Scarica Il procedimento legislativo in Italia: il caso del Ddl Zan e più Appunti in PDF di Diritto solo su Docsity! Ddl Zan e l’iter legislativo in Italia La questione del ddl Zan è, ormai da più di un anno, al centro di qualsiasi discussione e programma televisivo del nostro Paese. È difficile non trovare almeno una trasmissione o articolo di giornale che non tratti del tema quotidianamente. Addirittura, all’ultimo concerto del primo maggio, come ben sappiamo, tale tema è stato al centro del discorso, che ha creato grandissimo scalpore, pronunciato da Federico Leonardo Lucia (è il vero nome di Fedez). Giustamente la questione deve assolutamente essere posta al centro dell’attenzione nazionale. Appena nata, la proposta di legge ha letteralmente spaccato in due l’opinione pubblica, mettendo in contrasto chi non vedeva l’ora di approvare una normativa di questo tipo e chi invece la vede come un qualcosa di ingiusto. Detto questo, poco spazio, invece, è stato dato alla parte teorica e burocratica di questa proposta di legge. O meglio, non tutti per esempio sanno da chi è partita questa proposta e come funziona l’iter legislativo italiano che porta un progetto a diventare definitivamente legge. Precisiamo che oggi il ddl Zan non è ancora diventato legge e non ci sono certezze né che lo diventi, né che venga rifiutato. Quindi, al di là delle posizioni politiche e delle varie opinioni al riguardo, il compito e l’obiettivo di questo articolo è di analizzare la procedura di approvazione di una legge, accompagnando tale spiegazione alle fasi che hanno visto protagonista lo stesso ddl Zan. La formazione delle leggi è divisa in quattro fasi collegate tra di loro e il tipo di iter che sta seguendo il ddl Zan è quello ordinario. Fase 1: iniziativa Innanzitutto, partiamo dall’espressione e dal nome della proposta di legge. La sigla ddl significa semplicemente Disegno di legge e l’acronimo viene accompagnato in questo caso dal cognome del deputato che ha proposto questa nuova norma, ovvero Alessandro Zan, militante del PD. Già qui possiamo osservare una caratteristica, ovvero da chi può provenire una proposta di legge. L’ordinamento italiano prevede che un disegno di legge possa essere proposto o da un membro delle due Camere, o da uno o più ministri o dai ministri insieme al Presidente del Consiglio. È previsto, inoltre, che la proposta possa essere redatta dal popolo (con almeno 50.000 firme), da un Consiglio regionale o dal CNEL, se riguarda determinate materie. Fase 2: decisione Lo step successivo prevede che il disegno di legge arrivi al Presidente di una delle due camere del Parlamento, il quale, insieme ai gruppi parlamentari che compongono le suddette Camere, deciderà che ruolo deve assumere la commissione parlamentare. Ovvero se deve essere referente, deliberante oppure redigente. Nel caso del ddl Zan, essendo la proposta nata da un deputato, il disegno è arrivato all’attenzione dell’attuale Presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico. Successivamente la proposta è stata assegnata in sede referente alla Commissione di Giustizia esattamente il 7 ottobre 2019. In questa tipologia di commissione, il progetto viene discusso prima al suo interno, poi si riferisce all’aula tale discussione accompagnata da una serie di emendamenti, per procedere in seguito a una discussione generale e infine alla votazione. Se viene completato l’iter nella prima Camera, e se la proposta di legge viene votata e approvata, essa passa automaticamente all’altra Camera. Quindi, in questo caso, entra in Senato. Qui, il processo ricomincia