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Concetti fondamentali di Rousseau, Dispense di Filosofia morale

Concetti fondamentali di Rousseau attraverso i suoi libri

Tipologia: Dispense

2019/2020
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Caricato il 27/02/2020

Elli123
Elli123 🇮🇹

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Scarica Concetti fondamentali di Rousseau e più Dispense in PDF di Filosofia morale solo su Docsity! Il Discorso sulle scienze e sulle arti (IL PROGRESSO HA AUMENTATO LA CORRUZIONE) Nel Discorso sulle scienze e sulle arti, Rousseau sostiene che il progresso scientifico, lungi dall’aumentare la felicità umana, ha incrementato la corruzione ed in ogni epoca è stato direttamente proporzionale all’indebolimento della virtù. In particolare ci si riferisce alla virtù civica, che consiste nell’amore del cittadino per la patria e la libertà; Rousseau ne rintraccia un esempio nei cittadini di Sparta e della Roma repubblicana, i quali erano, nella sua ottica, fieri, semplici e virtuosi, vivevano in una “felice ignoranza” e l’interesse per le arti e le scienze non li distraeva dalla preoccupazione di preservare la libertà politica. Il progresso culturale e materiale, quindi, non comporta un miglioramento morale, poiché la vita raffinata e lussuosa conduce alla ricerca egoistica del vantaggio personale e al disinteresse per il bene comune. Rousseau, spinto forse anche dalla sua educazione calvinista che lo porta a disprezzare il lusso, critica la cultura raffinata dei salotti parigini, espressione di una società ipocrita, fondata sull’apparire e non sull’essere , e nella quale le buone maniere impediscono la sincerità dei rapporti umani e le belle parole nascondono la vanità e il desiderio di sopraffazione degli uomini. L’opposizione tra sapere e virtù è un tema morale ricorrente anche nei Padri della chiesa; Rousseau riprende l’idea che le scienze siano nate dall’orgoglio umano e la inserisce in una dimensione socio-politica: la cultura maschera l’oppressione a cui è sottoposto l’individuo, all’interno della civiltà, soffoca il suo sentimento di libertà, nasconde l’immoralità e l’ingiustizia su cui si fonda la società. Se si pensa che solo un anno dopo l’uscita del Discorso sulle scienze e sulle arti, avrebbe preso avvio la pubblicazione dell’Enciclopedia, con il Discorso preliminare di D’Alembert, un manifesto dell’Illuminismo, si può notare come nello stesso panorama culturale convivessero istanze del tutto diverse: Rousseau imputava alla cultura del suo tempo i mali che gli illuministi attribuivano all’ignoranza. NOTA BENE: In quest'opera sostenne che la civilizzazione aveva peggiorato l'uomo, allontanandolo dalla natura. L'uomo civilizzato è più individulista ed egoista. Ciò che per gli Enciclopedisti era progresso, per Rousseau era regresso e corruzione. Rousseau polemizzò anche con le idee di Locke, sostenendo che, nello stato di natura la proprietà privata non esistesse e che, al contrario, sarà l'origine dei mali successivi. L'aumento della ricchezza produce amore degli agi e del lusso. I desideri artificiali dell'uomo non sono solo infiniti, ma spesso immorali: tutti creati dalla civilizzazione e dal progresso tecnico. La conseguenza prima e più grave del progresso scientifico è l'allontanamento dell'uomo dalle virtù tradizionali: la cortesia, la raffinatezza di gusti e modi non sono che maschere per nascondere ipocrisia avidità ed egoismo. Ciò che l'uomo civilizzato ha perso è l'amor di patria, la virtù civica, che gli imporrebbe il sacrificio del sé per il bene della comunità. Il discorso sull'origine e i fondamenti della disuguaglianza Nel Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza, la critica alla società si estende all’intera storia della civiltà, concepita da Rousseau come l’allontanamento dalla natura e l’entrata in un mondo artificiale in cui gli uomini non possono più essere creature spontanee. La natura è, per Rousseau, il modello della felicità e dell’innocenza, la fonte dei veri valori, la voce di dio che parla direttamente nel cuore dell’uomo e che nella società è soffocata dalle apparenze e dai falsi bisogni ed è in contraddizione con la riflessione. Il male e la degradazione risiedono solo nella storia della civiltà. Contro il Giusnaturalismo Rousseau rifiuta i modelli dello stato di natura elaborati da Hobbes e da Locke e critica i giusnaturalisti poiché attribuiscono all’uomo naturale facoltà, passioni e bisogni che possono emergere solo all’interno della società. Rousseau accusa un’inversione dell’ordine delle cose, finalizzato a giustificare i rapporti sociali, le disuguaglianze e persino la tirannide: i giusnaturalisti stabiliscono delle regole di convivenza che chiamano “legge naturale” e raccontano come gli uomini sarebbero arrivati ad accettarle, ma, obietta Rousseau, è impossibile che gli uomini di natura abbiano istituito un diritto, dato che non avevano né una cultura giuridica né un linguaggio, che è un prodotto dei rapporti sociali. L’uomo di natura rousseauiano L’uomo di natura era un essere solitario che vagava nelle foreste, autosufficiente e con bisogni minimi; privo del senso del futuro, e quindi anche della paura della morte, viveva nell’immediatezza del presente. Le uniche disuguaglianze erano quelle naturali, dovute alle diverse costituzioni fisiche. Gli uomini naturali erano mossi soprattutto dall’amore di sé, l’autoconservazione, ma anche dalla pietà spontanea per i propri simili, che tuttavia veniva meno se la sopravvivenza personale veniva minacciata. Le loro azioni non erano giudicabili moralmente, essendo la morale un prodotto della società. Rousseau perviene alla conclusione che l’uomo è buono per natura, poiché nello stato naturale non è soggetto a passioni artificiali e desideri che vanno oltre la stretta necessità. Gli uomini uscirono dallo stato di natura per una serie di circostanze casuali (come eventi geologici e avversità climatiche) e scoprirono di essere dotati della perfettibilità, la capacità di progredire materialmente e culturalmente: impararono a riflettere e a collaborare, e videro che lavorando ottenevano risultati. I loro bisogni aumentarono e dal sentimento di mancanza nacquero i desideri. Fra loro e la natura si interposero gli strumenti ed ai miglioramenti materiali corrispondevano peggioramenti morali. Inoltre, attraverso il rapporto con gli altri, l’uomo si formò un’identità personale, che non dipendeva da ciò che lui era, ma da come appariva agli altri. Gli uomini vissero in una condizione intermedia anteriore all’istaurazione di uno stato civile e di un governo, in una forma di società non ancora politica che degenerò si affermarono l’agricoltura
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