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De Roberto - I Viceré, Appunti di Storia della lingua italiana

Riassunto vita dell’autore, schemi e analisi linguistica del testo con estratto.

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 03/10/2019

Agnes231
Agnes231 🇮🇹

4.7

(14)

33 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica De Roberto - I Viceré e più Appunti in PDF di Storia della lingua italiana solo su Docsity! FEDERICO DE ROBERTO I Viceré TEST FATTO sviluppata proprio da un altro grande autore, ovvero Federico De Roberto. Inoltre, anche Luigi Capuana, che dal punto di vista letterario e artistico raggiunge risultati di minore rilievo. La sua figura è fondamentale per la sua spinta e il ruolo organizzativo di sostenere, incoraggiare e far crescere Verga e De Roberto. Federico De Roberto De Roberto nasce a Napoli una generazione dopo quella Verga; nel 1861. ‘Il'padre è ufficiale di Stato Maggiore, Ferdinando, che discende da una famiglia» ‘illustre, e la madre, una figura rilevantissima nella vita di De Roberto, anche ‘soffocante per molti versi, la quale apparteneva alla famiglia nobiliare Marianna degli “Asmundo, una famiglia nobile catanese. Nel:1870, Marianna rimasta vedova si trasferisce a Catania, e la vita del poeta è tutta catanese. Nel 1879 De Roberto ottiene il diploma di Istituto Tecnico, e si iscrive all'Università per scienze tecniche, senza mai conseguire la laure.a De Roberto si dimostrerà essere un autodidatta sul campo, come lo stesso Verga, e comincia a scrivere giovane, proprio quando ha 18 anni. ‘Lavora con numerose riviste come Rassegna settimanale di Firenze, l'Esploratore di Milano, il Fanfulla di Roma. “Conosce in questi anni Luigi Capuana, che gli fa da mentore nel mondo letterario, che è una figura di incoraggiamento molto rilevante, ma un uomo esigente. Episodio 1883: Capuana all'epoca è direttore del Fanfulla della domenica, e De Roberto gli manda una novella da pubblicare, ovvero la Malanova, viene rifiutata con (sicilianismi). Questo dato è la conferma di questi Veristi siciliani, o meglio, catanesi, parlano della De Roberto da qui in poi, comincerà ad attingere in maniere eccessivamente larga al patrimonio linguistico dell'isola. Nel T884De Roberto inizia la collaborazione rcomilrFanfullardellardomenica»dove pubblica novelle di carattere psicologico e mondano, che poi verrannomnite nella raccoltardi Documenti Umani, pubblicata in volume a Milano melr1888: 1 Documenti Umani, come prima prova di rilievo del De Roberto narratore, da un lato mostrano caratteristiche della sua scrittura: l'impersonalità, e dall'altro lato, c'è un. Verga. De Roberto comincia a leggere e tradurre poeti stranieri e francesi. Nel 1887 De Roberto pubblica a Catania presso l'editore Giannotta laSorte; una raccolta di novelle. Questo il passo che De Roberto fa nell'imitazione della narrativa verista Verghiano. La Sorte è una raccolta di novelle siciliana, pubblicata perfino con difficoltà, perchè è stata rifiutata dall'editore di Treves di Milano. De Roberto non raggiunge presto il successo come accade a Verga, questo ne è la dimostrazione. Nel 1888 il trasferimento di De Roberto a Milano, soggiorna in questi anni anche a Uzeda e sosposare Lucrezia. Un altro dei personaggi dei Vicerè approfitta della situazione, ilreognatorGaspare»che Salvo dopo che hai intrapreso un viaggio di continente, dopo aver condotto una vita 8 È Quando arrivano le prime elezioni a suffragio allargato, novità introdotta nel regno — | Questa attesa dell'eredità, è il simbolo di una ricchezza che si perpetua senza venire Esempio: De Roberto I Viceré III 9. Salvo sta parlando al capezzale della zia Ferdinanda, sperando di ottenere qualcosa per la sua carriera politica. - emerito de Robev to - + 1861 + (870 MAS A ——_ d rrashrst . a [8 AU % LAI y qQ CAYAMA avrodidatta ale. . LAVOrA x Patie = Focitigia d I MUMOME STAFO org Muse 1899 7 VISTE MAGGIE MOL 2 Aiploma di xfanfura PRESTI (grituto temi ol di Roma + UMWOSSITA » l'Esplorator <famgua ma MAI SAMO e tutte uure ato .188. . mo Ste coUA Do e Lugi CAVAMA une < —novee | anove x domo esgente Ne 1888 ai carat | Cou WL x Suo mentore nana An una © aa e ugo Fri dome + 1983 ruta ti DO VAMEMT © oudavio | UtCA LANOVEMA ,, , Umani" Ma "MALANOVA % x meo SOMALA +cogoo cca d' * scava ce pacologito SIQUAUISW! x segue comunque !4 nea ai Verga * (883 ahvtara TMIUO upolica a CAYANNA ANA More È CO Troyes cominua Messo Gannotra* > TALQUA A TAANNT® o ara uno" PISOTTE C' qi movente e rrances! mratone Ì AMA NArranva è < (688 vonsra Vergmano x tei tra Storimenro toria Al x GA Me reunre a Ma uu Tomo e _"Ermavno Seban deu SVorpani e peau" Lomca + menti one — pittata / \ > ansia IRAVO meo sra — Sivato > AUCA AMENO nome ALU' AMA niava IC 9 vol ao protag KUTA di VM 9Are (maex sona Veri smo - row. Fit uo 900 N oa A Storta Ai nobile ra madame î guUÙana ® smuaryo five sa Uteaa di —_) spavimenta - 1888 francalanza + goneri "I mvsione” x GAM Imonguar a a sogui d'amore 6 FLOP! Uni la IMvAo Vo \ (894 trova la wa MISUrA ela 72 N un aATo " sa forma Romanzo grorico > ana O smo - TZTTZTTTTTTTT = falumento L — erosoethva LEGGE der «UV are" n USSIMISTA, QU FORTE x sudo a timeerio Al dA IV amarsi aule Nutano © UU SUO Aquino = MAE ang o x GOMMATO Uro MAM ere a QUANdI Manda riesce Me \ fam. arco I VE IM STaMmea Ul PIeAOWN wo Vataa narrato difrancalanta dal 1885 a 1882 a furesa, la n. 1893 torna a uOwMA |. a novello cATraMia _ x VICOMAe Ae. Ao WHaNano FINE SUGIO= figu, e damltoh NE fue: Couab Ira wu LL ovviare agua sur a l Ì e 1927 « (698 more <«— mowogra ha A CAYAMa "Ueorato\" SMIA rim mosumento — mouWa Letterario miu mira ° 8U De Robut — E' una nota di angoscia e di fuga dal contagio del colore. Il colera è la più impressionante tra le piaghe ottocentesche. Chiasmo dissimulato nella fluidità del periodo che contribuisce ad innalzare il tasso di letterarietà “Se uno scalpitar più frequente ...” AI principio della scena vediamo comparire la nobiltà. Si parte da una fila polverosa, colme di carri con beni che trasportano per le famiglie agiate e che hanno servitori che si occupano di questi carri. La nobiltà fugge per sfuggire dal contagio e ritirarsi nelle residenze di campagna. Rappresentazione delle differenze sociali, con il privilegio di passaggio delle carrozze dei nobili. [1-2] “Tratto tratto” significa ogni “tanto”, è un aulicismo che si insinua non vista, senza che De Roberto se ne accorga. Sappiamo che è un tratto narrativo, tenendo conto di Manzoni che sostituiva “tratto tratto” con altro. Nella prosa dei Viceré, ogni tanto si insinua qualche forma aulicizzante, senza che De Robero lo voglia. “Serravasi” e “Mostravasi” enclisi libera, quando il pronome atono è proposto al verbo, che si trova nei modi “non finiti” del verbo, con il participio passato “vedutolo gli andò incontro”, con il gerundio “gli andò incontro”, oppure anche con il participio presente “vedentevi”. Enclisi obbligatoria: con l'imperativo “ditemi ...” L'italiano contemporaneo che non ammette verbi con modo finito “si vedeva” e non “misesi”. La legge Tober Mussafia copre gli esordi della lingua volgare, fino al quattrocento, da lì prima che si afferma la regola dell'italiano contemporaneo che dipende da quale modo verbale è in uso, si ha un periodo di interreneo senza una regola fissa, dove vige la cosìdetta enclisi libera: l'autore può decidere di fare l'enclisi in qualsiasi modo verbale siano. Nel Settecento, si afferma la nuova regola, ma resta ancora in auge per diverso tempo di fare l'enclisi libera. Una possibilità che sempre più acquisisce un alone di letterarietà. D] “I soldati che sono accorsi a sedare l'insorta città” tratto letterario. BI Il passaggio all'obiettivo sul grosso della popolazione avviene attraverso un inserto di discorso indiretto libero. Si parla di discorso diretto libero nella narrativa è tipicamente introdotto dalla non segnalazione delle virgolette, però non è introdotto da nessun verbo o un'attribuzione a un personaggio o un gruppo specifico. Discorso diretto libero anonimo. [7] Discorso diretto libero. “I più contenti ...” BI Discorso diretto libero “Il castigo di Dio ...” [13] Discorso diretto libero “E i quattrini ...” [16] Discorso diretto libero ... “Han fatto bene!” [11] “La fine del mondo ...” [7-{10] Discorso indiretto classico “Ma la rivolta di Palermo ...” Alternanza di tecniche narrativa, ma abbiamo un'alternanza di voci ed opinione che percorrono tutto questo lungo passo che racconta della folla in fuga, e delle idee che la muovono e la scuotono. [4] “I più che credevano al malefizio ...” Idee maggioranza della popolazione, in cui esiste un gruppo più ristretto e arrabbiato e estremista che prende la voce al paragrafo [7] “E i più scontenti e i più furiosi ...” Dall'altra parte ci sono altro “I pochi che non credevano al veleno ...” “Le donne che ripetevano ...” [10] “Queste erano sciocchezze, giudicavano ...” [12] “Però tutti i santi Padri ...” [13] “I Benedettini per esempio ...” [13] “E i quattrini che si sono divisi?” [13] “I certuni ne davano i particolari ...” [14] “Han fatto bene!” [16] Ultimo punto di vista che sempre rimettere insieme le voci introdotte nel testo “E i pedoni ...” [18] [18] Discorso indiretto libero “Il principe ...” Caratteristica stilistica tipica dei Viceré che riprendono e sviluppano a partire dal Mastro Don Gesualdo. I Viceré sembrano quasi aprirsi su una scena che riprende la fine di Mastro Don Gesualdo, che si apriva sulle voci della morte del protagonista. Esempio: Verga, Mastro Don Gesualdo 1889 III 5. Questo vociare a fronte della morte di un personaggio in casa è lo stesso che si trova nel capitolo di apertura dei Viceré: i servitori discutono tra di loro sul da farsi. Esempio: De Roberto, I Viceré I. Scena in cui si intrecciano tante voci diverse, da tante prospettive diverse. Nella prefazione alla raccolta di Novelle “I processi verbali” De Roberto scriveva “L'impersonalità assoluta non può che seguirsi nel puro dialogo, e l'ideale della rappresentazione obbiettiva consiste nella scena come si scrive nel teatro.” Rappresentazione più impersonale è un'idea fondamentale per il De Roberto narratore.
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