazia una forte evoluzione sarebbe stata necessaria anche da parte di Indre Mission. • Riformulare la funziona della parola: propulsore di organizzazione sociale. Concepirsi come movimento ecclesiale La maturazione I.M. e di altri movimenti consimili nel rendersi compatibile con l’idea di politica doveva divenire compatibile anche con l’idea di Chiesa. La chiesa luterana predica una vicenda: contritio peccati la condotta morale è pregiudizievole perché solo rifuggendo dalla rinuncia morale si esperisce che la purezza non riesce mai del tutto. I.M. intorno al 1930 si era articolata in istituzioni. Esempio: CROCIATI DELLA CHIESA, rinunciando al nesso causale diretto fra parola e salvezza. Nella grande riforma sociale del 1933 moltissime realtà del lavoro sociale religioso e del privato sociale potevano ricevere dal decisore politico regolamentazione e un finanziamento cospicuo e sistematico. Modello sociale e uscita dalla depressione La riforma sociale accelerò l’edificazione di 2 importanti caratteristiche del modello sociale europeo in versione nordica: 1. La vittoria delle classi e dei partiti favorevoli alla tenuta di potere d’acquisto e prestazioni sociali risaldarono e innalzarono il livello dei salari. Il modello produttivo danese imboccò una via tendenziale comune agli altri paesi nordici 2. Esigeva un equilibrio fra export e domanda interna che allontanava la Danimarca da modelli elitistici o autoritari. La vittoria dei salari interni spingeva il paese verso i segmenti elevati della divisione internazionale del lavoro. Il welfare in via di costruzione contribuì a rendere la grande depressione degli anni 1930 meno profonda. A Pil pro- capite risulta essere sensibilmente a quello degli altri paesi nordici. Un primo fattore da prendere in considerazione è il mutato atteggiamento nei riguardi delle parità monetarie con l’oro, dopo un breve abbandono tornarono alla ortodossia monetaria che aveva come parametro che aveva come parametro parità fissate nel 1870. Le riforme sociali furono parte di una strategia di reflazione che cominciò dalla parità monetaria ristabilita al principio degli anni 20. Questo condusse al deprezzamento della corona e una ripresa delle esportazioni. Inoltre, l’aumento della domanda interna danese fu sostenuto anche se ciò non comportò spese in deficit pubblico. La Danimarca vantava una percentuale di commercio estero sul Pil superiore alla media. Va rilevato il sostegno verso i prodotti e i prezzi agricoli per esempio le autorità danesi diminuirono la quantità lecita di margarina utilizzabile nella produzione del burro, ciò era finalizzato per risollevare il prezzo del latte. La ripresa del settore agricolo ebbe effetti importanti sulla domanda complessiva. Fu anche grazie a queste che il negoziato fra classe operaria e ceti rurali. Gestione valutaria della crisi e il confronto sul modello produttivo In questo periodo mutò la gestione dei flussi valutari e commerciali. I due partner commerciali della Danimarca: Regno Unito e Germania e ricorsero a misure protezionistiche: Britannici si risolsero ad un commercio interno ai paesi dell’area imperiale da cui ottenere prodotti agricoli e materie prime in cambio di materiali industriali finiti. • Germania nel 1930 accrebbe i dazi sul bestiame vivo. La socialdemocrazia si diede a introdurre misure di vario genere. Allo stesso tempo la convergenza dei coltivatori organizzazione di non troppo velate simpatie naziste. Questa organizzazione accettò in pieno le nuove misure, il corso protezionistico tedesco si inaspriva il partito di sinistra accettò una regolazione dei flussi commerciali con l’estero. Nel 1932 venne fondata la centrale valutaria, impose che ogni guadagno della valuta proveniente da esportazione sui mercati esteri venisse poi consegnato alla Banca Centrale e questa si rivela l’unica maniera per garantire sostanzialmente 3 cose: 1. Rapporto con la sterlina britannica rimanesse costante raggiungendo un livello d’equilibrio. Si trattava di un fatto vitale vista la maggiore impenetrabilità del mercato tedesco. 2. Su questa base di equilibrio fra le 2 valute si potessero bilateralmente concordate con l’area britannica i flussi commerciali, essere sicuri di recuperare almeno buona parte della caduta delle esportazioni erano state in forte pericolo 3. Finalizzare tutto questo allo sviluppo del salario e dell’occupazione industriale, determinando in modo preciso la qualità e la tipologia dell’importazione. Il risultato di queste misure descritte (maggiore welfare, maggiore occupazione e maggiore disponibilità di fattori produttivi industriali) fu che la domanda di prodotti industriali crebbe. A ciò contribuì anche il fatto che l’esportazione non fu più cosi massiccia da rimanere l’unica finalità del settore primario. Le differenze ideologie e nella rappresentanza degli interessi in campo politico rimanevano ben salde. parti, il fatto di non concedere il voto era considerato un attentato allo stato e al sistema democratico. Il voto del 21 marzo si svolse il modo drammatico poiché i conservatori affermarono la loro idea e i radicali decisero di non fungere da scialuppa di salvataggio e decisero di astenersi. In seguito durante le elezioni i conservatori non vennero premiati per la loro fermezza, i liberali subirono un arretramento di seggi, i radicali mantennero le posizioni e i socialdemocratici ebbero la maggioranza. • I due partiti formarono nel 1929 una coalizione con Stauning come presidente del consiglio e Much come ministro degli esteri. Le sfide esterne contribuirono a rafforzare il governo sia all’interno sia in rapporto con la popolazione. Dunque la democrazia parlamentare provò la propria capacità di sopravvivenza e quella di trovare soluzioni durevoli e traversali, i molti attacchi alla democrazia ebbero cosi una moderata risonanza in Danimarca. • L’attacco più ampio e profondo alle dittature e in difesa delle democrazie fu formulato nel 1933 da FRISCH Si utilizzava la larga base sociale del movimento operario per combattere ogni tentativo di introdurre dittature e metodi violenti provenienti dall’est o dal sud. Questa fu la linea di politica degli anni 30: divieto contro fabbricazione e la vendita di armi. In tutti gli stati si accentuò la tendenza di un maggiore intervento pubblico in tutti gli ambiti della vita sociale. Il potere dello stato intervenne volta per volta per alleggerire gli effetti della crisi economica. In questo periodo emerse la figura dell’ingegnere sociale, si trattava di accademici ed esperti che collaborarono con lo stato come consiglieri e pianificatori all’interno del settore sociale ed economico. Un altro problema che preoccupava tutti i partiti era la posizione della Landsting specie che dopo la maggioranza del 1936 era cambiata a favore dei due partiti del governo. • Nel 1934 il governo avanzò una proposta di rivisitazione costituzionale in cui il punto più importante era l’abolizione della Landsting a riguardo si intendeva insediare una commissione per la riforma con funzioni consultative ma non decisionali. La proposta suscitò scambi d’opinione molto aspri. Nella commissione costituzionale del 1937 si giunse l’anno seguente ad un accordo fra i partiti. L’idea di partenza dei conservatori era un solo elettorato, una sola elezione con la quale si eliminava la tradizionale divisione delle 2 camere e al suo posto si doveva istituire il parlamento unico che avrebbe dovuto avere 200 membri. La legge finanziaria sarebbe stata approvata dal parlamento unico e l’età del voto diminuiva dai 25 anni ai 23. Inoltre, fu introdotto un meccanismo di garanzia per 2/5 del parlamento unificato. Tale formulazione portò il partito conservatore a dividersi infatti, Purschel lasciò il partito annunciando la formazione di un’organizzazione Cooperazione Nazionale. La proposta di revisione relativa della bicamerale cadde al referendum decisivo del 1939 poiché il 44,4 aveva votato a favore contro il 45% minimo richiesto. CAP6: IDENTITA NAZIONE, ISTITUZIONI ED ECONOMIA FRA OCCUPAZIONE NAZISTA E DOPOGUERRA le truppe tedesche il 9 aprile del 1940 attaccarono la Danimarca intimarono di non opporre resistenza in compenso avrebbe rispettato l’indipendenza politica del paese. Il re e il governo accettarono e questo fu la cosiddetta occupazione pacifica, basata sull’idea e sull’illusione che la Danimarca continuasse ad essere uno stato indipendente e neutrale. • Le istituzioni politiche danesi, il parlamento e i consigli delle autonomie locali e i partiti poterono continuare a funzionare, l’esercito- flotta e polizia rimasero sotto il comando danese. • Il 10 aprile i 4 partiti tradizionali formarono la cosiddetta commissione parlamentare di collaborazione, pur escludendo i partiti delle estreme la commissione si segnalò per uno spirito unitario che trovava grande appoggio nella popolazione. Nei primi mesi dell’occupazione vi era una paura diffusa: nazisti avrebbero istaurato un governo nazista, le autorità occupanti preferivano collaborare con le forze che erano sempre state portanti. Nell’autunno del 1940 si registrò sulla stampa nazionalista e su quella conservatrice una massiccia compagna contraria al sistema parlamentare. La pressione sul sistema politico diminuì dalla fine del 1940, l’interesse dei nazisti si spostò su alcuni singoli personaggi di rilievo: Moller e Frisch furono costretti a dimettersi. Una delle più serie violazioni furono nel 1941 quando le truppe tedesche attaccarono l’URSS e quella mattina i tedeschi pretesero che i comunisti di spicco fossero internati. I danesi si piegarono alle pretese dei tedeschi e diede l’ordine di eseguire gli arresti. Infatti circa 100 comunisti furono arrestati, gli arresti erano una violazione costituzionale perché secondo la costituzione i deputati della Folketing godevano dell’immunità. • 21 agosto il parlamento votò una legge che ampliava la possibilità di arresto a persone di cui ci fosse motivo di ritenere che volessero partecipare ad attività comuniste. Successivamente i comunisti presero a costruire una rete illegale e divennero una forza guida per la resistenza. Le forze d’occupazione presentavano richieste sempre più pesanti al governo danese. Nel novembre il governo dovette accettare che la Danimarca si unisse al patto Anti- Comitern, alleanza con le forze dell’asse opposta al comunismo internazionale. Tutto ciò innescò le prime manifestazioni contro la politica di collaborazione e a partire dall’autunno le ragioni apparvero più logore. Era inquietante che i tedeschi non rispettassero in toto l’esercizio del potere giudiziario danese e che procedessero ad arresti di resistenti danesi. Le elezioni del Folketing del 1943 furono l’ultima manifestazione di accettazione popolare. In questo periodo i nazisti danesi erano aumentati da 10000 a 4300. Nell’estate del 43 divenne chiaro che l’appoggio alla politica di collaborazione e la fiducia verso il governo erano logorati, le elezioni parlamentari non avevano rafforzato il governo, si presentava un generale indebolimento dell’autorità. Inoltre, alcune azioni di sabotaggio riuscite facevano intendere che la resistenza era possibile. Infine la classe operaia viveva una crescente insoddisfazione, tutto questo confluì nella rivolta di agosto. In agosto BEST consegnò un ultimatum contenente lo stato d’eccezione, divieto di riunione e appositi tribunali che sancivano la pena di morte per il reato di sabotaggio. Ormai si era giunti a un punto di rottura e la Danimarca rifiutò l’ultimatum in seguito i tedeschi stabilirono lo stato d’eccezione e disarmarono l’esercito e la flotta danese. Infine, il tentativo da parte dei tedeschi di rimettere in piedi un governo fu inutile, tutti rifiutarono. Nel settembre del 44 la polizia venne messa fuori gioco dai nazisti e tutto l’ordine pubblico cadde in mano ai tedeschi. Il 16 settembre del 1943 fondarono il consiglio di liberazione danese, il suo primo compito era coordinare la Resistenza ma esso godè di un’autorevolezza tale da acquisire lo status di governo alternativo. Vennero condotti i negoziati riguardo a chi avrebbe guidato il governo dopo la liberazione. Lo sbocco fu un governo di liberazione nazionale composto in parti uguale dai 4 partiti inclusi DKP e Dansk Samling (unione danese). • L’egemonia socialdemocratica e liberal-radicale sulla sinistra danese aveva consentito di evidenziare il ruolo come minimo ambiguo che i comunisti svolgevano nella resistenza. La popolazione riconobbe a Buhl lo sforzo di mantenere la continuità del governo legittimo danese per il bene della popolazione. Dopo la liberazione un’immensa e gelida impopolarità sarebbe toccata fino alla morte dello Scavenius. L’impressione di questa freddezza era coerente con le idee realista ed elitiste. Nazione ed economia fra guerra e dopoguerra L’occupazione militare tedesca fu molto lunga ma meno sanguinosa e distruttiva di quanto avvenne in Norvegia (Danimarca= neutralità quasi disarmata). Il fine strategico dell’occupazione fu quello di assicurare alla macchina bellica germanica le risorse produttive danesi specie quella agricola ma anche industriale. Il bisogno tedesco dei prodotti danesi offriva l’occasione di limitare i rigori dell’occupazione. I rapporti con l’occupante erano perlopiù di carattere commerciale. Tuttavia nel tempo il governo danese in carica continuò a mantenere spazi di sovranità e piena osservanza della neutralità. Successivamente vi fu anche un’opposizione armata anche se minoritaria e concentrata sull’attività di sabotaggio. A testimoniare l’integrità della popolazione vanno considerate le manifestazioni di massa come i grandi scioperi e il rifiuto dell’antisemitismo. I danesi organizzarono manifestazioni non armate ma capaci di do coinvolgere grandi masse. L’occupazione nazista comportò 2 brusche inversioni rispetto alle novità introdotte nel 1930: 1. Prevalenza degli scambi con l’area britannica venne sostituita (totale direzionamento verla la Germania) 2. L’inadempienza tedesca rispetto quello che abbiamo visto come fine di export agricolo allo scopo di costruire un’economia moderna Inoltre le autorità danesi vollero mantenere il controllo dei mezzi di pagamento utilizzati. L’incapacità tedesca di rifornire le coltivazioni danesi di materiale produttivo fece diminuire l’indice produttivo agricolo. In questo le autorità e i sindacati riuscirono a mantenersi indipendenti e cercano di mantenere la disoccupazione. Regolazione, liberazione e lenta ricostruzione Durante il conflitto si erano acuiti i problemi connessi ad un commercio internazionale costruito su un solo partner Germania e Gran Bretagna, dopo il crollo tedesco i danesi dovettero ristabilire i rapporti con i britannici. Uno dei primi problemi fu: che le parità fissate con il marco avevano fatto salire il valore della corona. 5 giugno 1953 Federico IX e il presidente del consiglio Eriksen poterono siglare la nuova costituzione che su alcuni punti rappresentava una modernizzazione: • Landsting abolito per un sistema monocamerale • Parlamentarismo fissato per legge, con la norma per cui un presidente del consiglio non poteva rimanere in carica dopo un voto di sfiducia nei suoi confronti. • Sovranità danese potesse essere attribuita a istituzioni sovranazionali costruite per via di accordi con altri stati • Precisazione dei diritti individuali di cittadinanza • Abolito status di colonia della Groenlandia che divenne parte del regno di Danimarca al pari delle altre regioni e con il diritto di eleggere 2 dei 179 rappresentanti della Folketing • Legge elettorale fu rivista e l’età fu gradualmente abbassata ai 18 anni. Eriksen ricevette oppressioni insoddisfazioni da parte di Kristensen che fondò il partito degli indipendenti che ottenne anche una rappresentanza parlamentare alle elezioni del 1960. La democrazia del welfare state Il compromesso dei 4 partiti tradizionali riguardo alla nuova costituzione non significò in alcun modo che le contrapposizioni fossero messe da parte. Durante la campagna elettorale del 1953 per il nuovo Folketing monocamerale la politica economia e quella di difesa divennero temi centrali. Nell’elezione la socialdemocrazia si rafforzò nei confronti del duo comunemente detto V-K. Inoltre, di fronte questa ennesima incertezza dei numeri a favorire il ritorno dei socialdemocratici al governo fu la determinazione dei Radicali nell’impedire un ritorno dei conservatori. • Il premier eletto fu HEDTOFT e alla sua morte gli succede HANSEN. Nel 1956 fu possibile un compromesso di ampio respiro sulla politica economica, ma ci fu una grande prova da superare ossia un grande conflitto sindacale (le misure erano inefficaci il rinvio dello scioperi vitali della società). Il governo di Hedtoft nel 53 aveva dato inizio ad un quindicennio di forte egemonia socialdemocratica, fu un’epoca di trasformazioni e cominciò un periodo di crescita economica senza precedenti. Le mutazioni socio-economiche furono caratterizzate da un cambiamento del peso relativo fra agricoltura e industria infatti per la prima volta le esportazioni industriali superarono quelle agricole. In questo periodo l’agricoltura prese a dipendere dal sostegno pubblico soprattutto perché le esportazioni danesi erano egualmente suddivise fra comunità europea. La crescita economica si accompagnò alla realizzazione di un’amplissima politica per il welfare state, una caratteristica comune era che pressoché tutte le prestazioni di welfare erano parzialmente e totalmente tramite il gettito fiscale. In questi anni aumentò una crescita esplosiva nel settore pubblico, specie nei comuni e nelle istituzioni provinciali. La crescita del settore pubblico è connessa ai mutamenti sociali primo fra tutti la conquista femminile nel mercato del lavoro sia privato che pubblico. Fu in gran parte la Socialdemocrazia a ispirare l’espansione da welfare, nello stesso periodo si ha l’influenza del partito Retsforbund che era nato dopo la prima guerra mondiale e che postulava l’imposizione dello Stato dovesse basarsi sulle tasche fondiarie. Di fatto il R. non aveva precluso cooperazioni con la socialdemocrazia, quest’ultima riteneva che era questo investimento sociale a necessitare oltre che a giustificare le tasse bel oltre quella fondiaria. questo governo del triangolo aveva 93 seggi e quindi era il primo governo di maggioranza dalla seconda guerra mondiale. Alla morte di HANSEN gli successe KAMPMANN che mantenne il dicastero delle finanze. Accanto alla crescita economica e alla costruzione del welfare questo governo portò a termine la legge della scuola del 58, essa produsse una democratizzazione dell’istituzione. Inoltre, il governo del triangolo operò il suo capolavoro con il compromesso sulla difesa del 1960 portò i radicali tendenzialmente pacifisti a condividere la responsabilità per la politica della NATO. In quello stesso anno fu varata la campagna contro le armi nucleari, era parte di un grande movimento internazionale. Una parte dei sostenitori di questa campagna si trovava fra gli inscritti del partito socialista, fondato dopo un confronto interno al DKP. Le elezioni del 1960, la vittoria della socialdemocrazia fu ottenuta sulla base del messaggio ‘’rendi migliori questi bei tempi’’ e il leader Kampmann poté formare un governo con i radicali. Infatti, la maggioranza parlamentare era ancora sottile. • Nel 62 Kampmann si ritirò lasciando il posto Krag che lasciò a sua volta dando il posto a Haekkerup. Con Kampmann e Krag si consolidava una nuova generazione di leader socialdemocratici, poiché appartengono a una generazione leggermente posteriore che cresce all’interno della fase inaugurata delle innovazioni e le nuove ricette economiche. L’esperienza bellica presentava loro nuove potenzialità e poterono fornire gli strumenti tecnici più compiuti al periodo di maggiore egemonia socialdemocratica. Il ricambio al vertice ministeriale socialdemocratico fu in questi intenso e per questo furono creati nuovi ministeri come ad esempio quello per gli affari culturali. Il lavoro di questo governo fu caratterizzato da notevoli contrasti di centro- destra da un lato e con i partiti socialisti del partito SF dall’altra. • Fu istituito il consiglio dell’economica: furono posti 3 economisti. Le prime linee guida da esso presentate riguardarono la cosiddetta soluzione complessiva, capolavoro del Krag, entrava la gestione concentrata dei redditi fra il prolungamento dei contratti di due anni. Il governo fu poco assai indebolito dalla sconfitta subita al primo referendum tenutosi dopo la riforma costituzionale, al centro del referendum era un complesso di leggi fondiarie la cui approvazione secondo il governo era necessaria. In seguito la campagna referendaria fu piena di contrapposizioni fra i partiti di governo, i risultati fu un’indubbia sconfitta per il governo, le cui proposte vennero respinte. La vittoria referendaria diedi ai liberal-conservatori, non produsse che modeste variazioni. La socialdemocrazia e i liberali mantennero invariate le proprie posizioni in seggi. Nonostante i piccoli cambiamenti l’elezione ebbe effetti di nota: il primo effetto l’abbandono dei radicali fu che gli esponenti socialdemocratici poterono emergere pienamente. La mancata partecipazione del partito radicale incoraggiava Hartling a sollecitare la identità in fondo liberale. Nonostante la sua condizione di debolezza parlamentare il governo realizzò una specie di convergenze, nell’aria fiscale: • Accordo in materia immobiliare: forte liberazione del mercato, il risultato immediato fu l’esplosione di violente proteste. Mentre i partiti tradizionali arretrarono i radicali stavano avanzando, cospicua fu l’avanzata del partito socialista. Inoltre il nuovo assetto di governo e il cambio di linea post elettorale alimentò la spiccatissima rivalità fra Haekkerup e Krag. Ad ogni modo la collaborazione fu tempestosa con una crescente insofferenza all’interno del SF per i compromessi cui era necessario adattarsi. Il processo di avvicinamento venne concreato da un governo V-K-R, l’aggiungersi dei radicali alla consolidata alleanza fra liberali di sinistra e conservatori. Questo governo realizzò una serie di norme significative che erano state approntate sotto i vecchi governi socialdemocratici: • Tassazione alla fonte realizzata nel 1970 • Abolita la distinzione fra gli 55 comuni cittadini e i 1300 comuni rurali • Le province furono ridotte da 23 a 14 • 1971 introdotta l’assicurazione sanitaria pubblica Nella sfera pubblica furono 2 le riforme: 1. Liberalizzazione delle immagini pornografiche; 2. L’introduzione della libera interruzione della gravidanza. Nonostante le sue riforme il governo dovette incassare una sconfitta alle elezioni del 1971. Ancora una volta furono i mandanti nordatlantici ad appoggiare il nuovo monocolore socialdemocratico. Le principali novità riguardarono le indennità per la disoccupazione del sistema Ghent, le indennità di malattia e i congedi di maternità. La questione maggiore fu l’adesione alla CEE, l’appartenenza ad un accordo di libero commercio rappresentava un problema di lunga data. Negli anni 70 l’opposizione antieuropeista era rimasta diffusa e tutti gli antieuropeisti si erano uniti al movimento popolare contro la CEE. Al contrario i sostenitori dell’entrata della CEE portavano argomenti relativi ai vantaggi economici: innalzare il livello di welfare e garantiva una maggiore dinamicità. Inoltre per l’agricoltura entrare nel sistema regolato e protetto della CEE era vitale. Questo dibattito spaccò in due il popolo danese e la socialdemocrazia, si era giunti ad un risultato che una volta per tutte liberava la Danimarca dalle angustie della dipendenza eccessiva con il mercato britannico ed entrava in un mercato comune. CAP7: ECONOMIA E SOCIETA Il nesso competitività welfare Nel contesto di commercio agricolo internazionale avveniva in Danimarca un’ascesa molto cospicua della produttività agricola. Nel momento in cui presero a funzionare gli accordi di liberalizzazione del commercio e il Mec le esportazioni danesi furono penalizzate. Per questo il governo adottò misure come una maggiore liberalizzazione delle manifatture e la convertibilità della moneta che crearono un circolo virtuoso per cui si poté trasformare in dollari i profitti dell’export agricolo. Fu possibile innescare 2 pre-condizioni già presenti nel paese 1. Appartenenza danese alla sfera di influenza degli usa era accessibile l’acquisto di tecnologie che erano divenuti reperibili con più facilità e a prezzi relativamente convenienti 2. Il passaggio all’industria ed a paghe maggiori avvenne con esiti inflattivi sensibili
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