Scarica Dino Campana e più Appunti in PDF di Letteratura Italiana solo su Docsity! La poesia di Campana è musicale dappertutto. Il viaggio d'iniziazione dell'io della Notte verso le Alpi è ripreso e svolto dalla melodia delle acque che diviene poi, via via che si sale alle fonti, una melodia selvaggia e primitiva a cui fa da preludio poco sopra la Santa Cecilia di Raffaello. La Chimera, chiamata Suora della Gioconda, è detta anche Regina della melodia e Musica fanciulla esangue. In Genova c'è una varietà di passaggi musicali. Il canto instornellato delle prostitute risponde, dalla città, al suono che viene dal mare alla città e in cui sgorga il canto dei poeti. Il canto delle prostitute si unisce nei preludi ventosi e nel suono bianco e rosso all'eco della visione di grazia in fuga. Nella Verna è messa in musica l'alternanza di partenze e di ritorni, vero motivo della poesia di Campana. Nei Canti Orfici Campana apre la scrittura ad una coloritura musicale, ad una musicalità colorita ispirandosi a Leonardo la cui pittura dei colori ha per chiave il tonalismo, termine in uso sia per la pittura che per la musica. Nel tonalismo Campana rintraccia l'occasione di una condizione di dimenticanza di sè e di quiete, una dimenticanza che trova una sua figurazione analogica nei laghi estatici dell'oblio di Leonardo, incontrati lungo i sentieri alpini visti dagli specchi della Notte. Campana nella scrittura cerca lo sfumato con una pluralità di strumenti. Il più utilizzato è il differimento che sbalza dimensioni indefinite e allo stesso tempo slarga atmosfere di suspense come si può vedere in 3 luoghi della Notte: Traendoli da Leonardo, Campana usa vapori, nebbie,fumi e velature nella sua rappresentazione, effetti congeniali al taglio onirico e rituale della scena. Nei Canti orfici la tenda lega immagini ad immagini, ricordo a sogno e diventa luogo di proiezione della figura umana. E il profumo, come vaporizzato, vela lo sguardo dell'io volgendo in sfumato i rapporti tonali contenuti nelle sinestesie di scrittura. Le vele in Genova tessendosi e ritessendosi danno la sensazione di essere una sola cosa col movimento del mare ma danno anche la sensazione di un affaticamento prodotto dall'abbraccio inesausto con questo movimento. In Genova il sole che tramonta fa d'oro il color del cielo, brilla e si riflette sugli alberi delle navi in un paesaggio mitico, estatico e disteso. Il sole che tramonta scioglie a mano a mano la grande luce mediterranea in pietra di cenere e l'aria lucente si fa un velario detto 2 volte grande che risplende di diamanti. Questo velario nell'eterno ritorno si ricompone ciclicamente nel colore dell'oro catturando e diffondendo felicità. Ma la necessità di variazione e di leitmotive ritornanti finisce per drammatizzare la scena del tramonto così ecco che "spoglie" annuncia l'eclissarsi dell'immagine del velario e il mostrarsi al suo posto di quella del sudario. Il sudario riporta in primo piano il tema della morte ed assegna alla Città che comprende il ruolo di consolatrice, gli uomini tornano stanchi e i viaggiatori diventano ombre. La gioia si rivela fugace, compaiono figure grottesche e terribili come ciechi, figure inquiete segnate dalla morte. La poesia di Campana è un eterno ritorno della contraddizione in un giro vertiginoso. Il suo leonardismo, che consiste in legature di pieni e di vuoti, è sempre contraddetto o da un troppo pieno (di corpi, di colori) o da un troppo vuoto (come la sfilza di vele) o dalla fonda cavità che diventa devastazione nei versi finali di Genova. Campana usa più volte il termine scorcio nelle sue carte.
