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Descrizione della vita e opere di Raffaello, Schemi e mappe concettuali di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche

Vi è una sintesi della vita e opere di Raffaello

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2022/2023

Caricato il 16/02/2024

samuele-guerra
samuele-guerra 🇮🇹

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Scarica Descrizione della vita e opere di Raffaello e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Elementi di storia dell'arte ed espressioni grafiche solo su Docsity! ARTE Raffaello Stanze vaticane Raffaello Sanzio giunse a lavorare presso il cantiere Vaticano su invito del papa dopo la morte di Donato Bramante. La planimetria delle stanze evidenziano la presenza di 4 ambienti e negli ultimi 2 l’artista si avvalse di alcuni aiutanti. Le stanze sono: • Stanza della segnatura • Stanza di Eliodoro • Stanza di Costantino • Stanza dell'incendio di Borgo La Scuola di Atene La Scuola di Atene è un affresco situato nella Stanza della Segnatura. La Scuola di Atene parla del tema della ricerca razionale e offre una rappresentazione delle 7 arti liberali. Nell'affresco i più celebri filosofi e matematici dell'antichità sono ritratti mentre dialogano tra loro sullo sfondo di un edificio classico in prospettiva. Le figure sono disposte su due piani definiti da una larga scalinata che taglia l'intera scena. Le figure presenti nell'affresco hanno sollecitato gli studiosi alla loro identificazione. Per figurare vari personaggi Raffaello scelse il volto di artisti a lui contemporanei. Platone ha le sembianze di Leonardo da Vinci che solleva il dito verso l'alto a indicare il Bene. Aristotele indica col dito verso terra ad indicare le cose terrene. Il personaggio di fianco a Parmenide sarebbe Francesco Maria Della Rovere. Euclide è raffigurato con l'aspetto di Donato Bramante. Michelangelo Buonarroti darebbe il volto al filosofo Eraclito. Raffaello avrebbe messo anche se stesso nell'affresco, impersonando la figura del celebre pittore greco Apelle nella parte destra della figura. Il grande affresco di Raffaello è un manifesto del Rinascimento che pone l'uomo al centro dell'universo. La liberazione di San Pietro La Liberazione di San Pietro è un affresco della Sala di Eliodoro. Al centro dell'affresco Raffaello pone la figura di San Pietro, addormentato in catene dietro una grata. Qui appare l'angelo inviato da Dio per liberarlo. A destra viene descritta la fuga del santo che viene condotto fuori dal carcere mentre i soldati di guardia giacciono addormentati. A sinistra la scena della scoperta della fuga di San Pietro dove alcuni soldati si agitano al chiarore di luna. L'affresco è una delle opere più famose di Raffaello per l'uso della luce fatto dall'artista in questa scena notturna. Sono presenti infatti 4 tipi diversi di luce: la luna, la fiaccola, la luce divina e la luce della finestra sottostante. La scelta del soggetto della storia venne suggerita dal Papa Giulio II a Raffaello in quel momento difficile per lo Stato Pontificio minacciato dagli eserciti stranieri che discendevano lungo la penisola italiana. La Trasfigurazione Anche la Trasfigurazione rimase incompiuta. La tavola riunisce due distinti racconti evangelici: in alto la trasfigurazione di Cristo, in basso la liberazione di un ragazzo indemoniato. Raffaello costruisce la composizione in base a una geometria con la quale dà ai due episodi uno spazio identico. L’oscurità del monte sembra suggerire un peso maggiore alla metà inferiore. È nella contrapposizione fra gli Apostoli e la famiglia dell’indemoniato che il dipinto trae la sua forza. Raffaello fa riferimento a Leonardo con lo studio fisionomico, il linguaggio dei gesti, il colloquio degli sguardi e il trasparire dei sentimenti e a Michelangelo con lo sviluppo della figura in moto torsionale. Raffaello ambienta i due episodi all’alba, in modo da poter meglio sfruttare i contrasti luce/ombra. Il Cristo è già un sole che illumina la vetta del monte. In basso l’agitazione e il turbamento sono espressi con i gesti. Giorgione Giorgione nasce a Castelfranco e si trasferisce a Venezia, dove impara da Giovanni Bellini il gusto per il colore e l’attenzione per i paesaggi che saranno poi centrali nelle sue opere. Apre una bottega che diventa un punto di riferimento artistico e culturale e sarà qui maestro di Tiziano. Dipinge per una pochi committenti e muore di peste a 30 anni. Pala di Castelfranco La Pala di Castelfranco rappresenta la Madonna in trono con il Bambino fra i santi Liberale e Francesco. La pala evidenzia le novità della pittura di Giorgione: il tradizionale impianto piramidale della Sacra conversazione è calato in un contesto aperto che dà profondità. La Vergine siede su un alto trono posto su un basamento marmoreo collocato al di qua di un muro coperto da un panno che lo separa da un paesaggio con la veduta della cittadina d'origine del pittore. L'impostazione non segue le regole prospettiche e insolita è la visione rialzata. La pittura usata è quella tonale: le figure sono modellate con morbidezza e trapassate dalla luce crepuscolare; i paesaggi di ombra si fondono con i colori. A ciò contribuì la conoscenza diretta di Leonardo, da cui Giorgione derivò l'interesse per la resa dei fenomeni naturali. La Tempesta La Tempesta è un dipinto misterioso soggetto a diverse ipotesi interpretative da parte degli storici dell’arte. Raffigura un soldato vestito con abiti rinascimentali che si sorregge appoggiandosi a un lungo bastone e una madre seminuda seduta su un prato mentre allatta il proprio figlio. Il centro della scena è occupato da un fiume attraversato da un piccolo ponte. L’ambientazione campestre della scena è resa plumbea da un cielo cupo che dà il titolo all’opera. L’iconografia del dipinto sarebbe da mettere in relazione a un poemetto celebrativo della famiglia Vendramin che identificherebbe il soldato con asta in Silvio, mentre sullo sfondo la madre Lavinia. I tre filosofi Un anziano saggio con una folta barba si trova a destra. Tiene tra le mani un foglio sul quale compaiono dei complessi calcoli astronomici. Si legge la scritta “celus” mentre a sinistra tiene un compasso. Al centro vi è un uomo abbigliato con vesti orientali, un turbante ed una doppia tunica. Verso il centro si trova un giovane seduto con un abbigliamento che ricorda l’antica Grecia. Tra le mani stringe un compasso e una squadra utili forse per il calcolo geometrico. Verso il centro i tronchi sono liberi e privi di foglie. Sulla sinistra si innalza una rupe sulla quale sono aggrappate alcune piante rampicanti. Una prima interpretazione identifica i tre uomini come i Magi in procinto di presentarsi alla Sacra Famiglia. In altri casi si è parlato di matematici, astronomi o figure allegoriche. Una interpretazione più accettata è che siano tre figure allegoriche. La Venere dormiente La Venere dormiente vive un momento di dolce abbandono adagiata su soffici vesti in mezzo a un prato. Il volto è innocente, il corpo rilassato e parallelo alla diagonale del dipinto: Giorgione non ha ritratto una dea ma una donna con il fascino umano e l’inconsapevolezza della propria nudità. Alla bellezza umana corrisponde quella naturale del prato, del cespuglio e del villaggio deserto. Più sullo sfondo osserviamo una campagna con molti alberi e un borgo e ancora più in fondo emergono delle montagne avvolte dalla nebbia grigio-azzurra. La luce dorata modella il paesaggio come il corpo di Venere. Tiziano Vecellio Tiziano Vecellio nasce a Pieve di Cadóre. Tiziano arriva a Venezia ad appena 9 anni. Entra nella cerchia di Giovanni Bellini, avvicinandosi poi anche a Giorgione. Di Giorgione egli assimila la sensibilità artistica e la tecnica del colore da riuscire a realizzare opere simili e omogenee alle sue che per secoli si è continuato a ritenerle di mano giorgionesca. La carriera di Tiziano è tutta un crescendo di fama e di successi. Egli si trova ad essere il primo pittore di Venezia dopo la morte di Giorgione e Bellini. Nel 1533 diviene “el pintór priméro” dell’imperatore Carlo V. Pala dell’assunta Il Dolce ricorda che nel 1518, quando viene solennemente inaugurata la pala d’altare dell’Assunta, cominciarono le genti a stupir della nuova maniera trovata in Venezia da Tiziano. Il dipinto firmato «TICIANUS» sulla pietra in basso al centro, rappresenta l’assunzione in cielo di Maria. La narrazione si articola su tre registri sovrapposti. In basso, infatti, sono rappresentati gli Apostoli. Le loro braccia robuste sono protese verso
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