Docsity
Docsity

Prepara i tuoi esami
Prepara i tuoi esami

Studia grazie alle numerose risorse presenti su Docsity


Ottieni i punti per scaricare
Ottieni i punti per scaricare

Guadagna punti aiutando altri studenti oppure acquistali con un piano Premium


Guide e consigli
Guide e consigli

Diritti umani teologia dogmatica voto 30, Prove d'esame di Teologia

Tesina di teologia dogmatica Percorso dei diritti umani con riferimenti alla realtà contemporanea, voto 30

Tipologia: Prove d'esame

2021/2022
In offerta
30 Punti
Discount

Offerta a tempo limitato


Caricato il 28/04/2022

Miriamm001
Miriamm001 🇮🇹

4.7

(6)

4 documenti

1 / 16

Toggle sidebar
Discount

In offerta

Spesso scaricati insieme


Documenti correlati


Anteprima parziale del testo

Scarica Diritti umani teologia dogmatica voto 30 e più Prove d'esame in PDF di Teologia solo su Docsity! Tesina esame teologia dogmatica Roma, aprile 2022 La storia della costituzione dei diritti umani nel mondo Miriam Mafferra, matricola 32473 Indice: Cosa sono i diritti umani ………………………………………………………… Pag 3 Il cammino dei diritti umani …………………………………………………… Pag 5 Le dichiarazioni dei diritti dell’uomo americana e francese ……. Pag 6 Nascita della prima costituzione dello stato italiano ………………. Pag 7 La convenzione europea per i diritti dell’uomo ………………………. Pag 8 La carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea ……………. Pag 9 I diritti umani in Africa ………………………………………………….……….. Pag 10 I diritti umani in Asia ……………………………………………………………….. Pag 11 I diritti umani in alcuni paesi islamici …………………………………….. Pag 12 Le violazioni dei diritti umani nel mondo ……………………………….. Pag 14 I diritti umani delle donna e dei bambini ………………………………… Pag 15 debba intendere qui quella facoltà dell’intelletto di elaborare discorsi e dedurre argomentazioni, bensì alcuni principi pratici sicuri, dai quali scaturisce originariamente l’insieme delle virtù e tutto quanto è necessario alla buona formazione della morale: ciò che da questi principi rettamente si deduce, può esser detto a buon diritto conforme alla retta ragione»[ Questo filosofo venne definito come il vero e proprio fondatore del liberismo moderno in quanto difendeva 3 cose per lui molto importanti: la libertà dei cittadini, la tolleranza religiosa ed in fine la libertà delle Chiese. Per quest’ultimo esiste uno stato di natura diverso da ciò che si pensava a quei tempi, per Hobbes ad esempio lo stato di natura porta ad un potere illimitato dell’uomo dove ogni uomo è lupo per altri uomini. Per Locke invece l’uguaglianza nello stato di natura diventa una uguaglianza di diritti e non in predominio sull’altro, dove ogni uomo può sentirsi libero di essere e libero di possedere i propri beni. Tali diritti sono diritti civili che riguardano principalmente la sfera privata di ogni cittadino dove lo Stato non può intervenire. Questo pensiero di Locke non significa che l’uomo deve sempre fare ciò che vuole, ma che semplicemente si ritrova ad essere limitato nelle proprie azioni grazie alla legge della ragione. La legge della ragione aiuta infatti ogni uomo a capire quali sono i limiti che quest’ultimo non può e non deve superare ossia: non si può violare la propria vita, e non si può violare la vita degli altri in quanto a salute, libertà e proprietà. Per garantire la libertà e la tutela dei diritti dei cittadini in quel periodo, come già sappiamo, non ci poteva essere uno Stato assoluto poiché in questa forma di Stato l ‘uomo perde la sua libertà e i suoi diritti per diventare un suddito del sovrano. Per far si che si abbiano uomini con libertà e diritti si andrà a sentire la necessità di create uno Stato che firmi un contratto con i cittadini e che si prenda non solo dei diritti ma anche dei doveri nei loro confronti. Per quanto riguarda il pensiero religioso di Locke, sappiamo che quest’ultimo credeva che la Chiesa fosse una società di uomini che si riunivano per loro volontà per onorare pubblicamente Dio nel mondo, per ottenere la salvezza dell’anima. La Chiesa inoltre, per il filosofo Locke non aveva possedere nessun ben e non doveva in nessuna situazione poter usare la forze per difendersi, o addirittura per ottenere qualcosa. Locke ci dice inoltre che già da quel tempo bisognava essere tolleranti nei confronti delle varie religioni, poiché quest’ultima appartiene a uno dei diritti dell’uomo, ossia quello di avere fede. Le idee di Locke vennero molto apprezzate e ampliate nel 1700 dagli illuministi di quell’epoca, influenzando le varie dichiarazioni dei diritti umani in America e successivamente in Francia. Nel 1776 quindi, a seguito delle influenza positive del filosofo Locke, si arrivò alla guerra d’indipendenza Americana nella quale si affermarono i diritti naturali degli uomini. Questo documento fu frutto delle 13 colonie britanniche della costa nordamericana che decisero di dichiarare la propria indipendenza dall’impero britannico, mettendo per iscritto le motivazione che li avevano indotti a questo atto. La Dichiarazione d’indipendenza americana riporta che: “tutti gli uomini sono creati eguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di certi Diritti inalienabili, che tra questi vi siano la Vita, la Libertà e il perseguimento della Felicità. Che per assicurare questi diritti sono istituiti tra gli uomini i Governi, che derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati. Che quando una qualsiasi Forma di Governo diventa distruttiva di questi fini, è Diritto del popolo di alterarla o di abolirla, e di istituire un nuovo Governo, ponendo il suo fondamento su questi principi” La Dichiarazione americana rappresentò il primo strumento internazionale che rappresentava un vero e proprio elenco di diritti umani e la necessità di proteggerli. Questa dichiarazione doveva inoltre servire come linea guida per lo sviluppo di un nuovo sistema, che doveva essere coerente con quelli che erano i suoi principi fondanti, ossia il rispetto dei diritti fondamentali dell’individuo senza distinzioni di sesso, nazionalità o credo. Ribadiamo ancora una volta che questa Dichiarazione stabilisce quindi che i diritti essenziali della persona non derivano dall’appartenenza ad un determinato Stato, ma dal suo attributo di essere umano. Come sappiamo la Dichiarazione americana è formata da 37 articoli, divisi in 2 capitoli: nel primo capitolo troveremo articoli dedicati ai diritti della persona umana, mentre nel secondo troveremo i suoi doveri. Libertà, uguaglianza e il diritto di inseguire la felicità furono tutti principi cardine dell’illuminismo che vennero applicati ad uno Stato di Diritto, di cui quindi tutti potevano beneficiare. Pochi anni dopo anche in Francia si ebbe una vera e propria rivoluzione guidata dal terzo stato, una ribellione che porto alla dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. L’Illuminismo e i pensieri di questo movimento cambiarono del tutto in un modo irreversibile la cultura politica francese, segnando la fine della Monarchia e dando spazio alla Repubblica. Questa dichiarazione è formata principalmente da un preambolo e 17 articoli che riguardano sia l’individuo che la nazione. Al suo interno vendono ribaditi i diritti ‘naturali ed imprescrittibili’ come ad esempio la proprietà, la libertà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Un altro principio riconosciuto all’interno della dichiarazione è sicuramente quello dell’uguaglianza tra gli uomini, in specifico specie davanti alla legge e alla giustizia ed infine viene affermato il principio della separazione dei poteri politici e religiosi. Vennero riconosciuti quindi i 3 valori cardini della dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini: la libertà di parola, la sovranità popolare e le pari opportunità. Ma nonostante il successo e i passi in avanti rispetto agli anni passati, all’interno della dichiarazione non furono citati ne le donne ne gli schiavi. NASCITA DELLA PRIMA COSTITUZIONE DELLO STATO ITALIANO Anche in Italia i diritti iniziarono ad assumere un significato più limpido quando si andò incontro alla nascita della prima Costituzione dello Stato italiano nel 1848. La Costituzione italiana venne promulgata dallo Statuto albertino nel Regno sardo- piemontese, e successivamente esteso a tutto il territorio italiano dopo la proclamazione del Regno d’ Italia nel 1861. Arrivò anche in Italia la necessità di una trasformazione sociale che richiedeva maggiori diritti per tutelare le classi più deboli, e quindi più svantaggiate. Essa si compone di 84 articoli e in quanto “legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia”, fu destinata a trasformare il Regno di Sardegna in una monarchia costituzionale. Possiamo definirla come una carta breve visto che essa si limita a riconoscere ilo principio di libertà individuale, e quello di uguaglianza formale ed infine è flessibile, poiché essa poteva essere modificato molto facilmente da delle leggi ordinarie. Analizzando la Costituzione possiamo notare che negli articoli dal 24 al 32, vengono riconosciuti per iscritto alcun degli articoli fondamentali, elencando anche i doveri dei cittadini nei confronti dello Stato. Gli altri articoli dello Statuto riguardano invece: i principi fondamentali del governo monarchico rappresentativo (articoli1-23); le norme riguardanti i poteri dello Stato, dal legislativo all’esecutivo al giudiziario (articoli 33-73); alcune disposizioni generali e transitorie. La promulgazione dello Statuto inoltre si accompagnò anche ad altre innovative norme di stampo marcatamente liberale, tra cui la concessione dei diritti politici ai Valdesi e la concessione dei diritti civili. I momenti più importanti di questa fase di evoluzione sono sicuramente il diritto di voto a tutti i maschi senza considerare il censo, le prime libertà fondamentali iniziarono ad essere garantite, cominciarono a nascere i primi movimenti sindacali ed infine gli aiuti alle classi sociali più deboli. Anni dopo quando nel 1922 ascese al potere il Partito Nazionale Fascista, Benito Mussolini rese lo Statuto Albertino privo di significato pur senza abrogarlo formalmente iniziando ad accentrare su di sé ogni forma di potere. I DIRITTI UMANI IN AFRICA Non lontano da noi, in Africa nel 1961 inizia ad esserci l’idea di una convenzione africana sui diritti umani, frutto di lavoro di giuristi africani e messa in pratica dalla Assemblea dei Capi di Stato e di governo dell’allora Organizzazione dell’Unità Africana nel 1979. Questa carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli venne approvata nella sua versione finali nel 1981 e prese il nome di Carta di Banjul (nome della città del Gambia dove si svolsero le due sessioni della Assemblea OUA) ma entrò in vigore 5 anni dopo a Nairobi. Questa carta è una vera e propria convenzione, ossia uno strumento giuridico vincolante composta da un preambolo e da un corpo suddiviso in 3 parti: diritti e doveri giuridici, misure di salvaguardia e disposizioni finali in tutto contiene 68 articoli. Essa raggruppa tutte le tipologie tradizionali di diritti: civili, politici, economici, sociali e culturali. In merito a questo, nel preambolo della Carta si richiama il principio dell’interdipendenza e indivisibilità di tutti i diritti, affermando che “i diritti civili e politici sono indissociabili dai diritti economici, sociali e culturali, sia nella loro concezione che nella loro universalità, e che il soddisfacimento dei diritti economici, sociali e culturali garantisce quello dei diritti civili e politici”. Analizzandola possiamo ritrovare una forte convergenza tra i diritti previsti dalla Carta africana ed i diritti previsti nella dichiarazione universali dei diritti umani del 1948. Tra i diritti individuali e le libertà fondamentali della Carta che ritroviamo sono: non discriminazione, diritto alla vita alla dignità e all’integrità fisica, divieto di qualsiasi sfruttamento dell’uomo, diritto d’opinione e informazione, diritto d’associazione, diritto a partecipare alla gestione della cosa pubblica, diritto all’educazione, uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e diritto all’equo processo, diritto a lavorare in condizioni eque e soddisfacenti (artt. 2-18). Altra innovazione della carta africana è la previsione di articoli riportanti i doveri individuali in un documento che tutela i diritti umani. I doveri dell’individuo riguardano principalmente 5 diverse entità, società, famiglia, Stato e altre collettività riconosciute, un esempio degli articoli elencati nel 28-29 sono: servire la propria comunità nazionale con le proprie capacità fisiche e intellettuali e non compromettere la sicurezza dello Stato. L’elenco dei doveri dell’individuo, specialmente gli articoli nei confronti dello Stato, in un testo giuridicamente vincolante come quello della Carta Africana potrebbe aprire la strada a diverse problematiche di ordine giuridico, come ad esempio la possibilità che l’introduzione di doveri possa in qualche modo compromettere l’esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali. E’ stato un grande passo avanti per l’Africa l’approvazione della Carta Africana in un continente noto soprattutto per le ricorrenti violazioni dei diritti e l’incapacità di molti stati a tutelare gli individui per cause di povertà o in emergenze sanitarie. La Carta Africana tuttavia presenta dei limiti che la portano a perdere di valore. Nella prima parte degli articoli dove vengono citati i diritti civili e politici viene a mancare il riconoscimento della privacy dell’individuo e il diritto contro il lavoro forzato/obbligatorio. Ad aggravare la tutela dei cittadini africani vi sono le clausole di recupero, che permettono ad uno Stato di limitare gli obblighi e i diritti della Carta Africana. In molti paesi africani i diritti umani possono quindi essere limitati o addirittura violati. Un esempio pratico potrebbe essere il caso di Ken Saro-Wiwa, dove un grande scrittore e attivista nigeriano e otto imputati, furono ingiustamente impiccati per aver organizzato delle manifestazioni pacifiche per cercare di denunciare le devastazioni della sua terra per via dei giganti del petrolio. I DIRITTI UMANI IN ASIA Nel 1991 con la Carta di Bangkok vennero definite le azioni e gli impegni necessari per agire sui determinanti di salute in un mondo globalizzato attraverso la promozione della salute. Questa carta riprende e completa i valori e le strategie della promozione della salute che vennero stabiliti dalla Carta di Ottawa nel 1986. Si rivolge principalmente a persone, gruppi e organizzazioni che svolgono un compito essenziale nel miglioramento della salute, compresi: governi e politici, la società civile, il settore privato e le comunità della sanità pubblica. L’unico scopo è quello di migliorare la salute e l’uguaglianza e dare a queste due ultimi fattori la giusta importanza poichè essi sono stati influenzati dai nuovi modelli di consumo e di comunicazione, dall’urbanizzazione, dalla commercializzazione e dalla disuguaglianze all’interno e tra i diversi paesi. Anche la carta dei diritti umani dell’Asia è un documento che non rappresenta uno strumento legale e che non ha un vero e proprio valore normativo. Essa rappresenta però un’importante dichiarazione di principi da parte della società asiatica e soprattutto la necessità di un documento su cui far riferimento su questioni inerenti al rispetto dei diritti umani degli individui asiatici. La carta dei diritti umani dell’Asia venne adottata il 17 maggio del 1998 in una conferenza speciale in Corea del Sud da più di 200 organizzazioni non governative tra qui attivisti dei diritti umani e organizzazioni popolari ed è formato da un preambolo e 16 paragrafi. Questa Carta è descritta infatti come uno “statuto del popolo”, poiché tuttora non ne è stata pubblicata alcuna a livello governativo. La salute e la sanità è tutt’ora un problema molto presente nella realtà dei paesi asiatici, soprattutto in India dove bambini, adolescenti e donne asiatici vedono i propri diritti continuamente violati. L’India è un paese dove la maggior parte della popolazione vive in condizione pessime dove l’istruzione, la salute e la discriminazione femminile sono problemi ancora attuali. La povertà delle famiglie rende molto spesso impossibile il pagamento delle rette scolastiche, ma nonostante il problema economico tra le altre cause troviamo anche quello della discriminazione femminile. In paesi del genere il valore umano attribuito alle figlie femmine infatti è minore rispetto a quello dei figli maschi, dove a questo punto sono in poche le famiglie che hanno intenzione di fare un investimento importante come quello dello studio, rispetto a un lavoro o ad un matrimonio. Molte bambine tra i 12 e i 17 anni si ritrovano infatti a doversi prostituire, all’origine di questo fenomeno ci sono la miseria e la discriminazione femminile ed infine l’esistenza di un mercato illegale protetto dalle autorità corrotte ed infine di pratiche tradizionali come il bacha bazi, una forma di schiavitù sessuale e prostituzione minorile illegale. Anche il destino dei bambini che vivono in paesi dell’Asia ma anche dell’Africa non è molto semplice. Sono in tantissimi ad arruolarsi in giovane età soprattutto in Birmania dove ritroviamo il maggior numero di bambini armati nel mondo. E’ infatti un paese composto da più etnie in guerra, dove molte volte tantissimi bambini vengono rapiti e costretti ad arruolarsi, in altre circostanze la guerra diventa però una via di fuga per sottrarsi alla fame e per rivendicarsi per le violenze e i lutti subiti. Il fenomeno dei bambini soldati è stato agevolato dalla diffusioni di armi leggere e di facile utilizzo che ha permesso a bambini e ad adolescenti un facile utilizzo. I DIRITTI UMANI IN QUALCHE PAESE DELL’ISLAM In alcuni paesi dell’Islam, come ad esempio in Afghanistan, in Sudan, Pakistan o ancora in Arabia Saudita, i cittadini subiscono ogni giorno violazioni sui loro diritti umani. Nel 1981 venne proclamata la Dichiarazione Islamica dei Diritti Umani a Parigi, che non è altro che la Dichiarazione universali dei diritti dell’uomo. L’unica differenza però è che la dichiarazione islamica è una fonte gerarchicamente inferiore al Corano e alle tradizioni islamiche. Sappiamo che non fu l’unica dichiarazione, infatti nel 1990 al Cairo, venne proclamata la Dichiarazione del Cairo dei Diritti umani dell’Islam. I DIRITTI DELLE DONNE E DEI BAMBINI NEL MONDO Sappiamo che bambini e donne sono categorie di persone definire come fragili, e molto spesso categorie tutelate più di altre, mentre alle volte rappresentano solamente persone i cui diritti vengono violati maggiormente nei più cruenti dei modi. Questo succede soprattutto nei paesi più poveri nel mondo dove alle donne vengono violati i loro diritti fondamentali: come il non poter lavorare, non poter possedere terre o denaro o anche il semplice poter dire la loro opinione o avere un potere decisionale all’interno del nucleo famigliare. Bambini e donne diventano quindi obiettivi bellici, dove sterminare i bambini comporterebbe sterminare i nemici del domani. La violenza sessuale e l’arruolamento dei bambini soldato e di adolescenti sono gli scenari più diffusi nel mondo, con conseguenze devastati a livello psicologico. In molti altre paesi soprattutto nell’Asia meridionale, sono tantissime le bambine femmine a cui vengono imposti matrimoni forzati, senza che esse abbiamo la possibilità di opporsi. I matrimoni i giovane età possono avere conseguenze gravissime, causano infatti abbandono scolastico, favorendo casi di violenza e abusi domestici e una mancata indipendenza ed emancipazione. Non dimentichiamoci un altro importantissimo problema, ossia quello delle gravi problematiche, o anche la morte, delle complicanze legate alla gravidanza o al parto. Sappiamo quindi che I matrimoni precoci sono molto diffusi soprattutto in zone rurali molto povere e con bassissimi livelli d’istruzione dove le bambine sono considerate dalle famiglie come un peso, in quanto ritenute meno utili per il lavoro in campagna rispetto ai figli maschi. L’oggetto del valore per le famiglie in questo caso è il cosiddetto “prezzo della sposa”, un compenso matrimoniale versato dallo sposo alla sposa. Queste negoziazioni matrimoniali sono diffuse in tutte le parti del mondo, soprattutto in Africa. In questo grande continente sono tantissime le bambine che sono sottoposte alla mutilazioni genitali femminili, intese come una vera e propria forma di controllo sul corpo della donna per predisporre la donna allo cambio matrimoniale. Le vittimi minorili sono tantissime in tutto il mondo, volte a subire sfruttamenti sessuali come prostituzione, matrimoni forzati o pornografia, lavori o servizi forzati, asportazione di organi, adozioni illegali e schiavitù o pratiche analoghe. Situazioni di povertà, disoccupazione, conflitti regionali e discriminazioni etniche sono alcune delle ragioni che spingono persone a lasciare i Paesi di origine diventando facili prede delle organizzazioni criminali coinvolti nella tratta di esseri umani e di bambini. Lo sfruttamento è una realtà molto vicina che vede come protagonisti donne ragazzi minori ma anche transessuali, obbligati ad essere usati a scopi di lucro in appartamenti, centri benesseri o ancora in locali notturni tenuti sotto controllo da organizzazioni criminali rendendo difficile il percorso di fuoriuscita. Da tempo si stanno creando associazioni per cercare di contrastare questi fenomeni che vanno a violare i diritti di donne e bambini. L'associazione italiana "Frida - donne che sostengono donne" ad esempio è una onlus che agisce per la prevenzione ed il contrasto della violenza contro le donne, realizza azioni di sensibilizzazione e formazione sulle tematiche di genere, sensibilizzando tematiche simili con tutti noi tramite incontri ed eventi. L'UNICEF invece è un’associazione che si impegna affinché i diritti di ogni bambino e adolescente presente in Italia vengano rispettati, per promuovere cambiamenti positivi di lungo periodo che possano incidere sulle loro vite. Solo collaborando insieme potremmo contrastare le violenze dei diritti non solo di donne e bambini, ma di ogni cittadino del mondo affinché i diritti inalienabili dell’uomo non vengano più negati a nessun’essere umano. https://www.altalex.com/guide/diritti-umani https://www.unitiperidirittiumani.it https://unipd-centrodirittiumani.it/it/schede/La-Carta-africana-dei-diritti-delluomo- e-dei-popoli/356 https://www.geopolitica.info/carta-di-banjul-i-limiti-legali-dei-diritti-umani-in- africa/ https://www.dors.it/alleg/0204/Carta_Bangkok_2005_ita.pdf https://www.fanpage.it/studios/tutela-dei-bambini-emergenza-diritti-in-asia/ https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-7-2011-001463_IT.html https://www.notiziegeopolitiche.net/afghanistan-diritti-delle-donne https://www.2001agsoc.it/materiale/mediateca/Utmus/ 02%20Fiorita_dispense_diritto_islamico.pdf https://www.ilpost.it/2021/06/21/spose-bambine-actionaid/ https://www.savethechildren.it/blog-notizie/tratta-e-sfruttamento-minorile-i-rischi- italia
Docsity logo


Copyright © 2024 Ladybird Srl - Via Leonardo da Vinci 16, 10126, Torino, Italy - VAT 10816460017 - All rights reserved