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Descrizione aristotele completa, Appunti di Filosofia

vita, opere, non-sostanza, metafisica e molto altro...

Tipologia: Appunti

2022/2023

In vendita dal 05/07/2023

giorgia-mik
giorgia-mik 🇮🇹

4

(3)

30 documenti

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Scarica Descrizione aristotele completa e più Appunti in PDF di Filosofia solo su Docsity! LA METAFISICA Aristotele distingue tre gruppi di scienze:  le scienze teoretiche hanno per oggetto il necessario (ossia ciò che non può essere diverso da quello che è) e hanno come scopo la conoscenza disinteressata della realtà. Esse sono la metafisica (che si occupa della realtà), la fisica (che si occupa dei fenomeni naturali) e la matematica (che si occupa dei numeri).  quelle pratiche  quelle poietiche o produttive. Le scienze pratiche e poietiche hanno per oggetto il possibile (ossia ciò che può essere diverso da quello che è) e hanno come scopo l’orientamento dell’agire. Le prime (l’etica e la politica) indagano l’ambito dell’agire individuale e collettivo; le seconde studiano l’ambito della produzione di opere o della manipolazione degli oggetti (le arti belle e tecniche). IL CONCETTO DI METAFISICA Il termine metafisica non è aristotelico. Con esso la posteriorità e la tradizione hanno indicato quella parte della filosofia che indaga le strutture profonde e le cause ultime del reale, che vanno al di là delle apparenze immediate dei sensi o del campo di studio della fisica. Per indicare tale disciplina, Aristotele usava l’espressione «filosofia prima». La nascita della parola “metafisica” risale al primo commentatore di Aristotele, Andronico i Rodi, che nel I secolo a.C., ordinando i capolavori aristotelici, mise «metà ta physikà», cioè oltre i libri di fisica, le opere di filosofia prima. Nelle sue opere Aristotele da quattro definizioni di metafisica:  la metafisica «studia le cause e i principi primi»,  la metafisica «studia l’essere in quanto essere»,  la metafisica «studia la sostanza»,  la metafisica «studia Dio e la sostanza immobile». Di questi quattro significati, quello su cui Aristotele ha insistito maggiormente è il secondo. Sostenere che la metafisica studia l’essere inquanto essere equivale a dire che essa non ha per oggetto una realtà particolare, bensì la realtà in generale, cioè l’aspetto fondamentale e comune di tutta la realtà. Solo la metafisica considera l’essere in quanto tale, studiando le caratteristiche universali che strutturano l’essere come tale e quindi tutto l’essere e ogni essere. Per questo la metafisica è la «filosofia prima» mentre le altre scienze sono «filosofie seconde». Quindi la metafisica è lo studio dell’essere. L’essere e i suoi molti significati La Metafisica in pratica studia l'essere, che per Aristotele non è né univoco né equivoco. Se infatti l'essere fosse univoco, come sosteneva Parmenide, negando il suo attributo si negherebbe anche la sua esistenza. Se infatti l'essere fosse equivoco (diverso) come sostenevano i sofisti, ogni volta avrebbe un senso diverso, e si arriverebbe all'impossibilità della comunicazione. Quindi l'essere aristotelico è "polivoco", in quanto "si dice in molti sensi", ovvero ha significati analoghi con un comune significato di fondo. Dalle categorie alla sostanza Secondo Aristotele gli innumerevoli modi in cui l’essere può manifestarsi possono essere raggruppati in 4 gruppi: 1) L’ESSERE COME ACCIDENTE; 2) L’ESSERE COME CATEGORIE; 3) L’ESSERE COME VERO; 4) L’ESSERE COME ATTO E POTENZA. Occupiamoci prima del secondo punto. Le categorie non sono altro che quelle caratteristiche fondamentali che ogni essere deve avere. Sono la sostanza, la qualità, la quantità, la relazione, l’agire, il subire, il dove e il quando, l’avere (cioè il suo stato) e il giacere (cioè il suo essere in una certa condizione). Sono i modi fondamentali in cui la realtà si presenta, i predicati fondamentali dell’essere. Il più importante tra questi predicati è la sostanza, perché le altre la presuppongono. La sostanza è dunque il punto di riferimento di tutte le altre categorie. Questo spiega come l’essere non sia né univoco, ma nemmeno equivoco o omonimo. In altre parole non è né completamente unico né completamente diverso, perché tutti i suoi attributi si riferiscono alla sostanza dell’essere. La sostanza è quindi la “via di mezzo” tra l’essere e le categorie. Ma se l’essere si identifica con le categorie, e queste poggiano sulla sostanza, che cos’è la sostanza? Non è semplice rispondere a questa domanda. L’oggetto della metafisica è proprio questo. Tutte le altre scienze studiano una determina cosa spogliandola da tutte quelle qualità non attinenti. Allo stesso modo la metafisica deve studiare l’essere non con i suoi attributi (o categorie), ma la sua sostanza: il suo essere in quanto è. (DA QUI CI COLLEGHIAMO AL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE) DAL PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE ALLA SOSTANZA Secondo Aristotele, la metafisica deve auto-costituirsi in analogie ad altre scienze, che spogliano le cose da tutti i caratteri diversi da quelli considerati per ridurle a un significato unico. ESEMPIO: un matematico spoglia le cose di tutte le qualità sensibili per ridurle alla quantità, cioè al numero e alle forme geometriche. Matematico e fisico stabiliscono dei principi generali, o assiomi, che definiscono l'oggetto della matematica o della fisica distinguendolo da altre scienze. Allo stesso modo procede la filosofia che vuole ridurre tutti i significati dell'essere riconducendoli alla parola essere con significato unico e fondamentale. Per questo Aristotele si serve del principio di NON-CONTRADDIZIONE, espresso in due modi: • Il primo esprime l'impossibilità LOGICA di affermare e negare allo stesso tempo un'azione di un soggetto (non si può affermare contemporaneamente che l'uomo è un animale ragionevole e che non lo è) • Il secondo esprime ONTOLOGICA di affermare che un determinato essere sia e non sia quel che è (se l'uomo è un animale ragionevole, a ogni uomo si riconosce questa caratteristica, e se si nega che sia tale, si nega anche che sia uomo) Dal punto di vista ontologico questo principio afferma che ogni essere ha una propria natura, che è impossibile negare poichè necessaria, non potendo essere diversa da com'è. Aristotele chiama SOSTANZA la natura necessaria di un essere qualsiasi. ESSA È PERTANTO L'EQUIVALENTE ONTOLOGICO DEL PRINCIPIO LOGICO DI NON-CONTRADDIZIONE.
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