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La Didattica Moderna: Obiettivi, Valutazione e Attività Didattica, Schemi e mappe concettuali di Didattica generale e speciale

Psicologia dell'ApprendimentopedagogiaFormazione dell'insegnante

Sulla evoluzione della didattica in italia, dal secondo dopoguerra fino agli anni ottanta, con un focus sulle forme di attivismo e l'importanza di obiettivi e valutazione formativa. Esploriamo il svolgimento di una lezione tradizionale e la necessità di invertire i tempi del docente rispetto a quelli degli allievi. Vediamo anche come narrazione di storie e progetti didattici possono essere utili per sviluppare l'empatia e il senso critico. Sconfessiamo i metodi didattici non fondati.

Cosa imparerai

  • Come la didattica ha evoluto in Italia dal secondo dopoguerra agli anni ottanta?
  • Come le storie e i progetti didattici possono aiutare a sviluppare l'empatia e il senso critico?
  • Come la lezione tradizionale può essere migliorata?

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

2021/2022

Caricato il 24/06/2022

anna-baci-sole
anna-baci-sole 🇮🇹

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Scarica La Didattica Moderna: Obiettivi, Valutazione e Attività Didattica e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Didattica generale e speciale solo su Docsity! Dimensione didattica Dal momento in cui un insegnante entra nella scuola,si trova in una sorta di apprendistato che lo porta ad assimilare teorie,modelli della “didattica” cioè il “come si debba insegnare” Da tempo la scuola è attraversata da orientamenti che la condizionano. Nel secondo dopoguerra si sono diffusi anche in Italia movimenti che, in contrapposizione alla vecchia scuola trasmissiva e nozionistica,hanno sostenuto la necessità di dare maggiore autonomia e spazio agli alunni,come l’attivismo.Oggi il confronto tra orientamenti e istituzioni ha perso di interesse; nessuno intende tornare ai modelli trasmissivi della vecchia scuola. Forme residue di attivismo si trovano ancora oggi negli attacchi alla “lezione frontale”di cui si vorrebbe l’abolizione. Sappiamo ormai che non sono né la frontalità del docente né la guida istruttiva le componenti da eliminare:la lezione va mantenuta la trasformata. Negli anni Ottanta del secolo scorso sono entrati in Italia riferimenti importanti per migliorare l’insegnamento tra i quali troviamo: quello di obiettivo è quello di valutazione formativa. Nel primo caso,non si comprendono i vincoli impliciti che esigono operazionalità e rendicontabilità; nel secondo caso non si considera la natura di feedback dinamico,componente essenziale per procedere più direttamente verso la conoscenza da apprendere. Nel nostro tentativo di individuare situazioni esemplificative che permettono di far emergere un modello condivisibile di expertise didattica,abbiamo preso in considerazione queste tipologie: • Migliorare la qualità dell’interazione. Sarà ricercata in due contesti didattici,in una versione più cognitiva(all’interno dello svolgimento di una lezione) e in una versione più emozionale,empatia e partecipativa(la narrazione in una scuola dell’infanzia) • Definire obiettivi e strumenti di valutazione. Sarà dimostrata all’interno dell’elaborazione di un progetto didattico. • Rappresentare graficamente le conoscenze. Esempio di uso delle mappe mentali. Sconfessare mode e metodi non fondati. Esempio relativo al metodo per insegnare a leggere. Caso. La lezione tradizionale. Ci troviamo in una classe secondaria di primo grado,una classe nell’insieme tranquilla e diligente. L’insegnate entra e saluta e annuncia quello che spiegherà ovvero la vita di Luigi XIV. L’insegnante conosce bene l’argomento,si esprime con voce alta e chiara e gli alunni sembrano attenti. Si sofferma un paio di volte a chiedere se è tutto chiaro o se hanno domande da porre. La spiegazione dura per circa 30-35 minuti e poi passa alle interrogazioni. Cinque minuti prima del suono della campanella assegna i compiti. Discussione Quello che qui abbiamo descritto è lo svolgimento di una lezione tradizionale: al centro c’è l’insegnante che parla e gli alunni che ascoltano; il tempo è suddiviso in due momenti:la spiegazione è l’interrogazione. Il difetto di questo modello è che la maggior parte del tempo è gestito dall’insegnante che parla,mentre gli alunni sono in una condizione passiva di ascolto. L’interrogazione coinvolge solo pochi soggetti e non garantisce il coinvolgimento di tutta la classe. Hattie,uno dei massimi autori dell’ EBE,raccomanda come azione da attuare in ogni classe l’inversione dei tempi del docente rispetto a quelli dell’attività dell’allievo: questi ultimo dovrebbero essere superiori ai primi. L’insegnante non dovrebbe parlare troppo,dovrebbe limitarsi a dare poche informazioni chiare e feedback adeguati,mettendo in condizione gli alunni di coinvolgimento attivo • L’insegnante entra,saluta la classe…annuncia l’argomento che si accingerà a spiegare. Può sembrare normale che iniziare una lezione in questo modo,ma sappiamo che la lezione può essere più efficace se l’insegnante si sofferma su due elementi: 1. Il collegamento con conoscenze pregresse 2. La definizione degli obiettivi e l’organizzazione che intende dare alla lezione. - Il richiamo alle conoscenze pregresse può avvenire oralmente,ma è sempre meglio optare per domande scritte. Poi l’insegnante chiede a qualche alunno di leggere la risposta è dá un rapido feedback all’intera classe. - Nella definizione degli obiettivi non basta identificare l’argomento,è preferibile indicare termini e concetti che dovranno essere appresi. • L’insegnante si preoccupa di essere esauriente e di non tralasciare informazioni utili a dare un quadro esaustivo del periodo. Questa preoccupazione non favorisce l’apprendimento perché la mente umana è in grado di apprendere e ricordare solo poche informazioni. Il docente dovrebbe rinunciare alla pretesa dell’esaustivitá e creare dubbi e perplessità durante i, discorso. • L’insegnante si sofferma a chiedere se ciò chiedere se ciò che sta dicendo è chiaro Molti insegnanti che i, loro ruolo si possa limitare a fare domande o la richiesta finale di comprensione della lezione. Hattie ritiene che un buon feedback ha tre caratteristiche: 1. Far capire all’allievo dove è arrivato 2. Ricorda il traguardo da raggiungere 3. Dà indicazioni su cosa modificare per avvicinarsi al traguardo. Come abbiamo accennato è preferibile interrompere la lezione e inserire qualche esercizio. • Poi l’insegnante passa alle interrogazioni. L’aspetto che qui risulta carente è la chiusura della lezione,momento importante sul piano metacognitivo. Si tratta di ricapitolare le idee importanti da trattare,consolidare ulteriormente le nozioni apprese. Caso 2 La narrazione di una storia In una scuola dell’infanzia si vuol attivare una percorso di attenzione all’ascolto di storie narrate con bambini di 3-4 anni. Una volta a settimana i bambini vengono disposti in cerchio. Legge la storia in modo espressivo interrompendola per rivolgere qualche domanda. Qualcuno si distrae e l’insegnante lo richiama. Il racconto dura 15 minuti. Alla fine vengono presentati dei cartoncini che rappresentano momenti diversi della storia e chiede in che ordine vanno disposti. La narrazione può essere utile per sviluppare l’attenzione,immaginazione. Può inoltre scatenare emozioni nel bambino e sviluppare l’empatia. Apprendere le tecniche di una narrazione empatia richiede un percorso formativo: • Selezione della storia: l’educatore sceglie o inventa una storia. Deve prevedere che ci siano situazioni emozionali e che ci sia un”tormentone” • Disposizione spaziale: si dispongono i bambini in semicerchio con il narratore seduto al centro, tutti i bambini devo essere dallo sguardo del narratore. • Anticipare dei momenti salienti: prima di iniziare a narrare si stabilisce il comportamento da adottare. Si gioca a esprimere emozioni e sensazioni come stupore,attesa,paura ,pioggia ,vento. • Narrazione: l’insegnante - deve porre molta enfasi sulla comunicazione paralinguistica,con assunzione di atteggiamenti divertenti,garantendo attraverso lo sguardo contatto e comunicazione empatica per tutta la storia - Ritorna più volte sui “tormentoni”. Fondamentali i comportamenti rappresentati con la mimica o con suoni ( esempio vento che soffia) - Cercare di coinvolgere tutti i bambini, con particolare attenzione per i più distratti. Se è distratto l’insegnante lo guarda più attentamente senza interrompere il racconto. • Conclusione opzionale: il narratore fa riattraversare i momenti più salienti chiedendo a un bambino alla volta di simulare l’emozione legata a una specifica azione. Caso 3. Un progetto didattico sull’astronomia Alcuni insegnanti voglio strutturare un progetto didattico sull’astronomia per alunni di di classe V di scuola primaria. Il brain strorming che si genere è basato sulla convinzione che il progetto vada reso il più accattivante possibile, inserendo obiettivi ambiziosi e attraenti. Alcune proposte: • Sviluppare motivazione verso la scienza • Acquisire il metodo scientifico • Sviluppare senso critico. Si passa poi ad aspetti più specifici • Conoscere il sistema solare,pianeti satelliti • Conoscere il moto dei pianeti
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