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Democrazia diretta e rappresentativa, Appunti di Scienze Umane

Referendum, diverse forme di partecipazione politica, opinione pubblica, bullet theory

Tipologia: Appunti

2021/2022

Caricato il 17/05/2022

claudia-orsetti
claudia-orsetti 🇮🇹

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Scarica Democrazia diretta e rappresentativa e più Appunti in PDF di Scienze Umane solo su Docsity! FO D ECI DET RARTA IL REFERENDUM NELLA REPUBBLICA ITALIANA FORME DI DEMOCRAZIA DIRETTA PREVISTE DALLA COSTITUZIONE La Repubblica italiana è una democrazia rappresentativa. Tuttavia la costituzione prevede forme di democrazia diretta, tra le quali la più importante è il Referendum. Il Referendum non è l’unico strumento di democrazia diretta, anche se è il più importante: a) La petizione b) L’iniziativa legislativa popolare LA PETIZIONE La petizione è un diritto riconosciuto a tutti i cittadini dalla Costituzione italiana di rivolgersi al Parlamento, o ad altre autorità pubbliche, per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. È prevista dall’art. 50 della Costituzione. Le petizioni sono uno strumento di pressione non vincolante utilizzato in modo particolare da alcune organizzazioni della società civile, come Amnesty International. L’INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE La Costituzione sancisce, inoltre, al comma 2 dell'art. 71 che i cittadini possono presentare una proposta di legge se sostenuta dalla firma di almeno 50mila cittadini, questa dovrà poi essere discussa e votata in Parlamento. Se ottiene la maggioranza diventa legge dello Stato. IL REFERENDUM Non contemplato dallo Statuto Albertino, venne inserito nella Costituzione repubblicana del 1947. Le forme principali di referendum previste dalla nostra costituzione sono: il referendum abrogativo e il referendum costituzionale. 1. Referendum abrogativo: referendum con il quale i cittadini sono chiamati ad esprimere la propria volontà di abrogare (annullare) o meno una legge o un atto avente valore di legge, o parti di essi. Il referendum abrogativo è previsto e regolamentato dall’art. 75 della Costituzione che stabilisce che può essere indetto quando lo richiedono cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali. Vi sono ambiti e materie che non possono essere soggetti a referendum abrogativo: non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione a ratificare trattati internazionali. Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini chiamati ad eleggere la Camera dei deputati. La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza di chi ha il diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Il referendum abrogativo, dunque, a differenza di quello costituzionale, è valido soltanto se raggiunge il quorum, ovvero la partecipazione al voto di almeno il 50% più uno degli aventi diritto (l’astensione può far fallire il referendum). 2. Referendum costituzionale: referendum con il quale i cittadini sono chiamati a pronunciarsi sulle leggi costituzionali o di revisione costituzionale. Il referendum costituzionale è facoltativo se la legge costituzionale è stata approvata con doppia deliberazione dai due rami del parlamento con maggioranza assoluta. In tal caso può essere indetto soltanto se lo richiedono o un quinto dei membri di una camera o 500.000 elettori o 5 consigli regionali; Una legge costituzionale non può essere sottoposta a referendum se approvata in seconda deliberazione con la maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Per il referendum costituzionale non è previsto il quorum, dunque, la votazione si considera valida a prescindere dal numero di partecipanti. IL REFERENDUM NELLA STORIA D’ITALIA Il referendum venne inserito nella Costituzione repubblicana del 1947. Il primo referendum in Italia fu quello per scegliere tra monarchia e repubblica il 2 giugno 1946. Il primo referendum abrogativo in Italia si tenne nel 1974, per l'abrogazione della legge sullo scioglimento del matrimonio, che introdusse in Italia la possibilità di divorziare. I “no” trionfarono e la legge restò in vigore. Questo referendum segnò una svolta nella storia d’Italia in quanto vide confrontarsi due facce della società italiana. Da una parte i sostenitori del “sì”, che volevano l’abrogazione della legge (Dc, Msi, i monarchici), dall’altra i sostenitori del “no” e della “libertà di scelta” (Partito radicale, il Partito comunista italiano, Partito socialista italiano, Partito Liberale, Partito Repubblicano e varie associazioni laiche). Il referendum mostrò che era nata un’Italia più moderna e più autonoma rispetto alla Chiesa; un’Italia più evoluta rispetto a quanto la classe politica del tempo credesse. Negli anni successivi sono stati realizzati molti referendum. Tra queste molto importante fu quella del 1981 che riguardava la richiesta dell’abrogazione della legge sulla maternità e sull'aborto. Anche in questo caso vi fu la vittoria dei “no”. Negli ultimi anni molto spesso i referendum non hanno raggiunto il quorum previsto. DIS OM ARPAE POCA 1. DIVERSE FORME DI PARTECIPAZIONE DEMOCRAZIA DIRETTA E DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA La partecipazione politica include tutte le azioni che i cittadini intraprendono liberamente con lo scopo di cambiare la vita della collettività. Il fenomeno della partecipazione politica risale alla democrazia ateniese nella quale i cittadini liberi partecipavano direttamente alle decisioni della vita della polis (democrazia diretta). 3. IL CONCETTO DI OPINIONE PUBBLICA OPINIONE PUBBLICA E STEREOTIPI Quando si parla di "opinione pubblica" si indica l'intreccio di pensieri che si genera all'interno della vita sociale e che esprime l'orientamento delle persone su temi e questioni che riguardano l'intera collettività. Il concetto di "opinione pubblica" è di origine illuminista, che però ha acquistato nuovo rilievo nel XX secolo grazie all'estensione del corpo elettorale, che ha compreso fasce sempre più ampie di popolazione, e soprattutto grazie allo sviluppo dei mezzi di comunicazione di massa. Questi fattori, che stimolano un'opinione pubblica sempre più ampia e consapevole, in realtà si sono rivelati elementi di criticità. L'ampiezza e la complessità delle società moderne impedisce al cittadino di formarsi un'idea della realtà che lo circonda ricorrendo soltanto alle proprie conoscenze. I mezzi di comunicazione di massa possono rimediare a questa insufficienza, ma quello che offrono al cittadino, secondo il giornalista e sociologo statunitense Walter Lippman, sono soltanto rappresentazioni semplificate e schematiche, che lui chiama "stereotipi", in base alle quali pensare e agire. Secondo lui diventa problematico parlare di opinione pubblica: il suo esercizio presupporrebbe, infatti, un cittadino "onnicompetente", che non può esistere; nella realtà le persone parlano di argomenti e questioni di cui hanno solo una conoscenza limitata. OPINIONE PUBBLICA E MASS MEDIA 1. I filtri tra media e cittadino. L'accento posto da Lippmann sul ruolo dei mezzi di comunicazione di massa nell'opinione pubblica ha stimolato, nel corso del XX secolo, numerose ricerche su questo argomento. Importanti lavori in questa direzione sono stati condotti dal sociologo statunitense Paul Lazarsfeld presso la Columbia University. Lo scopo delle sue indagini è la collocazione degli effetti prodotti dai media sulle opinioni della gente nel contesto più generale della società, in cui esistono altre fonti di influenza, ad esempio quelle date dalle relazioni interpersonali. Analizzando il comportamento di una comunità dell'Ohio di circa 600 persone durante la campagna presidenziale del 1940, Lazarsfeld osservò un flusso comunicativo a due stadi (two steps flow) in l'influenza dei media sull'opinione pubblica non era di tipo diretto, ma veniva filtrata dagli “opinion leaders”, ovvero cittadini più attivi nelle partecipazione politica che si informavano attraverso radio e giornali, che appunto facevano da “filtro” tra i messaggi degli schieramenti politici e il resto della popolazione. A tale mediazione si aggiunge, secondo Lazarsfeld, il ruolo svolto dall'esposizione selettiva: sono le persone, cioè, a scegliere preliminarmente a quali messaggi mediali "esporsi", ovvero quali di essi influenzeranno la formazione delle loro opinioni cercando sostanzialmente in essi una conferma alle opinioni che già hanno. Negli anni Sessanta, tuttavia, la prospettiva di Lazarsfeld è stata gradualmente abbandonata, con l'affermarsi, all'interno delle scienze sociali, di nuovi orientamenti teorici, ma soprattutto alla necessità di adeguarsi a un contesto sociale cambiato, caratterizzato da una presenza sempre più capillare dei media, in particolare dalla diffusione della televisione. 2. La spirale del silenzio. A questo proposito è di particolare importanza l'ipotesi della cosiddetta spirale del silenzio, formulata dalla sociologa e politologa tedesca Elisabeth Noelle-Neumann la quale con questa espressione indica l'idea che i media, offrendo maggiore visibilità a determinati orientamenti e opinioni a scapito di altri, ne consolidano la presenza e la capacità di presa, scoraggiando l'espressione di idee alternative, che diventano così effettivamente "perdenti". In particolare, secondo questa studiosa, il ruolo dei media nella formazione dell'opinione pubblica deve essere compreso partendo da due fattori: - dalla presenza pervasiva dei media, in particolare della TV, che rende sempre più difficile formarsi una propria opinione; - dalle dinamiche tipiche della società di massa, nella quale le persone esprimono il loro pensiero se questo è condiviso dalla maggioranza, mentre tende a rimanere in silenzio se ritiene di far parte della minoranza. Il risultato di questi atteggiamenti consiste in una tendenza dell'opinione maggioritaria a essere sempre più visibile e ad apparire più forte di quello che è, in contrapposizione all'opinione di minoranza, che tende a restare nell'ombra e nel silenzio in un processo a spirale difficilmente reversibile. L'ipotesi del ruolo fondamentale dei media nella costruzione della "spirale del silenzio" sembra trovare una conferma nei casi di improvvisa comparsa di orientamenti collettivi inaspettati. Un esempio di questo fenomeno può essere quanto accaduto in Italia nel 1992, quando improvvisamente l'opinione pubblica cominciò a denunciare la corruzione di politici e amministratori in seguito alla pubblicazione dei dati dell'inchiesta "Mani Pulite" che aveva portato i cittadini a dare voce a una convinzione che nutrivano da tempo. BUT OR LA BULLET THEORY O TEORIA IPODERMICA : La teoria ipodermica della comunicazione si afferma tra la prima e la seconda guerra mondiale, da Harold Lasswell. La bullet theory ha lo scopo di spiegare gli effetti sociali della propaganda dei regimi totalitari. Sostiene che esiste una connessione diretta tra esposizione ai messaggi dei media e comportamento degli individui. I media sono considerati strumenti di persuasione che agiscono sui soggetti passivi, considerati una massa, ovvero un aggregato omogeneo facilmente influenzabili e conformisti. Di conseguenza gli individui che compongono la massa sono il bersaglio ideale per i messaggi propagandistici, che vogliono dalla massa un determinato comportamento. In questo senso i media sono considerati i maggiori responsabili dell’affermazione dei totalitarismi. Secondo la bullet theory esporsi al messaggio dei media significa essere automaticamente persuasi. Questo modello è ormai superato nella riflessione sociologica contemporanea.
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