Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Decameron giornata 3-4-5, Appunti di Letteratura Italiana

Riassunto dettagliato delle novelle della 3-4-5 giornata del Decameron

Tipologia: Appunti

2019/2020

Caricato il 25/05/2022

Ilenia-98-98
Ilenia-98-98 🇮🇹

4.3

(7)

10 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Decameron giornata 3-4-5 e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! 3 GIORNATA Dopo la topica descrizione dell’alba , La giornata ,che si svolge di domenica, inizia con lo spostamento dalla villa ad un bellissimo e ricco palazzo . La brigata apprezza in particolare lo splendido giardino che viene paragonato al paradiso terrestre : l'ordinata distribuzione di viti ,rosetti ,gelsomini ,aranci ; la libera circolazione di innocui animali selvatici e soprattutto la presenza di una fonte e il deflusso delle acque che perimetro l'intero giardino. E’qui ,nel luogo dell’ordine delle forze naturali e artificiali che la brigata si prepara a trascorrere le giornate successive. Descrizione di questo giardino è stata messa in relazione con il purgatorio dantesco , e interessante sottolineare l'attenzione che l'autore pone per la dimensione olfattiva. Sotto il reggimento di Neifile si alternano le racconto Filostrato e Pampinea. La ballata conclusiva è eseguita da Lauretta . Il tema della giornata è ‘chi ottiene o ritrova una cosa desiderata da tanto tempo.’ Si narra prevalentemente di uomini che ottengono l’amore o l’appagamento sessuale da donne grazie al loro ingegno. << chi alcuna cosa molto da lui desiderata con industria acquistasse o la perduta ricoverasse>>.Il termine 'industria’ rimanda alla perseveranza con cui si inseguono i propri obiettivi e la capacità di pianificare le proprie azioni a uno scopo preciso; ma anche la prontezza nel reagire a casi difficili sfortunati. In queste novelle ‘l’industria’ è applicata esclusivamente all’ambito sessuale: la Giornata va infatti letta alla luce della tematica erotica. Abbastanza importante appare inoltre il protagonismo femminile e l'estrazione sociale: si nota che le novelle più comiche rappresentano il successo erotico di personaggi umili come nel caso dell’ortolano Masetto o del palafreniere. Come al solito il realismo e cosa differente dalla rappresentazione della realtà storica , l'autore si mostra interessato alla ricerca della verosimiglianza e la credibilità delle vicende . infatti anche quando ai personaggi vengono attribuiti nomi di personalità storiche, risulta tuttavia impossibile paragonarle a quelle personalità, di cui prendono ‘in prestito’ solo certi caratteri . Boccaccio adotta il linguaggio della comicità amorosa creando spesso delle formule metaforica seconda dei personaggi che narrano. 1-NOVELLA La prima novella della terza giornata è narrata da Filostrato. Sotto il reggimento di Neifile, viene scelto il seguente tema: “come ottenere ritrovare qualcosa che è stata desiderata o perduta per tanto tempo”. La giornata va letta alla luce della tematica erotica, l’eros passionale e carnale. Il protagonista di questa novella si ingegna con perseveranza ad ottenere l’appagamento sessuale da alcune monache. Il successo erotico è qui raggiunto da un umile personaggio, l’ortolano Masetto, nonché protagonista. Il discorso introduttivo del narratore Filostrato è improntato sulla difesa della forza della natura. Egli vuole infatti dimostrare che il desiderio sessuale è una forza alla quale è impossibile sottrarsi, che coinvolge tutti, anche le monache e contadini, il cui ruolo sociale o il duro lavoro ,non impedisce loro di usare opportunatamente l'intelligenza. Narra di un monastero di Firenze, abitato da otto giovani monache, una badessa e un contadino di nome Nuto che si prendeva cura del loro bellissimo giardino. Nuto a causa del salario esiguo e della malvagità con cui veniva trattato dalle giovani monache, decise di ritornare a Lamporecchio, il suo paese natale, dove raccontò la sua terribile esperienza ad un giovane contadino e di bell’aspetto, Masetto. Quest’ultimo, udendo le parole di Nuto, fu colto dal desiderio di conoscere quelle giovane monache e dal momento che al monastero cercavano un nuovo ortolano, volle prendere il posto dell’amico. Tuttavia temeva che a causa della sua giovinezza e dell’aspetto appariscente non fosse ben accolto e decise così di fingersi sordomuto. Come previsto, la badessa e il castaldo lo accolsero nel monastero, e gli permisero di occupare il posto di Nuto, pensando che non potesse infastidire le giovani donne. Un giorno, dopo il duro lavoro, Masetto riposava nel giardino quando due monache lo raggiunsero e iniziarono a immaginare come sarebbe stato cedere ai piaceri della carne. Una di loro propose di sperimentarlo con Masetto, credendolo sciocco e soprattutto muto, e alla fine provarono entrambe. A lungo andare, tutte e otto le monache iniziano ad approfittare dei “servigi” di Masetto. Mentre Masetto riposava all’ombra sotto un mandorlo ,poichè le energie sprecate durante la notte erano troppe per poter fare anche il minimo lavoro durante giorno, la badessa passeggiava nel giardino, quando il vento alzò le vesti del contadino e anche la badessa, fu colta dal desiderio sessuale. Anche lui, come le sue “monachelle”, iniziò a godere delle grazie del giovane contadino. Masetto, oramai stanco di dover soddisfare tutte e nove le monache, chiede alla badessa di essere liberato e, allo stupore di lei nel sentire la sua voce, finge di essere guarito e di aver finalmente recuperato al voce proprio in quel momento. Le monache, per salvare il buon nome del convento, diffusero la voce che Masetto fosse guarito grazie alle loro preghiere. Il giovane fu nominato amministratore e potè distribuire le sue fatiche in modo da poterle sopportare. Nel convento nacquero molti monachini, ma la cosa fu gestita con tanta discrezione che non se ne seppe niente se non dopo la morte della badessa. Masetto ,raggiunta la vecchiaia era divenuto ricco e desideroso di tornarsene alla sua casa. Così, senza preoccupazione di dover nutrire i suoi figli, avendo speso bene la sua giovinezza, se ne tornò donde era partito. -L'ingegno permette a Masetto di essere l'artefice del proprio successo, grazie a un comportamento accorto e astuto. Un'altra chiave per il successo è la sua virilità per cui si distingue dagli altri due maschi, Nuto e il Castaldo. Lo stratagemma escogitato da Masetto per sedurre le monache e anche ciò che gli consentirà di sciogliere la vicenda: se il suo successo è dovuto alla simulazione del mutismo, e invece attraverso la parola che il protagonista riprende il controllo della situazione e la rovescia suo vantaggio . La forza coesiva della novella sta nella rete di allusioni sessuali e di doppi sensi. Tuttavia non si cade mai nell’oscenità: Boccaccio rappresenta l’eros in tutte le sue espressioni, come forza naturale, ma usa sempre un linguaggio metaforizzato e raffinato. L’esplicitezza del tema colpisce le donne della brigata ,le quali seguono il racconto sospeso tra vergogna e riso . E ’probabile inoltre che l'effetto comico complessivo sia dovuto al confronto tra il <<giardino ortolano>> del convento e il giardino paradisiaco. 2- NOVELLA Pampinea narra la seconda novella della terza giornata, che ha per protagonisti un re, una regina e un palafreniere che supera il re con la sua intelligenza e astuzia, ottenendo ciò che desiderava da tanto tempo. E’ ambientata agli inizi del VII secolo, nella città di Pavia. Il re dei longobardi, Agilulfo, era sposato con la vedova del suo predecessore, Teodolinda. La regina era bellissima, circondata da ammiratori, uno dei quali era un palafreniere che lavorava nella sua casa. Il palafreniere non riusciva a metter freno ai suoi sentimenti per la regina e decise di fare qualcosa per mostrare il suo amore, desiderando di morire se non vi fosse riuscito. Consapevole della sua umile condizione, si ingegnò per ottenere una sera di passione con la regina: per tante sere osservò i comportamenti del re e le azioni che eseguiva per entrare nella camera della regina. Così una sera, il palafreniere indossò un mantello, come era solito indossare il re e colpì la porta della regina per due volte con una bacchetta. Entrato nella stanza, trascorse la notte tanto desiderata con la sua amata e, non appena andò via, il re entrò nella camera e di fronte allo stupore della regina nel rivederlo, capì subito che qualcuno aveva passato la notte con la sua moglie. Decise di non dire nulla alla moglie, per non recarle vergogna, e si impegnò per trovare il colpevole. Controllò il battito di tutti i servi, (credeva che l’uomo che cercava doveva essere ancora affaticato) e notò un’accelerazione dei battiti proprio nel palafreniere, il quale oltre la fatica , tremava di paura . Il re tagliò gli tagliò i capelli per poterlo riconoscere il giorno seguente, ma il palafreniere, astuto, capì il piano del re e tagliò i capelli di tutti gli altri servi, per renderli uguali a lui. La mattina, il re chiamò i servi e di fronte a quelle teste tutte calve, si rese conto che l’uomo che aveva trascorso la notte con sua moglie, doveva essere ingegnoso. Agilulfo, per non recare scandolo e vergogna a sua moglie, decise di non vendicarsi e raccomandò ai servi di non ripetere più un simil cosa, poiché aveva compreso tutto. Con la sua astuzia, il palafreniere si salvò. Nell'introduzione Pampinea sostiene infatti che ci sono persone che, mosse dall’intenzione di rimproverare gli errori altrui anche per cose che sarebbe meglio non sapessero, ottengono soltanto di aumentare la propria dialogo con il padre. Il terzo aspetto dell'identità di genere ovvero il comportamento più o meno virile ,presenta un rovesciamento delle posizioni : il padre amando teneramente la figlia , da un lato la rimprovera per aver tradito la sua fiducia , dall'altro piange tanto da singhiozzare. Di contro Ghismunda si presenta invece savia e, con dignità e compostezza reagisce alla morte dell'amante .La contrapposizione è resa palese dalle lacrime , cui Tancredi si abbandona in maniera scomposta ,mentre Ghismunda lascia scorrere senza fare alcun rumore. L’elemento strutturale preminente nella novella è quello cortese e gli aspetti più caratteristici riproposti nel racconto sono: il rapporto determinante tra l’esperienza amorosa e l’ elevazione morale, che contraddistingue entrambi gli amanti; la contrapposizione tra nobiltà di sangue e nobiltà d’animo, presente anche nell’orizzonte stilnovistico; diversi spunti tematico-narrativi, come la presenza della caverna e le difficoltà anche fisiche che il giovane deve affrontare per incontrare l’amata ,che ricordano la tradizione delle prove d’amore ed infine l’immagine di un amore che rende ciechi, tanto che i due protagonisti non si accorgono di essere osservati. Appaiono invece tipicamente boccacciani sia l’importanza della Fortuna nelle sorti degli amanti, scoperti per caso, sia la caratterizzazione realistica del personaggio femminile: Ghismunda è infatti una donna forte, coraggiosa, dignitosa, intelligente, capace di prendere l’iniziativa e di trovare un modo per realizzare ciò che desidera. Guiscardo, per quanto rimanga in secondo piano, è un personaggio affine, per nobiltà e virtù. In netto contrasto si trova invece Tancredi, figura complessa ed incoerente, che al confronto con la lineare coerenza degli affetti di Ghismunda, rivela un irrisolvibile contrasto interiore: egli è infatti un principe virtuoso ma un padre vendicativo, incline ad un amore morboso e quasi incestuoso nei confronti della figlia. Questa contrapposizione riproduce la discrepanza tra due mondi, due concezioni diverse: l’apertura al nuovo e il senso del moderno della gioventù da una parte, l’aristocrazia chiusa e superba, incapace di cambiare se stessa, dall’altra. Anche l’amore è presentato in termini complessi: da una parte l’istinto naturale, l’amore sensuale, alla cui forza non è possibile resistere. Dall’altra l’amore che non presta attenzione ai criteri economici e sociali, ma solo alla dimensione interiore e spirituale, dunque nobile e puro. Infine, l’amore tragico e contrastato di Ghismunda e l’alto valore retorico del suo discorso ricordano quelli di Francesca nel canto quinto dell’Inferno di Dante. 5 NOVELLA-ELISABETTA DA MESSINA (re Filostrato , narratrice Filomena) Il re Filostrato sceglie per questa giornata un tema cupo: le novelle tratteranno infatti di amori infelici dall’esito tragico, in perfetta coerenza con il nome stesso di Filostrato, ovvero il “vinto d’amore”. La quinta novella della quarta giornata del Decameron è narrata da Filomena. Elisabetta è una giovane ragazza messinese, orfana di padre, che vive insieme ai suoi tre fratelli, originari di San Gimignano che, divenuti ricchi, conducono affari e commerci particolarmente redditizi. La giovane donna, non ancora maritata, commette lo sbaglio d’innamorarsi di Lorenzo, un modesto ragazzo di Pisa che aiuta i fratelli nel loro lavoro. Il giovane appartiene a un ceto inferiore a quello di Lisabetta e ciò va contro le norme sociali dell’epoca e la mentalità ristretta dei tre fratelli, rispetto alla quale invece la passione tra i due protagonisti si afferma come qualcosa di assolutamente spontaneo e naturale. I tre fratelli infatti, una volta scoperto che la sorella si reca durante la notte dal suo amante, decidono di contrastare con ogni mezzo la loro unione, che nella loro ottica affaristica, potrebbe mettere a rischio il decoro e il buon nome della famiglia. Inducono così Lorenzo a seguirli fuori città, con una scusa, e una volta usciti da Messina lo assassinano e ne occultano il corpo. Tornati a casa giustificano l’assenza del loro giovane aiutante dicendo a tutti che si trova altrove per motivi di affari, e convincono di ciò anche la povera Lisabetta. Quando l’assenza di Lorenzo diventa però sospetta, protraendosi per troppo tempo, la giovane donna innamorata comincia a disperarsi. Una notte il defunto compare nel sogno di Lisabetta, rivelandole di essere stato ucciso dai fratelli, e mostrandole il luogo dove è stato sepolto da questi. La ragazza disperata, ottiene il permesso dei fratelli di fare una gita in campagna con una fidata donna di servizio e si reca nel luogo indicatole in sogno dall'amato. Qui ne disseppellisce il cadavere, e, non potendogli dare più degna sepoltura, gli taglia la testa per poter conservare vicino a sé almeno un ricordo del suo innamorato. Tornata a casa, Lisabetta nasconde la testa di Lorenzo in un vaso e la copre con una profumatissima pianta di basilico, che cresce in modo assai rigoglioso. Ogni giorno Lisabetta piange e si dispera sul vaso di basilico, trasferendo su questo l'amore e la passione insopprimibili per l'amato Lorenzo. Il comportamento di Lisabetta insospettisce i vicini, che segnalano l'anomalia ai fratelli; questi ultimi decidono quindi di requisirle la pianta e, dopo avervi trovato all’interno la testa dell’amato, di far sparire il tutto. Timorosi che la vicenda e il delitto da loro compiuto si vengano a sapere, abbandonano Messina e si trasferiscono a Napoli, portando con loro Lisabetta. La ragazza, già ammalatasi dopo la sottrazione della pianta, muore di lì a poco di dolore. Il suo amore disperato viene ancor oggi ricordato in una struggente canzone, che ricorda il furto della pianta. - Con questa novella Boccaccio difende la forza del sentimento amoroso, come espressione di un istinto naturale e irrefrenabile, che non deve essere assolutamente represso, tantomeno per ragioni economiche o di gerarchie sociali. Il tema è in sintonia con quanto l'autore afferma nell'importantissima Introduzione alla quarta giornata dove: l'amore è pulsione naturale e spontanea dell'uomo e della donna, e non dovrebbe per nessuna ragione essere impedito, in quanto le forze dell'istinto sono superiori a quelle della società o della morale. Le conseguenze drammatiche dell'opposizione ad un amore spontaneo e sincero sono messe in luce sin dalla caratterizzazione dei personaggi principali della novella: i fratelli, dominati solo dalla logica della "mercatura" e dalla necessità di conservare il buon nome della famiglia, considerano Lisabetta un mero oggetto da destinare ad un matrimonio utile e conveniente. All'opposto, Lorenzo si qualifica come un giovane bello d’aspetto e d’animo: le sue virtù si impongono rispetto all’umile origine. Tuttavia, è Lisabetta il personaggio su cui Boccaccio si concentra con più attenzione: giovane donna succube della famiglia, condannata ad una condizione di minorità. Quando l'amante le viene sottratto con l'inganno e la violenza, non può che trasferire i propri sentimenti sul basilico, nutrito dalla testa dell'innamorato. Assai significativo che i pensieri e i sentimenti di Lisabetta non si manifestino quasi mai per via verbale, con sue frasi o espressioni dirette ma attraverso gesti silenziosi e lacrime che, alla fine, la conducono ad una morte tragica. 7 NOVELLA- SIMONA E PASQUALINO ( re Filostrato, nattatrice Emilia). Il re Filostrato sceglie per questa giornata un tema cupo: le novelle tratteranno infatti di amori infelici dall’esito tragico, in perfetta coerenza con il nome stesso di Filostrato, ovvero il “vinto d’amore”. Emilia narra la settima novella della quarta giornata del Decameron. Ci troviamo nella città di Firenze, dove Simona, una bella giovane di origini umili, filatrice di professione, si innamora di Pasquino, garzone del signore per il quale fila la lana. Dopo ripetuti sguardi intensi, tra i due scaturisce un amore vero e intenso. Una domenica, Pasquino invita Simona a recarsi in un giardino, così che possano incontrarsi senza suscitare maldicenze. La ragazza accetta volentieri l’invito e trova una scusa da inventare al padre per poter incontrare l'amato: si reca fuori porta San Gallo con l'amica Lagina e Pasquino la raggiunge sul luogo dell'incontro con l'amico Stramba. Tra Lagina e lo Stramba nasce subito un’intesa amorosa e, Simona e Pasquino, per sodisfare i loro desideri, si appartano in un angolo del giardino. Salta all’occhio di Pasquino un cespuglio di salvia e pensa di coglierne una foglia. Dopo aver strofinato denti e gengive con la foglia, improvvisamente impallidisce, perde la vista e la parola, e cade morto sul prato. Simona in lacrime corre ad avvertire gli amici, i quali, vedendo le macchie scure sul corpo di Pasquino, la incolpano di averlo avvelenato. La ragazza viene interrogata da un giudice, in presenza di altri amici di Pasquino. Il giudice non riuscendo a capire cosa sia successo, dal momento che Simona sembrava aver perso il senno dalla disperazione, decide di recarsi al luogo dove giaceva ancora il corpo di Paquino. La ragazza per dimostrare al giudice quanto accaduto, si strofina una foglia di salvia sui denti, come fece l’amato e muore davanti ai presenti. Il giudice dunque, da ordine al guardiano del giardino, di far estirpare e bruciare la salvia, il quale vi trova un grosso rospo. Viene così spiegata la causa dell'avvelenamento e la conseguente morte dei ragazzi, i quali vengono seppelliti nella chiesa di San Paolo. - Notiamo subito la contrapposizione tra l'amore di Lagina e Stramba e quello di Simona e Paquino. Il primo è un amore carnale, un puro desiderio sessuale; il secondo è un amore con accezione cortese, nonostante gli amanti siano di umili origini. La donna mostra grande nobiltà d’animo e dà prova di coraggio, abbandonandosi alla stessa sorte dell’amato, per potersi ricongiungere a lui e dimostrare al giudice e a tutti i presenti che non avrebbe mai potuto far del male all’uomo da lei tanto amato. Un gesto così nobile viene compiuto da una donna di umili origini, testimonianza del fatto che la virtù e un cuore grande possono celarsi anche dietro le vesti dei più deboli per la società. V GIORNATA La giornata che si svolge di martedì, procede con il suo ordine naturale, dalla passeggiata mattutina lungo il prato, fino alla colazione e le danze. Dopo il consueto riposino pomeridiano della brigata si ritrovano intorno alla fonte, dove sotto il reggimento di Fiammetta si alternano nel novellare. I narratori rimarcano la differenza con la quarta Giornata, anche rimproverando Filostrato per la scelta del tema. Tuttavia il rapporto con la giornata precedente resta stretto, in quanto viene ribadita la potenza dell’amore, siamo come desiderio naturale, che spinge soprattutto i giovani, a sfidare le barriere sociali, sia come grande forza civilizzatrice che unisce gli esseri umani (è proprio il caso della 9 novella). Il tema della giornata è la felicità raggiunta dagli amanti dopo avventure o sventure straordinarie; la Fortuna capricciosa; l’amore come fonte di ingentilimento dell’animo umano. 9 NOVELLA- FEDERICO DEGLI ALBERIGHI (regina Fiammetta, narratrice Fiammetta) Fiammetta introduce la novella sottolineando il valore conoscitivo: le donne, ascoltandola, apprenderanno a donare correttamente la loro bellezza. L’etica del dono è assai importante nella cultura cui appartiene il Decameron. La regina contrappone inoltre la fortuna, che opera smodatamente, al saper donare. La storia di Federigo degli Alberighi deriva, secondo la narratrice Fiammetta, da un racconto che era solito fare tale Coppo di Borghese Domenichi, nobile di antica famiglia, amante degli studi e delle tradizioni di Firenze, e gran conoscitore delle virtù aristocratiche e cortesi delle generazioni passate. (Fiammetta è tra le donne più letterate). Coppo è il tramite attraverso cui recuperare la vicende di "messer Filippo Alberighi”. Federigo è innamorato di una nobildonna, Giovanna, che però è sposata, e quindi non può cedere alle proposte del protagonista. Per lei tuttavia Federigo sperpera tutto il suo patrimonio, organizzando tornei di spada tra gentiluomini, giochi, e feste in cui dimostrare tutta la sua ricchezza e generosità; ma Giovanna non cede. Il nobile, ridottosi quasi in miseria è costretto a ritirarsi in un suo piccolo podere dove si dedica all’agricoltura e alla caccia, con l’aiuto di un falcone, ultimo segno della sua antica nobiltà. Un giorno, Giovanna, rimasta nel frattempo vedova, si ritira per l’estate in un suo podere, vicino a quello di Federigo, sperando di migliorare le condizioni di salute del figlio malato. Per caso il ragazzino conosce il nobile Alberighi e, vedendo il suo falcone, lo desidera ardentemente. Domanda quindi alla madre di chiedere a Federigo il falcone, come rimedio alla malattia che lo sta consumando. La richiesta, ovviamente, mette in grandi difficoltà Giovanna, che da un lato ha a cuore la salute del figlio e dall'altro non può chiedere un così grande favore proprio all'uomo che ha rifiutato, e di cui ha causato, pur indirettamente, la rovina economica. La donna alla fine decide di aiutare il figlio e finge di passare per caso dalla casa di Federigo e gli chiede se può fermarsi a tavola. Il protagonista, a causa delle gravi ristrettezze economiche, non è in grado di offrirle un pranzo degno di una nobildonna. Decide, quindi, per amore, di sacrificare proprio il falcone, e di servirlo arrostito. Quando, terminato il pranzo, la donna chiede di poter avere il falcone per curare suo figlio Federigo, tra le lacrime, confessa ciò che è avvenuto. Giovanna, pur rimproverando a Federigo il gesto, comprende la sua grandezza e nobiltà d'animo, che lo ha portato a sacrificare per lei l'unica sua residua ricchezza. La vicenda un esito felice: il figlio di Giovanna muore dopo poco, anche per il suo desiderio rimasto inesaudito e Giovanna, quando i fratelli fanno su di lei pressioni affinché si risposi, sceglie
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved