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DIRITTO AMMINISTRATIVO PER CONCORSI, Schemi e mappe concettuali di Diritto Amministrativo

DIRITTO AMMINISTRATIVO PER CONCORSI

Tipologia: Schemi e mappe concettuali

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Scarica DIRITTO AMMINISTRATIVO PER CONCORSI e più Schemi e mappe concettuali in PDF di Diritto Amministrativo solo su Docsity! Diritto amministrativo 1. Situazioni soggettive e status: Situazioni giuridiche soggettive attive interesse semplice, diritto soggettivo. Situazioni soggettive passive sono l’obbligo, il dovere, l’onere. Il diritto soggettivo è la posizione giuridica di vantaggio che l’ordinamento conferisce ad un soggetto, la tutela dei diritti soggettivi è rimessa al giudice ordinario (in alcuni casi previsti al giudice amministrativo T.A.R – Consiglio di Stato). • Diritto soggettivo condizionato: è subordinato da un provvedimento amministrativo. • Diritto perfetto: attribuito in maniera diretta e incondizionata per esempio diritti di libertà. o Diritto in attesa di espansione: ad esempio diritto di guidare o Diritto suscettibile di affievolimento: quelli in cui la P.A può incidere in modo sfavorevole, per esempio, sopprimendo il diritto di proprietà con un proprio atto quale l’occupazione, la requisizione e l’espropriazione. L’interesse legittimo è una posizione giuridica soggettiva riconosciuta ai privati grazie alla quale essi incidono sull’attività amministrativa condizionandola, anche attraverso la partecipazione al procedimento per tutelare un bene pertinente alla loro sfera di interessi. L’interesse legittimo (posizione in autonoma) è necessariamente correlato all’esercizio del potere amministrativo. Interessi diffusi: si tratta ti interessi relativi a beni insuscettibili di appropriazione individuale ad esempio ambiente, salute. Interessi collettivi: quelli che hanno come portatore un ente esponenziale di un gruppo non occasionale, ad esempio, associazioni private riconosciute, associazioni di fatto (che possono essere partiti). L'interesse collettivo a sua volta e può essere differenziato o qualificato (quest'ultimo è previsto dal diritto oggettivo). Le azioni collettive (class action): Decreto legislativo 206/2005. Si tratta di un'azione collettiva promossa da uno o più soggetti che richiedono il risarcimento del danno non solo a loro nome ma per tutta la classe. Attraverso la class action sono tutelabili: • I diritti contrattuali di una pluralità di consumatori, • I diritti omogenei spettanti ai consumatori finali di un determinato prodotto, • I diritti omogenei derivanti da pratiche commerciali scorrette. Secondo il decreto legislativo del 20 dicembre del 2009, numero 198, è possibile attuare una class action nei confronti della pubblica amministrazione qualora sussista una lesione diretta concreta ed attuale dei propri interessi. Lo scopo di tale azione è quello di garantire il corretto svolgimento delle azioni amministrativa o la corretta erogazione dei servizi, affidando alla supervisione ed al controllo dei parametri di efficienza, efficacia ed economicità ai singoli utenti. La più importante differenza tra l'azione contro la pubblica amministrazione e quella civilistica è quella di avanzare pretese risarcitorie, essendo lo strumento volto esclusivamente ad ottenere il ripristino del corretto svolgimento delle funzioni o della corretta erogazione di un servizio. In caso di accoglimento della domanda, il giudice amministrativo ordina all'amministrazione di adempiere entro un congruo termine nei limiti delle risorse strumentali, finanziarie ed umane senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica (d.lgs 198/2009). Principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza e leale collaborazione Sussidiarietà verticale: è il criterio di allocazione delle competenze fra livelli di governo differenti e mira ad attribuire la generalità di competenze e delle funzioni alle autorità territoriali più vicini ai cittadini. Sussidiarietà orizzontale: contempla la suddivisione dei compiti fra le pubbliche amministrazioni e i soggetti privati. Principio di leale collaborazione: art. 120, comma 2 Cost, è il principio in base a cui i diversi livelli di governo devono cooperare fra di loro, in quanto nonostante le diversità di funzione di struttura, essi fanno pur sempre parte del medesimo ordinamento. L'organizzazione amministrativa dello Stato si struttura in: o Organizzazione diretta: organi centrali (ad esempio un ministero), organi periferici (ad esempio prefettura). o Organizzazioni indiretta: o Attraverso enti pubblici istituzionali che godono di un certo grado di autonomia ad esempio camere di commercio; o Attraverso enti territoriali che esprimono gli interessi di una determinata collettività stanziata su una porzione del territorio ad esempio regione, provincia, comune. L'amministrazione statale centrale: organi attivi. L'organo che soprintende l'amministrazione centrale dello Stato il governo possiede il potere esecutivo, è composto da: • Consiglio dei ministri, • Presidente del Consiglio dei ministri, • I ministri. Le agenzie sono vigilate e controllate dal ministero e competenti, ma godono di piena autonomia operativa e di bilancio nell'ambito degli indirizzi politici generali e degli obiettivi concreti. Tra le agenzie presenti nel nostro ordinamento si menzionano: le agenzie fiscali (Agenzia delle entrate, Agenzia delle dogane, agenzia dei Monopoli), agenzia italiana del farmaco, agenzia per l'Italia digitale. Organi consultivi: Il Consiglio di Stato: è un organo di consulenza giuridico amministrativa e di tutela della giustizia nell'amministrazione (articolo 100 costituzione). I pareri del Consiglio di Stato possono essere facoltativi o obbligatori, I pareri obbligatori possono a loro volta vincolare la pubblica amministrazione ad agire nel modo ritenuto dal Consiglio, oppure non obbligarla, si parla perciò di pareri vincolanti e non vincolanti. • I pareri obbligatori riguardano l'emanazione di atti normativi del governo, nonché dei testi unici. • Ricorsi straordinari al presidente della Repubblica • accordi e convenzioni predisposti da uno o più ministri i pareri dei consigli di Stato devono essere resi entro il termine perentorio di 45 giorni, salvo che ne sia previsto uno inferiore da leggi speciali. Il termine può essere interrotto una volta sola per • Corporazioni di istituzioni: Esse sono caratterizzate dal fatto che i beneficiari del loro servizio sono di solito soggetti diversi da quelli che formano l'amministrazione dell'ente; • Enti territoriali ed enti istituzionali: sono quelli in cui territorio è uno degli elementi costitutivi; • Enti nazionali ed enti locali essi rappresentano gli interessi generali della collettività stanziata nei loro territori; • Enti strumentali ricevono ordine e direttive dallo stato, talché il loro margine di autonomia e minimo. L'ISTAT, l'INAIL, la CRI; • Ente ausiliari aiutano l'azione statale perseguendo fini che sono esclusivi dello Stato, ad esempio, il comitato olimpico nazionale italiano; • Enti necessari: le camere di commercio, i collegi professionali. GLI ENTI PUBBLICI AUTARCHICI sono di enti pubblici che agiscono in regime di diritto amministrativo. Essi godono di un particolare regime giuridico caratterizzato da autarchia, autogoverno, autonomia, autotutela. a) L'autarchia: capacità degli enti pubblici di amministrare i propri interessi; b) Autonomia: libertà di determinazione di cui gode l'ente nonché l'indipendenza che caratterizza l'esercizio di alcune delle sue attività. Pronto la mia può essere politica, giuridica, normativa, finanziaria e di bilancio; c) l'altro governo indica la facoltà riconosciuta ad alcuni enti di amministrarsi per mezzo di governanti che sono scelti dagli stessi governati. Struttura degli enti pubblici. Organi e uffici: È possibile distinguere gli organi e gli uffici. L'organo rappresenta il principale strumento di imputazione attraverso il quale l'amministrazione agisce. Elementi essenziali dell'organo sono: • Titolari dell'organo: persona fisica legata all'ente, titolare, può essere anche una persona giuridica nel caso di organizzazioni-persone giuridiche; • L'esercizio di una pubblica potestà da parte del titolare stesso (prefetto, direttore generale, ministro). L'ufficio (ministero, prefettura) è il complesso organizzato di sfere di competenza, persone fisiche, beni materiali e mezzi rivolti all'espletamento di un'attività strumentale tale da consentire di realizzare i provvedimenti per la realizzazione dei fini istituzionali dell'ente. Sono caratterizzati da due elementi: elemento funzionale, elemento strutturale. LA PROROGATIO DEGLI ORGANI E quel principio in forza del quale il titolare di un organo continua ad esercitare legittimamente le sue funzioni fino alla nomina del sostituto. È limitato solo i 45 giorni dalla scadenza. L'ESERCIZIO PRIVATO DI PUBBLICHE FUNZIONI: Con tale espressione si intende qualunque forma di attività, dalla quale derivi l'attuazione di fini pubblici, esercitata da privati. Le caratteristiche dell'esercizio privato di pubbliche funzioni sono i caratteri privato del soggetto e l'attività svolto dal privato sia l'esplicazione di una potestà pubblica. LA COMPETENZA la competenza di un organo designa il complesso di poteri e di funzioni che esso può per legge esercitare per perseguire i fini di pubblico interesse. Trova consacrazione nell'articolo 97 della costituzione, il quale afferma che la competenza deve essere determinata per legge e il principio di competenza trova il suo fondamento nel principio di buona amministrazione. La competenza viene distinta in tre categorie: 1. competenza per materia: vengono a formarsi vari settori all'interno della pubblica amministrazione, caratterizzato ciascuno da un compito particolare. 2. competenza per territorio: la ripartizione della attribuzione con riferimento all'ambito territoriale di un dato organo 3. Competenza per grado: viene a formarsi una sorta di piramide che ha il suo vertice nel ministro. Trasferimento dell'esercizio di competenza, si determina lo spostamento dell'esercizio attraverso un provvedimento amministrativi ma non vi è un trasferimento di titolarità della competenza. poi verificarsi attraverso la delega da parte dell'organo titolare di esso ad un altro organo amministrativo. Quindi il trasferimento dell'esercizio di competenza è ammissibile solo nel caso in cui sia espressamente previsto dalla legge e deve essere sempre conferita per iscritto. il potere viene esercitato dal delegato in nome proprio, che ne è, quindi, direttamente responsabile. Il delegante acquista alcuni poteri nei confronti del delegato come il potere di imporgli direttive, il potere di sostituzione in caso di inerzia del delegato, il potere di annullamento degli atti legittimi, potere di revoca della delega punto La delega può essere intraorganica o intersoggettiva (spostamento di competenze avviene tra soggetti facenti parte di rami diversi dell'amministrazione). L'INTERVENTO DELLO STATO NELL'ECONOMIA E GLI ENTI PUBBLICI ECONOMICI Lo Stato imprenditore Ci sono casi in cui l'amministrazione opera direttamente sul mercato svolgendo un'attività organizzata per la produzione e scambio di beni e servizi. In questa situazione la pubblica amministrazione assume un ruolo diretto nell'economia. Ciò è possibile mediante: • La figura dell'ente pubblico economico • La partecipazione della mano pubblica in società di diritto privato • Le società anomale o di diritto speciale • Associazioni o fondazioni si pensi ad esempio alle fondazioni bancarie oppure alle fondazioni per la gestione dei beni culturali. Processo di privatizzazione A partire dagli anni ‘90 avuto luogo un'imponente fenomeno di privatizzazione con la trasformazione dell'intervento dello Stato nell'economia e pertanto al passaggio dallo Stato imprenditore ed interventista allo Stato regolatore. Una prima fase è stata mutare la forma giuridica dell'ente pubblico in società per azioni e la seconda fase è stata finalizzata alla dimissione dalle partecipazioni pubbliche. Ad esempio la trasformazione di Eni, Enel in società per azioni. Il processo di privatizzazione è stato influenzato dalla disposizione dell'unione europea, le quali impongono il divieto di discriminazione tra gli operatori economici e tendono a ridurre gli ambiti nei quali i pubblici soggetti agiscono in posizioni di monopolio. Gli enti pubblici economici Opera nel campo della produzione dello scambio di beni e servizi svolgendo attività prevalentemente esclusivamente economiche. costituiti dallo stato ad un altro ente pubblico operano in veste imprenditoriale, È regolato dal diritto civile. I motivi per cui lo stato crea enti pubblici economici sono diversi tra cui: • Operare interventi economici di controllo: calmierare il prezzo di una merce sul mercato vendendolo a un prezzo inferiore rispetto agli imprenditori privati; • Realizzare interventi promozionali: aiutando con unicamente un settore in crisi; • Evitare formazioni di Monopoli di fatto. Riguardo al regime giuridico degli enti pubblici economici occorre dire che sono soggette ad iscrizione nel registro dell'imprese, non sono assoggettabili al fallimento, stipulano con l'utenza con tratte disciplinate dal codice civile, operano in regime di concorrenza con gli altri imprenditori privati. Gli enti pubblici in forma societaria La P.A si avvale di strutture societarie per porre in essere attività pubblicistiche, ad esempio, le società a partecipazione mista o quelle totalmente pubbliche per lo svolgimento dei servizi pubblici locali (servizi idrici, raccolta dei rifiuti). Il decreto legislativo 165/2016 T.U ha ad oggetto la costituzione di società da parte di amministrazione pubbliche, nonché l'acquisto, il mantenimento e la gestione di partecipazioni da parte di tali amministrazioni. La prima regola genera la stabilità nel testo unico e che sia la società controllante che era società partecipante sono assoggettate al regime proprio della società disciplinate dal codice civile e dalle norme generali del diritto privato. Le P.A. Possono far parte esclusivamente di società costituite in forma di società per azioni o società a responsabilità limitata. Per la PP.AA e severamente vietato costituire società avente come fine la produzione di beni e servizio non è strettamente necessaria per proseguire la propria finalità istituzionale, non può mantenere partecipazioni in tali società. CON ORGANISMI DI DIRITTO PUBBLICO i soggetti giuridici istituite per soddisfare specificamente bisogni di interesse generali a 20 caratteri non industriali e commerciali, la cui attività sia finanziati in modo maggioritario dallo stato, dagli enti pubblici territoriali ho da altri organismi di diritto pubblico. L'attuale codice dei contratti pubblici, decreto legislativo 18 Aprile 2016, numero 50, da un lato conferma che i detti organismi rientrino nelle amministrazioni aggiudicatrici, dall'altro definisce organismi di diritto pubblico qualsiasi organismo, anche in forma societaria: a) Istituito per esigenze di interesse generale, b) dotato di personalità giuridica, c) la cui attività sia finanziata in modo maggioritario dallo stato. tra le caratteristiche di questi trasferimenti aggiuntivi possiamo dire che sono risorse che vengono assegnate solo ad alcune regioni, le aree possono essere individuate su tutto il territorio nazionale, le risorse vengono erogate per il perseguimento delle finalità enunciate dall'articolo 119 costituzione. E parallelismo funzioni- risorse: e a carico dello Stato volto ad evitare che gli enti decentrati siano attribuiti di ulteriori compiti rispetto a quelli già di competenza senza prevedere l'assegnazione di risorse adeguate per poter svolgere tale attività. Patrimonio regionale: il patrimonio viene ora attribuito non solo alle regioni ma anche comuni, province e città metropolitane. Nel nuovo testo fa riferimento soltanto al patrimonio e scompare la dicitura di demanio regionale. GLI ORGANI DELLA REGIONE Consiglio regionale potere legislativo, articolo 121 costituzione. Oltre alla potestà legislativa al consiglio aspettano anche attribuzioni amministrative conferite dallo statuto relative all'ordinamento degli uffici e dei servizi regionali, inoltre, poi istituire enti amministrativi dipendenti dalla regione. Esercita potere di controllo politico sull'operato della giunta e del presidente della regione e approva il bilancio preventivo e sul conto consuntivo. Approva piani generali per l'esecuzione di opere pubbliche e di servizi pubblici. La giunta regionale è un organo esecutivo della regione e partecipa direttamente all'attività di indirizzo politico della regione. Iniziativa politica attraverso presentazioni di disegni di legge al consiglio (iniziativa legislativa e regolamentare). Predispone il bilancio preventivo e il conto consuntivo; predispone programmi di sviluppo regionale; per motivi di sicurezza raggiunta può sostituirsi al consiglio (attraverso una ratifica di quest'ultimo); decide sui ricorsi di illegittimità costituzionale. Presidente della Regione e anche il presidente della giunta regionale. viene eletto per suffragio universale e diretto. Il presidente della giunta fissa la riunione e l'ordine del giorno, ne dirige i lavori, garantisce l'unità di indirizzo, coordina i diversi assessorati. in qualche regione viene definito capo dell'amministrazione regionale. Incandidabilità a cariche elettive nelle regioni e negli enti locali secondo il decreto legislativo 31/12/2012 num. 235, riguardano coloro che hanno riportato condanna definitiva in delitti di stampo mafioso, traffico di stupefacenti, delitti contro la pubblica amministrazione, abuso di poteri, reclusione per delitto non colposo. Cause di scioglimento del consiglio regionale, con la rimozione del presidente della giunta, possono essere: • Compimento di atti contrari alla costituzione o di gravi violazioni della legge, • Sicurezza nazionale Lo scioglimento e disposto con decreto motivato dal capo dello Stato previa deliberazione del consiglio dei ministri, sentito il parere obbligatorio della commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali. Le regioni devono costantemente coordinare le loro attività con lo Stato, l'articolo 118 comma 3 cost. prevede il coordinamento in due settori particolari: l'immigrazione e l'ordine pubblico e la sicurezza. Non stato e le autonomie territoriali definiscono le linee politico- amministrative e scelte in comune presso conferenze permanenti (come, ad esempio, Conferenza Stato- regioni, conferenza unificata), nella commissione bicamerale per le questioni regionali e la cabina di regia. Secondo l'articolo 117 cost. comma 5, la regione può concludere accordi con stati e intese con enti territoriali interni ad un altro stato con le forme disciplinati da leggi dello Stato. (L. 131/2003). Secondo l'articolo 117 le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano, nelle materie di loro competenza, partecipano con un ruolo attivo nel procedimento che porta all'adozione degli atti dell'unione europea e nel recepimento di tali atti. La partecipazione delle regioni nella formazione dell'attuazione della normativa dell’unione europea: • Fase ascendente= presenza di rappresentanti delle autonomie territoriali in vari organismi. Ogni quattro mesi presidente del Consiglio dei ministri convoca una sessione speciale della conferenza permanente dei rapporti tra Stato Regioni e le province autonome di Trento e Bolzano al fine di raccordare le linee della politica nazionale in materia di elaborazione degli atti europei; • Fase discendente= applicare gli atti normativi dell'unione europea. Le regioni possono fare ricorso alla Corte di giustizia contro gli atti normativi dell'unione europea ritenuti legittimi L. 131/2003. L'articolo 120 cost. prevede e disciplina un potere sostitutivo in capo allo stato virgola in particolare il governo nei confronti degli organi delle regioni e degli enti territoriali, nel caso di un mancato rispetto delle norme e trattati internazionali e della normativa europea, oppure per grave incolumità e la sicurezza pubblica. L'attività meditativa è quella mediante la quale determinate figure provvedono alla cura degli interessi pubblici ad essi affidati. La funzione amministrativa viene affidata ad una pluralità di figure = P.A. Attività vincolata: quando il legislatore indica ai fini che l'attività deve perseguire e dispone quando, in che modo, con quale contenuto e con quali mezzi l'attività deve esplicarsi. Attività discrezionale: il legislatore dopo aver indicato i fini che l'attività deve perseguire lascia un certo margine di scelta. Principi dell'azione amministrativa principi europei L. 241/ 1990 • Principio di certezza del diritto: garantire la prevedibilità delle situazioni • principio del legittimo affidamento: • principio di proporzionalità: Non possono essere stabiliti obblighi e restrizione della libertà degli interessati per raggiungere lo scopo dell'autorità responsabile; • principio di giusto procedimento: Il procedimento amministrativo non deve essere lesivo per la persona; • principio di buona amministrazione: tempestività dell'azione amministrativa. Principi costituzionali • legalità: L'amministrazione deve essere assoggettata alla legge; • imparzialità: obbligo per la pubblica amministrazione di svolgere la propria attività nel pieno rispetto della giustizia, senza discriminazione arbitraria; • buon andamento articolo 97 cost: indipendenza nella neutralità della pubblica amministrazione influenze politiche, Indirizza il legislatore mediante precetti, Efficacia implica il raffronto tra i risultati programmati e quelli raggiunti, imparzialità evita qualsiasi forma di favoritismo nei confronti di alcuni soggetti, pubblicità la pubblica amministrazione rende accessibile agli interessati notizie documenti concernenti all'operato dei pubblici poteri, trasparenza immediato e facile controllabilità di tutti i momenti e di tutti i passaggi dell'operato della pubblica amministrazione. • principio di non aggravamento del procedimento amministrativo articolo 97 cost: La pubblica amministrazione non può aggravare il procedimento se non per straordinarie e motivati esigenze imposta lo svolgimento dell'istruttoria; • obbligo di conclusione esplicita del procedimento: la P.A deve concludere il procedimento con l'adozione di provvedimento finale; • obbligo generale di motivazione del provvedimento amministrativo: la P.A Deve esplicitare il percorso argomentativo che ha portato a quella decisione; • uso della telematica nell'azione amministrativa: le PP.AA hanno il dovere di incentivare l'uso della telematica sia nei rapporti interni tra le diverse amministrazioni sia tra questi e privati. Trasparenza e anticorruzione Va intesa come accessibilità totale, anche attraverso la pubblicazione sui siti istituzionali dell'amministrazione pubbliche (trasparenza digitale), delle informazioni concernenti ogni aspetto dell'organizzazione e dell'azione delle pubbliche amministrazioni. Le espressioni più significative di tale principio sono: • accesso ai documenti amministrativi • obbligo di motivazione di provvedimenti • gli istituti della partecipazione al processo amministrativo Il decreto legislativo 14-3- 2013, numero 33 T.U. Trasparenza, ha lo scopo di favorire il controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche consentendo ai cittadini di effettuare un controllo democratico sull'operato della pubblica amministrazione. Il principio di trasparenza è una condizione ineludibile nella lotta alla corruzione e dai fenomeni di malaffare tra gli uffici pubblici. L'anticorruzione è una materia trasversale che abbraccia diversi settori dell’azione amministrativa. Whitleblowing Istituto che intende tutelare chi denuncia i fenomeni di corruzione di cui sia venuto conoscenza sui luoghi di lavoro. Gli attori dell'anticorruzione trasparenza la legge 190- 2012 Predispone un sistema articolato di prevenzione e repressione all'illegalità nelle pubbliche amministrazioni, mediante un approccio multidisciplinare. Tra i soggetti che operano a livello nazionale un ruolo in primo piano è svolto dall'ANAC (Autorità nazionale anticorruzione), ha il compito di adottare il piano nazionale anticorruzione e di prevenire i fenomeni corruttivi tra le amministrazioni pubbliche, le società partecipanti e controllante, anche mediante l'attuazione della trasparenza in tutti gli aspetti gestionali, nonché grazie all'attività di vigilanza nell'ambito dei contratti pubblici. Atto plurimo: emanato da un unico organo, avente un contenuto uguale che si divide in tanti diversi provvedimenti quanti sono i destinatari (ad esempio unico decreto in cui si nominano i vari vincitori di un concorso, Se ci dovesse essere l'annullamento di uno dei provvedimenti non va ad intaccare gli altri provvedimenti). Atto collettivo: è un atto con il quale la pubblica amministrazione manifesta la propria volontà nei confronti di un complesso di individui unitariamente considerati, come ad esempio scioglimento del consiglio comunale. Atti generali: si rivolgono a destinatari non determinati al momento della emanazione dell'atto, ma determinabili in un momento successivo, e cioè al momento della loro esecuzione; bandi di concorso d di gare. I PROVVEDIMENTI AMMINISTRATIVI Sono atti consistenti in manifestazioni di volontà da parte della P.A, dove, Può costituire, modificare o estinguere una situazione giuridica, per realizzare un particolare interesse pubblico. tipici provvedimenti amministrativi sono le autorizzazioni, le concessioni e i provvedimenti ablatori (restringono la sfera giuridica del privato cittadino per un vantaggio della collettività). PAG.52. ELEMENTI DELL’ATTO AMMINISTRATIVO (6 ELEMENTI) STRUTTURA DELL’ATTO AMMINISTRATIVO (6 PARTI) LA MOTIVAZIONE DEL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO: Rappresenta lo strumento attraverso il quale la P.A esterna le ragioni giuridiche che hanno portato all'emanazione di un dato provvedimento (art. 3, L 241/1990). L’ art. 3 della l. 241/1990 (per evitare rischi di violazione del principio di trasparenza) serve come una norma di applicazione generale per tutti i provvedimenti amministrativi, compresi quelli concernenti l'organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei concorsi e il personale, ad eccezione degli atti normativi e a contenuto generale. Sottratte alla disciplina della motivazione sono anche le forme di silenzio assenso ex art. 20 l. 241/1990. la motivazione deve riportare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che ha portato la pubblica amministrazione a adottare una determinata decisione finale, rispetto ad altre soluzioni possibili, in relazione alle risultanze dell'istruttoria. I presupposti di fatto sono gli elementi e i dati di fatto acquisiti in sede di istruttoria, le ragioni giuridiche, invece, sono le norme ritenute applicabili nel caso di specie dalla pubblica amministrazione, entrambi sono elementi strutturali ed essenziali della motivazione, se uno di questi fosse mancante o incompleto il provvedimento amministrativo e suscettibile ad annullamento perché contrasta la legge numero 241-1990. Se la motivazione si presenta completa ma vi sono altri vizi motivazionali, come il logicità e contraddittorietà, il provvedimento finale sarà annullabile per eccesso di potere. La motivazione per relationem si ha quando chi la redige richiama un altro atto, collegato al primo, che in tal modo ne entra a far parte, ad esempio, pareri o valutazioni tecniche. Infine, l'ultimo comma dell'articolo 3 L.241/1990 dispone che ogni atto notificato al destinatario devono essere indicati il termine e le autorità a cui è possibile fare ricorso. I REQUISITI DEL PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO E LA SUA EFFICACIA I requisiti del provvedimento amministrativo sono quelle condizioni che, soddisfatte, consentono allo stesso di raggiungere il fine per il quale è posto in essere. si distingue tra requisiti di legittimità e requisiti di efficacia: • requisiti legittimità sono tutti quei requisiti richiesti dalla legge affinché l'atto sia valido (diventi perfetto); • requisiti di efficacia solo tutte le condizioni richieste affinché l'atto (già perfetto) divenga efficace, ossia in grado di produrre effetti. Per efficacia di un atto amministrativo si intende l'attitudine dell'atto a produrre effetti, l'atto amministrativo produce effetti a seguito del completamento della fase di integrazione dell'efficacia. Gli effetti dell'atto possono essere: • Costitutivi: se creano una situazione giuridica oppure la estinguono; • Dichiarativi: Accertano o chiariscono una situazione già esistente; • Ampliativi: se favorevoli per il destinatario; • Restrittivi: se sfavorevoli per il destinatario. Il provvedimento limitativo acquista efficacia nei confronti di ciascun destinatario con la comunicazione allo stesso. Provvedimenti limitativi della sfera giuridica dei privati aventi carattere cautelare ed urgente sono immediatamente efficaci. Atti recettizi sono quelli che producono effetti solo quando sono portati a conoscenza del destinatario, atti non recettizi producono i propri effetti dal momento stesso in cui l'atto sia attuato. SILENZIO AMMINISTRATIVO • Silenzio assenso: la legge attribuisce al silenzio il valore di accoglimento di un'istanza (articolo 20 l. 241- 1990) se non viene emanato un provvedimento di rigetto. • Silenzio- diniego: al significato di un diniego di accoglimento dell'istanza o ricorso, ad esempio, In base all'articolo 25, comma 4, della legge 241- 1990 decorsi 30 giorni dalla richiesta di accesso ai documenti amministrativi questa si intende respinta. • Silenzio devolutivo: In caso di mancata tempestività da parte dell'organo chiamato a partecipare al procedimento per esprimere valutazioni di carattere tecnico, l’autorità può rivolgersi ad un altro organo di pari competenza. • Silenzio- inadempimento: la Pubblica Amministrazione risulta inadempiente perché non ha concluso il procedimento nel termine previsto dalla normativa vigente; è previsto il ricorso al giudice amministrativo avverso tale inerzia. LE AUTORIZZAZIONI Provvedimento mediante il quale la pubblica amministrazione provvede alla rimozione di un limite legale che si frappone all'esercizio di un'attività inerente ad un diritto soggettivo o ad una potestà pubblica. Le autorizzazioni hanno carattere personale e come tali non sono trasmissibili senza il consenso della pubblica amministrazione. FASI DEL PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO • fase di iniziativa Si possono avere procedimenti ad iniziativa privata (atto propulsivo dell'interessato) e possono essere le istanze, domande dei privati interessati che vogliono ottenere un provvedimento a loro favore, le denunce che sono dichiarazioni che vengono presentate dai privati ad un'autorità amministrativa, possono essere anche i ricorsi che sono i reclami dell'interessato intesi a provare un riesame di legittimità degli atti della pubblica amministrazione ritenuti lesivi di diritti. possono essere anche ad iniziativa di ufficio quando l'avvio del procedimento è un atto della pubblica amministrazione e l'iniziativa può essere autonoma, quando l'iniziativa parte dallo stesso organo competente per l'emissione del provvedimento conclusivo, può essere eteronoma quando l'altro propulsivo romana ad un organo diverso da quello competente ad adottare il provvedimento finale (Si attua attraverso le richieste, un'autorità amministrativa competente ad un'altra autorità verso le citare emanazione di un atto, e le proposte). UNA VOLTA APERTA LA FASE DI INIZIATIVA, VI SONO TRE OBBLIGHI CHE L'AMMINISTRAZIONE DEVE RISPETTARE: LA PREVISIONE DI UN TERMINE DI CONCLUSIONE DELL'ITER PROCEDIMENTALE, LA INDIVIDUAZIONE DEL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO E LA COMUNICAZIONE DELL'AVVIO DEL PROCEDIMENTO AGLI INTERESSATI. • La fase istruttoria: è la fase nella quale si acquisiscono e si valutano i singoli dati pertinenti e rilevanti ai fini dell'emanazione dell'atto. Attività della fase istruttoria tendono alla: All'istruttoria vengono applicati due principi fondamentali: principio inquisitorio: la pubblica amministrazione dispone del più ampio potere di iniziativa per il compimento degli atti istruttori; principio della libertà di valutazione delle prove da parte della pubblica amministrazione. • Fase decisoria: è la fase deliberativa del procedimento, in cui si determina il contenuto dell’atto da adottare e si provvede alla formazione ed emanazione dello stesso. • Fase integrativa dell’efficacia: perfezionamento dell’atto per la produzione di effetti giuridici. Per portare l’atto a conoscenza dei destinatari (per esplicare i propri effetti giuridici) sarà necessario assumere atti di controllo oppure comunicazione, pubblicazione o notificazione. Tempistica conclusione procedimento La P.A ha l’obbligo di concludere il procedimento in 30 giorni (salvo diverso termine), per le amministrazioni statali possono essere individuati termini non superiori a 90 gg (per esempio decreti del P. del Consiglio). In particolari presupposti per la conclusione dei procedimenti di competenza delle amministrazioni statali e degli enti pubblici nazionali il termine di 90 gg può essere ampliato fino ad un massimo di 180 gg, mediante un D.P.C.M, NON SI APPLICA hai procedimenti di acquisto della cittadinanza italiana e a quelli riguardanti l’immigrazione. La disciplina dei tempi del procedimento non si applica ai procedimenti di verifica o autorizzativi concernenti i beni storici, architettonici, culturali e paesaggistici (per quelli si applica il d.lgs 42/2004). La legge 190/2012 ha introdotto la possibilità che la P.A possa concludere il procedimento con un provvedimento espresso redatto in forma semplificata, motivandolo. LA MANCATA O LA TARDIVA CONCLUSIONE DEL PROCEDIMENTO NEI TERMINI COMPORTA: elemento di valutazione della performance individuale, responsabilità disciplinare e amministrativo-contabile del dirigente e del funzionario inadempiente (comma 9). L’organo di governo deve individuare il soggetto cui attribuire il potere sostituivo in caso di inerzia. Se non si individua un sostituto si considera attribuito al dirigente generale o al dirigente preposto all'ufficio o in mancanza al funzionario di più elevato livello presente nell'amministrazione. Decorsi il termine per la conclusione del procedimento, il privato può rivolgersi al responsabile del rispetto della tempistica affinché, entro un termine pari alla metà di quello originariamente previsto, conclude il procedimento attraverso le strutture competenti o con la nomina di un commissario. Le pubbliche amministrazioni e i soggetti privati preposti all'esercizio di attività amministrativa sono tenuti a risarcire il danno ingiusto cagionato in conseguenza l'inosservanza dolosa o colposa del termine di conclusione del procedimento (articolo 2bis L. 241/1990). In caso di procedimenti in cui intervengono più amministrazioni, quella responsabile del ritardo nella conclusione del procedimento, corrisponde all’interessato indennizzo per il mero ritardo una somma pari a 30 € per ogni giorno di ritardo con decorrenza dalla data di scadenza del termine del procedimento (non superiore i 2.000 €) esclusi di tale previsione l'ipotesi di silenzio qualificato (silenzio assenso e silenzio rigetto) e concorsi pubblici (pagina 68 screen libro). Responsabile del procedimento è il soggetto cui è affidata la gestione del procedimento amministrativo articoli 4-6bis legge 241- 1990. È colui che rappresenta l'amministrazione e interagisce con il privato al fine di addivenire ad un provvedimento condiviso. il responsabile del procedimento deve: • Valutare le condizioni di ammissibilità per le maledizioni del provvedimento finale; • compiere tutti gli atti di istruttoria (ispezioni, richiesta di documenti…); • Comunicazioni; • Adottare il provvedimento finale. L'organo competente per l'adozione del provvedimento finale, se diverso dal responsabile del procedimento, non può discostarsi dalle risultanze dell'istruttoria condotta da quest'ultimo, se non indicandone la motivazione del provvedimento finale. Per garantire trasparenza dell'operato della pubblica amministrazione il responsabile del procedimento è il titolare dell'ufficio emanano pareri, valutazioni tecniche da attuare in caso di conflitto di interessi. PARTECIPAZIONE AL PROCEDIMENTO Gli istituti della partecipazione nella legge 241- 1990 il principe della partecipazione al procedimento amministrativo consente la soddisfazione di tutti i criteri dell'azione della P.A, ovvero, trasparenza, economicità, efficacia, imparzialità. Disciplina sulla partecipazione non si applica nei confronti dei procedimenti diretti all'emanazione di atti normativi, amministrativi generali, di pianificazione, di programmazione e procedimenti tributari. 1. La P.A ha l’obbligo di comunicare l'avvio del procedimento. I destinatari saranno: • Destinatari diretti del provvedimento finale, • Soggetti che per la legge devono intervenire nel procedimento, • I terzi che possono ricevere un pregiudizio dal provvedimento finale (solo se facilmente individuabili). Nella comunicazione devono essere indicate l'amministrazione competente, l'oggetto del procedimento promosso, l'ufficio e la persona responsabile del procedimento, la data entro la quale deve concludersi il procedimento e i rimedi esperibili in caso di inerzia dell'amministrazione e la data di presentazione della relativa istanza, l'ufficio in cui si può prendere visione degli atti. L'ho messa comunicazione di avvio non dà luogo alla annullabilità del provvedimento. 2. Il diritto di intervento nel procedimento (art. 9), qualunque soggetto portatore di interessi pubblici o privati, nonché portatori di interesse diffusi, possono intervenire nel procedimento (si tratta di intervento volontario). La privatizzazione del diritto delle amministrazioni pubbliche Ossia il passaggio dal regime tradizionale del provvedimento amministrativo al regime contrattuale, con l'estensione dei moduli contrattualistico privatistici all'intero agire amministrativo. In base all'articolo 1, comma 1bis, legge 241-1990 ai sensi della pubblica amministrazione nell'adozione di atti di natura non autoritativa agisce secondo le norme di diritto privato salvo che la legge disponga diversamente. L'unico limite che trova è che può essere applicato soltanto nei casi in cui vi sia attinenza con le finalità pubbliche. L'attività amministrativa si sviluppa mediante l'emanazione di provvedimenti amministrativi, ossia atti autorizzativi con i quali la pubblica amministrazione incide unilateralmente sulla realtà giuridica dei privati. Sussistono due forme di accordi: accordi integrativi: si tratta di accordi conclusi dall'amministrazione procedente con gli interessati al fine di determinare i contenuti del provvedimento. Accordi sostitutivi: mentre gli accordi integrativi precedono il provvedimento non determinano il contenuto gli accordi sostitutivi sono stipulati in sostituzione del provvedimento amministrativo. L'articolo 11 legge 241- 1990 prevede che: • L'amministrazione precedente può concludere accordi con interessati al fine di determinare il contenuto discrezionale del provvedimento finale ovvero in sostituzione di questo; • Gli accordi devono essere stipulati per atto scritto salvo che la legge disponga diversamente (pena nullità); • Essi applicano in base ai principi del codice civile; • i detti accordi devono essere motivati; • Per sopravvenuti motivi di pubblico interesse l'amministrazione può precedere un letteralmente dall'accordo. Le controversie in materia di formazione, conclusione ed esecuzione degli accordi integrativi e sostitutivi sono devolute alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo. Le regioni e gli enti locali regolano le materie disciplinati dalla legge 241- 1990 nel rispetto delle garanzie costituzionali e della tutela del cittadino. Gli obblighi e per la pubblica amministrazione di garantire la partecipazione dell'interessato al procedimento virgola di individuare il responsabile virgola di concludere entro il termine prefissato e di assicurare l'accesso alla documentazione amministrativa. Ai sensi dell'articolo 3bis legge 241/1990 Le amministrazioni pubbliche devono incentivare l'uso della telematica sia nei rapporti interni, tra le diverse amministrazioni, che tra queste ultime e i privati, con lo scopo di semplificare l'attività delle amministrazioni pubbliche ed inoltre potenziare il principio di pubblicità e trasparenza. Il codice dell'amministrazione digitale (CAD) decreto legislativo 89- 2005 si configura come una specie di costituzione del mondo digitale, finalizzata la semplificazione delle normative materie di informatica nelle pubbliche amministrazioni. La carta della cittadinanza digitale: i cittadini e le imprese hanno diritti che il codice dell'amministrazione digitale precisa definisce e che rende effettivamente esigibili, come, il diritto all'uso delle tecnologie, diritto all'identità digitale e diritto al domicilio digitale (posta elettronica certificata). Il valore giuridico e probatorio di un documento informatico e a sua volta connesso alla firma che lo contraddistingue. LA DOCUMENTAZIONE AMMINISTRATIVA Il T.U sulla documentazione amministrativa (D.P.R 445- 2000) Cerca di ottemperare, da un lato, le esigenze della certezza pubblica, e dall'altro, quelle di semplificazione dell'attività amministrativa. Il testo unico si prefigge essenzialmente tre obiettivi: trovare equilibrio tra valore della certezza e del principio di semplicità dell'azione amministrativa; semplificare le disposizioni in materia di documentazione amministrativa: semplificare gli adempimenti burocratici. Attività di certificazione Il certificato è un documento rilasciato da un'amministrazione pubblica avente funzione di riproduzione o partecipazioni a terzi di stati, qualità personali e fatti, non è altro che uno strumento di comunicazione. L'informazione esternate mediante il certificato si distinguono da tutte le altre informazioni in quanto esse sono dotate di certezza legale. Le certificazioni possono essere: • Certificazioni proprie: metto in circolazione informazioni tratte da registri pubblici; • Certificazioni improprie: costituiscono semplicemente dichiarazioni di scienza provenienti da soggetti pubblici. Il certificato non deve avere per forza la forma di un documento scritto, ma possono avere delle apposizioni di marcazioni (bolli, sigilli e simili) Come avviene per esempio per le certificazioni di provenienza di prodotti tipici. Si può fermare che tra l'atto di certezza (certificazione) ed il documento (certificato vero e proprio) sussiste un rapporto di dipendenza reciproca. I certificati attestanti stati, qualità personali e fatti non soggetti a modificazioni hanno una validità illimitata, mentre le restanti certificazioni hanno una validità di sei mesi dalla data di rilascio. LA DECERTIFICAZIONE comporta che nessuna amministrazione può richiedere atti o certificati contenenti informazioni già in possesso della pubblica amministrazione. Nei rapporti con gli organi amministrativi ai gestori di pubblici servizi i privati devono presentare solo dichiarazioni sostitutive rese dall'interessato. Quando un pubblico ufficio deve rilasciare due certificati alla stessa persona, nell'ambito di un medesimo procedimento, queste devono essere contenute in un unico documento Secondo l'articolo 43 T.U. Pubblica Amministrazioni non possono richiedere atti o certificati che risultino già in loro possesso, essi sono tenuti ad acquisire d'ufficio tutti i dati e i documenti che siano in possesso delle pubbliche amministrazioni e le informazioni contenute nelle dichiarazioni sostitutive di cui l'articolo 46 e 47 T.U. Le amministrazioni certificanti rendono noto l'acquisizione d'ufficio dei dati e per l'effettuazione dei controlli medesimi, nonché le modalità per la loro esecuzione. La mancata risposta alle richieste di controllo entro 30 giorni costituisce una violazione dei doveri d'ufficio e viene in ogni caso presa in considerazione al fine della valutazione della performance individuale dei responsabili. Le autocertificazioni: Sono dichiarazioni sostitutive, consentono al cittadino di sostituire un atto amministrativo di certezza con una propria dichiarazione. Sono consentite le dichiarazioni sostitutive di certificazioni e le dichiarazioni sostitutive di atti di notorietà, che si differenziano per via del contenuto. Nel primo caso (certificazioni) vengono fornite informazioni che corrispondono al contenuto che viene detenuto in altri atti come ad esempio albi, elenchi, pubblici registri. Nell'atto di notorietà (articolo 47 del DPR 445/2000) vengono fornite a terzi informazioni concernenti stati, qualità personali e fatti, che si reputano certi, devono essere a conoscenza diretta del soggetto che redige e sottoscrive la medesima dichiarazione. Limiti per gli atti di notorietà sono: • Deve trattarsi di una dichiarazione di conoscenza relativa ad un fatto accaduto o comunque esistente, • La conoscenza del fatto deve essere diretta personale del dichiarante, • Non può essere relativa ad una dichiarazione di giudizio E non può essere relativo a una dichiarazione di impegno o di volontà di carattere negoziale intercorrenti tra i privati. le dichiarazioni sostitutive hanno la stessa validità temporale degli atti che sostituiscono e che per la loro redazione il soggetto autorizzato deve utilizzare in moduli predisposti dalla pubblica amministrazione. LE DISCIPLINE SULL'ACCESSO E LA TUTELA DELLA PRIVACY Tre criteri generale dell'azione amministrativa la legge 241- 1990 include quello della trasparenza esso è da intendersi come immediata e facile controllabilità di tutti i momenti tutti i passaggi in cui si esplica all'operato della pubblica amministrazione, onde garantire e favorirne lo svolgimento imparziale. L'accesso civico (artt. 5 e ss. D.Lgs. 33/2013) Obbligo per le amministrazioni pubbliche di pubblicare informazioni, documenti e dati sui propri siti istituzionali su ogni aspetto della propria organizzazione ed attività punto L'accesso civico ha due volti: • Diritto accesso semplice, Diritto di chiunque di richiedere documenti, informazioni, nei casi in cui sia stata omessa la loro pubblicazione. Quindi, al dovere di pubblicazione per la P.A. si aggiunge il diritto del privato di accedere ai documenti; • Il diritto all'accesso civico generalizzato riguarda la possibilità di accedere a dati, documenti e informazioni detenuti dalle pubbliche amministrazioni ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazione obbligatoria previsti dal d. lgs. n. 33/2013. E proprio in relazione a quest'ultima fattispecie che si è parlato di Freedom of information Act (FOIA) che si traduce nella possibilità per i cittadini di accedere a dati e documenti della pubblica amministrazione anche se non resi pubblici, senza dover dimostrare un interesse diretto. Entro 30 giorni le amministrazioni rilasciano gratuitamente i dati e i documenti richiesti. l'accesso civico generalizzato conosce alcuni limiti e può essere rifiutato come ad esempio nel caso della sicurezza pubblica e l'ordine pubblico, sicurezza nazionale, difesa e questioni militari. L'istanza di accesso civico va presentata ad uno dei seguenti uffici: § all'ufficio che detiene i dati, le informazioni o i documenti; § All'ufficio relazioni con il pubblico (URP); § Ad un altro ufficio indicato dall'amministrazione nella sezione amministrazione trasparente del sito istituzionale; § Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, quando distanza abbia a oggetto dati di pubblicazione obbligatoria. Contro il rifiuto al rilascio di dati e documenti cittadino potrà ricorrere al responsabile trasparenza, il difensore civico e/o al TAR. DIFFERENZA TRA ACCESSO CIVICO E IL DIRITTO DI ACCESSO AI DOCUMENTI: IL DIRITTO ALL’ACCESSO CIVICO È RICONOSCIUTO A TUTTI I CITTADINI I QUALI SENZA DIMOSTRARE ALCUN INTERESSE SPECIFICO ULTERIORE VOGLIONO VENIRE A CONOSCENZA DELL’OPERATO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE, IL DIRITTO AD ACCEDERE AGLI ATTI È RICONOSCIUTO SOLO A CHI VANTA UN INTERESSE SPECIFICO E MOTIVATO A CONOSCERE GLI ATTI RICHIESTI. Diritto di accesso e di informazione degli enti locali (ART. 10 TUEL) Tale generale diritto all'informazione si articola nel: • Principio di tendenziale pubblicità di tutti gli atti dell'amministrazione, • Diritto di accesso agli atti amministrativi, • diritto di accedere alle informazioni detenute dell'amministrazione e di essere informati sullo stato degli atti, • diritto di accedere a strutture e servizi degli enti locali. Il comma uno dell'articolo 10 sancisce il principio della generale pubblicità degli atti dell'amministrazione comunale provinciale, ad eccezione di quelli riservate per espressa indicazione di legge o per dichiarazione (motivata e temporanea) del sindaco del Presidente della Provincia, che ne vieti l'esibizione conformemente a quanto previsto dal regolamento (perché può pregiudicare dalla riservatezza delle persone, dei gruppi o delle imprese). I consiglieri comunali e provinciali possono accedere a tutte le informazioni utili all'esercizio delle loro funzioni, La richiesta di accesso dei consiglieri non devono essere specificamente motivate, Non esiste alcuna limitazione legata alla natura dei dati posto che il consigliere vincolato al segreto d'ufficio. Nell'ipotesi in cui l'accesso da parte dei consiglieri comunali riguarda i dati sensibili è consentito se indispensabile per lo svolgimento delle funzioni di controllo, di indirizzo politico, di sindacato ispettivo e altre forme di accesso riconosciute dalla legge e dei regolamenti degli organi interessati. Diritto alla privacy come limite al diritto di accesso civico generalizzato. Il diritto di accesso a dati e documenti è tuttavia soggetto alle limitazioni previste all'art. 5-bis, tra le quali la protezione dei dati personali, in conformità con la disciplina dell'Unione e di quella nazionale in materia. Inoltre, con riguardo al trattamento connesso alla procedura di accesso civico, è necessario rispettare, in ogni caso, i princìpi di cui al Regolamento (UE) 2016/679, in particolare il principio di “limitazione della finalità” (art. 5, par. 1, lett. b)) in base al quale i dati personali devono essere “raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime, e successivamente trattati in modo che non sia incompatibile con tali finalità”, e il principio di “minimizzazione dei dati” (art. 5, par. 1, lett. c)) per il quale i dati personali devono essere “adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario rispetto alle finalità per le quali sono trattati”. La normativa sulla protezione dei dati personali: privacy Il regolamento europeo numero 679- 2016 e l'adeguamento nazionale, il GDPR Entrato negli Stati membri dell'unione dal 25 maggio 2018 Si tratta di un regolamento, un atto normativo immediatamente applicabile negli ordinamenti nazionali, Che non lascia alcun margine di discrezionalità agli stessi in ordine alla sua applicazione, le sue disposizioni sono vincolanti, in presenza di norme nazionali contrastanti il regolamento prevale su queste ultime. Il regolamento UE 2016/679 garantisce la protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, Permette di offrire alle persone fisiche, in tutti gli Stati membri, il medesimo livello di diritti azionabili e di obblighi e responsabilità dei titolari del trattamento dei responsabili del trattamento. L'articolo 51 del regolamento disciplina l'autorità di controllo nazionale, Ogni Stato deve avere una o più autorità pubbliche indipendenti incaricate di controllare l'applicazione del regolamento al fine di tutelare i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche (garante per la protezione dei dati personali). Tre numerosi compiti affidati al garante dall'articolo 154 del codice, rilevano i seguenti: • Controllare se i trattamenti sono effettuati nel rispetto della disciplina applicabile, • Trattare i reclami presentati, • Denunciare i fatti configurabili come reati perseguibili d'ufficio, • Assicurare la tutela dei diritti e le libertà fondamentali degli individui. Il garante collabora con le altre autorità amministrative indipendenti nazionali nello svolgimento dei rispettivi compiti ed elabora una relazione annuale sulla propria attività che trasmette al Parlamento e al governo entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello cui si riferisce. Per dato personale deve intendersi qualsiasi informazione riguardante una persona fisica identificata o identificabile. Secondo quanto stabilito dall'articolo 4 del testo europeo: i dati genetici sono i dati personali relativi alle caratteristiche genetiche ereditarie di una persona, i dati biometrici sono dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico relativi alle caratteristiche fisiche, i dati relativi alla salute infine sono i dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una persona fisica. I dati personali (art. 5 regolamento n. 2016/679) devono essere: • trattati in modo lecito, corretto e trasparente nei confronti dell'interessato; • raccolti per finalità determinate, esplicite e legittime (limitazione della finalità); • adeguati, pertinenti e limitati a quanto necessario (minimizzazione dei dati); • esatti e aggiornati; • conservati per un arco di tempo limitato; • trattamento dati personali deve essere lecito; Art. 9 del GDPR vieta il trattamento dei dati personali che rivelino l'origine razziale o etnica, le opinioni politiche, la condizione religiose o filosofiche, l'appartenenza sindacale, dati biometrici, dati riguardanti la salute o la vita sessuale. Si può essere un'eccezione nel caso l'interessato abbia prestato il proprio consenso esplicito al trattamento di tali dati personali per una o più finalità specifiche. Secondo il codice della privacy il trattamento dei dati personali riguardanti condanne penali e reati deve avvenire sotto il controllo dell'autorità pubblica, altrimenti è consentito solo se autorizzato da una norma di legge o di regolamento che prevedano garanzia propria arte per i diritti e le libertà degli interessati. In mancanza di una legge o di un regolamento i trattamenti dei dati vengono individuati con decreto del Ministro della giustizia, ha sentito il Garante. I dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati personali non possono essere utilizzati. I diritti riconosciuti all'interessato sono: • Il consenso al trattamento, che può essere revocato in qualsiasi momento; • Il diritto di accesso; • Diritto alla cancellazione, cd. Diritto all'oblio: Diritto dell'interessato di ottenere dal Titolare del trattamento alla cancellazione dei dati personali che lo riguardano in presenza di alcuni motivi giustificativi, ad esempio, i dati personali non sono più necessari rispetto alle finalità per le quali erano stati raccolti; • Diritto alla portabilità dei dati: l'interessato deve ricevere i dati in un formato strutturato leggibile; • Diritto di opposizione: diritto dell'interessato di opporsi in qualsiasi momento al trattamento dei dati personali che lo riguardano; • Il diritto a non essere sottoposto a decisioni automatizzate: articolo 22 gdpr l'interessato ha il diritto di non essere sottoposto a una decisione basata unicamente sul trattamento automatizzato che incida significativamente sulla sua persona. Il titolare del trattamento Art 4 comma 7 del GDPR, il Titolare del trattamento (data controller) è la persona fisica, la persona giuridica, la pubblica amministrazione e qualsiasi altro ente, associazione od organismo cui competono, anche unitamente ad altro titolare, le decisioni in ordine alle finalità e modalità del trattamento di dati personali. Il titolare del trattamento può ricorrere ad un soggetto diverso che agisca per il suo conto. Si tratta del responsabile del trattamento, persona fisica o giuridica, autorità pubblica che tratta i dati personali per conto del titolare. Il Titolare del trattamento a due Competenze essenziali: la responsabilizzazione e la valutazione del rischio. • accountability ho responsabilizzazione, il Titolare del trattamento mette in atto misure tecniche e organizzative adeguate per garantire, ed essere in grado di dimostrare, che il trattamento è
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