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Rapporti tra Collegio e Giudice Monocratico: Titoli Esecutivi Europei e Nazionali, Dispense di Diritto Processuale Civile

I rapporti tra il collegio e il giudice monocratico in relazione ai titoli esecutivi europei e nazionali. La differenza tra titoli esecutivi europei e comunitari, l'opposizione all'esecuzione e agli atti esecutivi, e la competenza del giudice dell'esecuzione. Il documento si riferisce al capo iii-ter del codice di procedura civile.

Tipologia: Dispense

2015/2016

Caricato il 02/05/2016

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Scarica Rapporti tra Collegio e Giudice Monocratico: Titoli Esecutivi Europei e Nazionali e più Dispense in PDF di Diritto Processuale Civile solo su Docsity! 37. La ragionevole durata del processo L'art. 111 Cost. prevede espressamente il principio della ragionevole durata del processo ed affida alla legge ordinaria il compito di assicurarne l'effettiva attuazione. Esso assume una duplice valenza: da un lato, esso attiene ai tempi della procedura in senso stretto, considerando il momento iniziale e finale del procedimento; dall'altro lato, esso viene evocato in relazione all'introduzione nell'ordinamento di rimedi deflattivi del giudizio ordinario e/o di forme di risoluzione delle controversie alternative alla giurisdizione tali da favorire l'abbreviazione della durata media dei processi. La Convenzione europea dei diritti dell'uomo del 1950 contiene due norme in materia di ragionevole durata dei processi. L'art 6.1 stabilisce che ogni persona ha diritto ad un'equa e pubblica udienza entro un termine ragionevole davanti ad un tribunale indipendente e imparziale costituito per legge. Prima della riforma l'art 111 verrebbe collegato all'art 24 cost enucleando un particolare profilo del diritto alla difesa. Al convenuto infatti deve essere concesso il tempo ragionevole per predisporre le proprie difese. Il principio di ragionevolezza esige che il processo si svolga in maniera rapida e che le parti siano poste in grado di esercitare effettivamente lle proprie difese, in quanto l'effettività della tutela giurisdizionale può risultare compormessa tanto dall'eccessiva durata del processo, quanto dall'eccessiva brevità dei termini entro i quali le attività processuali devono essere compiute a pena di decadenza. La Corte europea dei diritto dell'uomo ha chiarito che il carattere <ragionevole> della durata di un processo deve essere valutato in rapporto alla complessità del giudizio, tenendo conto delle questioni di fatto e di diritto discusse, del comportamento delle parti e dell'autorità giudicante, nonchè del meccanismo regolatore della lite, statuendo ,altresì, che la normale diligenza profusa dal ricorrente nella condotta processuale vale ad escludere la sua responsabilità per eventuali ritardi. Per questi motivi la legge del 24 Marzo 2001 (la c.d. legge pinto) ha riconosciuto il diritto ad una equa riparazione in favore di chi ha subito un danno patrimoniale o non patrimoniale in conseguenza del mancato rispetto del termine ragionevole. Tale diritto deve essere azionato dal soggetto interessato instaurando un processo tipicamente contenzioso, che ha ad oggetto un diritto soggettivo per il cui svolgimento la legge Pinto ha preso a riferimento il c.d. modello camerale. La domanda di riparazione può essere proposta durante la pendenza del procedimento o, a pena di decadenza, entro sei mesi dal moneto in cui la decisione è divenuta definitiva. La corte d'appello, accertata la violazione sulla base della complessità del caso e del comportamento del giudice nonchè quella di altra autorità chiamata a concorrere. Si considera rispettato il termine ragionevole se il processo non eccede la durata di tre anni in primo grado di 2 anni in secondo grado e un anno nel giudizio di legittimità. Ai fini del computo della durata il processo si considera iniziato con il deposito del ricorso introduttivo del giudizio ovvero con la notificazione dell'atto di citazione. Si considera rispettato il termine ragionevole se il procedimento di esecuzione forzata si è concluso in tre anni e se la procedura concorsulae si è conclusa in 6 anni. Il processo penale si considera iniziato con l'assunzione della qualità di imputato, di parte civile o reponsabile civile ovvero quando l'indagato ha avuto legale conoscenza della chiusura delle indagini preliminari, si consodera comunque rispettato il termine ragionevole se il giudizio viene definito in modo irrevocabile in un tempo non superiore a 6 anni. art 1 comma 2 ter legge. La legge prevede dei casi nei quali non è riconosciuto alcun indennizzo tra i quali quello in cui la parte soccombente sia stata condannata al risarcimento del danno per cd lite temeraria e in ogni caso si abuso sei poteri processuali che abbia determinato una ingiustificata dilazione dei tempi del porcedimento. Ai sensi dell'art 2 bis della legge il giudice liquida a titolo di equa ripartizione una somma di denaro non inferiore a 500 euro e non superiore a 1500 per ciascun anno o frazione di anno superiore a 6 mesi che eccede il termine ragionevole di durata del processo. L'indenizzo è determinato a norma dell'art 2056 cc . La misura dell'indennizz non può essere superiore al valore della causa o se inferiore a quello accertato dal giudice. La determinazione dell'indennità dovuta in caso di violazione del termine ragionevole del processo va fatta dal giudice con valutazione equiativa secondo il suo prudente apprezzamento con riferimento esplicito e implicito alle circostanze del caso concreto. L'equa ripartizione a titolo di danno patrimoniale non può essere corrisposta quando le perdite e i mancati guadagni allegati non siano conseguenza diretta ed immediata del perdurare del processo. 38. La ragionevole durata come criterio di interpretazione e di applicazione delle norme del processo A carico delle parti processuali viè il dovere di evitare comportamenti dilatori ma non quelli di dare impulso al processo attraverso richieste di anticipazioni in udienza o altre istanze dirette a velocizzarne i tempi. E' al giudice che la legge attribuisce l'esercizio di tutti i poteri intesi al piu' sollecito e leale svolgimento del procedimento. Il rispetto del fondamentale diritto ad una durata ragionevole del processo impone al giudice di evitare ed impedire comportamenti che siano di ostacolo ad una sollecita definizione dello stesso tra i quali rientrano certamente quelli che si traducono in un inutile dispendio di energie processuali e formalità da ritenere superflue perchè non giustificate della struttura dialettica del processo e dal rispetto effettivo del principio del contraddittorio, espresso dall'art 101 cpc da effettive garanzie di difesa ( art 24 cost) e dal diritto alla partecipazione al processo, in condizione di parità art 111 cost dei soggetti nella cui sfera giuridica l'atto finale è destinato ad esplicare i suoi effetti. La giurisprudenza della corte regolatrice consente di raggruppare gli arresti che evocano il principio costituzionale della ragionevole durata in due principali categorie: quella delle decisioni nelle quali la ragionevole durata è richiamata alla stregua di un principio interpretativo di norme processuali in maniera costituzionalmente orientata e quella delle decisioni nelle quali la ragionevole durata appare essere utilizzata come principio valutativo della costituzionalità della norma processuale piuttosto che della sua interpretazione. 42. La giurisdizione come presupposto per la valida instaurazione del processo La giurisdizione è intesa, sotto il profilo funzionale, come attività necessaria svolta dagli organi dello Stato e finalizzata all'emanazione di provvedimenti non riferibili ad alcun soggetto dell'ordinamento, ma all'ordinamento stesso considerato nella sua universalità. Nel suo concreto operare, la giurisdizione, è intesa quale presupposto per l'instaurazione del processo davanti al giudice, che può essere non sussistente in ragione alla presenza di altre giurisdizioni speciali nazionali, ovvero di giurisdizioni di Stati diversi da quello italiano. L'esigenza di individuare il rapporto tra giurisdizione e processo assume rilievo prioritario, dovendosi considerare la giurisdizione innanzi tutto come requisito di esistenza del processo ma anche di proseguibilità dello stesso fino alla pronuncia di merito entrambi in ogni caso da ancorare direttamente alla domanda quale atto introduttivo della vicenda processuale. Perchè il processo venga ad esistenza, è necessario che la domanda si a proposta ad un organo giurisdizionale, cioè ad un soggetto che abbia la qualità di giudice: anche se privo di giurisdizione, questo giudice ha il potere-dovere di emettere una pronuncia sul processo, limitandosi se del caso ad accertare il proprio difetto di giurisdizione cioè la mancanza del suo potere giurisdizionale in relazione alla controversia instaurata. La giurisdizione non può essere considerata presupposto di mera esistenza del processo. Inoltre affinchè il processo non solo risulti esistente, ma sia anche, proseguibile, il giudice adito deve avere il potere di esercitare la funzione giurisdizionale che la legge gli affida: la titolarità della funzione giurisdizionae, cioè il potere di attuare l'ordinamento nella sua universalità. Se, nel momento di instaurazione del processo davanti a giudice munito di giurisdizione nasce il dovere decisorio del giudice e sulla fondatezza della domanda ciò non toglie che ulteriori requisiti di trattabilità o di proseguibilità della causa fino alla decisione di merito abbiano la capacità di impedire ove mancanti il concreto esercizio dei poteri connessi al dovere decisorio del giudice: tali requisiti si pongono cioè come condizioni per lo svolgimento di attività processuali che trovano aliunde la loro fonte, nel senso che il giudice, già titolare al momento della litispendenza di tutti i poteri necessari per decidere in linea astratta sulla domanda è chiamato a verificare ai fini dell'esercizio degli stessi la sussistenza dei requisiti di ulteriore trattabilità della causa che a loro volta condizionano la concreta possibilità di pervenire alla decisione di merito. Quale presupposto di astratta trattabilità della causa , la giuridizione deve esistere e va accertata con riferimento al momento della pendenza della lite. 43. Il momento determinante della giurisdizione: la perpetuatio juridictionis Si è detto che la giurisdizione deve sussistere e va accertata con riferimento al momento della pendenza della lite, cioè della proposizione della domanda giudiziale. Prima della legge n.353 del 1990,l'art.5 enunciava il principio secondo il quale la giurisdizione e la competenza si detrminano con riguardo allo stato di fatto esistente al momento della proposizione della domanda, senza che avessero rilevanza i successivi mutamenti dello stato medesimo ( principio della c.d. perpetuatio juridictionis , che consente di proporre la controversia dinanzi al giudice del luogo di residenza o di domicilio del convenuto straniero, a condizione naturalemtne che tale luogo si trovi in Italia e che la giurisdizione italiana non sia esclusa dalla legge del diritto internazionale privato in considerazione della natura della controversia ). Successivamente alla legge 353/90, l'art. 5 ha riconosciuto che la giurisdizione e la competenza si determinano con riguardo non solo allo stato di fatto, ma anche alla legge vigente al momento della proposizione della domanda, con l'espressa affermazione dell'irrilevanza dei successivi mutamenti della legge, oltre che delle modificazioni di quello stato di fatto. Dunque, all'atto della proposizione della domanda e della pendenza della lite, viene a prodursi l'effetto processuale di fissare e tenre fermi per tutto il corso del processo (e gradi successivi) i criteri di attribuzione della giurisdizione e della competenza, pur in presenza di una legge sopravvenuta che comporti modifiche degli stessi. Va precisato che la descritta insensibilità si pone come regola generale in caso di successione di leggi processuali relative alla giurisdizione ed alla competenza, senza vincolare, in termini assoluti, il legislatore il quale se vuole rendere immediatamente applicabile una nuova normativa ai giudizi pendenti alla data di entrata in vigore della stessa, deve prevederlo espressamente stabilendo un apposito regime transitorio con specifica deroga alla regola generale sancita nell'art 5 cpc. Per ultimo, il principio in questione, opera solo quanto il sopravvenuto mutamento dello stato di diritto priva il giudice della giurisdizione che egli aveva quando la domanda è stata introdotta, non nel caso in cui esso comporta l'attribuzione della giurisdizione al giudice che ne era inizialmente privo (giurisdizione c.d. sopravvenuta). Difatti l'art 5 cpc laddove esclude la rilevanza dei mutamenti in corso di causa della legge in ordine alla determinazione della competenza e della giurisdizione va interpretato nel senso di favorire non già d'impedire la perpetuatio jurisdictionis, con la conseguenza che ove sia stato adito un giudice incompetente al momento della proposizione della domanda, non possono l'incompetenza o il difetto di giurisdizione essere dichiarati se quel giudice sia diventano compente in forza di legge entrata in vigore nel corso del giudizio. Ancora, se viene dichiarata dalla Corte costituzionale l'illegittimità costituzionale di una norma regolatrice della giurisdizione non si ritiene applicabile l'art 5 cpc in quanto a differenza dell'abrogazione della norma che opera ex nunc essa ha efficacia ex tunc con il limite dei rapporti esauriti al momento della pubblicazione della decisione di incostituzionalità. 44. I limiti di esercizio della funzione giurisdizioale civile: le tre tipologie di questioni di giurisdizione Il giudice ordinario civile è l'organo al quale l'ordinamento assegna il potere di esercitare la funzione giurisdizionale in materia civile, ma tale esercizio incontra un triplice ordine di limiti espressamente previsti dalla legge: a) nei confronti del convenuto, in relazione ai rapporti tra giurisdizione italiana e giurisdizione straniera; b) rispetto alle magistrature speciali, alle materie, cioè, riservate alla competenza giurisdizionale dei giudici speciali; c) nei confronti della pubblica amministrazione e dei pubblici poteri in essa compresi, allorchè vi sia la c.d. improponibilità assoluta della domanda. Ciascuna di queste categorie di limiti può dare luogo ad un difetto di giurisdizione del giudice ordinario civile, cioè a questioni di giurisdizione sulle quali lo stesso giudice investito della controversia è chiamato a pronunciarsi accertando il difetto o la sussistenza della giurisdizione rispetto alla controversia medesima. A nostro avviso, non si possono qualificare di giurisdizione questioni diverse da quelle indicate dalla legge, proprio i quanto ciascuna di esse individua un limite esterno all'esercizio della giurisdizione in relazione al fatto che il potere i questione spetti ad un giudice o ad un organo diverso da quello investito della controversia. Da queste premesse si deduce che si dà luogo ad una questione di giurisdizione essendo quello della Chiesa cattolica un ordinamento autonomo e sovrano all'ordinamento dello Stato italiano. In relazione al ruolo e alle funzioni svolte nel nostro ordinamento dalle cc.dd. autorità indipendenti, la natura amministrativa di questi organi esclude qualsiasi possibilità di configurare una questione di giurisdizione nei confronti sia del giudice ordinario sia del giudice speciale in specie amministrativo. L'autonomia e la posizione di supremazia di questi organi rispetto alle amministrazioni in senso stretto non fanno dubitare che essi collocandosi all'interno dell'amministrazione esercitano funzioni amministrative e non giurisdizionali e che i relativi provvedimenti siano di norma sindacabili dal giudice amministrativo per i vizi di legittimità- Per questa ragione anche i rapporti tra diverse autorità possono dare luogo esclusivamente a vizi di incompetenza amministrativa. 45. La prima tipologia di questioni di giurisdizione: il limite rispetto alla giurisdizione straniera nei confronti del convenuto Il primo dei limiti alla giurisdizione riguarda le controversie nella quali sia in gioco il rapporto tra la giurisdizione italiana e giurisdizioni straniere, in relazone alla posizione del solo convenuto e nessun limite può porsi nei confronti dell'attore in quanto in Italia la tutela giurisdizionale di quest'ultimo presuppone accettazione della giurisdizione italiana. In adesione ai principi della Convenzione, l'art. 3 della legge n. 218 del 1995 fissa l'ambito della giurisdizione italiana che sussiste: a) quando il convenuto è domiciliato o residente in Italia: dunque non ha rilevanza la qualità dello straniero, ma la circostanza che abbia o meno la residenza o il domicilio in Italia; b) quando il convenuto ha in Italia un rappresentante che sia autorizzato a stare in giudizio; c) negli altri casi in cui la giurisdizione italiana è prevista dalla legge; politico, comunque possa essere interessata la Pa, ha sempre consentito la tutela giurisdizionale di fronte al giudice civile a seguito di violazioni di diritti soggettivi dei cittadini da parte della pa, escludendo tale tutela in presenza di violazioni di interessi legittimi cioè di situazioni sostanziali solo indirettamente tutelate dalla legge, a causa della presenza di interessi pubblici e di corispondenti poteri della pa che possono essere fatti valere davanti ad un giudice speciale quale è il giudice amministrativo. Classico esempio è l'espropriazione per pubblica utilità ( vi è un diritto soggettivo assoluto del privato che per effetto del provvedimento di espropriazione viene limitato , perciò il privato impugnado il provvedimento di esproprio farà valere una posizione di interesse legittimo dell'interesse cioè a che il potere amministrativo sia esercitato conformemente alla legge. La relativa controversia dovrà essere proposta dinanzi al giudice speciale amministrativo. La qualificaizone in termini di diritto soggettivo o di interesse legittimo, della situazione giuridica sostanziale che si fa valere nel processo costituisce presupposto rispettivamente per la sussistenza o meno della giurisdizione del giudice ordinario. Tuttavia, la legislazione degli ultimi anni ha investito il giudice amministrativo in misura sempre maggiore di controversie che hanno ad oggetto diritti soggettivi. Il giudice amministrativo ha la giurisdizione "esclusiva" sulla controversia; con ciò si vuole investire la tutela non solo degli interessi legittimi ma anche dei diritti soggettivi.Dapprima il dlgs 31 marzo 1998 n 80 e successivamente la legge 21 luglio 2000 n 205 avevano già fortemente inciso sui criteri generali di riparto tra giurisdizione ordinaria e giurisdizione amministrativa, introducendo nuove ipotesi di giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo devolvendosi altresì a quest'ultimo, in relazione a tali ipotesi il potere di pronunciare in ordine al risarcimento del danno ingiusto anche attraverso le reintegrazione in forma specifica estendendo la relativa cognizione a tutte le questioni patrimoniali da esse derivanti. (^nota^ La tendenza palesata dal recente legislatore è quella trasferire alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo interi blocchi di materie. Ma la Corte costituzione con la sentenza del 6 luglio 2004 n 204 ha voluto porre una sorta di freno a siffatta tendenza. La Corte ha argomentato che il collegamento delle materie assoggettabili alla giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo con la natura delle situazioni soggettive è espresso dall'art 103 laddove statuisce che quelle materie devono essere particolari rispetto a quelle devolute alla giurisdizione generale di legittimità.) La materia è oggi regolata dal Codice del processo amministrativo dlgs n 104 del 2010 che nell'affermare il principio cd di effettività ha stabilito che : - sono devolute alla giurisdizione amministrativa le controversie, nelle quali si faccia questione di interessi leggittimi e , nelle particolari materie indicate dalla legge, di diritti soggettivi, concernenti l'esercizio o il mancato esercizio del potere amministrativo - le giurisdizione amministativa si articola in giurisdizione generale di legittimità esclusiva ed estesa al merito. Sono attribuite alla giurisdizione generale di lettimità del giudice amministrativo le controversie relative ad atti, provvedimenti o omissioni delle pa, comprese quelle relative al risarcimento del danno per lesione di interessi legittimi e algi altri diritti patrimoniali consequenziali, pure se introdotte in via autonoma. Nelle materie di giurisdizione esclusiva, indicate dalla legge, il giudice amministrativo conosce, pure ai fini risarcitori anche delle controversie nelle quali si faccia questione di diritti soggettivi. Il giudice amministrativo esercita giurisdizione estesa al merito nelle controversie indicate dalla legge e dall'articolo 134 del codice. Nell'esercizio di tale giurisdizione può anche sostituirsi all'amministrazione. Oltre ai giudici amministrativi vi sono altri giudici speciali alla cui cognizione sono attribuite dalle legge controversie aventi ad oggetto diritti soggettivi si pensi alla Corte dei conti che la giurisdizione esclusiva in materia di pensione, di contabilità pubblica e responsabilità per danno erariale; al tribunale delle acque pubbliche ai commissari regionali liquidatori di usi civici ; alle commissioni tributarie che hanno una giurisdizione generale nelle controversie previste dal dpr n 546 del 1992 di riforma del processo tributario e comunque in quelle che hanno ad oggetto tributi. La presenza nell'ordinamento della giurisdizione civile ordinaria e di diversi giudici speciali rende concreta l'eventualità che sorgano questioni di giurisdizione quando il giudice ordinario e quello speciale ovvero due giudici speciali, ritengano di avere entrambi la giurisdizione su una determinata controversia. Quando ciò accade giudice ultimo degli eventuali conflitti di giurisdizione è la Corte di Cassazione , alla quale è ammesso ricorso contro le decisioni del Consiglio di Stato e della Corte dei conti per i soli motivi inerenti alla giurisdizione nell'art 362 cpc Questa norma nel primo comma consente l'impugnabilità in Cassazione delle decioni in grado d'appello o in unico grado di un giudice speciale per motivi attinenti alla giurisdiziaone del giudice adito mentre il secondo comma prevede che il conflitto tra giudici speciali o tra giudici ordinari e speciali sia denunciabile in ogni tempo davanti alla stessa corte di cassazione. Il tema dei rapporti tra le diverse giurisdizioni deve essere esaminato alla luce della disciplina contenuta nell'art 59 della legge n 69 del 2009 la quale impone al giudice che dichiara il difetto di giurisdizione di individuare il giudice munito di giurisdizione davanti al quale la parte interessata può far trasmigrare il processo restando fermi gli effetti processuali e sostanziali già prodottisi al momento della instaurazione del primo processo davanti al giudice che ha declinato la giurisdizione ( problematica della translatio judicii) 48. La terza tipologia di questioni di giurisdizione: il limite della giurisdizione nei confronti della pubblica amministrazione e dei suoi poteri Il limite in questione sta a indicare che nè il giudice ordinario, nè alcun altro giudice dello Stato è fornito di giurisdizione sulle controversie promosse dal privato nei confronti dell'amministrazione attiva dello Stato, che abbiano ad oggetto una situaizone soggettiva che non può essere qualificata nemmeno cin termini di interesse legittimo.( Es. l'atto politico, che non è impugnabile nè dinanzi al giudice ordinario, nè dinanzi a quello speciale).In questi casi si parla di improponibilità assoluta della domanda art 37.1 cpc, che si verifica in tutti i casi nei quali il privato non è titolare e non può far valere nei confronti della P.A. alcuna situaizione giuridica sostanziale in termini di diritto soggetivo o di interesse legittimo. 49. Il regime processuale delle questioni di giurisdizione Ciascuno di tali limiti può dare luogo alle "questioni di giurisdizione" art 37 cpc, pregiudiziali di rito in quanto hanno oggetto l'accertamento della sussistenza o meno della giurisdizione che deve essere compiuto prima di ogni altro accertamento e può condurre alla pronuncia di una sentenza definitiva che cioè chiude il processo dinanzi al giudice che la pronunzia. Se il giudice adito ritiene di non avere la giurisdizione sulla controversia sottoposta al suo esame deve pronunziare una sentenza con la quale si spoglia definitavamente del processo. La disciplina contenuta nell'art 37 cpc concerne le modalità temporali di rilevazione delle questioni di giurisdizione nonchè l'individuazione dei soggetti ( giudice e parti) legittimati al rilievo e all'eccezione. Le parti anche di fronte al rilievo officioso del giudice debbono essere messe in grado di esercitare le rispettive difese attorno alla questione di giurisdizione prima che questa sia oggetto di decisione da parte del giudice. In tal senso, l'art. 37 c.p.c. sancisce il principio della rilevabilità, anche d'ufficio in ogni stato e grado da parte del giudice, delle questioni di giurisdizione nei confronti della pubblica amministrazione e dei giudici speciali. Questo principio esprime il massimo interesse da parte del legislatore processuale a consentire il rilievo di tali questioni senza limiti cronologici anche d'ufficio cioè o su iniziativa delle parti ovvero su impulso officioso del giudice. La rilevabilità del difetto di giurisdizione in ogni stato e grado del processo non va intesa nel senso che ciascun giudice chiamato a conoscere della controversia è autonomamente e singolarmente dotato del potere di rilevazione di quel difetto ma nel senso che questo potere può essere eserciatao per la prima volta anche in appello o in sede di giudizio di Cassazione sempre che la questione non sia stata già oggetto di rilievo e di decisione nel o nei precedenti gradi del processo. Ogni sentenza, compresa quella che risolve questioni attinenti al processo è per sua natura idonea al cd passaggio in giudicato formale ad acquisire all'interno del processo una stabilità di effetti ed un regime di incontroversibilità tali da rendere non piu' contestabile l'accertamento in essa contenuto. Così, se la sentenza di primo grado si pronunzia in maniera espressa sulla questione di giurisdizione e nessuna delle parti propone impugnazione su quello specifico punto, tale decisione passa in giudicato formale e diventa incontroversibile. L'operatività del principio di rilevabilità in discrso è soggetta al limite costituito dal giudicato che si sia già prodotto all'interno dello stesso processo cd giudicato interno al quale è sottoposto anche il giudice pur di diverso grado che viene a conoscere della controversia, il quale, con propria iniziativa officiosa non può piu' contestare o porre nel nulla il contenuto dell'accertamento sulla giurisdizione ormai divenuto incontrovertibile e definitivamente vincolante anche nei suoi confronti. Il diritto vivente però ha allargato il novero delle ipotesi in cui può formarsi il giudicato interno sulla giurisdizione tale ipotesi in cui può formarsi il giudicato interno sulla giurisdizione tale da precludere alle parti di eccepire ed al giudice di rilevare il difetto di giurisdizione nell'ulteriore corso del processo. Secondo la giurisprudenza della Corte di Cassazione l'interpretazione dell'art 37 l'interpretazione anche d'ufficio in qualsiasi grado e stato del processo deve tener eserciando poteri discrizionali che l'art 367 cpc ha delimitato giacchè la scelta tra sospsendere o non il processo di merito è subordinata alla duplice valutazione: - di manifesta inammissibilità dell'istanza di regolamento: il giudice verifica che il regolamento è stato proposto oltre il limite preclusivo di cui all'art 41 cpc - di manifesta infondatezza della contestazione della giurisdizione. La proposizione dell'istanza di regolamento non incide sulla potestà decisoria del giudice. Il testo dell'art 367 cpc solleva il problema della sorte dei provvedimenti che il giudice abbia pronunciato in pendenza del procedimento di regolamento di giurisdizione qualora a conclusione dello stesso la cassazione dovesse ritenere l'insussistenza della giurisdizione. Se il procedimento di regolamento si conclude con l'accertamento definitivo e definitivamente vincolante del difetto di giurisdizione del giudeice adito quegli atti e quei provvedimento ne saranno immediatamente travolti in quanto pronunciati su un presupposto che le sezioni unite della cassazione hanno accertato come insussistente. Al procedimento di regolamento di giurisdizione si applicano le medesime regole che governano il giudizio di cassazione . Ai sensi dell'art 375 cpc le sezioni unite della corte di cassazione decidono sull'istanza di regolamento di giurisdizione in camera di consiglio con ordinanza tale provvedimento statuisce sulla questione di giurisdizione determinando quando occorre il giudice competente. Vi è poi il problema degli effetti dell'ordinanza di regolamento di giuridizione se cioè essi siano limitati al processo nel corso del quale l'istanza di regolamento è sollevata ovvero se vincolino anche tutti i futuri giudici chiamati a ponunciarsi sul medesimo diritto o rapporto giuridico sostanziale fatto valere nel processo estinto. L'efficacia panprocessuale deve essere riconosciuta anche alle ordinanze in esame , in quanto la funzione di assicurare l'obbedienza dei giudici di merito alle leggi processuali e sostanziali che la Costituzione e l'ordinamento giuridico assegnano alla Cassazione quale organo supremo regolatore della giurisdizione impone che la decisione della corte su una questione di giurisdizione rappresenti un precedente vincolante per ogni giudice investito della medesima domanda , in riguardo alla quale la questione è sorta. siffatta efficacia vincolante verrà meno se sopravvengono fatti nuovi e diversi rilevanti ai fini dell'attribuzione della giurisdizione. 52. Il regolamento di giurisdizione su istanza della pubblica amministrazione Sempre l'art. 41 c.p.c. al secondo comma , attribuisce alla pubblica amministrazione che non sia parte in causa, il potere, in ogni stato e grado del processo, di chiedere alle sezioni unite della Corte di cassazione di dichiarare il difetto di giurisdizione del giudice ordinario a causa dei poteri attribuiti dalla legge all'amministrazone stessa. Tale facoltà può essere esercitata per tutto il corso del processo, con l'unico limite derivante dalla presenza di un giudicato formale della sentenza dichiarativa della giurisdizione del giudice ordinario. La richiesta deve essere avanzata dal prefetto con decreto motivato, notificata alle parti ed al pubblico ministero, il quale comunica il decreto prefettizio al capo dell'ufficio giudiziario dinanzi al quale pende la causa.Successivamente la part epiù diligente deve investire la Corte di cassazione con ricorso che deve essere proposto entro 30 giorni dalla notificazione del decreto. Il procedimento per regolamento prosegue dinanzi alla corte secondo le regole ordinarie. Questo regolamento è solo nominalmente a istanza della pa ma in sostanza ad istanza di parte in quanto l'esercizio del potere da parte della pa ha piu' che altro funzioni di stimolo alle parti ma produce un risultato solo dilatorio. Divenuto inammissibile il regolamento per l'inutile decorso del termine di cui sopra l'odinanza di sospensione del processo di merito dovrà essere revocata su istanza della parte interessata mentre in caso di tardiva proposizione del ricorso per regolamento il capo dell'ufficio giudiziario dovrà attendere l'ordinanza delle sezioni unite dichiarativa dell'inammissibilità per revocare il proprio decreto si sospensione. (Istituto di rara utilizzazione) Cap. V La competenza 53. Nozione di competenza. Competenza statita e competenza dinamica Secondo la nozione tradizionale, la competenza è l'ampiezza o misura della sfera di potestà giurisdizionale attribuita ai singoli giudici che fanno parte della giurisdizione ordinaria, per come essa risulta da una serie di previsioni normative contenute essenzialmente nel codiece di procedura civile. Tali norme hanno riguardo al momento che precede l'instaurazione del processo, quando l'attore è chiamato ad individueare il giudice competente, tra tutti quelli della Repubblica, facendo applicazione di criteri che si definiscono "statici". A ben vedere, l'ordinameto non si limita a prevdere una serie di criteri statici di competenza, ma riconosce e prevede fattispecie idonee ad incidere sulla competenza del giudice attribuendola o negandola secondo regole che prescindono o posso essere addirittura in contrasto con i criteri statici, e che trovano il fondamento teorico e la loro ragione giustificatrice in esigenze legate alla "dinamica" del processo, cioè al suo concreto svolgimento. In definitiva quando ricorrono tali presupposti, al giudice adito (che sarebbe incompetente se si facesse applicazione dei criteri statici) la competenza viene attribuita sotto condizione (risolutiva) che le parti non eccepiscano ed il giudice non rilevi, entro il termine previsto dalla legge, l'incompetenza in relazione alla osservanza dei criteri statici. I criteri statici e dinamici di competenza, sono dunque chiamat a svolgere la medesima funzione, che è quella di pervenire all' individuazione del giudice competenete a trattare e decidere sul merito della domanda proposta. Le fattispecie di competenza dinamica si distinguono in dirette o indirette, a seconda del loro diverso modo di operare nel pocesso e di pervenire all'individuazione del giudice competente: A) fattispecie dirette, producono i loro effetti dal momento dell'iniziale pendenda del processo e consentono di individuare direttamente ed autonomamente il giudice competente in mancanza di eccezione di parte o di rilievo d'ufficio da parte del giudice, aventi ad oggetto il mancato rispetto dei criteri di competenza in sensk statico; B) fattispecie indirette, presuppongono il verificarsi nel corso dello svolgimento del prosso già instaurtato, di determinati comporamenti delle parti o la pronuncia di provvedimenti del giudice, che consentono di individuare il giudice competente a conoscere della controversia. (es. accordo processuale di deroga sulla competenza territoriale). 54. I criteri di competenza in senso statico Quando si discute di giudice competente si fà riferimento non ad un singolo giudice inteso come persona fisica, bensì ad un ufficio nel suo complesso. ( tibunale di Roma , corte d'appello di Milano), all'interno del quale le controversie vengono assegnate ai singoli magistrati secondo i criteri di distribuzione predeterminati (CD CRITERI TABELLARI). Per individuare tra tutti gli uffici giudiziari, il giudice competente a conoscere di una determinata controversia, dinanzi al quale l'attore deve proporre la domanda, art 99 cpc, soccorrono diverse categorie di criteri di competenza in senso statico: A) In relazione alla materia, cioè alla natura della controversia o al tipo di diritto contestato; B) In relazione al valore, cioè alla valutazione economica dell'oggeto della controversia; C) In relazione al territorio, cioè all'ubicazione dell'ufficio giudiziario. Le prime due categorie operano in senso verticale cioè hanno riguardo ai diversi tipi di giudici previsti dal nostro ordinamento giuridico mentre la terza fa esclusivo riferimento alla dislocazione sul teriirtorio dei vari uffici giudiziari dello stesso tipo ed opera in senso orizzontale. L'applicazione dei criteri statici consente all'attore di individuare il giudice competente a conoscere della controversia in primo gradi mentre l'individuazione del giudice competente a conoscere della stessa controversia in grado d'appello deve essere operata in relazione al giudice che abbia in concreto deciso la causa dovendosi l'appello proporre dinanzi al giudice immediatamente superiore nella cui circoscrizione ha sede il giudice che ha pronunciato il provvedimento impugnato. 55. La competenza per materia e valore I criteri di competenza per materia hanno riguardo alla natura ed alla qualità della controversia . Al termine materia si devono riconoscere vari significati a seconda che la legge faccia riferimento alla tipologia del rapporto giuridico sostanziale oggetto della causa ovvero al tipo di azione ed al correlativo provvedimeto finale invocato dall'attore, possono essere considerati "forti" per l'impossibilità che essi possano essere oggetto di deroga, sia pattizia °( prima del processo) che processuale nonchè per la loro non modificabilità per ragioni di connessione e per la loro estraneità al regime d'incontestabilità. Invece, i criteri di competenza per valore hanno riguardo all'aspetto quantitativo della causa cioè alla misura del valore economico del bene o del rapporto dedotto in giudizio; Per le controversie davanti al giudice di pace relative a beni mobili il limite del valore è oggi fissato in euro 5000 Peraltro, cass sez un. 19 ottobre 2011 n 21582 ha formulato il principio in base al quale sussiste la competenza del giudice di pace anche in oridine alle controversie aventi ad oggetto pretese che abbiano la loro fonte in un rapporto ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ____________ 57. Il principio di inderogabilità convenzionale della competenza L'art. 6 c.p.c. prevede che la competenza non può essere derogata per accordo delle parti salvo nei casi stabiliti dalla legge;ragione di tale divieto è l'esigenza di garantire la precostituzione per legge del giudice naturale, sottraendo alle parti il potere di scelta ed individuaione di un giudice diverso. L'art. 28 però, consente la deroga per accordo tra le parti ai criteri di competenza territoriale e, altresì, elenca alcune ipotesi nelle quali il foro non può essere derogato dall'accordo delle parti. Al di fuori da tali casi c.d. di competenza per territorio inderogabile o funzionale , le parti possono pattiziamente derogare alla competenza per territorio, purchè vi sia la specifica approvazione per iscritto della clausa di deroga e che si riferisca d uno o più affari determinati e attribuisce al giudice designato dalle parti la competenza esclusiva solo quando ciò sia espressamente stabilito nell'accordo stesso. art 29 cpc ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ____ 58. La competenza del tribunale quale giudice unico di primo grado. Sede del tribunale e sezioni distaccate Con il d.lgs. 51/1998 si è assistito ad una ristrutturazione degli uffici giudiziari di rpimo grado, secondo il modello del giudice unico. Tale ruolo e la sua caratterizzazione come giudice prevalentemente monocratico, fanno del tribunale ordinario un ufficio diverso da quello originario, con una diversa struttura organizzativa che dovrebbe favorire una maggiore specializzazione dei giudici, nei tribunali divisi in sezioni. Il tribunale opera in composizione monocrtica, nel senso che è lo stesso giudice designato ad esercitare i poteri decisori che prima della riforma del 1990 erano affidati al collegio. Con il d.lgs. del 98, si assegna al tribunale la competenza a conoscere di tutte le cause che non sono di competenza di altro giudice (corte d'appello, sezioni specializzate come il tribunaleper i minorenni e quello regionale delle acque). Il tribunale, inoltre, ha competenza esclusiva per alcune controversie (ad es. in materia di imposte e tasse non attribuite alle commissioni tributarie, per la querela di falso) nonchè per ogni causa di valore indeterminabile. Con la soppressione degli uffici di pretura sono state introdotte le sezioni distaccate del tribunale, che costituiscono articolazioni interne di questo uffico giudiziario e , in quanto tali, sono prive di rilevanza esterna. Ad esse erano assegnate le cause civili a trattazione monocratica, quando il luogo in relazione al quale si determina la comptenza territoriale rientri nella circoscrizione delle sezioni stesse,ovvero nel territorio di uno dei comuni compresi nella circoscrizione in questione. Sulla base dell'art 83 ter disp att cpc introdotto dal dlgs n 51 del 1998 Le inosservanze in ordine alla ripartizione tra sede principali e sede distaccate deve essere rilevata non oltre l'udienza di prima comparizione, qualora non venisse rilevatra dal giudice designato, il vizio resterà assorbito e la causa continuerà ad essere trattata davanti al giudice, altrimenti trasmetterà il fascilo d'ufficio al presidente del tribunale, il quale provvederà con decreto non impugnabile. Se nella prima udienza la questione non era rilevata dal giudice designato il vizio resterà assorbito e la causa continuava ad essere trattata daventi al giudice già designato ed era da lui decisa nel merito. Tale quadro è stato modificato dal dlgs n 155 del 2012 che ha introdotto la seguenti innovazioni nella distribuzione dei tribunali sul territorio: a. tutte le sezioni distaccate dei tribunali sono state soppresse: b. il numero dei tribunali è stato ridotto con la soppressione di alcuni e fermo restando il mantenimento dei tribunali situati nei cirocndai di comuni capoluogo di provincia c. l'ambito territoriale del circondario di taluni tribunali è stato ridefinito. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ __ 59. Il regime dell'incompetenza L'art. 38 c.p.c. regola le modalità e limiti soggettivi e cronologici di esercizio del potere di eccezione e/o rilevazione della questione di competenza dell'organo giurisdizionale dinanzi al quale è stato instaurato il processo. La norma, prevede, che l'incompetenza per matera, per valore e per territorio semplice sono eccepite dalla parte, a pena di decadenza, nella comparsa di risposta tempestivamente depositata; inoltre l'eccezione di incompetenza per territorio semplice deve contenere l'indicaizone del giudice che la parte ritiene competente. Per quanto L'ultimo comma dell'art. 38 c.p.c. consente al giudice di decidere subito sulla questionje di competenza, qualora ne valuti la concreta potenzialità impediente, cioè l'attitudine a dar luogo ad una pronuncia di incompetenza, che chiuderà il giudizio dinanzi a sè. La decisione in questione è resa ai soli fini della competenza cioè senza pregiudizio alcuno per il merito della causa ed è di norma emanata in base a quello che risulta dagli atti, nel senso che il giudice deve fondare l'accertamento sulla competenza tenendo conto del materiale fino a quel momento acquisito agli atti del processo e senza procedere ad apposita istruzione, salvo sia necessario assumere sommarie informazioni( atti che appaiano indispensabili al fine di decidere sulla sola competenza). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ______ 62. L'efficacia delle decisioni sulla competenza pronunziate dal giudice di merito L'effetto di incontestabilità dell'ordinanza declinatoria di competenza è da ricollegare ai principi di competenza dinamica, per effetto dei quali il giudice legittimato a decidere la controversia viene ad essere individuato, durante la pendenza della lite, anche a prescndere o addirittura in contrasto con i criteri statici. La prevalente dottrina afferma la mera efficacia endoprocessuale, cioè limitata al processo in corso, di tali pronunzie, con la conseguenza, ad esempio, della loro totale caducazione a seguito dell'estinzione del processo. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ____ 63. Il regolamento di competenza necessario e facoltativo. Il concorso tra regolamento di competenza ed altri mezzi di impugnazione Gli artt. 42 e ss. c.p.c. contengono la disciplina del regolamento di competenza, che è un mezzo di impugnazione, speciale, attraverso il quale è concesso alle parti di richiedere ed ottenere dalla Corte di cassazione, previa pronuncia di una decisione sulla competenza, un accertamento definitvo e vincolante circa l'individuazione del giudice competente a conoscere della controversia. Occorre distingue tra il regolamento di competenza ad istanza di parte e quello d'ufficio. Il primo, può essere necessario o facoltativo a seconda che la deciosne impugnata contenga esclusivamente una pronuncia sulla competenza,o che si accompagni alla stessa la decisione sul merito della controversia o su una questione preliminare di merito. Il carattere necessario del regolamento và inteso nel senso che tale mezzo costituisce l'unico rimedio che la legge pone a disposizione della parte interessata, ad es. avverso i provvedimenti che dichiarino la litispendenza e ka continenza, che dispongono la connessione, la sospensione del processo. Invece, in presenza di un provvedimento che abbia pronunciato sulla competenza insieme al merito è prevista la mera possibilità che esso sia impugnato con il regolamento, da qui il carattere facoltativo. In tal caso, non essendo, la parte, privata del potere di proporre appello, è possibile che siano esperiti più mezzi di impugnazione e di conseguenza la configurabilità di un concorso tra mezzi di impugnazione. In questa eventualità la legge prevede che: A) se una delle parti soccombenti propone appello prima che le altri parti propongano impugnazione, esse non perdono la facoltà di proporre istanza di regolamento di competenza entro i termini di legge; B) se l'istanza di regolamento di competenza viene proposta prima di altre impugnazioni ordinarie, i termini dlel'appelo sono sospesi e riprendono a decorre dalla decisione sul regolamento di competenza; C) se l'istanza di regolamento viene proposta dopo la notificazione dell'atto di appeelo, il processo d'appello è sospeso in attesa della decisione della Corte di cassazione sul regolamento. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ____________ 64. Il procedimento del regolamento di competenza e l'efficacia delle decisioni della Cassazione sulle questioni di competenza * la nozione di azione descrive una vicensa che ha inizio con la proposizione della domanda e presenta un'unità-continuità non solo nelprocesso, ma pure nell'esercizio dell'azione come potere di domandare la tutela, finchè questa non sia concessa o negata. Dunque, quando il processo si chiude non in merito, l'azione sopravvive sì come mero potere processuale, ma come potere che fino ad allora non è stato validamente esercitato e che sarà validamete esercitabile in un nuovo processo. La domanza giudiziale costituisce l'atto di esercizio del potere processuale di azione che l'ordinamento riconosce all'attore, caratterizzandosi come potere di impulso per effetto del quale ha origine il processo;potere attribuito dalla legge alla libera disponibilità della parte (nemo iudex sine actore). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ____________________________ 67. Le condizioni della tutela diverse dall'esistenza del diritto: legittimazione ad agire La legittimazione ad agire è intesa come la coincidenza dell'attore e del convenuto con i soggetti che sono destinatari degli efetti della tutela invocata, e che il giudice è tenuto a verificare, preliminarmente all'esame del merito, in ogni stato e grado del processo. La legittimazione a contraddire si qualifica come, condizione della tutela giurisdizionale, non potendo essere concessa se non nei confronti di chi per legge è l destinatario dell'effetto o degli efftti in vui la tutela si concreta. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________ 68. L'interesse ad agire Ulteriore condizione necssaria dell'azione e della tutela invocata è costituita dall'interesse ad agire, che nel senso in cui lo intende l'art.100 c.p.c. deve essere concreto ed attuale e consiste nell'esigenza di ottenere un risultato utile, giuridicamente apprezzabile e non conseguibile senza l'intervento del giudice. Ciò perchè il processo non può essere utilizzato solo in previsione di possibili effetti futuri in ipotesi pregiudizievoli per l'attore. Interesse che il giudice deve accertarne l'esistenza di volta in volta ed in caso di difetto di interesse debba rilevarlo d'ufficio in ogni stato e grado. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________ 69. Il contenuto delle pronunzie sulla legittimazione e sull'interesse ad agire ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ _______ 70. La legittimazione ad agire per la tutela di interessi collettivi e diffusi. L'azione di classe. Rinvio Con riguardo agli interessi diffusi, cioè quegli interessi comuni a più soggetti che fanno parte di un gruppo indifferenziato di persone (i lavoratori, gli utenti, i consumatori, i risparmiatori, ecc.) ci si è chiesti se si possa agire in giudizio a tutela di questi interessi, che appartengono all'intero gruppo, ma non s'incarnano in nessun soggetto determinato. La continua rilevanza di questo fenomeno ha imposto al legislatore di affrontarlo in maniera organica, introducendo l'art. 40-bis del codice del consumo che reca la disciplina dell'azione di classe, cioè di un nuovo strumento generale di tutela nel quadro delle misure nazionali volte alla disciplina dei diritti dei consumatori e degli utenti. La disciplina si applica soltanto alle categorie degli utenti e dei consumatori cui fa riferimento il codice del consumo; la legittimazione ad agire, dunque, spetta sia a ciascun consumatore o utente che compone la classe, in quanto titolare di uno dei diritti tutelabili con ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________ 73. Gli elementi oggettivi di identificazione della domanda: petitum e causa petendi Gli elementi oggettivi di individuazione della domanda sono il petitum e la causa petendi. Il petitum è l'ogegtto della domanda, identifica ciò che si chiede con essa; è possibile distinguere il petitum immediato da quello mediato. Il primo consiste nel provvedimento che viene richiestoo al giudice, cioè identifica il tipo di tutela giurisdizionale (condanna, mero accertamento); il secondo, è invece il bene della vita che il soggetto che propone la domanda vuole conseguire nei confronti dell'altra parte (somma di denaro). Per quanto riguarda la causa petendi, possiamo dire che, etimologicamente significa "ragione del domandare", titolop giuridico sul quale la domanda si fonda, comprendente i fatti e gli elementi di diritti costituenti le ragioni della domanda. Per meglio fissare il significato ed i riflessi della causa petendi gli artt. 24 Cost. e 2907 c.c. e 99 c.p.c. indicano chiaramente che l'oggetto del processo non è costituito mai da fatti o da atti, ma sempre e solo da diritti, e dal diritto fatto valere con la domanda, con la quale l'attore è chiamato ad indicare i fatti costitutivi ed identificati del diritto affermato. La dottrina dominante distingue i diritti autodeterminati dai diritti eterodeterminari affermando che per i primi il mutamento del fatto costitutivo non comporta, mentre per i secondo comporta, il mutamento della causa petendi. I diritti autodeterminati sono quelli che non possono simultaneamente sussitere, con lo stesso contenuto, tra gli stessi soggetti: sono cioè diritti che si individuano sulla base della sola indicazione del loro contenuto (es. diritti reali di godimento). I diritti eterodeterminati sono quei diritti che possono simultaneamente sussistere, con identico contenuto, tra gli stessi soggetti, e che s'individuano necessariamente a seguito dell'indicazione del loro fatto generatore (es. pegno, ipoteca). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 74. Il divieto di frazionamento della domanda di somma di denaro dovuta in forza di unico rapporto obbligatorio Principio in base al quale non è consentito al creditore di una determinata somma di denaro, dovuta in forza di un unico rapporto obbligatorio, di frazionare il credito in plurime richieste giudiziali di adempimento. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 75. Eccezione di nullità del contratto ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 77. La corrispondenza tra chiesto e pronunciato L'art. 112 c.p.c. sancisce l'obbligo del giudice di pronunciare su tutta la domanda e non oltre i limiti di essa e il divieto per lo stesso di pronunciare d'ufficio su eccezioni che possono essere proposte solo dalle parti. Il principio in discorso è strettamente collegato a qurello della domanda, nel senso che la domanda di parte, determina i limiti della pronuncia del giudice, fissa cioè il thema decidendum rispetto al quale non è consentita al giudice nè l'omissione di pronunzia, nè la pronunzia su più di quanto richiesto (ultrapetizione) o su un oggetto diverso da quello richiesto (extrapetizione). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ norma che prevede l'obbligo di riunione, anche d'ufficio delle cause. Se invece pendono davanti ad uffici giudiziari diversi, si è in presenza del fenomeno della litispendenza disciplinato dall'art. 39 c.p.c. e sorge la necessità di eliminare il doppione. Quanto alla natura del provvedimento che dichiara la litispendenza, si tratta di un provvedimento di rito che ha carattere definitivo, impugnabile, con il solo regolamento di competenza; l'ordinanza pur non avendo ad oggetto la risoluzione di una vera e propria questione di competenza è stata assimilata dalla legge alle pronuncie contenenti l'accertamento della competenza. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 80. La litispendenza comunitaria e internazionale Nel caso in cui una medesima causa penda davanti al giudice italiano e davanti ad uno o più giudici stranieri, e che essi non apparteano o appartengano ad ordinamenti dell'Unione Europea si parla, rispettivamente, di litispendenza internazionale e comunitaria. Nella litispendenza internazionale, la pendenza davanti ad un giudice straniero, tra le stesse parti, di giudizio avente il medesimo oggetto ed il medesimo titolo, impone al giudice italiano, di fronte al quale sia stata proposta identica causa, di svolgere una serie di attività dirette ad accertare se tale causa possa o meno proseguire nel suo normale iter di svolgimento, fino a pervenire alla pronuncia della sentenza sul merito, ovvero se essa debba essere sospesa in attesa della decisione del giudizio straniero per primo instaurato. E' importante precisare, che la questione attinente alla litispendenza internazionale non può essere sollevata d'ufficio dal giudice, ma deve essere fatta oggetto di un'espressa eccezione di parte. per quanto, invece, riguarda la litispendenza comunitaria, l'art. 27 del Regolamento CE n. 44 del 2001 prevede che, qualora davanti a giudici di Stati membri differenti e tra le medesime parti siano state proposte domande aventi il medesimo oggetto ed il medesimo titolo, il giudice successivamente adito deve sospendere d'ufficio il procedimento pendente dinanzi a lui, fino a quando sia stata accertata la competenza del giudice adito in precedenza e, una volta che sia intervenuto tale accertamento, deve dichiarare la propria incompetenza in favore dle primo (declinatoria di competenza). A differenza della litispendenza internazionale, in quella comunitaria, è sollevata d'ufficio prescindendo dall'iniziativa di parte. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 81. La continenza L'art. 39 c.p.c. fà riferimento all'ipotesi che le due cause, contemporaneamente pendenti dinanzi a giudici diversi, non siano in tutto identiche, ma abbiano il petitum più o meno ampio, tale da ricomprendere o essere ricompreso nel petitum dell'altra, ferma restando l'identità sia dei soggetti che della causa petendi. In questo caso, bisogna consentire la trattazione congiunta delle due cause da parte di un unico giudice che è quello adito per primo, e nel caso cui non è competente, è quello adito successivamente. Nel primo caso, è il giudice successivamente adito a pronunciare l'ordinanza di continenza e contestuale rimessione della causa all'altro giudice; nel secondo caso, sarà, invece, il primo giudice adito a pronunciare i relativi provvedimenti. L'ordinanza di continenza può essere impugnata con il regolamento di competenza. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 83. L'accessorietà Il concetto di accessorietà identifica il rapporto di collegamento tra due cause proposte in cumulo originario che si caratterizzano per il fatto che la decisone della causa accessoria dipende da quella principale. Regola generale è che la domanda accessoria può essere proposta davanti al giudice territorialmente competente per la causa principale, sempre che sia competente per valore. Presupposto dunque della domanda accessoria è la pendenza o la previa definizone del giudizio sulla domanda principale, per cui in caso di rigetto della domanda principale si avrà il rigetto di quella accessoria, mentre l'accoglimento di quella principale non determina necessariamente l'accogliemento di quella accessoria. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 84. La garanzia Il fenomeno della garanzia ricorre quando una delle parti della causa principale (garantito) fa valere in un altro processo nei confronti di un terzo (garante) la pretesa di essere tenuta indenne nell'ipotesi inb cui dovesse soccombere in quella causa. Il legislatore consente la proposizione della domanda di garanzia dinanzi allo stesso giudice competente per la causa principale. Se la domanda di garanzia eccede la competenza per valore del giudice adito, questi deve rimettere entrambe le cause al giudice superiore ( giudice di pace ---> tribunale). Si distinguono due tipi di garanzia: a) propria, che si fonda sullo stesso rapporto giuridico sostanziale già dedotto in giudizio (es. garanzia per evinzione); b) impropria, che non si fonda sul medesimo titolo, ma nasce da rapporti collegati solo in via di fatto, cioè da una concatenazione di pretese che fa sì che la proposizione di una domanda nei confronti di un soggetto consente a quest'ultimo di avanzare una pretesa nei confronti di un terzo (es. vendita c.d. a catena) ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 85. Il cumulo soggettivo La legge consente che distinte cause contro più persone, possono essere proposte, se sono connesseper l'oggetto o per il titolo, davanti al giudice del ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 87. L'eccezione di compensazione L'art. 35 c.p.c. tratta il fenomeno di connessione si realizza a seguito della proposizione di un'eccezione di compensazione, che avendo la forma processuale dell'eccezione è per il suo contenuto equivalente ad una domanda di accertamento incidentale di chi oppone in giudizio il proprio credito. Se il credito opposto in compensazione è contestato ed eccede la competenza per valore del giudice adito, questi può decidere sulla domanda originaria pronunciando la c.d. condanna con riserva di eccezioni ( rimettendo le parti davanti al giudice competenze per la relativa eccezione) solo se la domanda originaria è fondata su un titolo non controverso o facilmente accertabile. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 88. La causa riconvenzionale Il fenomeno si verifica allorchè il convenuto proponga, nei confronti dell'attore, domanda riconvenzionale, cioè una domanda che, pur potendo essere proposta in un separato ed autonomo processo, viene fatta nello stesso giudizio già pendente, sempre che sia legata a quella originaria da identità ti titolo, causa petendi, o sia dipendente da titolo che già appartiene alla causa come mezzo di eccezione. Anche nell'ipotesi di domanda riconvenzionale, l'effeto derogatorio della competenza è limitato al criterio del territorio semplice, nel senso che il simultaneus processus davanti al giudice originariamente investito della cognizione sulla domanda principale potrà aversi solo se quest'ultimo sia competente a conoscere della domanda riconvenzionale; se il simultaneu processus davanti al giudice superiore, non è possibile è necessario disporre la separazione delle cause e non vi sarà decisione congiunta. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ del tribunale o della corte, con ordinanza non impugnabile, ed in caso di accoglimento dell'istanza, deve contenere la designazione del giudice chiamato a sostituire quello ricusato. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 91. La responsabilità civile del giudice Il giudice è soggetto alla generale previsione dell'art. 28 Cost., che sancisce l'obbligo di funzionari e dipendenti dello Stato di rispondere direttamente degli atti compiuti in violazione dei diritti. L'art 2 della legge 117/88 individua il fatto generatore della responsabilità nel comportamento, nell'atto o nel provvedimento giudiziario posti in essere dal magistrato con dolo o colpa grave nell'esercizio delle sue funzioni, ovvero nel diniego di giustizia, che abbiano prodotto un danno di giustizia. Il diniego di giustizia è dall' art. 3, individuato nel rifiuto, omissione o ritardo del magistrato nel comportamento di atti del suo ufficio quando siano altrsì decorsi senza giustificato motivo ulterioi trenta giorni dalla data del deposito in cancelleria dell'istanza della parte diretta ad ottenere il provvedimento. Legittimato passivo dell'azione di risarcimento del danno contro lo Stato è il Presidente del Consiglio dei ministri e la competenza appartiene al tribunale del luogo ove ha sede la corte d'appello del distretto più vicino a quello dell'ufficio giudiziario del Giudice che ha commesso il fatto lesivo. Entro un anno dal risarcimento,Llo Stato, in persona del Presidente del Consiglio dei ministri, esercita l'azione di rivalsa nei confronti del giudice, la cui misura non può superare una somma pari al terzo di un''annualità dello stipendio percepito dal magistrato al tempo in cui l'azione di risarcmento è stata proposta. Il procuratore generale presso la corte di cassazione ha l'obbligo di esercitare l'azione disciplinare nei confronti del magistrato per i fatti che hanno dato causa all'azione di risarcimento. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 92. Il cancelliere e l'ufficiale giudiziario Il cancelliere è stato definito il notaio del giudice, svolge le funzioni indicate nell'art. 57 c.p.c., quali, documentare le attività proprie degli organi giudiziari e delle parti, assistere il giudice in tutti gli atti dei quali deve essere formato processo verbale, sottoscrive unitamente al giudice i provvedimenti da quest'ultimo pronunciati e, secondo l'art.58 c.p.c., provvede all'iscrizione al ruolo delle cause, il rilascio copie, la formazione del fascicolo d'ufficio e la conservazione dei fascioli delle parti. L'ufficiale giudiziario assiste il giudice in udienza e provvede all'esecuzione dei suoi ordini qali: la notificazione degli atti giudiziari, anche su richiesta delle parti, inoltre, è organo incaricato di dare esecuzione ai provvedimenti giurisdizionali ed del compimento di atti del processo di esecuzione forzata, primo fra tutti al pignoramento. Secondo l'art. 60 c.p.c. il cancelliere e l'ufficiale giudiziario sono sottoposti a responsabilità civile nelle ipotesi o di compimento di atto nullo con dolo o colpa grave o quando esse, senza giustificato motivo, ricusano di compiere gli atti che sono loro richiesti legalmente od omettono di compierli nel termine stabilito dal giudice. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 93. Gli ausiliari del giudice Sono quei soggetti ,estranei alla struttura organizzativa e amministrativa degli uffici giudiziari, cooperano di volta in volta con il giudice, previa richiesta di quest'ultimo, nello svolgimento di specifichi incarichi di giustizia. La disciplina degli ausiliari del giudice si fonda sulla distinzione tra gli ausiliari cc.dd. tipici e gli altri ausiliari. Il consulente tecnico (art.61 c.p.c.) pone a disposizione del giudice le proprie cognizioni specialistiche nei campi più svariati, per la soluzione di quesiti utili o indispensabili per la soluzione di determinate controversie. La nomina del consulente rientra nell'ambito dei poteri discrezionali del giudice, il quale, anche d'ufficio può farsi coadiuvare da tale ausiliare; deve essere scelto tra gli iscritti all'apposito albo, ed ha l'obbligo di prestare il suo ufficio, salvo che il giudice riconosca che sussiste un giusto motivo di astensione. Tra gli ausiliari del giudice vanno ricordati il custode, gli interpreti, i traduttori, gli stimatori di beni mobili pignorati. Per quanto riguarda il compenso, questo viene stabilito dal giudice di volta in volta. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 96. La capacità di stare in giudizio La nozione di capacità processuale è descritta dall'art.75 c.p.c. che identifica nelle persone che hanno il libero esercizio dei diritti che vi si fanno valere i soggetti capaci di stare in giudizio, ovvero, i soggetti che sono capaci di agire in quanto abbiano raggiunto la maggior età e non si trovino in stato di interdizione o di inabiltazione e che possono esercitare personalmente il loro diritto facendolo valere nel processo. Ai sensi dell'art. 75, secondo comma, non possono stare in giudizio se non rappresentate, assistite o autorizzate secondo le norme che regolano la loro capacità, facendo riferimento a quelle che siano incapaci di agire,come i minori, o che siano state legalmente private della capacità di agire con sentenza di interdizione o di inabilitazione. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 97. Le forme della rappresentanza processuale. Rappresentanza legale, assistenza e autorizzazione I soggetti che non possono stare in giudizio nel modo "normale", vi possono stare se rappresentati assistiti o autorizzati secondo le norme che regolano la loro capacità (come soggetti dei relativi effetti). Per l'esercizio dei diritti dei soggettiincapaci soccorrono gli strumenti della rappresentaza processuale (legale e volontaria) e dell'assistenza. Con la rappresentanza legale, a determinati soggetti è attribuita dalla legge la legittimazione processuale, cioè il potere di stare in giudizio in nome dell'incapace (rappresentato), come ad es. i minori di 18 anni. L'assistenza riguarda i soggetti semincapaci (inabilitati e minori emancipati) i quali sono sottoposti dalla legge, che richiede la partecipazione contemporanea al giudizio dell'assistente (curatore) e dell'assistito (semincapace) ad un diverso trattamento processuale. La legge richiede. atresì, che determinati soggetti abbiano di norma bisogno, per stare in giudizio, di un'autorizzazione da parte di un organo giurisdizionale (autorizzazioni rilasciate dal giudice tutelare). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 98. La rappresentanza volontaria In deroga al c.d. principio di indisponibilita del diritto alla tutela giurisdizionale sancito dall'art.81 c.p.c., la legge può espressamente prevedere ipotesi di sostituzione processuale, fattispecie di legittimazione straordinaria ad agire, nelle quali l'ordinamento consente eccezionalmente ad un soggetto di far valere in giudizio, in nome proprio, un diritto di altri, senza l'autorizzazione del suo titolare ed , se del caso, anche contro la volontà dello stesso. Tutte le ipotesi legali di sostituzione processuale presuppongono la contemporanea lesione di uno o più interessi, che sono materia di un rapporto giuridico, per effetto di vicende inerenti ad altro rapporto che col primo interferisce. ( si pensi alla responsabilità patrimoniale del debitore per l'azione surrogatoria). Il sostituto è dalla legge legittimano a far valere un diritto di cui è titolare altro soggetto, quest'ultimo (sostituto), deve essere chiamato a partecipare al giudizio, di cui è litisconsorzio necessario e del quale subisce gli effetti diretti del giudicato. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 102. La successione a titolo universale nel processo L'art. 110 c.p.c. disciplina l'ipotesi del venir meno di una parte per morte o per altra causa, e prevede che, anche nel processo, si deve consentire al successore a titolo universale di subentrare nella posizione processuale del soggetto estinto, acquistando gli stessi poteri ed oneri che, al momento del verificarsi della successione, competevano a quest'ultimo. Se a venir meno è una persona fisica, ad essa subentrano l'erede o gli eredi; se è una persona giuridica, al venir meno della società si accompagna l'individuazione della nuova società risultante dalla fusione od incorporazione, e sarà, dunque, la nuova società a proseguire i giudizi in corso. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 103. La successione a titolo particolare nel diritto controverso L'art. 111 c.p.c. si occupa delle ipotesi di successione a titolo particolare nel diritto controverso, cioè di trasferimento del solo diritto o rapporto in contestazione o di una ben individuata serie di rapporti comprendenti quello controverso, che può verificarsi sia mortis causa, chee inter vivos, escludendo dalla fattispecie gli acquisti a titolo originario. Per diritto controverso, l'opinione più diffusa fà riferimento al diritto sostanziale dedotto in giudizio , o come si suol dire, al diritto affermato dall'attore. Nel caso di trasferimento inter vivos, nonostante il trasferimento non si verificano mutamenti tra i soggetti della lite ed il processo prosegue tra le parti originarie; nel caso di trasferimento mortis causa, proprio ilo fatto che la parte è venuta a mancare, il processo è proseguito dal successore a titolo universale o in suo confronto. Parte della dottrine e della giurisprudenza ritiene di individuare in tale fenomeno, un'ipotesi di sostituzione processuale, attribuendo all'alienante la qualità di sostituto processuale ed all'acquirente quella di sostituito. In ogni caso il successore a titolo particolare può intervenire o essere chiamato nel processo e, se le altre parti vi consentono, l'alienante o il successore universale può esserne estromesso. La sentenza pronunciata contro questi ultimi spiega sempre i suoi effetti anche contro il possono compiere e ricevere nell'interesse della parte tutti gli atti del processo, ad eccezione di quelli espressamente riservati alla parte; mettono a disposizione le proprie cognizioni tecniche nella redazione degli atti del processo e nello svolgimento delle deduzioni di fatto e di diritto sulle quali il giudice dovrà formare il proprio convincimento. Nei processi dinanzi al giudice di pace le parti possono stare in giudizio personalmente solo per le cause non eccedenti il valore di 516.46, altrimenti è di norma necessaria la presenza del difensore; davanti al tribunale ed alla corte d'appello devono stare in giudizio necessariamente col ministero di un avvocato, ed alla Corte di cassazione col ministero di un avvocato iscritto all'apposito albo speciale. L'atto in virtù del quale la parte sta in giudizio con il ministero del difensore si chiama procura alle liti e può essere generale, se rilasciata dalla parte per ogni controversia anche futura e deve essere conferita mediante atto pubblico o scrittura privata autenticata; o speciale , in relazione ad una determinata controversia e posta in calce o a margine di uno degli atti prossuali indicati dall'art. 83 c.p.c., e contenere la certificazione da parte del difensore dell'autografia della sottoscrizione della parte che la conferisce. La procura alle liti può essere in ogni tempo revocata dalla parte ed il difensore può sempre rinunciarvi, ma in entrambi casi non ha effetto nei confronti dell'altra parte fino a quando non sia avvenuta la sostituzione del difensore. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 106. Il dovere di lealtà e probità delle parti e dei difensori La generica previsione prevista dall'art. 88, rivolta alle parti ed ai loro difensori, dei doveri di lealtà e di probità a cui devono ispirarsi nella propria condotta processuale, trova specifica espressione nel divieto alle parti di usare negli scritti presentati e nei discorsi pronunciati davanti al giudice espressioni sonvenienti od offensive. Anche se l'art. 88 c.p.c. non contiene alcuna specifica previsione sanzionatoria in caso di violazione dei doveri di lealtà e probità, l'art.92 c.p.c. attribuisce al giudice il potere di condannare la parte al rimborso delle spese processuali causate all'altra parte in conseguenza della violazione dei doveri prescritti dall'art. 88, prescindendo dalla propria soccombenza nel processo. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 107. Il divieto di abuso del processo Il divieto di abuso del processo può considerarsi un corollario del dovere di lealtà e probità processuali: ci si riferisce a tutti i casi di esercizio dell'azione in forme eccedenti, o devianti, rispetto alla tutela dell'interesse sostanziale, che segna il limite dell'attribuzione al suo titolare della potestas agendi (ad es. il frazionamento giudiziale di un credito unitario. La violazione del divieto di abuso del processo può condurre anche alla condanna alle spese per responsabilità aggravata ex art.96 c.p.c.. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ Cap. X I processi con pluralità di parti: Litisconsorzi ed interventi 109. Il litisconsorzio in generale Per litisconsorzio s'intende la pluralità di aprti nel processo, cioè l'esistenza di più attori (l. attivo) o di più convenuti (l.passivo) o contemporaneamente di più attori e convenuti (l.misto). Distinguiamo, altresì, il litisconsorzio originario , nel quale le parti sono presenti sin dall'instaurazione del processo, e il litisconsorzio succesivo, dove la pluralità si realizza nel corso dello svolgimento della vicenda processule. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 110. Litisconsorzio necessario La presenza di più attori o di più convenuti o di più attori e di più covenuti è necessaria, in questo caso, sin dal momento dell'instaurazione dle processo e dà origine ad un fenomeno di litisconsorzio obbligatorio originario. In alcune ipotesi è la legge stessa a richiedere la necessaria partecipazione al processo di più soggetti (ad es. l'art. 784 c.p.c. in tema di divisione ereditaria e di scioglimento della comunione). Vi sono, poi, altri casi nei quali il litisconsorzio necessario è solo processuale, cioè imposto per lo più dal diritto vivente, da ragioni legate allo svolgimento del processo (ad es.alla partecipazione necessaria del soggetto chiamato iussu iudicis art. 107 c.p.c.). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 111. Le conseguenze processuali del litisconsorzio necessario Per quanto attiene alle conseguenze di ordine processuale discendenti dal litisconsorzio necessario, il secodo comma dell'art. 102 c.p.c. dispone che il giudice ordini in limine litis l'integrazione del contraddittorio in un termine perentorio da lui stabilito, all'esito di una delle verifiche preliminari che il giudice deve compiere nella prima udienza. Saranno poi le parti a dover provvedere ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 113. L'intervento in generale Una delle forme attraverso la quale si realizza il tisconsorzio successivo è costituita dall'intervento, che può definirsi come l'ingresso di un terzo, cioè di un soggetto diverso dalle parti originarie, in un processo già pendente. L'intervento può essere volontario, quando il terzo interviene per sua spontanea ed autonoma determinazione, e provocato, cioè determinato o dalla chiamata inc ausa ad opera di una delle parti originarie, o dall'ordine del giudice. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 114. L'intervento volontario c.d. principale L'intervento volontario è disciplinato dall'art. 105 c.p.c. ed è possibile distinguere tre tipologie d'intervento: principale; litisconsortile o adesivo autonomo; adesivo semplice o dipendente; da ricollegrare alla situazione giuridica sostanziale che il terzo fa valere nel processo. L'intervento principale è l'intervento svolto dal terzo nei confronti di tutte le parti del processo in corso, per far valere un proprio diritto relativo all'oggetto o dipendente dal titolo già dedotto nel processo; secondo la giurisprudenza, il diritto che il terzo vuol far valere in giudizio pendente tra le parti, deve essere relativo all'oggetto sostanziale dell'originaria controversia, da individuazrsi con riferimento al petitum ed alla causa petendi. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 115. L'intervento volontario c.d. adesivo autonomo Nell'intervento litisconsortile o adesivo autonomo, la norma prevde che il terzo possa intervenrie, per far valere un proprio diritto connesso per l'oggetto o per il titolo con quello dedotto in giudizio già pendente, ma solo nei confronti di alcune delle parti originarie; il terzo, duqnue, propone una domanda nei confronti di una ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 117. L'intervento ad istanza di parte L'intervento coatto si distingue a seconda che a provocarlo sia una delle parti o il giudice. Nell'intervento ad istanza di parte, a ciascuna delle parti è attribuito il potere di chiamare nel processo già pendente il terzo al quale ritiene comune la causa o dal quale pretende di essere garantita, individuazndo in tal modo una duplice serie di ipotesi nelle quali il terzo, per iniziativa delle parti, viene ad essere coinvolto nella vicenda processuale in corso e ad acquisire la qualità di parte. Per comunanza di causa si fà riferimento ad ipotesi in cui il soggetto, del quale si intende provocare l'intervento, è indicato come possibile parte della causa già instaurata, in luogo di una delle parti originarie o accanto ad esse: si pensi alla chiamata in garanzia. Parte della dottrina ritiene di poter estendere la nozione di comunanza di causa anche nelle ipotesi nelle quali il terzo è titolare di diritto o rapporti legati da nesso di pregiudizialità-dipendenza con quello oggetto della causa originaria, facendo leva sull'interesse della parte a consentire la partecipazione del terzo al processo in modo da evitare ogni successiva potenziale contestazione degli effetti riflessi del giudicato. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 118. L'intervento per ordine del giudice L'intervento per ordine del giudice (c.d. iussu judicis) si verifica quando il giudice, reputando opportuno che il processo si svolga anche in confronto di un terzo al quale la causa è comune, ne ordina l'intervento in causa; tale ordine può essere emesso in ogni momento del giudizio di primo grado. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ Cap. XI Gli atti e i provvedimenti. I termini 119. L'atto del processo e la sua strumentalità ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 121. Gli atti di parte L'art. 125 c.p.c. detta alcune regole generali sugli atti del processo compiuti dalle parti, richiamando espressamente una serie di atti alcuni dei quali servono per dare inizio al processo (citazione e ricorso) altri che si formano quando il processo è già pendente (comparsa di risposta); si tratta di atti che hanno la forma scritta e che devono, di norma, essere sottoscritti, costituendo la sottoscrizione del difensore elemento necessario per l'accertamento della provenienza dell'atto e per l'imputazione dei relativi effetti. In virtù degli strumenti che la tecnica mette oggi a disposizione degli operatori del processo, la forma scritta e quella orale non sono le uniche alle quali l'ordinamento attribuisce rilevanza: si pensi ai documenti informatici sottoscritti con la firma digitale e trasmessi in forma telematica). ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 122. L'udienza Le attività processuali che si debbono compiere in forma orale hanno luogo nel corso delle udienze, che identificano i momenti di luogo e di tempo nei quali il giudice entra in contatto con le parti ed i loro difensori, al fine di trattare la causa. Si distinguono le udienze tenute dal giudice singolo da quelle dinanzi il giudice collegiale. Le udienze di discussione sono di norma pubbliche a pena di nulità, mentre quelle di trattazione e ed in camera di consiglio non sono pubbliche. Le attività che si compiono nel corso delle udienze sono descritte nel processo verbale, che viene redatto dal cancelliere sotto la direzione del giudice ed da entrambi sottoscritto, il quale fà fede fino a querela del falso. La chiusura del verbale, e la sua sottoscrizione segna il momento terminale dell'udienza. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________ 122. I termini per il compimento dell'atto processuale. Nozione di preclusione I termini processuali sono periodi di tempo stabiliti, di regola dalla legge (termini legali), ma anche dal giudice (termini giudiziari) per il compimento di singoli atti del processo. La legge stabilisce alcune regole che consentono il computo dei termini processuali (art. 155 c.p.c.), prevedendo che nel computo dei termini a giorni ed ore si escludano quelli iniziali; per il computo dei termini a mesi e anni si ossserva il calendario comune tenendo conto che i giorni festivi si computano nel termine (però se il giorno di scadenza è festivo, la scadenza è prorogata di diritto al primo giorno seguente non festivo; è anche previsto il computo dei termini a giorni liberi dal quale si devono escludere il dies a quo ed il dies a quem; e per la giurisdizione ordinaria ed amministrativa il corso dei termini processuali è sospeso dal 1° agosto al 15° settembre di ogni anno(ciò non vale per le controversie in materia di lavoro, alimenti, sfratto,ecc.). Si distinguonoin termini dilatori, che devono trascorrere prima che possa compiere un determinato atto, e acceleratori, termini entro i quali è possibile il compimento dell'atto. A sua volta, i termini acceleratori si distinguono in ordinatori e perentori. Quelli ordinatori regolano lo svolgimento delle attività processuali senza che la loro inosservanza sia idonea a produrre la decadenza dal potere di compiere l'atto, ovvero l'inefficacia dell'atto compiuto dopo la scadenza; possono essere, prima della loro scadenza, abbreviati o prorogati dal giudice, anche d'ufficio; quelli, prenetori sono termini la cui decorrenza comporta decadenza dal potere di compiere l'atto e non possono essere nè abbreviati, nè prorogati dal giudice, nemmeno suaccordo delle parti. Il mancato o tardivo compimento dell'atto processuale entro il termine perentorio fissato dalla legge o dal giudice determina la decadenza dal potere di compiere successivamente quell'atto; tale fenomeno può essere inquadrato nell'ambito delle preclusioni che descrivono quelle situazioni nelle quali la legge prevede il compimento di una certa attività processuale a carico delle parti entreo un certo termine preclusivo, decorso inutilmente il quale si verifica la definitiva perdita della facoltà di compiere uno o più atti o attività processuali. Il modello di preclsioni adottato nel vigente ordinamento è di tipo rigido; i modi ed i tempi di formazione della preclusione sono disposti direttamente dalla legge. Gli effetti della decadenza sono irreversivili per la parte nei cui confronti essa si sia prodotta, salva la rimessione in termini. ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________ ________________________________________________________________
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