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Dante Alighieri e il contesto storico culturale, Appunti di Italiano

Appunti sulla biografia di Dante Alighieri e sul contesto storia-culturale in cui vive.

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 23/04/2020

camilla-verdi-1
camilla-verdi-1 🇮🇹

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9 documenti

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Scarica Dante Alighieri e il contesto storico culturale e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! APPUNTI DI ITALIANO Dante Alighieri vive a a Fi nell’età comunale e dal punto di vista sociale appartiene alla piccola nobiltà molto vicino e molto attiva alla vita politica del comune. Fa parte della corporazione delle arti maggiori degli speziali (farmacisti). Il contesto ha un ruolo fondamentale nella sua vita perché il suo ruolo politico fu attivo. Appartiene ad una famiglia di piccola nobiltà modesta. Nasce a Firenze. Probabilmente alla fine di maggio 1265. Rimasto orfano della madre quando era piccolissimo; impara i primi elementi di latino e della grammatica e studia presso i domenicani. Il padre muore quando ha 17 anni e lui stesso si posa molto giovane e avrà 3-4 figli (anche qui incertezza). I dati che lo contraddistinguono sono l’amore per la sua donna che è Beatrice (lui è spostato con un’altra donna ma non per amore), identificata con Beatrice Portinari, morta nel 1290. Beatrice è l’idealizzazione dell’amore. Beatrice= colei che beatifica. Sua moglie si chiama Gemma Donati, da cui ebbe tre o quattro figli. Una figlia diventa monaca con il nome di Suor Beatrice. Tra 1286-87 sarà a Bologna e questo spiega l’adesione allo Stilnovo. La sua prima opera completa sarà dedicata a Beatrice. Successivamente si sposa, ma dobbiamo pensare ad un matrimonio come un sostegno reciproco di carattere sociale. Molto importante è l’impegno politico, molto profondo; d’altra parte si impegna con tutto sé stesso. Nel 1339 troviamo la documentazione sulla sua partecipazione alla battaglia contro i Ghibellini. Siamo nella seconda metà del Duecento: l’imperatore avrà più potere in Germania, il Papa nell’area italica dell’impero. Il contrasto tra i due contraddistinguerà molti secoli nel basso medioevo e il contrasto è dovuto al fatto che, l’uno vuole essere più potente dell’altro. A noi interessa sapere che nella seconda metà del Duecento il papa e l’imperatore e il Papa del momento riescono a mettersi d’accordo. Questo significa che anche i Comuni (poteri autonomi e particolaristici) che nascono in Italia devono fare riferimento al Papa (poteri universalistici), che li considera sotto la sua giurisdizione. Queste città si gestiscono autonomamente Ema devono sempre far capo a uno dei due e i due si contrastano il potere (significavano quindi i poteri e tasse). Altra componente che crea ulteriore instabilità è il fatto he le città erano comunque sotto la diretta giurisdizione dell’imperatore (dove la borghesia e in Italia che. La nobiltà vuole tenersi i soldi per la propria benessere e a contaminare ciò c’erano questi die poteri dell’imperatore e del papa). C’è quindi una forte confusione. Si creano quindi due fazioni: alcuni sostengono la superiorità dell’imperatore sul papa e una crede che sia invece superiore il papa sull’imperatore. Si formano quindi i Ghibellini e i Guelfi. L’origine di questi due nomi risale ad una questione tedesca. Quello che ci interessa è che la fazione dei ghibellini ottiene che il potere dell’imperatore è superiore a quello del papa. I Guelfi invece sostengono che il potere del Papa è superiore a quello dell’imperatore. Tutta la questione si era formata dal 962 con Ottone di Sassonia (privilegio ottoniano). Sia Ghibellini che Guelfi sono sostanzialmente nobili. All’interno dei comuni e in particolare in Italia, si viene a creare lo stesso problema (una fazione sostiene del potere superiore dell’imperatore e che i papa dovrebbe occuparsi solo di faccende religiose e una fazione sostiene che il papa è superiore al potere imperiale anche sui comuni e sulle città e quindi in ambito politico). In Toscana e nello specifico a Fi come negli altri comuni toscani queste fazioni si distinguono in questo modo: - Guelfi bianchi: sostengono che la città deve fare riferimento all’imperatore come potenza politica e che il papa si occupa solo di questioni religiose. - Guelfi neri: sostengono che il papa deve essere il riferimento politico per i comuni italiani. - A Firenze i Ghibellini assumono il titolo di guelfi bianchi e e i guelfi neri sarebbero i Guelfi. Dante si schiera con i Guelfi Bianche ed è contrario alle interezze papali sulla vita politica. Le fazioni fanno riferimento a due famiglie particolarmente importanti. Dante quindi è a sostegno dell’autonomia rispetto al Papa. Alla famiglia dei Cerchi sostiene la fazioni dei guelfi bianchi, la famiglia dei Donati sostiene invece i guelfi neri. La questione in realtà è molto più complicata. Lo schierarsi con l’una o l’altra fazione significava quindi tutelare dei propri interessi personali. Il contrasto tra le fazioni è molto forte. Dante è priore (una sorta di assessore, nominato dalla sua corporazione) fa parte dei guelfi bianchi e fa parte della corporazione degli speziali. Siamo nel 1300. Nel periodo di Dante il priorato durava soltanto tre mesi, per evitare corruzione, era però un sistema. Dante riteneva che dovesse occuparsi solo delle questioni spirituali e non di quelle mondane delle politica. Ritiene che la confusione tra i due poteri determini una bassezza culturale. Dante definitivamente nel 1301 si schiera in maniera chiara con i Guelfi Bianchi. Nello sesso momento viene inviato a Roma come diplomatico alla corte papale, dove conosce definitivamente i danni che le interezze papali
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