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Dino Campana vita e opere, Dispense di Italiano

Riassunto di letteratura sulla vita e l'opera di Dino Campana

Tipologia: Dispense

2020/2021

Caricato il 26/10/2021

lucia-piscopo-3
lucia-piscopo-3 🇮🇹

4.3

(26)

4 documenti

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Scarica Dino Campana vita e opere e più Dispense in PDF di Italiano solo su Docsity! DINO CAMPANA 1885-1932 Dino Campana (1885-1932), considerato per l’eccentricità della vita l’ultimo dei poeti “maledetti”, ha tentato ‘uno sperimentalismo originalissimo che risente di numerose componenti culturali, in primo luogo del simbolismo francese. LA VI Il primo ricovero a Imola Nato a Marradi, nell’appennino tosco-romagnolo presso Firenze, studiò chimica a Bologna e Firenze; già nel 1905 venne ricoverato per la prima volta nel manicomio di Imola ricevendo la diagnosi di demenza precoce; infatti sia la vita sia le sue opere furono pervase dalla problematica della malattia mentale e sin dall’adolescenza, Campana manifesta chiari segni di squilibrio mentale e la sua vita divenne un continuo girovagare per manicomi. La nevrosi della madre, l'incomprensione da parte dei famigliari e dell’angusto ambiente di paese in cui vive, peggioreranno negli anni la situazione: egli viene infatti deriso e trattato come una sorta di demente. Una vita sregolata Viaggerà molto, in Europa e in Argentina, facendo i mestieri più diversi per mantenersi: pianista in locali e bordelli, arrotino, poliziotto, pompiere ecc. Inoltre è spesso coinvolto in risse e arrestato per vagabondaggio. Canti orfici, 1914 Nel 1913 entrò in contatto a Firenze con A. Soffici e G. Papini. Nel 1914 pubblicò a proprie spese la sua prima opera, Canti orfici; allo scoppio della Prima guerra mondiale vorrebbe partire come volontario ma viene riformato. La storia d'amore con Sibilla Aleramo Tra il 1916 e il 1917 ebbe una storia d'amore tormentata e intensa con la scrittrice Sibilla Aleramo, terminata in seguito al temperamento sempre più incoerente e violento del poeta. Il ricovero a Castel Pulci, 1918-1932 Nel 1917 fu arrestato a Novara per vagabondaggio, e il 28 gennaio fu internato all'Ospedale psichiatrico “Castel Pulci” dove rimase sino alla morte, nel 1932. Dal 1926 incominciò a ricevere le visite dello psichiatra Carlo Pariani, che dai suoi discorsi con Campana trarrà il materiale per scrivere in seguito Vita non romanzata di Dino Campana. La morte Durante il suo soggiorno in manicomio Campana ebbe spesso degli sprazzi di lucidità: desiderava uscire da quel luogo, ma non per riprendere la letteratura, ormai abbandonata (non scriveva più da tempo) ma per poter lavorare e guadagnare. Alla fine del febbraio del 1932 si ferì, probabilmente tentando di scavalcare la recinzione dell'ospedale: pochi giorni dopo morì di setticemia. Opere postume La maggior parte della produzione artistica (Inediti, 1942; Taccuino, 1949; Lettere, 1958; Taccuinetto fiorentino, 1960) fu pubblicata postuma. LA PRODUZIONE POETICA Dino Campana è stato definito dai critici letterari: poeta visionario, allucinato, pazzo, orfico, vagabondo, mediterraneo. Nella sua poesia i valori classici e una grande modernità si compenetrano. La sua poesia è moderna ma tuttavia piena di richiami a D'Annunzio, a Leopardi e ai classici. La sua espressione appare piena ed ermetica: è un flusso continuo di parole, del quale non si riesce a cogliere facilmente il senso.
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