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dewey - riassunto Dewey educazione, Appunti di Pedagogia Sperimentale

riassunto di Dewey- educazione

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 01/07/2019

giudi1393
giudi1393 🇮🇹

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Scarica dewey - riassunto Dewey educazione e più Appunti in PDF di Pedagogia Sperimentale solo su Docsity! Dewey - Esperienza e Educazione Nell’ultima fase della sua vita, Dewey scrive un breve saggio “Esperienza e educazione” (pubblicato nel 1938) che non contiene idee nuove, né dal punto di vista filosofico né da quello pedagogico ma una sintesi matura del suo pensiero sul tema generale dell'educazione e delle scuole nuove, di cui era stato sostenitore negli anni precedenti. Il saggio viene scritto proprio per rispondere alle critiche mosse alle scuole nuove. In esso Dewey contrappone il proprio pensiero filosofico a quello dei conservatori, che pensano ad un ritorno alla tradizione precedente alle scuole nuove, ma non risparmia critiche alla effettiva gestione di queste scuole. Dewey considera le scuole nuove ispirate alla concezione filosofica dell'esperienza: non parla di pedagogia, ma di filosofia dell'educazione. Il testo è suddiviso in 8 capitoli: 1. Educazione tradizionale ed educazione progressiva: qui respinge la contrapposizione tra educazione tradizionale e progressiva (cioè le scuole nuove). Si tratta sì di una differenza radicale: infatti nella scuola del passato venivano attuate norme e regole di condotta e l’addestramento morale consisteva nel formare abiti di azione conformi a queste regole e norme. Lo scopo e l’obiettivo principale della scuola tradizionale erano di preparare il ragazzo alle responsabilità future e al successo nella vita mediante l’acquisizione d’un insieme di conoscenze e di forme di abilità che costituiscono il materiale dell’istruzione. L’insegnante era solo un mezzo attraverso il quale sono comunicate abilità, conoscenze e rafforzate le regole di condotta. La scuola tradizionale imponeva norme, programmi e metodi ai ragazzi i quali non erano ancora sufficientemente maturi da comprenderli; così il distacco è così grande che il programma e i metodi di apprendere e comportarsi, che si esigono, rimangono estranei alle capacità effettive dell’alunno . Ciò portava ad una poco attiva partecipazione degli alunni. Nelle scuole nuove invece all’imposizione dall’alto si oppongono l’espressione e la cultura dell’individualità; alla disciplina esterna la libera attività; all’imparare dai libri e dai maestri, l’apprendere attraverso l’esperienza . Quindi ad una scuola statica si oppone una scuola in movimento. Così mentre la vecchia educazione si basava su un’imposizione dall’esterno, la nuova pone l’accento sulla libertà dell’allievo. Infine pone un nuovo problema nella storia dell’educazione: in che modo il ragazzo deve imparare a conoscere il passato per fare di questa conoscenza un potente ausilio per giudicare la vita presente. 2. La necessità di una teoria dell'esperienza: in questo capitolo Dewey precisa che esperienza ed educazione non si equivalgono e che non tutte le esperienze sono valide e quindi da prendere in considerazione. Pertanto il problema centrale di un’educazione basata sull’esperienza è quello di scegliere il tipo di esperienze presenti che vivranno fecondamente e creativamente nelle esperienze che seguiranno. Cioè solo un certo tipo di esperienza è educativa. Precisa altresì che l’educazione progressiva non deve essere un’improvvisazione e che debba farsi dirigere da idee che costituiscono la filosofia dell’educazione. Conclude affermando che è necessaria una coerente teoria dell’esperienza che fornisca una direzione positiva alla scelta ed all’organizzazione di metodi e materiali educativi. 3. Criteri dell'esperienza: è il capitolo centrale del saggio, che definisce filosoficamente la nozione di esperienza. Essa si basa su due principi fondamentali: • il principio di continuità o continuum sperimentale ossia che ogni esperienza riceve qualcosa da quelle che l’hanno preceduta e modifica in qualche modo la qualità di quelle che seguiranno; • il principio della interazione ossia interpretare un’esperienza nella sua funzione ed efficacia educativa. 1 Successivamente spiega perché si preferiscano procedimenti democratici (utilizzati nel movimento progressivo) a quelli autocratici, tipici della scuola tradizionale. La motivazione risiede nel fatto che gli orientamenti sociali della democrazia promuovono una qualità superiore di esperienza umana, una esperienza più largamente accessibile e possibile che non le forme di vita sociali non democratiche e antidemocratiche. Continua affermando che il principio del rispetto per la libertà individuale e per la correttezza e la gentilezza nelle relazioni umane risale in fondo alla convinzione che questi principi sono dovuti a una più alta qualità dell’esperienza che non i metodi di repressione o di coalizione di forza. Afferma inoltre che il principio di continuità non deve svolgersi in una direzione particolare ma debba avere un’applicazione universale e che i due principi di continuità e di interazione non sono separati ma si completano. Si concentra poi sulla figura dell’educatore: egli deve essere in grado di giudicare quali attitudini avviano verso un andamento della crescita e quali la ostacolano. Le sue principali responsabilità sono: formare l’esperienza mediante le condizioni circostanti; riconoscere le condizioni che facilitano le esperienze di crescita; sapere come utilizzare la situazione sociale e fisica per acquisire esperienze di valore. Conclude affermando che l’attitudine che più importa sia acquisita è il desiderio di apprendere e che il presente fa sempre sentire la sua influenza sul futuro, generando un’esperienza favorevole. 4. Controllo sociale: in questa parte esamina la questione del controllo sociale. Nelle scuole tradizionali è esercitato dall'esterno, attraverso il principio di autorità. Ma in un contesto democratico, non si può procedere con l’atteggiamento autoritario tradizionale. Ciò non significa rinunciare al controllo e accettare il caos nelle scuole. Nella vita normale tutti i cittadini adulti vivono in condizioni di forte controllo sociale e non vedono affatto per questo limitata la loro libertà. È come quando si partecipa a un gioco: nessuno sente mettere in discussione la propria libertà perché esistono delle regole. Queste fanno parte della realtà accettata da tutti, non sono imposte da qualcuno a qualcun altro. Così a scuola si tratta di creare situazioni in cui il controllo sia uno degli elementi della situazione stessa, e non sia imposto dall'alto. In alcuni momenti servirà anche questo, ma l'insegnante riduce al minimo le occasioni in cui deve esercitare un'autorità personale. Quando è necessario …… lo fa in nome dell'interesse del gruppo. Nella scuola nuova la fonte principale del controllo sociale è riposta nella natura stessa del lavoro inteso come un’impresa sociale, in cui tutti ne prendono parte e si sentono responsabili. Pertanto l’educatore deve conoscere sia gli allievi che la materia di studio per organizzare le attività in cui ciascuno può portare un contributo. Conclude affermando che l’educazione è essenzialmente un processo sociale e che è assurdo escludere l’insegnante dai membri del gruppo. In quanto egli è il più maturo membro del gruppo egli ha la specifica responsabilità di dirigere le interazioni e le intercomunicazioni. 5. La natura della libertà: chiarisce cosa si debba intendere con la parola libertà, precisando che si riferisce in particolare alla libertà dell'intelligenza, vale a dire la libertà di osservare e di giudicare. È importante però anche la libertà di movimento come mezzo per mantenere la normale salute fisica e mentale. 6. Il significato del proposito: esamina come l'educatore deve muoversi per educare il giovane alla padronanza di se stesso (padronanza che genera libertà), visto che la dipendenza dai propri impulsi rende l'uomo poco libero. Esprime la nozione di proposito come la visione di un fine, né impulso, né desiderio. Ciò comporta la predisposizione di un piano educativo: un’impresa cooperativa e non un’imposizione. Egli sottolinea che il problema cruciale dell'educazione è quello di ottenere che l'azione non segua immediatamente il desiderio, ma sia preceduta dall'osservazione e dal giudizio. 7. Organizzazione progressiva della materia di studio: dedicato alle materie di studio. Per Dewey le materie sono ambiti in cui si organizzano le esperienze. Devono quindi essere sviluppate sempre in modo da avere come base l'esperienza. Le materie devono avere alla base le esperienze passate ed essere trattate in modo da consentire di imparare a conoscere il passato come un mezzo per intendere il presente. Inoltre afferma che ciascuna materia deve attingere dal materiale che rientra nell’ambito dell’ordinaria esperienza quotidiana. Stimolare nuove vie di osservazione allargherà il campo dell’esperienza futura. L’educatore deve costantemente considerare ciò che è già acquisito 1
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