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Dialogue of civilizations as an alternative model for world order, Sintesi del corso di Sociologia

Articolo da integrare con il libro "Introduzione alla sociologia" per sistemi sociali comparati (Unimi)

Tipologia: Sintesi del corso

2017/2018

Caricato il 06/08/2018

Luciano.Cortese
Luciano.Cortese 🇮🇹

4.3

(24)

18 documenti

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Scarica Dialogue of civilizations as an alternative model for world order e più Sintesi del corso in PDF di Sociologia solo su Docsity! Dialogue of civilization as an alternative model for world order (Fabio Petito) Il dialogo tra civiltà è stato proposto nel 1998 da Kathami all’Assemblea generale dell’ONU, ed ora viene vista come una necessità politica in tutto il mondo per poter combattere il terrorismo. Viene vista come una delle soluzioni perché si viene a delineare sempre più un mondo pluralista, e si viene a formare una nuova teoria politica adeguata a una società multiculturale e globalizzata. Negli anni 90 si erano imposti due discorsi: - discorso sulla fine della storia (Fukuiama): la modernità è arrivata alla fine, si parla di postmodernità, caratterizzata dalla fine delle grandi ideologie e dal superamento della visione della storia come processo evolutivo. Visione di una politica a favore della giustizia. Si è a favore di un sostegno alla cooperazione e agli interventi, come agenzie di sostegno e no profit, necessarie per mantenere un equilibrio politico. - discorso sullo scontro di civiltà (Hungtinton): si riconosce come fondamentale il pluralismo, e il fatto che bisogna accettare che le religioni non possono essere superate. Si propone come valore fondamentale l’autenticità culturale, al fine di poter stabilire una visione positiva tra il mondo occidentale e quello non occidentale. Il dialogo tra civiltà viene invece visto come irrealizzabile. Si considera inevitabile la lotta di potere, di conseguenza sono inevitabili conflitti continui a livello internazionale. Il problema di queste visioni mette al centro l’egemonia dell’occidente, mentre la tesi del dialogo tra civiltà non lo fa. La visione del dialogo sostiene che se la società deve riconoscere i diritti come valore fondamentale e universale deve anche tener conto della presenza di diverse culture e civiltà, e deve riconoscere la crisi morale e politica dell’occidente. La situazione attuale ci pone l’obbligo morale di intraprendere una politica di comprensione tra le diverse civiltà attraverso pratiche concrete di un dialogo tra culture. Bisogna chiudere con la visione occidente-centrica e con la visione di un ordine mondiale liberale per orientarci verso la costruzione di un ordine mondiale multiculturale e pacifico. Per realizzare questo obiettivo è necessaria una teoria adeguata dell’ordine mondiale ispirata all’ideale del dialogo tra civiltà. Questa teoria deve mettere in discussione la preferenza per una visione cosmopolita e secolarizzata per accettare un mondo pluralista. Si deve rimettere in discussione anche la fede assoluta nel progresso e il voler cambiare la natura umana. Perché questo sia realizzabile sono necessarie delle condizioni economiche, culturali e religiose che permettono i dialoghi tra le civiltà. Secondo Huntington è possibile evitare lo scontro realizzando un sistema multipolare e con multi-civiltà, avente al centro Stati che riescono a mantenere l’ordine tra le diverse civiltà e imponendo l’ordine all’interno della società e attraverso la negoziazione con altri Stati appartenenti a civiltà diverse. Le 3 regole fondamentali per ciò sono: - astensione: non intervento nei conflitti di altre civiltà; - mediazione reciproca: gli stati devono negoziare per evitare le guerre; - condivisione dei valori tra le diverse civilizzazioni; La proposta delle macroregioni si fonda su una proposta etico-normativa che mette al centro lo ius gentium. Mentre il diritto liberale si fonda su una visione universalistica, lo ius gentium rispecchia le esigenze e i problemi locali. Si cerca di unire le visioni universalista e particolarista. 1
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