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Dinamica sociale e culturale, Sorokin, Dispense di Sociologia Dei Processi Culturali

Riassunto dell'opera dinamica sociale e culturale di Sorokin

Tipologia: Dispense

2020/2021

In vendita dal 09/03/2022

benedetta-favella
benedetta-favella 🇮🇹

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Scarica Dinamica sociale e culturale, Sorokin e più Dispense in PDF di Sociologia Dei Processi Culturali solo su Docsity! SOROKIN Sorokin sostiene che la sociologia abbia imboccato vicoli ciechi, come quello del positivismo, empirismo, quantifrenia (si pensa a dati statistici più che alla realtà e non guarda gli aspetti qualitativi). La cosmologia deve ri-orientarsi e devo vedere vedere la filosofia della conoscenza da cui proviene. Tesi: piaccia o no ogni sociologo sviluppa sempre le proprie teorie in in un ambiente filosofico in circostanze non esplicitate dai filosofi stessi. La proposta di Sorokin consiste in una rivisitazione della teoria dei tre stadi di Comte con un assoluto ribaltamento: il culmine dell’evoluzione sociale è lo stadio ideazionale a cui tutti devono aspirare in una mentalità sensistica. Il sensismo si è sviluppato negli ultimi quattro secoli, per cui oggi viviamo nella fase di tipo sensistico. Sorokin distingue un sensismo attivo (che ha costruito e prodotto grandi cose: riv. borghese e industriale,) che nel ‘900 perde forza vitale, pragmatismo, attivismo strumentale e si è ridotto a sensismo passivo e cinico (non ha le armi per affrontare la decadenza della società). Il riduttivismo tocca anche le scienze sociali: non si riesce a comprendere l’uomo nella sua interezza - conoscenza razionale e super razionale/organica - ma esiste un super conscio collettivo a cui ogni uomo può attingere che gli permette di essere più creativo e positivo, e riuscirà a trasmettere questa creatività nella società in cui vive. Solo pochi uomini possono attingere a questa dimensione: solo gli uomini delle grandi religioni che hanno costruito vie alla grande conoscenza che è stata poi dimenticata e sottovalutata dal positivismo. Sorokin supera le posizioni autarchiche della sociologia positivista e quantitativa. “La dinamica sociale e culturale” è la sua opera più importante scritta tra il 1937-1941. Distinzione di tre forme di conoscenza/ la realtà si divide in tre dimensioni ugualmente presenti nell’uomo (errore dell’uomo è di fermarsi ad una sola di queste tre dimensioni): - Realtà sensoriale/sensibile (cfr. fatto sociale di Durkheim che ha tre caratteristiche: generalità, coercitivi, esteriorità) - Realtà razionale - Realtà super razionale Sorokin riprende Comte, ma senza il suo esclusivismo e c’è un capovolgimento, e Scheler con il suo inclusivismo. Infatti, Sorokin e Scheler pensano che i tre tipi di conoscenza sono presenti in ogni epoca storica, perchè sono caratteristiche della natura umana in quanto tale. Nessuna forma di conoscenza può eliminare le altre, anche se una può al massimo prevalere sulle altre. Sorokin vuole elaborare la teoria dei super sistemi culturali e ne individua due, che chiama “tipi puri”: - Sistema ideazionale: bisogni e fini spirituali prevalgono, per cui le azioni degli uomini in ogni sistema si riferiscono ad una realtà sensibile/metafisica. L’obiettivo di fondo è la ricerca dell’autodominio interiore che prevale su quello esteriore della natura - Sistema sensistico: mentalità volta a privilegiare gli interessi e fini materiali. Gli uomini considerano valido solo ciò che si fonda sull’esperienza sensibile. La vita spirituale è considerata solo un mondo di pulsioni e istinti e con una derivazione dal mondo materiale. Oggi prevale un sensismo passivo, decadente e cinico. Mentre il sistema idealistico è misto, poichè integra gli elementi dei due sistemi culturali, per cui i valori spirituali si incarnano nel mondo (es. età di Pericle). Uno studio attento della storia che va dal 480 a.C. al 1920 d.C. mostra un andamento che Sorokin definisce di fluttuazione, ovvero un andamento ciclico di tre sistemi che si sono succediti linearmente per riproporsi in ordine costante: ideazionalismo-> idealismo -> sensismo -> di nuovo ideazionalismo. Il metodo di Sorokin nello studio delle relazioni logico-significative è l’appropriata unificazione dei frammenti in un tutto, secondo un significato logico e la reciproca pertinenza logica di essi. Il metodo logico-significativo si basa sulle leggi della logica che aiutano ad entrare profondamente nei dinamismi che regolano i sistemi culturali. La logica è anche connessa al mondo dei valori, dei significati e idee: non c’è una civiltà autentica, armonica, coerente che possa sviluppare in sé principi opposti (eccezione per una società come la nostra, ovvero una civiltà di assoluta confusione, caos perché le culture vere sono sempre culture che si sviluppano a partire da un principio unificante). Nel sistema ideazionario prevale la realtà ultima come sovrasensibile, poiché quella sensibile (percepita ai nostri sensi) è illusoria e falsa. Ogni sistema culturale possiede una propria integrazione logica che tiene insieme la dimensione interna e quella esterna. I fenomeni esteriori appartengono ad un sistema culturale soltanto in quanto essi rappresentano una manifestazione del suo aspetto interno, altrimenti cessano di far parte di una cultura integrata. L’aspetto interiore dell’agire umano va compreso e si esplica nell’arte e in ogni altra dimensione dell’uomo. Gli oggetti culturali forniscono in genere un fondamento sufficiente per la ricostruzione del significato originale inteso dall’autore. Il sociologo che guarda il suo oggetto di studio in modo equilibrato, è in grado a risalire al principio unificante. Sintesi: Sorokin sostiene che tutti gli insiemi culturali sono suscettibili di una interpretazione logica. La logicità deve essere valutata in base alle sue premesse fondamentali. Il principio centrale per cui può essere compreso il carattere di ogni cultura integrata va compreso nelle premesse di quel sistema culturale (cioè le premesse fondamentali di valore). I due tipi fondamentali hanno una propria mentalità, Weltanshauung, un proprio sistema di verità e una natura irriducibilmente diversa. Si tratta di due tipi ideali (riprendendo la metodologia weberiana, cioè nella loro forma pura non esistenti): - primo tipo: cultura ideazionale - Secondo tipo: cultura sensistica Generalmente, il sociologo culturale osserva delle forme miste, cioè che alcune culture si avvicinano di più al sistema ideazionale e altre a quello sensistico. Invece, quando si presentano sistemi equilibrati di entrambi i tipi puri si è di fronte a sistemi idealistici. Lo studio delle premesse fondamentali della mentalità culturale di questi sistemi può avere come riferimento 4 elementi fondamentali: - Natura della realtà: molteplicità di modi di percepire lo stesso fenomeno da parte di persone diverse - Natura dei bisogni, i quali possono essere sensuali (fame, sesso, sete) oppure spirituali (salvezza dell’anima, compimento del sacro dovere, servizio di Dio, imperativo morale categorico) oppure misti (carnali + spirituali) - La misura in cui è ammessa la soddisfazione dei bisogni e dei fini: ciascun bisogno è suscettibile di soddisfazione in diversi gradi e misure, da un massimo di abbondanza ad un minimo. - Metodi per la soddisfazione dei bisogni: modificazione dell’ambiente, modificazione di se stessi, modificazione sia dell’ambiente che di se stessi. La mentalità culturale ideazionale è concepita come non sensibile e immateriale; i bisogni hanno un carattere spirituale e si ammette che essi vengano soddisfatti nella misura più ampia. Nel metodo si minimizzano i bisogni fisici. Sorokin distingue dei sottoinsiemi: - ideazionalismo ascetico: controllo dell’uomo su se stesso e su i suoi sensi corporei, emozioni, desideri e voglie (es. induismo, buddismo, taoismo, cristianesimo). È caratteristico di una natura introversa (rivolta all’io, alla sua analisi e modificazione). - Ideazionalismo attivo: controllo dell’uomo sugli aspetti materiali e sensibili del mondo esterno (es. cristianesimo di S. Paolo, epicurei). L’ideazionalismo attivo e la mentalità idealistica comportano tanto il controllo dell’io (maggiormente importante per l’ideazionalismo attivo) quanto il controllo dell’ambiente (maggiormente importante per la mentalità idealistica); ma in nessuna di queste due mentalità c’è una accentuazione così forte come invece si trova nel sensismo attivo e nell’ideazionalismo ascetico. La mentalità culturale sensistica ritiene reale solo ciò che è presente agli organi di senso. La realtà è vista come divenire, mutamento e progresso. I suoi bisogni sono fisici e ne cerca la massima soddisfazione. Il metodo consiste nella modificazione, o sfruttamento, del mondo esterno. Si distinguono tre sottotipi: - mentalità culturale sensistica attiva (es. cultura contemporanea poiché c’è l’aspirazione ad una vita piena e c’è la trasformazione dell’ambiente naturale). È caratteristico di una natura estroversa (volta alla trasformazione dell’ambiente sensibile) - Mentalità culturale sensistica passiva: sfruttamento parassitario del mondo esterno e non comporta né il controllo dell’io né il controllo dell’ambiente (es. cultura contemporanea, epicureismo passivo, edonismo del carpe diem, rinascimento, Decamerono di Boccaccio). - Mentalità culturale sensistica cinica: si indossano le maschere ideologiche diverse - trasformismo (es. ipocrisia e menzogna diffusa, adulazione). I tipi misti di cultura e di mentalità: - mentalità culturale idealista: forma mista integrata logicamente (es. confucianesimo). “LA DINAMICA SOCIALE E CULTURALE” è la sua opera più importante scritta tra il 1937-1941 (p.95-150). L’ideazionalismo ascetico consiste nel controllo dell’uomo su se stesso, nei suoi sensi corporei, emozioni, sentimenti e desideri (es. ascetismo induistico, buddistico, taoista). Il sensismo attivo porta al controllo dell’uomo sul mondo esterno e sui suoi aspetti materiali e sensibili (es. epicurei). L’ideazionalismo attivo e la mentalità idealistica comportano tanto il controllo dell’io (maggiormente importante per l’ideazionalismo attivo) quanto il controllo dell’ambiente (maggiormente importante per la mentalità idealistica); ma in nessuna di queste due mentalità c’è una accentuazione così forte come invece si trova nel sensismo attivo e nell’ideazionalismo ascetico. Mentre il sensismo passivo non comporta nessuno dei due controlli, ma questa mentalità si appaga nello sfruttamento parassitario del mondo esterno. L’ideazionalismo ascetico è caratteristico di una natura introversa (rivolta all’io, alla sua analisi e modificazione), mentre il sensismo attivo è caratteristico di una natura estroversa (volta alla trasformazione dell’ambiente sensibile). L’io è inteso diversamente in base ai vari tipi di adattamento e delle sue relazioni con altre forze o entità. l’ideazionalismo ascetico tende alla dissoluzione dell’io nella realtà trascendente ed immateriale. Il sensismo attivo vede l’io in una concezione materiale e inseparabile dal corpo. L’ideazionalismo ascetico stimola la cognizione dei processi interiori, psichici e mentali, sia i processi psicologici elementari (sensazione, percezione, memorizzazione) sia esperienze più sublimi (estasi, trance, misticismo, ipnosi, rivelazione, ispirazione divina) sia concetti semplici sia quelli più complessi (immortalità, Dio, sistemi di etica, religione, diritto). Mentalità ideazionale: credenza nell’esistenza di una realtà ultima trascendente, privilegio accordato alle verità di fede rispetto alle verità di ragione e alle verità dei sensi, svalutazione della realtà mondana a favore di quella spirituale, importanza attribuita alla soddisfazione dei bisogni spirituali a scapito di quelli materiali e sensuali. Mentalità sensista: negazione dell’esistenza di una realtà trascendente, convinzione che i sensi siano l’unica fonte sicura di verità, preferenza accordata alla soddisfazione dei bisogni materiali e sensuali e noncuranza per quelli spirituali. Mentalità idealistica: rappresenta un tipo intermedio costituito sia da tratti ideazionali che sensisti. Attribuisce importanza alla realtà sensibile senza negare l’esistenza di una realtà trascendente, ritiene conciliabile la verità di fede con la verità razionale ed empirica, mira a conseguire una moderata soddisfazione dei bisogni materiali senza sacrificare quelli spirituali. Esempi concreti dei principali tipi di mentalità concreta. Le persone si differenziano tra epicurei attivi in maggior o minor grado, epicurei passivi, ideazionalisti (ideazionalismo attivo ma non sono comuni nella cultura attuale) o misti. Gli epicurei cinici sono gli ipocriti, insinceri e dissimulatori nelle parole. Coloro che si trovano a contatto con il bisognoso, l’oppresso, il non privilegiato e non possono cambiare la loro condizione, come schiavi, servi, prigionieri o impiegati di livello inferiore, hanno una mentalità pseudo-ideazionale. Altre persone appartengono al tipo idealistico che concilia gli opposti, ma prevarranno gli elementi sensistici e si tratta di individui rispettabili e che osservano le regole e l’etichetta. Sorokin afferma che i tipi di mentalità e di condotta si distribuiscono in modo diseguale nei vari gruppi sociali. Però, Sorokin afferma che ci sino tipi e tratti culturali che si ripetono più o meno uguali in qualsiasi gruppo: - Le classi agiate sono più tipicamente caratterizzate da una mentalità sensistica attiva, nei momenti di ascesa, e una mentalità sensistica passiva, nei periodi di decadenza. - Le classi povere ed oppresse sono caratterizzate prevalentemente da una mentalità di tipo pseudo-ideazionale (quasi assente invece nelle classi agiate). - Nei gruppi chierici o sacerdotali equivalenti (sciamani, bramini, etc) prevale la mentalità ideazionale attiva e anche la mentalità ideazionale ascetica. Ma durante i periodi di crisi o decadenza, queste due mentalità tendono ad essere sostituite da una mentalità idealista o mista, o con la mentalità epicureistica attiva e passiva. Questa distribuzione evidenzia il forte epicureismo delle classi agiate, perchè hanno il potere di modificare il mondo esterno e il loro ambiante e hanno una ricchezza maggiore per soddisfare i propri bisogni. Analogamente, le classi povere non possono adottare l’epicureismo attivo o passivo, perchè devono accontentarsi di ciò che le circostanze offrono, che non è sufficiente a permettere loro una mentalità ed un comportamento sensistici. D’altro canto, i leader religiosi o il clero hanno un forte grado di ideazionalismo, ascetico o attivo, ma, durante i periodi di decadenza religiosa, il clero si volge all’epicureismo, mantenendo comunque un numero maggiore di elementi ideazionali rispetto alle altri classi. Sistemi culturali di grandi dimensioni e lunga durata che sono stati posti in essere dalle grandi religioni storiche, come induismo, buddismo, gigionismo, taoismo, suffisso, cristianesimo primitivo e altre. Tutti questi sistemi sono saturi di ideazionalismo: al livello più alto l’ideazionalismo ascetico, al livello inferiore l’ideazionalismo attivo, al livello più basso l’idealismo e l’ideazionalismo misto. In questi sistemi, la realtà è considerata come immortale; la realtà è Essere, eterno e atemporale, e si differisce dal mondo sensibile, instabile e transitorio. La mentalità di questi sistemi è composta da una realtà ultima spirituale (ad essa si deve tendere dissolvendo l’illusione della propria personalità per venire assorbiti nell’Entità ultima), da bisogni puramente spirituali, di essi si consente la massima soddisfazione che si ottiene nella più completa padronanza di tutti i bisogni sensibile (sino alla completa trasformazione e dissoluzione dell’Io sociale, psicologico e biologico). - Induismo e buddismo seguono la filosofia dell’Essere che conduce ad un alto grado di abilità nel controllo dell’Io. La verità assoluta è rivelata in modo mistico per mezzo dell’intuizione, della meditazione e della rivelazione. - Giainismo ha caratteristiche uguali all’induismo e al buddismo, ma ritiene importante le penitenze corporali per il raggiungimento della liberazione spirituale. - Taoismo, come anche altri sistemi, ha una forma elevata accessibile a tutti e altre forme pratiche accessibili alle masse. In queste forme più pratiche, gli elementi puri sono mescolati con elementi terrestri e sensibili e si ha una mentalità di tipo ideazionale attivo o misto. - Sufismo è esempio della mentalità ideazionale ascetica. - Cristianesimo ascetico primitivo ed altri gruppi ascetici e mistici nati dalle ramificazioni delle correnti culturali greche e romane. Il tragico destino dei sistemi culturali ascetici è quello di trasformarsi in sistemi di ideazionalismo attivo, poiché l’ascetismo puro diffuso agli uomini diventa organizzazione e quindi non può continuare a sussistere. Ne sono esempi celebri il bramanesimo, buddismo, giainismo, cristianesimo, etc. La cultura contemporanea è gravida della mentalità culturale sensistica attiva, soprattutto tra gli uomini d’affari, scienziati, studiosi, persone laboriose, etc. È caratteristico di tutti quegli individui che aspirano ad una vita piena e ricca, che godono nel superare ogni difficoltà materiale e nel trasformare l’ambiente circostante e aspirano al dominio della natura; coloro che lottano per la fama e il benessere. La mentalità sensistica passiva si trova in quasi tutte le società e epoche, come nell’Egitto antico, Cina e India antiche. Ad esempio, il sistema edonistico di Yang-Choo che predica il carpe diem e il disprezzo per ogni valore morale, sociale o religioso che possa impedire il piacere sensuale del momento. Altri esempi sono l’insegnamento di Charvaka in India, la formula di carpe diem di Orazio, il Decameron di Boccaccio. La mentalità culturale idealistica e altre mentalità di tipo misto. La mentalità idealistica è la sola mentalità di tipo misto che sia del tutto integrata e logicamente coerente, ma è estremamente rara. Il sistema per eccellenza che regola la condotta dell’uomo, che dimostra di avere buon senso e ragionevolezza, è il confucianesimo che rappresenta una varietà del tipo culturale misto con un buon grado di integrazione. Questo sistema rappresenta una giusta combinazione di ideazionalismo e sensismo per preservare l’equilibrio e la moderazione. Il confucianesimo prevede la soddisfazione dei bisogni sensibili ma in giusta misura e che si limiti davanti ai doveri sociali e ai comandamenti celesti. La mentalità sensistica cinica non è mai stata adottata apertamente da nessun gruppo, ma fa parte di tutti gli individui bugiardi, ipocriti, beneducati, simpatici. È presente ad esempio in un critico che elogia un’opera che, in realtà, ritene di scarso valore, ma che deve elogiare per mantenere il proprio posto e per essere elogiato a sua volta. Il tipo di mentalità pseudo-ideazionale è presente in tutti coloro che sono stati costretti a vivere in condizioni dure perchè gli era stato imposto dalla natura o da altri uomini. Sono ad esempio gli schivi, servi e prigionieri, coloro che sono stati soggiogati, coloro costretti ad accettare contro voglia ma per bisogno un lavoro sgradito. Le fluttuazioni socioculturali: concetto e forma dei processi socioculturali. Le fluttuazioni socioculturali riguardano lo studio di processi (=ogni genere di movimento, modificazione, trasformazione, alterazione o evoluzione) ricorrenti nella vita sociale e culturale e nella storia umana. Per parlare di processo bisogna specificare l’unità del processo, le relazioni di tale processo nel tempo (tempo sociale) e nello spazio e la direzione del processo (direzione nel tempo, nello spazio, quantitativa, qualitativa). I fenomeni possono essere unici o ricorrenti e presentare forme e gradi diversi. Un processo può essere unico rispetto a tute le specificazioni, cioè che accade una sola volta in tutta l’eternità e in un solo luogo. Il processo ricorrente solo nel tempo, cioè che fa capo ad una unità unica ma che si ripetono in essa. Il processo ricorrente soltanto nello spazio è unico nel tempo per ogni singolarità, ma si ripete nello spazio sociale, cioè si ripete per altre unità simili. Processi ricorrenti nello spazio e nel tempo. Sorokin si chiede se i processi socioculturali sono unici o ricorrenti. Il primo problema è che gli storici sostengono che non vi sono due oggetti, valori, gruppi o eventi socioculturali che siano simili tra loro quanto al tempo o allo spazio. Ma, i processi socioculturali hanno aspetti di unicità e, in alcuni casi, anche aspetti di ripetizione. Un’altra difficoltà è connessa con l’unicità o la ricorrenza del tempo. L’unicista deve affrontare anche la difficoltà che sorge dalla logica e dal linguaggio umano. Quindi, se ogni fenomeno ha aspetti di unicità, esso presenta anche tratti ricorrenti e caratteristiche comuni ad altri fenomeni. È giustificabile lo lo studio degli aspetti ricorrenti dei fenomeni socioculturali quanto lo studio degli aspetti unici. Numerosi problemi delle scienze sociali: - quanto più rapido è il mutamento in una data direzione, tanto maggiore sarà la modificazione del processo riguardo a tale direzione. - Un mutamento contemporaneo in due direzioni induce nel processo una articolazione assai più netta di un mutamento di eguale grandezza che, restando uguali le altre condizioni, avvenga in una sola delle due direzioni. In tali casi, la cesura che separa una fase del processo dall’altra si raddoppia o si accumula. - Dalle proposizioni A e B consegue che quanto più grande è il numero delle direzioni e dei sensi delle direzioni in cui avviene un mutamento, e quanto più rapido e profondo è take mutamento, tanto maggiore sarà la svolta impresa al processo e tanto più sarà facile osservarla e percepirla. Quindi, la profondità, l’ampiezza e la complessità dell’articolazione di un dato processo è direttamente proporzionale al numero delle direzioni in cui avviene sincronicamente un mutamento del processo storico, ed anche alla complessità del mutamento in ciascuna delle direzioni. - Infine, quando l’unità cui fa capo il processo non è più identificabile, si deve ritenere che il processo stesso si è estinto. Ogni processo ha più direzioni e ciascuna direzione ha più di un senso. Il processo lineare avviene quando il senso di una data direzioni e la direzione stessa si mantengono costanti per tutto il corso del processo. Con direzione spaziale, la linearità consiste nello spostamento costante dell’unità del processo da un punto nello spazio ad un altro. Con direzione quantitativa, la linearità consiste nell’incremento, o decremento, o costanza, del processo stesso durante tutto il suo corso. Con direzione temporale, la linearità non ha significato distinto se non in combinazione con la linearità spaziale e con la linearità quantitativa. La ricorrenza ciclica si può distinguere in completamente ciclica (l’ultima fase è il ritorno alla prima fase) e parzialmente ciclica (vibrazione da un ciclo all’altro). La ricorrenza può essere variata o creativa, per cui l’andamento del processo può essere unilineare, oscillante, ciclico, curvilineare. Tale ricorrenza si caratterizza di imprevedibilità, esistenza di limiti e del principio di cassazione immanente. Cfr. Schema su pdf pag. 127 La fluttuazione delle forma ideazioni, idealistiche e sensistiche nelle arti Nella storia di una cultura i momenti di fioritura artistica seguono uno schema uniforme? Sorokin si domanda, riguardo alla ricorrenza dei fenomeni artistici nello spazio sociale, se lo sviluppo e il fiorire di varie forme di arte nelle diverse culture segue uno schema uniforme di successione.
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