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Decadentismo, Simbolismo, Estetismo, Wilde, Pascoli, D’Annunzio, Appunti di Italiano

Baudelaire – I fiori del male (L'albatro), Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray (Il ritratto corrotto). Pascoli: La vita, La poetica, La poetica del Fanciullino (È dentro noi un fanciullino), Myricae (Temporale, Il tuono, Il lampo, X Agosto, Novembre, Lavandare, L’assiuolo), I Canti di Castelvecchio (La mia sera, Il gelsomino notturno). D'Annunzio: La vita, Le opere poetiche, Alcyone (La sera fiesolana), Il piacere (Il ritratto di Andrea Sperelli).

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 06/07/2022

Matildedalloca
Matildedalloca 🇮🇹

4.3

(22)

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Scarica Decadentismo, Simbolismo, Estetismo, Wilde, Pascoli, D’Annunzio e più Appunti in PDF di Italiano solo su Docsity! Decadentismo  Dal 1880 al 1918 si afferma un’altra corrente letteraria, il decadentismo, con questa espressione vuole indicare un’età di tramonto, di decadenza. In pratica coloro che appartengono al decadentismo si rendono conto che la realtà non può essere spiegata attraverso l’uso della ragione, perché significa non comprenderla pienamente. Questo ci porta alla conclusione a vedere nel decadentismo un movimento che si contrappone all’idea del positivismo.  Il decadentismo contiene correnti letterarie molto diversi tra loro, che però criticano il mondo borghese, ovvero simbolismo, parnassiano ed estetismo.  L’artista decadente a questo punto può essere di due tipi: o L’escluso: che non si ritrova all’interno del mondo borghese e che vive come disagio esistenziale questa sua condizione (i simbolisti). o L’esteta: colui che disprezza il mondo borghese e si colloca al di sopra di quella che lui reputa una vita mediocre. È colui che vive la propria vita come fosse un’opera d’arte.  Elementi caratterizzanti dal decadentismo: o Critica al mondo borghese: criticato da tutte le correnti letterarie che gli appartengono. o Anticonformismo nelle scelte di vita: voglia di vivere in modo diverso. o Rifiuto della fiducia nella razionalità, o Rifiuto dell’impegno politico e sociale dell’artista: alcuni artisti si autoescludono. Baudelaire afferma che l’artista non è più libero di esprimere il suo pensiero perché nelle riviste letterarie viene accolto solo nel momento in cui porta argomenti positivi. Se si parla di tematiche esistenti ma scomode l’artista non viene più letto. o Scelta di descrivere la realtà attraverso criteri soggettivi: l’intuizione, l’irrazionalità e la bellezza. Quello che viene fuori è come la vede l’artista, un criterio esattamente opposto a quello portato avanti dal positivismo.  Tematiche del decadentismo: o Attenzione per l’interiorità, o La malattia e la morte, o Il vitalismo: atteggiamento di chi vive la vita senza voler avere dei limiti, quando uno non ha dei freni e decide che non sia giusto averli. o L’esperienza panica: si ricerca un contatto con la natura, è un ritorno alle origini. o Il sogno: si ispirano a Freud, che dirà che nell’interpretazione dei nostri sogni noi capiamo molto di noi stessi, perché proprio nel sogno i freni inibitori vanno via, sono la nostra parte irrazionale.  Le figure più comuni della letteratura decadente: o L’artista maledetto: artista che si oppone alla società del suo tempo e si autoesclude. o L’esteta: è il personaggio aristocratico moralmente corrotto. Esempio di esteta è Oscar Wilde nell’opera Il ritratto di Dorian Grey. o Il superuomo: colui che si mette in mostra per dimostrare la sua superiorità rispetto alla massa, vive la sua vita al di sopra di tutto, si pone a distanza di superiorità, pensa di aver capito tutto nella vita. D’Annunzio nell’opera Il Piacere. o Il malato e l’inetto: Italo Svevo, La coscienza di Zeno. o La donna ambigua e sensuale: avrà una sua evoluzione e importanza nell’ambito della letteratura. Estraneità sociale dell’artista e mercificazione dell’arte  Gli artisti e i letterati vivevano una condizione di estraneità rispetto alla classe sociale da cui in maggioranza provenivano, erano improduttivi dal punto di vista economico, erano trasformati in folla anonima.  L’editoria diventò un’industria e riviste e quotidiani si erano trasformati in mezzi di comunicazione di massa, l’artista doveva considerare il fatto che le sue opere erano diventate merce, quindi la loro 1 sopravvivenza dipendeva dal gradimento o dalla curiosità che riusciva a suscitare. Per cui gli artisti apprezzati sono quelli che rispondono alle esigenze di un pubblico, ma non raccontando la realtà.  Nacque l’irrazionalismo, da cui derivò il simbolismo, corrente poetica nata negli ultimi anni dell’Ottocento in Francia.  Baudelaire fu l’iniziatore della poesia moderna, oppose la religione della bellezza e dell’arte al culto borghese dell’utile e del guadagno. I classicisti consideravano la bellezza come fonte di perfezione morale e di equilibrio spirituale, mentre Baudelaire era affascinato dal suo risvolto negativo di eccesso e di autoannientamento.  Altri poeti accentuarono il rifiuto dei valori borghesi e dell’intera tradizione poetica, come Verlaine, Rimbaud e Mallarmè.  Verlaine definì maledetti quei poeti che vivevano in modo anticonformista e ribelle e venne coniato il termine maledettismo.  Rimbaud teorizzò il poeta veggente, ovvero capace di scoprire ciò che gli uomini comuni non vedono.  Altri scrittori avevano il desiderio di protagonismo, provando a trarre vantaggio dai cambiamenti in atto e dalle regole del mercato. Oscar Wilde e Gabriele D’Annunzio interpretarono il ruolo dell’esteta e del dandy, in nome del culto della bellezza si opposero a tutto quello che consideravano banale e volgare. Ricercarono l’approvazione dei borghesi, mostrando che in quel periodo il rapporto tra artista e società era ancora ambiguo. Simbolismo  Baudelaire è il maestro dei simbolisti, l’opera più rappresentativa è “I fiori del male”, in cui descrive la realtà come una foresta di simboli, di cui il poeta deve cogliere le corrispondenze, quindi le misteriose relazioni decifrando i nessi tra natura, sensi e stati d’animo. La società borghese privilegia la comunicazione logica e la conoscenza razionale, giudicando inutile la poesia, che può invece diventare onnipotente nel rappresentare la profondità della vita interiore.  Baudelaire esalta il valore allusivo e la valenza espressiva della parola poetica, sperimenta una lirica nuova (ricca di metafore, analogie, sinestesie) che crea legami inconsueti tra le cose, in un intreccio di stimoli sensoriali.  Baudelaire rientra tra i poeti maledetti, tra cui Verlaine, Rimbaud. Sono artisti che si sentono estranei alla realtà del loro tempo, inutili e non compresi, sono arrabbiati con la classe emergente, ovvero la classe borghese, e sottolineano come al di là del progresso (sostenuto da essi) si assiste a una caduta di valori importanti. Hanno uno stile di vita molto provocatorio rispetto al perbenismo che c’era a quel tempo.  Questi artisti scrivevano per la rivista ‘LeDècadent’, il cui tipo era polemicamente ripreso dall’etichetta dispregiativa con cui gli ambienti culturali tradizionali definivano questi artisti (decadenti, cioè corrotti) per l’ostentato disprezzo per la morale borghese sia per lo stile di vita dissoluto.  Baudelaire sottolinea la separazione tra arte e pubblico, questo provoca a sua volta un mutamento nella forma e nei contenuti della poesia.  Tre concetti importanti che mette in evidenza Baudelaire: o La realtà non può essere rappresentata, o La sensibilità del poeta può coglierne i significati più nascosti, o La poesia può rappresentare la vita interiore e la sperimentazione linguistica. Il linguaggio poetico può rappresentare il mistero e coglierne i simboli.  Nel simbolismo prevale una tendenza irrazionale, in contrasto con la razionalità del positivismo, il poeta non rappresenta oggettivamente la realtà, perché la realtà che abbiamo davanti non è quella vera. Ma attraverso la sua sensibilità può arrivare a capire il significato di alcune sensazioni e le può raccontare attraverso la poesia dove il nostro artista studia la parola, che è plurivalente e allusiva.  Nei componimenti ci sono immagini prive di rapporti logici in contrapposizione con quella che era la mentalità del tempo, dove tutto era logicamente spiegato. 2  Nell’opera Il ritratto di Dorian Gray c’è un unico personaggio che è Dorian, un ragazzo bellissimo, il quale si fa fare un ritratto dal suo amico Basilio nel suo studio. In questo modo il personaggio vorrebbe mantenere la sua bellezza per l’eternità, quindi lui rimarrà invariato e i segnali del suo decadimento ricadranno sul dipinto.  Inizialmente sembra una cosa bellissima e comincia a fare la sua vita incurante della morale e degli affetti. Tra i momenti più eclatanti c’è la relazione con l’attrice Sibil, Dorian invita a teatro un amico per mostrargli la perfezione della sua donna che recita, quindi sempre per far vedere questa perfezione. Ma mentre recita la donna innamorata è coinvolta emotivamente, per cui non è perfetta come lui avrebbe voluto. Finita la rappresentazione la molla perché non era riuscita a fare l’attrice e si era fatta coinvolgere emotivamente, imbruttendo la sua performance. Lei poi si suiciderà, dopo questo evento, Dorian vede nel ritratto una sorta di imbruttimento, prosegue la sua vita con questo segreto, ma l’amico Basil gli fa presente che è incurante di tutto e di tutti. Allora lo invita a venire a casa sua e lo porta in soffitta dal ritratto che è diventato inguardabile, perché tutto ciò che fa ricade su di esso.  Lui e Basil liberano il ritratto dalla coperta e non lo riconosce, vede delle caratteristiche di Dorian, riflettono su quello che sta succedendo e quando l’amico gli fa presente che è vero ciò che sta provando lo uccide. Dorian ad un certo punto non riesce più a star bene con sè stesso, quindi va in soffitto e straccia la tela, morendo. Il servitore vedrà lui a terra vecchio, brutto e il quadro improvvisamente di una bellezza incredibile.  C’è una struttura circolare, si apre con il giovane e il ritratto e si chiude con il vecchio e il ritratto.  Tematiche: o Vivere la propria vita come un’opera d’arte: incurante degli esiti di determinate azioni, questa sorta di superiorità che prevede conseguenze non positive. o Lotta tra il bene e il male: si arriva a metter in evidenza una caratteristica di ogni uomo, ovvero la limitatezza, possiamo scegliere chi essere e a volte questa parte negativa emerge. o Abbiamo a che fare con dei modelli già visti nel mito di narciso (l’innamorarsi di sé stesso e della propria immagine). Il ritratto corrotto  L’incipit è descrittivo, descrive un ambiente lugubre e sinistro (le ombre, la soffitta, il volto ripugnante che ghigna nel buio) ed è lento, il quale preannuncia qualcosa di negativo, come un omicidio.  Poi c’è un’ampia sequenza riflessivo-descrittiva, in pratica il lettore attraverso gli occhi di Basil vede questo quadro, descritto nei minimi particolari, il pittore ha la sensazione di vedere qualcosa che non è nuovo, ma non vuole credere ai propri occhi, tanto che afferra una candela e guarda al lato del quadro se c’è la sua firma (9-29), l’immagine è il contrario di ciò che aveva rappresentato.  Basil è talmente sconvolto che da quelle che sono le impressioni descritte, si passa alla descrizione del disagio fisico: labbra, lingua, sudore. Dorian è mostrato indifferente, in contrapposizione con Basil.  C’è un’alternanza tra parti descrittive, dialogiche e riflessive. I punti più importanti riguardano il dialogo in cui l’artista prende coscienza di ciò che sta avvenendo e suggerisce di pregare insieme. È una lotta tra il bene e il male, chi vince è il male in questo momento, Dorian si accanisce contro Basil come a reprimere quella parte interiore che in quel momento non si vuole ascoltare.  In questo brano c’è Basilio che prende coscienza di quello che sta avvenendo, mostrando un disagio verbale e fisico e un Dorian che guarda questo momento con indifferenza, ha sentimenti contrastanti perché anche lui singhiozza quando Basilio gli mette davanti la realtà.  Basilio incarna la coscienza del personaggio, anche se è stato causa della sua perdizione, con il suo assassinio Dorian cerca di uccidere la propria coscienza. Il quadro mostruoso rappresenta un’anima corrotta, che sembra aver fatto un patto con il diavolo.  L’omicidio è fatto scattare dalla preghiera e il fatto di chiedere di pentirsi di quello che ha fatto.  Dorian è un eroe negativo perché fa prevalere il male, raggiunge i suoi obiettivi quindi è eroe, ma il male prende il sopravvento. 5 Giovanni Pascoli (1855 – 1912) La vita  Pascoli ha vissuto gli anni di passaggio dalla destra storica e della sinistra storica, l’età giolittiana e i sintomi di quella che sarebbe stata la prima guerra mondiale. Vive in un periodo complesso e positivo a volte.  Era di famiglia benestante, il cui papà aveva una tenuta a San Mauro ed apparteneva ad una famiglia numerosa (10 fratelli). Intraprende gli studi presso il collegio dei Padri scolopi ad Urbino.  Il 10 agosto 1867 muore il padre, evento sconvolgente, venne ucciso per questioni legate alla sua attività, era un commerciante e di ritorno da un viaggio venne ucciso. Tutti sapevano chi fosse l’omicida ma non furono trovate mai prove. Dalle cronache risulta che se la famiglia lo incontrava in paese era una situazione difficile. Giovanni percorse la strada a ritroso perché aveva visto il cavallo che in autonomia tornava alla tenuta, trovò lui il padre morto. Tutta l’economia familiare dipendeva dal padre, questo segnò un cambiamento nella vita di Giovanni, che infatti dovette affrontare difficoltà economiche. Dopo questo la famiglia si trasferisce dai nonni materni.  Negli anni successivi deve affrontare altri lutti (sorella, fratello, madre) e rimarranno Giovanni Maria ed Ida. A partire dalla morte del padre questo ragazzo ha assistito alla disgregazione di tutta la sua famiglia. Con le sorelle aveva un rapporto morboso, quando Maria decise di sposarsi lui la prese malissimo, vide in questo matrimonio una sorta di tradimento.  Pascoli intraprende la facoltà di lettere a Bologna, dove ha come maestro Carducci e lo sostituirà quando prenderà la sua cattedra di letteratura italiana. Ha avuto una formazione classica, (utilizza novenari, la retorica) aveva avuto un maestro sostanzioso, autorevole e molto preparato su tutta la cultura classica. Quindi ha delle basi solidissime in merito.  Pascoli scrisse solo un saggio politico ‘La grande proletaria si è mossa’, in occasione dell’impresa Libica del 1912, intrapresa da Giolitti per decomprimere le tensioni sociali. Per cui manda avanti la massa di proletari alla ricerca di lavoro sperando di trovare nuove terre, i nazionalisti sono felici perché l’Italia mostra di essere una nazione. In quel momento il poeta era molto preso da questa impresa e partecipò ad una manifestazione, venne arrestato e rimase in carcere per 3 mesi. Pascoli a questo punto si estranea dalla politica e si rinchiude in sé stesso.  Pascoli e D’Annunzio sono esponenti del decadentismo, il loro filo conduttore è l’opporsi all’idea che la realtà possa essere descritta in modo oggettivo, quindi la critica rispetto ad un periodo precedente in cui si credeva di spiegare tutto in modo oggettivo.  Loro sono espressione della mentalità di uno stesso periodo, D’Annunzio vuole essere poeta vate e uomo politico, quindi fa di tutto per emergere e farsi conoscere. Mentre Pascoli è fortemente influenzato dal simbolismo francese, per lui tutto ciò che è mondo esterno è pericoloso e male, la tranquillità e serenità va ricercata all’interno del nucleo familiare.  L’obiettivo nella vita di Pascoli sarà quello di ricostruire il nido familiare e mantenere il più possibile unita ciò che rimane della sua famiglia. La poetica  I temi della poesia pascoliana sono: o La morte, o Il ricordo dei propri familiari, o La natura, o Il nido (uguale a famiglia).  Elementi in comune con simbolisti: o Felicità ricercata nel nucleo familiare, o Esclusione dal mondo e ripiegamento su sé stessi, o Ricerca il significato delle cose al di là della realtà che ognuno di noi ha di fronte, c’è questa ricerca di ciò che va oltre a quello che abbiamo davanti, o Scelta espressiva, nelle sue poesie utilizza il paesaggio naturale (preferibilmente quello della campagna come sfondo), ci troviamo di fronte a molte descrizioni, all’utilizzo di 6 termini che mutuano nel campo della botanica, dei fenomeni naturali, apparentemente siamo davanti a situazioni semplici. Ma l’autore carica queste situazioni semplici di un grande valore simbolico. Per cui ne derivano dei messaggi riconducibili alle tematiche prima citate.  Nella poetica di Pascoli sono moderne la sensibilità decadente, formatasi nell’ambito dell’intuizionismo e dell’irrazionalismo, e la concezione della poesia come rivelazione dell’ignoto.  Pascoli fu un innovatore anche se rispettava la tradizione: o Fece corrispondere all’interpretazione varia della realtà lo sperimentalismo linguistico, o Il linguaggio generico e dotto della tradizione letteraria venne sostituito da un lessico preciso e tecnico, o La sua poesia seguiva la metrica, ma rinnovava le strutture tradizionali con assonanze, onomatopee, quindi con una musicalità frantumata da pause, spazi bianchi ed enjambement.  Come allievo di Carducci Pascoli ha sperimentato diversi contenuti e forme espressive, ci sono opere scritte in latino, poesie dove utilizza metri tradizionali, 3 opere più importanti: o Myricae (significa Tamerici): raccolte di poesie. o I canti di Castelvecchio: raccolte di poesie. o Il fanciullino: saggio. La poetica del Fanciullino  Il Fanciullino è un’opera divisa in 20 capitoli e pubblicata nel 1897, è un saggio in prosa ed è il manifesto della poetica pascoliana.  Il poeta per la realizzazione dell’opera viene profondamente influenzato da Freud ed elabora la teoria del fanciullino per spiegare l’animo e il comportamento dell’essere umano nelle sue sfaccettature. Infatti ritiene che dentro ognuno di noi sia presente un fanciullino, che coincide appunto con la nostra visione di quando eravamo pi piccoliù̀ , questo fanciullino viene da noi “silenziato” quando cresciamo, perché risulta inopportuno in età adulta. In ultima analisi, il poeta afferma poi che esso riemerga quando si raggiunge la fase della vecchiaia, poiché rappresenta il momento in cui si tende a rimpiangere realmente la spensieratezza ed innocenza dell’infanzia.  Dunque, non dare il giusto spazio al fanciullino ci rende incapaci di provare delle emozioni forti e anche di assaporare la vita, ed è proprio a questo punto che interviene il poeta, cioè l’unico in grado di risvegliare il fanciullino e di farci provare quelle emozioni ormai perdute attraverso la poesia; le conseguenze sono la rivalutazione del ruolo del poeta e della poesia. Pascoli cerca di individuare i motivi per cui il fanciullino venga represso, rivendicando l’importanza di farlo emergere, perché rappresenta la parte irrazionale dell’uomo.  Il fanciullino è uno spirito sensibile, che consiste nella capacità di meravigliarsi delle piccole cose, proprio come fanno i bambini.  In questa concezione, Pascoli si differenzia dal decadentismo, perché tale movimento considera la poesia come qualcosa di elitario che si distingue dalla massa.  D’Annunzio elaborando la teoria di Nietzsche del superuomo, ritiene che il poeta possegga delle super doti, qualità superiori che lo elevano dalla massa. La gente comune viene dunque considerata sentimentalmente e intellettualmente inferiore all’intellettuale.  Per Pascoli, al contrario, il poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più modeste e genuine, rappresenta scene che vede con la sua poetica semplice, parla di vita umile di scene di vita quotidiana viste con gli occhi del fanciullino, ritenendo che anche la poesia debba essere spontanea e intuitiva, come intuitivo è appunto il modo di conoscere e di giudicare dei fanciulli.  Da tutto ciò deriva un rifiuto della ragione e un riconosciuto fallimento del Positivismo. Gli uomini comuni, quando diventano adulti, perdono la sensibilità dell’infanzia, caratteristica che invece persiste nella figura del poeta.  In quest’opera Pascoli propone la funziona tradizionale del poeta-vate, interprete dei grandi sentimenti collettivi e del mito della famiglia, quello della piccola borghesia italiana di fine secolo. 7  Nello sconvolgimento dovuto all’arrivo del temporale, improvvisamente appare agli occhi dell’io poetico una casa bianca che contrasta con il nero d’intorno e scompare subito dopo, con la rapidità di un occhio che si apre, si dilata e si chiude.  La rappresentazione del reale nasconde un significato simbolico, poiché filtrata dalle impressioni soggettive. Il lampo può rappresentare la ragione che, per un attimo, mostra il male al mondo. La casa bianca che appare all’improvviso può rappresentare il nido, il rifugio protettivo, che si oppone alla sofferenza che sta fuori.  Anche in questa poesia ritorna l’unica via d’uscita dal dolore e dal pericolo, ovvero il nido e il mondo degli affetti familiari.  Nonostante la brevità del testo, notevole è la varietà di figure retoriche presenti. Al v. 4 bianca bianca è una ripetizione del termine che ne rafforza il significato, mentre tacito tumulto è un ossimoro con allitterazione del suono /t/. Al v. 5 si ha una antitesi apparì sparì (che è anche una paronomasia), figura che ritroviamo anche al v. 7 con s’aprì si chiuse. Ai vv. 6 come un occhio, che, largo, esterrefatto / s’apri è una similitudine. Nel verso finale troviamo l’allitterazione dei suoni /n/ ed /e/ (nella notte nera). X Agosto  Questo componimento viene composto per morte del padre e fa parte della raccolta Myricae.  Il titolo rappresenta la giornata in cui si verifica il fenomeno delle stelle cadenti, dedicata ad un martire cristiano San Lorenzo.  Questi elementi sono riconducibili ad un significato più profondo e quasi religioso.  Il componimento ha una struttura circolare, e la prima e l’ultima strofa riprendono lo stesso tema, si rivolge anSan Lorenzo (santo a cui è dedicata la giornata) dicendogli che conosce il motivo che sta alla base del fenomeno delle stelle cadenti, ma lo svela alla fine. Poi ci sono altre 4 strofe simmetriche, nel il poeta instaura una similitudine tra il percorso di vita del padre e quello di una rondine, e ad entrambi è toccata la morte. L’ultima strofa dà la risposta a quella che era l’affermazione fatta, il poeta si rivolge al Cielo e dice che inonda con il suo pianto (stelle) la terra, che è resa opaca dalla malvagità dell’uomo.  Si rivolge a San Lorenzo, perché è un martire, una vittima innocente della cattiveria del mondo come il padre, vittima innocente di un sistema che non è così interessato a conoscere la verità dei fatti.  Ci sono segni riconducibili alla simbologia cristiana: la X del 10 agosto, riconducibile alla croce, la parola al v. 6 ‘spini’ che richiama la corona di spine di cristo, v. 9 ‘ora è là come in croce’ come Gesù.  La parola Perdono al v. 14, si tratta di un perdono cristiano, o potrebbe essere il padre che riconoscendo il suo aggressore lo perdona, o rendendosi conto di morire ha chiesto a dio perdono di tutti i suoi peccati non potendo ricorrere all’estrema unzione.  Analisi, strofa: o 1: invocazione a San Lorenzo, analogia tra le stelle e il gran pianto, e un cielo che è avvolgente, che avrebbe dovuto avere una sua funzione protettiva o 2: la rondine non torna al tetto (nido), (4) anche l’uomo tornava al nido, esempio di inversione che ci assicura quanto il poeta abbia voluto mettere a confronto queste situazioni. La struttura del discorso è paratattica, perché noi dobbiamo avere di fronte la scena, sembra che l’autore oggettivamente non commenti, descriva e basta. o 3: l’immagine di Cristo in croce rappresenta una rondine con le ali aperte. Utilizzo di ‘quello’ per qualcosa di lontano. Il nido è una metonimia, sta per indicare non solo il nido come può essere fisicamente, ma i rondinini che sono dentro ad esso. Al v. 12 ‘che pigola sempre pià piano’ è alliterazione (p) e metafora, perché i rondinini stanno morendo e il loro pigolio attraverso il quale fanno presente che hanno fame diventa sempre più lieve. o 4: nido che significa tetto, sono due metonimie. (tetto, parte del tutto, nido, contenente per il contenuto, entrambe vogliono dire la casa). ‘l’uccisero: disse, Perdono’ riprende la struttura sintattica della seconda strofa. Il grido può essere di dolore, stupore, o il grido di chi in 10 quel momento capisce che la sua vita ha una fine. Prevalgono le emozioni e le sensazioni nella descrizione. Il padre portava due bambole in dono alle sorelle, i punti di sospensione danno una pausa per immaginare la situazione. o 5: ‘aspettano’ ripetizione, il ritmo è più lento, è avvenuto tutto in un attimo ed ora il dolore va sedimentato. o 6: riprende la prima strofa, la terra è definita atomo, per Pascoli è resa opaca dal male che caratterizza il nostro mondo. Antitesi tra la parola cielo e male, cielo è quel qualche cosa che è al di sopra di tutto, che il poeta vive come lontano. In questo caso va interpretato come lontano per i dubbi che si creano quando vede venir meno la sua famiglia, oppure vedendolo in modo cristiano è che questo cielo rimane lontano perché alla fine spesso siamo noi artefici di ciò che succede. Questo cielo è immobile, lontano, che guarda dall’alto ma che soffre, non è indifferente perché piange, facendo cadere le stelle. Il Male è ciò di cui noi siamo responsabili, la strofa si apre con cielo e si chiude con male.  Pascoli si è posto il problema della fede nella sua vita, ma è una fede che vacilla, non ci sono testimonianze che fosse cattolico.  Componimento con il linguaggio semplice, una struttura paratattica, al di là di queste immagini semplici c’è l’espressione di un dolore, il concetto dell’ingiustizia e il tentativo di recupero della fede. Pascoli deve narrare un evento. Novembre  Il componimento è composto da 3 strofe e fa riferimento alla festa di San Martino, quindi alle prime giornate di novembre, caratterizzate sia dal sole che dal clima freddo.  Apprezzato da Carducci per la ripresa di un metro classico, il tema principale è il contrasto tra l’illusione e la realtà.  La giornata ha caratteristiche che fanno pensare all’estate, poi ci sono altri elementi naturali che fanno pensare che non è così. Alla fine c’è la tematica principale: il rimpianto per i defunti.  Nella prima strofa l’aria viene accostata a gemmea, per indicare che era pura come una gemma, nel v. 2 c’è una perifrasi per indicare che si cerca la primavera. L’odorino amaro è una sinestesia. In questa strofa Pascoli fa riferimento al biancospino (elemento naturale) e all’odore amaro, ma nella prossima strofa si scoprirà essere secco.  La seconda strofa si apre con un Ma, ovvero una congiunzione avversativa che introduce alla realtà dei fatti, sereno e piè sonante si riferiscono al cielo e sono metonimie (?). Piè sonante indica anche il piede che appoggia sul terreno e fa rumore.  Nell’ultima strofa Pascoli ci mette in una condizione di silenzio, si sentono le foglie cadere e si ha la certezza di essere nei primi giorni di novembre. ‘di foglie un cader fragile’ è un’anastrofe poiché l’ordine delle parole è cambiato, cader fragile è anche un ossimoro, come estate fredda che è anche metafora. I Canti di Castelvecchio  I temi sono gli stessi di Myricae, ma sono passati 20 anni, in Myricae le esperienze sono raccontate da chi le ha appena vissute, a 20 anni di distanza ci sono stati dei ragionamenti sopra, si è sedimentato ciò che è successo.  Furono dedicati alla madre, anche essi ebbero diverse edizioni perché venero rivisti, l’ultima edizione fu quella del 1912.  Il titolo prende spunto dall’ultima abitazione nella quale il poeta ha trovato la sua pace ed ha ricostruito il suo nido famigliare con la sorella Maria.  Le tematiche che emergono sono legate ai ricordi famigliari, la descrizione delle cose umili, la ricerca del nido familiare, la morte del padre, il poeta chiede al proprio dolore di riposare.  Dal punto di vista strutturale ci sono componimenti ampi e discorsivi, c’è una fase di superamento del linguaggio fono-simbolista, si parla di una poesia molto più vicina alla prosa. La mia sera  In questo componimento Pascoli fa riferimento ad una sera d’estate dopo una giornata in cui ci sono stati dei temporali, c’è aria fresca e si sente il canto degli uccelli, c’è un’atmosfera di pace. Pascoli 11 fa un collegamento tra la sera fisica e la sua sera, quella della vecchiaia, che diventa occasione di riposo e serenità.  Dal punto di vista denotativo il poeta ci racconta cosa succede alla sera dopo una giornata di temporale, tramite sensazioni uditive, olfattive, c’è un’attenzione alla realtà attraverso l’uso dei sensi.  Dal punto di vista connotativo c’è la sera che corrisponde alla sua vecchiaia, la tempesta durante il giorno rappresenta la sua giovinezza e quanto è avvenuto nel corso di essa. La natura fa da sfondo a questo suo pensiero ed è umanizzata, il poeta attribuisce agli elementi della natura aggettivi o predicati riconducibili ad un essere umano, c’è una partecipazione della natura a quanto sta avvenendo.  Questo componimento ha 5 strofe di diversa lunghezza, novenari, settenari e senari l’ultimo. Ogni strofa termina con la parola chiave sera e raccoglie un’immagine.  Strofa: o 1: tacite stelle è una sinestesia per indicare che le stelle sono silenziose perché arriverà la sera; gre gre è un’onomatopea; ai v. 5-6 c’è un’analogia che indica la presenza di un venticello che passa attraverso le foglie dei pioppi e le muove; infine i v. 7-8 rappresentano un’antitesi. o 2: ci sono umanizzazioni del cielo ‘cielo sì tenero e vivo’ per indicare che è carico di stelle e del ruscello che singhiozza. Cupo tumulto è una sinestesia. o 3: v. 19 “fulmini fragili” è un ossimoro, sembra qualcosa legato ad una fragilità; v. 20 “cirri” indica le nuvole. Il dolore sta svanendo, la visione della vita è più positiva, si comincia a vivere le cose con serenità. Pascoli è stanco di soffrire. o 4: v. 29-30 è una metonimia, gli uccellini non hanno mangiato perché c’era il temporale quindi alla sera hanno mangiato di più, per il poeta non è stato così “Ne io…”. o 5: il poeta torna indietro nel tempo, “Don don” è un’onomatopea, era il suono delle campane che ricordava di andare a letto, inizia un climax discendente “dicono, cantano, sussurrano, bisbigliano”; “tenebra azzurra” vuol dire che è arrivata la sera, ma è una sera serena, azzurra, il bambino è con la mamma, la mamma lo protegge, questo è un ossimoro. Alla fine siamo in un momento a ritroso, Pascoli vuole recuperare la tranquillità attraverso il ricordo del nucleo familiare, fa un ritorno all’infanzia. Il gelsomino notturno  Pascoli scrive questo componimento in occasione delle nozze dell’amico Gabriele Briganti. Il componimento è composto da 6 quartine composte da novenari.  Il gelsomino notturno rimanda all’atto amoroso degli sposi e alla procreazione, l’oscurità e il silenzio sono calati sul mondo mentre l'io lirico percepisce suoni attutiti, sensazioni impercettibili e odori sensuali che creano delicate simbologie sessuali.  La poesia si apre con ‘E’, il che significa che prima c’è stato un ragionamento, però rende anche l’idea di un’azione improvvisa.  C’è silenzio, solo la casa bisbiglia, questa è un’umanizzazione della casa e metonimia per indicare le persone che cominciano a parlare a voce bassa quando giunge la sera. Ai v. 7-8 c’è una similitudine per indicare il momento che segna il riposo.  Fino alla seconda strofa si utilizzano i sensi dell’udito e della vista, ora si usa l’olfatto, i calici aperti esalano l’odore di fragole rosse mature che si diffonde nell’aria, il calice aperto è riconducibile al ventre materno.  È tutto buio e c’è un lume che illumina la sala, mentre fuori nasce l’erba sopra le fosse, che riporta alla tematica del defunto. Un’ape cerca la sua collocazione dopo essere arrivata tardi, così come il poeta che è sempre arrivato tardi e sente la mancanza di un affetto significativo.  Vi è poi un’analogia tra la Chioccetta, per indicare la costellazione delle Pleiadi, e la chioccia nell’aia con i suoi pulcini.  L’ultimo verso ‘felicità nuova’ indica il desiderio irrealizzato del poeta di diventare padre e ciò che non potrà mai provare. 12  Il periodo in cui si ambienta la vicenda è quello che va dalla fine della primavera all’inizio dell’autunno e il tema è autobiografico, ma finisce con l’essere l’esaltazione della bellezza della natura.  Nella sensibilità del comprendere la voce della natura c’è l’idea del superuomo, il poeta ha il privilegio di essere tale, quindi è alla ricerca di una tranquillità sublime che spetta alle persone più attente.  D’Annunzio utilizza spesso un linguaggio arcaico e forme di ortografia superate, le suggestioni musicali sono ottenute con giochi di rime e di consonanze e viene utilizzata ampiamente l’analogia, per evocare nascoste corrispondenze.  La sintassi è breve e coordinata, spesso nominale, e il poeta utilizza la strofa libera e il verso libero, la rima è sostituita dalle assonanze e dalla rima interna, il verso è di varia lunghezza e tende a rompere le misure tradizionali. La sera fiesolana  Il componimento è formato da 3 strofe, ognuna è composta da 14 versi, che non sono della stessa lunghezza, vi è un ritornello tra una strofa e un’altra che richiama il cantico delle creature di San Francesco d’Assisi.  Nella prima strofa siamo nel momento della sera, il poeta invita la propria donna ad ascoltare delle parole che non vengono pronunciate da lui, ma dalla natura (fruscio che fan le foglie del gelso della mano di chi la raccoglie, c’è un contadino che ha una scala altissima, la qual era una sorta di ombra sul fusto) In questo momento il contadino non ha finito il suo lavoro ma vuole finirlo e nel frattempo la luna è all’orizzonte, siamo in una giornata estiva. Quindi con la luna arriva la sera, quindi il fresco dona un attimo di tregua a tutta la natura e a tutti. Possiamo trovare ai v. 1-2 una similitudine, al tempo stesso un’onomatopea (fruscio) e un’allitterazione della ‘f’. al v. 10 ‘ove il nostro sogno si giace’ è una metafora che indica il sogno d’amore.  Il ritornello si apre con ‘laudata sii’ e si riferisce alla sera, che viene personificata perché le vengono attribuite caratteristiche prettamente umane: il viso, gli occhi. Possiamo ritrovare il panismo dannunziano, in questo caso la natura si umanizza assumendo dei tratti che sono di un volto. È un esempio di memoria volontaria perché riconducibile al cantico delle creature.  Nella seconda strofa si inizia con un aggettivo (dolci) e c’è una variazione anche dal punto di vista sensoriale, nella prima strofa troviamo fresche che ci riconduce al senso del tatto, ora dolci a quello del gusto. C’è una similitudine ‘come la pioggia che bruiva’ (bruire termine esatto per indicare il picchiettio della pioggia). Metafora (commiato lacrismoso de la primavera) che indica il saluto pieno di lacrime della primavera, questa pioggia estiva viene vista dal poeta come un saluto da parte della pioggia verso la primavera. Possiamo trovare un’altra metafora (e su i pini dai novelli rosei diti) in cui il poeta paragona gli aghi dei pini alle punte delle dita, che giocano perché si muovono con l’aria che le attraversa. Vi è inoltre una perifrasi per indicare un grano non maturo, e su’l grano che non è biondo ancora e non è verde. L’ulivo ha una foglia di due colori, uno che è di un verde scuro e un verde grigino pallido, esso rende le colline pallide di santità, perché l’ulivo è sempre riconducibile ad un discorso religioso. Infine possiamo trovare l’anafora all’inizio dei versi con e ed e su e delle personificazioni con fratelli e sorridenti, il ritmo è lento.  Nel ritornello aulenti vuol dire profumate, il cinto è una cintura e fa riferimento alla linea luminosa dell’orizzonte che avvolge la veste della sera come il ramo del salice che avvolge il fieno non ancora pronto, ma che fa un profumo intenso. Questa è una similitudine.  Nella terza strofa inizia un colloquio favolistico con la natura. Il poeta dice alla donna che ha accanto che è disponibile a spiegare quelli che sono i messaggi inviati dalla natura, ma che non sono espliciti. Le colline sono simili alle labbra chiuse che vorrebbero dire qualcosa, ma non lo fanno. L’osservazione della natura in alcuni momenti della giornata ci rilassa, chi dà serenità. Le cose più belle ci vengono raccontate al tramonto perché viviamo in questo contesto naturale con un maggior coinvolgimento.  La sintassi è coordinata con un ritmo scorrevole, c’è un’intensa musicalità e l’uso della parola è elegante e ricercato. Le sinestesie mostrano il rapporto sensuale tra il poeta e la natura: 15 o Il fruscio delle foglie del gelso è espresso dal suono stesso delle parole, la sensazione uditiva è accostata a quella tattile. o L’umido della sera diventa rugiada e la sensazione visiva è accostata al silenzio della notte. Il piacere  Il piacere è stato pubblicato nel 1889, in cui il principio di base (vivere la vita come un’opera d’arte) è espresso con un preziosismo che è individuabile anche nella struttura e nell’opera. Questo è un romanzo composto da 30 capitoli divisi in 4 libri.  Il protagonista è Andrea Sperelli, è l’alter ego di D’Annunzio, esso ha tante caratteristiche sue come l’essere un personaggio che vive in un ambiente principesco, frequenta il bel mondo, le feste, le corse dei cavalli. Sperelli viene da una famiglia di artisti e ha dedicato la propria vita alla bellezza e alla costante ricerca del piacere.  Nel modo di scrivere l’autore ritiene che la poesia sia l’occasione per esprimere la bellezza in ogni sua forma, non solo in uno stile di vita, ma attraverso una modalità di scrittura che aspira alla bellezza in generale. Con la scrittura il poeta crede che si possano descrivere tutti i sentimenti più belli, tutto è subordinato all’arte.  Sperelli ha una volontà debole, si crea una vita spettacolare ma nel momento in cui deve diventarne protagonista è come se si tirasse indietro, come se si facesse trascinare dagli eventi. Quindi l’estetismo diventa in lui una forza distruttiva che lo porta alla solitudine.  Questo romanzo è rivolto al mondo aristocratico, messo da parte nella realtà e D’Annunzio lo valorizza e riabilita tutti gli atteggiamenti tipici, che possono essere proprio solo di alcune persone.  Nell’opera c’è l’aristocratico che si distanzia dall’idea utilitaristica portata avanti dalla borghesia, le masse sono semplici e volgari, è alla ricerca di un’eccezionalità.  Lo sviluppo non segue l’ordine cronologico, quindi possiamo trovare elementi che mescolano passa e presente: o Estese e dettagliate digressioni sull’ambiente e gli scenari in cui si muove l’aristocrazia, o Un’indagine interiore del protagonista, in cui luoghi e situazioni diventano simboli della sua condizione.  Anche i nomi dei due personaggi femminili non sono a caso, Elena, donna fatale, ripresa da Elena di Troia la cui bellezza fu causa di terribili situazioni, e Maria, la donna angelo che richiama la purezza della Vergine. Giovanni Episcopo e L’innocente. Languore e aspirazione alla bontà  Dopo una serie di romanzi, in un momento della vita di D’Annunzio subentra una sorta di malinconia, tristezza, stanchezza. In corrispondenza a questo stato d’animo ci sono dei romanzi come L’innocente, riconducibili al realismo russo, nel senso che i russi (a differenza dei veristi e naturalisti) puntano l’attenzione sui drammi dei personaggi, ci presentano dei personaggi tormentati dal punto di vista psicologico.  L’innocente è un romanzo in prima persona con il protagonista (Tullio) che ha una moglie e un’amante, con al moglie non ha un bel rapporto, ma quando si ammala rompe con l’amante. Porta la moglie Giuliana in campagna, per darle sollievo a contatto con la natura e anche per recuperare il rapporto.  Il problema è che mentre Tullio aveva una relazione, anche lei aveva un’altra relazione e si è interrotta perché i due nel contesto naturale ritentano di riprendere la loro storia. Giuliana è incinta dell’altro uomo, la loro storia sta per riprendere ma il bambino rappresenta un ostacolo, quindi dopo averlo partorito lo uccidono. Da quel momento vivranno nel senso di colpa per aver ucciso un innocente.  È un romanzo incentrato sul ripiegamento del protagonista che racconta la storia di un mancato superamento di quello che è stato un piano per recuperare il rapporto con la moglie. Il ritratto di Andrea Sperelli  Il brano caratterizza il personaggio di Sperelli e mette in evidenza alcuni tratti riconducibili all’estetismo decadente. 16  Sperelli reincarna il tipico dandy decadente, con un’incurabile malattia dell’anima, ma è caratterizzato dall’incapacità di indirizzare le proprie azioni verso fini ideali, manca la potenza di volontà del superuomo. Questo personaggio però anticipa la figura dell’inetto, uomo incapace di vivere all’interno della società moderna.  La struttura narrativa è caratterizzata sia da scelte tradizionali (narratore esterno onniscente) sia da modalità innovative del tardo Ottocento (discorso indiretto libero) che lasciano fluire la soggettività del personaggio e i suoi pensieri tortuosi.  Nel testo prevale la coordinazione e il linguaggio è elegante. 17
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