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Dewey, democrazia e educazione, Sintesi del corso di Storia Della Pedagogia

Democrazia e educazione

Tipologia: Sintesi del corso

2015/2016

Caricato il 07/01/2016

Danyero
Danyero 🇮🇹

4.1

(10)

14 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica Dewey, democrazia e educazione e più Sintesi del corso in PDF di Storia Della Pedagogia solo su Docsity! PREFAZIONE: Questo libro cerca di portare allo scoperto le idee implicite di una società democratica e di applicarle al campo educativo. Il libro valuta le diverse teorie della conoscenza, dello sviluppo morale, i metodi dell'educazione pubblica e cerca di esplicitare come ostacolino l'ideale democratico. La filosofia di Dewey collega lo sviluppo della democrazia al metodo sperimentale nelle scienze e ai cambiamenti dovuti al progresso per far notare come queste nuove idee abbiamo mutato l'educazione. 1. EDUCAZIONE COME NECESSITA' DELLA VITA RINNOVAMENTO DELLA VITA TRAMITE LA TRASMISSIONE: Gli esseri viventi a differenza dei non viventi si mantengono rinnovandosi. I non viventi non reagiscono, i viventi si, anche di fronte ad una forza loro superiore, essi lottano adoperando le energie che lo circondano, le cambia in mezzi per la sua conservazione. La vita è un processo di autorinnovamento attraverso l'azione sull'ambiente. Questo processo non è indefinito perché i viventi muoiono. Ma il processo della vita continua tramite la riproduzione (di una stessa specie) o l'evoluzione (di più specie, alcune scompaiono). L'ambiente viene riadattato a seconda dei bisogni dei viventi. Questa è l'analisi del concetto basso di VITA. La vita "alta" comprende costumi, istituzioni, credenze.. All'esperienza come alla vita si applica il principio di continuità per mezzo del rinnovamento. Se prendiamo una società umana l'esperienza è continua perché parte dal passato del gruppo anche se esso si rinnova. L'educazione è il mezzo della continuità sociale della vita. La nascita e la morte rendono necessaria l'educazione sennò il gruppo non avrebbe più la sua vita caratteristica. Se la civiltà cresce aumenta la distanza fra le capacità degli immaturi alla nascita e il livello dei più anziani. Non basta la crescita fisica, sono necessari uno sforzo deliberato e una sollecitudine pensosa. La società esiste grazie alla trasmissione delle abitudini nell'agire, pensare e sentire. Senza comunicazione non ci sarebbe vita sociale, l'ed. è quindi necessaria. Il rinnovamento del gruppo non è automatico: bisogna preoccuparsi che la trasmissione sia genuina e completa sennò il gruppo ricadrà nella barbarie. EDUCAZIONE E COMUNICAZIONE: Le scuole sono solo UNO dei mezzi di trasmissione. La società non continua a esistere "per mezzo" ma NELLA comunicazione e NELLA trasmissione. Impo tre parole legate profondamente: gli uomini vivono in comunità in virtù delle cose che possiedono in comune,. La comunicazione è il modo con cui sono giunti a possedere cose in comune. Non basta vivere vicini per creare comunità, neanche lavorare per un fine comune, ognuno deve essere legato all'altro tramite il consenso che non è possibile senza comunicazione. Se gli individui si usano l'un l'altro per conseguire i risultati desiderati essi non costituiscono un gruppo sociale. Deve esserci una partecipazione agli scopi e una comunicazione d'interessi. La vera comunicazione se è genuina è educativa: si partecipa a ciò che l'altro ha pensato o sentito e se ne ha il proprio atteggiamento modificato, nemmeno chi comunica rimane inalterato perché deve guardare in modo obbiettivo la sua esperienza per poterla comunicare. Il processo di vita è esso stesso educativo: allarga e illumina l'esperienza, stimola e arricchisce l'immaginazione e crea la responsabilità di pensiero. Lo stesso insegnamento muta: è uno stimolo a ridurre l'esperienza in una forma più adoperabile. IL POSTO DELL'EDUC. FORMALE: L'ed. ricevuta nel vivere con gli altri è di tipo accidentale, naturale ed importante, quella deliberata è tipica dell'istituzione scuola. Lo scopo delle altre istituzioni sociali invece è allargare l'esperienza, ancora oggi la reazione intellettuale ed emotiva riceve un'attenzione minima in confronto al profitto materiale. Le società primitive non hanno necessità di un'istituzione formale di educazione perché i bambini apprendono i costumi degli adulti e acquistano il complesso delle loro emozioni e delle loro idee partecipando alla vita degli adulti (partecipazione diretta). Le società evolute necessitano un genere più formale di educazione (l'insegnamento diretto) a causa della 1 distanza fra le capacità dei giovani e gli interessi degli adulti. Abbiamo quindi un organismo intenzionale (la scuola) e il materiale esplicito (gli studi), l'insegnamento è affidato ad un gruppo di persone. Ma questo cambiamento ha dei PERICOLI. Nelle società primitive partecipare alla vita adulta è personale e vitale, il sapere è messo in pratica ed esiste con profondità di significato (+ qualità, - quantità). In una cultura progredita molto sapre è simbolico, non è legato a azioni e oggetti familiari, è materiale artficiale che rimane isolato dall'esperienza della vita. Il probl. più grave è quindi mantenere un giusto equilibrio fra i procedimenti formali e informali, gli insegnati non devono essere degli specialisti egoistici. Il compito è sempre più delicato con l'aumentare della specializzazione educativa. 2. EDUCAZIONE COME FUNZIONE SOCIALE LA NATURA E IL SIGNIFICATO DELL'AMBIENTE: L'educazione è un processo di nutrizione, allevamento, coltivazione. Essa implica dunque attenzione alle condizioni della crescita. Educazione etimologicamente significa "tirar su, guidare. In generale lo scopo è formare un buon cittadino. Questo significa che educare non concerne solo i modellamento fisico ma anche trasmettere gli interessi, gli scopi e le idee di un gruppo sociale. Qual è il metodo per cui li assimileranno? Semplicemente per mezzo dell'azione dell'ambiente nel suscitare certe reazioni. L'ambiente non è ciò che circonda l'individuo ma la continuità delle cose circostanti con le sue stesse tendenze attive (l'ambiente è costituito da ciò che muta l'uomo). Per es. non è detto che le cose vicine lo influenzino più di quelle lontane: prendiamo un astronomo o un antiquario. L'ambiente consiste nelle condizioni che promuovono o impediscono le attività caratteristiche di un essere umano. La vita non è esistenza passiva (pesce-acqua) ma un modo d'agire, l'ambiente la influenza. L'AMBIENTE SOCIALE: Una persona che compie attività associate ad altre persone ha un ambiente sociale. Essa infatti non può esercitare le sue attività senza tener conto di quelle altrui (vs uomo d'affari o artigiano). Impo capire come l'ambiente sociale formi i suoi membri immaturi. Per capire ciò bisogna analizzare come gli uomini controllano gli animali controllando l'ambiente che li circonda (cibo..). In questo modo si ottengono abitudini che funzionano. Anche le azioni umane possono venir modificate in questo modo ma qui si parla di addestramento, non ed. Si differenzia da essa perché i mutamenti avvengono specialmente nelle azioni esteriori. Ma la differenza specifica è un'altra: un frutto dell'educazione è agire come aggrada gli altri, per costruire un'ottima comunità (il cavallo quando porta il padrone non acquista interesse per la sua nuova mansione ma esso rimane legato al cibo. Purtroppo spesso l'uomo viene addestrato come un animale creando in esso abitudini utili. In altri casi partecipa e condivide la comune attività: si pensi ad una tribù bellicosa, un tale ambiente incoraggia il ragazzo ad atti guerreschi, combattendo guadagna approvazione dal gruppo.. L'ambiente sociale non instilla direttamente questi desideri, il primo passo è stabilire le condizioni che stimolino certi modi di agire, il passo finale è di fare l'individuo partecipe dell'attività associata in modo che egli senta l'insuccesso come se fosse il proprio. La lingua nel campo del sapere è fondamentale: è alla base del fatto che il sapere si può trasmettere da 1 all'altro. Ma trasmettere conoscenze non è un fatto fisico (una conoscenza non è un suono ascoltato dall'orecchio). Un bambino ad es. acquista l'idea della parola CAPPELLO grazie al fatto che l'oggetto e il suono siano adoperati ripetutamente in un'attività comune (che ha lo stesso significato per il figlio e il genitore). In questo modo si sviluppano nuovi significati (es. elmo greco). L'AMBIENTE SOCIALE IN QUANTO EDUCATIVO: L'ambiente sociale quindi forma la disposizione mentale ed emotiva della condotta degli individui a partire da un'attività che ha certi scopi e certe conseguenze. Una persona sarà cmq inevitabilmente in parte legata alla vita familiare (es. famiglia musicisti) ma se non sviluppa un interesse per la peculiarità 2 del suo gruppo rimarrà al di fuori di esso. Dobbiamo essere consapevoli che la partecipazione diretta è anche oggi l'alimentazione fondamentale dei giovani. Ciò che l'insegnamento cosciente può fare è liberare le capacità così formate e indirizzarle in una pratica più vasta. L'influenza incosciente dell'ambiente ha ambiti in cui l'efficacia è più marcata: la lingua appresa in tenera età, le maniere, il buon gusto.. l'istruzione cosciente è efficace se coincide con l'ambiente sociale del bimbo, in caso contrario nei omenti di eccitazione si perdono i modi intenzionalmente acquistati. In generale le cose che ammettiamo senza riflettere sono abitudini che ci guidano e si trovano sotto il livello della nostra comprensione. LA SCUOLA COME AMBIENTE SPECIALE: Importante riconoscere che il processo educativo va avanti volente o nolente, l'unico modo di controllare l'ed. è il controllo dell'ambiente. Noi educhiamo solo indirettamente per mezzo dell'ambiente. Le scuole sono l'es. di ambiente formato con lo scopo di influenzare le disposizioni mentali degli allievi. La scuola ha tre funzioni specifiche: 1. Semplificare e ordinare: una civiltà complessa non può essere assimilata in toto: deve essere spezzettata e semplificata (dati fondamentali), l'ordine deve essere progressivo. 2. Purificare e idealizzare: l'ambiente deve essere puro per non avere influenze negative sui ragazzi. Sceglie il meglio dell'ambiente sociale ordinario perché contribuisca a migliorare la società futura 3. Equilibrare: i diversi elementi dell'ambiente sociale, ogni gruppo deve poter sfuggire alle limitazioni del gruppo nel quale è nato. A causa delle innumerevoli differenze insite nella società complessa si ha l'esigenza di un istituzione che fornisca un ambiente omogeneo ed equilibrato per i giovani. Quindi unità di visione e orizzonte più largo. La scuola ha un compito di integrazione delle differenze. 3. EDUCAZIONE COME DIREZIONE L'AMBIENTE IN QUANTO DIRIGE: la funzione generale dell'educazione è quella di controllo o guida. Ovvero assistere per mezzo della collaborazione le capacità naturali degli individui. Direzione come assistenza dirigente. Spesso le tendenze di un individuo vengono ritenute egoistiche quindi antisociali. I l termine controllo implica quindi la subordinazione degli impulsi naturali agli scopi pubblici. Ciò ha sapore di costrizione, in più gli individui hanno interesse a prendere parte ad attività cooperative e congiunte. Il controllo in realtà progetti per l'avvenire. Così si compie l'influenza reciproca. La complessità della vita sociale prolunga la dipendenza e la plasticità con una nuova spinta vs il progresso sociale. LE ABITUDINI COME ESPRESSIONE DELLA CRESCITA: Plasticità come capacità di portare con sé dalle esperienze precedenti fattori che modifichino le attività successive. Questo significa capacità di acquisire abitudini come forma di abilità esecutiva e capacità di usare delle condizioni naturali come mezzo a un fine. E' controllo attivo dell'ambiente. Molti definiscono l'educ. come acquisizione di abitudini in virtù delle quali l'individuo si adatta al suo ambiente. Adattamento è attivo, controllo dei mezzi per raggiungere certi scopi. Si pensa all'ambiente spesso come cosa fissa che provvede ai cambiamenti dell'organismo ma in realtà noi ci abituiamo (assuefazione) del nostro ambiente finché esso rimane abbastanza costante. Es. in una città nuova gli stimoli appaiono eccessivi, si cerca di formare un equilibrio di adattamento, non ci interessa cambiare tutto l'ambiente quindi in parte si tratta di adattamento di ambiente alle nostre attività e il contrario, e in parte ci assuefacciamo all'ambiente quando accettiamo tratti di esso senza modificarlo. Si formano anche certe disposizioni intellettuali ed emotive. Ogni abitudine indica un'inclinazione, una preferenza attiva. L'elemento intellettuale in un'abitudine ne stabilisce la relazione articola l'abitudine per un uso vario ed elastico e ne permette una crescita continua. Parliamo di abitudini fisse, questi indicano sia poteri stabili pronti come risorse sia modi abituali privi di freschezza. In questo caso possono essere definite come cattive abitudini perché sono abitudinari e l'intelligenza è disgiunta da essi. L'acquisizione di abitudini deriva dalla plasticità originaria e alla abilità di variare le risp finché non si trova il modo d'agire appropriato ed efficiente. La plasticità diminuisce con gli anni perchè si tende a fissarsi su un'abitudine. Per questo c'è bisogno di cure costanti perché l'intelligenza non si fermi ma si rimetta costantemente in gioco. In caso contrario l'ambiente diventa un processo di progressivo soffocamento della crescita. PORTATA EDUCATIVA DEL CONCETTO DI SVILUPPO: Se si dice che ed. =sviluppo dipende che cosa s'intende di quest'ultimo. Impo considerare il processo educativo come avente come unico scopo sé stesso, come processo di continua riorganizzazione, ricostruzione... Il bambino ha poteri specifici e occorre tenerli presenti. Anche l'adulto normale è impegnato a crescere. Il bambino dovrebbe crescere in forza, l'adulto in apertura mentale. Il crescere è il fine. Gli istinti naturali sono trattati come impicci da eliminare o trascurati, da qui consegue mancanza di interesse per il nuovo, avversione al progresso e timore vs l'ignoto. Lo scopo dell'educazione è L'INCLINAZIONE A IMPARARE DALLA VITA STESSA. Vita significa crescita, educare significa assumersi il compito di fornire condizioni che assicurino la crescita indipendentemente dall'età. Questa consapevolezza ci protegge dall'idealizzazione dell'infanzia Il vero principio per il rispetto dell'immaturità è: "Rispetta il bambino. Non essere troppo suo genitore. Non invadere la sua solitudine . Rispetta il tuo bambino e te stesso, mantieni il suo naturale ed elimina il resto, mantieni la sua natura e armala con la conoscenza nella direzione vs la quale punta"(Emerson). La reverenza vs i bambini implica un immenso sacrificio di tempo, di pensiero, della vita stessa del maestro, richiede tempo, addestramento, occasioni favorevoli e l'aiuto di Dio e il solo pensare di ricorrere a questo tipo di formazione attesta carattere e profondità. 5. PREPARAZIONE, SVILUPPO E DISCIPLINA FORMALE 6 EDUCAZIONE COME PREPARAZIONE: Il processo educativo è un continuo processo di sviluppo che ha come scopo ad ogni stadio una nuova capacità di crescita. L'idea di ed. come preparazione (ciò a cui ci si prepara è la vita adulta, i bambini sono immaturi) si basa sul carattere privativo della crescita. Le conseguenze di quest'idea educativa è in primo luogo la perdita di slancio. I bambini vivono nel presente, prepararli a qlc di lontano aumenta la tendenza a rimandare la preparazione, se il risultato è lontano, perché avere fretta? Si basa poi su un'opinione vaga di cosa il giovane dovrebbe diventare in avvenire (soprattutto i doveri pratici futuri) e non su un giudizio rigoroso dell'individuo nel presente. L'avvenire remoto non ha un potere stimolante (in realtà si dovrebbe legare lo stimolo alla situazione presente) quindi ciò implica il ricorso a punizioni o premi. Ma se l'ed. è crescita, non dovrebbe realizzare le Possibilità presenti? L'errore è porre i bisogni futuri (importanti cmq) come una molla degli sforzi presenti. EDUCAZIONE COME SVOLGIMENTO: Lo sviluppo qui è visto come lo svolgersi di poteri latenti vs uno scopo determinato: la perfezione. Il focus è sulle qualità spirituali da raggiungere. La concezione della vita è ancora di tipo statico (dovrebbe essere di tipo dinamico), le operazioni intermedie sono transitorie e senza significato. Il traguardo rimane lontano e irraggiungibile. In più il fine ideale come viene deciso? Ci sono stati due grandi filosofi che hanno tratteggiato il fine assoluto. Per Froebel il mezzo di realizzazione del principio completo è la presentazione di simboli (soprattutto matematici), essi presentati al bambino risvegliano il tutto che dorme in lui. Froebel è ammirato da Dewey perché riconosce l'impo delle capacità innate dei bambini e li pone in rilievo nel processo educativo. Il suo errore è stato lo stabilire un traguardo irraggiungibile. Hegel invece da all'Assoluto una forma istituzionale, le istituzioni sono il mezzo in cui esso si manifesta e lo sviluppo personale si attua quando avviene conformismo, assimilazione alle idee dominanti. Gli eroi sono li unici che portano avanti lo spirito del mondo con le loro proprie gesta (es. Napoleone). La cosa positiva fatta da Hegel è sottolineare come le istituzioni sono di fatto un nutrimento per la mente. Alcuni seguaci di Hegel tentano di riportare in luce ,almeno in parte, l'individuo: la società viene rappresentata come il corpo umano, ogni individuo ha un certo spazio e una funzione limitati, in più giustifica l'idea della società divisa in classi. EDUCAZIONE COME ALLENAMENTO DELLE FACOLTA': o teoria della disciplina formale. Il fine è la creazione di specifici poteri di adempimento. Una persona allenata sa fare ciò che è impo per lei. Basilare la disciplina sia come risultato che come metodo di allenamento. Locke esprime la teoria che il mondo esterno fornisca il materiale tramite le sensazioni passive ricevute e che la mente possieda alcune facoltà già pronte (attenzione, osservazione..) che devono essere esercitate finché diventano abitudini. Questa teoria è corretta se si pensa all'idea che qualsiasi materiale viene dal mondo, idealistica quando pensava di formare facoltà intellettuali con azioni ripetute. Dewey poi sostiene che le facoltà originarie non esistono, ci sono tendenze innate ma sono moltissime e sono risposte date ai cambiamenti dell'ambiente. In più si intrecciano fra loro , insomma i cambiamenti specifici delle attività organiche in risp dei cambiamenti dell'ambiente attuano il cosiddetto controllo sull'ambiente. L'allenamento delle nostre attività impulsive non è un perfezionamento ma uno scegliere dalle risp diffuse evocate in un momento quelle adatte all'utilizzazione dello stimolo. Da qui allenamento = risp selettiva. Impo la coordinazione specifica, le risp sono collegate (es. bimbo sbatte un oggetto di vetro per terra: risp visiva e sonora). Più è specializzato l'adattamento della risp più l'allenamento è di portata inferiore dal p.d.v. intellettuale o educativo. Insomma, reazione specializzata: abilità poco trasferibile in altri contesti. Es. bimbo che impara a compitare: osserva e trascrive parole. Le connessioni con altre osservazioni o ricordi vengono deliberatamente eliminate. La capacità ottenuta non è trasferibile. Più è vasto il contesto più capacità acquisita trasferibile perché implica coordinazione flessibile. Errore della teoria è dualismo! 7 Separa attività e facoltà dal contenuto. Es. sviluppo muscoli in palestra o tramite uno sport, questo è allenamento più generale. Uno è un'autorità in un campo particolare e deficiente in questioni non collegate al suo campo. In educ. lo scopo è che la persona noti, ricordi e giudichi le cose che lo renderanno un membro efficiente e competente in un gruppo. Se le abitudini di osservaz. di un botanico sono migliori è perché riguardano argomenti più significativi nella vita. Le attività vaste implicano coordinazione di diversi fattori, il loro sviluppo richiede continuo adattamento e redistribuzione del punto focale di azione. In questo modo ci si esercita nel creare nuove combinazioni e a cambiare direzione nello sviluppo progressivo. Generale è sinonimo di vasto e flessibile. L'isolamento del campo di applicazione da un contesto sociale è l'ostacolo principale all'allenamento generale della mente. 6. EDUCAZIONE CONSERVATRICE E PROGRESSIVA EDUCAZIONE COME FORMAZIONE: Ora teoria che nega l'esistenza delle facoltà e pone in rilievo il ruolo dell'oggetto. Per questa teoria l'educ. non né un processo che si svolge dall'interno né un allenamento delle facoltà. La mente progredisce con l'istruzione: costruire la mente dal di fuori. La formazione stessa ha un senso tecnico perché agisce dall'esterno. Herbart nega l'esistenza i facoltà innate, la mente è dotata delle facoltà di produrre qualità Reagendo alle realtà che agiscono su essa. Queste si chiamano rappresentazioni che una volta create persistono e possono essere ricacciate sotto la soglia della coscienza con nuove rappresentazioni più forti. Ciò che chiamiamo facoltà sono adattamenti, associazioni. La percezione è la complicazione delle rappresentazioni che risultano dal sorgere delle vecchie con le nuove. Il piacere è il rafforzamento fra le attività di rappresentazioni, il dolore il divergere. La mente si risolve in contenuti. Le conseguenze della dottrina sono: La formazione della mente è solo un problema di presentazione dei materiali atti ad educare Le prime rappresentazioni sono gli organi percettivi, quindi sono molto impo. Educatore deve scegliere il materiale adatto e organizzare la sequenza delle rappresentazioni. Si possono stabilire fasi formali del metodo d'insegnamento: presentazione oggetti punto centrale, fase che più conta è la preparazione di essi, far emergere rappresentazioni più vecchie, Alla presentazione seguono processi interazione fra nuovo e vecchio, quindi l'applicazione del contenuto. Il metodo è perfettamente uniforme. Il merito di Herbart è che sottrae l'azione educativa alla routine e al caso. Puntò tutto sul contenuto. Il difetto teorico è nell'ignorare l'esistenza di funzioni attive nell'essere vivente, esaltando il Maestro di scuola. Non parla del privilegio del maestro di imparare ed esagera la possibilità di metodi coscientemente formulati sottovalutando le attitudini personali. Insiste sul passato e non sul nuovo. Non tiene presente l'essenza dell'educ. che forma il carattere mentale e morale la formazione consiste non solo nella selezione e coordinazione di attività originarie ma per mezzo di esse. Processo di ricostruzione. EDUCAZIONE COME RICAPITOLAZIONE E RETROSPEZIONE: La combinazione delle idee di sviluppo e formazione dall'esterno alla base di questa teoria. L'individuo si sviluppa nel ripetere l'evoluzione passata della vita animale e umana. Si afferma che i bambini a una certa età sono allo stato selvaggio quindi si addice alla loro educ. il materiale prodotto nel passato (soprattutto letterario). La teoria ha avuto poco corso ma l'idea su cui si fonda è che l'educ. è retrospettiva, la mente è formata modellandosi sull'eredità spirituale del passato. Usata molto nell'istruzione superiore. La base biologica è errata, se ci fosse rigida ripetizione lo sviluppo evolutivo non avrebbe luogo. Invece lo scopo di educ. è facilitare l'evoluzione che avviene per scorciatoie e alterazioni. Il grande vantaggio dell'immaturità è che permette di liberare i giovani dal rivivere il passato. Educ. come facilitazione di sforzi in un'esperienza cosciente. 2 elementi di verità in questa concezione: 8 da lato biologico ogni bimbo inizia con attività impulsive spesso casuali, dall'altro è saggio utilizzare i prodotti della storia passata quando sono di aiuto per l'avvenire. La letteratura presente nel passato fa parte dell'ambiente presente dell'individuo, è una risorsa (diverso da usarli come modelli). 1. Un uso sbagliato di idea di ereditarietà umana contrapposta a quella ambientale riduce l'efficacia di questo. No impo per educatore come attività si sono prodotte ma conta che esistono attualmente. Il riconoscimento evita lo spreco di energie. Non bisogna tentare di fare di un individuo qlc che non è adatto a diventare. La necessità è studiare attitudini e deficienze di un individuo ma poi fornirgli un ambiente che impieghi adeguatamente le attività esistenti. Es. bimbo nasce ma il suo bagaglio innato non garantisce che lingua parlerà, se in un ambiente muto.. Impo quindi porre l'eredità del passato in giusto rapporto con opportunità di presente. 2. Teoria oggetto istruzione costituito da prodotti culturali di tempi passati è es. di separazione fra processo e prodotto dello sviluppo. L'oggetto di istruzione deve tener vivo il processo di sviluppo. Un individuo vive nel presente che non è prodotto del passato. Conoscenza di passato impo quando questa partecipa del presente. Facendo dei documenti materiale principale di educ. si taglia nesso vitale fra presente e passato. Speso poi gli uomini sfuggono dalla crudezza del presente per vivere raffinatezze immaginarie del passato. Il passato è gran risorsa per immaginazione ma deve essere visto come passato Del presente non come mondo diverso. EDUCAZIONE COME RICOSTRUZIONE: Educ.= ricostruzione e riorganizzazione. Così si da ad educ. uno scopo immediato: trasformazione diretta di qualità di esperienza. Ciò che è stato realmente imparato in ogni stadio è il valore di quell'esperienza. Educ quindi come accrescere il significato di esperienza ed aumentare capacità a dirigere il corso di esperienza seguente. 1. Incremento del significato dato da aumentata percezione del nesso e di continuità di attività nelle quali siamo impegnati. Attività che genera educ. ci rende consci di qualche nesso che prima non ci era percepibile. Es. bimbo tocca fiamma, da esperienza impara che vuol dire bruciarsi.. in ugual modo lavora lo scienziato. Da qui si può iniziare a volere delle conseguenze invece di lasciare le cose accadere semplicemente. 2. Incremento di facoltà della direzione o del controllo. Può prevedere meglio ciò che sta per accadere Un'esperienza educativa quindi comporta un contenuto, un aumento di abilità. Attività abitudinaria è capricciosa e "non ci importa cosa accadrà", c'è anarchia. E' incontrollata a causa del cattivo coordinamento con ambiente. Si può imparare qlc che non si capisce ma perché osserviamo risultati mai scorti prima. Atti di routine possono aumentare l'abilità a fare una cosa particolare ma limitano l'orizzonte di significato. Poiché l'ambiente cambia un modo di agire uniforme e isolato diventa disastroso nei momenti critici. . L'educ. come ricostruzione continua identifica invece il risultato con il processo. L'esperienza si svolge nel tempo e mette in luce nessi impliciti fino ad ora mai osservati. La ricostruzione dell'esperienza può essere tanto sociale quanto personale. Le comunità progressive si sforzano di modellare le esperienze dei giovani in modo che promuovano abitudini migliori sicché in futuro la vita degli adulti risulti migliore della loro. Siamo ancora lontani dall'intendere l'efficacia potenziale dell'educ. come mezzo costruttivo di miglioramento della società futura. 7. IL CONCETTO DEMOCRATICO NELL'EDUCAZIONE QUEL CHE IMPLICA L'ASSOCIAZIONE UMANA: L'IDEALE DEMOCRATICO: LA FILOSOFIA PLATONICA DELL'EDUCAZIONE: L'IDEALE INDIVIDUALISTICO DEL XVIII SECOLO: L'EDUCAZIONE NAZIONALE E SOCIALE: 8. SCOPI NELL'EDUCAZIONE 9 LA NATURA DELLO SCOPO: Scopo dell'educazione è di permettere agli individui di continuare la loro educ. L'obbiettivo della studio è una continuata capacità di sviluppo. Questa idea non può essere applicata a tutti finché non si provvederà ad una ricostruzione delle gli uomini in modo che possano cercare e trovare il bene di loro scelta. LA CULTURA COME SCOPO:La cultura è qlc di coltivato, di maturato, è personale, è il coltivare i propri interessi. Quando l'efficienza è identificata con atti invece che con lo spirito e il significato di attività cultura ed efficienza si contrappongono. Il fatto è che l'abitudine a contrapporre eccellenza della personalità ad efficienza sociale è prodotto di una società organizzata feudalmente. Ma se democrazia ha significato morale e ideale si esige una collaborazione sociale da parte di tutti. I beni materiali sono prodotti di una personalità efficiente ma restano dei sottoprodotti dell'educ. L'idea di perfezionare una personalità interna è un segno di divisioni sociali, se la può tener dentro di sé. Quello che è uno come persona è quello che uno è associato a altri, in un libero scambio di relazioni. Qualsiasi individuo ha manato la sua vocazione se non trova che il conseguire risultati utili per altri è corollario di ogni processo d'esperienza valido. Le tragedie sono l'idea di un perfezionamento spirituale e del sacrificio di sé. Efficienza sociale = cultura. 10. INTERESSE E DISCIPLINA 12 IL SIGNIFICATO DEI TERMINI: Spettatore: indifferente vs il risultato, l'atteggiamento vs ciò che accade è qlc da osservare. L'attore invece è legato a quello che avviene, il risultato importa quindi fa tutto quello che può per influenzare la direzione che prenderanno gli avvenimenti. Ha un atteggiamento duplice vi è ansietà rispetto alle conseguenze future e tendenza ad agire per ottenere conseguenze migliori. Quindi c'è preoccupazione e interesse. Questi sono connessi allo scopo. La cosa anticipata non è oggettiva per un essere attivo, è una risp personale. L'interessato ci mette sollecitudine e sforzo. La fase di previsione oggettiva è intellettuale ed è emotiva quella di preoccupazione personale. L'effetto dipende dalla loro azione reciproca. Le attività della vita sono in connessione anche con l'ambiente. La parola interesse implica: una situazione di sviluppo in atto, risultati oggettivi previsti e desiderati, inclinazione emotiva personale. Interesse: occupazione (ha l'hobby del giardinaggio), influenza di un oggetto sulla persona, uomo interessato a qlc: ha a cuore qlc. Interesse come effetto di un oggetto sul vantaggio personale (da p.d.v. educativo). Le conoscenze insegnate a scuola sono spesso prive d'interesse, rimedio è scoprire oggetti e azioni che si adeguino alle capacità effettive. Interesse collega ciò che sta TRA due cose. Da una parte è distanza temporale (ma non vs fine percorso, impo tappe intermedie) Materiale è interessante: ci sono connessioni fra i propositi e le facoltà presenti, non lo è se deve essere reso interessante! Disciplina: se un'attività richiede tempo, mezzi e ci sono ostacoli fra inizio e il compimento, sono necessari decisione e persistenza. Volontà = disposizione cosciente a persistere nel corso d'azione progettato. Ci sono due fattori che la influenzano: la previsione dei risultati e la misura di interesse. L'ostinazione non è una forza volitiva, si continua a fare una cosa perché si è incominciato a farla, non per un proposito. L'uomo ostinato rifiuta di chiarire a sé stesso il fine che si è posto, l'uomo fattivo riflette sui suoi scopi, sul nodo migliore per arrivare al risultato. La differenza fra i due è intellettuale: consiste nel grado di fermezza e completezza con cui si riflette sulle conseguenze. Esiste una decifrazione intellettuale dei risultati. Questo quando i fini sono previsti ma non hanno presa sulla persona. Sono qlc per trastullarsi. La persona addestrata a riflettere sulle sue azioni è disciplinata, in più ha la facoltà di perdurare in una linea d'azione scelta intelligentemente. Disciplina = capacità controllata. E' positiva. l'INTERESSE E LA DISCIPLINA SONO COLLEGATI. L'interesse infatti è necessario per persistere nell'esecuzione e misura la forza della presa che il fine previsto ha sulla persona per spingerla ad agire alla realizzazione di esso. L'IMPORTANZA DELL'IDEA DI INTERESSE NELL'EDUCAZIONE: Interesse è dato dalle proprietà stimolanti degli oggetti, analisi di esso porta a considerare i bimbi singoli nelle loro capacità, bisogni e preferenze. Gli atteggiamenti e i metodi mutano a seconda delle diverse attitudini, della vita passata.. Tropo spesso la mente è isolata dai fatti. L'argomento è considerato qlc che di completo in sé stesso che deve essere imparato o saputo. Invece l'oggetto di conoscenza è costituito da ciò cui si riconosce l'efficacia sul previsto corso degli eventi. Es. scrivere a macchina: se sei principiante l'attenzione non è distribuita ma centrata su qualsiasi cosa abbia un rapporto con il perseguimento della vostra occupazione. Mente non designa un'entità conclusa in sé ma un corso d'azione intelligentemente diretto in cui rientrano fini, scopi. Le attività nelle quali si impegna una persona non sono di sua proprietà ma qlc in cui s'impegna e partecipa. Probl. istruzione trovare materiale che impegni una persona in attività specifiche e considerare gli argomenti come mezzi per raggiungere fini. Bisogna riformulare l'idea di mente e del come la si addestra. Escogitare attività che implichino interesse, risultati che sono come una posta in gioco e tali da non poter essere eseguiti senza riflessione, uso di giudizio in scelta di materiale, osservazione e memoria. La radice dell'errore non tener conto dei fattori in movimento e nel considerare la mente come completa in sé stessa. Questo ultimo aspetto 13 errore a doppio taglio: da una parte protetto gli intellettuali dalle critiche intelligenti.. il fatto che erano disciplinari soffocava ogni domanda. Quando l'effetto disciplinare non aveva risultati la colpa era dell'allievo. In più disciplina era vista in modo negativo, non la si definiva come incremento della concreta capacità di realizzazione. La volontà era pura fatica. L'esercizio temprava, di più se era antipatico. Umorista americano "non importa che cosa insegnate ad un ragazzo, basta che non gli piaccia". Questo è dato dall'isolamento dell'oggetto da imparare. In verità l'intelletto si volge a studiare quell'aspetto delle cose che ha a che fare con lo sviluppo di attiva "linee di interesse". L'atto di imparare invece a scuola è artificiale e inefficace. La teoria genuina dell'interesse è il legame di un oggetto con la promozione di un'attività tendente al fine. ALCUNI ASPETTI SOCIALI DEL PROBLEMA: Gli errori teorici hanno la loro espressione di condotta nelle scuole e discendono da condizioni della vita associata. Mutare le convinzioni degli educatori aiuta ma non risolve il probl. Molte persone si ripiegano su sé stesse, non cercano cambiamenti (anche se esterni) tramite azioni, contribuiscono al mantenimento della vita sentimentale . Dividono l'uomo teorico da quello pratico... Questo stato di cose discende dall'organizzazione della nostra società che si basa sulla separazione di classi agiate (vs teoria) e lavoratrici (con pratica). I lavori che fanno le classi lavoratrici spesso sono dettati dai bisogni, non sono espressione delle facoltà personali. Molti rimangono allo stato servile, da qui ne consegue che chi controlla la situazione non la pensa veramente come liberale. Si dedicano alla manipolazione di altri uomini. La nostra educ. tende a isolare gli oggetti intellettuali e si è convinti che l'educ. liberaòe è incompatibile con un'educ. che conti nelle professioni della vita. La scuola non può fuggire dagli ideali creati da situazioni sociali precedenti ma dovrebbe lottare per il miglioramento delle condizioni. Coloro i cui interessi sono stati ampliati dal contatto con le cose e fatti in occupazioni attive potranno meglio sfuggire all'alternativa fra una conoscenza accademica distaccata e una pratica dura. Oscillare fra esercizi meccanici e l'accumulo delle conoscenze significa che l'educ. accetta le attuali condizioni sociali come definitive e si assume la responsabilità di perpetuarle. Riorganizzare l'educ. è un lavoro lungo ma ciò non è una scusa per accettare una filo dell'educ. e adattarsi praticamente ad un'altra. 11. ESPERIENZA E PENSIERO LA NATURA DELL'ESPERIENZA: L'esperienza include un elemento attivo -tentare- e uno passivo sottostare-. Quando sperimentiamo qlc agiamo su di esso e poi ne agiamo le conseguenze, questa è la combinazione particolare. Il nesso fra queste due fasi misura il valore dell'esperienza. La sola attività Non è esperienza. Il mutamento determinato dall'azione si riflette in un mutamento su di noi, non si può parlare di puro flusso perché ci carica di significato. Molte cose ci succedono senza che le connettiamo con l'attività precedente.. rimangono senza significato. Imparare dall'esperienza significa fare una connessione indietro e in avanti. Il fare diventa tentare e il sottostare istruzione. L'allievo spesso è visto come qlc che assorbe conoscenza. Alcuni dei cattivi risultati scaturiti dal dualismo mente-corpo: 1. Attività fisica vista come distrazione, l'allievo ha un corpo e lo porta a scuola insieme alla mente. Il probl. della disciplina nasce perché il maestro deve reprimere le attività fisiche che distraggono la mente dell'allievo. Tensione e fatica sono la conseguenza del corpo trascurato che irrompe in una turbolenza priva di senso (michi - ecco qua la miglior spiegazione di iperattività!). I bambini vengono educati non alla responsabilità di usare in modo aggraziato e significativo le facoltà fisiche ma nel non lasciarle in libertà (Vs educ. greca). 2. Anche le lezioni di apprendere necessitano dell'uso di alcune attività fisiche come utilizzare occhi, orecchi, labbra.. I sensi sono considerati come condotti misteriosi attraverso cui un'informazione passa dal mondo esterno alla mente. L'uso ripetuto di 14 muscoli è di tipo isolato e meccanico perché vengono usati nel decifrare simboli, etc (isolamento atto-scopo). Quando invece le qualità delle cose viste e toccate hanno un rapporto con ciò che si fa e sono percepite con prontezza: hanno un significato. Se il sistema svaluta l'attività fisica è meccanico. 3. Accentuazione delle cose a scapito delle relazioni o connessioni. L'idea è che la mente percepisca le cose al di fuori delle relazioni e solo poi formi idee sui nessi. La realtà è diversa, noi conosciamo la sedia in relazione all'uso che ne facciamo. In più le parole vengono prese per idee. Tutti sono d'accordo che la visione dei rapporti è il campo dell'intelletto. Lo sbaglio è credere che le relazioni possono essere percepibili senza esperienza. Un'oncia di esperienza è meglio di una tonnellata di teoria, solo in esperienza la teoria può avere un significato verificabile. Sennò la teoria diventa una semplice formula verbale. Usiamo le parole per risolvere i problemi ma questo porta solo ad un oscuramento delle percezioni che ci preclude la visione della realtà. LA RIFLESSIONE NELL'ESPERIENZA: La riflessione è discernimento della relazione fra ciò che cerchiamo di fare e quello che succede in conseguenza. Esperienza non significato senza pensiero. 2 tipi di esperienza: Prova a tentoni: metodo tentativo ed errore, quando va bene adottiamo il metodo come regola. Si scorge connessione fra un modo d'agire e la conseguenza ma non si vede il Come della connessione. Altro quando cerchiamo cosa c'è d'intermedio fra causa ed effetto, scrutando più a fondo abbiamo più accuratezza e completezza. Scoprendo le connessioni il contenuto di pensiero diviene maggiore e cambia la qualità dell'esperienza che diventa riflessiva. Pensare è tentativo di scoprire connessioni di una situazione unificata in sviluppo. Un uomo acuto può osservare e da lì scegliere i fattori che accennano a qlc che deve avvenire. Azione pensata si contrappone a routine o condotta capricciosa che rifiutano di riconoscere le responsabilità per le conseguenze future. Riempirci la testa di notizie non significa pensare ma registrare. riflessione implica interesse per il risultato e partecipante identificazione del nostro destino. Es. in guerra i partigiani testimoniano la tendenza ad identificarsi con un possibile corso di avvenimenti e respingerne un altro. Se non si fa attivamente lo si fa emotivamente. L'atto di pensare ha origine nel senso di partecipazione alle conseguenze. L'atto di pensare si esercita su situazioni incomplete, il pensiero ha luogo quando le situazioni sono incerte o problematiche. Solo ciò che è finito è completo. Il pensiero ha luogo dove esiste il dubbio: pensiero è processo di indagine e ricerca. Quindi il pensiero indica un rischio, la sicurezza non è data a priori. Noi tentiamo la via dell'incerto, di conclusioni ipotetiche.. si va provvisoriamente a tentoni. La divisione conoscenza ignoranza non ha portato la scienza a grandi progressi, questi si sono avuti quando gli uomini iniziarono a utilizzare il dubbio formulando congetture che guidassero l'azione in esplorazioni di prova. Le conseguenze provano e rivelano il valore delle riflessioni. Se si ha interesse intellettuale si starà attivamente in guardia. L'atto del pensare non è mai concluso, la conoscenza già raggiunta controlla il pensiero e lo rende fecondo. Aspetti generali di una esperienza riflessiva: perplessità, dubbio, previsione congetturale, esame attento, elaborazione di ipotesi incerte, decisione di un comportamento. Esame attento e elaborazione hp misurano quanto un'esperienza sia di tipo riflessivo. Fanno del pensiero stesso un'esperienza. Ricorda che non si può mai tener conto di tutte le connessioni, non si può mai prevedere completamente le conseguenze. 12. IL PENSARE NELL'EDUCAZIONE L'ESSENZIALE DEL METODO: Nessuno dubita che il compito della scuola sia sviluppare la capacità di pensare ma l'istruzione viene ripartita in base a diversi fini, acquisizione di capacità, di informazioni, allenamento del pensiero. Isolando i 3 aspetti si lascia l'uomo alla mercè di abitudini o al controllo autoritario da parte di altri. Il pensiero è metodo di un'intelligente esperienza nel suo svolgimento. 15 Stadio iniziale di pensiero è l'esperienza. Sbagliato dividere pensiero =spirituale e esperienza = materiale. Errore spesso a scuola è postulare un'esperienza precedentemente acquisita. Esperienza è cercare di fare qc ed esporsi alle conseguenze dei fatti. Il primo contatto con qualsiasi materiale nuovo è del tipo provare e sbagliare per notare l'azione scambievole della sua energia e del materiale. Primo approccio deve essere non scolastico: una situazione empirica che si presenta fuori da scuola. Es, lingua straniera e geografia: si riferiscono a situazioni esterne alla scuola e presenti nella vita ordinaria. Impo che si presenti del nuovo ma legato ad abitudini già esistenti (conseguenze connesse con ciò che si fa). Per distinguere fra pensieri genuini e finti le seguenti domande: _ E'un probl. che rientra nella situazione di esperienza personale? E'un probl. dello scolaro? Insomma, l'esperienza è una cosa personale tale da stimolare e dirigere l'osservazione dei nessi. I bimbi sono pieni di domande fuori da scuola, dentro no perché non c'è curiosità vs argomenti scolastici. Impo che i problemi siano legati ai bimbi le domande che essi pongono e le proposte di soluzione sono varie e ingegnose. L'allievo invece spesso ha probl. di adattare il materiale di qualsiasi materia alle esigenze del maestro. Il pensiero evocato è unilaterale. Insomma come far finta di far fronte alle esigenze della vita scolastica. Sono necessarie quindi attività finalizzate che implicano l'uso di materiali e il conseguimento di obbiettivi. 2. Le azioni sono il materiale del pensiero. Una gran parte dell'insegnamento consiste nel proporre nuovi probl. abbastanza difficili da stimolare il pensiero e abbastanza facili da presentare dei punti noti dai quali scorgere suggerimenti utili. Una mente ben allenata ha risorse dietro di sé e che è abituata a tornare sulle esperienze passate per vedere cosa possono dare. Impo osservazione diretta, rimettersi troppo agli altri per i dati è da sconsigliare. Troppa impo data a scuola all'accumulo di nozioni che diventa "conoscenza". Ideale statico ostile allo sviluppo dell'educ. e nozioni avessero in esperienza funzione reale utile ai fini dell'alunno non servirebbero risorse più variate di libri, figure e conversazioni. 3. A fatti, conoscenze già acquisite corrispondono congetture, idee. Osservazione chiarisce il probl. ma non lo risolve. Il pensiero creativo implica inventività. Novità data dalla nuova luce in cui la cosa è vista! Newton pensa alla teoria della gravitazione partendo da cose banali già note: pianeti, sole.. L'originalità è nell'uso a quale sono state messe queste conoscenze note, in un contesto non
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