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Diritto Privato 1 (persone, diritti reali, diritto di famiglia, successioni), Appunti di Diritto Privato

Appunti chiari ed efficaci del professor Tamponi integrati con il manuale Torrente e codice civile. All'esame presi 28.

Tipologia: Appunti

2021/2022

In vendita dal 19/12/2022

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Scarica Diritto Privato 1 (persone, diritti reali, diritto di famiglia, successioni) e più Appunti in PDF di Diritto Privato solo su Docsity! DIRITTO PRIVATO I SECONDO SEMTRE 2022 PROFSORE: TAMPONI MICHELE A cura di Martina Ritossa Indice Nozioni generali…………………………………………………………………………………………………………….……….….2 Diritti soggettivi……………………………………………………………………………………………………………….………1-4 Situazioni Giuridiche………………………………………………………………………………………………………..………4-8 Soggetti di diritto………………………………………………………………………………………………………………..…8-26 Beni……………………………………………………………………………………………………………………………………….26-33 Fatto, atto e negozio giuridico…………………………………………………………………………………….……..33-34 Influenza del tempo nelle vicende giuridiche……………………………………………………………………..34-36 Diritto di proprietà……………………………………………………………………………………………………………….36-42 Diritti reali di godimento………………………………………………………………………………………………………42-47 Comunione………………………………………………………………………………………………………………………….…47-49 Condominio……………………………………………………………………………………………………………………………49-50 Multiproprietà…………………………………………………………………………………………………………………………….50 Possesso…………………………………………………………………………………………………………………………….….50-55 Diritto di famiglia………………………………………………………………………………………………….………………55-80 Successione mortis causa…………………………………………………………………………………….………………80-104 Donazione…………………………………………………………………………………………………………….……………105-109 1 Nozioni generali Una norma giuridica si presenta come una sorta di giudizio ipotetico tracciando una determinata situazione ipotetica che comporta conseguenze giuridiche (positive o negative). Il fatto ipotetico previsto dalla norma giuridica è detto fattispecie (astratta): la definizione “astratta” come aggiunta e impropria perché la fattispecie di fatto astratta in quanto un'eventuale, futura situazione che il giurista ipotizza per creare una conseguenza giuridica ( se si crea questa situazione, allora si fa così). Quello che si crea nella praticità è il cosiddetto fatto concreto (non la fattispecie). Il collegamento tra fattispecie e fatto concreto è conseguenza giuridica. Quando una norma è limitativ a significa che prevede conseguenze giuridiche negative (sanzioni). L’uomo non è l'unico ad essere soggetto all'ordinamento giuridico: lo sono anche enti e organizzazioni. Le norme giuridiche si rivolgono ad essi secondo varie necessità: ● necessità relative (si puo scegliere se obbedire ad esse o meno; leggi delluomo);[norme derogabili] ● necessità assolute (non si ha scelta se seguire/obbedire ad esse o meno; il soggetto è passivo perche e costretto ad obbedire; leggi naturali);[norme inderogabili] L’interesse non è un concetto giuridico, ma è il presupposto di qualsiasi iniziativa di un soggetto giuridico. Interesse come aspirazione ad un risultato, che può essere (profili di esso): soggettivo (mira a soddisfare la singolarità dei soggetti), pubblico (mira a soddisfare la generalità dei soggetti), di contenuti (mira a conservare un vantaggio/ bene; mira a conseguire un vantaggio/bene. Definiamo diritti disponibili quelli, in genere, di natura economica, in quanto ciascuno può disporre del proprio patrimonio. I diritti indisponibili, invece, pur potendo anche essere di natura economica, sono generalmente a contenuto personale ed hanno un rilievo non solo privatistico ma anche pubblicistico. Diritti Soggettivi Definiamo diritto soggettivo, la manifestazione massima del potere del singolo all'interno dell'ordinamento giuridico. In base alla necessità di cooperazione altrui per la soddisfazione di tale diritto, si possono distinguere diritti soggettivi assoluti e relativi. Come limiti abbiamo: il rispetto dei diritti altrui e gli oneri che gravano sul titolare di tale diritto. il diritto soggettivo può necessitare o meno un comportamento, una cooperazione altrui 2 La situazione soggettiva è la formula giuridica che l'Ordinamento Giuridico riconosce al soggetto in virtù di interessi. Quando si verifica un'ipotesi di conflitto di interessi, l'Ord. Giur., tutela la situazione soggettiva degna di maggiore considerazione, e mette in secondo piano la situazione giuridica inferiore. Va considerato che le situazioni giuridiche sono di 2 tipi: ● Attiva: tutela un interesse di rango superiore nei confronti del titolare di una sit. giuridica passiva. Ma nel contempo l'attività del titolare della situazione consiste in un potere di agire, di azione, di movimento, di pretesa. ● Passiva: destinatario di una pretesa, di un potere di azione da parte del titolare di una situazione giuridica attiva. Quindi da un lato c'è la situazione attiva che si sostanzia in un agire, una pretesa; pretesa che si può esercitare in vari modi a seconda se si esercita un diritto soggettivo, una potestà, un interesse legittimo; colui che è destinatario della situazione giuridica soggettiva attiva è titolare di una situazione soggettiva passiva perché attende, riceve, e non può far nulla nei confronti del soggetto attivo. Le situazioni giuridiche soggettive ulteriori sono: l’aspettativa, l’interesse legittimo, lo status, il possesso, la potestà. Aspettativa la parola esprime uno stato provvisorio, di attesa. L’aspettativa è una situazione giuridica soggettiva attiva che consiste nella situazione in cui il soggetto attende il maturare, il perfezionarsi, di una situazione giuridica soggettiva a lui favorevole ma che ancora non si è concretizzata. L'aspettativa si distingue in: · ASPETTATIVA GIURIDICA · ASPETTATIVA DI FATTO L'aspettativa giuridica è un attesa del perfezionarsi della situazione completa. Può essere tutelata. Mentre il diritto soggettivo è un diritto pieno, è il potere di agire per interesse proprio o altrui, nella situazione di aspettativa il soggetto rimanda. E' diversa la situazione rappresentata dall'aspettativa di fatto che si verifica quando si attende l'evenienza di un futuro fatto, però manca la tutela giuridica; quindi la situazione non è giuridicamente tutelata. Esempio: Tizio fa Testamento in favore del figlio che nascerà da Caio (disposizione testamentaria in favore di una persona non ancora nata). Un soggetto non ancora nato non può essere proprietario di un bene perché il diritto ereditario si acquista con la nascita, quindi il testamento non è invalido ma deve essere custodito fino alla nascita del beneficiario. Tale periodo di attesa in cui i beni devono essere protetti fino alla nascita è detta ASPETTATIVA. 5 altro esempio: c'è stato un contratto che vede il trasferimento da x a y ma a condizione che y si laurei entro l'anno 2025. Se quindi il donatario non si laurea entro il termine il trasferimento del bene non andrà a buon fine. Se invece y non si laurea prima del 2025 e x assume comportamenti che mi inducono a pensare che x non sta mantenendo la parte definita dal contratto, y ha diritto a una tutela dell'ordinamento perché ha un aspettativa. Interesse legittimo Si tratta di una pretesa del singolo a che l'amministrazione eserciti un potere pubblico in conformità della legge, per conseguire o mantenere una sua utilità. Si tratta di una tutela di un interesse del singolo subordinata a un altro interesse gerarchicamente sovraordinato. Parliamo dunque di una tutela indiretta, mediata e strumentale perché viene concretizzata dall'ordinamento SE che corrisponde a quello dello stato. Essa comporta il potere di sollecitare un controllo giudiziario in ordine al comportamento tenuto dalla pubblica amministrazione. Investe in particolare il privato rispetto la pubblica amministrazione Se io vanto un diritto soggettivo= vado dal giudice ordinario. Se è stato violato un interesse legittimo della pubblica amministrazione= vado dal giudice amministrativo (lunica cosa che può fare e richiedere l'annullamento dell'atto amministrativo, non può risarcire il danno al singolo). -Esempio1: Io Faccio un concorso nazionale, spero di vincere ma non va così. Non posso chiedere l'annullamento dell'atto solo perché a me fa comodo, ma lo posso chiedere e magari ottenere solo se dimostro che la commissione giudicante non ha lavorato bene. L’atto in questione verrà annullato perche si e leso l'interesse generale. -Esempio2: Se ho un terreno di mia proprietà su cui mette gli occhi la pubblica amministrazione per un progetto giustificato (pubblico interesse legittimo) e mi viene espropriato, possono ottenere l'annullamento dell'atto (la retrocessione) solo se il progetto non risponde agli interessi pubblici. Cosa significa? Del terreno espropriato se ne vuole una scuola che ha le caratteristiche di una scuola a pochi km dal mio terreno: io posso fare ricorso perché non ha senso avere due scuole uguali nell'arco di pochi km. Questo può essere richiesto anche se la pubblica amministrazione non rispetta i tempi del progetto= chiedo un indennizzo. Interessi diffusi Sono interessi generali di valuta costituzionale (art. 810 c.c.). Il singolo non ha potere di prendere iniziativa su questioni generali (problematiche ambientali, climatiche…), solo le organizzazioni collettive (Greenpeace, WWF…) possono farsi portatrici di idee della 6 comunità. Esempio: caso ILVA (patologie insorte come conseguenza certa delle violazioni ambientali delle acciaierie di Taranto). Potestà Situazione giuridica soggettiva caratterizzata da elementi di potere e doverosità (un potere-dovere). Il soggetto è investito di una funzione e quindi ha anche potere di esercitare; tale potere può essere esercitato però solo secondo specifiche modalità. -Esempio1: Patria potestà, che dal 2012 è diventata responsabilità genitoriale: i genitori hanno poteri (responsabilità) sui propri figli per conseguire i loro interessi. Il titolare di un diritto soggettivo fa quello che vuole perché le conseguenze giuridiche ricadono su di lui, con i titolari di potestà non è così perché le conseguenze ricadono su altre persone. Non c'è legame con il diritto potestativo (diritto soggettivo relativo), la potestà e una situazione giuridica soggettiva. Status Appartenenza di un singolo a un gruppo organizzato; conseguentemente tutti i diritti e i doveri derivnti dal gruppo gravano anche sul soggetto stesso. (tutte le situazioni attive e/o passive che fanno capo a tale gruppo) -Esempio: 1. Cittadini italiani=diritti e doveri sanciti dalla Costituzione (status di Cittadino della Repubblica italiana) 2. Figli= diritti e doveri sanciti dai genitori (gruppo famigliare) 3. Soci= diritti e doveri sanciti dal contratto (società) Onere Necessità (non è una necessità assoluta, ma c’è l’elemento della doverosità di un certo risultato) di certo comportamento se si vuole raggiungere un certo risultato. (non sono obbligato ma se non lo faccio non otterrò il risultato sperato) -Esempio: In una sentenza mi viene dato torto. Ho due vie possibili da percorrere: posso fare acquiescenza o impugnare la situazione e tentare di ribaltarla a mio favore. Se voglio ribaltare la situazione ho l'onere di fare appello. 7 matrimonio, non poteva accedere alla carriera di magistratura o non aveva capacità giuridica testimonianza. Il concepito Art 1,2 c.c. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all'evento della nascita. Sorge un interrogativo sulla coerenza tra il primo e il secondo comma dell'art 1 del c.c.: La capacità giuridica sorge al momento della nascita o anche prima? Facciamo riferimento per capire alla legge sull aborto: Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternita' e tutela la vita umana dal suo inizio. Ora sorge l'interrogativo: cosa è considerato inizio della vita umana? Dal punto di vista etico-giuridico la donna può interrompere la gravidanza entro i tre mesi perciò può essere definito inizio della vita umana dopo i 90 giorni di gestazione. C'è un altro punto che può far sorgere dubbi: la legge sulla fecondazione medicalmente assistita (fecondazione artificiale) del 2004. Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilita' o dalla infertilita' umana e' consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalita' previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. Il concepito dunque è considerato soggetto di diritto. Ai sensi dell art.784 del c.c., La donazione può essere fatta anche a favore di chi è soltanto concepito [462 c.c.], ovvero a favore dei figli di una determinata persona vivente al tempo della donazione, benché non ancora concepiti [463, 785 c.c.].Si presume concepito chi e nato dopo 300 giorni dalla morte della persona a cui succede. Morte Ma possiamo stabilire quando finisce la vita umana? Il legislatore la fa facile e parla solo di morte fisica e apertura del procedimento successorio. Per espiantare gli organi si intende morte giuridica come morte cerebrale: cessazione delle funzioni dell'encefalo. La scienza dunque vediamo come accompagna la legge. Ci sono alcuni valori della persona morta che mantengono la rilevanza sul piano giuridico (es: diritto all'immagine e la corrispondenza. Se tizio è deceduto io non posso divulgare tutta la corrispondenza avuta con tizio). Incapacità speciali 10 Si dividono in assolute (se al soggetto è precluso quel dato tipo di rapporto o di atto: il contratto di lavoro è precluso ai minori di 16 anni) o relative (se al soggetto è precluso quel dato tipo di rapporto o atto, ma solo con determinate persone: tra madre e figlio/padre e figlia/fratelli non può esserci matrimonio) Non può esserci un essere umano privo di capacità giuridica generale, ma di specifiche si (incapacità giuridiche in senso specifico). Esistono dunque incapacità giuridiche assolute che concernono rapporti tra soggetti e altri in generale: il minore di anni 16 non può stringere un contratto di lavoro, i minori di anni 16 non possono sposarsi e i minori di 18 possono con autorizzazione del tribunale minorile, i minori di 18 non possono fare testamento. Ci sono poi incapacità giuridiche relative perché riguardano rapporti tra il soggetto di diritto e specifici soggetti: madre e figlio, o padre e figlia, o tra fratelli non possono contrarre matrimonio. Ai sensi dell'art 597 del c.c., sono nulle le disposizioni a favore del notaio o di altro ufficiale che ha ricevuto il testamento pubblico, ovvero a favore di alcuni dei testimoni o dell'interprete intervenuti al testamento medesimo. Il legislatore afferma che il notaio che raccoglie le ultime volontà del soggetto non influenzi il “testatore”. L’art 1261 del c.c. sostiene che I magistrati dell'ordine giudiziario non possono rendersi cessionari di diritti sui quali è sorta contestazione davanti l'autorità giudiziaria di cui fanno parte o nella cui giurisdizione esercitano le loro funzioni, sotto pena di nullità e dei danni. L'art 1471 del c.c. Non possono essere compratori nemmeno all'asta pubblica, [579 c.p.c.] né direttamente né per interposta persona: 1. gli amministratori dei beni dello Stato, dei comuni, delle province o degli altri enti pubblici, rispetto ai beni affidati alla loro cura; 2. gli ufficiali pubblici, rispetto ai beni che sono venduti per loro ministero; 3. coloro che per legge o per atto della pubblica autorità amministrano beni altrui, rispetto ai beni medesimi; 4. i mandatari, rispetto ai beni che sono stati incaricati di vendere, salvo il disposto dell'articolo 1395. Nei primi due casi l'acquisto è nullo (non modifica la realtà giuridica, non ha più effetti giuridici applicabili alla realtà); negli altri è annullabile (suscettibile di annullamento, nel caso di annullamento lotta può perdere i suoi effetti giuridici). 11 Ci sono situazioni e rapporti a cui accedere per cui la nascita non è sufficiente ma sono richiesti altri presupposti (la maggiore età, il compimento dei 16 anni, etc…). Se detti presupposti non sussistono, il soggetto non può accedere a quel rapporto. La maggior età non è necessaria, ad esempio con i 15 anni il minore può svolgere attività lavorativa e ha anche la capacità di compiere gli atti che si ricollegano alla sua attività lavorativa come il contratto di lavoro o il ricorso per quanto riguarda la tutela di quest'ultimo. Il minore di anni 18 può contrarre matrimonio seppur con l'approvazione del tribunale dei minori, chi ha compiuto 16 anni può riconoscere proprio un figlio naturale. Capacità di Agire Designa l'attitudine del soggetto ad esercitare da sé i diritti e adempiere da sé ai suoi doveri senza implicazione di altri. Si acquista al raggiungimento della maggiore età. Presuppone la capacità giuridica (acquisita alla nascita) La distinzione tra le due capacità (giuridica e d’agire) dunque riguarda la persona fisica e non l’ente. Per l’ente si parla in generale di capacità. Istituti a protezione delle persone prive di autonomia Può accadere però che, nonostante la maggiore età, la persona fisica si ritrovi a non avere quella normale capacità di discernimento di un individuo adulto e maturo. Da qui nasce la necessità di creare istituti per la protezioni di tali individui, affinché non rechino danni alla società e a se stessi. A protezione delle persone “del tutto o in parte prive di autonomia” il codice civile prevede gli istituti: 1. della minor età: Chi si trova in condizione di minore età si trova in una condizione di incapacità di agire se non per alcuni casi anche elencati. Il minore cosa può / non può fare? In linea di principio il minore non può fare nulla per sé. Gli atti sono svolti da coloro che hanno il dovere di tutelare il loro interesse (i genitori o un tutore che ha i compiti di rappresentanza e amministrazione). Dire che non può compiere atti giuridici non è esatto perché si riconosce al minore una sfera di autodeterminazione valorizzata soprattutto con la riforma del 2012-2013 (d. Lgsl con modifiche della sfera di autodeterminazione del minore che si vede riconosciuta una certa sfera di libertà e autonomia). Una particolare sfera è rappresentata dall'attitudine al discernimento, se un minore ha capacità di discernimento egli ha diritto di essere ascoltato laddove possa ritenersi che la sua parola meriti attenzione ad es. le questioni familiari. Si tratta di un indice di cui non si può non tenere conto. 12 amministrazione né quelli di ordinaria amministrazione a rischio di contestazione del tutore. Quando poi è stata istituita l'amministrazione di sostegno le cose sono un po cambiate. 3. Interdizione legale: costituisce una sanzione accessoria alla pena detentiva. Questa limitazione della capacità si riferisce solo ai profili patrimoniali, e non personali. Viene affibbiata a coloro i quali hanno ricevuto almeno 5 anni di reclusione e, in questo modo, hanno la possibilità di svolgere gli stessi atti compatibili agli inabilitati. 4. Inabilitazione: Si pensi ad una persona fragile di mente che è in grado di compiere gli atti della normalità, ma avrebbe bisogno di sostegno per casi specifici (in questo caso si parla di inabilità che viene affidato ad un curatore). L'incapacità legale dell inabilitato è limitata, non assoluta come l'interdetto, e il soggetto viene solo affiancato da un curatore. Viene affiancata la figura di un curatore ai soggetti che presentino: infermità mentale non tanto grave da richiedere l’interdizione, prodigalità, abuso di alcool e/o sostanze stupefacenti, sordità/ cecità dalla nascita o da pochi anni dalla nascita. Negli Atti di ordinaria amministrazione linabilitato può fare tutto. Se vuole svolgere un atto di straordinaria amministrazione servono tre requisiti: volontà dell inabilitato, permesso del tribunale e assistenza del curatore: se non c'è anche solo uno di questi requisiti, l'atto è nullo. Il curatore che viene assegnato non si sostituisce al soggetto, ma lo accompagna nelle sue attività. 5. Emancipazione: Altro caso è quello dell’emancipazione in cui si viene a creare un rilievo molto limitato, avviene da parte del minore di anni 18 ma superiore ai 16 che abbia contratto matrimonio. Gli viene quindi affidata una determinata libertà, può compiere da solo gli atti di ordinaria amministrazione mentre ha bisogno di un curatore per quegli atti al di fuori dell'ordinarietà. 6. Incapacità naturale:Non naturalmente incapace di intendere e di volere in generale (malattia mentale), ma si tratta di una Persona che in determinato momento è incapace di intendere e di volere (anche in un momento temporaneo e che poi riprende la capacità: es. stato di ubriachezza, aver ingerito sostanze stupefacenti o inalato vapori nocivi etc…) 7. Amministrazione di sostegno: introdotta in Italia dal 2004. Si presenta in maniera più flessibile una via di mezzo tra l'interdizione e l'inabilitazione in quanto con tale istituto, il giudice tutelare potrà modificare/integrare le sue decisioni di volta in volta nel registro dell'amministrazione di sostegno in modo tale da rendere il fascicolo sempre aggiornato. Per ottenere l'amministrazione di sostegno è necessario che siano presenti congiuntamente i presupposti dell infermità/menomazione psichica/fisica, anche in maniera parziale o temporanea, non abbastanza profonde da dover 15 richiedere l'interdizione e dell’incapacità di provvedere ai propri interessi. Con l'amministrazione di sostegno, ottenuta con decreto di apertura, depositato a margine dell'atto di nascita del soggetto dall’ufficiale dello stato civile, viene mantenuta la capacità di agire del soggetto integrandola nelle decisioni prese insieme all’amministratore,che da indicazioni del giudice tutelare, potrà prendere solo un certo tipo di decisioni e per altre servirà solo il suo assenso: in questo modo con l'amministrazione di sostegno si cercherà di limitare il meno possibile il soggetto amministrato. Alla base di questa scelta della creazione di tale istituzione c’è il fatto che, dietro le figure di tutori e curatori c’è una situazione di vergogna e disagio umiliazione per il soggetto interdetto o inabilitato, in quanto viene toltogli del tutto o limitatagli la capacità di agire del soggetto, etichettandolo come tale. Il legislatore via via nel tempo ha sentito la necessità di introdurre dal 2004 la figura dell'amministrazione di sostegno per togliere quel velo di umiliazione a un tale strumento. Interdizione e inabilitazione sono figure standard: interdizione=privazione assoluta delle capacità d'agire (non può svolgere né atti di ordinaria né straordinaria amministrazione); inabilitazione= limitazione capacità d'agire (può svolgere solo atti di ordinaria amministrazione da solo). L'amministrazione di sostegno e una scelta che cade a pennello sul soggetto. Il giudice chiamato a tutelare un caso di amministrazione di sostegno, analizza caso per caso, situazione per situazione fino ad arrivare alla decisione ad hoc per quali situazioni il soggetto deve essere accompagnato o meno da un amministratore di sostegno. E lo strumento preferenziale che contiene sia elementi dell'interdizione che quella dell'inabilitazione. Il legislatore infatti nel codice civile pone prima la sezione dell'amministrazione di sostegno dell'interdizione e inabilitazione: prima di arrivare a interdizione e inabilitazione si deve passare per l'amministrazione di sostegno. Non deve trattarsi solo di infermità mentale ma anche altri motivi: potrebbe anche essere una persona anziana che per la sua età non riesce a prendersi cura di se stessa… Inoltre con l'amministrazione di sostegno di può precedentemente il soggetto può indicare (come fosse un testamento) quale persona volesse accanto a sé come tutore in caso gli succedesse qualcosa. Persone giuridiche Categorie di entità che rientrano nella considerazione di soggetti come persone giuridiche: oggetto del titolo secondo del primo libro del codice civile. ● associazioni riconosciute e fondazioni (in senso proprio) ● associazioni non riconosciute (come persone giuridiche) e comitati 16 Enti: soggetti di diritto collocati nell'ambito pubblicistico (possono comunque commettere atti riguardanti ambiti del diritto privato). Accanto agli enti pubblici abbiamo anche altre entità che identifichiamo soggetti di diritto diversi dalle persone fisiche, che non rientrano nelle categorie sopra citate: parliamo delle le società commerciali (soprattutto quelle con finalità lucrativa) che vengono descritte nel libro quinto; i condomini… Con riguardo alle persone fisiche vediamo una distinzione tra persone con capacità giuridica e d'agire: per gli enti non c'è questa distinzione, sono la stessa cosa, si parla solo di capacità. Persone giuridiche pubbliche Ci soffermeremo sui soggetti di diritto diversi dalle persone fisiche negli art 11 e seguenti del c.c. Ai sensi dell art 140, 4 comma della carta costituzionale, art 11 e seguenti del codice civile: previsione in negativo. Il legislatore ci dice di che cosa non ci si occupa in questi articoli: non ci si occupa di tali enti perché non usano il diritto privato. Persone giuridiche private Art 12: abrogato anni fa dal primo comma dell art 11. Il legislatore mutò il criterio di valutazione di personalità giuridica introducendo un meccanismo di attribuzione automatica della personalità giuridica basata sulla presenza di alcuni presupposti. Viene meno quella precedente valutazione, una concessione, basata sulla discrezionalità del presidente della repubblica o di una figura da lui delegata Associazioni riconosciute e fondazioni Enti di cui tratta il primo libro, sono enti di vario tipo tranne quelli aventi finalità lucrativa, di cui si parla nel libro V. Il legislatore si occupa in materia unitaria delle associazioni e delle fondazioni. All'interno di tali disposizioni però, troviamo alcune disposizioni che si riferiscono solo a una e all'altra: ci troviamo davanti a un sistema strutturale composito (regole generali e regole specifiche). Le regole generali riguardano entrambe, perché hanno in comune la personalità giuridica come autonomia patrimoniale perfetta: alle obbligazioni dell'associazione risponde solo ed esclusivamente l'associazione. Le obbligazioni dell'associazione non sono obbligazioni dei singoli associati e viceversa. Per le obbligazioni del singolo associato non risponde l'associazione con il suo patrimonio, e alle obbligazioni dell'associazione non risponde il singolo con il suo patrimonio. Obbligazione 17 Limiti del potere di rappresentanza Fonti → Codice Civile → LIBRO PRIMO - Delle persone e della famiglia → Titolo II - Delle persone giuridiche → Capo II - Delle associazioni e delle fondazioni Art 19: Le limitazioni del potere di rappresentanza, che non risultano dal registro indicato nell'articolo 33,1, non possono essere opposte ai terzi, salvo che si provi che essi ne erano a conoscenza. La norma esprime l'esigenza di tutela dei terzi contraenti con l'ente, imponendo e disciplinando eventuali limitazioni degli amministratori che, ai fini dell'opponibilità a chi contrae con l'ente, dovranno risultare dal Registro delle Persone Giuridiche. Il potere di rappresentanza è il potere di compiere atti giuridici in nome e per conto dell'ente; esso può essere generale (per tutti i tipi di atto) o speciale (limitato agli atti di ordinaria amministrazione). Ciò che importa è che risulti dall'atto costitutivo o dallo statuto; tuttavia, per opponibilità ai terzi è necessario che le eventuali limitazioni siano pubblicizzate nel Registro delle persone giuridiche, o che si provi che esse fossero a conoscenza del terzo (al quale ad es. era noto il difetto di potere di impegnare l'associazione nella vendita di determinati beni). Le limitazioni al potere rappresentativo possono essere rinvenute anche dallo statuto e dall'atto costitutivo; perciò si tratterà di elementi conoscibili anche ai terzi, perché atto costitutivo e statuto delle persone giuridiche sono inseriti in un apposito registro (Registro delle persone giuridiche) dove chiunque può constatare e trovare tutte le informazioni riguardante il regime di quell'ente, quali sono le prerogative degli amministratori dell'ente, quali sono i poteri, quali sono i limiti ai loro poteri appunto. Il problema si pone quando siano stati costituiti dei limiti ai poteri degli amministratori attraverso una delibera assembleare, e il contenuto di questa delibera non sia stato pubblicizzato nel Registro delle Persone Giuridiche.In questo caso i terzi non possono essere a conoscenza delle limitazioni dettato dall assemblea e perciò quelle limitazioni non possono essere opposte adessi. E quindi se un amministratore compie un atto che eccede i poteri definiti dall'assemblea ma la limitazione dettata dall assemblea non era stata pubblicizzata, i terzi che hanno trattato con l'amministratore, hanno il diritto di reputare perfettamente valida l'atto compiuto dall'amministratore, hanno quindi pieno diritto di pretendere l'osservanza di quel contratto da parte dell ente. Il problema dunque si pone se il rapporto di malafede degli amministratori con i suoi consociati ricade sui terzi che avevano fatto affidamento sulla situazione così come risulta dal registro, in cui non venivano rinvenute limitazioni, sembrava tutto apposto. Quelle limitazioni non rinvenute dai terzi nel registro delle persone giuridiche, si hanno per non apposte nei loro riguardi: hanno dunque diritto di pretendere l'esecuzione da parte dell'ente degli impegni che l'amministratore ha assunto, sarà poi un problema dell ente vedersela con l'amministratore che ha travalicato i suoi poteri. Associazioni 20 Abbiamo visto come vi sono delle norme dettate dal legislatore in maniera unificata riguardanti associazioni e fondazioni e altre invece, come vedremo, che riguardano solo l'una o l'altra. Assemblea organo di cui dobbiamo parlare delle associazioni (e non delle fondazioni), è l'assemblea. Perché le associazioni hanno l'assemblea e le fondazioni no? perché le associazioni sono fatte di persone che possono riunirsi in assemblea, le fondazioni sono amministrate da persone ma la sostanza, la base delle fondazioni e il patrimonio, non ci sono associati, non vi è organo assembleare, vi è soltanto l'organo esecutivo in esse. L'assemblea è l'organo sovrano, di maggiore rilievo sul punto di vista formale, perché nomina gli amministratori, ne controlla l'operato, che ne approva l'attività o la disapprova, e se la disapprova può anche chiamare in giudizio gli amministratori incompetenti. E abilitata in certe condizioni a modificare lo statuto, il programma, a orientarli in maniera diversa, a revocare gli amministratori qualora non fosse soddisfatta del loro operato. Dal punto di vista pratico l'organo sovrano sono gli amministratori che rappresentano il potere esecutivo dell'ente stesso. L'assemblea deve essere convocata periodicamente: almeno una volta l'anno per l'approvazione del bilancio, per cui in quell'occasione gli associati convocati prendono atto dell'operato annuale degli amministratori. Ma come l'assemblea delibera? Vige il principio di maggioranza. Il legislatore delinea che in prima convocazione l'assemblea sia valida con la maggioranza degli associati, nelle successive la validità è ottenuta anche solo con qualsiasi numero dei presenti all'assemblea. Assemblee di fatto si svolgono nella seconda convocazione quando qualsiasi numero di partecipanti dà validità all'assemblea, diremo dunque che l'assemblea è costituita, dunque può deliberare. Delibera a quel punto la maggioranza degli associati presenti. La maggioranza dei presenti delibera per tutti ma con una minima limitazione, affinché quei pochi dell'assemblea: in linea di principio in seconda convocazione le deliberazioni sono prese con maggioranza dei presenti, ma per specifiche delibere non basta il generico quorum, ma occorre una soglia più elevata. Art 21: “Le deliberazioni dell'assemblea sono prese a maggioranza di voti e con la presenza di almeno la metà degli associati. In seconda convocazione la deliberazione è valida qualunque sia il numero degli intervenuti. Nelle deliberazioni di approvazione del bilancio e in quelle che riguardano la loro responsabilità gli amministratori non hanno voto. Per modificare l'atto costitutivo e lo statuto, se in essi non è altrimenti disposto, occorrono la presenza di almeno 3/4 degli associati e il voto favorevole della maggioranza dei presenti (75%) 21 Per deliberare lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio occorre il voto favorevole di almeno tre quarti degli associati” La funzione di tali norme e conservativa: impediscono il colpo di mano di una minoranza, la quale trovandosi casualmente a costituire maggioranza in un'assemblea che è stata disertata dalla maggioranza degli associati, in assenza di queste limitazioni, potrebbe adottare qualunque decisione, stravolgendo anche alcune finalità dell'associazione stessa. Può essere indicato un numero diverso nello statuto: al secondo comma dell'art 21 viene detto che lo statuto può prevedere al suo interno un numero diverso, una percentuale più alta o più bassa del 75% degli associati. E’ possibile che alcune associazioni prevedano la delega nelle deliberazioni, e altre che preferiscono che i loro associati si impegnino in prima persona nelle varie deliberazioni. Impugnazione delle deliberazioni di assemblea Qualora un associato ritenga che una delibera sia non conforme alla legge o allo statuto, potrebbe impugnare davanti all'autorità giudiziaria e chiedere che venga annullata. Vi e la possibilità di mettere in discussione una delibera: ora però impugnare una delibera davanti alle autorità giudiziarie significa avviare una causa che potrebbe sfociare con una sentenza di annullamento oppure una sentenza che respinge l'impugnazione, confermando la piena validità della delibera, qualora il giudice riterrà che la delibera non sia viziata. La delibera dunque, qualora venga emessa una sentenza di annullamento, cercherà di avere valore da quando la sentenza è stata emessa. Nel lungo periodo tra adozione della delibera e emanazione della sentenza di annullamento, quella delibera ha prodotto i suoi effetti e quindi magari è stata posta in esecuzione: ciò che è stato deliberato e stato attuato. La Sentenza di annullamento rischia di arrivare quando ormai è troppo tardi, quando la delibera è stata già attuata. Ad evitare questo inconveniente è prevista la possibilità per chi impugna la delibera assembleare di chiederne anche la sospensione dell esecutività: io che impugno la delibera non mi limito a chiederne l'annullamento, ma chiedo anche che, d'urgenza, in via cautelativa, sia comunque inibito agli amministratori di dare esecuzione a quella delibera. Quella delibera dunque non è ancora invalida, e ancora sub iudice, tuttavia il tribunale può disporre la sospensione dell'efficacia di tale delibera fino a sentenza finale, la valenza operativa di quella decisione in questo modo è congelata, è sospesa. Sulle delibere delle associazioni c’è controllo giudiziario voluto dall associato assente dalla deliberazione, o da quello presente ma dissenziente (ovviamente chi era presente e consenziente non puo ripensarci impugnando la delibera, chiedendo il controllo giudiziario sulla delibera) Azioni di responsabilità contro gli amministratori 22 Quando però ci imbattiamo in associazioni non riconosciute ci troviamo davanti ad un autonomia patrimoniale imperfetta: c'è una commistione tra il patrimonio dell'associazione è quello dei singoli associati (davanti a un contratto rispondono sia l'associazione con le sue obbligazioni, sia i singoli associati che hanno speso in nome dell associazione, detentori di quote associative=i privati possono essere coinvolti in determinate situazioni) L'associazione non riconosciuta non è delineata nel codice civile: art 36: L'ordinamento interno e l'amministrazione delle associazioni non riconosciute come persone giuridiche sono regolati dagli accordi degli associati. Le dette associazioni possono stare in giudizio nella persona di coloro ai quali, secondo questi accordi, è conferita la presidenza o la direzione. Se lo statuto è schematico e generico, come si fa a regolare tale associazione non riconosciuta? Troveranno applicazione in via di interpretazione analogica alle norme di regolazione di associazioni simili riconosciute. L'apparente vuoto normativo non è effettivo perché c'è modo di colmarlo: o perché lo statuto è denso di normative, o perché si possono utilizzare le regole di associazioni simili riconosciute. Fino ai primi anni 80 si pensava che gli enti di fatto non potessero acquistare beni e immobili, ora non e cosi -Esempi enti di fatto: sindacati, partiti politici, circoli, organizzazioni private, sportive etc. Comitato Sempre all'interno di tali enti il legislatore definisce il comitato come organismo a base associativa, e non fondativa, creato con l'obiettivo di raccogliere risorse per un determinato fine. Creo un comitato per raccogliere fondi da destinare ai profughi della guerra in corso, oppure per festeggiare la vittoria della squadra x che ha vinto il campionato. Il legislatore non disciplina tutti i comitati ma solo quelli non riconosciuti, lasciando intendere che ci potrebbero essere comitati con personalità giuridica. Art 41: Qualora il comitato non abbia ottenuto la personalità giuridica, i suoi componenti rispondono personalmente e solidalmente delle obbligazioni assunte dal comitato. I sottoscrittori sono tenuti soltanto a effettuare le oblazioni promesse. ● Perché il legislatore detta la regola di responsabilità dei componenti solo di comitati senza personalità tacendo sui comitati con personalità giuridica? Perché essendo a base associativa, i comitati con personalità giuridica applicano le stesse regole delle associazioni con personalità giuridica (per estensione). 25 ● Due enti privi di riconoscimento hanno regole diverse riguardo la responsabilità: Nei comitati senza personalità giuridica, rispondono però tutti i componenti, non solo chi ha agito (differenza con associazioni non riconosciute). I membri del comitato sono soggetti attivi, che operano in prima persona per raggiungere il fine predefinito (come se fossero tutti amministratori), mentre quelli dell'associazione possono essere anche associati “rimorchio” che non operano in prima persona all'attività. Per questo motivo non avrebbe senso far rispondere alle obbligazioni tutti gli associati dell associazione L’attività di svolge in due fasi: ● raccoglimento dei fondi ● gestione amministrativa di fondi (secondo il principio del vincolo di destinazione) Terzo settore Negli ultimi anni si è venuto a creare un nuovo settore: il terzo settore, chiamato così perché ha elementi di pubblico e privato. Si tratta di organizzative civiche, solidaristiche, umanitarie, no profit, a base volontaristica, onlus etc Nel 2017 si è creato un codice del terzo settore che raccoglie tutte le norme e leggine che nel tempo sono state emanate dall'ordinamento che riguardasse associazioni a metà tra pubblico e privato (reductio ad unum). Nel 2022 è entrato in vigore, per cui ora è un ente riconosciuto in teoria per cui ha anche agevolazioni sociali. Fanno parte: ● enti filantropici ● reti associative ● enti di mutuo soccorso ● cooperazioni e imprese sociali Sono formati da 3 organi: ● assemblea ● organo di controllo ● organo amministrativo Beni Nell’ambito giuridico, i beni sono qualsiasi entità materiale e/o immateriale giuridicamente rilevanti e tutelate. Sono le cose suscettibili di essere oggetto di diritto, anche se ci sono cose che non sono oggetti di diritti personali. Sono beni quelle cose dunque suscettibili di diritti. 26 Ci sono poi cose che la natura offre in quantità, se non illimitata, certamente superiore ai bisogni dell’uomo (la luce del sole, l’aria, l’acqua del mare), le res communes omnium: sono cose che appartengono a tutti o, ciò che è lo stesso, a nessuno, dal momento che nessuno ha interesse a stabilire con esse un rapporto di appartenenza, che ne riservi a sé un uso esclusivo. Il diritto si occupa delle risorse solo in quanto esse siano materia di possibile conflitto fra gli uomini. Il termine bene attiene all’oggetto della fenomenologia giuridica, e, pertanto, ha un rapporto con il termine «oggetto del diritto» sia sotto il profilo terminologico, sia rispetto ai problemi che suscita, per la scienza giuridica, la determinazione del concetto o dei concetti, la loro collocazione sistematica, nonché la loro funzione e la loro portata Beni materiali e immateriali I Beni materiali sono quei beni che riusciamo a percepire attraverso i sensi o con strumenti materiali. I beni non materiali sono oggetto di rapporti giuridici e negoziazione, come ad esempio i crediti, le quote, gli strumenti finanziari. Mobili e immobili Sono beni immobili, il suolo e tutto ciò che naturalmente e artificialmente è incorporato ad esso. Sono immobili anche alcuni beni non incorporati ad esso, come i mulini, i bagni e altri edifici galleggianti. Mobili sono invece tutti gli altri beni non immobili. Beni registrati e non La registrazione di un bene avviene tramite iscrizione dello stesso ai registri pubblici, che comprendono: il registro degli immobili, il registro pubblico automobilistico, quello navale e quello aeronautico nazionale. Beni fungibili e infungibili Sono beni fungibili quei beni che non si distinguono uno dall’altro per la loro identità. Sono esclusivamente individuati con riferimento alla loro appartenenza ad un determinato genere. Essi, dunque, possono essere facilmente scambiati con altri perché non interessa avere quel determinato bene ma una data quantità di quel bene, come accade con il denaro. Beni infungibili sono invece quei beni che si caratterizzano per una propria identità. 27 frutti civili dovuti per ogni giorno di godimento dell’altrui cosa fruttifera o capitale. Frutti percetti sono i frutti naturali appresi dal possessore della cosa madre e i frutti civili ricevuti in pagamento dal possessore della cosa madre o del capitale. I percipiendi sono i frutti che il possessore della cosa o del capitale avrebbe potuto diligentemente ricavarne. I consumati, infine, sono quelli utilizzati o alienati. Combinazione di beni ● I beni semplici sono beni i cui elementi sono talmente compenetrati tra loro che non possono staccarsi senza distruggere o alterare la sostanzialità del bene stesso. ● Beni composti sono quei beni risultanti dalla connessione materiale o fisica di più cose. ● Universalità è un insieme di cose della stessa natura. Secondo il codice civile, l’universalità è una pluralità di cose che appartengono alla stessa persona ed hanno una destinazione unitaria (art. 816 c.c.). Da questa definizione risulta che i punti di rilievo sono: la pluralità di cose, l’appartenenza ad una stessa persona e la destinazione unitaria. L’universalità è composta da beni distinti (Biondi) che permangono nella loro individualità, nella loro autonomia funzionale e, pertanto, anche nella loro idoneità a svolgere la loro normale funzione anche separatamente dal complesso degli altri beni. Inizialmente si concepivano sono le universalità di beni mobili, con la moderna economia il concetto si è esteso fino a comprendere anche le universalità di beni immobili, come ad esempio i negozi, gli alberghi e così via. C’è chi ritiene che i beni debbano essere omogenei (Rascio) e c’è chi ritiene che in realtà più cose possono svolgere una comune funzione economica senza essere dello stesso genere, in quanto è stato detto che non possono assumersi come caratteri essenziali delle cose facenti parte del complesso la materialità, l’omogeneità, la fungibilità od altri simili (Pugliatti). I beni dell’universalità devono, quindi, appartenere alla stessa persona, nel senso che le cose devono appartenere o allo stesso proprietario o anche allo stesso possessore (art. 1170 c.c.). Elemento in comune con le pertinenze e gli accessori è ancora una volta la destinazione unitaria intesa nel senso di destinazione funzionale economica che i beni concorrono a realizzare nel loro insieme. È stato ritenuto che la destinazione è l’atto di organizzazione dei beni ad una unità funzionale (Rascio). Tale complesso organizzato dei beni soddisfa uno specifico interesse che si distingue rispetto all’interesse realizzato dai singoli beni (Trimarchi). L’universalità costituisce, quindi, un’entità economica a sé stante. Questa autonoma identità economica della universalità si traduce in un’autonoma identità giuridica, che non muta con il variare dei suoi elementi. L’universalità costituisce, quindi, un bene ulteriore rispetto ai beni che la compongono (Bianca). 30 La disciplina relativa è quella dettata in materia di pertinenze. In sintesi occorre sottolineare, quindi, che le componenti seguono la sorte dell’universalità. La disposizione dell’universalità, inoltre, non pregiudica i diritti dei terzi sulle singole componenti che possono essere oggetto di separati rapporti giuridici o separati atti. Senza scendere nell’analisi dettagliata delle universalità di diritto, chiariamo semplicemente che in tale tipo di universalità la destinazione giuridica dei beni è stabilita dalla legge in relazione a diverse esigenze e, inoltre, in tal caso si parla di complesso di diritti e non di cose. Come esempi si possono citare le eredità o il fondo patrimoniale. L’una quale complesso destinato alla vicenda successoria, l’altro destinato a soddisfare i bisogni della famiglia. Pertinenza Importante quando si cerca di delineare il concetto di bene è il termine «pertinenza». Le pertinenze sono definite dal codice come «le cose destinate in modo durevole a servizio o ad ornamento di un’altra cosa» (art. 817 c.c.). Necessari per la loro identificazione sono, pertanto, il vincolo di destinazione e la durevole funzione di servizio o ornamento. L’uno è requisito soggettivo del rapporto pertinenziale, l’altro oggettivo. La destinazione è l’atto giuridico che mette in relazione in modo funzionale la cosa accessoria con quella principale. Si realizza mettendo in concreto una cosa a servizio o ad ornamento di un’altra, ossia di quella principale. Per tale motivo la destinazione non è un negozio bensì un atto giuridico in senso stretto (Tamburrino). La destinazione comporta una modifica della cosa di pertinenza e tale potere di disposizione compete, pertanto, esclusivamente al proprietario o al titolare di un diritto reale di godimento sulla cosa stessa. Da qui segue che la destinazione operata da chi non è titolare non realizza alcuna modifica, pertanto, alcun rapporto pertinenziale. Il titolare o proprietario deve essere tale anche della cosa accessoria oltre che della principale, per poter effettuare la destinazione di pertinenza. Questo discorso non è comunque condiviso da tutti. C’è chi ritiene che la destinazione possa essere effettuata anche dal non proprietario della cosa accessoria (Contursi Lisi), tesi questa, che, tuttavia, omette di ritenere che la destinazione opera una modifica anche sulla cosa accessoria assoggettandola alla sorte di quella principale. Per quanto riguarda la funzione di servizio o ornamento della pertinenza è il collegamento diretto a fornire alla cosa principale qualsiasi utilità o abbellimento (Andreoli). Il senso è che la pertinenza (cosa accessoria) deve accrescere l’utilità o l’abbellimento della principale. Le pertinenze possono essere materialmente connesse alla cosa principale o distaccate. Certo è che se unite o incorporate, diventando parte integrante della cosa principale e, quindi, di un bene composto, non potranno dare origine ad una pertinenza. Nel caso di pertinenza distaccata deve sussistere la vicinanza a realizzare la funzione suddetta. La funzione di servizio della pertinenza deve essere stabile non essendo sufficiente che il servizio sia relativo alla soddisfazione di esigenze occasionali (Bianca). Le pertinenze seguono la sorte della cosa principale, ed invero: «gli atti e i rapporti che hanno per oggetto la cosa 31 principale comprendono anche le pertinenze, salvo che sia diversamente disposto» (art. 818 c.c.). È stato ritenuto che la relazione pertinenziale tra due cose determina automaticamente l’estensione degli effetti degli atti e rapporti giuridici aventi ad oggetto la cosa principale, salvo che il rapporto strumentale sia cessato anteriormente all’atto concernente la cosa principale ovvero da questo risulti espressamente la volontà del proprietario di escludere la pertinenza come oggetto dello stesso. Così, la vendita della cosa principale comprende le pertinenze (art. 1477 c.c.). L’usufrutto si estende alle pertinenze ed anche l’ipoteca (art. 2810 c.c.). Una regola importante riguarda, inoltre, l’applicazione del principio generale dell’inefficacia degli atti dispositivi di diritti altrui, e trova conferma nella norma che prevede la salvezza dei diritti dei terzi sulle cose destinate a pertinenze (art. 819 c.c.). Da considerare ancora è la regola secondo cui le pertinenze possono essere oggetto di atti separati o di separati rapporti giuridici. Questo genera un conflitto che può determinarsi tra l’acquirente della cosa principale e altri acquirenti delle pertinenze. Tale conflitto, però, viene risolto dal sistema di pubblicità immobiliare, nel caso in cui la pertinenza sia un immobile, in base al principio della priorità temporale, se il bene è mobile. Ovviamente, in primo luogo è sempre salva la regola del possesso del titolo. Venuta meno la funzione di servizio o di ornamento della cosa accessoria, viene meno anche il vincolo pertinenziale. Ciò può essere dovuto ad una causa esterna che renda impossibile all’improvviso tale funzione o ad un atto di scioglimento volontario. Per atto di scioglimento si intende l’atto giuridico che definitivamente elimina la destinazione del bene a servizio od ornamento della cosa principale. Si parla, quindi, sempre di atto giuridico e non di negozio, così come per la destinazione, e pertanto, può essere operata anch’essa dal proprietario (o dal titolare di diritto reale di godimento) e si concreta nella situazione di fatto o di diritto incompatibile con l’originaria destinazione pertinenziale; tale incompatibilità segue anche ad atti di alienazione della cosa principale separata dal bene pertinenziale (Bianca). Gli atti che comportano una temporanea utilizzazione del bene accessorio da parte di terzi non comportano lo scioglimento del vincolo. Accessori Quando, invece, si parla di accessori, si fa riferimento a beni o diritti che si trovano in relazione funzionale rispetto ad altri beni detti sempre principali (Biondi). Tutte le pertinenze sono beni accessori, pertanto, la nozione di pertinenza comprende quella di accessorio, ma è più ampia perché attiene a qualsiasi entità materiale o giuridica che si ponga in funzione di un’altra a prescindere da un atto di destinazione (Windscheid). La nozione di accessorio rileva in particolare in tema di alienazione, dove vale la regola per la quale l’accessorio segue il principale. La cessione del credito, ad esempio, comprende i diritti accessori (art. 1263 c.c.), ossia i privilegi, le garanzie, i poteri connessi al contenuto e all’esercizio del credito, gli interessi, i rimedi convenzionali contro l’inadempimento. La vendita, inoltre, di una cosa comprende anche gli accessori necessari al suo uso o godimento; tale concetto si differenzia, però, dalla pertinenza giuridicamente necessaria che è, invece, stabilita dalla legge. 32 Il decorso di un periodo di tempo può dar luogo all'acquisto o all'estinzione di un diritto soggettivo. Prescrizione Mezzo tramite cui l'ordinamento garantisce l’estinzione di un diritto in capo ad un soggetto per effetto della sua inerzia, quando dunque il titolare di tale diritto non lo esercita entro il termine previsto dalla legge[2934 c.c.] La prescrizione comincia a decorrere dal momento in cui il diritto avrebbe dovuto essere esercitato. Essa non opera quando sopraggiunge sospensione e/o interruzione dell inerzia ingiustificata del titolare. Essa trova applicazione a tutti i diritti, salvo quelli imprescrittibili, salvo diversa disposizione legislativa, e matura in 10 anni. Può maturare in tempi diversi: ● 20 anni: per diritti reali su cosa altrui ● 5 anni: per diritti a prestazioni periodiche/derivanti da rapporti societari ● 1 anno: per diritti derivanti da rapporti commerciali Alcuni diritti sono però imprescrittibili: ● diritti della personalità ● diritti indisponibili ● responsabilità genitoriale ● cittadinanza ● diritto di proprietà Prescrizione Presuntiva Si fonda sulla mera presunzione di estinzione di un diritto di credito: la legge presume che il credito si sia estinto, spetta dunque al creditore l'onere di dimostrare che il credito non è stato estinto. Presunzioni ogni argomento, congettura, illazione attraverso cui si giunge logicamente a considerare provata un altra circostanza, la quale è sfornita di prova diretta. Possono essere: ● legali: la legge attribuisce valore di prova, in ordine ad un altro, ad un fatto ○ assolute: ammettono prova contraria ○ relative: non ammettono prova contraria, la prova può essere fornita con ogni mezzo 35 ● semplici: il giudice attribuisce valore di prova al fatto Decadenza La decadenza è la fissazione di un termine perentorio entro il quale esercitare il diritto o una detta attività, in difetto del quale l'esercizio del diritto è considerato precluso. Può essere impedita solo con il compimento dell’atto previsto. Mentre la prescrizione comporta l'estinzione del diritto e consiste nell'adeguarsi una situazione di fatto a una situazione di diritto, la decadenza impedisce l'acquisto del diritto e quindi l'esercizio del potere. Diritti Reali Si definiscono diritti reali, quei diritti su cosa materiale determinata (iura in rem) caratterizzati da: ● Immediatezza: possibilità per il titolare di esercitare direttamente il potere sulla cosa, senza necessità di collaborazione di terzi ● Assolutezza: dovere di tutti i consociati di astenersi dal turbamento che può essere conferito al titolare nel godere del diritto. Il titolare del diritto perciò ha la possibilità di agire in giudizio contro tutti coloro che contestino il diritto di cui e titolare (efficacia erga omnes) ● Inerenza: opponibilità del diritto a chiunque possieda o vanti diritti sulla cosa ● Tipicità: ai privati è preclusa l'autonomia di modificare il contenuto, definito dalla legge, di tali diritti ● Numerus clausus: i privati non possono creare diritti reali diversi da quelli previsti dalla legge Si distinguono in: ● in iure propria: diritto di proprietà ● in iure aliena: diritti reali di godimento e diritti reali di garanzia Diritto di proprietà Vediamo come all'interno del III libro del c.c. il legislatore parla della proprietà. Disciplina anche in materia di possesso: rapporto tra possessore e bene, mobile o immobile, per cui il possessore può trovarsi in una situazione di possesso avendone il diritto di proprietà oppure potrebbe esserne solo in possesso senza esserne anche proprietario. 36 Ai sensi dell’art. 832 del c.c., si parla di diritto di proprietà legato al Diritto di godere/non godere (fruire nelle varie forme possibili) e disporre (compiere atti di disposizione, ovvero sia atti che eccedono l’ordinarietà: un esempio è l’alienazione di un bene) di un certo bene. Art. 832 c.c.: Il proprietario ha diritto di godere e disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l'osservanza degli obblighi stabiliti dall'ordinamento giuridico [Cost. 42, 43, 44]. Nel codice del 1865 si parlava solo di rispetto entro i limiti stabiliti dall'ordinamento, e non dagli obblighi stabiliti dall'ordinamento. Ci troviamo davanti a un diritto assoluto, e andando avanti nella lettura dell’art 832 del c.c. vediamo come al proprietario sia riconosciuta la pienezza (diritto di fare della cosa tutto ciò che vuole. Il diritto di proprietà è stato definito come ius utendi et abutendi) ed esclusività (dell'attribuzione al proprietario del diritto di vietare ogni ingerenza di terzi in ordine delle scelte che egli si riserva di effettuare con totale arbitrio e discrezionalità: ius excludendi omnes alios). Tipologie: Il codice civile stabilisce diverse discipline per le diverse tipologie di proprietà, elaborando, per ciascuna di esse, una serie di previsioni miranti a conciliare l'interesse dei proprietari e della collettività o degli altri proprietari. ● Proprietà fondiarie: la proprietà di terre e fondi si estenderebbe in verticale all'infinito, sia nel sottosuolo che nello spazio aereo. Dall’art. 840 c.c. si denota la proprietà fondiaria quella del suolo che è suscettibile di utilizzazione secondo un criterio di normalità. In senso orizzontale, si espande fino a raggiungere i propri confini. ● Proprietà edilizie: al proprietario di un'area idonea ad edificazione compete lo ius aedificandi. Per poter costruire però deve avere delle autorizzazioni dal comune, quali la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata) o la SCIA (Segnalazione Certificata Inizio Attività). ● Proprietà di beni culturali: si tratta di beni con particolare rilievo socio-culturale e/o storico. Il privato, proprietario di tali beni ha l’obbligo di conservazione di essi e di rendere, in caso, publica l'esposizione di essi. Qualora il proprietario volesse allenarsi, dovrebbe garantire il diritto di prelazione dello Stato. Espropriazione ed indennizzo Per motivi di interesse generale o per una previsione legislativa, la proprietà privata può essere espropriata, salvo indennizzo. 37 Le aperture del muro contiguo al fondo confinante si distinguono in: ● Vedute: consentono di guardare sul fondo del vicino e di sporgersi sia per vedere di fronte che lateralmente. ● Luci: aperture che non permettono la vista o l'affaccio sul fondo del vicino. le luci per legge devono avere determinate caratteristiche (luci regolari), se non presentano tali caratteristiche, costituiscono sempre un luce ma è irregolare. Modi di acquisto: A titolo derivativo: Importano la successione nello stesso diritto già appartenente ad un soggetto ad un altro. ● Contratto ● Successione per causa di morte ● Espropriazione per pubblica utilità ● Vendita forzosa dei beni del debitore A titolo originario: Determinano la nascita di un diritto nuovo, del tutto indipendente rispetto a quello prima. ● Occupazione: presa di possesso, con l’intenzione di acquisire in via permanente e definitiva, di cose mobili che non sono proprietà di nessuno (res nullius) o abbandonate (res derelictae). Non sono suscettibili di occupazione i beni immobili. ● Invenzione: riguarda solo le cose mobili smarrite, che devono essere riconsegnate al proprietario, se lo si conosce; se non lo si conosce vanno consegnate al sindaco. Trascorso un anno, se la cosa non è stata ritirata, la proprietà spetta a colui che l’ha trovata. Se si presenta il proprietario legittimo, questi deve garantire un premio, proporzionale al valore della cosa, a chi ha ritrovato la cosa ○ Particolare forma di invenzione è il tesoro, inteso come bene mobile di pregio, nascosto o sotterrato, di cui nessuno può provare di essere il proprietario. Esso diviene immediatamente proprietà del titolare del fondo in cui si trova; ma se è trovato per caso nel fondo altrui, spetta per metà al proprietario del fondo su cui è stato trovato, e metà al ritrovatore. ● Accessione: opera in caso di stabile incorporazione di beni di proprietari diversi; la regola generale definisce proprietario della cosa, il proprietario della cosa incorporata di maggior valore. Bisogna distinguere tra accessione: ○ di mobile ad immobile: qualunque opera esistente sopra o sotto il suolo, appartiene al proprietario del suolo. Il suolo è sempre considerato cosa principale, anche qualora le cose incorporate ad esso fossero di maggior valore 40 ○ di mobile a mobile: si articola in: ■ unione: congiunzione di beni mobili di proprietari diversi che danno luogo ad una cosa nuova ■ specificazione: creazione di una cosa del tutto nuova, con beni mobili appartenenti ad altri, mediante attività umana ○ di immobile ad immobile: si articola in: ■ avulsione: unione al fondo rivierasco di porzioni di terreno staccate da altro fondo per forza istantanea dell'acqua corrente ■ alluvione: accrescimento di fondi di fiumi e torrenti per azione dell'acqua corrente ● Usucapione: ● Possesso di beni mobili in buona fede: Modi di estinzione: La proprietà si perde in forza di: ● atti dispositivi posti in essere dal suo titolare che ne determinino il trasferimento a favore di terzi, che la acquistano a titolo derivativo (vendita, donazione, etc.) ● usucapione da parte di terzo ● rinuncia da parte del suo titolare. La situazione cambia in caso il bene sia immobile o mobile: ○ mobile: diviene res derelicta e acquisita per occupazione ○ immobile: viene acquisita ex lege al patrimonio dello Stato Azioni a difesa della proprietà: A difesa della proprietà sono esperibili le azioni petitorie, le quali hanno natura reale, perché volte a far valere un diritto reale: ● Di rivendicazione: azione imprescrittibile, concessa a chi afferma di essere proprietario di un bene, senza averne il possesso, al fine di ottenere l'accertamento del suo diritto di proprietà su di esso e la condanna di chi lo possiede, o detiene, alla restituzione. L’attore pretende la restituzione del bene dal possessore/detentore, in quanto prova di essere lui il proprietario legittimo. Legittimato attivamente è chi sostiene di essere il proprietario, senza avere il possesso. Legittimato passivamente è il possessore, odetentore, e ha la facoltà di restituire la cosa. L’onere di prova spetta all'attore che, per i beni mobili non registrati, qualora l'acquisto fosse avvenuto a non domino, lui li avrebbe acquisiti per la regola 41 possesso vale titolo; per i beni immobili, nello stesso caso, li avrebbe acquisiti per usucapione. Al convenuto basta aspettare che l'attore provi il suo diritto, per la regola possideo quia possideo. ● Di accertamento della proprietà: riconosciuta a chi ha interesse ad una pronuncia giudiziale che affermi, con efficacia del giudicato, il suo diritto di proprietà su un determinato bene ● Negatoria: azione imprescrittibile, concessa a chi ha interesse a dimostrare l’inesistenza di un diritto reale, vantato da terzi, su un bene di sua proprietà. Ha anche il fine di condannare alla cessazione e rimozioni di tali opere che hanno recato danno a detto proprietario, il quale non ha onere di prova (il convenuto dovrà provare l'esistenza di tale diritto per far rigettare lazione), e al risarcimento del danno subito. ● Regolamento dei confini: azione imprescrittibile che presuppone l'incertezza del confine tra due fondi: è volta dunque ad accertare la corretta collocazione del confine tra due fondi contigui e ad ottenere la condanna alla restituzione della striscia di terra che dovesse risultare posseduta illegittimamente dal non proprietario. La prova può essere ottenuta con ogni mezzo; in caso di assenza di tali prove, il giudice si atterrà alle mappe catastali. ● Apposizione di termini: presuppone la certezza del confine e serve a far apporre/ristabilire i segni simboli del confine tra i due fondi, che manchino/divenuti irriconoscibili Diritti Reali di Godimento I diritti reali in iure aliena, su cosa altrui, costituiscono una limitazione al diritto di proprietà e, costituendo numerus clausus, si distinguono in diritto reali di godimento (contenuti nel libro III, insieme al diritto di proprietà, comunione e possesso) e diritti reali di Garanzia (contenuto invece nel libro VI, in quanto inerenti i diritti di credito). I diritti reali di godimento possono avere ad oggetto: ● immobili= servitù, enfiteusi, abitazione e superficie ● mobili= uso e usufrutto Superficie Diritto di costruire su suolo altrui, impiegando il concetto di separazione della proprietà del suolo da quella della costruzione. Al superficiario spetta il potere di disponibilità della costruzione. A tutela del superficiario ci sono le azioni a tutela della proprietà superficiaria. Modi d’acquisto 42 ● ordinarie: spettano all'usufruttuario ● straordinarie: setattano al concedente Modi di acquisto Modi di acquisto del diritto di usufrutto possono essere: ● usucapione ● ex lege ● provvedimento del giudice ● volontà dell’uomo (contratti, testamenti, donazioni, etc..) ● possesso in buona fede Modi di estinzione L'estinzione di tale diritto provoca la riespansione della pienezza del diritto di proprietà si verifica per: ● scadenza del termine ● rinuncia ● prescrizione 20ennale ● consolidazione: riunione della proprietà e dell'usufrutto in capo alla stessa persona ● morte dell usufruttuario ● abuso del diritto da parte dell'usufruttuario, alienando i beni o lasciandoli deteriorare per non manutenzione ordinaria ● perimento totale della cosa Per le addizioni, una volta estinto il diritto, il vecchio usufruttuario ha lo ius tollendi: diritto del proprietario dei materiali con i quali il proprietario del suolo ha fatto costruzioni o piantagioni, a chiederne la separazione, se essa può farsi senza che si rechi grave danno all'opera costruita o alla piantagione. Uso e Abitazione Uso ed abitazione solo due limitazioni al diritto di usufrutto e, in quanto molto simili, prevedono gli stessi modi di acquisto e estinzione. Inoltre i poteri di godimento e di disposizione non si possono cedere. ● Uso: diritto di servirsi di un bene e, se fruttifero, di raccoglierne i frutti limitatamente ai bisogni propri e della propria famiglia. Diverso dall’usufrutto dal punto di vista quantitativo (il beneficiario non può godere di tutti i frutti, ma solo dei frutti per le sue strette necessità, lasciando il resto al proprietario) ● Abitazione: diritto di abitare una casa limitatamente ai bisogni propri e della propria famiglia. Diverso dall’usufrutto dal punto di vista qualitativo 45 Servitù La servitù prediale consiste nel peso (limitazione al potere di godimento della cosa) imposto su un fondo (fondo servente), per l'utilità di un altro (fondo dominante), appartenente ad altro proprietario, instaurando un rapporto di servizio. Tipologie ● Tipiche: previste dal codice civile ● Atipiche: liberamente costituite, purché finalizzate all'utilizzo del fondo dominante ● Industriali: quelle strumentali a utilizzi produttivi del fondo dominante che ineriscono strutturalmente al fondo stesso ● Reciproche: poste simultaneamente a favore e a carico di due o più fondi ed a reciproco vantaggio ● Irregolari: per numerus clausus non costituiscono servitù prediali. Si tratta di quelle servitù il cui servizio è prestato in favore di una persona e non di un fondo. Ne sono esempio le Servitù aziendali, che sono strumentali all'azienda in quanto tale, indipendentemente dal fondo sul quale viene esercitata. ● Apparenti: al cui esercizio sono destinate opere visibili e permanenti ● Negative: impongono un obbligo di non facere in capo al proprietario del fondo servente ● Affermative: impongono un obbligo di pati al proprietario del fondo servente. Esse si distinguono in: ○ continue: l'attività dell'uomo e antecedente all'esercizio della servitù (es. servitù di acquedotto) ○ discontinue: l'attività dell'uomo e posteriore all'esercizio della servitù Principi generali I principi fondamentali riguardanti la servitù sono: ● Servitus in faciendo consistere nequit: La servitù non può imporre al proprietario del fondo servente un obbligo di fare o sopportare. Per questo le spese necessarie alla manutenzione e alla conservazione del fondo servente sono a carico del proprietario del fondo dominante ● Nemini res sua servit: nessuno può creare diritto di servitù sul proprio fondo ● Praedia vicina esse debant: la servitù si può costituire solo su fondi collocati abbastanza vini da recare utilità l'uno all'altro Costituzione La servitù può costituirsi per: 46 ● attuazione di un obbligo di legge (servitù coattive):costituire per legge e messe in atto o per contratto o per sentenza del giudice. Il concedente spetta un'indennità per il danno subito ○ acquedotto coattivo ○ elettrodotto coattivo ○ passaggio coattivo: per interclusione assoluta (fondo dominante senza servitù non ha alcun accesso alla via pubblica) o relativa (fondo dominante senza servitù si creerebbe dispendio e disagio eccessivo) ● volontà dell'uomo (servitù volontarie): se le condizioni che importino un servitù legale non sussistono e il proprietario del fondo vuole assicurarsi l'utilità della servitù, allora potrà costituire servitù per contratto o testamento ● usucapione ● destinazione del padre di famiglia: istituzione perpetua di servitù da parte di un soggetto, per utilità, che alienando il bene aliena la servitù Estinzione Le servitù si estinguono per: ● rinuncia ● scadenza del termine ● confusione: quando il proprietario del fondo dominante e di quello servente sono la stessa persona ● prescrizione estintiva ventennale (non uso) Tutela A tutela delle servitù è prevista l'azione confessoria, con la quale si chiede accertamento giudiziale dell'esistenza del diritto di servitù, contestato da terzi. Legittimato attivamente è colui che, come nell'azione di rivendicazione della proprietà, afferma di essere titolare del diritto. Legittimato passivamente è colui che contesta tale diritto o ne turba l'esercizio. Comunione Si definisce comunione la contitolarità di più soggetti rispetto a uno stesso bene, semplice, composto o universitas che sia. La titolarità prende nome di comunione pro indiviso, se riguarda un diritto reale, comproprietà se riguarda un diritto dominicale, e usufrutto se riguarda usufrutto. 47 regolamento (annullabilità). Sono invece nulle, quelle prive degli elementi essenziali, quelle con oggetto impossibile o illecito ● Amministratore: nominato dall'assemblea e dura in carica un anno. Può essere una persona fisica, quanto una società lucrativa. Ha per lo più competenze esecutive e di rappresentanza del condominio (eseguire le deliberazioni dell’assemblea, redigere il rendiconto condominiale, convocare l'assemblea, disciplinare l'uso delle parti comuni…). I suoi provvedimenti sono per i condomini Supercondominio Si tratta di una pluralità di edifici, costituiti da distinti condomini, legati tra loro da cose e/o impianti e/o servizi comuni in rapporto di accessorietà rispetto a ciascuno dei condomini. Ai singoli proprietari delle unità immobiliari spetta la proprietà e gli oneri delle parti comuni pro quota. Ad esso sono applicabili: ● per le parti in rapporto di accessorietà necessaria: le regole applicate al condominio ● per le parti in comune: le regole del codice civile riguardo la comunione Multiproprietà Proprietà di un immobie a più soggetti che possono essere proprietari dei bene solo in un dato periodo di tempo (formula di turnazione della proprietà). Esistono multiproprietà immobiliari, alberghiere, azionarie. Possesso Ai sensi dell'art. 1140 c.c., il possesso è il potere sulla cosa esercitato da un soggetto che si manifesta in un'attività corrispondente all'esercizio della proprietà o di altro diritto reale. Esso non è un diritto ma un fatto. Si parla di possesso come fatto di effettivamente godere e disporre di un detto bene materiale. Si parla di possesso uti dominus quando il possesso e riferito al diritto di proprietà, ma può anche accadere che si riferisca a diritti reali minori Si definiscono situazioni possessorie, le situazioni di fatto in cui un soggetto fa un'attività che corrisponde all’esercizio di diritti reali: può accadere che la situazione di fatto corrisponda alla situazione di diritto (possessore e proprietario sono la stessa persona) oppure no (possessore e proprietario sono due persone diverse). 50 Il factum possessionis assicura al possessore alcuni vantaggi (comoda possessionis=ius possessionis) come: l'acquisto della proprietà per usucapione, la regola del possesso vale titolo, la posizione del convenuto nelle azioni di rivendicazioni, in cui può solo limitarsi a dire “possideo quia possideo”. Diverso dallo ius possessionis, è lo ius possidendi: situazione di chi ha effettivamente il diritto di possedere il bene, il che implica il potere di rivendicare il bene stesso presso chiunque lo possieda sine titulo. Possesso e detenzione Il possesso, in base alla concorrenza dell’animus (volontà di comportarsi come proprietario del bene di cui si ha il possesso) e del corpus (avere nella propria sfera di controllo il bene in questione), si può distinguere in: ● Possesso pieno: concorrono sia l’animus possidendi (elemento soggettivo) che il corpus (elemento oggettivo) ● Possesso mediato: concorre solo l’animus possidendi, mentre la disponibilità materiale del bene ce l'ha il detentore ● Detenzione: concorrono sia il corpus che l’animus Detinendi (volontà del detentore di godere e disporre della cosa, ma nel rispetto dei diritti che riconosce spettare ad altri) [il detentore ha la disponibilità del bene e ne gode ma riconosce di non essere il proprietario e non si comporta come tale] Interversione del possesso Può accadere che la detenzione muti e diventi possesso. Ciò può avvenire solo se muta lo stato psicologico del detentore (mutamento dell‘animus, da detinendi a possidendi). Con linterversione di possesso, se passano 20 anni, per usucapione il detentore, dopo essere divenuto possessore, per usucapione può acquistare il diritto di proprietà. Può accadere che l'inversione di possesso avvenga per i diritti reali minori (possessodiservitù, di usufrutto…) e puo avvenire attraverso: ● opposizione del possessore a titolo di diritto reale minore verso il possessore a titolo di proprietà ● causa proveniente da un terzo Qualificazioni del possesso della detenzione Il possesso si distingue in: ● legittimo: quando la situazione di fatto corrisponde con quella di diritto ● illegittimo: quando situazione di fatto e di diritto non corrispondono 51 ○ di buona fede: quando il possessore ha acquisito la cosa ignorando (non sapendo) di ledere un diritto altrui. [Vige il principio di mala fides superveniens non nocet] ○ di mala fede: quando il possessore ha acquisito la cosa sapendo di ledere un diritto altrui ○ vizioso: quando il possessore ha acquisito la cosa non solo in mala fede, ma anche con violenza o clandestinità La detenzione si distingue in: ● qualificata: quando il detentore ha acquisito la cosa nell'interesse proprio (detenzione autonoma), o nell'interesse del possessore (detenzione non autonoma) ● non qualificata: quando il detentore ha acquisito la cosa per ragioni di ospitalità, servizio o lavoro Acquisto e perdita del possesso Il possesso di può acquisire: ● in modo originario: con l’apprensione materiale della cosa contro o senza la volontà di un eventuale precedente possessore(l’impossessamento). Non si ha acquisto del possessio se l'impossessamento avviene per tolleranza del precedente ossessore. ● in modo derivativo: con la consegna (traditio) materiale o simbolica della cosa da parte del precedente al nuovo possessore La giurisprudenza vede due figure di traditio ficta, in cui non si alcun mutamento nella relazione di fatto con la cosa, l'unica cosa che muta è l’animus: ● traditio brevi manu: il detentore acquista il possesso del bene ● costituto possessorio: il possessore, perdendo il possesso, acquista la detenzione del bene La perdita del possesso, invece, può avvenire per il venir meno di uno dei due elementi essenziali a costituire il possesso: se cade o lanimus possidendi o il corpus non si ha più possesso. Successione e accessione del possesso ● Successione: Il possesso, alla morte del precedente possessore, passa al suo successore a titolo universale ipso iure. ● Accessione: applicabile solo a chi acquista il possesso in forza di un titolo astrattamente idoneo a trasferire a titolo particolare la proprietà sul bene Frutti e rimborso spese 52 L’azione di manutenzione è esperibile solo in presenza dell animus turbandi ed è volta a: ● reintegrare nel possesso del bene chi sia stato spogliato ne violentemente ne clandestinamente ● far cessare le molestie o le turbative (qualunque attività che arrechi disturbo al possessore, sia che si concretizzino in attentati materiali, molestie di fatto, sia in atti giuridici, molestie di diritto) di cui sia stato vittima il possessore Legittimato attivo è il possessore di un immobile, di un universalità di beni mobili o di un diritto reale su immobile che lo abbia posseduto almeno per un anno. Legittimato passivo è colui che ha turbato e deve rispondere al fatto. Azioni di nuova opera e di danno temuto (nunciatorie) Con finalità cautelare, possono essere esercitate sia a tutela del possesso che della proprietà o di diritto reale di godimento e, perciò, esperite dai titolari di questi diritti. La Famiglia Ai sensi dell’Art. 29 Cost. “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare”. La struttura della famiglia viene delineata nel corso del tempo all'interno del nostro codice civile subisce una netta evoluzione nella riforma del 1975. La riforma ha allineato le disposizioni del codice alle disposizioni all'interno della Costituzione: nella cost. Il matrimonio pone le basi nella eguaglianza delle parti, nel codice si basa fino al 75 una disuguaglianza, per cui il marito aveva "più diritti” rispetto alla donna. Anche il fatto che e stata abolita la concezione della potestà maritale, ora si parla di responsabilità genitoriale; La presenza patrimoniale era in capo all'uomo, ora con la riforma è stato stabilito il regime patrimoniale coniugale, per cui il patrimonio e gli acquisti, anche se fatti solo da uno dei due coniugi, appartengono ad entrambi. Matrimonio come atto: ● civile: il cui vincolo è contratto secondo la legge dello Stato (in municipio) e le cui disposizioni si trovano nel codice civile. ● concordatario: Se due soggetti volessero contrarre matrimonio religioso, sarebbe un matrimonio davanti a Dio, seguendo le leggi canoniche della chiesa. Qualora i due si sposino solo in chiesa (prima del 1929) e non sottoscriveranno l'atto anche in sede civile, i due davanti allo stato rimarrebbero celibe e nubile. Secondo i patti 55 lateranensi del 1929, il sacerdote può svolgere il matrimonio religioso e allo stesso tempo può renderlo valido anche dal punto di vista civile: può celebrare il vincolo sia in sede religiosa che in sede civile (attraverso la trascrizione sui registri civili italiani). La differenza, peculiarità, tra i due matrimoni sta nel fatto che dal punto di vista degli effetti, diritti e doveri non mutano se è stato celebrato in modo civile o concordatario, cambia la disciplina dello svolgimento dell'atto matrimoniale (non muta il matrimonio come rapporto giuridico, cambia solo la modalità di svolgimento) Matrimonio civile Disposizioni sul matrimonio Matrimonio come atto cui hanno conseguenze giuridiche ● Art 9 della carta di nizza: Diritto di sposarsi e costituire una famiglia ● art 23 della carta di nizza: Uguaglianza tra donne e uomini ● Art 24 della carta di nizza: protezione e cura dei minori ● Art 33 della carta di nizza: Protezione giuridica della famiglia in campo sociale Promessa Matrimonio è improntato sul principio di assoluta libertà matrimoniale e incoercibilità della scelta matrimoniale: non ha valenza giuridica la promessa a contrarlo. Essa ha valore dal punto di vista morale ma non su quello del diritto. Art 79: la promessa non obbliga a contrarlo né ad eseguire ciò che si fosse convenuto per il caso di inadempimento. C’è possibilità di richiedere ristoro, risarcimento, per la mancata presa di responsabilità dell'altra parte Art 81: obbligo del promittente che senza giusto motivo ricusi di eseguirla a risarcire il danno cagionato all'altra parte per le spese fatte e per le obbligazioni contratte a causa di quella promessa [1337]. Il danno è risarcito entro il limite in cui le spese e le obbligazioni corrispondono alla condizione delle parti. Lo stesso risarcimento è dovuto dal promittente che, con la propria colpa ha dato giusto motivo al rifiuto dell'altro. Il ristoro è previsto solo ad alcune condizioni: ● deve trattarsi di oneri sostenuti in vista del matrimonio ● deve trattarsi di oneri sproporzionati alle spese economiche-sociali delle parti ● previsto solo nell'ipotesi in cui l'adempimento della promessa matrimoniale sia dovuto senza ragioni. 56 Se hai promesso solennemente, hai generato affidamento nell'altra parte tanto da fare delle spese per tale matrimonio, ti sei ritirato SENZA MOTIVO, devi recare all'altra parte un indennizzo. Capacità ed impedimenti Per contrarre matrimonio, occorre che i nubendi abbiano piena capacità; detta piena capacità si ha se non sussistono alcuni impedimenti: ● capacità: ○ Minima età: A partire dall'età minima (16 anni ora; prima del 1975 l'età minima era 16 anni, riducibile a 14 per l'uomo e 12 per la donna) di contrarre matrimonio, uomini e donne possono liberamente seguire le norme nazionali riguardanti esso. Il tribunale, su istanza dell'interessato, accertata la fondatezza della richiesta per grave motivo, dà il consenso per contrarre matrimonio ○ Libertà di stato: libertà da precedenti vincoli matrimoniali. Non posso essere ancora sposato (matrimonio ancora valido, non parliamo di situazioni in cui il soggetto ha avuto in passato un divozio, per cui il matrimonio, precedentemente contratto, non e piu valido davanti allo Stato) e sposarmi di nuovo ○ Capacità legale di agire e capacità di intendere e di volere: non può contrarre matrimonio, in modo valido, l'interdetto per infermità mentale o la persona incapace di intendere e di volere, per qualsiasi causa, anche transitoria. ○ Assenza si rischio di commixtio sanguinis: la donna che sia stata già sposata, non può contrarre ulteriori nozze se non dopo 300 giorni dallo scioglimento o dall’annullamento del precedente matrimonio ● Impedimenti: ○ In casi di parentela e affinità: non possono contrarre matrimonio fratelli e sorelle, genitori e figli (adottivi o naturali che siano), tra persone affini ○ Impedimentum criminis: non possono contrsrre matrimonio tra loro le persone delle quali l’una e stata condannata per omicidio consumato o tentato, e l’altra sia il coniuge della vittima Conseguenza di una o più condizioni sopracitate, è la nullità del matrimonio (sezione sesta del primo libro del c.c.): il legislatore non parla in realtà proprio di nullità, ma di annullabilità Irregolarità del matrimonio Pubblicazioni: Si tratta di annunci in cui si preannuncia che i due vogliono contrarre matrimonio in tale data. Lo scopo di tale obbligazione è dare la possibilità a chi si voglia opporre al matrimonio 57 1. lettura degli articoli del codice civile su diritti e doveri dei coniugi 2. redazione di 2 originali dell’atto 3. trasmissione all'ufficio dello stato civile di uno dei due originali (trascrizione nei registri civili dello Stato) a. la trascrizione ha efficacia retroattiva (ex nunc) e costitutiva (senza la quale il matrimonio è solo religioso) b. la trascrizione tardiva (se omessa al momento della celebrazione e fatta dopo) necessità del consenso attuale dei coniugi Per le sentenze di nullità del matrimonio, il concordato del 1929 attribuiva competenza esclusiva ai tribunali ecclesiastici per tale dichiarazione. Dall’accordo di revisione del 1984, in materia di annullamento del matrimonio si fa riferimento alla giurisdizione concorrente: per cui anche il giudice italiano potrebbe decidere sulla validità del vincolo. Per dichiarare efficaci nella Repubblica le sentenze di nullità del tribunale ecclesiasitco, è necessario l'accertamento della Corte d’appello competente per territorio. In materia di sentenza civile di separazione e divorzio, essi sono riconosciuti solo dal punto di vista civile, in quanto per la Chiesa il matrimonio rimane un vincolo indissolubile. Matrimonio celebrato davanti a ministro di un culto acattolico Con la L. 1159/1929, il matrimonio celebrato davanti al ministro di culto acattolico ha effetti civili, ripassando la figura del matrimonio civile, non ammettendo però la trascrizione tardiva. ● Per i culti che hanno stretto intese con lo stato: si segue lo schema e le norme del matrimonio concordatario ● per i culti che non hanno stretto intese: si seguono le norme stabilite nel Concordato del 1929 Parentela e affinità: Il matrimonio stabilisce un vincolo di coniugio, non di parentela, che si trova invece tra padre e figlio, fratello e sorella (etc…). Art 74 c.c.: La parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo. La parentela ha rilievo su molti aspetti, per esempio il diritto successorio: più sono vicini più il diritto successorio e facile da applicare (fino al sesto grado, ove il calcolo si fa risalendo allo stipite comune) 60 Affinità: Relazione tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge. Ha rilevanza minore rispetto alla parentela. Non cessa con la separazione ma diminuisce la rilevanza. Se due invece non sono sposati ma hanno figli, i vari parenti sono affini all'altro coniuge e parenti rispetto ai figli (questo dalla riforma in materia di filiazione di 10 anni fa, prima non era così) Art 78: L'affinità è il vincolo tra un coniuge e i parenti dell'altro coniuge [76c.c.]. Nella linea e nel grado [75, 76] in cui taluno è parente di uno dei coniugi, egli è affine dell'altro coniuge. L'affinità non cessa per la morte, anche senza prole, del coniuge da cui deriva, salvo che per alcuni effetti specialmente determinati [434 n. 2]. Cessa se il matrimonio è dichiarato nullo [117 ss.], salvi gli effetti di cui all'articolo 87 n. 4 Matrimonio come fatto Mentre il matrimonio come atto è regolato in maniera diversa in base al fatto che sia concordatario o civile, il matrimonio come rapporto (come regola di vita) è regolato nello stesso modo sia che sia concordatario che civile. Abbiamo già visto come le norme generali sui diritti e obblighi acquisibili dal matrimonio si possono ritrovare nell'art 29 della costituzione e nell'art 143 del c.c. Effetti del matrimonio Dal 1949 in sede costituzionale, è sancito il principio di uguaglianza tra coniugi ma non c'è una legislazione aggiornata che riflettesse tale principio in sede civilistica. Dagli anni sessanta si sente tale differenza e si è cominciato ad osservare che si necessitasse una riforma civilistica-legislativa che riguardasse l'uguaglianza morale e giuridica della donna all'uomo. Esempio: il codice penale prevedeva l'adulterio. L'adulterio della donna era sempre e comunque reato, quello dell'uomo configurava reato solo se l'adulterio fosse consumato con pubblico scandalo, se fosse consumato con discrezione l'uomo non sarebbe stato perseguibile penalmente. Nel 1968 la corte costituzionale è intervenuta abrogando la norma penale per far valere il principio di parità di trattamento. La Corte Cassazione condanna la disparità di trattamento, non l'adulterio in sé. Fatto sta che però da allora l'adulterio non è più considerato reato penale. Art 143: con la contrazione del matrimonio, i coniugi acquistano stessi diritti e doveri. Dal matrimonio deriva l'obbligo reciproco a: ● Fedeltà: La questione della fedeltà non è solo sul piano sessuale (adulterio, infedeltà coniugale), ma anche come inadempienza agli obblighi nati dal matrimonio. In passato l'infedeltà era vista come maggiore causa di separazione, il 61 sistema giudiziario stesso era improntato sulla ricerca da parte del giudice della colpa di infedeltà o altre inadempienze di uno dei due coniugi. ● Assistenza morale e materiale: si intende la solidarietà. ● Collaborazione nell'interesse della famiglia: entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia. ● Coabitazione: non più considerato come unico vincolo che leghi i due coniugi a vivere insieme, come invece era ritenuto in passato. Oggi si sceglie la sede base di residenza e poi non è obbligatorio seguire tale punto: saranno le esigenze lavorative a prevedere tutto il resto. Art 144:I coniugi concordano(1) tra loro l'indirizzo della vita familiare e fissano la residenza della famiglia(2) secondo le esigenze di entrambi e quelle preminenti della famiglia stessa [29 Cost]. A ciascuno dei coniugi spetta il potere di attuare l'indirizzo concordato Art 145:In caso di disaccordo ciascuno dei coniugi può chiedere, senza formalità, l'intervento del giudice il quale, sentite le opinioni espresse dai coniugi e, per quanto opportuno, dai figli conviventi che abbiano compiuto il sedicesimo anno, tenta di raggiungere una soluzione concordata [41]. Ove questa non sia possibile e il disaccordo concerna la fissazione della residenza [144] o altri affari essenziali, il giudice, qualora ne sia richiesto espressamente e congiuntamente dai coniugi, adotta, con provvedimento non impugnabile [737 c.p.c.], la soluzione che ritiene più adeguata alle esigenze dell'unità e della vita della famiglia Ma se i coniugi non riescono a trovare un accordo? il legislatore di allora penso che una buona soluzione potesse essere riconoscere a ognuno dei due coniugi la possibilità di rivolgersi all'autorità giudiziaria, senza avviare una causa giudiziaria, in chiave non contenziosa (il giudici da consigli, poi sta ai coniugi, ai sensi dell'art 145 del c.c.. Ovviamente la cosa non funzionò perché sono i coniugi a dover trovare un accordo, perché è difficile che i coniugi possano accettare un giudizio di una persona terza, estranea al rapporto. Se dunque i coniugi non riescono a mettersi d'accordo, significa che i due non sono così legati e forti da superare una difficoltà del genere, la cosa più sensata sarà la separazione. Effetti della riforma del ‘75: ● Uguaglianza morale e civile dei due coniugi 62 La separazione come abbiamo detto non priva dei diritti e doveri verso l'altro coniugi, vengono solo attenuati; I diritti successori rimangono: se un coniuge muore, all'altro passano i suoi beni. Solo in un caso il diritto successorio viene interrotto: in caso di addebitamento a uno dei coniugi (uno dei due coniugi viene specificato come colui che ha chiesto la separazione). Può pure accadere che il coniuge scrivi nel suo testamento che nonostante la sua separazione, non vuole che i suoi beni passino all'altro coniuge. Scioglimento del vincolo: Introdotto con la legge speciale 898/1970, il divorzio si atteggia come rimedio al fallimento del matrimonio ed è ammissibile solo quando la comunione materiale e spirituale tra coniugi non può essere più mantenuta o ricostituita. Il legislatore non ha parlato di divorzio ma di scioglimento del vincolo matrimoniale (scioglimento del matrimonio del matrimonio civile/cessazione degli effetti civili del matrimonio concordatario), perché il matrimonio potrebbe essere celebrato dal rappresentante del culto cattolico, perciò non può avere scioglimento giudiziario, perché l'unione matrimoniale e vista dalla chiesa come (quasi) indissolubile. Per quanto riguarda lo scioglimento del vincolo dal punto di vista canonico, i coniugi possono rivolgersi ai tribunali ecclesiastici per annullare il vincolo: in questo modo si può parlare di nullità del vincolo, con la nullità ecclesiastica, solo a determinate condizioni, il matrimonio perde valore fin da subito. Abbiamo visto come la separazione può sfociare o nel ricongiungimento o nella separazione “infinita” o nella richiesta del divorzio. Inizialmento dovevano essere 10 anni prima della richiesta di divorzio, poi 5 e ora molto meno tempo: 1 anno per la separazione giudiziale e 6 mesi per la separazione consensuale. All'inizio il divorzio poteva essere solo ed esclusivamente giudiziale: serviva la sentenza di separazione giudiziale (poteva esserci come eccezione la condizione di separazione consensuale ma poi serviva l’intervento del giudice con la sua sentenza). La pronuncia ha inoltre diritto di richiesta di divorzio se l’altro coniuge ha ricevuto una sentenza di ergastolo o una condanna di almeno 15 anni o se condannato per reati gravi che possono avere riperussione sulla morale (prostituzione, favoreggiamento di prostituzione,stupro, violenza) o se ha condizioni di infermita mentale gravi. Da Pochi anni è stata introdotta la possibilità di passare al divorzio senza passare per le corti di giustizia: tramite il c.d. diritto collaborativo. Gli avvocati delle parti con i coniugi stessi si incontrano per trovare un accordo, senza dunque passare per l'autorità giudiziaria, che ha un compito limitato: dovrà solo rilasciare il nulla osta per la separazione, di cui si occuperanno gli avvocati. 65 Lo scioglimento del vincolo può dunque avvenire non solo per divorzio ma anche per morte o morte presunta del coniuge. Dette condizioni portano alla cessazione degli effetti civili del matrimonio come atto, garantendo all'altra parte la libertà di stato. Le autorità giudiziarie hanno un ruolo più importante nei casi in cui ci siano figli interdetti, infermi mentalemtne gravemente (maggiorenni) o nei casi in cui non si rechino danni con tale separazione alla famiglia. Si può anche incaricare al sindaco del comune di residenza di occuparsi degli ambiti burocratici di tale separazione (degiurisdizionalizzazione). Provvedimenti riguardo ai figli nella crisi di coppia Con la riforma della filiazione, garantita dalla L. 54/2006, si inizia a parlare di disposizioni in materia di separazione dei genitori e affidamento dei figli. Durante la crisi di coppia, fino al 2006, il giudice procedeva con l'affidamento esclusivo dei figli ad uno solo dei due genitori. Con la riforma viene posta come regola fondamentale l’istituto dell’affidamento condiviso, con eccezione di quello esclusivo, per favorire un concorso più intenso dei genitori alla cura della prole. L'affidamento esclusivo, ora, viene considerato solo in caso di pregiudizio di uno dei genitori nei confronti del figlio. Inoltre, ad oggi, gli ultra-dodicenni hanno il diritto di essere ascoltati durante l'azione giudiziaria. Quanto ai provvedimenti economici, la parte che non ha affidamente deve contribuire al mantenimento dei figli con provvedimenti economici basati sul proprio reddito e, se necessario, con un assegno di mantenimento mensile alla parte affidataria per garantire la cura della prole. Assegno Assegno di mantenimento Definito con sentenza giudiziale, l’assegno di mantenimento è il sostegno economico riconosciuto in seguito alla separazione e viene sostituito dal l'assegno divorzile che si inserisce a partire dal divorzio e che resta attivo per l’intero periodo successivo, salvo i casi di revoca. L’assegno di mantenimento ha il compito di garantire lo stesso tenore di vita del quale si godeva durante il matrimonio e viene dato in modo automatico, senza che ci siano molte limitazioni o verifiche sui motivi che hanno portato il coniuge con il reddito più basso in una 66 condizione di inferiorità economica. L’assegno di mantenimento non può essere un vitalizio per sempre L’assegno di mantenimento viene dato quando la coppia si separa; esso rappresenta una specie di ammortizzatore riconosciuto al coniuge che ha il reddito più basso e che si trova senza il sostegno economico costituito dal contributo del suo ex. Assegno di mantenimento per i figli I genitori hanno l’obbligo di mantenere la prole. Tale obbligo permane anche nel caso in cui si separino, sia che abbiano contratto matrimonio, sia nell’ipotesi della convivenza. Il contributo al mantenimento a favore dei figli può essere fissato in sede giudiziale, durante il procedimento di separazione dei genitori (se coniugati) oppure quando si rivolgono al giudice per regolamentare i rapporti personali e patrimoniali con il minore (in caso di cessazione della convivenza). Il mantenimento viene fornito dal genitore non “affidatario” sotto forma di assegno mensile, diretto a coprire le spese ordinarie, come abbigliamento, acquisti per la scuola e così via. Assegno divorzile L'assegno divorzile è rappresentato da una somma periodica che viene corrisposta da un coniuge in favore dell'altro in caso di divorzio nell'ipotesi in cui tale soggetto sia destituito di mezzi adeguati oppure per motivi oggettivi, non versi nelle condizioni di poterseli procurare. A mente dell'articolo 5 della legge 898/1970 (legge sul divorzio), l'ammontare dell'assegno divorzile viene stabilito nel momento in cui viene emessa la sentenza di divorzio. Gli elementi in virtù dei quali viene disposta l'assegnazione sono vari: non si considera il tenore di vita tenuto in costanza di matrimonio, bensì altri criteri quali, il reddito dei due coniugi, le ragioni sulle quali si fonda la domanda di divorzio, la durata del matrimonio. L'assegno divorzile può essere versato con cadenza mensile oppure in un'unica soluzione: in questa ipotesi particolare può concretizzarsi anche nell'assegnazione di un bene. Si devono considerare molti criteri per l'assegnazione dell'assegno: per esempio la durata del matrimonio, le condizioni di vita mie prima e dopo il matrimonio. Le misure economiche ancorate a un provvedimento di divorzio non sono mai definitive: dopo un certo tempo esser passano in giudicato, in materia familiare le cose vengono definite secondo il principio di rebus sic stantibus. Se per esempio io sono divorziata e ogni mese ricevono l'assegno di mantenimento, ma poi ricevo un patrimonio per via testamentaria, non avrò più bisogno dell'assegno; se invece accade il contrario, per cui prima ero ambiente e per cui potevo dare un assegno di 100 ma poi le mie entrate si riducono per cui posso chiedere al giudice di riproporzionare l'assegno in base alle mie entrate. 67 ○ risparmi ● Beni personali: beni di titolarità di solo uno dei due coniugi ○ beni ad uso strettamente necessario per la professione di uno dei due ○ beni di uso strettamente personale ○ beni di cui era già titolare prima del matrimonio ○ beni ricevuti per donazione e/o successione ○ beni per risarcimento e/o pensione ○ beni per surrogazione Amministrazione I beni soggetti alla comunione sono amministrati da entrambi i coniugi a seconda che si tratti di: 1. atti di straordinaria amministrazione: entrambi i coniugi sono tenuti a compierli congiuntamente. 2. atti di ordinaria amministrazione: sono compiuti anche disgiuntamente dai coniugi. Scioglimento La comunione legale si scioglie per: ● morte/dichiarazione di morte presunta o di assenza del coniuge ● divorizio ● convenzione per lo scioglimento della comunione ● fallimento di uno dei coniugi ● annullamento del matrimonio ● separazione legale dei coniugi ● separazione giudiziale dei beni ○ interdizione ○ inabilitazione ○ cattiva amministrazione ○ mancata o insufficiente contribuzione disordine negli affari personali ○ condotta di uno dei due nell'amministrazione tale da creare situazioni di pericolo Separazione dei beni e convenzioni matrimoniali Nel caso in cui la comunione non soddisfi le esigenze dei coniugi, questi possono scegliere forme alternative per regolare i loro rapporti optando per: 1. separazione dei beni: attraverso la quale ciascun coniuge conserva il godimento e l’amministrazione dei beni (compresi quelli acquistati dopo il matrimonio e i risparmi successivi) di cui è titolare esclusivo. Tale convenzione può essere stipulata in qualsiasi momento con atto pubblico, come per tutte le convenzioni matrimoniali, 70 o anche mediante una semplice dichiarazione inserita nell’atto di celebrazione del matrimonio. Resta comunque fermo l’obbligo di contribuire ai bisogni della famiglia 2. comunione convenzionale: consiste in una o più deroghe alla disciplina della comunione legale per cui i coniugi decidono non di disapplicare il regime di comunione legale, ma di disciplinare diversamente, in base ai loro interessi. I coniugi, per esempio, possono convenire che alcuni beni acquistati prima del matrimonio entrino a far parte della comunione 3. fondo patrimoniale: complesso di beni costituito dai coniugi in cui confluiscono beni immobili, mobili registrati o titoli di credito ai bisogni della famiglia, creando un vincolo di destinazione. Le possibilità di deroga alla comunione legale dei beni non sono comunque illimitate in quanto i coniugi non possono affidare l’amministrazione esclusivamente a uno e non è consentito derogare al principio di parità delle quote. Impresa familiare Essa è un'impresa nella quale collaborano in maniera esclusiva con l'imprenditore: ● coniuge ● parenti entro il terzo grado ● affini entro il secondo grado Ai sensi dell’Art 230-bis, vi è tutela per tali soggetti sopracitati che prestino la loro attività lavorativa nella famiglia o nell'impresa di un loro congiunto. Tali soggetti hanno il diritto al mantenimento e di partecipare agli utili dell’impresa e agli incrementi dell'azienda. Le decisioni più importanti, sulla gestione degli utili e dell’azienda stessa, devono essere prese a maggioranza dei familiari (i familiari hanno diritto di partecipazione, che è un diritto non trasferibile) Si tratta di una figura residuale. Non c'è un contratto vero e proprio. La norma è stata introdotta solo per colmare le lacune riguardo i casi in cui non c'è regolazione. Diritti del convivente: Art 230 ter: Al convivente di fatto che presti stabilmente la propria opera all'interno dell'impresa dell'altro convivente spetta una partecipazione agli utili dell'impresa familiare ed ai beni acquistati con essi nonché agli incrementi dell'azienda, anche in ordine all'avviamento, commisurata al lavoro prestato. Il diritto di partecipazione non spetta qualora tra i conviventi esista un rapporto di società o di lavoro subordinato Anche il convivente di fatto che collabori nell'azienda abbia alcuni diritti (non tutti quelli spettanti al coniuge, agli affini di primo grado etc…) 71 Il legislatore con questa disposizione ha posto rimedio alla lacuna che riguardasse la tutela del convivente Dote Dalla riforma del 1975, è stato imposto il divieto di costituzione della dote: oggi tale istituto non ha più significato. Filiazione Dovere di educare e badare ai figli anche se fuori dal matrimonio. Dal punto di vista della tutela, i genitori sono tutori legali dei propri figli, fino alla loro maggiore età. Art. 30,1: “E' dovere dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio” Tale distinzione è rimasta superstite anche alla riforma del diritto di famiglia del 1975 che ha scardinato la tradizionale visione giuridica e sociale del diritto di famiglia e del residuato storico della potestà del pater familias quale perno della vita familiare. Con il nuovo testo dell'art. 315, riferito allo “Stato giuridico della filiazione” il quale asserisce che “Tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico”, viene abolita la distinzione tra “figli legittimi” e “figli naturali” utilizzando ovunque il solo termine “figli”. Per quanto concerne i figli nati da un rapporto incestuoso, il nuovo testo dell'art. 251 stabilisce che il riconoscimento deve essere previamente autorizzato dal giudice avuto riguardo all'interesse del figlio e alla necessità di evitare al medesimo qualsiasi pregiudizio. Figli nati nel matrimonio Affinché i figli siano considerati nati nel matrimonio e dunque acquisiscono lo status familiare, occorre che sia nato o concepito da due persone coniugate. La legge interviene con due presunzioni: ● il marito è il padre ● il figlio non nato nel matrimonio sia stato concepito nel matrimonio La prova della filiazione La prova dello status di figlio si può ottenere con l'atto di nascita, in cui sono presenti generalità dei genitori (la donna ha il diritto di non essere nominata, vuole) e, se sposati, ci è la dichiarazione dello status familiae di tale soggetto. Ove manchi l'atto di nascita, la prova dello stato di figlio si può ottenere con il possesso continuo dello stato di figlio, che si ha qualora ricorrano dei presupposti: 72 riservata: l’autorità doveva riservatamente accertarsi della veridicità (parvenza di veridicità) prima di iniziare l'azione giudiziaria. Se si rivelava credibile, si dava sfogo al giudizio, se invece no allora non si continuava. Poi la corte costituzionale, qualche anno fa, è intervenuta dicendo che questo vaglio preliminare non è necessario per trovare il fumus. Chiunque può in qualsiasi momento ha diritto di ricercare il padre, assumendosi in quel momento le responsabilità della sua azione. E prioritario l'interesse di chi si ritiene figlio di tale soggetto, costi quel che costi. Il figlio, riassumendo, ha sempre diritto di ricercare il padre. Il padre non ha sempre il diritto di disconoscere il figlio. Figli nati da genitori legati da parentela o affinità La novella ha fatto cadere la distinzione dei genitori in buona fede e mala fede, legati da parentela o saffinità, istitundo la possibilità di riconoscimento del figoio incestuoso previa autorizzazione giudiziale (avendo riguardo dei suoi interessi ed alla necessità di arrecargli alcun pregiudizio). Condizione giuridica dei figli nati fuori dal matrimonio Con la novella si vede equiparato il regime dei figli nati nel e fuori dal matrimonio. Se il figlio viene riconosciuto ● da entrambi i genitori contemporaneamente, acquisisce il cognome del padre ● da uno solo: acquisisce il cognome di quello ● da entrambi ma non contemporaneamente: acquisisce il cognome di quello che l'ha riconosciuto prima e, se vuole, può anteporre quello del padre a quello della mare (in caso il padre l'abbia riconosciuto dopo) Inoltre il figlio nato fuori dal matrimonio, se riconosciuto, sotto provvedimento giudiziale, può essere inserito nella famiglia del genitore che l'ha riconosciuto, se c’è il consenso dei discendenti del coniuge di questo. Procreazione medicalmente assistita La l. 40/2004 assicura i diritti di tutti i coinvolti, concepito compreso. Basata su impianto che non provochi pregiudizio alla salute della donna, per accedervi servono dei requisiti della coppia: ● coniugati ● maggiorenni ● entrambi in vita ● di sesso diverso 75 ● in età potenzialmente fertile La volontà di accesso alle tecniche deve essere basata su un consenso informato, che può essere revocato in qualsiasi momento fino alla fecondazione dell'ovulo. Responsabilità genitoriale: I genitori hanno potere di amministrazione e di rappresentanza dei beni dei figli e hanno responsabilità genitoriale nei loro confronti. Possono averla sospesa (la responsabilità), ma proviene comunque dalla legge. Rappresentanza e amministrazione per i genitori a godere dell usufrutto di tali beni. Il ricavato di quei beni va ai genitori negli interessi familiari, non solo del singolo figlio proprietario del bene stesso. Responsabilità genitoriale sui minori Ci sono legislazioni degli anni 80 a riguardo. Anche i figli adottivi hanno gli stessi diritti dei figli naturali, compresi i diritti successori. I figli adottivi rientrano nella categoria degli eredi necessari: in caso di morte del genitore, hanno diritto di successione come i figli naturali. La legge 10 dicembre 2012, n. 219 pubblicata in Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293 ha come obiettivo quello di modificare il codice civile e le disposizioni per l'attuazione del codice civile e disposizioni transitorie nei seguenti punti: ● riconoscimento dei figli - L'articolo 74 del codice civile e' sostituito dal seguente: «Art. 74 (Parentela). - La parentela e' il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione e' avvenuta all'interno del matrimonio, sia nel caso in cui e' avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio e' adottivo. Il vincolo di parentela non sorge nei casi di adozione di persone maggiori di eta', di cui agli articoli 291 e seguenti»; ● figli nati da relazioni parentali - L'articolo 251 del codice civile e' sostituito dal seguente: «Art. 251 (Autorizzazione al riconoscimento). - Il figlio nato da persone, tra le quali esiste un vincolo di parentela in linea retta all'infinito o in linea collaterale nel secondo grado, ovvero un vincolo di affinita' in linea retta, puo' essere riconosciuto previa autorizzazione del giudice avuto riguardo all'interesse del figlio e alla necessita' di evitare allo stesso qualsiasi pregiudizio. Il riconoscimento di una persona minore di eta' e' autorizzato dal tribunale per i minorenni»; ● legittimazione passiva - L'articolo 276 del codice civile e' sostituito dal seguente: «Art. 276 (Legittimazione passiva). - La domanda per la dichiarazione di paternita' o di maternita' naturale deve essere proposta nei confronti del presunto genitore o, in sua mancanza, nei confronti dei suoi eredi. In loro mancanza, la domanda deve essere proposta nei confronti di un curatore nominato dal giudice davanti al quale il giudizio deve essere promosso. Alla domanda puo' contraddire chiunque vi abbia interesse»; 76 ● stato giuridico dei figli - L'articolo 315 del codice civile e' sostituito dal seguente: «Art. 315 (Stato giuridico della filiazione). - Tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico»; ● diritti e doveri dei figli - Dopo l'articolo 315 del codice civile, come sostituito dal comma 7 del presente articolo, e' inserito il seguente: «Art. 315-bis (Diritti e doveri del figlio). - Il figlio ha diritto di essere mantenuto, educato, istruito e assistito moralmente dai genitori, nel rispetto delle sue capacita', delle sue inclinazioni naturali e delle sue aspirazioni. Il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti»; Adozione di minori Disciplinata Sia nel codice civile del 1942, come strumento per soddisfare l'esigenza dell adottante di colmare l’assenza di discendenti cui trasmettere beni e diritti, nelle leggi 184/1983 e 149/2001, l'adozione oggi è vista come strumento per sollevare il minore da una situazione patologica per la sua crescita, sostituendo la sua famiglia di origine con una nuova, più adatta a garantirgli i suoi diritti. Con l'adozione, il figlio adottato acquisisce lo stato di figlio nato nel matrimonio Per procedere all'adozione, preceduta dalla affidamento preadottivo, servono dei requisiti: ● il minore sia dichiarato in stato di adottabilità: in stato di abbandono, di assistenza morale e materiale, che viene accertato dal giudice se: ○ genitori o tutori non si presentano all audizione in tribunale senza motivo ○ audizione conferma lo stato di abbandono, fino ad ora solo presunto ○ inadempienza delle prescrizioni eventualmente date ai tutori o genitori dal giudice ● adottanti abbiano minimo 18 anni e massimo 45 in più all adottando (limite derogabile dal giudice) Ci sono ei casi in cui l'adottato non acquisisce lo stato di figlio: ● minore orfano ● minore orfano e con handicap ● minore figlio del coniuge dell adottante ● minore per il quale risulti impossibile l'affidamento preadottivo Affidamento di minori Si tratta di una situazione temporanea, non superiore ai 2 anni, in cui un minore viene allontanato dal suo ambiente familiare d'origine, perché risulta non idoneo. Perciò viene affidato a: 77 legge 76/2016 comma 38, 39, 40: hanno gli stessi diritti spettanti al coniuge nei casi previsti dall’ordinamento penitenziario ( com.38); in caso di malattia o ricovero, hanno diritto reciproco di visita, di assistenza e di accesso alle informazioni personali (com.39); ciascuno di loro può designare l’altro quale suo rappresentante con poteri pieni o limitati : ● in caso di malattia che comporta incapacità di intendere e di volere, per le decisioni in materia di salute; ● in caso di morte, per quanto riguarda la donazione di organi, le modalità di trattamento del corpo e le celebrazioni funerarie (com.40) Successione per causa di morte Il vocabolo successione si riferisce a qualunque situazione in cui un soggetto succede ad un altro nella titolarità di un diritto (Es: io vendo ad un altro un orologio, chi lo acquisisce succede a me nella titolarità e nel possesso del bene). Il legislatore nel II libro vuole concentrarsi nelle successioni per causa di morte. [Il titolo del libro secondo dice troppo poco in quanto è contenuta anche la disciplina della donazione, atto tra vivi: uno dona e l’altro accetta senza nessun corrispettivo. La donazione è dunque un contratto (La disciplina delle donazione dovrebbe essere trovata nel libro IV)]. Dove e quando si apre la successione? nel luogo dove ha avuto l'ultimo domicilio quella persona nel momento in cui muore. Patti successori Il legislatore all'inizio del libro 2 del c.c. specifica il divieto dei patti successori (art 458), per cui non si può assolutamente considerare la successione prima della morte della persona. Si parla di accordi a contenuto successorio che potrebbero presentare diversi connotati di tipo: ● istitutivo: mi accordo con x per istituire mio erede: l'accordo è privo di effetti, è nullo, e non annullabile, perché avrebbe prodotto effetti ● impegnativo: di vendere i beni di tizio che non è ancora morto ● rinunciativo: mi impegno prima di morte a rinunciare all’eredità Si parla di de cuius come il defunto (is de cuius hereditate agitur): colui della cui successione ereditaria stiamo discutendo, il titolare della situazione successoria, su cui è sorta controversia. Patto di famiglia 80 Attraverso una deroga al c.c. del 2006, è stato contemplato un nuovo istituto: patto di famiglia. Si tratta di un accordo in forza del quale, un soggetto che svolge attività imprenditoriale, può decidere a chi lasciare la sua attività, concordandolo con i suoi discendenti, gli altri devono prendere atto di questa sua volontà. In questo modo l'imprenditore può scegliere il suo successore, per evitare liti tra i successori. Tale necessità è nata dal fatto che dopo la morte dell'imprenditore la società viene dilaniata, o comunque i successori si scannano per la società. Il coniuge non è contato. Art 458: fatto salvo degli art 768 bis e seguenti è nulla ogni convenzione con cui taluno dispone della propria successione. È del pari nullo ogni atto col quale taluno dispone dei diritti che gli possono spettare su una successione non ancora aperta, o rinunzia ai medesimi. Art 768 bis: È patto di famiglia il contratto con cui, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti. Patto successorio: accordo, redatto da tante le parti, quanti sono gli eventuali eredi Testamento: atto unilaterale, redatto dal singolo in perfetta solitudine, o al massimo in presenza di un notaio e due testimoni Successione a titolo universale si tratta di successione nei pieni diritti di una persona. Chi succede, succede pro quota nella titolarità dell'intero patrimonio. Muore tizio e lascia il patrimonio di vari immobili, e ha tre figli. Tizio non ha lasciato testamento, per cui tutti i figli hanno diritto a un terzo del patrimonio del padre. Successione a titolo particolare Colui il quale succede, subentra solo in uno specifico diritto, già facente capo al defunto. Tizio lascia il patrimonio ai figli. Tizio ha fatto testamento dicendo che il patrimonio è ai figli ma un bene x va al maggiordomo (i figli sono eredi universali; il beneficiario del bene determinato è successore a titolo particolare). Il legato è un esempio di disposizione, di clausola di successione a titolo particolare. Il beneficiario del legato, non è definito erede ma legatario. 81 Capacità di succedere Enti Fino a qualche anno fa gli enti privi di personalità giuridica non potevano essere eredi o legatari, poi delle disposizioni hanno modificato la norma. Persone fisiche Qualunque persona che abbia capacità giuridica (non necessaria la capacità d’agire: anche i minori possono essere eredi). Hanno diritto di successione anche i non ancora nati Nascituri art 462: Sono capaci di succedere tutti coloro che sono nati o concepiti al tempo dell'apertura della successione. Salvo prova contraria, si presume concepito al tempo dell'apertura della successione chi è nato entro i trecento giorni dalla morte della persona della cui successione si tratta. Possono inoltre ricevere per testamento i figli di una determinata persona vivente al tempo della morte del testatore, benché non ancora concepiti [784 c.c.] Nei casi di non nascita del nascituro, la titolarità sarà affidata solo dopo la nascita. All’ultimo comma, il legislatore ha posto un limite: dice che non posso validamente disporre al nipote che mi sia testamentatore fra 7 generazioni, ma posso disporre al più prossimo nipote non ancora concepito, figlio di una certa persona viva al momento della morte del testatore. Ci sarebbero senno dei problemi di tempo per congelare il patrimonio del testatore per un futuro, eventuale nipote. Vi sono anche quelle previsioni che escludono la capacità di succedere a determinate condizioni: tizio non può succedere a quella determinata cosa. Il notaio per esempio non può essere erede dei beni della persona intestataria che sta seguendo. Lo stesso discorso vale per i testimoni, per l'interprete tra testatore e notaio (perché c'è il rischio che queste figure strumentalizzino il testamento a loro favore). Indegnità Ci sono delle situazioni che rendono la persona indegna a ricevere i beni del testatore: in caso di omicidio o tentato omicidio, diffamazione. Questa situazione di indegnità può essere revocata in caso di restituzione della capacità di successione al tizio da parte del testatore. Tizio tenta di uccidere i genitori volontariamente. Tizio non può ricevere il patrimonio in eredità, a meno che il genitore gli restituisca la capacità successoria. 82 vende, significa che li considera suoi (assume un comportamento che non avrebbe la possibilità di compiere se non avesse accettato l’eredità) Accettazione presunta Accanto ai due modi di accettazione previsti dall'art. 474, vi sono delle ipotesi tipiche in cui l'effetto acquisitivo è previsto dal legislatore al verificarsi di specifiche situazioni indipendentemente dalla volontà del chiamato di accettare o meno l'eredità e il titolo di erede. Questi meccanismi integrano un'ipotesi di "accettazione" in senso lato dove la volontà del chiamato di accettare è del tutto irrilevante, non sussistendo nemmeno come presunta dalla legge: si parla pertanto di accettazione ope legis più che di accettazione presunta. Ha qualche affinità con la tacita ma non sono la stessa cosa. Muore tizio, sposato con caia che abita nella casa di tizio anche dopo la sua morte: non significa che Caia abbia accettato l'eredità, si tratta di accettazione prevista, una mera presunzione che può essere smentita dal coniuge che dice: “non accetto”. Il rimanere nell immobile non implica l'accettazione dell'eredità: si tratta di un semplice comportamento pratico perché magari il coniuge non ha altro posto dove vivere, ma può decidere di non accettare l'eredità di Tizio; a questo punto dovrà smentire con dichiarazione. Accettazione con beneficio di inventario Tale accettazione ha lo scopo di tenere separato il patrimonio del defunto da quello dell'erede, e di conseguenza l'erede risponde di eventuali passivita' solo nei limiti di quanto ha ereditato. [Risponde solo con il patrimonio del defunto e non con il suo (con accettazione pura e semplice avviene la confusione dei patrimoni)]. E' l'unica forma di accettazione per: ● minori ● interdetti ● inabilitati ● persone giuridiche. L'accettazione con beneficio si fa con dichiarazione ricevuta dal notaio o dal cancelliere del Tribunale competente (cioe' il Tribunale dell'ultimo domicilio del defunto), entro: ● tre mesi dalla morte se si e' nel possesso dei beni ● dieci anni se non si e' nel possesso dei beni. Accetto ma voglio vedere come stanno le cose. Il legislatore ha previsto un inventariazione delle attività e delle passività del defunto, così il chiamato ha la situazione chiara. Qualora l'attività sia maggiore della passività, bene; qualora invece la situazione sia al contrario allora il chiamato all accettazione può decidere di non accettare, in caso di accettazione il 85 soggetto si potra comportare come lo stato: potrà rispondere ai debiti di tale persona solo nei limiti del valore che ha ricevuto. Si hanno 10 anni di tempo per scegliere se accettarla o meno (se non si ha il possesso dei beni), ma ci sono delle situazioni in cui venga ridotto questo limite di tempo: qualora per esempio ci siano altri chiamati (actio interrogatoria: richiesta di soggetti di fissazione giudiziale di un termine entro il quale il delato è tenuto a notificare l accettazione dell'eredità o la rinuncia). Separazione dei beni del defunto da quelli del beneficiario Qualora il defunto lasci un patrimonio attivo e qualche debituccio fisiologico, la sua eredità va a favore di un'altra persona chiamata all'eredità fortemente indebitata. Questa persona accetta e il risultato sarà che il patrimonio del defunto verrà utilizzato per soddisfare i creditori dell'erede, non soddisfando i creditori del defunto. Per scongiurare questo inconveniente, il legislatore ha dato la possibilità ai creditori del defunto di rivolgersi all'autorità giudiziaria per dividere il patrimonio affinché vengano soddisfatti tutti. I creditori del defunto devono essere preferiti a quelli del chiamato all'eredità. In questo modo i creditori, sia del defunto che del chiamato all’eredità, vengono tutelati. Rinuncia La rinuncia è un atto puro, unilaterale, non recettizio. E’ un atto formale: si rinuncia davanti a pubblico ufficiale (notaio) o cancelliere del tribunale competente. La rinuncia è revocabile, a differenza dell'accettazione che non si può revocare (unica clausola d'eccezione: accettazione con beneficio d’inventario). Il termine entro il quale l'eredità può essere rinunciata e revocata è il limite entro il quale viene accettata da un altro soggetto. Non è ammessa la rinuncia per dolo o costrizione da parte di terzi. Giacenza dell’eredità Può accadere che il patrimonio resti per un certo tempo senza titolare: il titolare originario e defunto, i parenti se ci sono, sono indecisi e hanno 10 anni per decidere, oppure non si sa se ci sono parenti. Lo Stato perciò, qualora lo stato di giacenza si prolunghi, nomina un curatore dell'eredità giacente che dovrà amministrare il patrimonio che non ha titolo, munito di autorizzazione giudiziaria. Il curatore in questo caso, dunque, può procedere con il pagamento dei creditori e poi amministrare quei beni con atti di ordinaria amministrazione. Azione di petizione ereditaria Nel caso in cui non si trovi il testamento (buona fede o cattiva fede nell occultamento) per cui siano stati chiamati all'eredità dei soggetti che hanno accettato l'eredità, questi soggetti 86 sono chiamati eredi apparenti. Quando poi però il testamento viene rinvenuto e si trovano altri soggetti come eredi, quegli eredi hanno il diritto di richiedere quei beni che gli spettano e che in quel momento sono in possesso di terzi a titolo di erede o senza titolo alcuno (azione di petizione ereditaria). Qualora l'erede apparente alieni quei beni, vendendoli, e poi si palesi l’erede vero, l’acquirente terzo ha l'onere probatorio di dimostrare la sua buona fede nell'acquisto. Qualora sia dimostrata la buona fede, a lui spetta una parte del bene acquistato; qualora sia dimostrata invece la mala fede, gli acquirenti devono ridare tutto all'erede vero. Il terzo che perde il bene ha pretese da far valere nei confronti dell'erede apparente, che esso sia stato in buona o in mala fede. Successione legittima Si tratta di successione in base alla legge, senza testamento. Sono successori legittimi: ● coniugi ● discendenti ● ascendenti ● collaterali e altri parenti entro il 6 ° grado. Puo accadere che ci sia concorso tra discendenti e coniugi etc.. Al momento della morte della persona si apre, nel luogo del suo ultimo domicilio, la successione ereditaria che può definirsi testamentaria o legittima, a seconda che il defunto abbia lasciato o meno un testamento valido. Con la successione legittima (che si applica anche per quei beni eventualmente esclusi da un testamento parziale) interviene la legge ad individuare gli eredi che si definiscono “legittimi” nelle persone degli stretti congiunti del defunto Può accadere che un patrimonio venga assegnato una parte per via testamentaria e una parte per destinazione legittima. Se X lascia a Y in testamento il bene Z ma possiede anche altri beni, che non vengono citati nel testamento. Per Questi casi il bene Z viene lasciato a Y per il testamento, tutti gli altri beni vengono destinati per legge secondo successione legittima, ai discendenti o ai coniugi o ai collaterali etc.. Trasmissione La legge sulla successione legittima testamentaria introduce il principio secondo il quale è permessa la trasmissione. Capacità a succedere riconosciuta ai nati e ai nascituri sia concepiti che non, differenza nella capacità a succedere e la indegnità. L’accettazione 87 beni, lo stato di comunione si scioglie e il coniuge superstite aggiunge alla sua metà il restante 50% dell’intero patrimonio (su cui si apre la successione legittima se vi sono altri successibili); al coniuge superstite spetta inoltre anche il diritto di abitazione della casa familiare e dell’uso di tutti gli arredi in essa contenuti (art. 583 c.c.). Fondamentale è dunque la sussistenza al momento del decesso di un rapporto di coniugio valido e attuale: ecco perché è escluso da tale successione il coniuge divorziato con sentenza definitiva. Il Codice contempla anche l’ipotesi del cd. coniuge putativo, ossia colui (o colei) a cui viene dichiarato nullo il matrimonio, perché giudizialmente accertato che il consenso era stato estorto in maniera violenta o per un timore di eccezionale gravità (art. 128 c.c.). La buona fede del coniuge putativo, ossia la sua mancata conoscenza delle cause d’invalidità del matrimonio, lo pone nella stessa condizione del coniuge validamente sposato, tranne nelle ipotesi di altro sussistente rapporto coniugale al momento della morte tra il defunto e altra persona (art. 584 c.c.). In tema di coppie di fatto e unioni civili la recente legge n. L. n. 76/2016, meglio conosciuta come Legge Cirinnà, ha equiparato anche a livello successorio la parte dell’unione civile al coniuge, attribuendole gli stessi diritti che derivano dal vincolo matrimoniale. Quindi attualmente ai nuclei familiari fondati sulla cd. convivenza more uxorio (in cui confluiscono coppie di fatto eterosessuali omosessuali) si applicano automaticamente le stesse regole previste per le coppie di coniugi eterosessuali? No, perché per incomprensibili motivi, la legge Cirinnà limita espressamente il concetto di “unione civile” alle sole coppie omosessuali, escludendo proprio le coppie di conviventi eterosessuali dall’applicazione degli stessi diritti successori riservati al coniuge ed estesi solo alla “parte dell’unione civile”. È certamente un’interpretazione che risente della terminologia legislativa alquanto rigorosa, per la quale al massimo la Legge Cirinnà riconosce solo al partner superstite di una convivenza eterosessuale il diritto di continuare ad abitare l’immobile di proprietà del convivente deceduto per due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni, comunque nel complesso per non oltre cinque anni, ciò comportando al relativo scadere il conseguente obbligo di restituzione dell’immobile agli eredi legittimi, per non incorrere in responsabilità anche penalmente perseguibili. In questi casi allora lo strumento migliore per tutelare il proprio compagno o la propria compagna in assenza di più chiare previsioni legislative rimane il testamento, le cui disposizioni tuttavia, in presenza di eredi legittimari, dovranno riguardare solo la quota disponibile dell’intero patrimonio ereditario. Figli in assenza del coniuge 90 La partecipazione alla comunione ereditaria dunque, in virtù semplicemente dell’essere figlio, prevede che al padre e alla madre succedono i figli in parti uguali (art. 566 c.c.), escludendo tutti gli altri parenti e in assenza appunto del coniuge superstite: un unico figlio pertanto erediterà tutto il patrimonio. Concorso tra figli e coniuge Si accennava in precedenza all’intera eredità spettante al coniuge in mancanza di altri eredi legittimi (art. 583 c.c.); concorrendo con un figlio, spettano ad entrambi (coniuge e unico figlio) parti uguali, ciascuna delle quali è chiaramente pari ad ½ dell’intero, mentre il concorso con due o più figli attribuisce al coniuge ⅓ dell’eredità e i restanti ⅔ da dividersi equamente tra tutti i figli (art. 581 c.c.). In mancanza del coniuge, come già detto, si attribuisce l’intera eredità all’unico figlio, ripartita in parti uguali tra due o più figli. La particolarità della disciplina per queste due tipologie di eredi legittimi (coniuge e figli) vede in pratica i figli concorrere solo con il genitore superstite con l’esclusione di tutti gli altri parenti, diversamente dal coniuge che può ritrovarsi a concorrere anche con gli altri successibili, ad esempio un fratello, padre e madre del defunto. Fratelli in mancanza di figli e in presenza o in assenza del coniuge Nell’ipotesi in cui non vi siano figli, genitori, né ascendenti, subentrano al defunto in parti uguali i fratelli e le sorelle; ereditano la metà della quota conseguita dai “germani” i fratelli/le sorelle “unilaterali”. Premesso che i “germani” sono fratelli/sorelle che hanno in comune gli stessi genitori, mentre gli “unilaterali” hanno in comune un solo genitore (“consanguinei” se hanno in comune il padre, “uterini” se hanno in comune la madre), il Codice Civile privilegia in questo modo i primi sulla base di quello che viene ritenuto per i “germani” un più accentuato vincolo di parentela con il defunto. In caso di concorso con il coniuge superstite cui spettano i 2/3, ai fratelli/sorelle spetterà il restante 1/3. Fratelli/sorelle concorrono per la metà del patrimonio con i soli ascendenti ai quali chiaramente è destinato il restante ½. Genitori In mancanza di figli, fratelli/sorelle o loro discendenti succedono alla persona deceduta entrambi i genitori per parti uguali o quello che sopravvive (art. 568 c.c.); la norma si applica anche ai genitori adottivi di persona minore di età, viceversa sono esclusi da questa previsione i genitori che hanno adottato una persona maggiorenne che poi appunto decede. Ascendenti 91 Gli ascendenti comprenderebbero terminologicamente genitori e nonni, anche se le norme sulla successione legittima distinguono le due figure. Quindi i nonni materni e quelli paterni, succedono al nipote deceduto (ciascuna coppia per la metà), quando questi non lascia figli, genitori, fratelli/sorelle e loro discendenti (art. 569 c.c.); nella classificazione di “ascendenti” rientrano pure i bisnonni che potrebbero sopravvivere al pronipote deceduto. Le ipotesi possibili di concorso tra ascendenti potrebbero rivelarsi in qualche modo non facili da interpretare per le assegnazioni delle quote, quando ad esempio eredi legittimi sono una bisnonna materna e il nonno paterno. Il criterio indicato dalla successione legittima si avvale allora del cd. grado di parentela, ossia del grado di vincolo tra persone che discendono da uno stesso “stipite” (l’antenato ad essi comune) e della distinzione tra “linee” e “gradi” di parentela, laddove questi ultimi riguardano l’intensità del vincolo tra parenti e i gradi indicano la discendenza nella famiglia, che si snoda in “linea retta” o “collaterale”. Come si avverte, l’inevitabile terminologia tecnica rischierebbe di complicare concetti comuni senza il ricorso ad alcuni facili esempi, per cui, premesso che i parenti in linea retta discendono l’uno dall’altro, mentre quelli in linea collaterale hanno solo lo “stipite” in comune, ma non discendono l’uno dall’altro. Si può pensare a Franco, padre di Alfonso, il quale, a sua volta, è padre di Gustavo (discendenza in linea retta, Franco è il nonno di Gustavo) e a Giovanni, anch’egli figlio di Franco e padre di Giuseppe. Alfonso e Gustavo (come tra loro Giovanni e Giuseppe) sono parenti in linea retta tra loro, ma in linea collaterale con Giovanni e Giuseppe. Concorso tra ascendenti, fratelli e coniuge Al coniuge che concorre in successione insieme agli ascendenti e ai fratelli/sorelle, spettano 2/3 dell’eredità (oltre il diritto d’uso e di abitazione della casa coniugale) e la parte che rimane è devoluta agli altri, salvo il diritto degli ascendenti ad un ¼ dell’eredità. Nell’ipotesi più facile di fratelli/sorelle e ascendenti di pari grado (nonni materni e nonni paterni) la parte residua di 1/3 andrà divisa per i secondi tra la linea paterna e quella materna; se invece gli ascendenti sono di grado diverso, andrà all’ascendente più vicino, che esclude quello più lontano. Altri parenti La mancanza di figli, genitori, fratelli/sorelle e loro discendenti, infine di ascendenti determina l’apertura della successione a favore dei parenti prossimi senza distinzione di linea, sempre per il principio del parente più vicino che prevale su quello remoto con l’eredità che si divide in parti uguali tra i successibili di pari grado, compresi senza distinzioni di linea anche i collaterali (quindi zii e/o cugini ad esempio). Cosa accade se non ci sono parenti? 92 testamenti”: lo sforzo dell'ordinamento di salvare il più possibile le ultime volontà del testatore. Se c’è una clausola invalida nel testamento, l'invalidità di quella clausola non inficia l'intero testamento, lo stesso vale anche per il contratto, ai sensi del’art. 1419 del c.c. (a meno che ci sia altra clausola in cui viene detto che quella clausola sia necessaria per la validità dell’intero testamento). Difetti di forma: Si tratta di difetti di forma minori rispetto a quelli che determinano la nullità, per esempio l’incompletezza della data. Incapacità di agire del testatore: Con la sentenza della Corte di Cassazione Civile n. 2074/1985 si stabilì che per aversi incapacità naturale del testatore non è sufficiente che il normale processo di formazione ed estrinsecazione della volontà sia in qualunque modo alterato o turbato, come frequentemente avviene nel caso di grave malattia, ma è necessario che lo stato psicofisico del soggetto sia in quel momento tale da sopprimere l'attitudine a determinarsi coscientemente e liberamente, essendo regola la capacità di agire del soggetto e dovendo, pertanto, la sua incapacità, che costituisce un'eccezione, essere provata in modo serio e rigoroso. Vizi della volontà ● violenza morale ● captazione (dolo) ● errore: sul motivo (dà luogo a annullabilità) / illecito (dà luogo a nullità) Art 624: La disposizione testamentaria può essere impugnata da chiunque vi abbia interesse quando è l'effetto di errore [625 c.c.], di violenza o di dolo [1427 ss. c.c.]. L'errore sul motivo[626 c.c.], sia esso di fatto o di diritto, è causa di annullamento della disposizione testamentaria, quando il motivo risulta dal testamento ed è il solo che ha determinato il testatore a disporre [634, 647, 648 c.c.]. L'azione si prescrive in cinque anni dal giorno in cui si è avuta notizia della violenza, del dolo o dell'errore [2652 n. 7, art. 2690 del c.c. n. 4, art. 2948 del c.c.]. 95 Prescrizione nel caso dell’annullamento Ai Sensi dell'art. 624 del c.c., l’azione, di solito, si prescrive in 5 anni ma: ● nel caso dell’annullamento per incapacità, i 5 anni decorrono dal momento dell’esecuzione della disposizione testamentaria. ● Invece nel caso di vizio della volontà, i 5 anni decorrono dalla scoperta del vizio e quindi dal momento in cui il terzo interessato apprende che la volontà del testatore era viziata (perché magari era stato minacciato o raggirato o perché corso in errore) da questo momento decorrono i 5 anni Nullità: Un testamento nullo (la nullità prevede un grado di invalidità più elevato rispetto all’annullabilità) presuppone un’anomalia interna al contratto così grave da rendere inapplicabile il contratto e da rendere totalmente nulli i suoi effetti. Nullità formali: Art 606: Il testamento è nullo quando manca l'autografia o la sottoscrizione nel caso di testamento olografo [602 c.c.], ovvero manca la redazione per iscritto, da parte del notaio, delle dichiarazioni del testatore o la sottoscrizione dell'uno o dell'altro, nel caso di testamento per atto di notaio [603 c.c.]. Per ogni altro difetto di forma il testamento può essere annullato su istanza di chiunque vi abbia interesse. L'azione di annullamento si prescrive nel termine di cinque anni dal giorno in cui è stata data esecuzione alle disposizioni testamentarie [590 c.c.]. Lo stesso articolo prescrive inoltre che il testamento pubblico ed il testamento segreto sono nulli per mancanza della redazione per iscritto da parte del notaio delle dichiarazioni del testatore e per mancanza della sottoscrizione del notaio o del testatore. Nullità Sostanziali: Rientrano tra le nullità sostanziali: ● i patti successori ● il testamento congiuntivo ● testamento reciproco ● il testamento a favore di persone incapaci a ricevere la disposizione rimessa all’arbitrio del terzo 96 ● Disposizioni a favore di Persone interposte (padre, madre, discendenti e coniuge della persona incapace, anche se chiamati congiuntamente con l'incapace) ● Disposizioni a favore di persona incerta ● Disposizioni rimesse all’arbitrio di terzi ● Determinazione di legato per arbitrio altrui Conferma ed esecuzione volontaria di disposizioni testamentarie nulle Art 590: La nullità della disposizione testamentaria, da qualunque causa dipenda, non può essere fatta valere da chi, conoscendo la causa della nullità, ha, dopo la morte del testatore, confermato la disposizione o dato ad essa volontaria esecuzione [627, 799]. Si tende a conservare, per quanto possibile, la volontà testamentaria espressa dal de cuius (favor testamenti), nonostante l'invalidità della disposizione, in considerazione del fatto che per il testatore non è più possibile ripetere l'atto. Tipi di testamento Salva la possibilità di redigere testamenti speciali, ipotesi connotate da gravi esigenze personali, il legislatore ha previsto tre modalità di testamento ordinario per dichiarare le proprie ultime volontà: il testamento olografo, il testamento pubblico e quello segreto. Testamenti: ● ordinari ○ olografi ○ per atto di notaio ■ pubblici ■ segreti ● speciali: perdono efficacia entro 3 mesi dalla cessazione dello stato di emergenza ○ dei militari ○ in casi di malattia contagiosa ○ in casi di calamità pubbliche ○ infortunio ○ a bordo di navi/aerei Testamento olografo Il testamento olografo (art. 602 c.c.) è la forma più semplice di testamento, non richiede l'atto pubblico ma questo non esonera dal rispetto di determinati formalismi. Il testamento olografo consta di tre requisiti: 97
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