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Didattica degli sport di squadra risposte paniere + domande aperte, Panieri di Didattica Pedagogica

Didattica degli sport di squadra risposte paniere + domande aperte professoressa Dafne Ferrari

Tipologia: Panieri

2022/2023

Caricato il 01/04/2023

cerundolo
cerundolo 🇮🇹

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Scarica Didattica degli sport di squadra risposte paniere + domande aperte e più Panieri in PDF di Didattica Pedagogica solo su Docsity! DIDATTICA DEGLI SPORT DI SQUADRA LEZIONE 02 1. La contrazione muscolare: è una serie meccanica di eventi 2. I nervi motori: permettono che l’impulso raggiunga l’estremità della fibra muscolare 3. I nervi sensitivi: forniscono informazioni sul dolore e sull’orientamento spaziale 4. Le fibre lente: possono sostenere una contrazione per un lungo periodo di tempo 5. Le fibre lente: sono caratterizzate da una grande rete di capillari ed un alto contenuto di mioglobina 6. Le fibre veloci: determinano una grande espressione di forza per un tempo ridotto 7. Le fibre veloci: sono caratterizzate da pochi capillari 8. La capacità di esprimere forza: è determinata dalla sezione trasversa, dalla lunghezza e del numero di fibre muscolari 9. La forza: è la tensione che il muscolo può generare successivamente ad uno stimolo 10. I filamenti di actina e miosina: sono elementi in parallelo 11. Descrivi il meccanismo della contrazione muscolare: la contrazione muscolare si costituisce di una serie meccanica di eventi, che vede lo scorrimento dei filamenti di miosina e di actina. Tramite un impulso nervoso infatti, i filamenti di actina si congiungono con i ponti trasversi della miosina, liberando così energia ed un cambio di conformazione che comporta il movimento e quindi lo scorrimento del filamento di miosina lungo il filamento di actina. Questo meccanismo permette la contrazione muscolare, ovvero l’accorciamento del muscolo, producendo così forza. L’esaurimento dello stimolo nervoso coincide con la fine della contrazione muscolare. 12. Definisci le diverse espressioni della forza muscolare: le espressioni della forza muscolare sono: o Assoluta -> forza massima esprimibile indipendentemente dal peso corporeo o Massima -> che si divide in dinamica e isometrica o Resistente -> capacità di resistere e quindi di opporsi alla fatica durante un movimento di forza e movimenti con diversa durata o Veloce -> la tensione muscolare espressa in maniera intermedia fra quelle a velocità elevata e quelle a velocità ridotta o Elastica -> si manifesta nella fase di stiramento della contrazione muscolare, accumulando l’energia potenziale elastica che verrà restituita nella fase di contrazione concentrica successiva alla fase eccentrica. o Rapida -> è la capacità di vincere una resistenza con una contrazione molto veloce 13. Descrivi le diverse tipologie di fibre muscolari: le fibre lente infatti possono sostenere una contrazione per un lungo periodo di tempo e l’espressione della forza non potrà essere quindi di grande entità. Sono caratterizzate da una grande rete di capillari, possiedono quindi un elevato contenuto di mioglobina come anche una grande quantità di mitocondri ed un’importante attività enzimatica. o Le fibre di tipo IIa, che sono di tipo ossidativo-glicolitiche che sono, come abbiamo detto precedentemente, intermedie fra quelle lente e quelle rapide e sono miste anche nella loro espressione di forza. o Le fibre veloci di tipo IIb, che come abbiamo detto sono puramente glicolitiche, e permettono di esprimere la forza in maniera superiore rispetto alle fibre di tipo I ma per una durata di tempo molto breve. Sono caratterizzate quindi dal possedere un’elevata soglia di eccitabilità, con pochi capillari, mitocondri e mioglobina ed invece possiedono un’elevata quantità di glicogeno e permettono una grande attività di enzimi glicolitici. LEZIONE 03 1. Il metodo con contrazioni isometriche: non permettono un lavoro di coordinazione intermuscolare 2. Il power training: focalizza l’attenzione sulla forza veloce ed esplosiva 3. L’allenamento della forza a carico naturale: permette di migliorare le capacità coordinative, la rapidità e la velocità esecutiva 4. Il carico di lavoro: determina degli adattamenti sia strutturali che funzionali 5. Un decremento della prestazione: è dato da un carico di lavoro standard, da carichi troppo alti o da carichi troppo bassi 6. Il metodo con contrazioni isotoniche: prevedono l’uso dei macchinari 7. Le contrazioni sub-massimali ripetute: permettono lo sviluppo della coordinazione intermuscolare 8. I metodi reattivi: prevedono esercitazioni con saltelli, balzi e salti verso il basso 9. Descrivi brevemente i diversi principi dell’allenamento della forza: i principi dell’allenamento della forza sono: o Principio dell’incremento progressivo del carico -> La progressione dovrà essere incrementale, partendo da carichi di lavoro più leggeri fino a raggiungere carichi di lavoro più pesanti, di modo che si possono evitare risultati negativi ovvero decrementi della prestazione. o Principio della varietà -> esegue diversi tipi di allenamento all’interno della sessione di allenamento, come ad esempio l’allenamento della forza ma anche quello tecnico tattico. Al fine di rendere le esecuzioni più accattivanti e che permettano un miglioramento costante occorre creare delle variazioni all’interno della routine di allenamento della forza, mantenendo così l’atleta motivato e permettendo nuovi adattamenti. o Principio dell’individualizzazione -> valutare l’atleta al fine di organizzare un programma individualizzato di lavoro o Principio della specificità -> occorre considerare che il programma di allenamento della forza deve essere specifico alla disciplina praticata dall’atleta, considerandola in toto. Occorre quindi tenere a mente sia il contributo dei sistemi energetici della disciplina sportiva, la flessibilità necessaria ad eseguire i movimenti caratterizzanti la disciplina ed anche le azioni principali che verranno eseguiti. Un programma specifico, indirizzato alla disciplina eseguita, permette gli adattamenti neuromuscolari utili proprio nell’esecuzione del gesto tecnico. 10. Descrivi brevemente le diverse metodologie per allenare la forza: l’allenamento isometrico, ricalcando la contrazione isometrica, è un tipo di allenamento che non prevede spostamenti o movimenti articolari. In questo tipo di allenamento, l’attenzione è concentrata su una contrazione che non produce né allungamento né accorciamento del muscolo, possiamo quindi dire che il muscolo sviluppa tensione ma la sua lunghezza rimane costante. o L’allenamento isocinetico, è un tipo di allenamento in cui si utilizzano movimenti che possiamo definire uniformi, ovvero eseguibili con la stessa velocità per tutta la durata del movimento, mantenendo sempre uguale l’ampiezza del movimento. o L’allenamento isotonico, in cui la resistenza che occorre vincere è inferiore rispetto alla tensione muscolare prodotta durante la contrazione. LEZIONE 04 6. La coesione negli sport di squadra: è un processo dinamico che determina la tendenza a stare insieme di un gruppo 7. Nel considerare lo staff di una squadra: si considera lo staff tecnico, lo staff medico e i preparatori fisici 8. Descrivi le caratteristiche principali di un coach degli sport di squadra: le caratteristiche principali del coach degli sport di squadra sono: o il carattere -> nella formazione dell’atleta all’interno della vita privata e anche all’interno della performance (gestire una sconfitta o continuare sulla strada giusta quando c’è una vittoria) o l’organizzazione -> gestire al meglio le risorse della squadra e il tempo che ha a disposizione ponendosi degli obiettivi o l’abilità -> conoscenza della materia e della disciplina che trasmetterà ai suoi atleti o la comunicazione -> varia in base alla stagione, all’inizio si mostrano gli obiettivi e infondere fiducia sia nel ruolo che nella squadra, alla fine dovrà fare un riassunto della stagione e programmare la futura LEZIONE 08 1. Negli sport di squadra: occorre considerare i mezzi specifici di allenamento 2. La pianificazione dei microcicli: è necessaria per mantenere una condizione fisica adeguata e gestire il carico di lavoro e il recupero 3. La programmazione degli sport di squadra: prevede l’alternanza dei microcicli a carico crescente e microcicli a carico stabile 4. Nell’allenamento degli sport di squadra: occorre considerare il rapporto tra il periodo preparatorio e transitorio ed il periodo competitivo 5. Negli sport di squadra: occorre considerare le diverse situazioni di gioco 6. Negli sport di squadra: si considera la frequenza degli incontri 7. Definisci le caratteristiche della periodizzazione negli sport di squadra: definiamo pianificazione la formulazione della struttura dell’allenamento, nella quale vengono definiti gli obiettivi, la tempistica delle diverse fasi di preparazioni ed i mezzi che verranno utilizzati, e si riferisce ad un arco di tempo abbastanza ampio tale da considerare gli obiettivi intermedi. Definiamo invece programmazione, la stesura del programma di allenamento ed è basato sulla pianificazione. L’obiettivo ultimo della periodizzazione è il raggiungimento della massima forma sportiva dell’atleta. Vi sono diverse fasi che caratterizzano il raggiungimento della forma sportiva. La fase di sviluppo, che si caratterizza di un momento iniziale, in cui vi è un incremento dell’efficienza generale, e di un momento secondario, caratterizzato dalla ricerca di elementi specifici, sia dal punto di vista della componente fisica che delle capacità tecniche. Vi è poi una fase di mantenimento in cui il carico di allenamento può incidere e per questo bisogna considerare le variazioni soprattutto dell’intensità di allenamento. Infine, vi è l’ultima fase ovvero quella della perdita temporanea, ovvero un calo transitorio, soprattutto dopo competizioni impegnative, che prevede una riduzione dell’attività al fine di evitare un abbassamento della forma dovuto ad una saturazione fisica o psichica. LEZIONE 09 1. I fattori di tipo tecnico: riguardano la corretta esecuzione del gesto tecnico 2. La resistenza: la vascolarizzazione muscolare influisce su questa capacità 3. Il primo tipo di resistenza di lunga durata: prevede carichi fino a 30 minuti 4. La resistenza: è influenzata dalla capacità di autorilassamento e dallo stile di vita 5. Il secondo tipo di resistenza di lunga durata: prevede carichi che oscillano tra i 30 e 90 minuti 6. Il terzo tipo di resistenza di lunga durata: prevede carichi superiori ai 90 minuti 7. La resistenza alla forza: è la capacità di opporsi ad una resistenza statica o dinamica il più a lungo possibile 8. La resistenza alla velocità: è la capacità di sostenere una velocità massimale o sottomassimale per tempi prolungati 9. La resistenza: favorisce la rapidità di reazione ed azione 10. La resistenza: permette di ridurre il tasso di traumi 11. La resistenza: è influenzata da fattori di tipo organico, di tipo tecnico e di tipo psichico 12. I fattori di tipo organico: riguardano la funzionalità dell’organismo 13. Definisci i fattori condizionanti la resistenza: i fattori condizionanti la resistenza sono 5: o Stile di vita o Capacità di auto rilassamento o Vascolarizzazione e struttura muscolare o Livelli di ossigeno, zuccheri ed acidi grassi nel sangue o Efficienza dell’apparato cardiocircolatorio 14. Descrivi le classificazioni della resistenza: per quanto riguarda il criterio della specificità che si riferisce alla disciplina sportiva praticata possiamo distinguere la resistenza generale e la resistenza speciale. Per quanto riguarda invece la classificazione relativa alla percentuale di massa muscolare impiegata, distinguiamo la resistenza generale, qualora sia superiore a 1/7 del totale) e locale qualora invece fosse inferiore. Fra tutti questi criteri di classificazione, l’efficienza dei sistemi energetici e i meccanismi bioenergetici implicato nell’esecuzione del gesto motorio, sono dominanti in quanto questa capacità fisica li rispecchia maggiormente. La muscolatura ha la capacità di produrre lavoro trasformando l’energia biochimica in energia meccanica e l’energia di base che viene fornita al muscolo è un composto chimico detto adenosintrifosfato o ATP. LEZIONE 10 1. Il metodo a carico prolungato di tipo intensivo: è più adatto al periodo competitivo 2. Il metodo alla ripetizione: è utile per allenare la capacità anaerobica alattacida 3. Il metodo della gara: permette di sviluppare l’ipertrofia 4. Il metodo della ripetizione: ha effetti sulla forza di volontà 5. Il metodo della gara: permette d’incrementare la capacità di accelerazione e resistenza alla rapidità 6. Il metodo della gara: si caratterizza per la completa sollecitazione di tutte le riserve psicofisiche 7. Il metodo della gara: viene utilizzato per la preparazione dei momenti salienti delle gare 8. Il metodo della gara: potrebbe portare ad un’assuefazione 9. Il metodo della ripetizione: prevede degli alti incrementi della frequenza cardiaca 10. Il metodo della ripetizione: ha degli effetti sulla forza massima e sulla forza rapida 11. Il metodo della ripetizione: prevede un’intensità molto elevata fra il 90 ed il 100% 12. Il metodo ad intervalli: ha ripercussioni sulla frequenza cardiaca 13. Nell’allenamento della resistenza quali fattori occorre considerare? Nell’ allenamento della resistenza bisogna considerare i suoi obbiettivi. Si possono distinguere obiettivi metabolici o riguardanti il sistema muscolo-scheletrico. Dal punto di vista metabolico, ha il fine di migliorare la capacità di trasportare di utilizzare l’ossigeno e di gestire in maniera efficiente i diversi substrati energetici, determinando degli adattamenti funzionali sia nel sistema cardiovascolare che nel sistema muscoloscheletrici. Gli adattamenti funzionali dell’allenamento della resistenza sul sistema cardiovascolare prevedono un aumento del letto capillare, delle cavità cardiache ed un incremento della gittata sistolica. Per quando riguarda il sistema muscolo- scheletrico si ha una specializzazione delle fibre muscolati che aumentano le quantità di mitocondri, enzimi ossidativi e mioglobina. Inoltre, vi è un incremento nella capacità di utilizzare l’ossigeno ed i substrati energetici al fine di produrre più energia. L’allenamento della resistenza, dunque, permette un aumento della capacità aerobica e del massimo consumo di ossigeno. LEZIONE 11 1. Per sviluppare la resistenza di lunga durata: le stazioni vengono poste a distanza rilevante 2. Nei percorsi: utilizzare altri movimenti permettono di animare il gioco 3. I percorsi: sono caratterizzati da situazioni impreviste 4. Nel calcio: vengono utilizzate stazioni con caratteristiche diverse e con movimenti più vari 5. Negli sport di squadra: per incrementare la destrezza vengono svolte esercitazioni con la palla 6. Per sviluppare la resistenza di media durata: le stazioni vengono poste a media distanza 7. Discuti brevemente la resistenza negli sport di squadra: si intende la capacità di un soggetto di opporsi alla fatica nei diversi carichi sportivi. Il giovane giocatore esegue delle prestazioni di resistenza motoria, di diversa tipologia, utilizzando la capacità aerobica ed anaerobica. In base al meccanismo utilizzato, viene previsto l’allenamento della resistenza alla velocità, di breve media e lunga durata. Un allenamento specifico della resistenza ha effetti a livello fisiologico (ipertrofia delle fibre del miocardio, un allenamento della muscolatura cardiaca, l’aumento del diametro dei capillari, del volume ematico e la diminuzione della frequenza cardiaca a riposo). Negli sport di squadra per incrementare la resistenza aerobica e la destrezza le proposte operative possono essere eseguite con la palla. 8. Discuti brevemente le caratteristiche dell’allenamento della resistenza in età giovanile: l’organismo in età giovanile prevede una predisposizione per la predisposizione di tipo aerobico data principalmente dalla stabilità di glucosio e urea nel flusso sanguigno e la grande ossidazione dei grassi ed è possibile osservare questo meccanismo durante l’attività fisica che ha una durata di almeno 30 minuti e l’intensità di esercizio fisico compresa tra il 75-85% del massimo consumo di ossigeno. In età giovanile infatti un mezzo di questa tipologia può compromettere la motivazione dei bambini nel compiere questa tipologia di azione motoria, favorendo invece l’insorgenza della fatica, soprattutto a livello psicologico, che diventa un fattore non sostenibile in questa giovane età. LEZIONE 12 1. La velocità di azione: ha un incremento fra gli 11 ed i 12 anni 2. Nelle esercitazioni per la resistenza: vi è un impegno massimale da parte di tutti i distretti muscolari 3. Per rendere rapide le azioni: vi saranno molte pause fra le esercitazioni 4. Le proposte operative per la resistenza: prevedono l’azione motoria realizzata per un periodo limitato 5. La forza veloce: ha un rapido sviluppo fra gli 11 ed i 12 anni 6. Vi è una maggiore coordinazione: fra gli 11 ed i 12 anni 7. La rapidità di reazione: è una caratteristica propria di ogni bambino 8. La velocità: in età giovanile è una delle capacità dominanti 9. Definisci i fattori condizionanti la velocità: i fattori che condizionano la velocità sono 2: o Fattori nervosi -> velocità dei recettori di trasformazione dell’impulso nervoso; 8. L’allungamento PNF: permettono il riflesso di inibizione autogena dovuto alle massime contrazioni 9. Discuti brevemente la flessibilità negli sport di squadra: la flessibilità attiva è definita come la capacità di movimento di un’articolazione ottenuta grazie alla muscolatura interessata. La flessibilità passiva è la capacità di movimento di un’articolazione tramite un mezzo esterno, una forza esterna. L’allenamento della flessibilità permette ovviamente di ottimizzare l’escursione articolare e l’aumento della contrattilità nonché la plasticità muscolare. Inoltre, è considerata un fattore di prevenzione nell’acquisizione di posture scorrette e di profilassi agli infortuni, permettendo sia post infortunio che in un atleta in salute una riduzione del dolore. Dal punto di vista del movimento, l’allenamento della flessibilità ha ripercussione nell’economia dei movimenti e nella stimolazione del metabolismo nonché della circolazione sanguigna a livello muscolare. Infine, la flessibilità gioca un ruolo anche nell’influenzare la condizione psicofisica. Vediamo ora come può essere allenata la flessibilità. Vi sono diversi metodi come l’allungamento attivo, l’allungamento passivo, l’allungamento statico e l’allungamento PNF ovvero proprioceptive neuromuscolar facilitation. LEZIONE 17 1. Le capacità condizionali: sono definite dai processi energetici 2. Le abilità motorie: si costruiscono sulle capacità motorie 3. Le abilità motorie: sono movimenti che realizzano un’azione motoria al fine di eseguire la tecnica di una disciplina sportiva 4. L’abilità cognitiva: prevede un alto livello di presa di decisione ed un minimo controllo motorio 5. L’abilità motoria sportiva: è l’azione motoria in cui la presa di decisione è minima ed il controllo motorio è molto alto 6. Le capacità condizionali: hanno caratteristiche biochimiche, morfologiche e funzionali per sostenere l’attività motoria in maniera adeguata 7. Le capacità coordinative: sono definite da processi che regolano il movimento e lo controllano 8. Le capacità senso-percettive: sono le capacità che permettono all’individuo di comprendere diversi segnali provenienti dall’interno o dall’esterno del corpo tramite i cinque sensi 9. Le capacità motorie: si differenziano in capacità senso percettive, capacità coordinative e le capacità condizionali 10. Le capacità motorie: si definiscono come presupposti della prestazione 11. Le capacità motorie: possono essere definite come predisposizioni fisiche e psichiche per conseguire un determinato compito motorio 12. Definisci gli schemi motori di base: gli schemi motori di base si compongono di movimenti fondamentali e naturali, anche combinati fra loro e sono definiti «di base» in quanto sono le prime forme che si possono rintracciare all’inizio dello sviluppo, diventando fondamentali per lo sviluppo dei movimenti che si eseguiranno poi da adulti. L’acquisizione di questi schemi motori inizia nell’ambito familiare, correlando con le diverse esperienze motorie riferite alla fascia d’età del bambino. 13. Definisci le capacità motorie: le capacità motorie possono essere definite come le predisposizioni fisiche e psichiche per conseguire un determinato compito motorio di ogni individuo. Sono quindi i presupposti della prestazione. Possono essere differenziate in capacità senso percettive, capacità coordinative e capacità condizionali. 14. Definisci le abilità motorie: le abilità motorie siano le capacità in azione ovvero le azioni motorie, apprese e consolidate ed anche automatizzate attraverso la ripetizione e per la loro esecuzione non occorre quindi l’intervento del controllo a livello mentale. LEZIONE 18 1. La tecnica sportiva secondo Reider: è un’azione motoria definita dalla capacità di risolvere i compiti motori richiesti in alcune discipline sportive 2. Le abilità motorie: si suddividono in abilità motorie sportive stereotipate e non stereotipate 3. Le abilità motorie stereotipate: sono rappresentate dall’esecuzione di movimenti semplici o complessi eseguiti in maniera convenzionale 4. Le abilità motorie stereotipate: si riferiscono ad un modello di prestazione tecnica teorica 5. Le abilità motorie non stereotipate: si riferiscono ai movimenti caratteristici della specialità sportiva 6. Le abilità motorie non stereotipate: definiscono il controllo dell’imprevedibilità delle strategie sia individuali che collettive 7. La tecnica sportiva secondo Starosta: è definita come la modalità con cui viene eseguito un compito motorio, determinato dalla tattica, secondo le capacità motorie e mentali dell’atleta 8. La tecnica sportiva secondo D’Jackov: è un sistema di movimento che con l’uso di forze interne ed esterne che influiscono sull’atleta determinano il risultato sportivo 9. La tecnica sportiva secondo Ulatowski: è assimilabile all’esecuzione sportiva che comporta il risultato finale 10. La tecnica sportiva: è definita come il modello ideale di prestazione del movimento sportivo 11. La tecnica sportiva: è accostata ad un movimento il più preciso possibile 12. Nel 1989 Merni: definisce la tecnica sportiva come l’insieme dei movimenti che permette di adattare l’esecuzione motoria in base a diversi fattori per una prestazione ideale 13. Come si possono classificare le attività sportive? Le attività sportive si possono classificare per i meccanismi erogatori di energia, le capacità motorie principalmente coinvolte e il contenuto della tecnica. Nella classificazione secondo il contenuto della tecnica che prevede tre fattori: i raggruppamenti di sport, gli esempi di sport e gli scopi fondamentali comuni della tecnica sportiva. LEZIONE 19 1. Le esercitazioni in quadrupedia: possono essere eseguite adattandole ai diversi sport 2. La rullata del piede: si definisce fra i 5 e i 7 anni 3. La rullata del piede: permette di rendere più fluida la deambulazione 4. Il problem solving: prevede la spiegazione del problema motorio lasciando all’atleta di trovare la soluzione in maniera autonoma 5. La libera esplorazione: prevede l’esecuzione libera per la formazione in autonomia di diverse esperienze motorie 6. La scoperta guidata: prevede una guida per comprendere le diverse attività che si possono eseguire nelle diverse situazioni 7. Le caratteristiche delle esercitazioni rivolte all’incremento degli schemi motori di base in relazione agli sport di squadra: gli schemi motori di base e gli sport di squadra hanno le seguenti caratteristiche: o Utilizzo di giochi o percorsi; o Sfruttare l’aspetto ludico per rendere l’esercitazione accattivante agli occhi dei bambini; o Utilizzo di attrezzature caratteristiche dello sport di squadra (palloni, canestri) oppure attrezzature non caratteristiche che coinvolgono l’attenzione dei bambini (funi, spalliere); o Utilizzo di attrezzature di diverso peso e grandezza (palloni da calcio, palloni da pallavolo e palloni di spugna); o Inserire percorsi per gli schemi motori di base all’interno dell’allenamento dei fondamentali dello sport di squadra praticato; LEZIONE 20 1. La rapidità: può essere Intesa come massima frequenza di movimento 2. La forza rapida tra i 6 ed i 13 anni: vede l’espressione nell’incrementata capacità di salto e di lancio 3. Per lo sviluppo delle capacità condizionali: si possono inserire aspetti tecnici e tattici 4. Per le esercitazioni incentrate sulla resistenza: la forma più accurata di proposta sono le esercitazioni a circuito 5. Per le esercitazioni incentrate sulla rapidità: la forma più accurata di proposta sono le esercitazioni sotto forma di gioco, i metodi della ripetizione e della serie 6. Le esercitazioni incentrate sulla forza rapida: la forma più accurata sono le staffette, i giochi e metodi della ripetizione e della serie 7. Definisci le capacità condizionali: le capacità condizionali sono: o Forza -> la capacità di vincere o resistere una resistenza esterna e vede la sua espressione con il superamento o l’opposizione alla resistenza esterna. o Resistenza -> la capacità di superare la fatica in esercitazioni di vario tipo senza influenzare la qualità del gesto tecnico. o Velocità o Rapidità -> la possibilità di eseguire una o più azioni motorie nel minor tempo possibile. LEZIONE 21 1. Durante l’esecuzione del gesto motorio: vi è il continuo feedback sullo svolgimento dell’azione motoria 2. Nelle capacità coordinative: è fondamentale l’attivazione, tramite le fibre efferenti, della mescolatura interessata per il movimento 3. Nel sistema propriocettivo: hanno un ruolo importante gli analizzatori 4. Le capacità coordinative: si distinguono per gli impulsi di correzione per dirigere il movimento verso la muscolatura 5. Un analizzatore: è composto da recettori specifici 6. L’anticipazione: è la capacità di iniziare ad eseguire delle azioni motorie correttamente e nel tempo più rapido possibile 7. La combinazione: è la capacità di coordinare fra loro i movimenti dei diversi segmenti corporei 8. La capacità di equilibrio: è la capacità di mantenere un corpo in equilibrio o riprendere la stabilità dopo un turbamento 9. La capacità spazio-temporale: permette di variare le azioni considerando solamente lo spazio ed il tempo 10. Per lo sviluppo delle capacità coordinative: è fondamentale lo stimolo dei recettori senso- percettivi LEZIONE 25 1. Le abilità: possono essere distinte a seconda della prevedibilità dell’ambiente 2. Le abilità: tramite l’automatizzazione del gesto permette di focalizzarsi sullo scopo dell’azione motoria 3. Le abilità: possono essere automatizzate attraverso le ripetizioni 4. L’abilità: è la capacità di ottenere un risultato con la massima sicurezza e minimo dispendio di energia 5. Le abilità: si possono classificare secondo le abilità discrete, le abilità seriali e le abilità continue 6. Le abilità discrete: esprimono compiti di breve durata, caratterizzate da un inizio e fine ben definito 7. Le abilità seriali: esprimono delle abilità discrete che vengono collegate in azioni più complesse 8. Le abilità continue: sono caratterizzate da una sequenza ritmica e ripetitiva di un compito motorio, in cui non si possono distinguere inizio e fine 9. Come si possono classificare le abilità? Le abilità si possono suddividere: 1) A seconda della funzione dell’organizzazione del compito da svolgere, in abilità: o Discrete -> esprimono dei compiti di breve durata e si caratterizzano per un inizio e una fine ben definita; o Seriali -> esprimono delle abilità discrete che vengono collegate in azioni più complesse, è di fondamentale importanza l’ordine degli elementi da eseguire per ottenere la riuscita della prestazione (es. servizio nel tennis); o Continue -> caratterizzate da una sequenza ritmica e ripetitiva in cui non c’è un inizio e una fine; 2) A seconda del livello di prevedibilità dell’ambiente: o Aperta, open skill a carattere aciclico, vede la sua esecuzione in un ambiente imprevedibile o che prevede cambiamenti ed è quindi mutevole e richiede all’esecutore di adattare i movimenti rispondendo alle problematiche dinamiche dell’ambiente; (es. giocare a calcio o basket) o Chiusa, closed skill a carattere ciclico, è eseguita in un’ambiente prevedibile e quindi stabile che permette all’esecutore di pianificare con anticipo l’esecuzione dei suoi movimenti; (es. giocatore di golf o bowling) LEZIONE 26 1. Fra i processi di risintesi biologica: vi è la ricostruzione delle quantità di glicogeno 2. Se lo sforzo è moderato: il reintrego delle proteine avviene in 12 o 24 ore 3. La supercompensazione: è caratterizzata dalla reazione che eccede l’azione che l’ha determinata 4. Fra i processi di risintesi biologica: vi è la ricostruzione delle riserve di ATP e CP 5. La supercompensazione: è definita dai processi di risintesi biologica 6. Se lo sforzo è intenso: il reintegro delle proteine avviene in 48 o 72 ore 7. Descrivi il fenomeno della supercompensazione: la supercompensazione è l’insieme dei processi che coinvolgono la risintesi biologica dei processi che avvengono successivamente ad un allenamento che induce, oltre alle altre reazioni, uno stato di fatica nell’esecutore del movimento. Gli adattamenti organici che quindi ne conseguono permettono all’atleta di sottostare a sollecitazioni più intense e quindi a rendimenti più elevati. I fattori che determinano la supercompensazione sono: I processi di risintesi biologica comprendono quindi: la rimozione dell’acido lattico e la ricostituzione delle riserve di ATP e di CP; la ricostituzione delle quantità di glicogeno; il reintegro degli enzimi che hanno consentito le varie reazioni chimiche ed infine la risintesi ed il reintegro delle proteine, che avviene in 12 o 24 ore o, qualora lo stimolo fosse intenso avviene in 48 o 72 ore, e dei fosfolipidi. LEZIONE 27 1. Le esercitazioni generali: hanno come obbiettivo l’incremento delle capacità organico- muscolari, capacità coordinative, la flessibilità e la rigenerazione 2. I metodi: sono le procedure pianificate per sviluppare e perseguire gli obbiettivi dell’allenamento 3. I mezzi: sono le misure che permettono il processo di allenamento 4. Le esercitazioni simili alla gara: hanno come obiettivo di abituare l’atleta alla situazione agonistica e sono considerati come test di verifica 5. Le esercitazioni speciali: hanno come obiettivo l’impostazione della tecnica di base, il perfezionamento tecnico e lo sviluppo di abilità tecnico tattiche 6. Le esercitazioni speciali: sono condizionate dalla relativa disciplina di gara 7. Gli aggiustamenti: sono modificazioni che avvengono successivamente ad uno stimolo singolo. Questi verranno quindi rimossi il più o meno velocemente successivamente alla cessazione dello stimolo. Possiamo considerare un aggiustamento, per esempio, l’aumento della frequenza cardiaca in seguito all’attività fisica. 8. Definisci le caratteristiche delle esercitazioni che permettono gli adattamenti: affinché gli adattamenti si possano considerare effettivi bisogna che l’allenamento sia caratterizzato da condizioni definibili come il principio dell’allenamento. Questi sono: o Principio della specificità -> adattamento che consegue ad un carico di lavoro specifico quindi la reazione adattiva sarà visibile negli organi maggiormente sollecitati dal carico esterno; o Principio della frequenza -> stimola in maniera specifica e ripetuta un sistema o un apparato con una frequenza da permettere che la somma degli effetti delle singole stimolazioni sia il più efficace possibile; PRINCIPIO SU CUI SI BASA LA SUPERCOMPENSAZIONE LEZ 26 o Principio della progressività -> avere un livello elevato di prestazione ottenuto con un carico di lavoro progressivo; o Principio della continuità -> capacità di non interrompere mai il processo di allenamento; o Principio della varietà -> allenare sia le capacità che sono fondamentali nella prestazione sportiva della determinata specialità sportiva ma anche quelle che possono essere considerate di sostegno o di complemento; o Principio della individualizzazione -> il carico di lavoro deve essere considerato ed avrà effetti adattivi in relazione a ciascun atleta considerando quindi il carico esterno ed il carico interno; 9. Gli adattamenti: consideriamo le modificazioni che si avranno successivamente ad una serie di stimoli ravvicinati, che si caratterizzano per essere ripetuti nel tempo e con intensità crescente e che quindi determineranno delle modificazioni permanenti LEZIONE 28 1. Il glucosio ed il glicogeno: caratterizzano il meccanismo anaerobico lattacido sono presenti in quantità maggiori e con una modesta possibilità di consumarla in quantità discrete 2. Il meccanismo anaerobico alattacido: ha un intervento nei primi 10 secondi di un esercizio 3. Il meccanismo aerobico: è utilizzato dai 20 minuti in poi 4. Dalla scissione di ATP: si ottiene adenosindifosfato e fosfato libero 5. L’ATP: nella cellula muscolare è limitata 6. Il meccanismo anaerobico alattacido: ha una durata di 6-8 secondi alla massima potenza possibile 7. Il meccanismo energetico: i meccanismi energetici sono infatti un insieme molto complesso di reazioni chimiche attraverso le quali il nostro organismo ottiene l’energia necessaria per il suo funzionamento. La fonte immediata di energia per qualsiasi tipo di attività svolta è derivante dalla scissione di un unico composto chimico che è presente nel nostro organismo chiamato ATP. Dalla scissione dell’ATP si libera l’energia necessaria che permette di generare diverse forme di lavoro biologico come, ad esempio, la digestione, la circolazione, la sintesi dei tessuti ma anche la trasmissione nervosa, la secrezione ghiandolare e come abbiamo detto anche la contrazione muscolare. LEZIONE 29 1. Nel meccanismo anaerobico alattacido: è possibile notare un decremento della potenza muscolare 2. Successivamente allo sforzo: vi è la fase di recupero 3. Il ripristino definitivo dei fosfati energetici nel meccanismo alattacido: è a carico del sistema aerobico 4. Nel meccanismo anaerobico alattacido: il processo di ricostruzione dell’ATP è molto rapido 5. Nel meccanismo anaerobico alattacido: la ridotta velocità di risintesi dell’ATP determina un decremento della potenza muscolare 6. Nel meccanismo anaerobico alattacido: la quantità di fosfocreatina a livello muscolare è limitata 7. Meccanismo anaerobico alattacido: la durata del meccanismo è molto breve dura circa 8-10 secondi alla massima potenza. Le attività fisiche nelle quali interviene sono quindi le attività di potenza, ma anche negli scatti, nei lanci e nei salti. Le fibre muscolari coinvolte sono principalmente le fibre veloci, quindi le fibre muscolari di tipo IIb, anche dette fibre muscolari glicolitiche. I substrati energetici ai quali il meccanismo anaerobico alattacido attinge sono la creatina ed il fosfato. Il tempo di risintesi dei substrati energetici prevede in 30 secondi di ripristinare il 70% delle scorte ed in 3- 5 minuti si prevede il recupero completo, quindi del 100%. Le fonti alimentari dei substrati possono essere, per il fosfato, il tuorlo d’uovo, il lievito di birra, le mandorle, le acciughe, i formaggi secchi e le carni. Le fonti alimentari per la creatina sono rintracciabili nella carne rossa e nel pesce. Per il fabbisogno giornaliero dei diversi substrati consideriamo, per il fosfato, 1,5 grammi al giorno mentre per la creatina 2 grammi al giorno. LEZIONE 30 1. Il tempo di risintesi dei substrati nel meccanismo anaerobico lattacido: prevede un tempo che va dalle 10 alle 48 ore in base al tipo di esercizio e all’assunzione dei carboidrati 2. Il meccanismo anaerobico lattacido: ha una durata di circa 45 secondi alla massima potenza fino a 4 minuti in un esercizio sub massimale 3. Il meccanismo anaerobico lattacido: come esempio delle attività fisiche vi è la corsa nei 400 e 800 metri 4. Le fibre muscolari nel meccanismo anaerobico lattacido: sono le fibre veloci di tipo IIa 5. I substrati energetici del meccanismo anaerobico lattacido: sono il glicogeno ed il glucosio 6. Il reintegro dell’ossigeno nel meccanismo anaerobico lattacido: permette di ripristinare le condizioni precedenti allo sforzo fisico dell’acido lattico sulle terminazioni nervose libere del muscolo. Vi è poi il dolore ritardato anche detto DOMS ovvero Delayed Onset of Muscle Soreness. Questa tipologia di dolore compare fra le 24 e le 48 ore dopo un allenamento intenso. Ha una durata variabile che può arrivare fino a parecchi giorni. Il dolore ritardato è maggiormente evidente soprattutto a livello delle inserzioni muscolo tendinee. le cause in carichi normali eseguiti ad alta frequenza e quindi dall’esecuzione di molte ripetizioni, oppure in carichi di lavoro elevati ma eseguiti a frequenza normale ed infine carichi di lavoro molto elevati eseguiti ad alta frequenza. LEZIONE 34 1. Il sovrappeso: è fra i fattori determinanti gli infortuni connessi con le abitudini di vita 2. Cosa è consigliabile fare in vista di una trasferta? Se la gara ha luogo in un paese diverso è meglio partire con anticipo 3. Se la gara è in notturna: è necessaria un’accurata programmazione 4. L’orario della competizione: è da considerare nella programmazione 5. I ritmi circadiani: sono da mantenere 6. La capacità di concentrazione: è distribuita per 4-6 giorni per il fuso orario 7. Quali sono i fattori connessi con le abitudini di vita che hanno un ruolo negli infortuni? I fattori connessi con le abitudini di vita che hanno un ruolo negli infortuni sono: o Sovrappeso -> incrementa il rischio per le malattie cardiocircolatorie, eccessivo introito alimentare comporta un aumento del tessuto adiposo; o Variazione dei ritmi giornalieri -> riguardano il disturbo del sonno che causa una riduzione dell’iniziativa e aumento della letargia o Doping o Alcool LEZIONE 35 1. Il reintegro post partita: ha fra gli obiettivi un’alimentazione per aumentare il livello di glicogeno muscolare 2. L’intervallo nel pre-partita: ha l’obiettivo d’incrementare il glicogeno muscolare 3. Si considera l’intervento nel pre-partita: l’alimentazione delle ultime 48-72 ore 4. Nell’allenamento: è necessario considerare le strategie per il bilancio alimentare 5. Quali sono i fattori connessi con l’alimentazione nel determinare gli infortuni? L'obiettivo dell'alimentazione nel pregara è quello mettere in condizione l'atleta di affrontare la partita prevenendo l'affaticamento, la disidratazione ed i cali di prestazione. L'obiettivo del pasto post gara invece è quello di permettere un più rapido e completo recupero dallo sforzo della prestazione agonistica. Va specificato che ha senso di parlare del pasto pregara solo se nel corso della settimana l'alimentazione è stata adeguata ed ha permesso il giusto recupero dagli allenamenti. Questi si estrinseca in un accumulo di glicogeno muscolare ed in un turnover muscolare ideali. Gli obiettivi principali del pasto pregara sono quindi: o Prevenire la debolezza e l'affaticamento, dovuto sia al basso contenuto di glucosio ematico che alla deplezione precoce delle riserve di glicogeno durante la gara; o Tenere lontano il senso di fame e minimizzare problemi gastro intestinali; o Garantire l'idratazione; LEZIONE 36 1. L’evaporazione: è data dalla superficie cutanea, dalla temperatura e dall’umidità dell’ambiente e le correnti aeree connettive 2. La perdita di calore: è gestita dall’ipotalamo 3. La conduzione: è il diretto trasferimento di calore nei confronti di un liquido, un solido o un gas, tramite il passaggio da una molecola all’altra 4. La convezione: è la perdita di calore dipendente dalla velocità con cui l’aria viene scaldata e scambiata con l’aria più fresca 5. L’evaporazione: è la vaporizzazione dell’acqua attraverso le vie respiratorie e la superficie della cute trasferendo calore all’ambiente 6. Per un giusto equilibrio termico: consideriamo gli indumenti indossati durante l’attività fisica 7. L’irraggiamento: è la perdita di energia irradiando il calore ai corpi più freddi 8. La termoregolazione: è un meccanismo fisiologico che permette di mantenere costante nel tempo la temperatura corporea. Adatta i processi di produzione e di dispersione del calore considerando i cambiamenti della temperatura ambientale. Vi è una produzione di calore a riposo che può essere definito come calore di base o resting heat, mentre, durante la contrazione muscolare, vi è la liberazione di una notevole quantità di calore, considerato calore iniziale o initial heat. Alla fine della contrazione muscolare vi è la liberazione di una notevole quantità di calore che però è definito come calore di ripristino o recovery heat. Durante l’attività fisica eseguita all’aperto gli atleti andranno incontro a diverse tipologie di stress ambientali, come le radiazioni solari, le radiazioni solari riflesse, le radiazioni termiche atmosferiche, le radiazioni termiche del suolo, la temperatura e l’umidità dell’aria, e la conduzione del suolo. Per comprendere la termoregolazione si considerano l’evaporazione, che può avvenire attraverso la respirazione o la sudorazione, la convezione, l’irraggiamento e la convezione che è legata al flusso sanguigno cutaneo. Dobbiamo anche considerare la riserva metabolica e, in base al lavoro muscolare, la conduzione come anche la contrazione muscolare. Infine, importante è anche considerare la convezione legata al flusso sanguigno muscolare. LEZIONE 37 1. Il recupero post-partita: è necessario per un rilassamento muscolare e psicologico 2. Lo stretching: è l’azione di allungare la muscolatura in accorciamento 3. La fase di cool-down: equivale al 50% del recupero per il lavoro svolto 4. Il cool-down: è la fase che permette il passaggio dall’allenamento da una determinata intensità ad uno stato biologico normale 5. La mobilità articolare: ha un ruolo nell’economia della corsa 6. La flessibilità degli arti: permette di prevenire gli infortuni 7. I diversi fattori connessi all’ambiente nel determinare gli infortuni: i diversi fattori connessi all’ambiente si considerano come gli errori nell’allenamento, rintracciabili sia nella programmazione che nell’esecuzione, gli errori tecnici, la messa in azione e il recupero. Il warm up (riscaldamento) prevede di adottare tutte le misure necessarie prima di un carico di lavoro, creando uno stato di preparazione psicofisico e cinestetico-coordinativo ottimale e prevenendo gli infortuni. Il warm up determina l’innalzamento della temperatura corporea ed un incremento della velocità di stimolo dell’attività del sistema nervoso centrale. Vi è dunque un maggiore flusso sanguigno ed una maggiore disponibilità di ossigeno nei muscoli. L’attività enzimatica e metabolica è incrementata. Infine, vi è un decremento delle resistenze visco-elastiche che sono fondamentali per l’ottimizzazione delle capacità contrattili del muscolo. I fattori che condizionano il warm-up sono la temperatura, il rapporto fra la temperatura e l’umidità, gli obiettivi dell’allenamento ed il somatotipo, ovvero la conformazione corporea delle masse muscolari. Una buona flessibilità degli arti, sia superiori che inferiori, permette di prevenire gli infortuni (le distorsioni). La mobilità articolare permette di eseguire movimenti più rapidi e potenti: la traiettoria di accelerazione si allunga e vi è la diminuzione della resistenza dei muscoli antagonisti, coinvolgendo più fibre muscolari. L’incremento dell’elasticità dei muscoli e dei tendini permette dei movimenti più ampi e potenti ed una maggiore tollerabilità al carico di lavoro proposto. È necessario sviluppare parallelamente sia le diverse sollecitazioni motorie che la tecnica sportiva. Questi due fattori hanno un ruolo nell’economia del gesto tecnico e permettono di sviluppare globalmente ed in modo ottimale le diverse capacità dell’atleta. La fase di cool-down (defaticamento) permette il passaggio dall’allenamento allo stato biologico normale. Bisogna considerare il lavoro tecnico eseguito, lo stretching ed il recupero post-partita. LEZIONE 38 1. Soprattutto nei giovani: è importante fornire diverse esperienze motorie considerando i diversi fondi del campo da gioco 2. Le calzature per gli atleti: devono adattarsi alla conformazione del piede 3. Il fondo del campo da gioco: la caratteristica dell’essere morbido può incidere sulla prevenzione degli infortuni 4. Le calzature per gli atleti: sono importanti soprattutto negli sport di squadra 5. Dal punto di vista strutturale: occorre considerare la disposizione di eventuale aria o gel 6. Gli indumenti sportivi: dovrebbero favorire la sudorazione 7. I fattori connessi con l’equipaggiamento nel determinare gli infortuni: l’equipaggiamento svolge una funzione importante nella prevenzione degli infortuni: o Gli indumenti -> 1) Le calzature devono essere: comode, che si adattano alla conformazione del piede, ottimali per il tipo di disciplina praticata. 2) Indumenti sportivi che favoriscono la sudorazione soprattutto per gli sport indoor che favoriscono la termoregolazione che è uno dei fattori che può influenzare l’incidenza degli infortuni o Fondo del campo da gioco -> La caratteristica del campo da gioco che è molto morbido può incidere sulla prevenzione degli infortuni sportivi. Inoltre, è molto importante abituare l’atleta a lavorare su tipologie diverse di fondi del campo da gioco. Soprattutto durante l’età evolutiva, è necessario fornire più esperienze motorie possibili. Fra queste, è possibile considerare di utilizzare diverse tipologie del fondo del campo da gioco. Questo permetterà all’atleta di abituarsi a diversi materiali. Inoltre, permetterà anche di saper gestire differenti tecniche di gioco nonché adattare le azioni ed i gesti tecnici non solo alle molteplici situazioni di gioco ma anche ai diversi materiali che lo compongono. LEZIONE 39 1. Nel basket: sono frequenti i traumi alla caviglia e le lesioni capsulo-legamentose a livello del ginocchio 2. Gli infortuni: possono essere in relazione allo sport praticato e al ruolo ricoperto 3. Durante l’attività fisica vigorosa: gli arti inferiori sono maggiormente interessati rispetto agli arti superiori 4. Nel rugby: sono frequenti le ferite lacero-contuse 5. Nella pallavolo è frequente: la distorsione della caviglia e del ginocchio 6. Nel calcio, le contusioni: interessano maggiormente gli arti inferiori 7. Nel calcio gli attaccanti: s’infortunano per un 17% 8. Nel calcio i difensori: s’infortunano per un 33% 9. Nel calcio i centrocampisti: s’infortunano per un 50% 6. I test: si definiscono diretti ed indiretti 7. Caratteristiche dei test di valutazione: un test si caratterizza per essere ripetibile, per essere standardizzato e per l’avere un obiettivo ben definito. Questo perché il risultato ottenuto dal test deve essere indipendente dall’operatore che lo esegue. Il test dovrebbe seguire sempre lo stesso protocollo e conseguentemente le stesse metodiche. Al fine di rispettare lo stesso protocollo occorre sempre utilizzare la stessa strumentazione. Inoltre, anche le condizioni ambientali sono da considerare quindi eseguire il test con la stessa temperatura, la stessa percentuale di umidità e la stessa ventilazione. È necessario adottare sempre lo stesso riscaldamento eseguito con la stessa durata, quindi il numero preciso di minuti. LEZIONE 44 1. Il BMI: ha grande variabilità durante l’infanzia e l’adolescenza 2. Il BMI: non è variabile confrontato con quello degli adulti 3. In età giovanile: i test indagano il varismo e il valgismo delle ginocchia ed il valgismo dei piedi 4. In età giovanile: viene data importanza al rachide indagando l’atteggiamento scoliotico, la cifosi cervico-dorsale e l’iperlordosi 5. In età giovanile: viene indagata l’atonia muscolare ed il deficit di flessibilità 6. Nell’esecuzione del test: deve essere considerato l’orario in cui le prove vengono effettuate 7. Fattori caratterizzanti i test in età evolutiva: i fattori caratterizzanti i test in età evolutiva sono: informazioni comparabili con quelli di riferimento, pianificazione delle sedute di allenamento, valutazione periodica per verificare il livello di preparazione, scelta di un’idonea batteria di test, riscaldamento adeguato alle prove, un test per ogni specifica abilità motoria, provare il gesto tecnico. 8. Fattori da considerare prima di eseguire un test: i fattori da considerare prima di eseguire un test sono: temperatura, orario, carico di lavoro, taratura e tipo degli strumenti, alimentazione e abbigliamento LEZIONE 45 1. I metabolimetri: vengono calibrati con gas noti 2. I test con carico di lavoro costante: permettono la misurazione della massima potenza aerobica e la valutazione dell’adattamento dei parametri fisiologici e delle capacità di resistenza 3. Successivamente ai test: vi è un recupero attivo 4. Il plateau dei livelli di ossigeno concomitante con un aumento d’intensità di esercizio: definisce il massimo consumo di ossigeno 5. Il massimo consumo di ossigeno: dal punto di vista metabolico, è il punto d’intensità di un carico oltre il quale, con un aumento di carico, non vi sarà un incremento del consumo di ossigeno 6. I test con carichi di lavoro crescenti: ci danno informazioni sulla potenza aerobica, sulla tolleranza allo sforzo massimale, i fattori limitanti e la determinazione della soglia anaerobica 7. Definisci il massimo consumo d’ossigeno: il massimo consumo di ossigeno viene identificato come un plateau o di un aumento inferiore ad un millimetro al minuto per chilo di ossigeno pur essendoci un aumento d’intensità di esercizio. Durante il test occorre considerare quindi le diverse variabili e le metodologie da utilizzare al fine di poter analizzare i diversi fattori. Successivamente al test, si considerano i diversi parametri al fine di individuare le diverse soglie. 8. Differenza tra test indiretti e test diretti: i test diretti sono quei test che misurano una grandezza, ad esempio la biopsia muscolare, la lattatemia, la risonanza magnetica come anche l’analisi dei gas respiratori ovvero la metabolimetria. I test indiretti vi è l’utilizzo di uno strumento per misurare l’espressione delle grandezze. Fra questi vi sono i test per misurare la forza massimale isometrica come la dinamometria isometrica, o la forza veloce come lo squat jump, il counter movement jump, il Sargent come anche il test di Conconi per la determinazione della soglia anaerobica. LEZIONE 46 1. Il ritmo medio: vede la frequenza cardiaca di allenamento compresa considerando lo 0,9 e lo 0,85 che si moltiplica per la frequenza alla soglia 2. Il test di Conconi: ci dà informazioni per le programmazioni delle sedute di allenamento considerando la frequenza cardiaca 3. Il ritmo lento: vede la frequenza cardiaca di allenamento come la frequenza cardiaca alla soglia moltiplicata per lo 0,8 4. Il ritmo veloce: vede la frequenza cardiaca di allenamento compresa considerando lo 0,97 e l’1,03 che si moltiplica per la frequenza alla soglia 5. Il test di Conconi: viene eseguito con il cardiofrequenzimetro 6. Il test di Conconi: permette la determinazione della soglia anaerobica 7. Il test di Conconi: il test di Conconi è un test indiretto che determina la soglia anaerobica, mettendo in relazione la velocità di corsa, ovvero il carico di lavoro, e la frequenza cardiaca misurata durante il test tramite un cardio-frequenzimetro che registra tutte le variazioni che avvengono durante il compito motorio. La relazione di questi due parametri è lineare fino al punto che possiamo definire la soglia anaerobica. Da questo punto, il meccanismo anaerobico lattacido viene attivato in modo importante. Inseguito, la frequenza cardiaca ha una flessione e non vede più un aumento lineare insieme alla velocità. Questo si caratterizza per la non richiesta di strumenti, è necessario solamente il cardiofrequenzimetro e può essere effettuato in modo facile e con un’esecuzione rapida. Il test di Conconi ci fornisce informazioni utili per la programmazione delle sedute di allenamento, concentrando l’attenzione sulla frequenza cardiaca. Per programmare un allenamento caratterizzato da un ritmo lento questo vede la frequenza cardiaca di allenamento definita come la frequenza cardiaca alla soglia moltiplicata per lo 0,8. Il ritmo medio la frequenza cardiaca durante l’allenamento è considerabile la frequenza cardiaca alla soglia moltiplicato per lo 0,9 e lo 0,85. La frequenza ottenuta fra queste due oscillazioni permette di eseguire un allenamento a ritmo medio. Il ritmo veloce vede che la frequenza cardiaca di allenamento è quella compresa fra la frequenza cardiaca alla soglia moltiplicata per lo 0,97 e l’1,03. LEZIONE 47 1. Il test di Bosco: viene utilizzato per testare l’elasticità 2. Il CMJ: è un test indiretto per analizzare la forza veloce 3. Il metodo delle ripetizioni: spesso prevede la scelta di un peso per poter effettuare delle ripetizioni 4. Un sistema di sistemi ottici: permette l’analisi della forza esplosiva nel CMJ 5. La massima ripetizione del soggetto: è un 1RM 6. Il test di Bosco: viene applicata una funzione per determinare la percentuale di componente elastica muscolare utilizzata in un compito motorio 7. Aspetti da considerare nella valutazione della forza: si usa più spesso il metodo delle ripetizioni, che prevede la scelta di un peso necessario per effettuare delle ripetizioni. Considerando di effettuare un massimo di dieci distensioni eseguite con un determinato ritmo, a 30 battiti per cadenza che vengono dettate da un metronomo. Con questo metodo otterremo la ripetizione massima del soggetto, anche detta 1RM, ovvero la più alta espressione che il soggetto è in grado di effettuare. La ripetizione massima è definita dalla massa massima che può essere alzata o ripetuta in un numero preciso, n, di volte. Si considera l’intensità dell’esercizio fisico eseguito durante questo metodo con la misurazione del lattato ematico. Il counter movement jump o CMJ test, è un test indiretto in cui viene analizzata la forza veloce. Viene eseguito un salto a gambe leggermente divaricate verso l’alto dopo aver eseguito un contromovimento. Le prestazioni del CMJ possono essere eseguite e valutate secondo un sistema ottico di acquisizione che valuta l’entità del salto. I sistemi ottici analizzano la forza esplosiva. Questa strumentazione misura con precisione l’altezza del salto. Questo sistema considera questo parametro tramite il calcolo del contatto con il suolo e la fase di volo del salto. La misurazione può essere incrementata con un altro sistema di cellule fotoelettriche, costituito da un doppio sistema riflesso infrarosso che viene posizionato ad una determinata distanza, per-mettendo anche di rilevare la velocità di esecuzione. Infine, il test Ergojump di Bosco testa e valuta l’elasticità, applicando una funzione per determinare e quantizzare matematicamente la percentuale di componente elastica muscolare utilizzata durante l’esecuzione di questo compito motorio. Considerando l’altezza del counter movement jump, dello squat jump e la relazione fra queste due componenti determinerà la percentuale di componente elastica. La percentuale fra questi due salti viene determinata da un accumulo di energia elastica. LEZIONE 48 1. Nella misurazione del carico motorio e carico tecnico-tattico: vi è, fra i fattori, il confronto fra le diverse competizioni o le diverse misurazioni 2. Le diverse tipologie di analisi: permettono di definire le differenze significative dei ruoli 3. L’analisi della forza: può portare alla modifica del modello prestativo 4. In allenamento: si fornisce feedback affinché gli atleti sopportino meglio lo sforzo 5. Nel basket: la misurazione del carico tattico e tecnico, è definito dal rapporto tra minuti giocati e minuti in panchina 6. Nel volley: occorre considerare la propria prestazione, della squadra, degli avversari alla luce delle situazioni di gioco 7. Importanza della valutazione della forza negli sport di squadra: la valutazione della forza in età giovanile migliora: apprendimento motorio, ritmo, resistenza, forza, equilibrio, rapidità e orientamento spazio-temporale. LEZIONE 49 1. Il fine educativo: prevede attraverso il movimento un arricchimento spirituale 2. Lo sport: identifica tre tipi di fini: i fini educativi, i fini ricreativi ed i fini agonistici 3. Il fine agonistico: prevede la competizione 4. Il termine sport: ha origini dal latino 5. L’attuale termine sport: ha trovato la sua abbreviazione dal termine latino deportare 6. Il fine ricreativo: prevede lo sport come lavoro 7. Definisci i fini dello sport: ci sono diversi fini relativi allo sport. Si identificano: 3. Il modello competitivo: è definito da regole che permettono una competizione corretta in cui si possano considerare dei validi risultati 4. Il modello espressivo: si basa sulla libera interpretazione personale 5. Il modello strumentale: l’attenzione è rivolta al corpo e all’aspetto esteriore 6. Il modello dello sport-spettacolo: vi è principalmente la promozione di eventi 7. Caratteristiche dello sport per tutti: il concetto di sport per tutti rappresenta una pratica sportiva che è accessibile a tutti. Si adatta alle diverse abilità e capacità e mette al centro della pratica sportiva la persona. Questa tipologia di pratica sportiva ha trovato un suo modo d’essere al fine di rispondere alle diverse connotazioni dello sport moderno, considerando anche lo sviluppo tecnologico. Definendo questo concetto, si definisce anche la possibilità di permettere a tutti di eseguire attività fisica. Considerando quindi che la mancanza di attività fisica andrà incontro a diverse conseguenze negative e che vanno ad incidere sul benessere psicofisico della persona. L’attenzione si sposta dalla prestazione alla persona come anche dalla pura azione motoria all’azione motoria eseguita dalla persona. LEZIONE 54 1. Gli sport di squadra: possono essere contemplati nell’ambito dell’educazione fisica considerando la personalità di chi pratica l’attività sportiva 2. Nella trasmissione di significati e valori: gli sport di squadra sono forme di attività sportiva che lo permettono attraverso il gioco e lo sport 3. Gli sport di squadra: prevedono la considerazione dell’intera personalità, in tutta la sua complessità, integrandosi nell’ambito dell’educazione fisica 4. Gli sport di squadra: possono assumere diverse connotazioni nell’ambito dell’educazione fisica 5. In una lezione di educazione fisica: il gioco è una costante 6. L’educazione fisica: si caratterizza principalmente per gli aspetti di tipo pedagogico 7. Le caratteristiche dell’educazione fisica: l’ambito in cui l’educazione fisica si rivolge è di tipo pedagogico e prevede la pratica di attività motorie che talvolta sono restie nella proposta del gioco per l’organizzazione e la strutturazione di questo. L’obiettivo dell’educazione fisica era infatti quello di potenziare la dimensione fisica della persona. Si andava a dare valore all’ambito della salute e le diverse azioni motorie si mostravano ideali per raggiungere questo scopo. Proprio il passaggio dai diversi modelli orientati prettamente alla sfera fisica a quella che considera anche la personalità di chi pratica l’attività sportiva ha comportato la possibilità di praticare gli sport di squadra. La considerazione dell’intera personalità, in tutta la sua complessità, che quindi prevede sia la dimensione individuale che la dimensione sociale, prevede quindi d’integrare gli sport di squadra che risultano essere forme di attività fisica che permettono anche la trasmissione di significati e valori. In particolare, si considera proprio il gioco e lo sport come elementi portanti. LEZIONE 55 1. La pratica sportiva: vede una gratificazione dal punto di vista motorio ed esperienziale 2. Nella pratica sportiva: lo stare insieme è una motivazione forte 3. Nella pratica sportiva: la componente competitiva raggiunge a stento il 10% delle risposte sul perché praticare un’attività sportiva 4. La motivazione principale del praticare un’attività sportiva: è il senso di aggregazione 5. La motivazione principale del praticare un’attività sportiva: è la stessa fra praticanti che non praticanti 6. Nello sport per tutti: la persona è posta al centro 7. Le motivazioni che portano alla pratica sportiva: le motivazioni che portano alla pratica sportiva sono: o Senso di aggregazione o Fattore ludico -> il divertirsi, al contrario che si possa pensare la vittoria non è una tra le motivazioni principali o Voler praticare del movimento -> si considerano gli aspetti postivi di un’attività sportiva o Stringere nuove amicizie o Miglioramento della forma fisica LEZIONE 56 1. Negli sport di squadra: vi è reciprocità fra la personalità del giocatore che influenza il gioco e la personalità viene influenzata dal gioco 2. L’allenatore guida il gruppo squadra e l’atleta nel raggiungimento dei propri obiettivi 3. Il raggiungimento degli obiettivi: sarà orientato e completo, considerando i diversi fattori delle aree della personalità 4. Negli sport di squadra: è necessario considerare sia gli stimoli allenanti che il coinvolgimento dell’atleta 5. Durante le esercitazioni: occorre considerare il coinvolgimento dell’atleta, la consapevolezza dei compiti da affrontare e l’assoluzione di questi 6. L’allenatore: ha un ruolo nel raggiungimento degli obiettivi 7. Definisci il rapporto personalità e sport di squadra: vi sono delle aree specifiche in cui si definisce il concetto di personalità nello svolgimento della pratica degli sport di squadra, come l’area cognitiva, dove si considerano i processi percettivi ed elaborativi possibili nell’atto tattico ed è necessaria per definire una programmazione cosciente e razionale delle diverse azioni motorie, l’area sociale, che viene sollecitata in dalle caratteristiche di cooperazione all’interno di un gruppo, definendo il gruppo-squadra, considerando la formazione nell’ ottica del rispetto delle regole di gioco e delle norme che definiscono un corretto comportamento in considerazione del gruppo a cui ci si rivolge, l’area affettiva, che è interessata nella formazione della personalità e viene considerata nel controllo dell’emotività, il coinvolgimento emotivo che può insorgere durante l’attività ludica ed è fondamentale nello sviluppo di un grado equilibrato di autostima e l’area organico-motoria, che è caratterizzata dalle attività motorie e dai presupposti di azione, ovvero l’abilità e le capacità motorie, e dal legame fra questi fattori. LEZIONE 57 1. Il metodo analitico: prevede la scomposizione in movimenti più semplici che costituiscono quelli più complessi 2. Il metodo globale: prevede l’apprendimento in toto di movimenti semplici 3. L’allenamento di tipo intensivo ininterrotto: prevede un apprendimento profondo senza pause 4. Il metodo dell’esercitazione attiva differenziata: prevede una continua ripetizione attiva 5. La ripetizione continua ed attiva: permette il perfezionamento e la stabilità della tecnica 6. I metodi d’isegnamento della tecnica: è di tipo globale, analitico, concentrato e distribuito, l’esercitazione attiva differenziata e l’apprendimento differenziato passivo 7. Definisci la tecnica: la tecnica è il procedimento/insieme di procedimenti che vengono acquisiti durante ed attraverso l’esercizio fisico, che permettono di risolvere un compito motorio o un problema nell’esecuzione del movimento. Questa risoluzione avviene nel modo più razionale ed economico possibile. Essa è in relazione alle caratteristiche fisiologiche e biomeccaniche dell’atleta e la sua corretta acquisizione permette di ottenere un movimento ideale. Il movimento ideale vede delle caratterizzazioni personali ottenute da chi lo effettua, anche se è rappresentato da elementi già determinati. LEZIONE 58 1. Nella situazione di gara: le qualità volitive ed emotive della personalità sono determinati/ sono considerate solamente le conoscenze strategiche tattiche 2. Le capacità sensoriali: sono le capacità di orientamento, la capacità di controllo e la capacità di differenziazione 3. Le capacità intellettuali: sono le capacità di pensiero strategico-tattico, le capacità di anticipazione e le capacità di prendere decisioni 4. L’attenzione: ha un’influenza nella capacità di azione tattica 5. La maestria tattica: è raggiunta realizzando il piano tattico in condizioni difficili 6. Nell’allenamento della tattica: la preparazione tattica deve essere parallela a quella tecnica 7. Definisci la tattica: la tattica è il complesso delle norme e dei comportamenti sia individuali che collettivi degli atleti e delle squadre che servono per utilizzare in maniera ottimale i propri presupposti condizionali, i presupposti motori ed i presupposti psichici in condizione di gara. Il tutto tenendo conto delle capacità di prestazione dei propri atleti e anche del modo di giocare degli avversari, delle condizioni esterne e anche delle regole del gioco. Definizione la tattica è il comportamento che è stato pianificato in vista di una competizione, che sia individuale o di squadra, che tiene conto proprio della capacità di prestazione degli atleti come anche di quella degli avversari. La tattica si basa sulle capacità cognitive, sulle abilità tecniche e sulle capacità psicofisiche. La tattica in sé ha come obiettivo di mirare i comportamenti ottimali della gara che si ottengono grazie all’utilizzazione di capacità ed abilità individuali. Quindi l’obiettivo della tattica è nel comportamento che si proporrà durante la fase di competizione. LEZIONE 59 1. Il palleggio: prevede il controllo della palla con tutto il corpo 2. Negli sport di squadra: è necessario considerare il comportamento del giocatore per ottenere il controllo della palla 3. Caratteristiche generali degli sport di squadra: attraverso l’analisi delle caratteristiche generali degli sport di squadra permette di individuare gli elementi che possiamo considerare fondamentali di una disciplina specifica. Possiamo definire fondamentali quegli elementi che sono e che permettono di determinare un esito, che esso sia positivo o negativo, nel tentativo del giocatore di risolvere il problema motorio o le diverse situazioni motorie che possono avvenire durante la fase di competizione, quindi durante l’attività di gioco. Se infatti analizziamo le diverse situazioni di gioco, il giocatore ha un ruolo fondamentale nella gestione delle diverse situazioni. Il giocatore infatti è impegnato in una sequenza progressiva di azioni che portano al risultato finale. La presa d’informazione viene ottenuta dalla componente visiva poi avviene l’elaborazione di queste informazioni che permettono di ottenere una risposta motoria che si caratterizza dal trattamento della palla che può essere diretto o indiretto. L’inizio sarà quindi determinato da operazioni mentali che permetteranno di definire le azioni successive e che caratterizzano il comportamento tattico. Questo determinerà l’adattamento delle abilità motorie per il progetto cinetico considerato come obiettivo finale. I fattori caratterizzanti la struttura degli sport di squadra, il comportamento tattico, le capacità coordinative ed il palleggio. 3. Nella pallavolo, i giocatori: possono toccare consecutivamente 3 volte la palla 4. Il tocco agevolato: è definito dalla possibilità d’intromissione sull’azione di un compagno che sta per commettere un fallo 5. Nella pallavolo: l’ordine di rotazione è determinato dalla formazione acquisitiva nella formazione iniziale 6. Nella pallavolo: il giocatore in posizione 2 andrà ad occupare la posizione 1 7. Campo da gioco della pallavolo: il campo da gioco della pallavolo comprende il terreno di gioco e la zona libera. Il terreno di gioco è di forma rettangolare e ha le dimensioni di 18x9 ed è circondato da una zona libera che è larga 3 metri da ogni lato. La superficie è piana ci sono le linee perimetrali (2 di fondo e 2 laterali) e una linea in mezzo che delimita le due parti del campo. Vi è poi la linea d’attacco che è tracciata a 3 metri dall’asse della linea centrale e quindi andrà a delimitare la zona d’attacco. Vi è quindi la linea di delimitazione dell’allenatore che delimita proprio l’area in cui l’allenatore può operare. All’interno del campo vi sono quindi diverse zone o aree. In particolare, possiamo rintracciare la zona d’attacco, la zona di servizio e la zona di sostituzione, vi è inoltre la zona di rimpiazzo del Libero come anche l’area di riscaldamento e l’area di penalizzazione. Occorre considerare anche la rete. Questa divide i campi ed è posta verticalmente sopra la linea centrale ed ha un’altezza, nella sua parte superiore, di 2,43 metri per gli uomini e di 2,24 metri per le donne. La rete ha una larghezza di 1 metro ed è lunga fra i 9,50 metri fino a 10 metri, fatta di maglie quadrate nere. Questa rete è fissata a dei pali. LEZIONE 64 1. Nel calcio: la squadra vincente è quella che ha segnato il maggior numero di reti 2. Un calcio di rigore: viene assegnato se un calciatore commette una delle infrazioni punibili con un calcio di punizione diretto nell’area di rigore o fuori dal terreno di gioco 3. Nel calcio: se il calciatore fosse in linea con il penultimo avversario o gli ultimi due avversari, non si troverà in posizione di fuorigioco 4. Nel calcio, nel definire il fuorigioco: le mani e le braccia del portiere e dei calciatori non sono da considerare 5. Se il portiere lancia il pallone con le mani e arriva nella porta degli avversari: determinerà un calcio di rinvio 6. Nel calcio, qualora il punteggio sarà lo stesso: l’esito della gara sarà pari 7. Descrivi il campo da gioco del calcio: il terreno di gioco deve avere una superficie naturale o interamente artificiale ed il colore per le superfici artificiali deve essere verde. Le linee che determinano i lati lunghi del terreno sono denominate linee laterali mentre le linee che delimitano i lati corti queste sono definite linee di porta. Il terreno di gioco è diviso in due metà grazie alla linea mediana, che si trova nel punto medio ed è quindi di congiunzione delle due linee laterali. La lunghezza delle linee laterali va da un minimo di 90 metri fino ad un massimo di 100 metri mentre la larghezza della linea di porta ha un minimo di 45 metri ed un massimo di 90 metri. Il campo di gioco è inoltre definito da diverse aree. Vi è inoltre l’area di rigore, delimitata dalle linee che sono tracciate perpendicolarmente alla linea di porta, dall’interno di ciascun palo della porta e vanno verso l’interno del campo di gioco. Vi è poi inoltre l’area d’angolo che è delimitata da un quarto di circonferenza caratterizzata da un raggio di un metro che è tracciato dentro il campo di gioco e vede la presenza di una bandierina d’angolo. Vi è poi l’area tecnica che si estende solo di un metro dalla linea laterale ed è riservata ai calciatori sostituiti, all’allenatore, collaboratori ed ai calciatori di riserva. Infine, vi sono le porte che sono poste al centro di ciascuna linea di porta. Queste consistono in due pali verticali infissi ad uguale distanza dalle bandierine d’angolo e sono uniti da una barra orizzontale che è detta traversa. Alle porte ed al suolo dietro le porte sono fissate le reti che non devono essere d’intralcio al portiere.
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