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La Società Interconnessa: Comunicazione, Rischio e Nuove Pratiche Sociali (Piero Dominici), Sintesi del corso di Sociologia Politica

La società interconnessa, una società ipercomplessa in cui le informazioni e la conoscenza sono le risorse principali. Dominici discute della crescente importanza della comunicazione, della categoria del rischio e del conflitto, e delle nuove pratiche sociali emerse nella società interconnessa. Il testo enfatizza l'urgenza di una cultura della condivisione e della cooperazione per realizzare una cittadinanza attiva e partecipativa.

Tipologia: Sintesi del corso

2019/2020

Caricato il 25/01/2024

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Scarica La Società Interconnessa: Comunicazione, Rischio e Nuove Pratiche Sociali (Piero Dominici) e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia Politica solo su Docsity! DENTRO LA SOCIETÀ INTERCONNESSA (PIERO DOMINICI) CAPITOLO 1: La società interconnessa è una società ipercomplessa in cui il trattamento e l’elaborazione delle informazioni e della conoscenza sono ormai divenute le risorse principali; un tipo di società in cui alla crescita esponenziale delle opportunità di connessione e di trasmissione delle informazioni non corrisponde ancora un aumento delle opportunità di COMUNICAZIONE intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza che implica pariteticità e reciprocità. La tecnologia, i social networks e la rivoluzione digitale pur avendo determinato un cambio di paradigma, e creato le condizioni strutturali per l’interdipendenza (e l’efficienza) dei sistemi e delle organizzazioni non sono tuttora in grado di garantire che le reti di interazione create generino relazioni comunicative, basate cioè su rapporti simmetrici e di reale condivisione. La Rete crea un nuovo ecosistema della comunicazione ma, pur ridefinendo lo spazio del sapere, non può garantire orizzontalità o relazioni più simmetriche. La differenza, ancora una volta, è nelle persone e negli utilizzi che si fanno della tecnologia si parlerà appunto di TECNOLOGIE DELLA CONNESSIONE E NON DI TECNOLOGIE DELLE COMUNICAZIONE LE ETICHE DELL’INTENZIONE INSIEME AI CODICI DEONTOLOGICI E PROFESSIONALIhanno dimostrato la loro debolezza e inefficaciaanche su questo tipo di sfida conoscitiva, destinata ad avere ricadute importanti sempre più decisive, proprio nella civiltà ipertecnologica e dell’automazioneuna civiltà fondata su vecchie illusioni delle società umane e sul dominio della tecnica e delle tecnologie in ogni ambito della prassi sociale, individuale e collettiva: una civiltà che sembra volersi basare sulla progressiva marginalizzazione dell’umano e dello spazio della responsabilitàuno spazio fatto di individualità, variabilità, di errori e imprevedibilità COMUNICAZIONE: Ha assunto una rilevanza strategica in tutte le sfere della prassi individuale e collettiva e si avverte l’urgenza di un sistema di pensiero e di modello teorico interpretativo in grado di spiegare la complessità del mutamento in corso si avverte l’esigenza di una CULTURA DELLA CONDIVISIONE che possa effettivamente creare le condizioni per la realizzazione di una cittadinanza attiva, non eterodiretta e partecipe del bene comune CATEGORIA DEL RISCHIO E DEL CONFLITTO nei sistemi sociali e nelle organizzazioni complesse, sono sempre più riconducibili ad una cattiva/inefficace gestione delle conoscenze o all’impossibilità di avere accesso a queste e di farne un uso consapevole e razionale MODERNITà: si è presentata come un’esperienza più frammentaria che ha minato le certezze degli attori sociali anche perché la realtà, perdendo il suo ordine e la sua apparente unitarietà, continua a mostrarsi molto più complessa delle leggi che tentano di definirla e interpretarla Una distinzione che si concretizza e si traduce in una serie di dilemmi tipici delle società umanedilemmi le cui implicazioni e dinamiche si sono radicalizzate nella civiltà ipertecnologica, non riuscendo ancora a trovare una ricomposizione, neanche minima, di fratture e distanze che sono sociali e culturali SOCIETà INTERCONNESSA/IPERCONNESSA è attraversata e pervasa da processi e dinamiche inarrestabili, costantemente instabili, che oscillano tra l’interdipendenza e la frammentazione tra nuove utopie e distopie LA CONOSCENZA prodotta da un complesso PROCESSO DI ACQUISIZIONE INTERSOGGETTIVA costituisce l’esito tutt’altro che scontato di un percorso che si sviluppa, non tanto per deduzione logica o semplice accumulazione lineare di informazioni, quanto per tentativi ed errori in grado di far avanzare il pensiero e la ricerca NUOVO ECOSISTEMA GLOBALE: della comunicazione si caratterizza per un alto tasso di dinamicità dei processi che mette a dura prova le tradizioni logiche di controllo e sorveglianza, tipiche delle società industriali avanzate. la società interconnessa fonda la sua ricchezza sulla smaterializzazione degli scambi ma rendere più evidenti le disuguaglianze di carattere conoscitivo e culturale definendo nuove asimmetrie sociali e nuove regole d’ingaggio della cittadinanza NUOVA COMPLESSITà SOCIALE: definisce le condizioni strutturali per l’affermazione di un SAPERE RIFLESSIVO che deve fare i conti con la crisi del pensiero, dei paradigmi conoscitivi e con l’incapacità di promuovere soluzioni accettabili. I sistemi di orientamento conoscitivo e valoriale si mostrano inadeguati rispetto ad una realtà sociale costantemente in evoluzione, capaci di auto-organizzarsi e di evolversi in maniera non lineare e non prevedibile COMUNICAZIONE: processo sociale di condivisione delle conoscenze in cui sono coinvolti gli attori sociali, i gruppi, le comunità, i vissuti, le situazioni, i contesti, i mezzi di comunicazione ecc… tutti loro stabiliscono tipi e modalità di relazioni non riconducibili al PRINCIPIO DI CAUSALITà. Sono tipi e modalità di interazioni che risultano essere sempre sistemici e con un coefficiente di imprevedibilità significativo, al di là del modello culturale dominante.  Può essere definita anche come una interazione sociale caratterizzata da un sistema di relazioni nel quale azione e retroazione oltre a non essere lineari presentano un carattere probalistico, con relativa difficoltà di individuare regolarità e previsioni, dal momento che non esiste corrispondenza tra input e output. Essendo un processo COMPLESSO, le cui dinamiche non seguono il principio di causalità la comunicazione è complicata e richiede conoscenze, competenze e un approccio multidisciplinare e interdisciplinare. L’OGGETTO DELLA COMUNICAZIONE sembra semplice e banale, sembra non richiedere particolari conoscenze COMPLESSITà DI UN OGGETTO, DI UN PROCESSO, DI UN SISTEMA: è legata alla presenza di molte concause, variabili e parametri di misura che ne rendono difficile l’osservazione e in quanto si parla di conoscenza scientifica di REPLICABILITà COMPLESSITà: è una sfida ambivalente:  Da una parte è l’irruzione dell’incertezza irriducibile nelle nostre conoscenze è lo sgretolarsi dei miti delle certezze, della completezza, dell’esaustività, dell’onniscienza che per secoli hanno indicato e regolato il cammino e gli scopi della scienza moderna  L’esigenza e l’ineluttabilità di un approfondimento dell’avventura della conoscenza, di una trasformazione dei giudizi di valore che operano nella selezione delle questioni legittime e dei problemi che operano nella selezione delle questioni legittime e dei problemi persino sulla concezione del sapere Il delinearsi di un universo incerto non è solo il sintomo di una scienza in crisi ma anche l’indicazione di un approfondimento del nostro dialogo con l’universo, l’indicazione della forza dei nuovi modelli elaborati dalle nostre scienze nel tentativo di tenere conto del massimo di certezze e incertezze per affrontare ciò che è incertolo studio della comunicazione richiede un cambiamento di prospettiva che l’approccio alla Tale contrapposizione sfocia nella formazione di scuole di pensiero antagoniste emergono subito differenze culturali e le molteplici visioni del mondo. Inoltre difficilmente si riesce a far convergere i diversi punti di vista verso il riconoscimento di valori che teoricamente, dovrebbero far parte del bagaglio di conoscenze di ogni buon comunicatore. Spesso accade che i principi dei codici deontologici già esistenti vengono applicati senza prendere in considerazioni eventuali conseguenze negative, involontariamente scaturite da azioni comunicative orientate in base a quei principi ritenuti legittimi ma che non contemplano le straordinarie possibilità create dal progresso, le nuove modalità comunicative e la natura ipertecnologica dei nuovi media LA COMUNICAZIONE: è divenuta un processo globalizzante che finisce inevitabilmente con lo scontrarsi con una realtà sempre più complessa, frammentata e segnata dall’affermazione di quello che WEBER chiama POLITEISMO DEI VALORI Avendo l’etica sempre rappresentato una risposta a problemi pratici reali degli attori sociali occorre prendere atto che tali problemi sono mutati perché cambiate le società, i sistemi, le istituzioni ed i rapporti sociali La rinascita d’interesse per l’etica è legata al sorgere di nuove problematiche mai affrontate perché legate all’avvento della modernità complessa, fondata su un capitalismo industriale in rapida evoluzione verso un’economia più interconnessa e basata su processi di apertura che sfuggono alle tradizioni logiche di controllo e sorveglianza LE CAPACITà DEI NUOVI STRUMENTI COMUNICATIVI: richiedono una rivisazione critica delle regole dell’etica tradizionale e una riformulazione delle stesse in forma più attuale perché sembra essersi affermato un concetto di soggettività responsabile basato su una maggiore autonomia individuale e su spazi di libertà più ampi PROBLEMI LASCIATI APERTI DA WEBER:  Esistenza di due distinti piani di discorso, uno tecnico-scientifico e l’altro legato alle scelte  La netta separazione tra evidenze empiriche e giudizi di valore  Il distacco tra ricerca storico-sociologica e ricerca morale Al centro del pensiero di WEBER sono i valori che hanno sempre svolto un ruolo essenziale nella storia delle civiltà e si trovano su un piano separato rispetto a quello delle scienze empirico-descrittiveil suo pensiero non lascia aperta nessuna possibilità di colmare questo divario tra i due piani diversi di discorso, quello scientifico e quello etico-morale, e ciò fa capire quanto possa essere difficilmente superabile la tradizionale contrapposizione tra INTERGRATI e APOCALITTICI nella communication research Il problema consiste nel fatto che l’analisi causale non fornisce assolutamente alcun giudizio di valore ed un giudizio di valore non è assolutamente una spiegazione causale e quindi il giudizio negativo o positivo, che potrebbe essere espresso sui media, sulla loro natura e sui loro effetti si muove in una sfera diversa da quella della spiegazione causale, così come si trovano in un’altra sfera i problemi filosofici della responsabilità e della libertà WEBERavverte la difficoltà di definire un’etica ideale proprio perché è cosciente di quella che HABERMAS chiama LA DIFFERENZIAZIONE DEI MONDI DI VITA che rende impossibile il riconoscimento di principi etici comuni, universali. WEBER sostenendo l’esistenza di una pluralità delle sfere di valore, sente l’esigenza di differenziare i comportamenti e le scelte di tipo etico così come si rende conto dell’impossibilità della fondazione oggettiva e razionale delle norme etiche, in quanto tra i valori si tratta non di semplici alternative ma di una lotta mortale senza possibilità di conciliazione. la formulazione di un giudizio di valore implica una presa di posizione nei confronti della realtà o dell’oggetto che si vuole descrivere REALTÀ OGGETTIVA: tende all’ENTROPIA ed è pervasa dal CAOS motivo per cui la conoscenza richiede un processo di riduzione della complessità ed una selezione della realtà stessa operata in base ad una gerarchia di valori che non sono assoluti ma relativi alla cultura, al contesto storico e all’individuo Dunque è l’individuo a rendere significativa la realtà osservata o alcuni suoi aspetti: da ciò si deduce che esistono una pluralità di modi di conoscere la realtà ed una pluralità di punti di vista, che fanno riferimento a schemi valutativi della realtà diversi tra loro CAPITOLO 2. SOCIETà DI MASSA: ha rappresentato una fase molto importante di passaggio, una fase di transizione che ha preparato la vita a quel grande processo di trasformazione globale delle società moderne su scala mondiale ha rappresentato una sorte di grande laboratorio sociale e culturale dove è stata elaborata e sperimentata la modernità radicale e la società interconnessa NIETZSCHE, MARX, KIERKEGAARD, WEBER, SIMMEL, PARETO, MICHELStestimoniano un’analisi della società di massa li accumuna l’idea di ASCENDENZA POSITIVISTICA ED EVOLUZIONISTICA ma che va oltre il positivismo e l’evoluzionismo, che il soggetto così com’era stato forgiato dalla civiltà occidentale fosse sul punto di essere superato radicalmente MARCUSE, ARENDT,HORKHEIMER, ADORNO, BENJAMIN, MCLUHAN, MORIN, CHOMSKY hanno portato l’attenzione sul tema del mutamento antropologiconascita di un NUOVO INDIVIDUO MULTIMEDIALE che ha esteso i suoi sensi, la sua conoscenza, attraverso i NUOVI MEDIA i quali ne hanno modificato il linguaggio, i valori, il tempo, le abitudini di vita, i rapporti sociali, i rapporti con il potere L’INTRODUZIONE DEI MEZZI DI COMUNICAZIONE DI MASSA ha determinato profondi mutamenti nell’intero sistema di formazione e trasmissione dei modelli, dei comportamenti, della cultura ma il GIUDIZIO sulla società di massa è NEGATIVO. IL GIUDIZIO NEGATIVO sulle masse e sulle società di massa si è radicalizzato nell’opera di Nietzsche il quale, rompendo con il passato, ha evidenziato con lucidità come la civiltà occidentale basata sulla scienza, sulla logica, sull’ottimismo, sia una civiltà che crede nelle macchine e che va alla ricerca della verità l’uomo massa è solo in una società che non offre più punti di riferimento. Per superare ciò bisogna diventare SUPERUOMOfigura metaforica che indica la ricerca incessante di divenire sé stesso liberandosi delle catene e dei falsi valori etici, con l’obiettivo di affrontare l’abisso che lo circonda dunque anche con Nietzsche si ha l’idea di un soggetto nuovo che deve spezzare le vecchie catene e cambiare per essere in grado di fronteggiare la nuova complessità BERGSON: avverte l’inarrestabilità di questo processo evoluzionistico e l’energia che pervade il mondo che lo circonda. La continua evoluzione della realtà consiste in uno slancio vitale che è soprattutto azione che di continuo si crea e si arricchisce. L’analisi e le teorie sulla società di massa assumono una posizione di rifiuto della civiltà moderna, basata sulla razionalità strumentale, la tecnologia scientifica e i processi di meccanizzazione GASSET, DE MAISTRE, DE BONALD, BURCKARD con il loro pensiero si evince come l’individuo sia totalmente assorbito, risucchiato nel vortice delle masse che hanno decretato la caduta dei valori tradizionali e della vera cultura portando ignoranza, conformismo e standardizzazione. Le masse hanno annullato l’individuo e la sua identità, sottomettendo la vita culturale e sociale alle leggi delle riproduzioni di bisogni massificati che inibiscono la creatività del singolo GASSET: lancia un disperato grido d’allarme poiché la società dominata dalle masse, oltre a negare l’individualità, l’ordine costituito e la cultura tradizionale, non è in grado di sostituire ciò che nega INDIVIDUO NELLA SOCIETà DI MASSA: è un consumatore che divora informazioni e una nuova cultura, quella di massa l’opera di ARENDT: convinzione che il totalitarismo abbi portato alle sue estreme conseguenze proprio le caratteristiche della società di massa, trasformando le classi sociali in massa di individui intercambiabili e manipolati dalla propaganda dei mass media funzionalizzando e rendendo la cultura uno strumento di potere. LA CRITICA ALLA CULTURA DI MASSA: è una critica all’industria culturale e ai mass-media accusati di manipolare, influenzare, stimolare al consumo gli individui visti come eterodiretti SCUOLA DI FRANCOFORTE: ADORNO e HORKHEIMER criticano la democrazia liberale e la società di massa in grado di manipolare l’individuo in modo che si allinei alla concezione ideologica dominante MARCUSE: la mercificazione, il consumismo, l’ideologia alienante della società industriale avanzata non potevano che produrre L’UOMO A UNA DIMENSIONE. Egli sottolinea come la pubblicità produttiva, la propaganda e la politica facciano parte del processo di mistificazione della realtà operando ai danni dell’individuol’UOMO A UNA DIMENSIONE VIVE IN UNA SOCIETà AD UNA DIMENSIONE che viene legittimata da una filosofia ad una dimensione in grado di svuotare la capacità di pensiero critico. Questo tipo di società è arcaica, senza opposizione, nella quale l’attore sociale viene trasformato nella sua capacità di giudizio e nei suoi valori SOCIETà IPERTECNOLOGICA: nega all’uomo-massa la possibilità del pensiero critico, la possibilità di cambiamento La critica di MARCUSE si fa incalzante quando afferma che i POTENTI DELLA POLITICA stimolano il pensiero costituito da ipotesi autovalidantisi che diventano dei dettami ipnotici. VALORI: per ciò che li riguarda la liquidazione della cultura a due dimensioni non avviene rifiutando o disconoscendo i valori culturali ma inserendoli in massa seguendo l’ordine stabilito UOMO-MASSA: questa immagine che si evince è quella di un individuo manipolato nelle idee e nei gusti, eterodiretto e conformista nei valori e nelle scelte vive in una realtà che è mistificata attraverso la pubblicità produttiva, la propaganda e la politica e l’apparato dell0industria culturale, costituito dai mass- media, a giudizio degli autori della scuola di Francoforte, è uno strumento utilizzato dal sistema per imporre valori e modelli di comportamento che devono essere uniformi per raggiungere la massa. SOCIETà DI MASSA: pone il difficile tema del rapporto tra un individuo e l’opera d’arte nella società industriale questione affrontata da BENJAMIN il quale si rende conto che, nell’epoca della riproducibilità tecnica, si sono affermate nuovo modalità di percezione e di fruizione estetica che hanno cambiato il rapporto delle masse con l’arte stessa. La riproducibilità tecnica ha permesso un rapporto più diretto con l’arte ma ha svuotato l’arte del suo hic et nunc ossia del suo esistere in modo unico e irripetibile nel luogo in cui si trova. Anche l’esperienza estetica si configura come forma di comunicazione non razionale funzionale al controllo ed al coinvolgimento delle masse INDUSTRIA CULTURALE: oltre ad agire sui bisogni dei consumatori modifica negativamente la loro capacità di comprenderne la bellezza BLUMER: definisce la massa come un aggregato anonimo, un aggregato composto di individui anonimi tra i quali esiste scarsa interazione o scambio di esperienze ARENDT: sottolinea come le masse siano apatiche, abuliche ma sempre pronte ad agire irrazionalmente guidate da slogan e dalla propaganda dei mass-media ciò che la spaventa di più consiste in una delle ricostruire la polis, una polis idealizzata, caratterizzata dalla partecipazione popolare a tutti i livelli e tutti i settori della vita associata PARK: pensava addirittura al villaggio tradizionale, in cui tutti si riconoscevano e sapevano tutto degli altri. Verso la fine degli anni 50, il dibattito sulla società di massa e la cultura da essa diffusa attraverso media e industria culturale si attenuò, grazie soprattutto a studi specifici e numerose ricerche empiriche LAZARSFELD, MERTON,KATZ i quali riuscirono a dimostrare che non sempre le comunicazioni di massa producono effetti negativi o devastanti, manipolazione e/o persuasione. Le loro ricerche evidenziano che nel pubblico consumatore dell’industria culturale spesso si manifestavano una certa resistenza e una certa capacità di filtrare i messaggi dei mass-media in maniera consapevole. COLORO CHE HANNO VISTO NEI MASS-MEDIA UNA NUOVA ALBA DI DEMOCRAZIA E COLORO CHE INVECE VI HANNO VISTO GLI STRUMENTI DI UN DISEGNO DIABOLICOavevano in realtà la stessa immaginazione del processo delle comunicazioni di massa. Essi immaginavano ogni messaggio come uno stimolo diretto e potente tale da produrre una immediata risposta. In breve i mass-media venivano considerati come un nuovo tipo di forza unificatrice. KATZ, LAZARSFELD: hanno contribuito a ridimensionare l’immagine, l’idea di un pubblico consumatore che viene stimolato ed influenzato dai mass media SOCIETà DI MASSA E MASS MEDIA: non riescono molto facilmente ad avere la meglio sull’individuo, in quanto i messaggi e gli stimoli che egli riceve dall’esterno, vengono comunque e sempre rielaborati nelle relazioni interpersonali all’interno del gruppo di riferimento e/o della comunità di appartenenza l’introduzione dei mezzi di comunicazione di massa nelle società moderne e industrializzate, ha determinato radicali mutamenti nell’intero sistema di formazione e trasmissioni dei modelli, dei comportamenti, della cultura e che questi mutamenti non sono più solo quantitativi come erano stati sino ad oggi i mutamenti nella circolazione delle idee e dei modelli culturali ma anche qualitativi di carattere sostanziale e strutturale MEDIA: hanno riprodotto online la struttura reticolare e capillare delle reti sociali recuperandone ed estendendone, in chiave innovativa, le caratteristiche strutturali perciò è erroneo credere di potere spiegare l’attuale mutamento, innescato dalla RIVOLUZIONE DIGITALE, non considerando teorie e ricerche empiriche del passato che hanno ancora molto da dire in termini non solo interpretativi RELATIVISMO RADICALE DEI VALORI E LE MOLTEPLICI VISIONI DEL MONDO hanno portato il soggetto ad essere solo nella scelta dei fini e a non avere punti di riferimento. I legami tra l’individuo e le tradizionali agenzie di socializzazione si sono indeboliti e questa distanza che si è creata ha favorito l’ascesa dei mass media al ruolo di protagonisti del processo di formazione dell’identità e della cultura dell’individuo PLURALIZZAZIONE DELLE SOCIALIZZAZIONI: cioè dell’esistenza di molteplici centri formativi protagonisti appunto, della formazione/costruzione della personalità individuale e dello spazio educativo e comunicativo se attualmente possiamo affermare che si siano divorati lo spazio della socializzazione. Con la rivoluzione digitale, la distinzione tra vecchi media e nuovi media, è saltata anche se saremo costretti ad utilizzarla solo per motivi di comunità. Molti autori come MEYROWITZ, GERBNER, DORR che hanno enfatizzato il ruolo determinate svolto dai diversi MEDIA non solo nel processo di costruzione dell’identità e realtà ma anche nella definizione e nella scelta dei comportamenti sociali più appropriati ciò non esclude che i media costituiscono anche degli importanti strumenti di alfabetizzazione, conoscenza, di scambio sociale, di formazione ed intrattenimento.  anche la TEORIA DELLA FORMAZIONE ha ampiamente evidenziato il nesso esistente tra media e socializzazione (es: secondo GERBNER, esponente di spicco di quest’area di studi con la sua teoria della COLTIVAZIONE, i contenuti televisivi riescono a produrre nella mente di chi osserva idee riguardanti il comportamento, le norme e le strutture sociali. Tali idee vanno a fornire la nostra immagine della e del tipo di società in cui viviamo, condizionando la formazione dell’identità e la socializzazione degli individui GERBNER: Ha parlato di un SISTEMA NARRATIVO CENTRALIZZATO che coltiva predisposizioni e preferenze solitamente accolte da altre fonti primarie, definendo i confini di un ambiente simbolico comune a tutti  dinamiche ed effetti che l’ecosistema delle Reti digitali è in grado di amplificare ma che non risultano così differenti rispetto al passato LA COSTRUZIONE SOCIALE DELLA REALTà è sempre più legata all’esperienza mediale e degli ambienti iperconnessi, a cui viene dato un senso attraverso un universo simbolico di cui i messaggi dei MEDIA e nei media digitali sono parte integrante ATTRAVERSO L’INDUSTRIA CULTURALE: Sono stati proposti dalla società di massa nuovi valori, nuove mentalità e modi di essere, che spesso sono stati interiorizzati sulla base di una socializzazione che non avviene più in modo indiretto, attraverso il filtro della famiglia e della scuola, ma che si verifica in modo diretto e immediato, grazie anche al GRUPPO DI PARI e ad una dieta multimediale. Cambiano i meccanismi di trasmissione dei valori perchè cambia l’ecosistema e aumentano variabili in gioco. MEYROWITZ: secondo lui i media esercitano una notevole influenza sul comportamento sociale, in virtù non tanto del potere dei loro messaggi, quanto della nuova organizzazione degli AMBIENTI SOCIALI in cui gli individui interagiscono tra loro tale situazione ha ridimensionato il rapporto tra LUOGO FISICO E LUOGO SOCIALE, tale aspetto è ricollegato al problema dei ruoli e dei processi di identificazione che caratterizzano i gruppi di riferimento. Chiarisce che il meccanismo attraverso il quale i media elettronici influiscono sul comportamento sociale non è un misterioso equilibrio sensoriale, ma una ben riconoscibile ristrutturazione dei palcoscenici sociali sui quali interpretiamo i nostri ruoli e di conseguenza, il cambiamento della nostra concezione di comportamento appropriatotale approccio riesce ad inquadrare le dinamiche identitarie e relazionali tipiche dei sociali media e delle network society il suo tentativo è quello di farci prendere coscienza del fatto che i nuovi mezzi di comunicazione hanno confuso i diversi ruoli, i processi di identificazione, ma soprattutto gli stadi della socializzazione non risultano più chiari, distinti e progressivi come li avevano descritti DURKHEIM, PARSONS, BERGER, LUCKMANN, MERTON E MEADIl complesso processo di interiorizzazione della cultura del proprio gruppo di appartenenza non segue più le tradizioni e rigorose tappe del passate, sfugge alle vecchie logiche di controllo e prevedibilità In pratica per lui la separazione delle persone in varie situazioni ha favorito diverse visioni del mondo, ha creato nette distinzioni tra comportamenti da palcoscenico e da retroscena, e ha permesso agli individui di svolgere ruoli complementari invece che reciprociqueste distinzioni nelle situazioni erano sostenute dalla diffusione dell’alfabetizzazione e dalla stampa, che tendeva a dividere le persone in modi informativi molto diversi basati su livelli diversi di capacità di lettura e sulla formazione e l’interesse per generi letterari diversi. Queste distinzioni erano favorite dall’isolamento di persone diverse in luoghi diversi il che creava differenti identità sociali basate sulle esperienze specifiche e limite che si potevano vivere in determinati luoghi GOFFMAN: Aveva paragonato la vita sociale a una rappresentanza teatrale, in cui ognuno di noi, interpretando molteplici RUOLI è costretto ed esercitarsi per assimilare le convenzioni della società x mantenere la propria RAPPRESENTANZA in ogni situazione, MEYROWTZ evidenzia che i ruoli interpretati dagli individui sono cambiati radicalmente rispetto al passato e si sono modificate le condizioni della socializzazione e dell’interazione sociale I MEDIA: entrano nei complessi meccanismi della realtà sociale già con un buon bagaglio di conoscenze, grazie alle numerose informazioni ricevute dall’esterno, che talvolta non richiedono abilità nei processi di decodifica DURKHEIM, PARSONS, MEAD, EISENSTADT, MERTON, ZATZ hanno analizzato i molteplici e contradditori aspetti evidenziando come l’integrazione e la socializzazione degli individui che consiste nell’insieme dei processi di acquisizione e interiorizzazione delle norme, dei valori e dei modelli di comportamento condivisi siano determinati per gli individui e per la sopravvivenza del sistema sociale L’esigenza di una comunicazione che comprenda realmente il ruolo assunto in seno alla società di massa poi alla società interconnessa/iperconnessa, dai moderni new media e dalle reti digitali sociali che sono destinati ad essere più gli strumenti attraverso i quali costruiamo la nostra idea di vita e di partecipazione alla realtà sociale PARSONS: ha posto l’accento sulle condizioni della coesione e della stabilità del sistema sociale, riconoscendo al complesso processo della socializzazione la fondamentale funzione di trasmettere regole, idee, concezioni della realtà, schemi di comportamento, motivazione che sono basilari per mantenere in equilibrio il sistema stesso LA COMPLESSITà DEGLI IDEALTIPI società di massa e società interconnessa/iperconnessa, e la crisi comunicativa che ha investito gli attori tradizionali del processo formato hanno evidenziato il declino di tutte le formazioni ed appartenenze sociali, in passato protagoniste nei processi di definizione dei sistemi d’orientamento valoriale e conoscitivo. Il vuoto lasciato da tutte quelle formazioni e appartenenze sociali è stato colmato da una realtà sociale contraddittoria ed in continua evoluzione che non sembra offrire punti di riferimento SOCIETà DEI CONSUMI: il consumo culturale, soprattutto legato alla televisione ed alle nuove tecnologie informatiche basate sull’interattività, sembra appagare le esigenze fondamentali per il soggetto di comunicazione, esprimersi e confrontarsi con gli altri il trionfo del relativismo culturale, la grande differenziazione delle opinioni, dei gusti e dei modi di essere e apparire ma soprattutto l’elevarsi al ruolo di presunti valori da parte di aspetti legati al benessere materiale, aspetti che la società dei consumi, attraverso prima i mass media e l’industria culturale, poi attraverso media digitali e social network portano il discorso ad analizzare il problema dei contenuti veicolati dai mass- media a dai new-media e a considerare l’immensa area di studio sugli effetti delle comunicazioni di massa nota con il termine COMMUNICATION RESEARCH All’interno della COMMUNICATIO RESEARCH: LEWIN e LAZARSFELD  LEWIN studia la reti di canali comunicativi esistenti dentro i piccoli gruppi sottolineandone norme e fattori di condizionamento. LAZARSFELD: focalizza la sua attenzione sul processo di comunicazione nel suo complesso, con riferimento ai comportamenti elettorali e di consenso. Gli studi di LEWIN e HOVLAND hanno avuto il merito di definire il quadro teorico di riferimento delle ricerche sulla dissonanza cognitiva, teoria poi elaborata da FESTINGER con riferimento alla dissonanza tra azioni abituali e convinzioni possedute. Lo sfondo culturale e la produzione intellettuale del 19esimo secolo, le diverse interpretazioni della società di massa, la stretta connessione tra potere e propaganda dei mass-media ma soprattutto la grande influenza della psicoanalisi e del comportamentismo diedero vita ai primi studi che presero il nome di TEORIA IPODERMICA TEORIA IPODERMICA: influenzata dalla PSICOLOGIA DEL COMPORTAMENTO pone la sua attenzione sugli stimoli provenienti dai mass-media e dalla propaganda politica. Tale teoria dava per scontato che le sollecitazioni dei media non potessero produrre delle risposte negli individui considerati atomi isolati pronti a farsi suggestionare dai messaggi mediatici MCQUAIL: afferma che questa visione non si basava su un’indagine scientifica ma sull’osservazione sia dell’enorme popolarità della stampa e dei media più recenti sia del loro inserimento in molti aspetti della vita di ogni giorno queste condizioni vennero condivise e sostenute dagli agenti della pubblicità e dall’azione propagandistica di vari governi durante la 1 guerra BOCKELMANN: sostiene che lo sviluppo e la diffusione dei media e della televisione come mezzo predominante di comunicazione sono fenomeni che hanno cambiato l’uso del tempo libero anche in virtù della grande differenziazione esistente all’interno del sistema delle comunicazioni di massa. Tale diffusione ha offuscato l’immagine e ridimensionato il ruolo degli opinion leaders Successivamente la COMMUNICATION RESEARCH: ha spostato la sua attenzione sulle funzioni svolte dalle comunicazioni di massa. MERTON per primo ha avvertito questa esigenza. Il sistema sociale viene descritto dagli struttural-funzionalisti come un organismo, all’interno del quale alcuni microsistemi si muovono in maniera coerente, aderendo ai modelli di valore interiorizzati e istituzionalizzati e svolgendo delle funzioni vitali per mantenere il sistema equilibrato e stabile Tra i SOTTOSISTEMI: presenti nel sistema sociale, quello dei mezzi di comunicazione svolge la funzione di connettere e amalgamare gli altri sistemi, garantendone l’ordine e l’armonia ma soprattutto dipingendo un’immagine della realtà comune a tutti gli individui. I MEDIA dunque hnno il merito di consevare i valori e i modelli di comportamento acquisiti ma sono anche importanti per il soddisfacimento di bisogni funzionali al sistema SISTEMA STABILE: la sua idea è correlata ad un’azione sociale che deve essere conforme alle norme ed ai valori sociali. È importante sottolineare che la communication research ha una visione globale del problema, non si ferma al discorso sugli effetti ma evidenzia l’importanza dei mezzi di comunicazione di massa nello svolgimento di numerose funzioni vitali per il sistema. La teoria funzionalista rappresenta un momento significativo di transizione tra le teorie precedenti sugli effetti a breve termine e le successive ipotesi sugli effetti a lungo termine MERTON, LAZARSFELD: per loro è chiaro che i mezzi di comunicazione di massa servono a riaffermare le norme sociali denunciano le deviazioni all’opinione pubblica. Per loro la DISFUNZIONE DEI MASS-MEDIA: la più preoccupante è la DISFUNZIONE NARCOTIZZANTE che culmina nell’apatia, nell’inerzia e nella passività. Il cittadino informato e interessato considera il suo contatto mediato col mondo della realtà politica, il leggere, l’ascoltare la radio e il riflettere come un surrogato dell’azione Non si può negare che i media abbiano svolto un ruolo importante ma esiste il rischio di compromettere le importanti possibilità di una partecipazione attiva alla vita basata sull’esperienza diretta a favore della conoscenza che è tale ma non contempla la prassi USI E GRATIFICAZIONI: questa ipotesi ribaltano parte dall’idea che il pubblico delle comunicazioni di massa sia del tutto autonomo ed indipendente nelle sue decisioni di consumo. Tali decisioni sono sempre finalizzate alla soddisfazione di bisogni umani fondamentali sia a livello biologico sia psicologico I MEDIA: sono strumenti nelle mani di un’audience, che non è passiva o apatica e che dal loro uso ne riceve delle gratificazioni Il modello USI E GRATIFICAZIONI si schiera in una posizione antitetica rispetto alla teoria ipodermica e alla teoria critica che vedevano l’individuo manipolato e alienato a causa dei mezzi di comunicazione e non si pone più il problema di rilevare ed analizzare gli effetti dei media sull’audience ma quello di conoscere come i media vengono usati dalla stessa audience e con quali finalità WAPLES, BERELSON, BRADSHAW, GUREVITCH, KATZ, HAAS, BLUMER, COMSTOCK: hanno dimostrato come dietro la grande differenziazione dei consumi culturali ci siano in realtà delle scelte consapevoli da parte degli individui che ricercano nei mass-media informazioni, nuove conoscenze e intrattenimento, dunque l’efficacia degli effetti dei media sul pubblico è legata alla capacità di gratificare i destinatari dei messaggi, soddisfacendo le numerose esigenze È sempre il destinatario dei messaggi a decidere cosa consumare e la sua scelta è influenzata dalla complessità della realtà in cui vive e dai valori che essa propone, valori che vengono molto spesso rafforzati dalle comunicazioni di massa Il consumo dei mass-media è un’attività razionale finalizzata al raggiungimento di scopi funzionali alla società e all’individuo, con quest’ultimo che è in grado addirittura di determinare l’inizio e la fine di un atto comunicativo ESPONENTI DELLA SCUOLA DI FRANCOFORTE: sostengono che attraverso il consumismo e il mercato di massa, il potere politico economico, favorendo la standardizzazione e il conformismo, riesce ad avere il totale controllo delle conoscenze degli individui, annullando la loro capacità di critica e la loro autonomia di pensiero, risolvendo cosi anche il problema di un possibile rifiuto ai valori imposti. Il sistema capitalistico attraverso la cultura di massa è riuscito ad ottenere il consenso degli individui a tutto ciò che proponeva Il sistema dell’industria culturale manipola e controlla a proprio piacimento gli individui, i quali sono convinti di essere consumatori autonomi e non eterodiretti nelle loro scelte ADORNO e HORKHEIMER affermano che la violenza della società industriale opera negli uomini una volta per tutte. I prodotti dell’industria culturale possono contare di essere consumati anche in stato di distrazione stato di totale passività e mancanza di libertà per gli individui, i quali sono controllati come burattini sia a livello psicologico sia fisico affinchè si identifichino con la società in cui vivono. Loro due evidenziano come lo spettatore venga messo in condizione di non pensare con il proprio cervello, dal momento che il prodotto culturale è confezionato in modo da stimolare il pensiero e la critica ma come i messaggi che sono da esso veicolati contengano in realtà ordini e prescrizioni che il pubblico inconsciamente l’individualità La logica del consumismo ha costantemente creato nel tempo nuove esigenze e nuovi bisogni che vengono ora considerati fondamentali ma che MARCUSE li definisce falsi. I bisogni falsi sono quelli che perpetuano la fatica, l’aggressività, la miseria, l’ingiustizia. Può essere che l’individuo trovi estremo piace nel soddisfarli, ma questa felicità non è una condizione che debba essere conservata e protetta, se serve ad arrestare lo sviluppo della capacità di riconoscere la malattia dell’insieme e afferrare la possibilità che si offrono per curarla La COSCIENZA degli individui viene ad essere eterodiretta ed essi sono completamente in balia oltre che dei loro riflessi condizionati, di una società che li trascende e li manipola ARENDT, LEDERER, JASPER, CHOMSKY, POPPER: hanno pronunciato il loro verdetto di condanna nei confronti del mezzo televisivo, lo considerano uno strumento negativo, una cattiva maestra, una ladra del tempo, colpevole di aver ucciso la realtà e di rappresentare una ossessione da cui disintossicarsi Negli anni 90 POPPER: teorico della SOCIETà APERTA, paradossalmente si chiude in una posizione critica e conservatrice a priori attraverso la TV si offrono all’audience livelli di produzione sempre peggiori e che l’audience li accetta purchè ci si metta violenza, sesso e sensazionismo che coinvolge maggiormente gli spettatori Secondo POPPER la televisione sta educando i bambini e le persone alla violenza, veicola i messaggi negativi e diseducativi e ciò richiede delle contromisure, che sono restrittive e che POPPER stesso crede di aver individuato nella creazione di una patente revocabile da dare ai responsabili delle produzioni televisive, i quali devono essere coscienti del potere che hanno nelle loro mani I media sono ACCUSATI di eliminare l’esigenza di una partecipazione attiva alla vita sociale e di impedire il dialogo con gli altri favorendo così l’apatia e l’inerzia degli individui motivo per cui anche METAYER ci mette in guardia da una società malata di mass-media e di tecno-dipendenze BAUDRILLARDArriva a parlare di DELITTO PERFETTO denunciando l’illusione delle finalità della tecnica come estensione dell’uomo e del suo potere: viviamo in una fase di virtualità senza freni in cui si siamo illusi che le tecnologie siano lo strumento di un mondo che pensiamo di dominare mentre è esso a dominarci e noi ad essere operatori A partire dagli anni 70 la ricerca comunicativa ha spostato l’attenzione sullo studio degli effetti a lungo termine cioè sull’analisi delle conseguenze progressive sui processi di conoscenza, costruzione e rappresentazione della realtà a priori degli individui. La nuova area di studi sembra riproporre la tradizionale contrapposizione tra chi sostiene che i media siano molto potenti e chi pone l’accento sulle condizioni che renderebbero i loro effetti di natura limitata NEUMANN: ribadisce l’esigenza di tornare a considerare i media potenti essendosi diffusi in modo capillare nella società ed essendo costantemente presenti nella vita quotidiana delle persone, sono diventati ormai le fonti principali a cui tutti fanno rifermento per avere delle informazioni e conoscenze spesso omogenee e ripetitive su qualsiasi cosa. Lei è convinta che i media siano strumentalizzati dai gruppi di potere con il fine di diffonder le proprie opinioni e far credere che queste siano le più condivise ciò fa si che le opinioni diffuse dai media diventino realmente quelle maggiormente accettate dal pubblico a danno delle opinioni alternative che vengono isolate innescando quello che lei chiama SPIRALE DEL SILENZIO. SPIRALE DEL SILENZIO: dinamica complessa, specifica del vecchio ecosistema comunicativo ma che riesce a spiegare i processi caratteristici dalle tecnologie della connessione e dai social network. Con questa teoria introduce elementi decisivi nel dibattito, elementi che vengono suffragati, in modo convincente, dai risultati di importanti ricerche condotte, con diverse metodologie, sulla comunicazione politica e sui rapporti tra politica, mass media e opinione pubblica L’effetto della agenda-setting è chiarito da SHAW: la gente tende a includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o escludono dal proprio contenuto. Il pubblico tende ad assegnare a ciò che esso include un’importanza che riflette da vicino l’enfasi attribuita dai mass-media ali eventi, ai problemi, alle persone dunque i media forniscono all’opinione pubblica un elenco di argomenti e problemi che acquisiscono più o meno rilevanza in funzione di quanto vengono enfatizzati i mezzi di comunicazione di massa. Il punto di partenza della teoria dell’AGENDA-SETTING è la constatazione che la maggior parte delle esperienze che le persone hanno della realtà non avvengono in modo diretto e immediato ma hanno luogo attraverso la mediazione dei mezzi di comunicazione di massa, i quali hanno il potere di farci vivere la storia in diretta, di farci partecipare ad eventi di ogni genere e di grande importanza L’idea che i media siano diventati i più importanti strumenti conoscitivi è emersa anche in altre teorie che hanno enfatizzato il ruolo da essi svolto nel processo di costruzione e di rappresentazione della realtà questa idea accomuna l’agenda setting alla spirale del silenzio alla teoria della dipendenza dei media ed alla teoria della coltivazione che hanno concentrato l’attenzione della ricerca comunicativa sul problema della mediazione nei processi conoscitivi Il modello dell’agenda setting si basa sull’idea che l’insieme dei temi ordinati gerarchicamente e proposti dai media si rifletta sull’agenda dei temi considerati rilevanti dal pubblico. i meriti di questa teoria sono quelli di aver tentato di eliminare i numerosi luoghi comuni e pregiudizi, positivi e negativi, che avevano accompagnato tutta la ricerca sui media e di avere evidenziato altri problemi rilevanti, senza giungere a conclusioni affrettate o a giudizi di tipo categorico anche da questo approccio è emerso il problema di una conoscenza mediata che appare fin troppo legata alla copertura dei temi operata dai mass-media il Il SOGGETTO: avendo assistito alla frantumazione di tutti i vincoli della tradizione ed alla disgregazione degli apparati di consenso si ritrova solo e senza quelle coordinate che gli possano indicare la giusta rotta fino a quel momento definita e garantita dal coinvolgimento della perfetta coincidenza di reale e razionale. La modernità si è confermata come l’Età DELL’AMBIVALENZA E DEL PARADOSSO, della crisi delle ideologie e dei paradigmi scientifici, un’epoca di disillusioni collettive che hanno spinto l’individuo lontano dal sociale. Un’età secolare contrassegnata da un processo di ridefinizione degli immaginari sociali e degli orizzonti morali, da una sorte di sradicamento che ha messo in discussione il concetto stesso di identità Il pensiero moderno e contemporaneo sembra partire dalla consapevolezza di questa crisi, dal fatto che non esistono conoscenza indiscutibili, culture predominanti, valori assoluti ma conoscenze probabilistiche e statisticamente attendibili, valori relativi, spiegazioni complesse. Dunque, si prende atto che la conoscenza oltre ad essere il risultato di un complesso processo di acquisizione intersoggettiva, otre ad essere il risultato di un complesso processo di acquisizione intersoggettiva, costituisce l’esito di un percorso che si sviluppa per tentativi ed errori. È una crisi della RAZIONALITà occidentale e delle forme di vita da esse prodotte, una crisi che coincide con un momento autopoietico di autoriproduzione e autorinnovamento La progressiva diffusione delle nuove tecnologie della connessione sta sconvolgendo architetture sociali e politiche favorendo l’affermazione di un nuovo modo di produzione economica interamente basato sul processo, la capacità di elaborazione e la diffusione delle conoscenze La GLOBALIZZAZIONE: non si è mai rivelata come un momento di frattura rispetto alla cosiddetta PRIMA MODERNITà. Essa ha mantenuto al suo interno tutte le contraddizioni tipiche del moderno. L’economia globale della conoscenza continua a mantenere al suo interno due spinte che si affrontano dialetticamente in campo aperto: da una parte L’INTERDIPENDEZA ECONOMICA E TECNOLOGICA, dall’altra la FRAMMENTAZIONE SOCIALE, POLITICA E CULTURALE.  Alla base di ciò c’è la consapevolezza della crisi del pensiero non più in grado di fornire modelli di problemi e soluzioni accettabili. La modernizzazione riflessiva è segnata dal presupposto di inadeguatezza dei vecchi paradigmi e dei vecchi schemi conoscitivi All’interno dei moderni sistemi sociali complessi, le dimensioni della comunicazioni e della produzione sociale di conoscenza hanno assunto una rilevanza straordinaria anche se spetta ancora alla POLITICA, nonostante la profonda crisi in cui versa, individuare ed elaborare le strategie più adeguate per fare in modo che tutti i soggetti siano inclusi, contrastando quella percezione diffusa di isolamento caotico ma anche di vulnerabilità e precarietà delle esistenze, delle apparenze e dei vissuti sociali. Questo anche perchè L’HOMO FABER ha voluto esercitare in modo smisurato la sua volontà di potenza ma ciò non ha solo determinato nuove opportunità ma anche creato nuove e drammatiche forme di conflittualità e disuguaglianza, segnate dall’accesso limitato o dalla mancata condivisione della conoscenza e delle risorse informative La comunicazione è stata da sempre la variabile decisiva per lo sviluppo dei sistemui sociali. Il miglioramento dei flussi comunicativi ha rappresentato un progresso verso nuove forme della socialità e nuove forme di mediazione degli interesse e dei conflitti Nell’attuale fase di mutamento contrassegnata da una crisi non solo economica, la comunicazione e la conoscenza sociale potrebbe concretamente contribuire anche ad un processo di riavvicinamento tra sistemi di potere e società civile, definendo una nuova simmetria dei rapporti sociali, con inevitabile riconfigurazione e riposizionamento della sfera pubblica ciò si tradurrebbe nel rafforzamento di un’opinione pubblica sempre più critica e informata e sempre più partecipe e destinataria attiva delle scelte della POLITICA e del bene comune ESIGENZA DI UN CAMBIO DI PARADIGMA e di CATEGORIE E DI PRINCIPI INNOVATIVI: tra questi ultimi assumono rilievo particolare quello della neutralità e quello che considera la conoscenza in rete come bene pubblico globale, principi tra loro strettamente connessi. LA NEUTRALITÀ DELLA RETE trova il suo fondamento nell’uguaglianza e consiste nel divieto di ogni discriminazione riguardante i dati e il traffico su internet, che sia basata sul mezzo adoperato sulle caratteristiche delle persone, sull’origine e la destinazione di contenuti, sui servizi. La neutralità della rete si configura come soggetti e contenuti da un’eventuale censura di mercato decisa dagli intermediari: la conoscenza diviene BENE GLOBALE NON BISOGNA RICADERE NELL’ERRORE DI MISURARE LE DISUGUAGLIANZE solo sulla base di indicatori economici: l’ACCESSO ALLA CONOSCENZA, all’informazione, all’istruzione, la possibilità di vedere riconosciuti la propria identità e i diritti di cittadinanza, l’eguaglianza delle opportunità, la libertà di pensiero, lo sviluppo delle società aperte sono indicatori fondamentali LA POLITICA: deve attivarsi finchè i media sociali e le reti diventino tecnologie di cooperazione e non di controllo, aprendo alla sperimentazione di nuove forme di partecipazione democratica ed al potere delle moltitudini mobili e intelligenti affinchè ciò accada la neutralità della rete deve essere riconosciuta per quello che è ossia uno strumento fondamentale. Così fondamentale da essere in grado di garantire il carattere di costruzioni collettiva, intersoggettiva, comune, condivisa Torna la questione della stretta correlazione tra accesso, condivisione, comunicazione e cittadinanza, una correlazione forte che non ammette posizioni intermedie e che rende tali diritti indivisibili LATO OSCURO DELLA RIVOLUZIONE DIGITALE E DELLA SOCIETà DELLE RETI: l’innovazione tecnologica trasforma la natura dell’agire umano e l’ecosistema comunicativo creando opportunità ma anche nuovi rischi legati alle logiche di controllo e sorveglianza La SOCIETà GLOBALE è stata plasmata dai valori di un INDIVIDUALISMO DI UNA PRODUTTIVITà SENZA LAVORATORI è stata creata una MITOLOGOIA DELL’INDIVIDUO AUTONOMO E SVINCOLATO DA OGNI LEGAME, un individuo che, per le sue azioni, sembra non debba rispondere a niente e nessuno conta il DENARO E il CONSUMO e l’unico potere dei cittadini sembra essersi ridotto al loro essere consumatori. Tali dimensioni, insieme al vuoto di significato lasciato dalla crisi delle ideologie, hanno prodotto, tra le conseguenze un DISARMO MORALE che nutre la SOCIETà DELL’IRRESPONSABILITà priva di qualsiasi etica del sacrificio Bisogna uscire dalla fase in cui i legami tra l’individuo e le istituzioni tra l’individuo e le tradizionali agenzie di socializzazione, tra la politica e i cittadini, si sono fortemente indeboliti e questa distanza che si è creata ha favorito il coinvolgimento e sempre più massiccio e decisivo dei media nel processo di formazione delle identità individuali e collettive e nel riconoscimento e nella definizione operativa delle istanze sociali su cui operare delle rivendicazioni nei confronti della politica. Questa proliferazione dei centri formativi e delle arene in cui si sostanzia il pensiero e si progetta la prassi procede di pari passo con la crisi comunicativa che ha investito le istituzioni e gli attori tradizionali del processo formativo, sospesi tra informazione eccessiva e paura della disconnessione L’EGEMONIA DELLA RAZIONALITà STRUMENTALE e dell’economia di mercato ha finito con il far trionfare una logica di dominio che è stata estesa alla totalità della vita sociale. Si è generata una società globale individualizzata, che scarica molte più responsabilità sulle spalle di ogni singolo attore sociale. Lo sviluppo delle forme di comunicazione mediata, al di là dei vantaggi in termini di TELELAVORO e di DISTRIBUZIONE DELLA CONOSCENZA, potrebbe anche raffreddare i meccanismi della produzione di capitale sociale. Il processo di uno spazio virtuale non ha fatto altro che privare la POLITICA e i sistemi di potere del controllo sul proprio corpo, separandoli dalla società civile e dai singoli attori. Credere che la tecnologia possa risolvere qualsiasi problema compreso il riavvicinamento tra politica e cittadini, potrebbe rivelarsi l’ennesimo errore fatale Richiede il passaggio cruciale dall’elaborazione teorica all’azione pratica che deve incidere sul decisore politico. E per fare questo occorrono attori sociali informati e criticamente formati in carne e ossa, destinati attivi e consapevoli dentro le loro reti di cooperazione sociale LA SOCIETà DEGLI INDIVIDUI: deve fronteggiare la crescita esponenziale delle forze produttive che rende il processo di modernizzazione riflessivo cioè tema e problema di sé stesso. Il vantaggio è senza dubbio legato al fatto che tali rischi non hanno più la possibilità di essere ignorati dalla sfera pubblica e dalle opinioni pubbliche. TOMLINSON: la sua analisi sulla globalizzazione va intesa come un fenomeno culturale costituito da una rete di esperienza che attraverso i meccanismi di disaggregazione spazio-temporale modifica in profondità la percezione dei luoghi fisici nei quali ci confrontiamo con l’altro. INFORMAZIONE, CONOSCENZA E CULTURA si configurano come risorse transazionali, non ancora aperte e disponibili per tutti. La globalizzazione costituisce la condizione empirica del mondo moderno, una condizione che viene associata all’idea di una connettività complessa, intesa come processo di costante infittimento delle reti di interconnessione e interdipendenze che caratterizzano la vita sociale moderna LA CRITICA ALLA GLOBALIZZAZIONE: produttrice di individualismo disgregato, è in realtà una critica al sistema capitalistico globale di aver infranto l’antica alleanza tra capitalismo e democrazia e di aver puntato esclusivamente su uno sviluppo economico e tecnologico, senza considerare le implicazioni sociali e sui singoli individuali Si verifica così il passaggio dalla società del lavoro alla società dl rischio, con la definizione affermazione di un’economia politica dell’insicurezza La società della conoscenza innesca un mutamento rivoluzionario di tutte le dinamiche socio-politiche e dei processi produttivi e culturali che fa del capitale intellettuale e della produzione e distribuzione della conoscenza i suoi punti di forza una ennesima rivoluzione industriale generata dal rapido progredire dell’industrializzazione che aveva già determinato una crisi di controllo. I mezzi di comunicazione sono diventati i protagonisti assoluti dei processi di produzione e diffusione della conoscenza preparando un terreno fertile su cui si sta edificando il nuovo sistema-mondo interconnesso in tempo reale L’assenza di istituzioni globali realmente funzionanti e operative. L’economia globale sta affrontando un processo di radicale ristrutturazione che implica il ridimensionamento del capitale fisico e il trionfo dell’offerta di servizi sulla vendita di beni e sugli scambi di proprietà: l’accesso è diventato la nuova misura dei rapporti sociali Il capitalismo globale caratterizzato dalla progressiva acquisizione dei vissuti sociali di ogni singolo cittadino/consumatore, sembra sul punto di legittimare anche nuovi modelli di scambio sociale. INDIVIDUI E ISTITUZIONI sono coinvolti in un processo di commercializzazione di tutta la prassi che delinea uno scenario inquietante nel quale vengono messe in discussione le strutture tradizionali del legame sociale I MEZZI DI COMUNICAZIONE: hanno accresciuto il livello di conoscenza e di consapevolezza delle problematiche sociali anche da parte delle classi sociali più deboli, producendo un discorso di senso comune che servendosi delle reti comunicative si sta progressivamente transnazionalizzando producendo mobilitazioni e azioni politiche autonome e sganciate dalla politica. L’Età DELLA MODERNITù RADICALE GLOBALIZZATA, della modernizzazione riflessiva e della comunicazione totale si presenta come il tempo dell’indeterminatezza della gerarchia e dell’ordine ECONOMIA DELLA CONOSCENZA: ha un nuovo habitat comunicativo basato su microprocessori a buon mercato e ad alta potenza di calcolo interconnessi in una rete pervasiva che sembrano in grado di innescare processi di democratizzazione cognitiva e di emancipazione che spinge le organizzazioni complesse ed i sistemi verso una maggiore apertura e trasparenza → sullo sfondo si vedono affermarsi ATTORI SOCIALI più liberi di partecipare al processo di creazione della conoscenza ed alle produzione di in informazioni→ sembra nascere un nuovo tipo di SFERA PUBBLICA ossia la rete. L’accesso alle info e alle conoscenze di potrebbe rivelare un potente fattore di emancipazione, giustizia e sviluppo umano ATTUALE ECOSISTEMA DELLA CONOSCENZA DESTRUTTURATA: il tradizionale modello industriale che ha accompagnato L'evoluzione del sistema dei mass media, garantendone il controllo da parte dei gruppi di potere e delle classi dirigenti→ così viene meno la vecchia sfera pubblica che HABERMES chiama struttura di intermediazione tra sistema politico e sfere private del mondo di vita e sistemi specializzati nuova architettura distribuita della rete: si prepara a sostituire quella centralizzata e gerarchica del passato agevolata dall’ abbassamento dei costi GRANDE RETE: rende concreta l’opportunità di organizzare e coordinare opinioni e azioni alternative a quelle visibili all'interno dell’arena mediatica. SFERE PUBBLICHE IN RETE: vedo come protagonisti attori sociali non coinvolti nel mercato, che possono farsi massa critica rispetto ad istanze sociali poco riconoscibili, esercitando pressione sul sistema di potere e sulla politica LA RETE→ riesce ad includere nuovi soggetti e attori sociali e allarga la base di chi è dentro l’agorà, favorendo il moltiplicarsi di tutte le opinioni→ auspicio è che tale cambiamento Sì Fondi sulla conoscenza collettiva è sul passaggio della cultura di massa alla CULTURA PARTECIPATIVA NUOVO UMANESIMO: condizione necessaria nei regimi democratici, basato sulla conoscenza diffusa e accessibile a tutti , che sia capace di includere i soggetti deboli o penalizzati dai meccanismi dell’economia- mondo e della crescita senza regole→ i segnali positivi di risveglio di una coscienza globale riconducibile alle molteplici problematiche dell'Ipermoderno che sono testimoniati anche dal fenomeno dei nuovi movimenti sociali che trovano nella rete e nelle opportunità del web 2.0 l’infrastruttura e il volano ideale per coordinare e alimentare i loro progetti→ il sistema mondiale della comunicazione sembra offrire l’opportunità di una formazione di visioni del mondo alternative e quelle egemoni e/ eteroprodotte PUNTARE SU STRATEGIE FINALIZZATE ALLA CONDIVISIONE DELLA CONOSCENZA può avere un ruolo decisivo nella riduzione delle disuguaglianze, nel governo dell'egoismo sociale e nel ricomposizione produttiva dei conflitti→ ciò sembra essere un dato di fatto→ il mercato globale ha bisogno di essere iniquo per crescere e la comunicazione e la produzione sociale di conoscenza possono costituire i veri antidoti allo sviluppo globale ineguale e a quel progresso tecnologico che determina l'affermazione di nuove disuguaglianze. Dunque, la comunicazione e la produzione sociale di conoscenza sono destinate ad accrescere le opzioni e gli spazi di libertà per tutti gli attori sociali garantendo loro maggiori opportunità di emancipazione rispetto al passato. una emancipazione che costituirà la lettura per un nuovo contratto sociale BOBBIO: Definisce il governo della democrazia come il governo del potere pubblico in pubblico riconoscendo nella pubblicità uno dei cardini della democrazia→ i principi di visibilità e pubblicità servono a garantire informazione da parte dello stato verso i cittadini ma non contemplano l'opportunità della comunicazione per/con loro. dal momento che la comunicazione è un processo sociale complesso che implica accesso, trasparenza, condivisione, coinvolgimento e partecipazione. → Affinché si verifichi ciò è necessario che il processo comunicativo coinvolga i cittadini attivi e consapevoli con TESTE BEN FATTE, Informati e competenti non solo dal punto di vista tecnico→ perché si può essere sudditi in democrazia non conoscendo i propri diritti e doveri, non essendo abbastanza alfabetizzati e competenti per partecipare attivamente alla costruzione della sfera pubblica MILL, TOCQUEVILLE, BOBBIO: da loro la questione di una cittadinanza attiva è vista con le occupazioni infatti nelle democrazie più consolidate si assiste al fenomeno dell'apatia politica→ dal punto di vista della cultura politica Loro sono persone non orientate né verso gli output né verso l'input RICONOSCIMENTO DEL VALORE DELLA TRASPARENZA: Non solo a livello legislativo spinge le organizzazioni complesse a ricercare una configurazione come sistemi aperti in grado di gestire la complessità aprendosi all'ambiente→ una complessità legata ad una carenza o ad una cattiva gestione della conoscenza. cani processi implicano un ripensamento dei modelli organizzativi deve crescere la consapevolezza che il cambiamento sociale e organizzativo non viene e non può essere realizzato solo dall'innovazione tecnologica o da una migliore definizione del quadro normativo Perché le persone, i gruppi, le comunità possono ostacolare il cambiamento LEGGE 241/1990: Ha costretto le pubbliche amministrazioni ad intraprendere la strada impegnativa della trasparenza e dell'accesso segnando l'inizio della fine dei grandi apparati burocratici chiusi. → sono stati anni in cui tali dinamiche hanno ricevuto una accelerazione dei fatti di Tangentopoli: Proprio la perdita di credibilità e di fiducia registrata da parte delle istituzioni e della politica ha favorito è reso più urgente la richiesta di una pubblica amministrazione più trasparente più forte e autorevole abbandonando la vecchia cultura burocratica fondata sul segreto e sul silenzio per presentarsi come SISTEMA APERTO ai cittadini NUOVA IDEA DELLA COMUNICAZIONE ORGANIZZATIVA: implica la profonda consapevolezza che è proprio sul terreno della comunicazione che si gioca la partita più importante dei diritti di cittadinanza e del vivere democratico ossia dell’essere sudditi o cittadini COMUNICAZIONE: Costituisce il requisito fondamentale per la riduzione della complessità, la gestione del rischio, la mediazione dei conflitti, il governo di quella imprevedibilità connaturata ai sistemi stessi. → sistemi sociali e organizzativi sempre più vulnerabili e caratterizzati da una razionalità limitata che rende di vitale importanza la condivisione di informazioni e conoscenze LA COMUNICAZIONE EFFICIENTE ED EFFICACE: è destinata a mettere sempre più le pubbliche amministrazioni in condizione di intercettare i bisogni ed istanze sociali, di acquisire informazioni sul territorio di riferimento e di intraprendere azioni e procedure finalizzate e calibrate sulle reali esigenze dei cittadini→ occorre prendere atto di come non bastino cittadini connessi e dei rischi sia di una cittadinanza senza cittadini sia di una simulazione della partecipazione→ l'obiettivo strategico deve essere quello di una reale inclusione che porti al coinvolgimento dei cittadini nei processi decisionali CAPITOLO 4. LA TRANSIZIONE AL DIGITALE: processo complesso in cui si assiste non alla comparsa o sostituzione dei vecchi media a vantaggio di nuovi media e delle reti digitali ma ad una integrazione convergenza ad una sorta di galassia riconfigurata(mcluhan) in cui l'accesso e le possibilità di elaborazione di informazioni e conoscenze creano le condizioni per una maggiore autonomia dei soggetti comunicanti WINER: fondatore della cibernetica, confrontando i modi di comunicare ed i modelli organizzativi e di azione dell'uomo con quelli delle macchine e del regno animale, arriva ad affermare che la società può essere compresa solo attraverso lo studio dei messaggi e dei mezzi di comunicazione→ il sistema sociale è una organizzazione simile a quella individuale tenuta assieme da un sistema di comunicazione. Dunque, non è più possibile prendere atto della fondamentale importanza che i complessi processi di produzione ed elaborazione delle informazioni e delle conoscenze hanno assunto nell'evoluzione sei sistemi sociali e nella loro organizzazione→ si potrebbe sostenere che un sistema sociale presenterà una organizzazione disordinata tendente al caos e all’ entropia. → per lui l’informazione è un requisito della nostra stessa sopravvivenza dunque vivere significa disporre di informazioni indispensabili quindi l'informazione è una forma di controllo dell'entropia a cui prendono i sistemi sociali, le reti, il sistema mondo Le NUOVE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE E CONNESSIONE hanno creato una rete di conoscenze planetaria. → ciò pone diverse questioni→ l'aumento delle conoscenze sembra essere sia qualitativo sia quantitativo Ma, oltre all’analfabetismo funzionale e alla povertà educativa, esistono dei problemi di analfabetismo telematico e di diffusione delle tecnologie che non possono essere ignorati. VALORI FONDAMENTALI DELLA SOCIETÀ INDUSTRIALE: che erano il lavoro e i capitali sono sostituiti da informazione e conoscenza→ tutta la realtà Inizia ad essere organizzata secondo un modello di tipo reticolare, fondato su un'economia interconnessa della condivisione che pone problemi di appropriazioni privata della conoscenza sociale LA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE rappresenta un vero e proprio mutamento rivoluzionario di tutte le dinamiche socio-politiche e dei processi produttivi e culturali che fa del capitale intellettuale e della e distribuzione della conoscenza i suoi punti di forza → Un'altra straordinaria evoluzione tecnologica generata dal rapido progredire dell'industrializzazione che aveva determinato una crisi di controllo a cui la società dell'informazione e della conoscenza ha offerto soluzioni. → una rivoluzione realizzata attraverso il potenziamento dei mezzi di informazioni e comunicazioni. una rivoluzione destinata a determinare uno sconvolgimento senza precedenti nella storia dell'evoluzione dei sistemi sociali che BENIJER associa alla definizione di RIVOLUZIONE DEL CONTROLLO RIVOLUZIONE DEL CONTROLLO: è un complesso processo consistente nel rapido mutamento delle circostanze tecnologiche ed economiche che permettono di raccogliere, conservare, elaborare e comunicare le informazioni e di esercitare il controllo ufficiale attraverso decisioni formali o programmate. È proseguita fino ai giorni nostri accelerando la sua marcia in epoche recenti grazie allo sviluppo delle tecnologie dei microprocessori. LA STORIA NON È IN GRADO DI SPIEGARE PERCHÉ L'INFORMAZIONE ABBIA ASSUNTO UN RUOLO DI PRIMO PIANO all'interno della economia e delle società contemporanee → l'ha risposto Va ricercata nella natura di tutti i sistemi di 20 e cioè nel Rapporto esistente tra informazioni e controllo EFFETTO DETERMINANTE DELLA INDUSTRIALIZZAZIONE: è la velocità impressa all'intero sistema di elaborazione materiale→ e sta a condotto la società verso la crisi di controllo ACCRESCIUTA CONSAPEVOLEZZA DI POTERE DELLE COMUNICAZIONI: di strutturare i sistemi socio-culturali determinandone il tipo di evoluzione, pone al centro dell'attenzione il tema della società dell'informazione e della conoscenza ossia il tema della società della comunicazione totale che possiamo declinare come società interconnessa ponendo l'enfasi sulla dimensione strutturale dell'ecosistema. → così si ripresenta la metafora del Villaggio Globale DI MCLUHAN, dal momento che la società dell'informazione multimediale rappresenta per alcuni l'ultima frontiera della globalizzazione→ la transizione verso la società globale dell'informazione non riesci a fornire garanzie ai moderni sistemi sociali le cui dinamiche tendono ad oscillare tra il caos e l'ordine, tra l'inclusione e l'esclusione MEZZI DI COMUNICAZIONE: sono diventati i protagonisti dei processi di produzione e diffusione della conoscenza. → la società di massa con le sue complesse caratteristiche rappresenta il fertile terreno su cui è nato il nuovo stemma mondo interconnesso in tempo reale SOCIETà DI MASSA: costituisce un tipo ideale di società la cui analisi è stata condotta evidenziandone l'ambivalenza dei tanti aspetti che potevano essere considerati POSITIVI o NEGATIVI. → la nuova società dell'informazione mette in crisi la concezione conservatrice di società come unità dinamica di due Fattori, minoranze e masse Perché sembra in grado di offrire maggiori possibilità di emancipazione e di ECONOMIA GLOBALE: attraversa una fase di cambiamento che si sostanzia nel ridimensionamento del capitale fisico e nel Trionfo dell'offerta di servizi sugli scambi di proprietà→ l'avvento di Internet apre di fronte al soggetto, si individui multimediale sia come cittadino globale, un ventaglio di opportunità da sperimentare Compresa quella del cosmopolitismo→ in questa fase l'accesso alle informazioni e ai dati e alla conoscenza come bene pubblico globale rappresenta non solo l'indicatore della variabile inclusione ma anche la misura dei rapporti sociali dentro la società interconnessa LEVY: Afferma che l'informazione e la conoscenza sono la principale fonte di produzione di ricchezza e che queste due risorse stravolgono i principi ed i paradigmi dell'economia classica SOCIAL MEDIA DIGITALI: Stanno ridefinendo i territori del cyberspazio ridisegnando i confini della vecchia sfera pubblica facendo intravedere altre dimensioni→ si tratta di un macro tessuto nervoso strutturato come una rete formato da comunità virtuali in continua interazione tra di loro che sembrano in grado di ricreare alcune condizioni del vivere comunitario LEVY: afferma che le gerarchie Burocratiche le monarchie mediatiche e le reti dell'economia internazionale mobilitano solo parzialmente le intelligenze, le esperienze, le tecniche, i saperi e l'immaginazione degli esseri umani. le tecnologie intellettuali non occupano un settore qualsiasi della mutazione antropologica contemporanea, Esse ne sono potenzialmente la zona critica il luogo politico Alla base della prospettiva citata c'è la speranza e la consapevolezza che la diffusione e la condivisione dei saperi e delle conoscenze, attraverso la comunicazione, rappresenti il valore aggiunto di cui I Moderni sistemi sociali ad elevata complessità possono Servirsi per tentare di governare la nuova incertezza totale elaborando un progetto transnazionale che coinvolga i numerosi soggetti deboli NEGROPONTE: nella sua opera ribalta l'assunto di MCLUHAN affermando che nel mondo digitale il mezzo non è il messaggio. egli giustifica questa convinzione sottolineando che mentre i costi dei personal computer continuano a diminuire le loro potenzialità continuano ad aumentare in maniera impressionante. Inoltre la proliferazione di flussi informativi richiede dei computer che riescano a svolgere la funzione di venuta fondamentale di filtri selettivi→ secondo lui siamo entrati nell'epoca della post informazione, nella quale questo bene primario sarà consumato solo su richiesta e ciò determinerà una maggiore libertà di scelta degli individui PROCESSO DI DIGITALIZZAZIONE E INFORMATIZZAZIONE: della realtà sta favorendo La proliferazione Di reti di interdipendenza e di interconnessione a tutti i livelli LO SPAZIO DEI FLUSSI: È l'organizzazione materiale delle pratiche sociali di condivisione del tempo che operano mediante flussi→ per flussi si intende sequenze di scambio e interazione finalizzate, ripetitive e programmabili tra posizioni fisicamente disgiunte occupate dagli attori sociali nelle strutture economiche, politiche e simboliche della società PRATICHE SOCIALI DOMINANTI: sono quelle radicate nelle strutture sociali dominanti STRUTTURE DOMINANTI: si intende quegli aspetti organizzativi e istituzionali la cui logica interna svolge un ruolo strategico nel dare forma alle pratiche e alla coscienza sociale della società in generale. la circolazione delle idee e dei flussi informativi avviene su scala planetaria e ciò sta facendo nascere una rete di interazioni A livello mondiale che continua ad articolarsi in Reti Sociali chiuse e inaccessibili per chi non è fa parte→ Dunque è una società della conoscenza non pienamente aperta e inclusiva CASTELL: Aveva parlato network Society come di una società che transita da una impostazione verticale significa delle grandi burocrazie che hanno controllato il potere verso una organizzazione a rete precisando che questo non vuol dire che le organizzazioni diventano buone gli obiettivi di una società sono negativi una azienda organizzata in rete produrrà in modo più efficiente questi obiettivi negativi→ quello che cambia è la forma di produzione LE RETI: sono strutture aperte in grado di espandersi all'infinito Il problema è quello delle logiche e degli utilizzi che Elite, gruppi di potere, Lobby, fanno delle reti sociali e dei media digitali-->le logiche dominanti sono quelle del controllo della sorveglianza, della chiusura sistemica. la speranza è che in un’epoca in cui si parla di intelligenza collettiva e/ distribuita e di della condivisione anche le stesse Elite possono essere più Elite inclusive È indiscutibile come la rivoluzione digitale abbia definito un nuovo assetto delle stesse comunicazioni di Massa L’ETà DELL’INFORMAZIONE: ha segnato l'inizio di un complesso processo di civilizzazione Fondato su internet e i social media che presenta specifiche regole di inclusione e cittadinanza INTERNET BILL OF RIGHTS: RODOTÀ chiarisce in maniera magistrale i termini della questione: il diritto di accesso rappresenta una sintesi culturale complessa fra piano strumentale e piano dell'azione o piano dei poteri che gli attori sociali possono esercitare in rete. non mancano le discussioni come quelle che vede schierati su opposti fronti CERF e BERNERS-LEE due tra i padri di internet e della rete che mettono così in scena un confronto istruttivo→ CERF: sostiene che non si potrebbe parlare di un autonomo Civil Or Human Right per accesso ad internet perché i diritti Riguardano solo i risultati da raggiungere non la strumentazione tecnica utilizzabile CITTADINANZA DIGITALE: non è qualcosa di diverso rispetto l'idea originaria di cittadinanza consolidatasi attorno al patrimonio di diritti fondamentali della persona→ emerge un’idea di cittadinanza dinamica che accompagna la persona nel suo essere nel mondo è Integra la sua dotazione di diritti tutte le volte che questo suo ampliamento viene sollecitato dal mutamento prodotto dall'innovazione scientifica e tecnologica dalle dinamiche sociali che si determinano RAZIONALITÀ LIMITATA E VULNERABILITÀ: dominano i sistemi sociali e le organizzazioni complesse segnati da profonde contraddizioni da un’ambivalenza dei processi produttivi, economici e culturali SOCIETà IN RETE: modifica in profondità la struttura sociale determinando nuove opportunità e rischi di inclusione riconducibili non solo alle possibilità di condividere ed elaborare informazioni e conoscenze ma anche alla necessità di appartenenza alle Reti Sociali della nuova sfera pubblica→ i rischi legati alla affermazione delle libertà i gitani che nel garantire nuovi spazi di autonomia e Indipendenza pongono urgentemente la questione delle competenze, della formazione, della responsabilità→ Ci sono nuove opportunità di emancipazione offerte dalla conoscenza difesa che alimenta le reti di protezione e promozione sociale: si intensificano si intensificano i legami di interdipendenza e di interconnessione. COMUNICAZIONE E LE NUOVE FORME DI PRODUZIONE SOCIALE: Sembrano poter essere in grado di determinare nuove opportunità di inclusione e cittadinanza facendo anche riguadagnare una maggiore autonomia alla sfera pubblica rispetto alla politica→ a fare la differenza saranno i contenuti e gli utilizzi degli strumenti comunicativi oltre alla gestione consapevole dei processi COMPLESSITà: è un dato di fatto e non si tratta di essere pro o contro Ma di prendere atto di doversi confrontare con progetti complessi segnati da una profonda ambivalenza→ Il rischio è quello di pensare che l'innovazione tecnologica possa risolvere ogni problema→ in questo caso il mondo della rete costituirebbe un'opportunità o una risorsa solo per l'elite con effetti di riproduzione delle disuguaglianze conoscitive e culturali SOCIETà DELLA CONOSCENZA: Spinge Le organizzazioni complesse a configurarsi come sistemi sociali aperti che tentano di governare l'incerto attraverso la condivisione di una cultura organizzata e progettuale definita ed elaborata all'interno di quelle reti relazionali intersoggettive esistenti dentro i sistemi organizzativi→ si tratta di un cambio di paradigma culturale che riguarda da vicino la qualità delle relazioni sociali, le persone con il loro sapere le loro competenze ma anche i loro vissuti sociali.  La conoscenza sociale e relazionale prodotta sempre down noi Viene elaborata nell'incontro o confronto con l'altro Qualunque sia la situazione o il contesto. GLI ATTORI SOCIALI producendo conoscenza non si limitano ad adattarsi all'ambiente ma contribuiscono a modificarlo e generarlo → la comunicazione intesa come processo sociale di condivisione della conoscenza assume una centralità strategica in tutte le sfere della prassi individuale e collettiva. IN QUESTA PROSPETTIVA→ si inserisce la riflessione e l'analisi critica sul ruolo essenziale della comunicazione pubblica vera e propria trasmissione tra sistema di potere e società civile in grado di ridefinire i confini della cittadinanza e le forme del vivere Democratico. nel complesso rapporto tra cittadino ed è stato, i valori fondanti della rappresentanza e dell'accesso alle informazioni si rivelano ancora più decisivi, in un epoca segnata da una sfera pubblica sempre più ancella del sistema di potere. una sfera pubblica che definiamo anello debole del sistema. LA COMUNICAZIONE STESSA INTESA COME INSIEME DI TECNICHE DI PERSUASIONE proprie di un agire strumentale e utilitaristico costituisce l'essenza dell'azione umana e sociale: processo sociale di condivisione della conoscenza che si configura come comprensione dell'altro e incontro in cui sono chiare e nette alcune distinzioni ad esempio tra mezzi e Fini, tra attori e scritture→ il comunicatore non può essere solo un tecnico della comunicazione--> nel settore della comunicazione pubblica nonostante numerose normative e direttive in realtà la comunicazione continua ad essere utilizzata come strumento per gestire l'emergenza e ho la crisi organizzativa. Dunque, paghiamo un ritardo culturale su tali questioni, un ritardo proprio nel modo di progettare e realizzare Le organizzazioni e la vita pubblica CAPITOLO 5. ECOSISTEMA COMUNICATIVO: Costituisce una sintesi culturale complessa che si impone di procedere facendo ricorso ad un approccio alla complessità, riconducibile ad una matrice complessa e multidimensionale, e ad una prospettiva che non può che essere sistemica→ la tecnologia è entrata a far parte della sintesi di nuovi valori e di nuovi criteri di valutazione non solo etica MEDIA E SOCIAL MEDIA: Non sono strumenti conoscitivi neutri e hanno determinato una trasformazione antropologica→ Ad essere in gioco sono le identità, le soggettività, i rapporti di potere, la qualità del sistema di relazioni sociali, lo spazio del sapere, a maggior ragione in una fase culturalmente segnata dalla messa in discussione delle visioni antropocentriche e di un nuovo Umanesimo per la società interconnessa che rimetta la persona al centro fornendo delle possibili indicazioni su come sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla globalità e dalla economia della condivisione CIò CHE IL WEB 2.0 STA GENERANDO: non è un'analisi approfondita ma un punto di vista superficiale sul mondo che ci circonda→ internet sta trasformando il settore dell'informazione nel Puro e Semplice rumore generato dai blogger impegnati a parlare di sé stessi. nel frattempo modelli di business nuovi basati su materiale USER-GENERATED sottraggono ogni valore economico ai media tradizionali e ai contenuti culturali. → i vecchi stati-nazione devono definire regole condivise strategie serie e politiche di innovazione mentre la storia delle teorie della Tecnica chiarisce e tende ad enfatizzare le promesse di liberazione ed emancipazione→ Da DE KERCKOVE a LEVY le tecnologie della connessione spalancano davanti al soggetto opportunità di liberazioni ed emancipazione a patto che si realizzino una serie di requisiti fondamentali per l'inclusione e la cittadinanza è che si sia consapevoli che maggiori Libertà implicano maggiori responsabilità competenze e formazione NUOVA COMPLESSITà SOCIALE→ secondo KUHN ci troviamo di fronte a un cambio di paradigma importante dell'età moderna ossia un mutamento qualitativo che innesca un improvvisa accelerazione dei tra parola e oggetto etichettato o meglio denominato non esaurisce mai la questione fondamentale del suo significato e le singole parole non hanno solo un rapporto di denotazione o denominazioni o riferimento con gli oggetti che designano ma esse esprimono un senso FUNZIONI VITALI ASSOLTE DAL LINGUAGGIO E DALLA COMUNICAZIONE all'interno delle organizzazioni e dei sistemi sociali: riduzione della complessità, gestione dell'incertezza o del rischio, mediazione del conflitto LINGUAGGIO E COMUNICAZIONE rappresentano il vero valore aggiunto dell'azione sociale e si caratterizza come un problema di conoscenza e di gestione delle informazioni→ per arrivare ad analizzare il tema dell'etica dell'informazione e della comunicazione è necessario chiarire le questioni tra linguaggio e realtà e le funzioni che linguaggio e comunicazione assolvono all'interno dei sistemi sociali→ sono questioni correlati i sistemi di orientamento valoriale LE VECCHIE DI ONTOLOGIE E I VECCHI CODICI nati come tentativo di rendere scientifici alcuni principi morali considerati fondamentali hanno mostrato la loro debolezza alla prova dei fatti→ è necessaria una maggiore coscienza della complessità delle problematiche in questione che difficilmente saranno risolte definendo altre normative e/o codici deontologici→ Anche perché si avverte l'esistenza di un vuoto etico che va colmato con nuove responsabilità e con una nuova consapevolezza del potere e delle funzioni assolte dare l'informazione dalle reti ed all'ecosistema comunicative Bisogna formare la coscienza critica dei cittadini rendendoli soggetti attivi di una sfera pubblica attiva e partecipe dell'interesse generale ESISTE IL RISCHIO DI CONFONDERE LE REGOLE: in senso teorico con le regole in senso etico del informare e del comunicare questa ambiguità risulta più marcata nel momento in cui l'innovazione tecnologica tende a condizionare la produzione e l'elaborazione di informazioni e conoscenze LA RIVOLUZIONE TECNOLOGICA ha definito un nuovo rapporto tra l'individuo e la norma tra la teoria e la prassi fornendo glieli illusione di essere assoluto sovrano è padrone delle proprie scelte JONAS: diventa urgente la questione del concetto di AUTODETERMINAZIONE RESPONSABILE (concetto in grado di colmare il grande vuoto esistente tra le idee di autonomia e interdipendenza) → il problema si pone Quando esistono possibilità legate al potere di agire di scegliere e di comunicare o in alternativa i non comunicare. → la responsabilità È un concetto relazionale ed è il principio universale che permette all'individuo di limitare le proprie possibilità di potere e influenza sugli altri → nell'atto comunicativo Ciò implica il concetto di reciprocità Cioè il rispetto di sé e di comunica con noi. LA MODERNITÀ è la tecnica hanno modificato la realtà a tal punto che le conseguenze tale cambiamento sono dimensioni così nuove che l'ambito dell'etica tradizionale non è più in grado di affrontarle → JONAS inoltre non ha trascurato la novità riguardante la condizione della vita umana che ormai ha un carattere globale Infatti il processo di globalizzazione si sta realizzando vede i nuovi media digitali e le reti come i veri protagonisti del cambiamento la NUOVA DIMENSIONE GLOBALE DELL'AGIRE E DEL COMUNICARE pongono la questione di un'etica della persona un'etica della previsione e della responsabilità qualche modo proporzionale→ il rischio più grave consiste nel fatto che il soggetto possa diventare uno degli oggetti della Tecnica in quanto nel contesto storico culturale è già presente un vuoto etico Bisogna riflettere se i media digitali e la rete rappresentano realmente delle tecnologie di libertà da un punto di vista etico e morale o se sono le semplici acceleratori di un processo informativo e comunicativo globale che sembra però piatto è unidirezionale Dal momento che IL SOGGETTO PREDISPOSTO ORIGINARIAMENTE ALLA COMUNICAZIONE plasma la sua identità attraverso l'interazione con gli altri durante il processo di socializzazione, non è inutile domandarsi Su quali basi completerà tale processo→ il problema nasce dal fatto che le tecnologie della connessione sembrano non garantire un vero scambio interattivo poiché Esse simulano delle interazioni comunicative ossia limitano l'integrazione attraverso un sistema meccanico o elettronico IN UNA SITUAZIONE COMUNICATIVA CREATA ATTRAVERSO I MEDIA basati sull'Interattività la libertà di comunicazione è limitata da ciò se il sistema informatico si consente all'interno di schemi logico-matematici preesistenti→ dunque si corre il rischio che il messaggio venga ricevuto come una semplice trasmissione di dati che devono essere codificati→ tali dati richiedono una specifica competenza telematica dal momento che l'apparente trasparenza del sistema costituito pubblicità nel suo uso e dalla comprensione delle modalità di dialogo da parte dell'utente si risolve in realtà in una opacità del sistema rispetto alle sue reali potenzialità e alle sue limitazioni poiché esiste una prefigurazione dell'utente nell'ambito del sistema che riguarda le situazioni e suoi atteggiamenti percettivi i suoi possibili obiettivi le sue competenze relative sia il contenuto sia l'unica ricchezza e mezzo. POSSIBILITÀ DI FALLIMENTO DELLA COMUNICAZIONE: dovute all'esistenza di scacchi tra le competenze e gli obiettivi prefigurati da sistema e quelli propri dell'utente stesso→ quando si verificano queste incongruenze l'interazione diviene impossibile Forse l'atto comunicativo e il messaggio vengono svuotati della carica emozionale che solo una comunicazione immediata può dare dal momento che i comunicare qualcosa è trasmettere un fascio di emozioni è condividere e mettere in comune→ Dunque il rischio è che la comunicazione diventi una semplice trasmissione meccanica di dati neutri in tal modo l'individuo diventerebbe solo un elemento fisico per complesso processo comunicativo IL NUOVO INDIVIDUO MULTIMEDIALE è un viaggiatore digitale non sempre consapevole del suo cambiare e non sempre consapevole che cambiano le strutture cognitive i riferimenti culturali l'idea di comunicazione MORIN: parla di riforma del pensiero che esige una riforma dell'insegnamento che a sua volta richiede la riforma del pensiero→ la democratizzazione del diritto a pensare e si esigerebbe una rivoluzione paradigmatica che permettesse ha un pensiero complesso di riorganizzare il sapere e collegare le conoscenze oggi confinate nelle discipline → Ciò implica una rivoluzione mentale più importante della rivoluzione copernicana esiste UNA CORRELAZIONE TRA SCUOLA E ISTRUZIONE è una cittadinanza attiva e partecipata soprattutto in sistemi sociali come il nostro caratterizzati da scarsa mobilità sociale verticale e down familismo morale diffuso che rendono questa società corporativa e esiliante al cambiamento e all'innovazione sociale→ Nelle società avanzate le scuole l'istruzione è la formazione rappresentano le uniche possibilità di riscatto sociale e di miglioramento della propria condizione sociale di partenza L'ITALIA È UN PAESE DAL QUADRO NORMATIVO E LEGISLATIVO complesso e articolato Infatti esistono molte leggi, codici professionali sistemi di regole formali ecc.. → Eppure Questi strumenti si sono rivelati non sufficienti Perché esiste una dimensione fondante che quella della responsabilità e sfugge a qualsiasi sistema di controllo perché si basa sulla libertà delle persone→ Infatti viviamo in una società degli individui che sentono di non dover rispondere a nessuno SOCIETÀ DELL’IRRESPONSABILITÀ: chiamata così per connotare questa situazione critica ricollegabile solo in parte alla crisi economica o comunque agli indicatori di tipo economico→ la questione culturale mette in luce non solo la crisi delle istituzioni formative ma anche la debolezza dei vecchi apparati e delle vecchie logiche di controllo e repressione che non risolvono mai i problemi alla base LA SOCIETÀ INTERCONNESSA non riuscirà a far ripartire l'economia senza far affrontare seriamente tali problematiche→ la questione culturale è legata anche ad un problema di crisi della comunicazione tra le generazioni e le istituzioni e cittadini La questione della CITTADINANZA DIGITALE si rivela di fondamentale importanza e riguarda da vicino la costruzione di una vera società della conoscenza aperta sostenibile è basata su un modello operativo e di sistemi sociali inclusivi fondati su accesso e condivisione→ la strada dell'inclusione digitale è inevitabile altrimenti la società interconnessa e i suoi meccanismi di smaterializzazione delle risorse prenderanno sempre più evidenti le distanze sociali tra chi è dentro e chi è fuori dal sistema→ inclusione e cittadinanza non si realizzano solo Risolvendo il problema del digital divide e ho puntando su competenze tecniche e digitali. queste competenze sono complesse e trasversali È importante il DIBATTITO SCIENTIFICO SUI DIRITTI E LE LIBERTÀ DIGITALI: è un dibattito che riguarda l'idea stessa di conoscenza come bene comune, le opportunità di effettiva partecipazione Democratica e il principio di neutralità della rete GALLI: affronta il tema del disagio della democrazia parlando di un doppio tipo di disagio: 1) disagio soggettivo legata ad un cittadino che mostra disaffezione indifferenza e accettazione passiva e acritica quasi un imbarazzo per un regime di potere è morto o comunque non in buono stato; 2) disagio oggettivo di tipo strutturale legato all'inadeguatezza della democrazia e dei suoi istituti a mantenere i propri obiettivi umanistici→ il concetto di soggettività è centrale e si rivela valido anche per distinguere e avvicinare i due campi della ricerca sociologica e dall'indagine etica a volte dicotomiche L'ETICA DELLA COMUNICAZIONE si è presentata come una nuova etica e appari a tutti gli effetti come una Rifondazione a partire dai concetti di comunicazione, nuove soggettività, responsabilità, re reciproca, con scelta pratico razionale e non solo pragmatico tecnica LA TECNOLOGIA I SOCIAL NETWORK E LA RIVOLUZIONE DIGITALE nonostante hanno determinato un cambio di paradigma creano le condizioni strutturali per l'interdipendenza dei sistemi e delle organizzazioni e intensificano i flussi materiali tra gli attori sociali ma non sono ancora in grado di garantire che le reti di interazioni create generino relazioni comunicative ossia basate su rapporti simmetrici e di reale condivisione→ dunque la rete Crea un nuovo ecosistema della comunicazione ma non può garantire orizzontalità o relazioni più simmetriche QUESTIONE DELLA ORIZZONTALITà E SIMMETRIA: a queste questioni appare evidente Come si sia fermi da tempo all'illusione di una relazione meno asimmetrica con lo Stato e con le elites→ un’illusione fondata su processi e dinamiche di simulazione della partecipazione eterodiretta→ per questo è stato proposto il concetto di SOCIETà ASIMMETRICA Ossia una società che garantisce cittadinanza e inclusione solo dal punto di vista del riconoscimento giuridico, una società in cui sono cambiate le regole di ingaggio relative a cittadinanza e inclusione, quelle stesse regole di ingaggio sono definite prodotte e riprodusse all'interno di quelle istituzioni educative e formative che avrebbero dovuto incidere e modificare alcune condizioni di partenza→ la società asimmetrica pone all'ordine del giorno l'urgenza di un nuovo contratto sociale l'Italia è segnata da una questione educativa e culturale che si pone al di là del quadro giuridico, normativo e deontologico professionale.  una questione complessa di cruciale importanza che continua ad essere sottovalutata, una questione e chiama in causa la libertà la responsabilità delle persone dei cittadini e degli attori sociali individuali e collettivi CONTRATTO SOCIALE: se intendiamo quel sistema di regole accordi e convenzioni che rende possibile la società sostituendo il vecchio stato di natura e da cui nasce da stessa può e deve scaturire Intendiamo con le nostre parole un insieme di attori sociali vincolati l'uno all'altro da un sistema di relazioni rapporti e interazioni di vario genere tra cui si instaurano forme di scambio Cooperazione collaborazione e divisione di 3. l'urgenza di superare una vecchia idea dell'apprendimento come processo di accumulazione dei saperi in vista di processi di apprendimento più complessi e articolati e più orientati verso la collaborazione 4. urgenza di riorganizzare incoraggiando l'interdisciplinarità e multidisciplinarietà ripensando l'intero sistema di pensiero e accrescendo la conoscenza della conoscenza Oltre all' urgenza di una nuova epistemologia dell'imprevedibilità e di una nuova immaginazione c'è l'urgenza di una educazione alla complessità, al metodo scientifico e al pensiero critico, all'importanza di osservare i fenomeni in una prospettiva sistemica→ le resistenze ad un cambiamento così radicale di prospettiva sono forti e arrivano da quei luoghi e da quelle istituzioni che avrebbero dovuto definire e alimentare le condizioni sociali e culturali per abitare il mutamento e le tensioni che questo comporta→ il vero fattore strategico alla base del cambiamento è il FATTORE CULTURALE NELLA CIVILTÀ IPERTECNOLOGICA e iperconnessa dobbiamo imparare a immaginare gli oggetti come sistemi→ bisogna ripartire dal ripensamento complessivo del sapere come sapere condiviso e transdisciplinare, dello spazio tra I saperi e di quello tra le competenze ma è necessario un ripensamento complessivo anche dello spazio relazionale che ponga la persona al centro del processo di mutamento Siamo di fronte a una ipercomplessità che vede l'evoluzione culturale in grado di condizionare e di determinare quella biologica→ ciò richiede un cambiamento di paradigma che trova il suo punto d'appoggio nel urgente necessità di ridefinire i confini tra naturale è artificiale NUOVA VELOCITà DIGITALE: conserva l'ambivalenza di qualsiasi fattore di mutamento e di processo sociale e culturale→ una ambivalenza che mette in evidenza i nostri limiti e le nostre inefficienze ma ci lascia poco tempo per riflettere Educazione e formazione critica alla complessità ed alla responsabilità si configurano come gli strumenti complessi di costruzione sociale della persona e del cittadino, strumenti in grado di definire le regole di ingaggio delle nuove forme cittadinanza e di inclusione correlate alla nascita della società della conoscenza perché non sono e non saranno la tecnologia o il digitale a determinare cittadinanza e inclusione Si potrebbe arrivare al momento in cui gli esseri umani possano o debbano o desiderino assomigliare alle macchine potenziando senza limiti le proprie capacità/ Abilità ma soprattutto eliminando l'errore, la possibilità di fare scelte diverse e l'imprevedibilità delle proprie azioni e decisioni eliminando ossia proprio ciò che ci rende esseri umani saranno i fattori culturali a determinare i percorsi del progresso tecnologico e sociale e a ridefinire il concetto di vita è il concetto di essere umani nella civiltà Ipertecnologica essere umani che continuano ad inseguire e cercare di perseguire quella che sembra una nuova utopia della società iperconnessa e ipertecnologica ossia edificare una civiltà senza errore artificiali in cui tutto sia misurabile replicabile È prevedibile→ ciò è un’illusione destinata a mettere in discussione la nostra libertà EDUCAZIONE DIGITALE: deve mettere in condizione le persone di affrontare e gestire le dinamiche e i processi che scaturiscono non solo dall'innovazione tecnologica ma da altri fattori che contraddistinguono il nuovo ecosistema in maniera tale che i giovani siano in grado di difendersi dai lati oscuri del digitale ma anche di saper sfruttare i vantaggi e le potenzialità sia per la condivisione dI informazioni e conoscenza sia per la costruzione o in rafforzamento delle reti di relazionalità→ l'educazione digitale va ripensata sulla base di una ridefinizione degli obiettivi fondamentali→ trasformata in una educazione civica digitale e poi in una educazione al digitale→ Il rischio è quello di educare degli individui esecutori di funzioni e di regole che non sono in grado di interrogarsi sui perché è sui significati di ciò che fanno NELL’ERA DELL’ACCESSO: tipica della società interconnessa le nuove disuguaglianze e asimmetrie riguardano da vicino l'accesso a risorse immateriali, la capacità di elaborare e condividere conoscenze e organizzarle sistematicamente e funzionalmente→ ciò deve diventare la base su cui edificare la nuova cittadinanza e il nostro vivere insieme ripensando lo spazio relazionale e comunicativo e provando a ridefinire il contratto sociale→ Dunque l'educazione digitale va ripensata Non solo come strumento per preparare i giovani al cambiamento accelerato ma anche come cultura della complessità e come educazione alla responsabilità entrambe fondate su una epistemologia del dubbio e dell'errore OBIETTIVI DELLA EDUCAZIONE DIGITALE: 1. Deve accrescere la consapevolezza rispetto alle variabili in gioco 2. deve definire e creare le condizioni di un approccio critico e sistematico alla trasformazione in atto 3. deve mettere in condizioni le persone di affrontare e gestire le dinamiche e i processi che scaturiscono non solo dalla innovazione tecnologica ma anche da altri fattori come quello economico o sociale o politico che contraddistinguono il nuovo ecosistema occorre educare alla complessità per saperla riconoscere e abitare→ bisogna educare e formare a sapere e saper fare e a saper comunicare il sapere e il saper fare→ se ciò non accadrà si arriverà a un RITARDO CULTURALE rispetto alla complessità IPERCOMPLESSITà: è cognitiva, sociale, etica, soggettiva, linguistica, comunicativa e può essere intesa come reciprocità di insiemi e molteplicità, molteplicità di variabili, connessioni, dei livelli di interconnessione IL GRANDE EQUIVOCO NELLA CIVILTÀ IPERTECNOLOGICA E IPERCOMPLESSA è quello di continuare a pensare l'educazione e i processi educativi come questioni esclusivamente di natura tecnica, un problema soltanto di competenze e di saper fare, un da affrontare puntando tutto su tecnologia velocità e simulazione la complessità riguardante i sistemi sociali e organizzativi è una complessità particolare→ è la complessità dei sistemi complessi adattivi segnati da dinamiche non lineari non riducibili alla sola applicazione di formule matematiche o sequenze di dati→ è una ipercomplessità difficile da governare→ nonostante l'avvento della rivoluzione digitale molte organizzazioni e sistemi sociali continuano ad essere ancorate a vecchi miti dell'efficienza e della razionalità che identificano nel fattore giuridico e nel fattore tecnologico le uniche condizioni necessarie per innovare e gestire il benessere organizzativo→ è importante il cambiamento delle culture organizzative sia nel pubblico sia nel privato. quelle stesse culture organizzative che provano a rallentare la rapidità del mutamento la civiltà ipertecnologica avrà bisogno di figure ibride di manager della complessità che sappiano vedere opportunità in quelli che definiamo rischi di un pericoloso disordine capace di rendere più Instabili e insicuri i sistemi e la vita sociale FIGURE IBRIDE: si riveleranno indispensabili in sistemi e organizzazioni complesse che puntano sull'automazione e sulla simulazione di i processi e dinamiche ORDINE E CAOS: non bisogna distinguerli per ristabilire l'equilibrio perduto in quanto coesistono convivono sono entrambi presenti e retroagiscono nel quadro sistemico di una complessità del vivente→ il futuro sarà delle figure ibride, si saprà abitare l’ipercomplessità riconoscendo nei limiti delle opportunità solo la fine delle certezze può generare conoscenza e creatività
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