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Guide e consigli
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Danimarca riassunto ......., Guide, Progetti e Ricerche di Storia

Riassunto....................................

Tipologia: Guide, Progetti e Ricerche

2019/2020

Caricato il 07/10/2020

Rox-Tan
Rox-Tan 🇮🇹

4

(8)

13 documenti

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Scarica Danimarca riassunto ....... e più Guide, Progetti e Ricerche in PDF di Storia solo su Docsity! CAP.1 La formazione della modernità danese. UN NUOVO LUTERANESIMO Nel Settecento il luteranesimo entra in una fase nuova. L’effetto modernizzante del luteranesimo si era fatto sentire per quanto riguarda la promozione di una sovranità politica secolare indipendente e in terra superiore ad ogni altra. La visione sociale prevalente si era estrinsecata in quella che in danese era detta hustavle, ovvero la raffigurazione di una suddivisione della società fissa e gerarchica. La prima epoca della Riforma si era soprattutto concentrata sui conflitti con le altre religioni e su quelli fra Stato e chiese; mentre la seconda fase era rappresentato dal pietismo. I padri del pietismo tedesco diffusero la convinzione che la lettura e lo studio attivo dei testi andavano diffusi per garantire che la fede fosse fondata su molto altro che sul battesimo. Grazie all’opera del vescovo Erik Pontoppidan, la Chiesa ricevette la piena collaborazione dello Stato. LE RIFORME AGRARIE FRA XVIII E XIX SECOLO Il massimo dell’oppressione per le classi contadine è raggiunto dopo un periodo di relativa liberalizzazione. Nel 1733 c’era una certa emigrazione verso le città, ciò comportò dei risultati negativi come diminuzione dei campi coltivati e la maggior mancanza di manodopera. Dopo la ‘‘rifeudalizzazione’’ del 1733 la produzione ricominciò a crescere, alla fine del 700 questa convergenza di interessi si attenuò per il mutare delle circostanze, ed emersero le contraddizioni del sistema feudale. Nel 1788 venne abolito la residenza forzata che privò il latifondo nobiliare di un potere costrittivo. Le riforme intraprese furono di seguito completate fra il 1835 e il 1850. Durante questo periodo, i contadini poterono partecipare con una propria rappresentanza autonoma agli Stati Generali. Tutte queste riforme condussero all’eliminazione delle terre a coltivazione comune tipiche dell’epoca feudale. L’economia feudale assicurava oltre all’oppressione una divisione più equa dei rischi. Il nuovo mondo agrario aveva crescente bisogno di lavoro salariato. LA RIFORMA DELLE ISTITUZIONI POLITICHE Nel 1837 fu introdotta la riforma per le città, nel 1841 per i comuni agrari: erano previsti due organi principali che devono andare a bilanciarsi vicendevolmente. Nonostante ciò l’amministrazione rimaneva elitaria dato che poche persone potevano avere accesso all’elettorato, c’era quindi poca autonomia. Nel 1868 furono abolite le cariche di diritto del latifondismo, ciò concedeva alla proprietà contadina un ruolo in ascesa. Nel 1848 fu presa decisione di nominare un governo che avesse la fiducia della nazione e di eleggere un’assemblea costituente con suffragio universale degli uomini sopra i trent’anni e capaci di contribuire al fisco. Alla fine solo un terzo della popolazione esercitò il diritto di voto. Di seguito fu confermato il diritto di voto per tutti gli uomini con domicilio e con più di 30 anni di età, ciò conferma il diritto di voto al 12-15% della popolazione. 1 Altra caratteristica è che Danimarca riconosce la Chiesa evangelica-luterana come unica religione di Stato che rimane tuttora. Secondo la linea del vescovo Mynster: la costituzione non doveva costruire la nuova Danimarca, ma lo sviluppo della Danimarca, di cui la Chiesa Evangelica-Luterana era parte integrante. Si era richiesta nel 1848 la fine dell’assolutismo per evitare il perpetuarsi della prevalenza nobiliare non legittimata dalle capacità e far emergere i circoli ristretti legittimati da una base democratica molto esigua ed esclusiva. Avveniva dunque una lotto fra interessi sociali contrapposti: da un lato i circoli più. Elevati con il loro potere finanziario e dall’altro lato il popolo. Nel 1864 avviene la sconfitta contro la Prussia, dopo questa sconfitta, il paese aveva due costituzioni: quella del 1849 (il Folketing, la camera bassa) e quella del 1863 (il Landsting, la camera alta). Ciò aggravò il dualismo fra gli interri di classe, le due Camere diventavano appunto la voce di due attori sociali contrapposti. Si creò nel 1866 la contrapposizione tra la Sinistra popolare guidata da Hansen, e la Sinistra nazionale più vicina alle istanza militari e nazionaliste contro la politica della Destra e i movimenti popolari. Si sviluppò ulteriormente all’inizio del ‘900 la democratizzazione con il distacco a sinistra delle classi contadine più povere, e la formazione del partito Radikale Venstra (Sinistra radicale). I MOVIMENTI POPOLARI: RELIGIONE, ISTRUZIONE, AUTONOMIA DEL SOCIALE Fra fine 800 e inizio 900 ci fu la ‘‘nazionalizzazione delle masse’’, ovvero una rapida espansione dei movimenti popolari. Nei movimenti popolari la religione fu assai importante: c’era una diffusione di alcune religioni anglosassoni come il metodismo e l’YMCA, ma la gran parte dei credenti rimasero all’interno della Chiesa di Stato. Un religioso di nome Grundtvig costruì le Folkehojskoler (Scuole del popolo) per fornire motivazioni e suggestioni culturali ai giovani fra i 18 e i 22 anni. Altro grande movimento religioso fu quello di Indre Mission (Missione Interna, ovvero l’attività fra i battezzati del proprio paese), si differenzia da altri movimenti per la sua posizione più puritane in materia di condotta morale e sessuale. Durante la fase della crescita della democrazia nordica e danese nacquero la grande forza del movimento operaio, sindacale e socialdemocratico. Nasce la diffusa ‘‘economia negoziata’’ fra attori, organizzazioni di interesse, classi da cui poi si giunge a compromessi. CAP.3 L’interesse nazionale e le origini del modello nordico danese. LA FINE DELLO STATO DINASTICO E LA NUOVA REALTÀ l’anno che separa la Danimarca della logica dinastica dalla Danimarca politicamente moderna è il 1864, anno in cui lo ‘‘helstat’’, lo ‘‘Stato intero’’, viene ridimensionato dalla potenza prussiana che si assicura lo Slesvig- Hosten, aspetto che avrebbe causato nel tempo frustrazioni nazionalistiche sentimenti nostalgici, che sarebbero sopravvissuti più come retorica politica che come reale focus dell’interesse nazionale. La Danimarca rappresentò lo Stato demograficamente il più piccolo d’Europa occidentale. La popolazione danese crebbe solamente da 1,7 a 2,9 milioni di abitanti, mentre altri paesi come la Russia da 75 a 175 2 Intorno al 1930, Indre Mission si era articolata in istituzioni sociali componibili con l’idea di Chiesa e di Politica. Lo Stato accedeva a banche dati e competenze ancora da costruire nel sistema pubblico; legittimava definitivamente le assicurazioni contro la disoccupazione gestite dal sindacato. MODELLO SOCIALE E USCITA DALLA DEPRESSIONE La riforma sociale accelera l’edificazione di due caratteristiche del modello sociale europeo in versione nordica. Innanzitutto grazie ai risultati ottenuti, il modello danese imbocca una via comune agli altri paesi nordici allontanando la Danimarca da modelli elitistici o autoritari. Inoltre la vittoria dei salari interni spinge il paese verso i segmenti elevati della divisione internazionale del lavoro e verso l’innovazione sistematica. Il primo fattore dalla uscita della crisi dei nordici è il mutato atteggiamento nei riguardi delle parità monetarie con l’oro. Le riforme sociali furono parte di una strategia di reflazione che cominciò appunto dall’abbandono della parità monetaria, che condusse al deprezzamento della corona e a un costo minore del denaro. Inoltre alla bassa disoccupazione nazionale, la Danimarca vantava anche di una percentuale di commercio estero sul Pil superiore alla media. Tra i fattori di crescita va rilevato il sostegno verso i prodotti e pezzi agricoli. LA GESTIONE VALUTARIA DELLA CRISI E IL CONFRONTO SUL MODELLO PRODUTTIVO I due principali partner commerciali della Danimarca, il Regno Unito e la Germania, ricorsero a crescenti misure protezionistiche. Al principio del 1932 venne fondata la centrale valutaria, la quale impose che ogni guadagno proveniente da esportazioni di mercati esteri venisse consegnato alla banca centrale per essere cambiato in corone danesi. Inoltre si era concesso l’uso della valuta straniera agli importatori determinati a far affluire, merci funzionali allo sviluppo industriale. L’edificazione della Valutacentralen venne perfezionata, e alla piccola unità di gestione venne sostituito nel 1935 un consiglio di 22 membri formati dalle maggiori associazioni di interesse. CAP.5 Critica della democrazia e stabilità delle istituzioni politiche ESTREMISMI E TRADIZIONALISMI La Destra si ridefinì nel 1916 come Det Konservative Folkeparti. Herald Nielsen era un politico contro la modernità avanzante e la democrazia parlamentare; egli era intensamente nazionalista e sostenitore di una forte difesa militare e respingeva il diritto delle donne all’eguaglianza politica e sociale. Nielsen non raggiunse mai ad una posizione preminente, ma ispirava in parte i giovani della destra, che negli anni del primo conflitto mondiale si raccoglievano in organizzazioni come Destra Giovanile, Corpo dei tiratori universitari, e la giovane Danimarca. L’ascesa al potere di Mussolini fu accolta simpaticamente dai destra danesi. La Danimarca era il paese con più organizzazioni naziste e fasciste ma con il più basso numero di fascisti e nazisti. 5 Tra le due guerre era diffusa anche la critica della democrazia parlamentare a causa della sua poca efficienza. Era stato creato nel 1930 un movimento di massa antidemocratico, la ‘‘concentrazione dei coltivatori’’. In certi ambienti di destra la critica del ‘‘sistema’’ veniva intrecciata alla presa di distanza dalla vita individualizzata e urbanizzata. Fra i giovani conservatori si diffuse nella prima metà degli anni 1930 un’infatuazione per il fascismo, il nazismo e i loro metodi politici. Gli anarco-sindacalisti fin dal 1910 avevano criticato la visione socialdemocratica di un percorso politico- parlamentare verso il socialismo, nel 1920 cominciò a formulare anche il partito comunista DKP, poi il DKP si giunse a definire come partito ‘‘socialfascista’’, al partire dagli anni 30 vide una crescita e alle elezioni del 1932 due comunisti furono eletti al Folketing. Fra i comunisti, il più rappresentativo fu Aksel Larsen, egli reputava che il duello a sinistra fra DKP e Socialdemocrazia aveva possibiltà di essere combattuto aprendo un rapporto fra DKP e social-liberali del partito Radikale Venstre. Inoltre Larsen difendeva appassionatamente il paese-guida. Nel 1940 venne incarcerato e morto a causa dei tubercolosi. LE RAGIONI DEL PARLAMENTARISMO E IL RINNOVAMENTO DEMOCRATICO Il DKP rimase marginale perché la Socialdemocrazia conservò una posizione dominante fra i lavoratori danesi. Stauning pubblicò un opuscolo intitolato parlamentarismo o dittatura in cui affermava che ogni limitazione dei diritti democratici si sarebbe scontrato con l’opposizione di un popolo vigile e politicamente maturo. Negli anni successivi alla crisi di Pasqua il partito di sinistra formò un governo guidato da Neergard, la cui attività incontrò difficoltà nell’economia ma produce notevoli riforme sociali. Nelle elezioni del 24 c’era riequilibrio fra i due principali duellanti: la Sinistra liberale e la Socialdemocrazia. Una grande avanzata socialdemocratica aprì la possibilità di formare un governo sotto la guida di Stauning e con l’appoggio dei social-liberali. In questo periodo il re e la Socialdemocrazia si riconciliarono. Nel 1926 il governo propose un piano economico anticrisi senza riuscire a realizzarlo. Si aprì la strada ad un nuovo governo di centro-destra, guidato dall’ultraliberista Thomas Madsen-Myrdal e con l’appoggio esterno condizionato dei conservatori. Questo governo cadde nel 1929 per la difesa fra i partiti ‘‘borghesi’’. All’interno dei partiti borghesi affiorava un certo scetticismo verso la democrazia parlamentare. Nella politica degli anni ‘30 venne introdotto un divieto contro le uniformi e contro la fabbricazione e la vendita di armi. Lo Stato intervenne per alleggerire gli effetti della crisi economica, per procrastinare, proibire conflitti sul lavoro o per inaugurare lavori pubblici. Emerse poi la futura dell’ingegnere sociale. Nel 1934 il governo avanzò una proposta di revisione costituzionale in cui il punto più importante era l’abolizione del Landsting. 6 CAP.6 Identità nazionale, istituzioni ed economia fra occupazione nazista e dopoguerra OCCUPAZIONE TEDESCA ED ISTITUZIONI DEMOCRATICHE Le truppe tedesche attaccarono la Danimarca il 9 aprile 1940. Si tratta di una ‘‘occupazione pacifica’’, dato che la Germania lasciò la Danimarca sua indipendenza e neutralità; le istituzioni e l’esercito rimasero cmq sotto il comando danese. Nel maggio, i 4 partiti tradizionali formarono la cosiddetta Commissione parlamentare di collaborazione e trovava un grande appoggio nella popolazione. A partire dal giugno divenne un vero e proprio governo di unità nazionale. Nell’autunno del 1940 si registrò sulla stampa nazionalista e su parte di quella conservatrice una massiccia campagna contraria al sistema parlamentare. La pressione sul sistema politico cominciò a diminuire dalla fine del 1940, ma l’interesse dei nazisti si spostò su alcuni singoli personaggi di rilievo come John Christmas Moller, Frisch e Stauning di lasciare loro potere. Una delle più serie violazioni della democrazia e dei diritti politici ebbe luogo nel giugno del 1941. Circa 100 comunisti furono internati nel campo di Horserød. Tra il 1941 e il 1942 i comunisti vennero esclusi fuori legge e fu così costruissero una rete illegale, diventando una forza guida nel movimento di resistenza. Nel novembre dello stesso anno, il governo si unisse al Patto Anti-Comintern. Ciò innescò le prime aperte manifestazioni contro la politica di collaborazione. Le elezioni del Folketing del marzo 1943 furono ultima manifestazione di accettazione popolare alla politica di collaborazione con gli occupanti. Gli imprenditori dell’industria registrarono una massiccia crescita di ricchezza, mentre i lavoratori e i funzionari minori subirono un peggioramento delle condizioni di vita. Inoltre vi era una crescente insoddisfazione per l’aumento delle distanze sociali determinato dalla guerra. Nel frattempo avviene la rottura fra governo danese e autorità occupanti. Il 16 settembre del 1943 fondarono il Consiglio di liberazione danese per coordinare la Resistenza. Venne poi istituito un governo di liberazione nazionale composto in parti uguali dai quattro partiti tradizionali e dal Consiglio di liberazione, inclusi i DKP e Dansk Samling. NAZIONE ED ECONOMIA FRA GUERRA E DOPOGUERRA Il modello sociale e la democrazia danese avrebbero dovuto sopravvivere attraverso l’invasione. Nel dopoguerra il governo liberal-conservatore contabilizzò i profitti derivanti dal commercio con i tedeschi; il ministero degli esteri Moller trattò con il Regno Unito per ristabilire gli accordi commerciali bilaterali; il collaborazionismo reintrodusse la pena della morte. Più volte i danesi organizzarono manifestazioni non armate come i grandi scioperi e il rifiuto dell’antisemitismo. L’occupazione nazista comportò sul piano della storia economica nordica, due brusche inversioni rispetto alle novità introdotte negli anni 1930: la prima è che la prevalenza degli scambi con l’area britannica venne sostituita; l’altra inversione fu l’inadempienza tedesca rispetto al fine di usare l’export agricolo. 7
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