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Il 19 secolo: La Nascita della Costituzione e i Tre Generazioni di Diritti, Appunti di Diritto Costituzionale

Storia politicaStoria dell'ItaliaStoria del dirittoStoria moderna

Nel 19 secolo, in assenza di una costituzione, il diritto copriva tutta la sfera giuridica. La borghesia necessitava di una legge che garantisse libertà individuali e la sacralità della proprietà privata. Il 19 secolo è noto come secolo delle codificazioni, che rifà al corpo giuridico giustinianeo e al diritto civile romano. Nella seconda metà del 1800, nascono le monarchie costituzionali per limitare il potere monarchico e basate sulla separazione dei poteri. Con la nascita della costituzione, i cittadini acquisivano diritti civili, politici e sociali. Il panorama politico e giuridico del 19 secolo e il ruolo della costituzione nella garanzia dei diritti.

Cosa imparerai

  • In che modo la borghesia ha influenzato la nascita di una costituzione?
  • Quali sono i tre generazioni di diritti descritte nel documento?
  • Come la Costituzione ha influenzato il ruolo del potere esecutivo, legislativo e giudiziario?

Tipologia: Appunti

2018/2019

Caricato il 24/11/2019

martina-mattino
martina-mattino 🇮🇹

4.9

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Scarica Il 19 secolo: La Nascita della Costituzione e i Tre Generazioni di Diritti e più Appunti in PDF di Diritto Costituzionale solo su Docsity! DIRITTO COSTITUZIONALE Il diritto è fondamentalmente un complesso di norme che va ad incidere sulla sfera giuridica degli individui, ampliandola o restringendola. Possiamo dire che i cittadini sono titolari dell’espressione giuridica attiva, con i diritti, in cui l’interesse del titolare prevale su terzi, o passiva, con i doveri, in cui l’interesse del titolare è subordinato a quello di soggetti terzi. PANORAMICA DICIANNOVESIMO SECOLO (1800): PRIMA DELLA NASCITA DELLA COSTITUZIONE Nel 19 secolo, in assenza di una costituzione, vi era una centralità assoluta del diritto, in quanto la legge andava a ricoprire tutta la sfera giuridica. La legge era, dunque, la forma normativa massima espressione del parlamento al centro di un sistema basato sull’onnipotenza legislativa, ovvero la capacità di una legge di poter fare sostanzialmente tutto in assenza di una costituzione. Il 19 secolo rappresenta un periodo in cui si assiste ad una limitazione del potere della monarchia e ad un progressivo aumento di quello della borghesia, classe economica sempre più in crescita. In questo periodo di cambiamento, di distacco dai sistemi feudali, si viene ad affermare una classe sociale sempre più dinamica che ha bisogno di certezze. La borghesia ha bisogno di quella che viene definita “la calcola abilità del diritto”: ha bisogno che lo stato ponga delle norme al servizio delle proprie attività affinché chi si muove nei processi economici possa calcolare preventivamente quali possano essere le conseguenze sul piano giuridico. Pertanto la borghesia necessita una legge che garantisca innanzitutto: -Le libertà individuali -Sacralità della proprietà privata (difesa assoluta sia di case e appezzamenti che dei mezzi di produzione) Vi è dunque la necessità di garantire i diritti della borghesia mediante un sistema codicistico, tant’è che il 19 secolo è anche noto come il secolo delle codificazioni, che si rifà al corpo giuridico giustinianeo, al diritto civile romano. Tale processo riprende in particolar modo la dottrina tedesca, nello specifico due grandi figure tedesche dell’ 800’, Puchta e Savini il quale riporta il diritto romano nei paesi dell’Europa continentale (Italia, Germania, Francia e Spagna) nell’800’ basandosi sul sistema della Pandettistica (i cui due dogmi fondamentali sono la sacralità della proprietà Privata e le libertà individuali) fondato da Puchta. Durante il Medioevo il diritto non era il frutto della legge ma soltanto il frutto del lavoro dei giuristi quali giudici, notai ecc. Si tratta però di una situazione destinata a durare non per sempre in quanto cambia la società, cambiano le esigenze e nell’800 l’attività giudiziaria diviene attività meramente attuativa della legge ovvero i giudici devono soltanto attuare la legge e non interpretarla. Montesquieu dice, il giudice deve essere la bocca della legge. Tale cambiamento lo vediamo alla fine del 600’ in Inghilterra con la Glorious Revolution (Oliver Cromwell) dove si afferma rispetto alla monarchia, il primato del parlamento (common law). In particolare con la COSTITUZIONE GIACOBINA del 1793, mai attuata, è la prima volta che si parla di sovranità popolare (I ARTICOLO COSTITUZIONE). Tuttavia il principio di sovranità popolare nell’800’ scompare, non è ancora presente. Nascono dunque nel corso del 19 secolo le monarchie costituzionali, al fine di tutelare la borghesia e di limitare il potere monarchico, basate sul principio, elaborato da Montesquieu, della separazione dei poteri: Potere esecutivo (monarca e ministri) Potere legislativo (parlamento) Potere giudiziario (giudici) Nella costituzione giacobina del 1793 vi è il principio della sovranità popolare mentre non vi è il principio della separazione dei poteri cosi che il parlamento detenga il potere esecutivo e legislativo e talvolta anche quello legislativo. DUNQUE I IL SISTEMA CHE VA AVANTI NEL CORSO DELL’800’ (fino al regime fascista) E BASATO SU DUE CAPISALDI: Separazione dei poteri per la limitazione del potere del monarca + prevalenza della legge Un esempio di monarchia costituzionale dell’800’ è la Monarchia sabauda Nell’ 800’ trovano ampio spazio i diritti di prima generazione ovvero quei diritti che sono collegati alla crescita e allo sviluppo della borghesia. Essi sono sostanzialmente i diritti civili: sono quei diritti di naturale derivazione dal giusnaturalismo, quei diritti che il cittadino ha in quanto persona e che non necessitano di un intervento statuale (libertà di pensiero, libertà di riunione, l’inviolabilità della libertà personale…) All’interno dello statuto Albertino (1848) approvato dalla monarchia sabauda erano presenti appunto i diritti civili dei cittadini. Vediamo come lo Stato cerca di distribuire in modo meno autoritario il potere, garantendo ai cittadini alcuni diritti. Tuttavia non si può assolutamente ritenere che si tratti di un modello democratico in quanto il diritto di voto è riconosciuto soltanto ad una parte minima della popolazione che finisce per subire le decisioni della maggioranza. Non si parla di un modello democratico in quanto la legge non rappresenta uno strumento democratico ma uno strumento espressione della classe che detiene il potere. Tale sistema, però, non riesce a tener duro a lungo ma inizia a deteriorarsi in quanto i cosiddetti “cittadini invisibili”, prendendo atto del proprio sfruttamento, decidono di unirsi per richiedere i propri diritti. In un sistema dominato prettamente dalla borghesia non vi era la presenza di partiti politica, si trattava di un sistema monoclasse. Pertanto, dato che la storia insegna che per poter aver un cambiamento è necessario, in un certo senso, un atto di forza, iniziano a sorgere movimenti dal basso per richiedere la tutela dei propri diritti. In tal modo nascono due grandi istituzioni, i sindacati e i partiti politivi, il cui principale compito è quello di consentire ai cittadini invisibili di partecipare al processo politico, riconoscendo loro i diritti politici ovvero il diritto di voto. SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE 1919. Questo processo di democratizzazione subisce una battuta d’arresto con l’inizio del regime fascista con il quale si sfocia in un regime totalitario, per riprendere poi verso il 1945-46 con la nascita della Costituzione Italiana del 1948. Con la nascita della Costituzione cambia completamente la percezione della legge. Mentre nell’800 la legge era uno strumento di potere che doveva far valere i rapporti di forza, la legge con la costituzione non è più un atto onnipotente ma è un atto subordinato alla Costituzione al fine di limitare il potere legislativo facendo in modo che i cittadini non siano completamente in ostaggio dei parlamentari. Tale idea nasce alla fine della prima guerra mondiale che rappresenta, appunto, la nascita del costituzionalismo democratico. Dopo la prima guerra mondiale ricordiamo, infatti, la Costituzione di Weimar che, nonostante basata su un sistema fragile, è fondamentale per capire quali sono le radici della nostra costituzione. Pertanto nascono dopo la guerra diverse costituzioni proprio al fine di limitare il potere. Ad ogni modo possiamo dire che la Costituzione è un processo costituito ovvero il frutto di un processo politico basato sul principio della sovranità popolare. Pertanto se la sovranità appartiene al popolo allora il popolo deve essere messo in condizione di poter esercitare il potere originario di cui è in possesso ovvero il potere costituente. Quest’ultimo è un potere libero e assoluto sul quale il popolo erige il proprio Infine vi è la partecipazione dei cittadini ai progetti di modifica della costituzione. La nostra costituzione pur essendo una costituzione rigida può essere modificata sempre però in rispetto dei principi della costituzione stessa (art 138). Ciò deriva dal fatto che i costituenti si resero conto che saremmo andati incontro a nuove esigenze dettate da cambiamenti in ambiti sociali, tecnologici etc. e lasciarono quindi la possibilità di poter apportare delle modifiche non attraverso una legge normale ma attraverso una legge detta aggravata, ovvero una legge che richiede più deliberazioni. I Cittadini inoltre hanno la possibilità di presentare un referendum costituzionale nel caso in cui non siano in accordo con le intenzioni di modifica della costituzione. (4 dicembre 2016: i cittadini riescono a bloccare la legge aggravata del governo Renzi) DOMANDA SU DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA PARTIRE DAI CORPI INTERMEDI CLASSICI, SINDACATI E PARTITI POLITICI, PRESENTARE LE FORME ALTERNATIVE ED ELABORARE UN PENSIERO CRITICO SU NUOVE FORME DI PARTECIPAZIONE POLITICA PARTENDO DALLA CRISI STESSA DEI PARTITI POLITICI: TANGENTOPOLI TANGENTOPOLI: Tangentopoli è uno scandalo che investe l'Italia negli anni novanta. Si tratta di un sistema di corruzione e finanziamento illecito che coinvolge i vertici del mondo politico ed economico. Tangentopoli ha inizio il 17 febbraio 1992 con l'arresto dell'ingegner Mario Chiesa, esponente di spicco del partito socialista che è colto in flagranza di reato mentre riceve una tangente da un imprenditore locale di 7 milioni di Lire. Chiesa confessa di far parte di un sistema di corruzione, che incassa tangenti su tutti gli appalti pubblici. Pertanto con l’espressione “Mani pulite” si intende l’insieme delle inchieste giudiziarie effettuate a tappeto su tutto il territorio nazionale e con le quali emersero numerosi episodi illeciti nei fatti pubblici. L’impatto e lo sdegno dell’opinione pubblica furono tali da decretare la cosiddetta fine della prima Repubblica e l’inizio della seconda Repubblica in quanto assistiamo alla dissoluzione della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista Italiano. Possiamo dire che tale avvenimento ci fa comprendere quelli che sono alcuni dei modi ormai consolidati nel sistema politico: il problema più grande è che in quegli anni la corruzione non è solo un modo attraverso il quale i politici si arricchiscono individualmente, ma è soprattutto lo strumento con cui la politica stessa si autofinanzia. E mi rammarica pensare che fondamentalmente la seconda repubblica, quella che avrebbe dovuto rappresentare in un certo senso una sferzata di aria fresca, un qualcosa di nuovo e tra virgolette di pulito, non sia stato altro che una illusione in quanto dal 1992 ad oggi non credo che la situazione sia migliorata o per lo meno cambiata più di molto. Dal mio punto di vista si tratta di un problema molto difficile da eliminare in quanto più che un problema politico è un qualcosa che dipende da fattori puramente umani, oggettivamente difficili da eliminare, appunto. Importante per l’esame: il nostro modello costituzionale pende verso sistemi elettorali proporzionali Tomaso Perassi: la funzione del parlamento deve essere basata su un equilibrio tra parlamento e governo poiché in caso contrario si sfocerebbe in una forma di parlamentarismo. IL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA PLURALITÀ DI ORDINAMENTI GIURIDICI Il modello espresso dal nostro ordinamento costituzionale è un ordinamento giuridico che si relaziona agli altri stati mediante il diritto internazionale. Il diritto internazionale è il sistema di norme e principi volti a regolare i rapporti tra Stati e altri soggetti internazionali. Nel momento in cui si entra in contatto con altri ordinamenti giuridici è plausibile che si verifichi un contrasto quindi, all’interno di una pluralità di ordinamenti giuridici, è importante capire quale prevalga in caso di contrapposizione. Per quanto riguarda il rapporto tra l’ordinamento giuridico italiano e quello europeo ricordiamo l’articolo 11 che fondamentalmente ci dice che l’Italia, in condizioni di parità con altri stati, consente cessioni di sovranità. Si tratta di un articolo molto importante in quanto ha come scopo principale il mantenimento della pace nei rapporti internazionali e lo sviluppo di questi ultimi. Possiamo dire che si può parlare di comunità internazionale dopo la nascita della Nazioni Unite (ONU, 1945 fine seconda guerra mondiale) il cui obiettivo principale era quello di garantire la pace a livello internazionale. Il diritto internazionale vive attraverso due fonti normative prevalenti TRATTATI INTERNAZIONALI: rappresentano uno strumento per relazionarsi alla comunità internazionale, da essi nascono diritti e obblighi. Un trattato internazionale è una delle principali fonti del diritto internazionale e consiste nell'incontro delle volontà di due o più Stati diretti a disciplinare rapporti intercorrenti tra essi. DOMANDA ESAME QUALI SONO LE FORME DI STATO? In primo luogo possiamo partire col dare quella che è la definizione generale di stato ovvero una forma di relazione, un rapporto che intercorre tra l’organizzazione del potere e i cittadini, questi ultimi espressione di diritti e doveri. Ci appare impossibile parlare di stato senza introdurci all’interno del percorso storico in quanto proprio il mutare del rapporto tra il potere statuale e i cittadini, nel corso del tempo, ha determinato diverse forme di stato. Pertanto quanto più il potere è concentrato nelle mani del sovrano è possibile parlare di una forma di stato assoluta, una monarchia assoluta, appunto. Volendo fare un esempio all’interno del contesto storico quello più lampante che mi balza in testa è senza dubbio l’assolutismo monarchico francese di Luigi XIV, il c.d. Re sole che concentrava nelle sue mani tutti i poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Come sappiamo, però, nel corso della storia, cambiano le esigenze, cambia il modo di pensare e, di conseguenza, il sistema della monarchia assoluta inizia a scricchiolare. Si assiste, dunque, ad un processo di limitazione del potere assolutista grazie all’applicazione di quel principio che prevede la separazione dei poteri e possiamo parlare, quindi, di monarchia costituzionale. È importante specificare, però, che la monarchia costituzionale è espressione di una forma di stato liberale e non democratica in quanto, nonostante si abbia una limitazione del potere e una prima concessione di diritti nei riguardi dei cittadini, i diritti civili (I Generazione), questi ultimi sono concessi loro con un’azione dall’alto del monarca. Ai cittadini, inoltre, non sono ancora garantiti quelli che sono i diritti di II generazione, i diritti, politici, dato che il parlamento era eletto da una più che ristretta minoranza. Volendo sempre fare un riferimento al contesto storico possiamo dire che monarchia costituzionale/liberale pone le sue origini con la Gloriosa rivoluzione in Inghilterra(1689) oppure, spostandoci verso l’800’, possiamo citare la Monarchia Sabauda caratterizzata dall’approvazione dello statuto Albertino (1848) in cui erano presenti, per la prima volta, i diritti civili dei cittadini. Dunque vediamo come lo Stato cerca di distribuire in modo meno autoritario il potere, garantendo ai cittadini alcuni diritti ma senza ancora poter parlare di stato democratico in quanto il diritto di voto è riconosciuto soltanto ad una parte minima della popolazione che finisce per subire le decisioni della maggioranza. La legge, dunque, non rappresenta uno strumento democratico ma uno strumento espressione della classe che detiene il potere. Tale situazione rappresenta un po’ la base di quella che chiamiamo lotta per i diritti tant’è vero che, soprattutto grazie alla spinta di movimenti dal basso, si assiste successivamente ad un processo di “democratizzazione dello stato liberale”. La storia insegna che per poter aver un cambiamento è necessario, in un certo senso, un atto di forza, e iniziano, quindi, a sorgere movimenti dal basso per richiedere la tutela dei propri diritti. In tal modo nascono due grandi istituzioni, i sindacati e i partiti politici, il cui principale compito è quello di consentire ai cittadini invisibili di partecipare al processo politico, riconoscendo loro i diritti politici ovvero il diritto di voto. SUFFRAGIO UNIVERSALE MASCHILE 1919. Dopo la fine della prima guerra mondiale, si parla allora di costituzionalismo democratico, con un primo tentativo di affermare i diritti di III generazione, i diritti sociali. In particolare, in questo periodo, se pur debole, ricordiamo la Repubblica di Weimar che è fondamentale per capire quelle che sono le basi della nostra Costituzione. Questo processo di democratizzazione subisce una battuta d’arresto con l’inizio del regime fascista con il quale si sfocia in un regime totalitario, per riprendere poi verso il 1945-46 con la nascita della Costituzione Italiana del 1948. COSA SI INTENDE PER FORMA DI STATO LIBERALE? Lo stato liberale è quella forma di stato che caratterizza il passaggio dalla monarchia assoluta ad una forma di stato democratico. Lo stato liberale è uno stato legislativo in cui vige il principio della separazione dei
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