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descrizione personaggio locandiera, Dispense di Italiano

descrizione Fabrizio,servo della locandiera di Goldoni

Tipologia: Dispense

2023/2024

Caricato il 23/05/2024

fede0790
fede0790 🇮🇹

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Scarica descrizione personaggio locandiera e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! La Locandiera, la commedia in tre atti scritta da Carlo Goldoni che sarebbe diventata una delle più importanti e maggiormente rappresentate opere del teatro italiano, nasce sul finire del 1752, quasi al termine della fruttuosa collaborazione con la compagnia del capocomico Girolamo Medebach. Essa (il rapporto) era nata come un esperimento, rivelatosi poi assolutamente vincente; aveva infatti condotto alla creazione di un metodo di lavoro del tutto nuovo e foriero di sempre nuovi risultati (più di 16 commedie nuove?), tanto che nessuna critica o attacco riusciva a far disaffezionare il pubblico. Questi attori erano, al tempo de “La Locandiera”, estremamente capaci e ben consapevoli di esserlo e al contempo noti e apprezzati dal pubblico veneziano. L’autore invece, riconosciuto come direttore di compagnia in tournée, possedeva un’indiscussa capacità registica e conosceva anche alla perfezione anche la struttura del Teatro Sant’Angelo, la sua acustica e la sensazione di intimità che si poteva instaurare con il pubblico. La commistione di questi elementi permise a Goldoni di comporre un’opera tanto celebre, i cui personaggi erano cuciti su misura per la sua compagnia. In particolare Mirandolina nelle prime rappresentazioni fu interpretata da Maddalena Marliani Raffi, nota anche come Corallina, mentre Fabrizio fu interpretato dal collega nonché marito Giuseppe Marliani, un famoso e apprezzato Brighella. Goldoni lo considera <<il più bravo, il più comico, il più delizioso del mondo>> e questo ci può indurre a pensare che questo personaggio che rimane sullo sfondo, in secondo piano per la gran parte della commedia svolga in realtà un ruolo più importante di quanto non sembri. Fabrizio è infatti il satellite di Mirandolina e attorno a loro gravitano tutti gli avventori della Locanda. Egli è il cameriere della locanda di origini popolari; viene dalla campagna, è sostanzialmente passivo nei confronti della nobiltà e della borghesia ed è passato al ceto borghese proprio iniziando a lavorare per Mirandolina e suo padre. Quest’ultimo al momento dei fatti è morto da ormai sei mesi e sul letto di morte ha consigliato alla figlia di sposare proprio Fabrizio, affidabile, buon lavoratore e da sempre non indifferente alla donna. Di questa possibilità discutono anche il Conte e il Marchese nel primo atto. Quest’ultimo infatti nota come <<la locandiera lo guardi assai di buon occhio>>; il Conte risponde che se i due si sposassero <<non sarebbe cosa mal fatta>> infatti <<sono sei mesi che è morto il di lei padre>>. Fabrizio vorrebbe avere la mano di Mirandolina, perché oltre ovviamente ad essere una donna estremamente avvenente, per lui sposarla è un’opportunità per cambiare posizione sociale: passare da servitore ad imprenditore. In questo i due sono molto simili e appaiono volutamente “toscani” nel senso più caratteristico del termine. Goldoni infatti, contrapponendoli ai veneziani, frequentemente qualifica i toscani come “rozzi”, non solo per le pronuncia più dura e il fare meno gentile, ma soprattutto, sostiene l’autore, per la naturale predisposizione al calcolo e al tornaconto. Mirandolina però, spinta sia proprio dal suo interesse personale che dalla tutela della sua libertà, dal suo narcisismo e dalla sua brama di potere, lo tiene sempre sulle spine: non accetta mai la sua proposta, ma neanche infrange le sue speranze. Egli non è capace di farle una corte adeguata, anche a causa della sua condizione di subordinazione, e il suo corteggiamento consiste nel ricordare alla donna quello che le ha detto suo padre. Nelle scene tra il primo e il secondo atto in cui fa la sua comparsa, mostra i primi cenni di gelosia nei confronti dei tre avventori, ma Mirandolina gli fa credere che tra loro ci sia una complicità che agli altri è preclusa, così Fabrizio capisce spesso il contrario di quello che sta capitando. Egli rappresenta infatti il popolo, il quale ha poca intelligenza e poca cultura, per vivere dipende dalle altre classi sociali e spera in una sistemazione dignitosa e in un colpo di fortuna. Queste sue caratteristiche sono evidenziate da molti suoi comportamenti: non riesce a capire che le due dame sono commedianti e pensa precipitosamente che possano dargli laute mance. Imita il linguaggio ampolloso delle due commedianti e ruba anche frasi al Marchese, il peggiore dei tre nobili. Vuole fare il padrone di casa, ma i tre avventori lo cacciano via senza ritegno. Dice al cavaliere che Mirandolina deve esser sua moglie, pensando che questi sia misogino. Un ruolo di maggiore importanza viene poi invece assunto da questo servitore nel terzo atto. Infatti, quando il cavaliere minaccia di usarle violenza, Mirandolina chiede aiuto a Fabrizio ed è poi costretta a cedere: acconsente a sposarlo e questi, nonostante la sua perplessità di fronte al comportamento della donna, che accetta la corte degli avventori e si diletta a far innamorare di sè gli uomini, si fa presto convincere con solo poche parole e qualche moina. Alla base di questo legame, infatti, ci sono degli interessi personali da ambo le parti: nell’ultima scena Fabrizio esita a pronunciare il suo “sì” perché è interessato prima a “fare i patti”, mentre Mirandolina, cinicamente, commenta: <<Anche questa è fatta.>> Ovviamente questa scelta da parte della locandiera ha portato all’allontanamento dei suoi migliori clienti e alla rinuncia a parte della propria libertà e alla possibilità di soddisfare il proprio narcisismo e la propria brama di potere giocando a far innamorare gli uomini di lei, ma lo fa per conservare ciò che ritiene, in piena ottica mercantile e borghese, ancora più importanti: la propria indipendenza e l’utile. Il matrimonio con Fabrizio è infatti il male minore per rimanere padrona della propria vita facendo sì che questa rimanga come sempre e Mirandolina alla fine sceglie colui che, meglio di ogni altro, condivide i suoi valori e i suoi obiettivi e potrà aiutarla a tenere la locanda in conformità alle leggi dell’economia, ormai vincenti nel XVIII secolo a Venezia. Come abbiamo visto, anche Fabrizio è consapevole che occuperà una posizione subordinata alla moglie e che quindi il loro matrimonio avrà anche una valenza di convenienza. È la soluzione di un problema pratico per entrambi che non può diventare affetto profondo, comprensione reciproca, comunanza di affetti. La barriera di classe resta. Mirandolina compiendo questa scelta, con una non troppo velata critica alla classe nobiliare e alla borghesia fin troppo arricchita, rifiuta il denaro del conte, la protezione del marchese e le pretese del cavaliere che vuole impadronirsi con la forza di lei, sposando Fabrizio, il paziente popolano di casa. Allo stesso modo è
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