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La teoria di Merton: Anomia e strutture sociali, Sintesi del corso di Sociologia della devianza

Robert k. Merton introduce il concetto di teorie di medio raggio, che si concentrano su obiettivi specifici come il comportamento deviante, il flusso di potere intergenerazionale e le forme invisibili di influenza personale. Le teorie di merton si basano su presupposti specifici derivabili e verificabili empiricamente. Egli vuole comprendere come alcune strutture sociali esercitano una pressione definita su alcuni membri della società, indirizzandoli a condotte non conformi invece che conformi. Identifica due elementi essenziali che definiscono la struttura culturale di una società: le mete e le norme istituzionalizzate.

Tipologia: Sintesi del corso

2018/2019

Caricato il 22/11/2019

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Scarica La teoria di Merton: Anomia e strutture sociali e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia della devianza solo su Docsity! Capitolo 4: Struttura sociale e anomia ROBERT MERTON: Il sociologo americano Robert K. Merton, criticando l'approccio omnicomprensivo della teoria di Parsons, propose nel suo volume Teoria e struttura sociale il concetto di teorie di medio raggio, ossia teorie "specifiche, applicabili a serie limitate di dati: teorie, ad esempio, sul comportamento deviante, o sul flusso di potere da una generazione all'altra, o sulle maniere invisibili di esercitare un'influenza personale". Le teorie di medio raggio non sono dunque la semplice descrizione di un fenomeno sociale, piuttosto teorie che si concentrano su un dato oggetto di studio avanzando una serie di presupposti da cui derivare e verificare empiricamente delle ipotesi specifiche. altri termini, l'obiettivo di Merton non è di elaborare una teoria che spieghi la società come insieme unitario, coerente e equilibrato. Il suo intento è, invece, quello di concentrare la ricerca su parti del sistema sociale, vale a dire su un insieme di comportamenti sociali che siano osservabili empiricamente, che si manifestino con regolarità e che pertanto possono essere ricondotti a schemi astratti generali (anche se non universali) riferiti a parti del sistema sociale. Il comportamento deviante, per Merton, è correlato a determinate strutture socio-culturali. Egli infatti vuole di comprendere “in che modo alcune strutture sociali esercitino una pressione ben definita su alcuni membri della società, tanto da indurli ad una condotta non conformista, anziché ad una conformista. Egli individua due elementi essenziali che definiscono la struttura culturale di una società, questi sono: - le mete, ovvero gli obiettivi culturali socialmente definiti, gli scopi socialmente dichiarati legittimi, su cui si fondano le aspirazioni dei membri del gruppo sociale, e gerarchicamente ordinati secondo una scala valoriale condivisa; -le norme istituzionalizzate, la regolamentazione che il gruppo si dà per tendere lecitamente a tali obiettivi, i mezzi per raggiungere i fini culturali; in qualunque caso «la scelta degli espedienti per agire in direzione delle mete culturali è limitata da norme istituzionalizzate» Merton va alla ricerca delle cause del comportamento deviante e giunge alla conclusione per cui “il comportamento aberrante possa essere considerato, sociologicamente, come un sintomo della dissociazione fra le aspirazioni che vengono prescritte culturalmente e le vie strutturate per la realizzazione di queste aspirazioni. L'anomia Mertoniana è perciò la condizione nella quale è presente la dissociazione tra valori finali e valori strumentali, al punto che prevale solamente la valutazione dell'efficacia, anziché quella della legittimità dei mezzi. L’individuo viene stimolato dalla società e dalla cultura a raggiungere determinati obiettivi, a raggiungere la meta del successo porta gli uomini a non avere verso le norme alcun attaccamento emotivo. In altre parole, i vari gruppi sociali a secondo della posizione che occupano nel contesto sociale e dei mezzi istituzionali di cui dispongono sono influenzati differentemente dalle pressioni che non sono rappresentati da appetiti naturali (come in Durkheim) ma sono sollecitati dalle influenze culturali. Quindi sono le pressioni derivanti dalla cultura ad orientare le mete.. Questa esaltazione eccessiva delle mete produce la demoralizzazione, cioè la deistituzionalizzazione dei mezzi. «Via via che questo processo di attenuazione continua la società diventa instabile; e si sviluppa in essa ciò che Durkheim ha chiamato anomia Ciò che influenza gli individui è l’idea del «sogno americano» del successo materiale ed economico come obiettivo di successo culturale viene riprodotto dalle istituzioni sociali, dalla famiglia, dalla scuola, dai mass media Dunque affermare che la meta del successso è radicata nella cultura americana significa dire che gli americani vengono da ogni parte bombardati da precetti che proclamano di tener duro nel lottare per conseguire le mete del "sogno americano", nonostante si debbano affrontare ripetuti fallimenti, e nonostante che sulla strada di questa competizione non esista un punto finale di arrivo. A questa accentuazione positiva del dover tener fede alle mete ambiziose si accompagna la condanna per quanti rinunciano alle loro ambizioni. La cultura americana contemporanea impone tre principali assiomi culturali: 1. tutti devono tendere alle stesse mete ambiziose, con la convinzione che esse sono alla portata di tutti 2. l'eventuale insuccesso deve essere considerato momentaneo e prelude al successo finale; 3. l'unico reale insuccesso consiste nell'abbassare le proprie aspirazioni Questi assiomi rappresentano in termini psicologici: 1. coloro i quali nella soietà si trovano in una posizione tale da non avere pieno ed uguale accesso alle opportunità, sono distolti nel criticare la struttura sociale ed invitati a rivolfere la critica a se stessi 2. coloro i quali si trovano negli strati inferiori si identificano non con i loro pari, ma con coloro che stanno in cima 3. individui soggetti a delle pressioni, cioè a non le allentare le ambizioni altrimenti non avranno più pieno diritto ad essere considerati membri della società I soggetti sono socializzati a questi valori ma non possono accedervi tutti equamente a causa degli svantaggi strutturali derivanti dalle loro posizioni sociali che impediscono ad alcuni gruppi di disporre delle risorse e dei mezzi legittimi per ottenere questi obiettivi. Quindi possiamo dire che le disuguaglianze sociali sono un dato di fatto. chi sta in basso è sollecitato ad identificarsi, a misurarsi con chi sta in alto, con chi assume una posizione sociale maggiore. Ciò che si verifica in questi casi è il fenomeno della “deprivazione relativa” concetto elaborato da Stouffer: è l'esperienza di essere privati di qualcosa che si crede di aver diritto di avere. Il sentimento di essere privati non ha a che fare con la realtà oggettiva, ma solo con l'esperienza soggettiva. si riferisce ad uno stato di insoddisfazione della propria vita. Questo stato di deprivazione si sperimenta se: si fanno confronti con gruppi che si ritengono migliori e hanno caratteristiche che si desiderano e se si pensano quelle caratteristiche come spettanti anche al proprio gruppo Per tali motivi i soggetti sono sottoposti a pressioni tali che si ritrovano a sperimentare e a fronteggiare la tensione derivante dallo scarto tra mete culturali e mezzi legittimi utilizzando espedienti di adattamento alla tensione che possono consistere anche in attività devianti e criminali. Merton, quindi, pone l’attenzione sui tipi di adattamento ai valori culturali, economici e sociali da parte di persone aventi posizioni diverse nella struttura sociale, a seconda che dell’accettazione o meno degli obiettivi, delle mete proposte dalla società e dei mezzi istituzionalizzati per il loro conseguimento. Si tratta di tipi di reazione più o meno persistenti, non di tipi di organizzazione della personalità. -Conformità: é la risposta tipica in una società stabile. Comprende gli individui che si conformano tanto al criterio del successo, quindi alle mete, quanto ai mezzi legittimi atti a conseguirlo. Non deviante. Conformità a modelli culturali prestabiliti pur se soggetti a modificazione nel corso dei secoli. -Innovazione: accettazione delle mete culturali ma rifiuto dei mezzi istituzionali; questo adattamento si verifica attraverso l’uso di mezzi istituzionalmente proibiti ma spesso efficaci per raggiungere almeno un simulacro di successo. Codesta reazione si verifica quando l’individuo ha assimilato l’importanza culturale della meta, senza aver assimilato in pari tempo le norme istituzionali che regolano le vie ed i mezzi del suo raggiungimento. Risulta che le maggiori pressioni verso le deviazioni vengono esercitate sugli strati inferiori. Per coloro che si trovano collocati nelle posizioni più basse della struttura sociale, la cultura impone richieste incompatibili.
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