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David Croteau, William Hoynes, “Sociologia generale. Temi, concetti, strumenti”, Appunti di Sociologia

Riassunto libro ed integrazione con gli appunti delle lezioni del prof. Allievi, Università degli Studi di Padova

Tipologia: Appunti

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Scarica David Croteau, William Hoynes, “Sociologia generale. Temi, concetti, strumenti” e più Appunti in PDF di Sociologia solo su Docsity! SOCIOLOGIA GENERALE (Capitolo IX) …il processo di socializzazione • Le relazioni sociali e l’iden�tà L'u�lizzo di una qualsiasi maschera perme�e ad ognuno di noi di celare/perdere l’iden�tà ed assumere quella dell'ogge�o rappresentato: risulta quindi più facile mostrare a�eggiamen� irreveren� che normalmente non avremmo o aspe� della nostra personalità che puntualmente reprimiamo (e.g. la maschera neutra, u�lizzata per non far trasparire emozioni). La maschera diventa una sorta di protezione. Per esempio, nel film Eyes wide shut di Kubrik, il protagonista si trova in mezzo ad un'orgia e si sente a disagio, non perché è nudo, ma perché a differenza degli altri non indossa una maschera. L'iden�tà si forma a�raverso l'iden�ficazione (quando il sogge�o capisce ciò che ci accomuna) e l'individuazione (quando il sogge�o scopre le cara�eris�che che lo differenziano), ed è difficile da osservare poiché è un insieme di percezioni e rappresentazioni. Nel passato, la parola si riferiva ad un qualcosa di immutabile e stabile poiché ognuno aveva un ruolo prestabilito in base al ceto sociale: non c'era possibilità di assumere più personalità o maschere. Oggi invece questo problema è stato superato e con�nuamente "usiamo e ge�amo" molteplici iden�tà: siamo figlie, madri, imprenditrici ecc... Le iden�tà sono sempre meno ascri�e, tanto che le possiamo scegliere (socialità ele�ve): sono mul�ple, temporanee, reversibili ed in contrasto con il bisogno che abbiamo di riconoscerle e di definire i loro confini. Basandosi su questo dato, in molti ritengono sia più giusto parlare di processi di iden�ficazione e non più unicamente di iden�tà, a causa della pluralità di quest'ul�ma: il sé dentro di noi è plurale. Nasce quindi la necessità di trovare un filo condu�ore per dare senso alla nostra storia (=semplicità dell'ordine narra�vo) che renda le nostre decisioni meno precarie e quindi più stabili. Abbiamo bisogno di un confine = cum finis= ciò che mi separa dall'altro ma che allo stesso tempo serve per definirmi. Il problema di definizione dell'iden�tà si perpetua nel tempo ed in ogni periodo della nostra vita ci avviciniamo a iden�tà colle�ve diverse, a seconda dell’età e dei gruppi che frequen�amo. Studiare i cambiamen� e le nuove iden�tà diventa un passaggio fondamentale per studiare la società e la sua evoluzione nel tempo. La definizione dell'iden�tà avviene a�raverso l'interazione sociale: la maggior parte degli animali di livello inferiore dopo la nascita sono autonomi, diversamente da quelli di livello superiore che hanno bisogno di una fase di apprendimento che inizia alla nascita e dura per un lungo arco di tempo. L'interazione assume quindi un ruolo importante nel processo di socializzazione, inteso come sviluppo dell'individuo: "Sumus ergo sum", io sono e divento tale perché ci sono gli altri. Se non ho interazioni nella fase della crescita e non ricevo abbastanza stimoli il processo di socializzazione non ha esito positivo. La socializzazione primaria è la prima socializzazione che un individuo intraprende nell'infanzia, a�raverso la quale diventa un membro della società in quanto tale. Socializzazione secondaria è ogni processo successivo che introduce un individuo già socializzato in nuovi se�ori del mondo ogge�vo della sua società. Gli agen� di socializzazione sono le persone e i gruppi che ci trasme�ono la nostra cultura. Per i bambini il primo e più importante agente di socializzazione è la famiglia (socializzazione primaria); quando crescono sono la scuola, i media, i gruppi dei pari, il luogo di lavoro, la religione e le is�tuzioni totali (socializzazione secondaria). A scuola, i bambini imparano a interagire con gli altri, a far parte di un gruppo e le conoscenze culturali. Le scuole trasme�ono anche un curriculum nascosto ovvero lezioni implicite sul comportamento corre�o. A�raverso la pubblicità e a programmazione offerta, i media aiutano a definire i gus� e i desideri della popolazione. Si definisce gruppo dei pari, un gruppo di persone, in genere di età simile, che condividono status sociale e interessi. Il gruppo dei pari dà opportunità ai giovani di sperimentare valori, credenze e comportamen� diversi da quelli dei loro genitori. Il luogo di lavoro è uno degli ambien� più importan� in cui sperimentare la socializzazione secondaria (socializzazione professionale). La religione è l'agente di socializzazione più esplicitamente dedito all'insegnamento di valori e credenze. Goffman ha definito is�tuzioni totali, stru�ure ingloban� nelle quali un'autorità regola ogni aspe�o della vita della persona. Goffman ne iden�fica cinque �pologie. 1 Is�tuzioni che si occupano di persone incapaci e innocue (es. orfanotrofi). 2 Is�tuzioni che si occupano di persone che non sono in grado di badare a se stesse, o che potrebbero cos�tuire un pericolo (es. ospedali psichiatrici). 3 Is�tuzioni che proteggono comunità da coloro che le autorità ritengono cos�tuire un pericolo significa�vo (es. prigioni). 4 Is�tuzioni fondate su un compito specifico che richiede l'impegno totale dei partecipan� (es. caserme e collegi). 5 Is�tuzioni intese come distaccate dal mondo (es. monasteri e conven�). La risocializzazione è il processo mediante il quale gli individui che passano da un ruolo a un altro o da una fase di vita a un'altra sos�tuiscono vecchie norme e passa� comportamen� con altri nuovi. Esempio lampante di quanto detto è presente nel romanzo “Il ragazzo selvaggio” di T.C. Boyle, ambientato alla fine del Se�ecento in Francia. Alcuni cacciatori trovano un ragazzo in una foresta del Sud della Francia. Il ragazzo è sporco, completamente nudo, viene ca�urato e portato in orfanotrofio. “Il ragazzo selvaggio” per tu� diventa un fenomeno da studiare. Ognuno cerca di insegnargli qualcosa, ognuno prova a educarlo, a condurlo nella realtà civilizzata, ma il ragazzo con�nua a non parlare e a non fare neppure progressi minimi. Il ragazzo viene abbandonato e solo il do�or Itard, che lavora con i sordomu�, crede nella possibilità di cambiamento. Gli dà un nome, Victor, ispirato dall’unico suono che il ragazzo riesce a far uscire dalla sua bocca, e cerca il metodo per �rargli fuori le sue conoscenze per farlo diventare un essere civilizzato. Lo scri�ore Boyle, a�raverso le pagine del suo libro, mostra gli aspe� nega�vi di una società in con�nuo progresso, che sembra non voler rispe�are la natura dell’uomo. Victor non riuscirà mai ad imparare un linguaggio e ciò dimostra che c'è un’età cri�ca in cui si assorbono maggiormente le competenze. Allo stesso modo avviene per la fase della socializzazione: entro i 2-3 anni i bambini imparano a relazionarsi con gli altri. Il senso del Sé è l'insieme dei pensieri e sensazioni che si provano considerando se stessi come un ogge�o. Non nasciamo con il senso del Sé; lo sviluppiamo nel corso del tempo come prodo�o della cultura nella quale siamo socializza� e, sopra�u�o, a�raverso le nostre esperienze di interazione sociale. Cooley elaborò il conce�o del Sé-specchio, l'idea che il nostro senso del sé si sviluppi come riflesso del modo in cui riteniamo che gli altri ci vedano. Secondo Cooley, le nostre interazioni con gli altri comportano tre fasi: 1 immaginiamo la nostra immagine negli occhi degli altri; 2 immaginiamo che gli altri esprimano giudizi su di noi; 3 proviamo una sensazione che deriva dal giudizio immaginato. Il Sè delle persone è determinato dalle loro interazioni con gli altri, e quindi varia in funzione delle persone con le quali intergiscono. L'”io” di Mead è la parte del Sé che è spontanea, impulsiva, crea�va e imprevedibile. Esiste solo nel presente. Il “me” di Mead è il senso del sé appreso dall'interazione con gli altri. La socializzazione comporta la ricerca di un equilibrio fra l'”io” e il “me”. Mead riteneva che i bambini avanzassero a�raverso qua�ro fasi di sviluppo sociale. 1 Fase pre-gioco. Fino ai due anni i bambini non sono in grado di vedersi all'esterno. Possono imitare un comportamento, ma si tra�a di a� privi di significato. 2 Fase del gioco. Intorno ai tre anni, i bambini riescono a uscire da se stessi, per esempio imitando il ruolo della mamma o del papà. 3 Fase del gioco di squadra. Intorno ai sei, se�e anni, i bambini imparano a interpretare un ruolo e a collegarlo a quello degli altri. In questa fase i bambini possono immaginare a tu�o tondo come appare agli altri il mondo sociale. 4 Fase dell'altro generalizzato. Quando le persone maturano, sviluppano la capacità di considerare l'altro generalizzato, i valori e gli orientamen� di una comunità in generale e non dei suoi singoli componen�. L'altro generalizzato dipende dal contesto sociale: varia enormemente da una cultura all'altra (Capitolo V) L'interazione, i gruppi, le organizzazioni Come la cultura di una società influenza la socializzazione? Innanzitu�o, è giusto par�re dalla considerazione che la società esiste e si vede nei momen� più bui, come nel dopoguerra, dove la mancanza di ordine sociale fa capire la differenza con i periodi preceden�. Tranne in queste fasi, la società è capace di trasme�ere normi sociali come la lingua. A�raverso il linguaggio si crea un rapporto di intersogge�vità il quale � consente di interpretare nello stesso modo una conoscenza e una verità. Si basa su un sapere condiviso e si presuppone che nel caso si alludesse a qualcosa nel discorso, l'interlocutore capisca di cosa s�amo parlando poiché condivide con l'altro un linguaggio comune: è fondamentale che si instauri in un gruppo perché crea una memoria comune e un rapporto profondo. Spesso appartenere ad un gruppo ci influenza al punto da condividere stereo�pi = giudizi esagera�, che creano un senso di appartenenza e intorno ai quali creiamo la nostra società. Nel libro "La realtà come costruzione sociale" di Berger e Lukman si dis�nguono tre modalità di giudizio (pag. 184): • Esternalizzazione = se passiamo molto tempo con delle persone creiamo un rapporto esclusivo; • Soggettivazione • Interiorizzazione = rispondere alle aspettative di ruolo di una determinata situazione. • Dis�nzione fra status e ruolo STATUS RUOLO • azioni razionali rispe�o allo scopo F 0 E 0 se chi agisce valuta razionalmente i mezzi rispe�o agli scopi che si propone, considera gli scopi in rapporto alle conseguenze che potrebbero derivarne, paragona i diversi scopi possibili e i loro rapporti; • azioni razionali rispe�o al valore F 0 E 0 se chi agisce compie ciò che ri�ene gli sia comandato dal dovere, dalla dignità, da un prece�o religioso, da una causa che reputa giusta, senza preoccuparsi delle conseguenze: anche questo è un caso di agire razionale, perché implica una scelta consapevole e una valutazione se il comportamento sia effe�vamente congruente con il valore che si intende testimoniare; • azioni determinate affe�vamente F 0 E 0 se si tra�a di pure manifestazioni di gioia, gra�tudine, vende�a, affe�o, o di altro stato del sen�re; anche questo �po di azioni hanno senso per sé stesse, senza riferimento alle conseguenze prevedibili; si dis�nguono però, perché non c’è riferimento consapevole all’affermazione di un valore tra�andosi piu�osto dell’espressione di un bisogno interno; • azioni tradizionali F 0 E 0 se sono semplice espressione di abitudini acquisite, reazioni abitudinarie a s�moli ricorren�, comportamen� che si ripetono senza interrogarsi su possibilità alterna�ve e sul loro vero valore, o senza porsi il problema se non ci sarebbero altri modi per raggiungere gli stessi risulta�. Weber era convinto che la società industriale fosse sogge�a all'azione sociale rispe�o allo scopo e temeva che la sua diffusione potesse eliminare altri modi di agire: il suo dominio avrebbe potuto essere altamente produ�vo ma allo stesso tempo creare un fenomeno di spersonalizzazione. Secondo George Ritzer, l'azione razionale mira a migliorare l'esperienza umana a�raverso la ricerca costante dell'efficienza e del progresso ma, nell'opinione dell'autore, tale azione razionale estrema, denominata McDonalizzazione può essere, al tempo stesso, inefficiente e disumanizzante. Le qua�ro dimensioni della McDonalizzazione: • Efficienza. Ricercare il miglior metodo per svolgere i compi�. • Calcolabilità. Accentuare gli aspe� quan�ta�vi di prodo� e servizi cara�erizza� spesso dal conce�o di “economia di scala”. • Prevedibilità. Tentare di omogeneizzare prodo� e servizi, indipendentemente dal tempo o dal luogo. • Controllo. Esercitare il controllo sui dipenden� e sui clien� applicando regole inflessibili, limitando le opzioni e usando nuove tecnologie che monitorano e regolamentano il comportamento. • Il potere Bertrand Russell diceva "Il conce�o fondamentale della scienza sociale è il potere, così come l'energia è il conce�o fondamentale della fisica". Il potere viene posto al centro dell'interazioni sociali e ci perme�e di condizionare il comportamento di altri, creando disuguaglianze sociali. Weber distinse il potere=possibilità di o�enere obbedienza, dalla potenza=la possibilità di far valere la propria volontà di fronte all'opposizione. Weber distinse fra due aspetti del potere: • "Potere di": analizzato sotto diverse prospettive --> funzionalista: più una società è ricca maggiori sono le possibilità di raggiungere i propri obie�vi. Non ha solo questo aspe�o gerarchico ma ha anche la funzione di empowerment: dare risorse economiche e conosci�ve alle persone affinché raggiungano i propri obie�vi (comporta cooperazione per un fine comune e crescita personale). Le strategie finalizzate ad accrescere l'empowerment richiedono generalmente una combinazione di educazione, organizzazione e networking. L'educazione è il più noto approccio di empowerment. Per alcuni, quella universitaria può essere un mezzo importante con cui analizzare la propria situazione e sviluppare le competenze necessarie per o�enere un lavoro gra�ficante e una vita più soddisfacente. L'organizzazione consiste nel me�ere assieme delle persone per iden�ficarne gli obbie�vi comuni e tentare di raggiungerli. Gli ambien� di lavoro produ�vi sono ben organizza�, nel senso che i dipenden� e il management cooperano per il conseguimento degli obbie�vi generali. Il networking comporta l'esigenza di uscire dalla cerchia più immediata dei propri conta� per trovare degli allea�. Quasi tu�e le associazioni professionali organizzano convegni ed eveni sociali per facilitare il networking a fini di lavoro o di carriera. • "Potere su": quando un tenta�vo di realizzare un determinato proge�o incontra un'opposizione e genera un confli�o. Il potere "su" si focalizza nel tenta�vo di dominare gli altri. Altre dimensioni del potere: • Coercizione (o costringere): imporre il consenso a�raverso la minaccia o l'in�midazione (e.g. se comme� questo a�o vai in prigione) ha un effe�o breve, che termina quando la minaccia si svilisce; imporre il consenso usando la persuasione è molto più efficace F 0 E 0 obbligo F 0 E 0 paura F 0 E 0 politica (leviatano di Hobbes) • Retribuzione: un modo per incen�vare e promuovere il consenso F 0 E 0 interesse F 0 E 0 economia F 0 E 0 allocare risorse commerciali; • Persuasione: o�enere il consenso convincendo le persone della corre�ezza della propria posizione: se mi convinco che un'azione è giusta la farò per sempre F 0 E 0 amore (la più potente forma di persuasione) F 0 E 0 cultura; Possiamo aggiungere altri �pi di potere che si riscontrano nei gruppi e nelle organizzazioni come il potere di gra�ficazione (il controllo che un sogge�o esercita su delle risorse che possono essere usate per fornire degli incen�vi), il potere coerci�vo, il potere legi�mo (fa leva sul senso del dovere), il potere carisma�co, il potere esperto (convinzione che deriva dal fa�o che la fonte sia esperta, che conosca ciò di cui parla) ed il potere informa�vo. Ulteriori tattiche di potere: • Hard e so�: le ta�che hard (ricompense monetarie e minacce--> guerra) e so� (collaborazione ed amicizia) per raggiungere un obiettivo; • Razionali e irrazionali: le ta�che razionali (negoziazione e persuasione) ed irrazionali (fanno leva sui sentimenti); • Unilaterali e bilaterali: le ta�che unilaterali (ordini e negazioni) e bilaterali (concessioni reciproche). All'interno di un gruppo o di una società, il potere determina chi riceverà risorse importan� e come verranno impiegate. Il potere può essere usato anche a fini poli�ci, consentendo ad alcuni sogge� di fissare le condizioni che regolamentano la vita di altre persone. Chi de�ene il potere fissa le regole, e chi non ce l'ha è tenuto a seguirle. Selezionare gli ar�coli che la gente legge, le idee che prende in considerazione o le prospe�ve che vengono presentate è un modo di esercitare il potere all'interno di una società. L'egemonia viene a crearsi quando delle forze poli�che e sociali hanno diffuso con successo le proprie idee – ed emarginato i pun� di vista alterna�vi – per cui le loro prospe�ve e i loro interessi si considerano generalmente universali e veri. Manipolando le idee, i detentori del potere riescono spesso a fabbricare il consenso altrui. I poteri economico, poli�co e culturale affondano le proprie radici in is�tuzioni sociali del mondo reale, tra cui le imprese, il governo e le religioni. L'autorità, o potere legi�mo, è acce�ata volontariamente da coloro che vi si assogge�ano sulla base di un principio di legi�mazione. Weber iden�ficava tre �pi di autorità. 1. Autorità tradizionale, ha legi�mazione in quanto rifle�e pra�che culturali consolidate (es. successione ereditaria al trono nella monarchia). 2. Autorità razionale-legale, ha legi�mazione perché si basa su leggi, regole e procedure prestabilite (es. elezione del presidente del consiglio). Weber affermò che, con l'ascesa della scienza, dell'industrializzazione e dei processi democra�ci, le forme razionali-legali di autorità avessero sos�tuito rapidamente le forme tradizionali. 3. Autorità carisma�ca, deriva la sua legi�mazione dalle straordinarie cara�eris�che personali di un singolo leader, che ispira fedeltà e devozione. Anche coloro che detengono il potere nella vita quo�diana dipendono dall'obbedienza degli altri per conservare la propria posizione. Quando viene meno l'obbedienza, il confli�o potrebbe erompere improvvisamente e dramma�camente. Poiché il potere opera all'interno delle relazioni sociali, uno dei grandi paradossi della vita sociale è che coloro che ritengono di non aver potere, in realtà ne hanno molto (es. i lavoratori coalizza� per strappare concessioni ai datori di lavoro). Il buon esito delle inizia�ve in difesa dei gruppi oppressi e dell'a�vismo studentesco a�esta due semplici verità sul potere: (1) quando lavorano insieme, le persone accrescono il proprio potere individuale di a�uazione del cambiamento; (2) la disobbedienza è un mezzo poten�ssimo per i promotori del cambiamento. Il privilegio è un vantaggio o un beneficio specifico di cui non tu� godono. Dorothy Smith ha sviluppato la teoria orientata dal punto di vista specifico, che me�e in discussione assun� incontesta� sulla società, analizzandola da vari pun� di vista, in par�colare quello di chi si trova in posizioni subordinate. Il punto di vista specifico di una persona è stru�urato dalla sua collocazione sociale, che include l'etnia, la classe, il genere e l'orientamento sessuale. Nelle società cara�erizzate da profonde disuguaglianze, i gruppi hanno diverse prospe�ve. Ognuna di queste è necessariamente parziale. Di conseguenza, considerare più pun� di vista specifici, specie quelli di chi ha meno potere, è cruciale per avere una comprensione più completa della vita sociale. (Capitolo X) La devianza La devianza è un comportamento non conforme alle norme e alle aspe�a�ve culturali di base, nonché sul suo rapporto con il Sé e l'iden�tà. La coscienza colle�va comprende le norme, le credenze e i valori condivisi in una comunità. Secondo la teoria dell'e�che�amento (labeling theory), la devianza è il risultato di come altri interpretano un comportamento, e gli individui e�che�a� come devian� spesso interiorizzano questo giudizio come parte della propria iden�tà. Lo s�gma sociale si riferisce alla vergogna associata a un comportamento o a uno status considera� socialmente inacce�abili o screditan�; può essere mo�vo di disuguaglianza, perché spesso chi viene s�gma�zzato subisce un isolamento o una discriminazione che possono ridurre la sua reputazione sociale, economica o poli�ca. La devianza secondaria è un comportamento deviante ado�ato in risposta alle conseguenze nega�ve dell'e�che�amento. Le conseguenze per chi viene definito deviante possono essere una diminuzione delle opportunità, una disuguaglianza economica, un'ulteriore devianza e uno s�gma sociale di lunga durata. Durkheim fece rilevare che il comportamento deviante è una cara�eris�ca di tu�e le società. La devianza può essere funzionale, avere un ruolo sociale posi�vo e rafforzare le stru�ure sociali. Ciò avviene in tre modi: • la devianza aiuta a definire i confini del gruppo (è la devianza a ricordarci con�nuamente come vivere nei limi� del “normale” e a mostrarci le conseguenze dell'uscirne); • la devianza aiuta a creare solidarietà sociale (la devianza me�e in luce i confini del gruppo e fornisce a diversi ci�adini l'opportunità di esprimere il proprio comune disprezzo per comportamen� defini� immorali, criminali o patologici, e così facendo unisce le persone); • la devianza è fonte di innovazione (i devian� premono sui confini e, così facendo, possono facilitare la crescita e il cambiamento delle stru�ure sociali. Molte idee e comportamen� che oggi riteniamo sconta� un tempo erano considera� devian�, come per esempio la democrazia o le donne che, negli anni '70, lasciavano i propri bambini al nido). La devianza è il prodo�o del rapporto sociale fra coloro che sostengono i confini della “normalità” e coloro che li superano. La devianza viene a volte spiegata come la conseguenza di un'immoralità individuale. Spiegare la devianza come conseguenza dell'immoralità ci aiuta ben poco a iden�ficare le condizioni sociali che la provocano o a comprendere come le persone vi rispondano. Un secondo approccio basato sul comportamento individuale trova le fon� della devianza nella patologia, o mala�a. La designazione di un comportamento deviante come mala�a che può essere curata da medici specializza� – viene definito dai sociologi medicalizzazione della devianza. E' più probabile che le persone con una devianza medicalizzata siano ogge�o di pietà che di disprezzo. Esistono cinque stadi chiave nella medicalizzazione della devianza. • Un comportamento o un'a�vità vengono defini� devian�. • Viene “scoperta” una concezione medica di questo comportamento deviante. • Interessi organizza� incitano alla definizione medica del comportamento deviante. • Chi avanza rivendicazioni mediche si appella ai funzionari governa�vi per legi�mare la definizione medica della devianza. • La definizione medica della devianza viene is�tuzionalizzata come parte del sistema di classificazione medico e legale. Altri due approcci sociali spiegano la devianza in termini di socializzazione. Il primo di ques� si focalizza sull'inadeguata socializzazione. Un approccio alterna�vo che si concentra sulla socializzazione considera la devianza il risultato delle interazioni sociali. Secondo la teoria dell'associazione differenziale, la devianza è appresa a�raverso l'interazione con altre persone coinvolte nel comportamento deviante. Quando il comportamento deviante diviene parte dell'iden�tà colle�va di un gruppo, fra i suoi membri vengono a crearsi for� legami sociali. Il più efficace sistema di controllo dei gruppi sociali devian� è limitare l'interazione fra i membri del gruppo, interrompendo così i legami sociali. E' probabile che la devianza a lungo termine richieda il sostegno sociale di una subcultura deviante, un gruppo che pretende da tu� i propri membri l'impegno a sostenere par�colari credenze o comportamen� an�conformis� (es. Ku Klux Klan). In alcuni casi, il comportamento deviante è fortemente individuale, e le relazioni tra coloro che ne hanno di simili sono scarse o addiri�ura nulle. I sociologi definiscono questo comportamento devianza individuale, ovvero a�vità devian� che un individuo compie senza il sostegno sociale di altri partecipan� (es. autolesionismo). L'approccio di Merton fu alla base della teoria della tensione, che me�e in evidenza la tensione o la pressione sperimentata da coloro che non hanno i mezzi per raggiungere obbie�vi culturalmente defini� e che sono quindi porta� a seguire strade devian� nella loro ricerca del successo. La teoria della tensione intende la devianza come risposta alle contraddizioni della stru�ura sociale. Esistono nella società contemporanea for� norme sociali che definiscono come il nostro corpo debba apparire e funzionare. Il desiderio di essere magri, per esempio, è radicato in norme culturali che definiscono le persone grasse come devian�. • I modelli culturali Per modelli culturali si intende programmi sociali o economici scel� come guida per un paese. Ogni stato presenta un modello che si ada�a alle sue esigenze ma anche sul suo passato. Con l'avvento dell'età moderna, contrassegnata dall'industrializzazione, sono sta� idea� due modelli: • Il modello americano: secondo cui la società americana dei primi anni '20 si basava su colonizzazione, immigrazione e individualismo, visto come valore culturale. Questo modello si delineò nel corso degli anni, secondo le esigenze della società americana e nacque "dal vuoto"; • Il modello europeo: nacque in reazione all'Ancien Regime. Gli europei vollero emanciparsi dell'élite e per fare ciò iniziarono dalla ricostruzione della società, partendo dalla ques�one sociale, promossa dalla Chiesa e dal socialismo: il benessere dei più poveri divenne un obiettivo centrale. La difformità tra queste due realtà sociali moderne portarono alla costruzione di sistemi poli�ci e par��ci differen�, con delle brevi fasi di convergenza. Durante la rivoluzione industriale, infa�, dominò il modello economico di Adam Smith, basato sul laissez-faire. L'economista scozzese coniò la metafora della "mano invisibile" per spiegare il suo modello: il mercato non doveva essere guidato ma svilupparsi da solo. La smen�ta a questo programma giunse qualche anno dopo con la caduta della Borsa di Wall Street (1929). La causa principale del disastro fu la mancanza di fiducia della popolazione nei confron� delle banche, giudicate incapaci di amministrare il denaro. Si uscì dalla crisi solo durante la reggenza di Theodor Roosevelt, il quale promosse il new deal = programma riformatore secondo cui lo stato doveva svolgere il ruolo di guida, partecipando a�vamente sul mercato e nella costruzione di opere pubbliche ("il mercato non può guidarsi da solo"). Oltre a questo, lo stato deve promuovere non solo i diri� poli�ci ma anche i diri� sociali, senza i quali sarebbe difficile inserirsi nella società. Il tu�o venne tradotto da Thomas Humphrey Marshall nell'espressione ci�adinanza sociale: il suo riconoscimento pose le basi per l'intervento delle is�tuzioni pubbliche ai fini della modifica dalle disuguaglianze prodo�e dal mercato. L'estensione del diri�o di voto non basta: serve l'equità per migliorare il sistema e questo lo si raggiunge a�raverso la tassazione dei più ricchi, da cui si ricavano nuove risorse per coloro che hanno di meno. A par�re dagli anni '70 venne ripris�nata l'egemonia liberista, indirizzata verso una forte limitazione degli interven� redistribu�vi dello stato. Questa strategia venne applicata da M. Thatcher e Reagan convin� che lo stato non dovesse intervenire sul mercato. Prima dell'egemonia culturale ci fu il Welfare State = l'insieme delle is�tuzioni, delle norme giuridiche, degli a�ori e delle poli�che pubbliche u�lizzate per alles�re una serie di meccanismi sistemici vol� alla ges�one dei rischi sociali ed esistenziali (F 0 E 0 per la costruzione dei meccanismi di protezione). Il welfare state consente la coesione sociale fra le par� e si interessa di qua�ro macro aree: l'assistenza, le assicurazioni contro la vecchiaia, le poli�che del lavoro e per la salute. Per mantenere questo sistema spesso si ricorre ad un aumento dell'ordinaria tassazione. L'applicazione pra�ca del Welfare State dipende dei diversi sistemi capitalis�ci, dal ruolo dello stato e della famiglia. Gosta Espring-Anderson, uno dei maggiori studiosi di Welfare State, elabora una teoria che produce diversi gradi di demercificazione dei rischi con la conseguente affermazione di qua�ro modelli storici. • Socialdemocra�co: lo stato si me�e a disposizione del popolo sostenendole e fornendoli tutele universalistiche; • Corpora�vo: le tutele sociali sono correlate alla categoria lavorativa di appartenenza; • Mediterraneo: promuove un mix di tutele a base corporativa e universalistica; • Liberale: lo stato non fornisce tutele universalistiche. I diversi sistemi di Welfare State a�raversarono un periodo di crisi dovuto a tre fenomeni: mutamento del contesto poli�co-ideologico; la globalizzazione dei merca� e l'emergere dei rischi di non-sostenibilità dei cos�. Le conseguenze maggiori furono la precarietà lavora�va; una maggiore disuguaglianza; una nuova povertà legata all'immigrazione; individualizzazione progressiva di massa; sviluppo delle classi medie ed emergere del se�ore terziario (working poors=gente che pur lavorando rientra nella fascia più povera) --> tu� ques� aspe� rappresentano la società moderna. Gli approcci neo-marxiani si basano sulla centralità della sfera produ�va al fine di determinare le fondamentali dinamiche e stru�ure di classe, u�lizzando versioni più complesse dei conce� di proprietà, sfru�amento, alienazione, capitale, tecnologie e lavoro. La maggior parte degli approcci neo-marxiani allo studio delle classi e delle disuguaglianze ruotano intorno a due assun� principali: • il lavoro, con le sue trasformazioni legate allo sviluppo tecnologico, con�nua a influenzare pesantemente sia l'iden�tà sociale delle persone sia le loro azioni; • a causa di un capitale sempre più transnazionale e finanziarizzato e di una tecnologia sempre più pervasiva e centrata sull'elaborazione delle informazioni, produzione e lavoro tendono ad allargare i propri confini, investendo la totalità delle relazioni sociali. Secondo Erik Olin Wright, lo sfru�amento si baserebbe ormai sul potere e sulla capacità di controllo delle persone. Egli dis�nse tre generi di controlli: controllo degli inves�men�, controllo dei mezzi fisici di produzione, controllo della forza lavoro. Gli approcci neo-weberiani sostengono che la mul�dimensionalità della stra�ficazione sociale è oggi ancor più valida che ai tempi di Weber, so�olineando come col tempo essa aumen� in complessità. I neo-weberiani riconducono la formazione delle disuguaglianze di classe alle situazioni di mercato dei vari a�ori sociali. Secondo Goldthorpe, per analizzare la formazione e la stru�ura delle classi contemporanee occorre prendere in considerazione due dis�nte dimensioni: la situazione di mercato e la situazione di lavoro dei vari membri della società. Per individuare la prima, elenca tre risorse fondamentali: mezzi di produzione, credenziali educa�ve o qualifiche professionali e forza di lavoro. Per individuare la seconda dimensione analizza la posizione che ciascun individuo assume all'interno della gerarchia organizza�va e della più generale divisione del lavoro. Queste due dimensioni danno vita a se�e posizioni di classe principali. Gli autori aderen� alla teoria della frammentazione sostengono che l'avvento della società pos�ndustriale ha comportato mutamen� nella stru�ura sociale così profondi che, ai fini della sua messa a fuoco, il prisma delle classi appare troppo semplicis�co. La disuguaglianza interna ai singoli Paesi è in relazione con la disuguaglianza globale, che consiste nelle differenze di ricchezza e potere tra i Paesi del mondo. Il livello di reddito di un Paese è �picamente radicato in tu�a una serie di dimensioni. • Aspe�a�va di vita e salute. • Abitazione. • Istruzione. La teoria della modernizzazione (anni '50) a�ribuisce la disuguaglianza nel mondo alle differenze culturali tra i Paesi. La spiegazione alterna�va di alcuni sociologi è la teoria della dipendenza (anni '60), secondo cui i Paesi ricchi e poten� sfru�ano i Paesi più deboli e più poveri. La forma più visibile di compe�zione globale fu il colonialismo. Dal '500 fino alla fine del '900, le potenze europee usarono la propria forza militare per soggiogare altri popoli in tu�o il pianeta. Alcuni osservatori affermano che in realtà il colonialismo è stato sos�tuito dal neo-colonialismo. Un altro approccio allo studio della disuguaglianza globale, la World System Analysis, si concentra sull'interdipendenza tra i Paesi che fanno parte di un unico sistema economico globale, arricchendo in complessità la prospe�va della teoria della dipendenza. Secondo Wallerstein, “la povertà di alcuni Sta� è dire�amente collegata alla ricchezza di altri”. Egli suddivide i Paesi in tre gruppi principali. • Paesi centrali, includono Sta� Uni�, Canada, Giappone, Europa occidentale. Quasi tu� hanno tra�o beneficio dal colonialismo. • Paesi periferici includono mol� Sta� dell'Africa e dell'America La�na, e alcune regioni dell'Asia. Partecipano all'economia globale principalmente fornendo risorse naturali e manodopera a basso costo per le grandi imprese transnazionali. • Paesi semiperiferici includono Cina, India, Pakistan, Argen�na, Cile e Brasile. Hanno una base industriale più solida dei Paesi periferici. Le mul�nazionali, che generalmente hanno sede nei Paesi centrali, cercano di ridurre i cos� e di incrementare i profi� spostando le produzioni nei Paesi semiperiferici. La corsa al ribasso è il processo mediante il quale i Paesi più poveri competono per gli inves�men� esteri sacrificando i salari, il ge�to tributario e gli standard ambientali. La corsa al ribasso si fa sen�re anche sulle società dei Paesi ricchi: si definisce Dumping sociale quel processo a�raverso il quale i lavoratori di ques� Paesi vedono ribassata la propria paga per effe�o della concorrenza internazionale su un mercato del lavoro ormai globale. Organizzazioni finanziarie globali: • Banca Mondiale, fornisce ai Paesi poveri inves�men� e pres�� per lo sviluppo; • Fondo Monetario Internazionale (FMI), fornisce assistenza finanziaria e tecnica per promuovere la crescita economica; • World Trade Organiza�on (WTO), regolamenta il commercio internazionale. Studiosi affermano che le condizioni imposte dalla Banca Mondiale per la concessione di pres�� internazionali vanno a beneficio degli inves�tori esteri anziché dei Paesi poveri, e di fa�o finiscono per incrementare ulteriormente la povertà. La Teoria della complessitàF 0 E 0 coloro che aderiscono a questa teoria sostengono che l'avvento della società pos�ndustriale ha comportato mutamen� nella stru�ura sociale. Si parla di complessità pensando alla teoria del caos, al comportamento emergente molto ricco di significa� e di u�lizzi nel linguaggio colloquiale di molti sistemi, alla complessità delle re�, al comportamento che i sistemi esibiscono quando sono lontani dall' equilibrio termodinamico e alle facoltà di auto-organizzazione che a volte ne derivano. Oggi l'identità del lavoratore è data dal consumo mentre nel passato era legata al suo lavoro. • La dimensione del lavoro Il lavoro è l'a�vità principale della giornata verso cui concentriamo i nostri maggiori sforzi mentali e fisici: ogni essere umano dipende da un sistema di produzione. Nel passato, la stru�ura di produzione era meno complessa rispetto a quella attuale. L'economia neo-moderna, infa�, si basava sulla diversificazione e sulla divisione del lavoro. Questo modello divenne poi più complicato (ma allo stesso tempo semplificò il processo di produzione) con l'introduzione di due teorie: il taylorismo (scomposizione del lavoro) ed il fordismo (applicazione della catena di montaggio e della standardizzazione per la creazione dell’uguaglianza). Oggigiorno le prospe�ve economiche legate alla produzione e al consumo possono essere tradotte nella seguente equazione: Equazione: P = X x T Per cui al variare del valore di "X", il tempo varia (aumenta o diminuisce) di n° volte. Negli ul�mi anni le ricerche dimostrano che la ricchezza è in aumento ma non è ben distribuita. Infa�, una volta il lavoro era l'arma per comba�ere la povertà mentre oggi non è più efficace perché il potere delle disuguaglianze è maggiore. Esperimento --> la popolazione di uno stato americano venne divisa omogeneamente in tre par� contenen� ognuna persone con cara�eris�che diverse, affidando loro salari diversi. L'obie�vo era vedere se nell'arco di vent'anni ci sarebbero state delle differenze. In seguito, l'università della California notò che il livello di istruzione in quella contea era più alto, così come i salari. (esempio non chiaro) (Capitolo VIII) Genere e sessualità Il sesso è la dis�nzione biologica tra maschi e femmine che si determina al concepimento. L'iden�tà sessuale presenta qua�ro aspe�: 1. sesso biologico; 2. vissuto sessuale = auto percezione; 3. rappresentazione sociale e culturale; 4. ruolo sessuale=ciò che è socialmente previsto per un genere. Le differenze fra maschi e femmine è evidenziata soprattutto dai: • Cara�eri sessuali primari: genitali ed organi riproduttivi; • Cara�eri sessuali secondari: tutto ciò che non rientra nella riproduzione. Oltre a differenze biologiche, ciò che differenzia i due sessi sono anche diversità psicologiche e culturali. Portando all'estremo queste differenze, il filosofo Sigmund Freud era convinto che l'isteria fosse unicamente una mala�a femminile (il nome "isteria" deriva dal la�no "utero"). Spesso per decidere "cos'è da uomo o da donna" agiamo a�raverso interpretazioni infondate, i cosidde� stereo�pi. Se vogliamo capire la vita sociale di uomini e donne dobbiamo guardare al di là della biologia, occupandoci invece del genere come costrutto sociale. Il genere designa le aspe�a�ve culturali socialmente costruite che si associano alle donne e agli uomini F 0 E 0 essendo un costru�o sociale, l'iden�tà di genere (generalmente appresa) cambia nel tempo e a seconda della cultura. Esiste anche un’espressività di genere = la comunicazione dell'iden�tà di genere di una persona agli altri, tramite il comportamento, l'abbigliamento ed altri mezzi. Spesso però, è possibile valicare i limi� che separano la femminilità dalla mascolinità o viceversa assumendo atteggiamenti devianti: è il caso dei transgender (individui che si iden�ficano con un genere diverso dal loro) da non confondere con i transessuali, coloro che si so�opongono ad un cambiamento definitivo del proprio sesso. Mentre le fron�ere biologiche sono fisse, le differenze di genere sono valicabili: a dimostrarcelo sono le mode, le pubblicità ecc. (Quest'ul�me, sono spesso colpevoli di promuovere il sessismo= l'ideologia per cui un sesso sarebbe superiore all'altro, solitamente quello maschile rispe�o al femminile. Infa�, come l'etnia, anche il genere comporta dinamiche di potere tra diversi gruppi di persone). Essendo privo di base biologica, il genere deve essere appreso mediante la socializzazione, processo in cui ci conformiamo alle aspe�a�ve culturali di genere ovvero ai così chiamati ruoli di genere (aspe�a�ve rela�ve ad un genere, determinate dall'aspe�o, dall'a�vità, dai comportamen� ed emozioni e dalle aspirazioni). Con i processi di socializzazione noi creiamo la nostra iden�tà di genere, attraverso interazioni individuali o interne alle istituzioni (8.2.2). Fin dai primi momen� della vita, gli adul� tra�ano i bambini a seconda del loro sesso, avviando il processo di socializzazione del genere (secondo alcuni studi, prima della nascita le mamme parlano in modo diverso a seconda che il neonato sia maschio o femmina). Per tu�a l'infanzia, vengono tra�a� diversamente ed ognuno ha un proprio abbigliamento, gioco e sport consono al genere. La socializzazione di genere inizia durante l'adolescenza quando si sviluppano gli organi genitali e ci si iden�fica in quanto donne o uomini (in questa fase ha un ruolo fondamentale il gruppo dei pari). Di qui in poi si ha molta più coscienza di sé e ciò perme�e di prendere decisioni riguardo il proprio genere: è nella fase adulta in cui possono verificarsi i primi cambiamen� (non esistono più modelli fissi). Cosa comportano? Un problema di risocializzazione: dobbiamo ricreare le interazioni quo�diane prendendo confidenza con la "nuova persona". Spesso le iden�tà di genere danno risulta� diversi quando si incontrano con altre variabili, come la classe sociale (e.g. diversi modelli di mascolinità tra la classe aristocra�ca e quella borghese). Le differenze di comportamento hanno un fondamento biologico? Ci sono diverse scuole di pensiero: • Essenzialis�: maschi e femmine sono in essenza e le donne sono inferiori per mo�vi biologici--> esiste anche un essenzialismo femminista secondo cui gli uomini sono più stabile emo�vamente perché sono sta� allontana� precocemente dal conta�o con la madre; Harriet dis�ngue qua�ro fasi: • fino al Medioevo, durante il quale ci fu un'epidemia di peste nera, la morte era un fa�ore quo�diano perché vi erano molte più possibilità di morire ("morte domes�ca"); • dalla metà del medioevo in avanti cominciò la fase della morte di sé (come ci si deve preparare alla morte, "prepara�o mor�s"); • dalla metà del XVIII secolo si parlò della morte dell'altro (preoccupazione per la conservazione del ricordo dei mor� --> idea che le preghiere dei vivi allievino i dolori dei defun�/adorazione della tomba). Compare la figura del medico che comba�e la morte; • la morte per la patria: l'idea di morire per la patria ("Dulce et decorum est por patria mori") dà vita al culto dei mar�ri. Secondo Harriet (?) dagli anni '60, anni della felicità colle�va e della ripresa economica, l’idea della morte incomincia ad essere eliminata dalla società a causa della necessità di diver�rsi. (Si calcola che dagli anni ’60 la vita si sia allungata di quasi 20 anni). Altro aspe�o da non so�ovalutare è che si muore diversamente per classe sociale: nelle classi meno abbien� il tasso di mortalità è molto più alto, indice che dipende dal lavoro svolto, dall’alimentazione ecc.… Oggi tendiamo ancora a rimuovere la morte e tu�o ciò che si riferisce ad esso, con un processo di esternalizzazione: 1. I termini che u�lizziamo sviano sempre dal tema per evitare di suscitare dolore: cadavere-salma F 0 E 0 “società analgesica”. 2. La maggior parte dei mor� periscono non più in casa ma negli ospedali (ospedalizzazione/ medicalizzazione della morte), in cui gli affidiamo a persone sconosciute che non hanno nessun legame emo�vo con loro-non vi è la voce morte naturale perché si presuppone che ci sia per forza una mala�a (la morte non viene riconosciuta come qualcosa di normale). 3. Una volta quando moriva un caro lo si manifestava anche con dei simboli, oggi invece non si ha il tempo e la voglia di fermarsi a ricordare, ma si riprende in mano la propria vita F 0 E 0 Fenomeno contro corrente sembra essere la morte dei famosi, in cui invece viene spe�acolarizzata. Oggi c’è maggiore consapevolezza della morte e si vuole sapere se si è mala� perché si vuole avere la possibilità di lasciare la vita senza ripian�. Ci sono subculture che esibiscono la morte come ci mostrano i film horror e thriller, in cui ci sono esempi di necrofila, o alcuni generi musicali, punk o metal: la morte viene quindi medializzata e questo ci rende insensibili nei suoi confron�…non ci impressiona più. Alle qua�ro fasi di Harriet se ne aggiunge una quinta alla cui base vi sono la bioe�ca e la pluralizzazione che dimostrano come oggi si sia torna� a parlare della morte. Il primo assunto si riferisce al fa�o che un individuo morto cerebralmente venga tenuto in vita grazie a dei macchinari (accanimento terapeu�co? Oggi chi decide se una persona è morta non è più la scienza ma la legge: staccare le spine corrisponde ad un omicidio). Il secondo invece fa riferimento a come la morte venga presentata. (Capitolo III) La cultura La società è un gruppo di persone che vivono insieme in un territorio specifico e condividono una cultura. La cultura è l'insieme di valori, credenze, conoscenze, norme, linguaggi, comportamen� e ogge� materiali condivisi da un popolo e trasmessi socialmente da una generazione all'altra. La cultura comprende elemen� sia materiali sia immateriali. La cultura materiale si riferisce agli ogge� fisici prodo� dalle persone appartenen� a una par�colare cultura, come strumen�, abbigliamento, gioca�oli, opere d'arte e abitazioni. La cultura immateriale si riferisce alle idee di una cultura, che includono i valori e le credenze, l'insieme delle conoscenze su come comprendere il mondo e orientarsi in esso, e gli standard o le norme ineren� il comportamento ritenuto appropriato. I tes� sacri cos�tuiscono una parte essenziale della rela�va cultura immateriale. Un valore è un principio profondamente radicato, o uno standard, u�lizzato dalle persone per giudicare il mondo, in par�colare per decidere che cosa sia desiderabile o significa�vo. Il legame fra valori culturali e le poli�che pubbliche può avere a volte conseguenze dramma�che, persino mortali, come ben illustra la recente esperienza del Niger, un Paese africano povero colpito da periodiche carenze di cibo. I valori variano mol�ssimo tra le diverse culture, ma la ricerca sociologica ha dimostrato che alcuni possono essere condivisi. Shalom Schwartz e colleghi, in una serie di studi compiu� nell'arco di oltre due decenni in decine di Paesi, hanno iden�ficato dieci valori dis�n�, ampiamente condivisi e generalmente intesi con un significato simile da diverse culture: • potere; • universalismo (apprezzamento e preoccupazione per tu�a l'umanità); • successo; • edonismo (ricerca del piacere personale); • benevolenza (generosità e compassione); • tradizione; • auto-affermazione (ricerca dell'emozione e della sfida personale); • conformismo (desiderio di non essere difformi); • autodeterminazione; • sicurezza. Ovviamente, l'importanza rela�va di ciascun valore di questo elenco varia da una cultura all'altra. Diverse culture danno ai valori priorità differen�, il che può essere mo�vo di confli�o tra di esse. J.D.Hunter ha affermato che negli Sta� Uni� è in corso una guerra culturale, ovvero un profondo disaccordo sui valori fondamentali e le posizioni morali. Secondo alcuni studiosi, sono le élite poli�che a me�ere in evidenza le differenze di valori e a promuovere la polarizzazione dei confli� e l'estremismo. Le credenze sono convinzioni od opinioni che le persone acce�ano in genere come vere. Le credenze sono profondamente influenzate dalla cultura alla quale appartengono. La religione riveste un ruolo importante in alcuni Paesi del mondo come gli Sta� Uni�, ma anche Paesi poveri come Indonesia, Tanzania, Pakistan e Nigeria. La conoscenza è l'insieme di informazioni, consapevolezza e comprensione che ci aiuta a orientarci nel nostro mondo. Lo shock culturale è l'esperienza di disorientamento dovuta alla mancata conoscenza di una situazione sociale non familiare. La conoscenza culturale è essenziale per la sopravvivenza. Le norme sono le regole e le aspe�a�ve di una cultura rispe�o a un comportamento ritenuto appropriato (il comportamento che viola le norme di una cultura viene spesso e�che�ato come “deviante”). Negli anni '20, il sociologo William Ogburn coniò l'espressione ritardo culturale per descrivere il modo in cui i nuovi sviluppi tecnologici spesso sono più veloci delle norme che governano le esperienze colle�ve associa� a essi. Le norme rigidamente applicate, con potenziali pene severe per chi le viola sono chiamate norme formali e sono spesso parte dell'ordinamento giuridico. Il termine costumi descrive abitudini del gruppo o norme informali comuni a una determinata cultura. Un simbolo è una qualsiasi cosa – un suono, un gesto, un'immagine, un ogge�o – ne rappresen� un'altra. L'associazione fra un simbolo e ciò che rappresenta è arbitraria e culturalmente definita. Un linguaggio è un sistema elaborato di simboli che consente alle persone di comunicare fra loro in modi complessi. Il linguaggio ci perme�e di accumulare e immagazzinare informazioni, di trasme�erle agli altri e di plasmare una storia condivisa. La comunanza di linguaggio non comporta necessariamente la condivisione di una cultura. Un diale�o è una variante del linguaggio con un proprio accento dis�n�vo, un proprio vocabolario e, in alcuni casi, proprie cara�eris�che gramma�cali. Il principio della rela�vità linguis�ca, noto come l'ipotesi di Sapir-Whorf, suggerisce che i diversi linguaggi influenzano il modo di pensare e comportarsi di chi parla a causa della loro diversità di contenuto stru�ura. Gli interazionis� simbolici esaminano i modi in cui le persone danno un senso al proprio mondo a�raverso i significa� che a�ribuiscono alle proprie azioni e a quelle degli altri. Di conseguenza, i sociologi che ado�ano questa prospe�va sono par�colarmente in sintonia con l'importanza del ruolo svolto dai simboli e dal linguaggio nell'interazione umana. I comportamen� sono le azioni associate a un gruppo che aiutano a riprodurre uno s�le di vita ben preciso. Il comportamento richiama l'a�enzione sulla differenza tra cultura norma�va, ciò che gli appartenen� a una cultura dicono essere i propri valori, le proprie credenze e le proprie norme, e cultura effe�va , ciò che essi fanno realmente e che può rispecchiare o meno la cultura norma�va. Spesso i sociologi si riferiscono agli elemen� principali della cultura materiale definendoli ogge� culturali (talvolta anche “manufa� culturali”), ovvero gli ogge� fisici crea� da persone che condividono una cultura, e a ques� associa�. Anche valevoli creazioni come le opere d'arte o le icone religiose sono ogge� culturali. Un modo per comprendere l'incontro fra cultura e potere è capire l'ideologia. I sociologi definiscono ideologia dominante, un gruppo di affermazioni ampiamente condivise e regolarmente rafforzate che, in genere, sostengono il sistema sociale e servono gli interessi delle autorità. L'esistenza di un'ideologia dominante non implica l'assenza di visioni alterna�ve. Ciò che le persone ritengono naturale e normale è in realtà una costruzione ideologica. Le società sono organizzazioni complesse e di ampio respiro, e quindi presentano inevitabilmente delle differenze interne. La maggior parte delle società include una cultura dominante, che permea la società e rappresenta le idee e la prassi di coloro che sono nelle posizioni di potere, e un certo numero di subculture, associate a piccoli gruppi della società, aven� norme, valori e s�li di vita diversi, che li distaccano dalla cultura dominante. Poiché le subculture spesso rimarcano le differenze della cultura dominante, accade altre�anto spesso che i loro membri acce�no il proprio status di devian�, anzi lo apprezzino. I membri di una subcultura, quindi, condividono un'iden�tà comune, che si tra� di appassiona� di sport estremi o di fantascienza. Anche se, �picamente, le subculture non hanno una stru�ura formale di leadership, abitualmente sviluppano un linguaggio o uno s�le par�colare, comportamen� specifici e possiedono ogge� per loro importan�. A livello microsociologico, persino i gruppi di amici in�mi che vivono nello stesso quar�ere possono sviluppare una subcultura. Nel corso del tempo, le avventure condivise creano una storia comune, corredata di inciden�, terminologia e personaggi che hanno ben poco significato per chi non appar�ene al gruppo. Una subcultura che si organizza opponendosi alla cultura dominante può essere classificata come controcultura. La locuzione alta cultura è usata in riferimento alle forme culturali associate alle élite e diffusamente riconosciute come valide e legi�me. Storicamente, l'alta cultura è stata dominata da persone ricche e molto istruite. Per contro, la cultura popolare si riferisce a forme culturali diffuse e comunemente acce�ate in una società. Per godere della cultura popolare non si deve essere par�colarmente ricchi, né avere conoscenze specialis�che. La dis�nzione fra alta cultura e cultura popolare suggerisce un confli�o di fondo. All'inizio del XXI secolo questa stessa dis�nzione va sempre più sfumando, lasciando spazio ad una mescolanza delle due culture. Oggi mol� ogge� culturali sono beni economici che vengono fabbrica� in numero sempre maggiore dalle grandi corporazioni. La focalizzazione sul commercio dei beni culturali ha comportato una sempre maggiore penetrazione del linguaggio e delle immagini pubblicitarie negli spazi pubblici e priva�, circondandoci di rappresentazioni e simboli che hanno come obbie�vo primario quello di farci acquistare qualcosa. La mercificazione della vita sociale e culturale è una cara�eris�ca importante del nostro mondo che cambia. • La religione I sociologi studiano la religione per capirne il ruolo sociale impa�o che deriva dal fa�o che alcuno credono nella verità della propria fede. Le interpretazioni degli intelle�uali: • Emile Durkheim F 0 E 0 a�raverso la religione la società adora sé stessa. U�lizzò come caso di studio la religione degli aborigeni australiani perché riteneva incorporasse gli elemen� essenziali del fenomeno religioso. Arriverò alla conclusione che tu�e le religioni condividono: • Credenze: la suddivisione fra sacro e profano • Rituali: azioni simboliche che creano un vincolo tra i partecipan� • Una comunità di pra�can�: serve a tramandare credenze e rituali. Se gode di una vasta acce�azione diventa chiesa. Egli definisce la religione come un sistema di credenze e par�che rituali rela�ve al sacro che associano le persone in una comunità morale: non implica necessariamente la presenza di una divinità. La religione risponde ad una serie di funzioni: promuovere la solidarietà sociale; forma di controllo sociale; fornire benefici di naturale sociale o psicologica; mo�vare l’azione sociale. Tu�avia, può anche essere disfunzionale quando la solidarietà verso il proprio gruppo porta all’intolleranza nei confron� di credenze diverse, alimentando il confli�o. Inoltre, Durkheim sosteneva che il sacro rappresentasse i valori condivisi della società e per questo doveva essere perseguito. • Karl Marx F 0 E 0 definì la religione come “l’oppio dei popoli”. Considerava gli dei e la religione dei costru� umani. Analizzò due dimensioni della religione: essa offre un sollievo temporaneo a una vita dolorosa e spietata di oppressione, ma non fa nulla per affrontare le condizioni che producono tale dolore; induce ad immaginare un mondo fantas�co in cui trovare sollievo dopo la morte invece di promuovere il cambiamento del mondo sociale. • Max Weber F 0 E 0 studiò la relazione fra le religioni e la vita economica. Egli sos�ene che alcuni valori religiosi, in par�colare quelli dell’e�ca protestante, contribuirono all’ascesa del capitalismo poiché il successo economico era visto come segno di salvezza terrena. La crescente razionalizzazione della società determinò il declino della religione, che venne sos�tuita dalla scienza che rappresentava il mondo in modo più de�agliato. A questo si accompagnò non solo la secolarizzazione della società ma anche un disincanto personale: in assenza dell’e�ca della fratellanza espressa dalla religione, Weber sosteneva che la vita individuale non avrebbe più avuto una direzione precisa. • Peter Berger F 0 E 0 la religione ci aiuta a dare senso alla nostra vita e a me�ere ordine al nostro mondo cao�co: protegge la società dalla globalizzazione. Le religioni creano anche forme di stra�ficazione sociale. Hanno creato la figura dei sacerdo�: uomini col� i quali non solo hanno compi� lega� alla fede ma u�lizzano la loro cultura a 360° per intervenire nel sociale (e.g. studiando gli effe� clima�ci prevengono le piene). Con il tempo il loro ruolo è stato legi�mato: sopra�u�o nel passato si sceglieva di percorrere la carriera ecclesias�ca perché garan�va un posto sicuro nell’élite della società (e.g. mol� nobili volevano che i lori figli diventassero ecclesias�ci perché dava onore alla famiglia). alcuni cri�ci, anziché incoraggiare le persone di diverse tradizioni culturali a coesistere pacificamente, i nuovi immigra� devono integrarsi alla cultura dominante del Paese ado�vo. Vi sono due �pi diversi di fa�ori che generano i processi migratori. Il primo cos�tuito dai cosidde� fa�ori di espulsione (push), ovvero l'insieme di problema�che interne a paese d'origine che spingono le persone, specie quelle più giovani, a migrare nella speranza di trovare migliori condizioni di vita. Il secondo insieme è rappresentato dai fa�ori di a�razione (pull) che riguardano in par�colare maggiori possibilità di lavoro, maggiore libertà e benessere economico, elemen� ques� che contribuiscono ad a�rare i migran� nei Paesi più ricchi. La combinazione di ques� fa�ori ha prodo�o modelli di regolamentazione dell'immigrazione. • Modello storico: ado�ato da Paesi come USA, Canada, Australia - dove vi era una scarsità di manodopera locale – garan�sce il diri�o alla ci�adinanza a tu� i nuovi arriva�. • Modello sele�vo: ado�ato dagli ex imperi coloniali, come Francia e Gran Bretagna, tale modello favoriva l'immigrazione di individui provenien� dalle proprie ex colonie. • Modello dei lavoratori ospi�: poli�ca seguita da Paesi come Svizzera, Belgio e Germania, che incoraggiavano l'accesso temporaneo di manodopera straniera al solo fine di soddisfare le esigenze con�ngen� del mercato del lavoro, senza il riconoscimento dei diri� di ci�adinanza. • Modello della chiusura crescente: poli�ca seguita dai Paesi occidentali, che applicano misure sempre più restri�ve nei confron� dei flussi migratori in entrata, generando fenomeni di diffusa clandes�nità. Un modello migratorio globale è rappresentato dalla diaspora, fenomeno per cui una popolazione abbandona il proprio Paese d'origine disperdendosi in diversi Paesi stranieri, pur mantenendo la propria iden�tà culturale e, spesso, i legami con gli altri gruppi di emigra�. Vi sono qua�ro diverse categorie: • Diaspora di vi�me: generata da even� par�colarmente nega�vi. • Diaspora imperiale: dispersione legata allo sviluppo di un impero e al conseguente trasferimento di parte della sua popolazione nelle nuove colonie. • Diaspora di lavoratori: trasferimento a causa della ricerca di nuove possibilità di lavoro. • Diaspora di commercian�: dispersione correlata alla creazione di re� commerciali internazionali. (Capitolo XII) Poli�ca ed… Calo di interesse e partecipazione per quella forma della poli�ca. Si parla di POSTDEMOCRAZIA per dire che i sistemi mantengono formalmente un impianto democra�co ma dal basso minore partecipazione e nei par�� non sono tu� democra�ci. Non si sa dove s�amo andando. Se non si partecipa significa che non si ha voglia di partecipare, lo si considera non rilevante. Chiunque vinca uno non si sente tutelato, che vinca un par�to o un altro non cambia nulla. Teoria della spirale del silenzio trascura la progressiva pluralizzazione nella società. Ci sono sub società difformi rispe�o alla maggioranza. C’è una visione antropologica nega�vissima: si pensa che l’uomo sia capace solo a conformarsi. Partecipazione: come si crea processo poli�co per cui qualcuno domina? Chi governa oggi com’è distribuito il potere? TEORIE PLURALISTE Potere poli�co è frammentato da tan� gruppi in compe�zione tra loro ad esempio i par��, categorie professionali. Sono in compe�zione tra loro per l’accesso alle risorse. La poli�ca è l’organismo di negoziazione costante tra ques� gruppi. Il popolo non governa dire�amente ma è importante che ci siano gruppi in concorrenza tra di loro. Metodo reputazionale: chiedere chi è che conta, chi ha il potere? TEORIE DELLE ELITE’ In tu�e le società le persone che prendono le decisioni sono poche. Minoranza impone le sue decisioni a una maggioranza. Nelle democrazie la minoranza deve chiedere il consenso a�raverso il meccanismo ele�orale. Michels: chi è in alto deciderà il suo successore. Mills: poli�ci e burocra�ci, industriali e banchieri hanno il potereà circolazione interne ad un mondo ristre�o. Hanno gli stessi s�li di vita, stessi interessi culturali. Shun Peter: democrazia è impossibile dire�a perché c’è una necessità, di conoscenza di esper�. I poli�ci devono rispondere a dei bisogni del popolo affinché il popolo li vo�. Democrazie prevedono che le élite vengano rinnovate: maggioranza diventa opposizione e viceversa. La democrazia è un metodo per giungere alle decisioni poli�che, non è un fine in sé. TEORIE DELLE CLASSI DOMINANTI Potere poli�co è concentrato nelle mani dei ricchi. Per accedere al meccanismo delle democrazie servono tan� soldi. Chi ha soldi partecipa al gioco. Un’altra dimensione del potere: la fine del potere à nella sfera del potere poli�co se io ho un’azienda decido io, mentre nel mondo del potere poli�co devo risponder ai bisogni dei miei ele�ori. Il vero potere è il potere di interdizione. La vera par�ta del potere: è poter fare davvero quello che vuoi, la complessificazione è tale che prevale di inerzia. A cosa è legato il meccanismo della partecipazione? Dipende da • fa�ori stru�urali • appartenenza di classe • istruzioni • variabili is�tuzionali • meccanismi culturali lega� ai media: internet ha aperto partecipazione Hirschman: due categorie della partecipazione: exit e voice. Sono fondamentali della società democra�ca. Sono specifici della democrazia. L’exit: non mi piace più quel den�fricio ne prendo un altro. Non telefono, non mando segnali, agisco. Prima votavo un par�to ora ne voto un altro. Manda informazioni nel momento in cui si vedono i risulta�. Invito indire�o a rifle�ere sul problema, non � viene de�o cos’è che non va. Il voice: trasme�e > contenuto su ciò che va e ciò che non va. È più colle�va fa delle proposte per risolvere il problema. È costru�va. Penso più al lungo periodo piu�osto che al breve periodo. Entri in una logica di azione colle�va: cerchi consenso. Organizzi consenso. Organizzi un’alterna�va. Sono entrambi democra�ci ma il secondo ha un valore aggiunto più alto. Weber chi vive della poli�ca cioè ci guadagna e vive per la poli�ca. …economia Definizione dal libro: Insieme delle a�vità delle is�tuzioni… è creata dalla società. Quali sono le principali modalità di relazione economica? Quali modalità di rapporto c’è? 1. La RECIPROCITA’: io � do una cosa e tu mi dai una cosa. La prestazione e la cessione di beni di servizi con la previsione di avere una res�tuzione. Diversi �pi di reciprocità: reciprocità organizzata (famiglia) è vaga ed indis�nta; reciprocità bilancia: quella tra vicini, di famiglie. Studio di antropologo: Malinowski ha studiato le isole Trobriand in Malenesia, dove esiste l’anello che era una cosa strana: un anello di isole, ogni anno i membri della comunità di un’isola raccolgono una quan�tà di monili fa� di conchiglie, bracciali, gioielli eli portano in dono ai membri dell’isola vicino. L’anno successivo gli altri con ancora più cose fanno lo stesso con l’isola dopo. Da un punto di vista di uno scambio economico che senso ha? Cosa produce? Girano risorse, beni, ricchezza. Cosa produce realmente: fiducia. L’economia ha bisogna che esita una società ovvero un rapporto fiduciario. Il volontariato. Crei e � sen� parte di un rapporto fiduciario. 2. Tipo di rapporto economico: REDISTRIBUZIONE. Comincia ad esistere nelle società complesse. Ad esempio le tasse. 3. SCAMBIO DI MERCATO: io � do le mie competenze tu mi dai un salario. Avviene in un certo ambito e in un ceto tempo. Ques� �pi di mercato convivono. Noi diciamo che viviamo nell’economia del mercato. È sbagliato. Si è anda� da società semplici a società complesse. La produzione si stacca dalla vita sociale. La complessificazione ha inventato il pendolarismo. Le a�vità economiche erano principalmente a�vità sociali. Le economie sono radicate nei valori di una società. L’enfasi che abbiamo sul mercato oggi è molto recente. L’abbiamo introie�ato come se fosse un sogge�o e un valore. Quello che chiamiamo economia si intreccia con: • Governo F 0 E 0 c’è un’interrelazione tra economia e poli�ca. (Capitolo XIII) Il mutamento sociale: globalizzazione e movimen� sociali Il mutamento sociale è la trasformazione dei modelli stru�urali o culturali nel corso del tempo. Il mutamento è una cara�eris�ca con�nua, nonché uno dei fulcri della sociologia. Sebbene il mutamento sia con�nuo, il suo ritmo varia in modo considerevole. Un modo u�le per studiare i diversi �pi di mutamento stru�urale è considerare il livello nel quale esso prende forma. Numerosi storici contemporanei prendono in esame i più ampi fa�ori sociali che contribuiscono al cambiamento; in questo caso si parla di storia sociale. Alcune teorie considerano i cambiamen� provoca� dai fa�ori materiali nel mondo fisico, come le condizioni economiche e la tecnologia; altre esaminano le trasformazioni causate dalle idee, ovvero pensieri, valori e credenze. La più nota teoria materialista del mutamento sociale è quella di Marx. Il materialismo storicodiale�co afferma che la base economica di una società è la principale forza che provoca mutamen� in altri aspe� della vita sociale. Gli uomini lavorano insieme per soddisfare le necessità materiali e così facendo intrecciano relazioni sociali o, sempre per citare Marx, rappor� di produzione. Secondo Marx, le forze di produzione determinano gli specifici rappor� di produzione presen� all'interno di una data società. La teoria di Marx ci ricorda che per comprendere il mutamento sociale spesso è necessario esaminare con a�enzione l'economia. Ogburn sosteneva che i fa�ori materiali, come le innovazioni tecnologiche, in genere cambiano più rapidamente rispe�o a idee, valori e credenze culturali, dando origine al cosidde�o ritardo culturale: una cultura si ada�a troppo lentamente all'innovazione tecnologica, il che spesso provoca problemi sociali. La tecnologia ha implicazioni importan� per tre mo�vi: • crea nuove alternative per una società; • modifica i livelli di interazione sociale; • produce nuovi problemi sociali, che devono essere affrontati. Weber affermò che la fede religiosa giocava un ruolo fondamentale nelle dinamiche di mutamento. Per Weber il capitalismo emerse dapprima in determinate aree geografiche perché ben si accordava con il protestantesimo calvinista. La maggior parte dei sociologi contemporanei u�lizza l'analisi dei fa�ori contestuali, che �ene conto dello specifico contesto storico e sociale in cui avviene un mutamento, senza presumere che un singolo fa�ore possa essere il più importante in tu� i casi. Una tendenza sociale è un orientamento assunto da una determinata società quando numerosi individui agiscono in maniera simile indipendentemente l'uno dall'altro. Secondo Boudon, la maggior parte dei cambiamen� storici non ha seguito un modello causale ben determinato, essendo fru�o di azioni individuali imponderabili. In genere, è un'interdipendenza fra azione individuale e forze sociali più vaste a innescare il mutamento sociale. Oltre al mutamento involontario causato dalle tendenze sociali, molte azioni umane possono avere conseguenze ina�ese. Il termine globalizzazione si riferisce all'interazione o integrazione dei diversi aspe� della vita sociale, tra cui economia, cultura, sistemi poli�ci e popolazioni. La cara�eris�ca più significa�va della globalizzazione è la crescente interconnessione tra le società. Un'altra cara�eris�ca fondamentale della globalizzazione è l'importanza sempre minore delle distanze e della posizione geografica, grazie ai progressi compiu� dalla tecnologia delle comunicazioni. Alcuni studiosi sostengono che il neocolonialismo (il dominio economico esercitato in assenza di un controllo poli�co ufficiale o di un'occupazione militare) venga spesso portato avan� tramite organizzazioni economiche transnazionali, come la Banca Mondiale o il Fondo Monetario Internazionale. La globalizzazione coinvolge una vasta gamma di aspe� della vita sociale, che in parte si sovrappongono, come i seguen�. • Economia. La globalizzazione ha favorito una maggiore circolazione di prodotti, capitale e persone da un paese all'altro. • Cultura. La globalizzazione ha alimentato un'ondata di idee, credenze, eventi e stili di vita. • Tecnologia delle telecomunicazioni. • Entità transnazionali. La globalizzazione ha portato alla creazione di nuove strutture sociali, per rispondere all'incremento delle relazioni sociali tra Paesi diversi. • Identità transnazionali. La globalizzazione ha contribuito alla nascita di nuove identità sociali. • Città globali. Le città globali ospitano numerose società che forniscono importanti servizi finanziari, legali, tecnici e di altro genere ad alti livelli, costituendo così degli snodi strategici nelle reti dell'economia globale. • Movimenti sociali globali. • Globalizzazione rispetto a cultura, struttura e potere.
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