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Il Dictatus Papae e la Riforma Gregoriana: Supremazia Papale e Lotta per Investiture, Sintesi del corso di Diritto Medievale E Moderno

Il dictatus papae è una raccolta di 27 assiomi che affermano la supremazia papale, registrata da papa gregorio vii nel 1075. Alla base della riforma gregoriana e distrugge la nozione medievale del bilanciamento tra potere religioso e civile. Anselmo da lucca, yves de chartre e irnerio sono figure chiave nella lotta per le investiture tra il papato e l'impero. Anche la scuola di diritto franco-longobardo di pavia e la figura di azzone, autore della summa codicis, che rappresentò il manuale di diritto romano per eccellenza nel medioevo.

Tipologia: Sintesi del corso

2010/2011

Caricato il 11/06/2011

annagino
annagino 🇮🇹

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Scarica Il Dictatus Papae e la Riforma Gregoriana: Supremazia Papale e Lotta per Investiture e più Sintesi del corso in PDF di Diritto Medievale E Moderno solo su Docsity! Il Dictatus Papae è una raccolta assiomatica di 27 enunciazioni di poteri arrogati al Papa che è registrata come emanata da Papa Gregorio VII nel 1075 e di cui esiste una seconda redazione, la Auctoritates Apostolice Sedis. I principi espressi nel Dictatus papae sono quelli alla base della Riforma gregoriana, che era stata iniziata da Gregorio decine d'anni prima della sua ascesa al trono papale. Gli assiomi del Dictatus cercano di stabilire la più assoluta supremazia papale. L'assioma "Al Papa è permesso deporre gli imperatori" distrugge in un sol colpo la nozione alto-medievale del bilanciamento fra potere religioso e potere civile che era espressa dal simbolo delle "due spade", quella spirituale e quella temporale. L'equilibrio fra potestas o imperium (l'Impero) e auctoritas (la Chiesa) aveva retto l'Occidente sin dai tempi dei Merovingi. I papi Vittore III e Urbano II lo scelsero come legato pontificio in Lombardia: Anselmo da lucca. fissò la sua residenza a Mantova (sempre sotto la protezione di Matilde) e si dedicò al radicamento dei principi della riforma gregoriana e si impegnò a contrastare l'antipapa Clemente III. A partire dal 1081, curò la redazione della Collectio canonum, una raccolta in tredici libri di fonti del diritto canonico (attinte soprattutto dal Decretum di Burcardo di Worms): ha lasciato anche una difesa di Gregorio VII. Yves de Chartre fu un personaggio centrale nella lotta per le investiture che fra il 1075 e il 1122 vide fronteggiarsi il Papato e l'Impero; prese parte alla disputa sull'argomento sostenendo la posizione imperiale: non essendo l'investitura un sacramento, essa poteva essere effettuata anche da un laico. Sant'Ivo affrontò l'ardua impresa di armonizzare le leggi canoniche, disperse in una miriade di collezioni e decreti compendiandole in tre compilazioni: il Decretum, la Panormia (in latino e in greco) e infine la Tripartita. Tutte e tre le compilazioni contengono testi delle Sacre Scritture, lettere di papi, testi di diritto romano, testi di Padri della Chiesa e infine Canoni di Concili Tra il X e XI secolo, Pavia si distingue per la sua scuola di arti liberali, cui si affianca poi una Scuola professionale di diritto franco-longobardo. Suoi esponenti più illustri furono:La Scuola di Pavia compie studi sugli Editti longobardi e sul Capitulare italicum. Gli studi sono compiuti in una raccolta ordinata cronologicamente nota come Liber Papiensis. Successivamente, il complesso normativo è riorganizzato sistematicamente a imitazione del Codice giustinianeo, nella Lex Longobarda. I testi normativi sono corredati di formule per facilitarne l'applicazione l'applicazione nella pratica dei tribunali. Il capolavoro della scuola pavese è però la Expositio ad Librum Papiensem, commento analitico del Liber Papiensis. Da quest'opera emerge un certo interesse per il diritto romano, utilizzato come diritto sussidiario. L'Expositio ad librum papiensem ricapitola l'insegnamento impartito dai maestri di Pavia e ne tramanda le dispute, specie quelle tra antiqui e moderni. La versione che ci è pervenuta risale al 1070 circa. L'attività appassionata di Irnerio fu un punto focale e di svolta per la cultura e la civiltà europea. Le sue numerose glosse interlineari del codice giustinianeo (raccolte poi nella sua Summa Codicis) segnarono l'inizio di un diritto europeo scritto, sistematico, comprensibile e razionale, basato per intero sul diritto romano. La didattica del giurista bolognese si basava sulla lettura di una parte del codice agli studenti, i quali l'avrebbero copiata per poi corredarla di suoi commenti e sue spiegazioni in merito contenute in glosse. Fu, pertanto, il primo dei glossatori, la categoria di giuristi che in quel periodo si sarebbe affermata e che avrebbe contribuito moltissimo all'evoluzione del diritto: il testo della Litera Bononiensis (una versione praticamente parallela della celebre Litera florentina) su cui si applicavano gli studenti di Irnerio si disseminò per l'Europa in pochissimo tempo grazie ai discepoli bolognesi che tornavano a casa dopo la preparazione euristica. Inoltre, secondo antica opinione ad oggi ancora molto dibattuta, Irnerio sarebbe stato anche l'autore dell'Epitome sulle Novellae di Clodio (la celebre Epitome Authentica), mentre quasi certamente lo fu del Formularium tabellionum (un direttorio per notai) e le Quaestiones (una raccolta di sentenze), che tuttavia non sono più esistenti. Piacentino (o Placentino; lat. Placentinus). - Giurista (m. Montpellier 1192) della scuola dei glossatori civilisti; originario di Piacenza e discepolo dei primi glossatori bolognesi, insegnò a Mantova dove scrisse il De varietate actionum (Summa Mantuana), poi a Bologna; qui tenne la cattedra di diritto civile (1166-70), ma la abbandonò, forse per discordie coi colleghi in dissidio con le prevalenti idee filoimperiali. Andò a Montpellier e vi fondò una scuola di diritto civile. Tornato in Italia (1183), ne ripartì presto (1189) per Montpellier. Fu tra i più grandi giuristi del suo tempo: importanti dogmi e teorie fanno capo all'opera sua. Fu erudito nelle artes della dialettica e della retorica, e tuttavia polemizzò contro l'abuso di esse negli scritti giuridici. Oltre alla Summa Mantuana scrisse varie summae: quelle alle Istituzioni, al Codice e ai Tres libri, le additiones al commento di Bulgaro al titolo De regulis iuris, inoltre distinctiones e glosse. L'opera principale di Azzone è la Summa codicis, che ebbe un immenso successo e avrebbe rappresentato il manuale di diritto romano per eccellenza nel Medioevo. La prima versione, Summa super Codicem, fu scritta tra il 1208 e il 1210 e fu erroneamente attribuita a Rogerio. Con il nome di Summa codicis e nella versione finale, per secoli fu considerata il manuale del perfetto giurista per antonomasia: era obbligatoria la sua conoscenza per poter accedere al collegio dei dottori di legge. Un aneddoto racconta che fu coniato appositamente un motto molto diffuso negli ambienti giuridici: "Chi non ha Azzo, non vada a palazzo", per significare che la mancata conoscenza della Summa era condizione ostativa all'accesso alla carriera degli aspiranti dottori in legge. In questo campo, il contributo di Azzone fu importantissimo: fece glossae di tutto il Corpus Iuris Civilis), ed il suo lavoro fu proseguito e portato a termine dall'allievo Accursio, che enumerava al suo attivo circa 97.000 glosse. Queste finirono col formare parte integrante dei libri legales e come il testo (e forse anche più) sarà fonte del diritto per secoli; tant'è che venne regolarmente pubblicata a stampa in tutte le antiche edizioni del Corpus iuris.La Magna Glossa fu iniziata da Azzone in età giovanile, ma fu poi portata a termine da Accursio, intorno al 1228. Quest'opera consisteva in uno sterminato commento ai Codici giustinianei. A Graziano si deve il primo tentativo di conciliare le varie e apparenti contraddizioni che scaturivano ormai copiose dalle Sacre Scritture, grazie a varie opere come il Sic et non del filosofo Abelardo.Attingendo gran parte dalla Panormia di Ivo di Chartres e da altre collezioni che erano nate copiosamente nel periodo gregoriano, scrisse il famoso Concordia discordantium canonum, passato poi alla storia come Decretum Gratiani. Nell'ambiente bolognese attivissimo nel campo del diritto civilistico grazie all'opera di Irnerio e dei suoi seguaci, non passò troppo tempo che anche il diritto canonistico cominciò a riscuotere successo, anche se la maggior diffusione la ebbe in Francia e Germania grazie alle summae di Rolando e del francese Rufino, dando vita al fenomeno della decretistica.Il Decretum ebbe sempre e comunque importanza nella storia, anche se non fu mai riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa: perse tuttavia d'attualità già dopo il 1179, con il Concilio Lateranense III. La sua importanza e immediata (anche se breve) diffusione furono dovute al fatto che tale opera era formato sia da precetti normativi che da creazioni di dottrina (i dicta); nella didattica, il Decretum dà origine a una tradizione di glossatori specialisti (i Decretisti), attivi parallelamente a quelli impegnati nello studio del Diritto Romano, mentre nella pratica diventa il punto di riferimento per la prassi giudiziaria dei tribunali ecclesiastici. Volumetto scritto nel 1567 dall’esponente della scuola culta [vedi Culti (scuola dei)] François Hotman [vedi Hotman François] e pubblicato per la prima volta a Parigi in lingua francese nel 1603. In esso è contenuta un’acre ed esplosiva serie di accuse demolitrici sia al Corpus iuris civilis [vedi] voluto da Giustiniano I [vedi] e realizzato da Triboniano [vedi ], sia ai metodi interpretativi del diritto romano adoperati dalla giurisprudenza medievale e soprattutto dai bartolisti [vedi Bartolismo]. Nell’(—) il diritto giustinianeo viene giudicato un fenomeno meramente storico, privo di auctoritas intrinseca e, quindi, inapplicabile alle strutture politiche ed alle esigenze
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