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DENTRO LA FAMIGLIA — Manuale, Slide e lezioni del Prof. Stramaglia, Sintesi del corso di Pedagogia

Riassunto sintetico del libro “Dentro la famiglia. Pedagogia delle relazioni educative familiari” integrato a slide e basato sui concetti spiegati a lezione. AA 2021/2022 — PEDAGOGIA SOCIALE E DELLA FAMIGLIA

Tipologia: Sintesi del corso

2020/2021
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Scarica DENTRO LA FAMIGLIA — Manuale, Slide e lezioni del Prof. Stramaglia e più Sintesi del corso in PDF di Pedagogia solo su Docsity! PEDAGOGIA SOCIALE E DELLA FAMIGLIA M. CORSI, M. STRAMAGLIA — DENTRO LA FAMIGLIA. PEDAGOGIA DELLE RELAZIONI EDUCATIVE FAMILIARI. INTRODUZIONE Ognuno di noi è un intreccio in costante divenire tra passato, presente e futuro: 1. passato: bagaglio eh ci portiamo dentro, può tornarci utile nel presente; 2. presente: dimensione stanziale che afferma il nostro esistere; 3. futuro: luogo dell’altrove che pensiamo e progettiamo. Ognuno di noi è “stanziato” e allo stesso tempo “passeggero”. Il progetto della nostra vita prende forma nel presente il quale, allo stesso tempo è già futuro. Qual è il ruolo della famiglia intesa come agenzia educativa? È quello di educare alla tenerezza e basi morali. È un processo in continuo divenire, divenuto sempre più complesso in una società il cui senso tradizionale si è completamente svuotato. Se prima la metafora della famiglia poteva essere il sicuro focolare domestico, oggi piuttosto bisogna immaginarla come lo spazio di un grande centro commerciale, dove le dinamiche familiari e quelle esterne si mescolano in modo inestricabile. Come fa la famiglia a garantire comunque stanzialità e stabilità? Come fa ad educare alla tenerezza alla luce dei tanti cambiamenti socio-familiari accorsi negli ultimi decenni? Come fa a favorire la transizione da bambino a uomo se è essa stessa, la famiglia, affetta da un forte senso di transitorietà? Sono questi i quesiti a cui il libro cercherà di fornire risposta. CAPITOLO 1 ‘TRANSITORIETÀ IN DIVENIRE. IL PRIMATO DELLA PEDAGOGIA FAMILIARE Le dinamiche familiari, in una società divenuta sempre più complessa, sono da ricollocare sul piano della teoria e dell'approccio pedagogico. Il divenire familiare (=dinamiche interne) si intreccia con il transitare socio-familiare (=dinamiche esterne) riducendo di fatto la famiglia “ai minimi termini”. Ad esempio, se prima avevamo in prevalenza famiglie religiosamente costituite, oggi le troviamo sempre più affiancate da famiglie divise, bambini che devono vivere in una nuova famiglia (es. madre naturale e padre che in realtà ne è il compagno). Un bambino può quindi diventare “giovane adulto” in una famiglia ri-costruita e ri-nata. Famiglie instabili. Continui divorzi e continue nuove famiglie. Pensiamo anche alle coppie omosessuali o alle famiglie multiculturali. Ecco che le dinamiche interne familiari e quelle esterne si uniscono in un caleidoscopio che anche solo 50 anni fa era inimmaginabile. In sintesi, però, possiamo dire che i tipi Anche il concetto di educazione dentro la famiglia ne esce trasformato, 1.1 FAMIGLIA E SOCIETÀ COMPLESSA: IL PRIMATO DELL'EDUCAZIONE Enzo Catarsi individua gli indicatori di transitorietà familiare nazionale: 1. il moltiplicarsi dei unioni non istituzionalizzate, unitamente alle famiglie monoparentali; 2. il permanere, in alcune zone della penisola, di tipologie familiari che ristendono della tradizione “contadina” (solidarietà interna rivolta ali anziani e ai figli separati che tornano a vivere della famiglia d'origine); 3. il fenomeno dei figli adolescenti che rimangono nel nucleo familiare d'origine per lunghi anni. A livello nazionale ed europeo, Luisa Santelli Beccegato rileva: 1. una riduzione del numero medio di persone per famiglia e del numero dei matrimoni celebrati; 2. un innalzamento dell'età dei giovani al matrimonio e una crescita dell'instabilità coniugale; 3. un brusco calo del tasso di fecondità e una diminuzione del grado di divisione del lavoro all’interno della famiglia. I cambiamenti riconoscibili nei ruoli e nelle funzioni educative parentali costruiscono la linea di confine tra * dinamismo interno (=divenire); * trasformazioni esterne ani nuclei familiari (=mutare). Transizioni: divenire Transitorietà: mutare Analizzando le famiglie troviamo questa instabilità crescente chiamata “transitorietà”. La transitorietà complessa ha ridisegnato le frontiere del divenire familiare, producendo famiglie transitorie e persone transitanti, dall’identità incerta e frammentaria (=ideologia individualistico-espressiva: benessere individuale e identità migrante). Jan E. Dizard e Howar Gadlin suggeriscono tre modalità proprie della moderna, globale, transitorietà socio- familiare: 1. transitorietà transgenerazionale (o verticale): “il bambino impara i comportamenti indesiderati nei termini delle conseguenze per gli altri”, non per sè = irretimento parentale quale espressione del senso di colpa. 2. transitorietà relativa (pervasività del tenerume parentale): “l’intensità affettiva che sostituisce l'autorevolezza dei genitori ha anche l’effetto di intensificare l’identificazione psicologica del bambino con essi”; “quando i genitori sono profondamente interiorizzati, la propria identità è legata ad essi così intensamente che nemmeno la più grande distanza geografica permette di sentirsi veramente indipendenti e autonomi”; 3. transitorietà condizionale (e condizionante): “l'intimità, pur essendo la base per costruirsi una vita autonoma, diventa anche il fondamento per sentimenti di dipendenza” = assoggettamento dello sviluppo umano alle precondizioni familiari o scambio di amore con lode. Tutto questo ha modellato di conseguenza anche il tipo di educazione, facendola diventare sempre più materializzata. 1 padri, ad esempio, sono sempre meno autoritari e sempre più amici dei loro figli. Nonostante tutto la famiglia resta sempre l'agenzia primaria dell'educazione. La pedagogia studia e rivendica il primato dell'educazione quale “nucleo stanziale” a fronte della complessità dei modelli familiari. Due sono gli approcci che, pur facendo capo alla pedagogia familiare, si collegano alla psicologia e alla psicoanalisi: 1. la teoria delle costellazioni familiari di Bert Hellinger la quale afferma attraverso una metafora che ciascuno di noi è una stella attraverso cui il firmamento familiare (=coscienza collettiva della nostra famiglia) raggiunge il suo scopo, ovvero formare persone autonome. — fa riferimento a ciascuna stella presente nella costellazione — Centrale nel pensiero di Hellinger è la teorizzazione della casa interiore (=Legge dell’ Amore): a) che cosa è la casa interiore? Per casa interiore si intende l'accettazione delle proprie origini, della propria famiglia. È l’interiorizzazione dell'atmosfera di vita familiare che ci consente di abitare una nostra casa, intesa come luogo interiore dell’anima, in cui si abita e si sta bene. Riconoscere il legame di amore che ci tiene legati ai nostri genitori, ma anche superarlo e non viverlo come una gabbia, ciò ci rende liberi di interessarci alle relazioni con gli altri, dalle più pubbliche alle più intime. Ognuno di noi non è solo figlio dei propri genitori, ma è essenzialmente i propri genitori, è “storia della loro storia”. Ognuno di noi ama, nel profondo, i propri genitori, a prescindere dagli accadimenti fenomenici, dai vissuti, dalle sensazioni e dagli eventi esperiti in famiglia. “Per poter essere veramente liberi bisogna saper accettare le proprie origini e lasciarsele alle spalle. In questo modo è possibile lasciare la casa paterna, perché la si ha completamente dentro di Sé”. b) quali sono i pilastri su cui si basa la nostra casa interiore? — L'Ordine Temporale delle Relazioni Affettive Hellinger parla di ordine temporale, in ogni famiglia hanno più valore i rapporti nati prima. Ad esempio, il rapporto di coppia (marito e moglie) è al primo posto e a questo segue il rapporto con il figlio, questo perché si è creato prima di avere una famiglia e ne costituisce il fondamento, In molte famiglie però non si segue quest'ordine in quanto il figlio assume il ruolo del partner: le madri tendono a concentrarsi più sui figli che su sul rapporto con il marito ed i figli subentrano così al primo posto. Questo atteggiamento è dannoso sia per il rapporto di coppia, sia per il bambino che si trova in una posizione che non gli compete (anche se alcuni bambini si sentono benissimo in questo ruolo). Se il rapporto di coppia funziona, i bambini sono sereni, giocano senza stress ad essere bambini. Anche nel caso di più bambini vale l'ordine della priorità temporale: il primo viene pe primo, il secondo per secondo e così via. Chi viene dopo, deve mettersi in coda per non creare stress. Come alla fermata dell'autobus: se qualcuno spinge per andare avanti, si crea disordine e rabbia. Se la madre dedica particolarmente attenzione all’ultimo nato, cosa peraltro normale, al tempo stesso deve rispettare il ruolo del figlio maggiore dentro di Sé e nel proprio comportamento per evitare che si arrabbi e si vendichi nei confronti del fratello. Molti conflitti fra fratelli sono legati al mancato rispetto dell'ordine. In questo caso la soluzione è facile: basta rispettare l'ordine temporale. Quando i ruoli familiari sono ben rispettati e ben interiorizzati, ecco che il bambino diventa uomo, ha elaborato la sua casa interiore e può distaccarsi senza traumi. c) Accettare la Realtà (il padre, la madre, la propria famiglia) è Essere (ed essere sereni) Il primo passo verso la serenità è accettare i nostri genitori (unitamente all'accettazione dell'amore incondizionato per essi), solo così accettiamo noi stessi, le nostre origini, il nostro Essere, la verità più profonda di noi stessi. È importante fare i conti con il nostro passato affinché il nostro nucleo interno sia stanziale, “stabile” o realmente “governabile”. Il nucleo stanziale interno, che pur diviene senza mai mutare, corrisponde al “codice di comportamento”, interiore, o norma gruppale, che “non viene tramandato con l'educazione e non è nemmeno influenzabile da quest’ultima. I valori e le norme che valgono all’interno del gruppo sono conosciute al di là di qualsiasi educazione. Per questo si ha la coscienza sporca quando ci si separa dalla famiglia e dai suoi valori” (per quanto deprecabili). In questo frangente si colloca lo spazio dell’educazione: rendere conoscibile il non-detto delle relazioni familiari (coscienza collettiva del gruppo familiare) per far sì che, a partire dall’ “armonia con ciò che viene considerato buono all’interno della nostra famiglia”, la persona possa responsabilmente e coscientemente realizzare l'armonia con ciò che può essere considerato buono in sé (e per Sé): essenza della costellazione è “prendere il 'posto' di”; essenza dell'educazione, al contrario, è “scegliere il proprio 'posto””. Un esempio di casa interiore ben abitata è raccontare di sé alla propria famiglia in modo tranquillo, pacato, semplice e amoroso, il raccontarsi anche agli altri. La consapevolezza dei ruoli interiorizzati porta a vivere bene la propria vita, ma anche la propria casa futura dove poter accogliere altri. Dalla famiglia non si ereditano solo i “beni materiali” (es. case), ma anche i “beni spirituali” (es. casa interiore). Occorre educare ad aver cura della -casa-, delle relazioni familiari, per edificare persone in grado di accogliere la casa interiore dell'altro: “non sposiamo mai solo la persona, ma anche la sua provenienza e ciò che porta con sé”. PSICOSINTESI (Roberto Assagioli) — studio del sé spirituale o trans-parentale come organizzatore della realtà: ciò che ci aspettiamo o in cui crediamo, in qualche modo, accade sempre. Anche Roberto Assagioli parla di casa interiore, intesa però come attaccamento maturo alla propria storia familiare. Assagioli porta alcuni esempi di attaccamento non maturo: l'attaccamento materno, sia quello morboso è cattivo che quello più buono ed accettabile; sono pur sempre ostacoli per lo sviluppo di una personalità matura e costituiscono una gabbia: la gabbia dei legami infantili, dell'amore materno e incondizionato. Bisogna varcare quella soglia per essere sé stessi, per raggiungere uno sviluppo corretto del sé e per diventare madri e padri di noi stessi. Compiuto questo passaggio fondamentale, Assagioli parla di due sfere interiori interconnesse: 1. il super cosciente: la nostra parte attiva, in continuo movimento; 2. il sé spirituale: la parte più elevata, ovvero la nostra parte stanziale che si attiva în stato di riposo. Il voler fare mille cose, il fare per fare, implica dei problemi al sé spirituale ed implica altresì il non avere progettualità, il non essere progetto. Il super cosciente è la soglia del Sé spirituale; quest'ultimo è invece paragonabile a un “centro di pace” permanente “che resiste a qualunque costo durante ogni prova, che costituisce una cittadella interna dalla quale dirigiamo tutta la nostra vita”. Dimorare il Sé spirituale è varcare la soglia dei legami infantili per “diventare se stessi”, “padri di se stessi”, “madri di se stessi”, “fratelli e sorelle di se stessi”: essere in pace con se stessi è l'eterno ritorno della tenerezza genitoriale. Inoltre, lo psichiatra R. Assagioli suggerisce come si abita la casa interiore, il che somiglia molto ad un buon funzionamento del sé spirituale e un buon equilibrio tra il sé spirituale e il super cosciente. La pace quindi si trova solo quando ci si eleva in modo risoluto al mondo spirituale e si riesce a dimostrarvi stabilmente. Ma non è una pace passiva, statica, è una pace dinamica e creativa. In sintesi, l'approccio trans-personale è un ottimo modo di studiare a livello pedagogico una famiglia dinamica, in continuo mutamento, ma che deve continuare a educare, che deve inculcare un’etica minima nonostante le innumerevoli forme familiari che si sono andate sviluppando con il passare dei decenti e nonostante gli innumerevoli tumulti esterni. È un po’ come conservare dentro di sé l'atmosfera della vita familiare, interiorizzarla e andare avanti nottante quel quadretto familiare non ci sia più; nonostante sia passato. Il vero compimento della casa interiore è saper e aver rielaborato i ricordi, gli eventi e gli accadimenti familiari passati, saperli raccontare anche usando non sono più reali, saperli interiorizzare e superarli come fatti reali accaduti, senza alcuna angoscia e preoccupazione. Le costellazioni familiari e il trans-personale costituiscono due approcci classici allo studio delle dinamiche transegenerazionali, oggetto di indagine della psicologia. Le relazioni educative transgenerazionali, sul piano metodologico, rappresentano la sfida saliente per una pedagogia familiare più avvertita, tesa a considerare: * l'oggetto “famiglia” non solo in termini statici, ma quale fascio di relazioni implicite, verticali, più spesso non- dette, tali da integrare il concetto di persona, concepita come storia di persone, e il concetto stesso di famiglia, non più ridotto alla sola compagine domestica; * la fenomenologia della circolazione transegenerazionale delle attitudini, delle vocazioni, delle inclinazioni, come pure dei “disimpegni” interiori del senso di colpa, che solo l'educazione può riordinare. 1.4 IL PRIMATO DELLA PEDAGOGIA FAMILIARE L'autore rivendica il primato della pedagogia familiare, che è poi una branca della pedagogia sociale, la quale a sua volta si trova nell’ambito della pedagogia generale. L’autore le attribuisce molta importanza, il primato, rispetto agli altri saperi interdisciplinari che possono essere complementari, ma che hanno finalità differenti. La pedagogia familiare interroga la “società complessa”, ne fa una fotografia e ne realizza delle proposte operative în quanto sapere autonomo e progettuale. Le costellazioni familiari e la casa interiore, infatti, sono altrettante proposte progettuali di educazione familiare che non rientrano né nello studio della sociologia, né della psicologia ma che possono essere utili a tutti i tipi di famiglia. La pedagogia in rapporto con le altre scienze sorelle, varia, ad esempio: in rapporto all’antropologia culturale, il cui oggetto di studio sono le dinamiche culturali e Ie interazioni sociali, la pedagogia familiare ci dice quali sono i ruoli degli “agenti educativi primari” e soprattutto ha una capacità predittiva e generalizzante molto superiore (la pedagogia familiare si focalizza su un diverso oggetto). In rapporto con la psicologia sociale: se la psicologia sociale si occupa delle relazioni tra una persona e il mondo esterno che la circonda, la messa al centro delle relazioni non implica un itinerario di educazione alle relazioni familiari, ambito della pedagogia familiare? Il sociale non è forse una grande famiglia allargata? L'autonomia della pedagogia è preservata nei confronti della psicologia dello sviluppo (Piaget). Quest'ultima studia lo sviluppo psicomotorio e le fasi evolutive del bambino. Solo una conoscenza dei compiti educativi primari può permettere di intervenire sul piano evolutivo per permettere un buon adempimento dello sviluppo evolutivo stesso. C'è quindi una complementarietà tra le due discipline, pur nell'autonomia di ciascuna come oggetto di studio e schemi di riferimento.
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