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DANTE ALIGHIERI canto I inferno, Appunti di Italiano

Un'analisi del Canto I dell'Inferno di Dante, descrivendo il contesto storico e il significato simbolico dei personaggi e degli eventi presentati. Si descrive il viaggio di Dante attraverso l'Inferno e il Purgatorio, guidato da Virgilio e poi da Beatrice, e si spiega il significato delle tre fiere che impediscono a Dante di raggiungere il perdono di Dio. Viene inoltre descritto il metro utilizzato per scrivere il canto e viene fornita una parafrasi del testo.

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 03/03/2023

galatea88
galatea88 🇮🇹

4

(9)

31 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica DANTE ALIGHIERI canto I inferno e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Dante – INFERNO - CANTO I È la notte tra giovedì 7 aprile (o 24 marzo) e venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300. Dante ha 35 anni (“nel mezzo del cammin di nostra vita”) e cammina assonnato fino a che si perde nella selva oscura (= un fitto bosco). Riesce ad attraversare il bosco pericoloso e arriva ai piedi di un colle e finalmente vede il sole, perciò si rasserena e riesce a riposarsi un poco; in quel momento però arrivano le tre fiere (=animali feroci che rappresentano 3 peccati capitali): lonza (= lince e rappresenta la lussuria, cioè chi pecca di essere troppo amante dei piaceri carnali, del sesso ecc..), leone (rappresenta il peccato della violenza) e la lupa (rappresenta il peccato dell’ avarizia e fa riferiento a Roma e quindi allo stato della Chiesa che pensava più ai beni materiali che alla salvezza delle anime). Le 3 fiere impediscono a Dante di continuare il suo cammino verso il perdono di Dio. Dante però viene soccorso da Virgilio, che lo guiderà in un viaggio attraverso Inferno e Purgatorio, mentre poi Beatrice lo guiderà in Paradiso. - Virgilio è il poeta latino che rappresenta la Ragione (=la razionalità) egli infatti ha il compito di far ragionare Dante per non farlo cadere nel peccato. - La Selva oscura rappresenta il periodo della vita in cui Dante si sente spiritualmente confuso, si sente nel peccato. - Le 3 fiere sono 3 peccati capitali: lussuria, violenza e avarizia Metro utilizzato per scrivere il canto: terzine di endecasillabi a rima incatenata. Parafrasi A metà del percorso della vita umana (all'età di 35 anni), mi ritrovai per una oscura foresta, poiché avevo smarrito la giusta strada. 3 Ahimè, è difficile descrivere com'era quella foresta, selvaggia, inestricabile e tremenda, tale che al solo pensiero fa tornare la paura. 6 È così spaventosa che la morte lo è poco di più: ma per descrivere il bene che vi trovai dentro, dirò quali altre cose ho visto in essa. 9 Non sono in grado di spiegare come vi sia entrato, tanto ero pieno di sonno nel momento in cui lasciai la giusta strada. 12 Ma dopo che fui arrivato ai piedi di un colle, là dove finiva quella valle che mi aveva rattristato il cuore di paura, alzai lo sguardo e vidi la sua vetta già illuminata dai raggi del sole, che conduce ogni uomo sulla giusta strada. 15 Allora si placò un poco la paura che avevo avuto nel profondo del cuore, quella notte che trascorsi con tanta angoscia. 18 E come il naufrago che col respiro affannoso, gettato dal mare sulla riva, si volta e guarda alle acque pericolose da cui è scampato, così il mio animo, che ancora era in fuga, si voltò indietro ad osservare il passaggio che non lasciò mai passar vivo nessun uomo. 21 - 27 Dopo che ebbi riposato un poco il corpo stanco, ripresi a camminare lungo il pendio deserto del colle, in modo tale che il piede più saldo era sempre quello più basso. 30 Ed ecco che apparve, quasi all'inizio della salita, una lonza snella e molto agile, ricoperta di pelo maculato; e non si allontanava di fronte a me, anzi, impediva a tal punto il mio cammino che io pensai più volte di tornare indietro. 33-36 Erano le prime ore del mattino, e il sole stava sorgendo insieme a quella costellazione (l'Ariete) che era con lui il giorno della Creazione, quando l'amore divino mosse per la prima volta quelle belle cose; così l'ora del giorno e la stagione primaverile mi davano buoni motivi per sperare bene a proposito di quella belva dalla pelle chiazzata; ma non al punto che non mi desse paura la vista, che mi apparve subito dopo, di un leone. 39-45 Questi sembrava venire contro di me, con la testa alta e con fame rabbiosa, al punto che persino l'aria sembrava tremare. 41-45 Ed ecco apparire una lupa, che nella sua magrezza sembrava piena di tutti i desideri e spinse molte persone a vivere miseramente; questa mi procurò una tale angoscia, col terrore che mi ispirava il suo aspetto, che persi la speranza di raggiungere la sommità del colle. 48-54 E come colui che acquista volentieri, e poi arriva il tempo in cui perde ogni cosa, per cui piange e si rattrista in ogni pensiero, così mi rese la belva senza pace, che venendo contro di me mi sospingeva poco a poco verso il basso, dove non c'era il sole. 57-60
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