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dispensa bilancio e analisi economico finanziaria, Dispense di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili

La dispensa di Bilancio e analisi economico finanziaria è composta dalle slide e dagli appunti delle lezioni con la prof.ssa Provasi (ECOAMM II anno) Gli argomenti sono: introduzione, stato patrimoniale, conto economico, nota integrativa, rendiconto finanziario, relazione sulla gestione, bilancio in forma abbreviata e analisi economico-finanziaria di bilancio

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 09/10/2020

jess2
jess2 🇮🇹

4.5

(12)

8 documenti

Anteprima parziale del testo

Scarica dispensa bilancio e analisi economico finanziaria e più Dispense in PDF di Analisi Di Bilancio E Principi Contabili solo su Docsity! 1 INTRODUZIONE La dispensa è composta dalle slide fornite dalla professoressa Provasi Roberta e dagli appunti presi durante le video-lezioni. Permette di superare l’esame di Bilancio e Analisi economico finanziaria di ECOAMM II anno. La dispensa è composta da: Introduzione………………………………..………………………………………………………………………………………………………………pag.2 Stato Patrimoniale……………………….…………………………………………………………………………………………………………… pag.11 Conto Economico…………………………………….…………………………………………………………………………………………………pag.49 Rendiconto finanziario……………………………………….………………………………………………………………………………………pag.58 Nota integrativa…………..……………………………………………….……………………………………………………………………………pag.62 Relazione sulla gestione………………………………………………………………………….………………………………………………….pag.68 Bilancio in forma abbreviata………………………………………………………………….……………………………………………………pag.75 Analisi economico-finanziaria di bilancio……………………………………………..……………..………………………………………pag.80 Buono studio! 2 BILANCIO In Italia le società possono redigere il bilancio d’esercizio prendendo come riferimento due diversi corpus contabili -> - società medio piccole: principi contabili nazionali OIC - società medio grandi e società quotate: principi contabili internazionali Quadro legislativo sul bilancio 1) D. Lsg 127/91 recepimento IV direttiva CEE Prima direttiva che permette un processo di standardizzazione delle regole per redigere i bilanci delle società. Se hanno un aggiornamento è una modifica degli schemi dello SP e CE. 2) Riforma diritto societario 2003 Viene data la possibilità le società di scegliere tra tre diversi modelli di corporate governance. 3) D. Lsg. 139/2015 recepimento direttiva 34 UE Ci sono diversi modifiche sui principi contabili; si è dato luogo alla riforma contabile. 4) Direttiva Ue 65/2001 recepita dal D. Lesg 394/2003 Ha prodotto regole di valutazione dei conti annuali e dei conti consolidati di alcune società, banche e istituzioni finanziarie. Ha imposto l’inserimento, nella nota integrativa e nella relazione sulla gestione, di specifiche informazioni relative al fair value degli strumenti finanziari derivati. Questa disposizione non è applicabile alle società che redigono il bilancio in forma abbreviata. 5) Regolamento IAS 1606/2002, Legge comunitaria 306/2003 e D. Lsg. 38/2005. Le normative di riferimento hanno decretato l’ambito di applicazione in Italia dei principi contabili internazionali, ossia quali sono società sono obbligate alla redazione del bilancio con i principi contabili internazionali. Sono le società quotate, quelle costituite con strumenti finanziari diffusi, banche, enti finanziari vigilati e le associazioni quotate e non quotate. Sono escluse le società di piccole dimensioni, che redigono un bilancio in forma abbreviata. Novità significative della direttiva 34/2013 Si classificano 4 diverse tipologie di impresa secondo 3 parametri: Per recepire la direttiva il legislatore ha introdotto l’art.2435 TER “Il bilancio delle microimprese” con parametri diversi. Si definiscono microimprese quelle con: - Attivo di stato patrimoniale: 175.000€ - Ricavi netti: 350.000€ - Dipendenti: 5 Per le piccole imprese il legislatore non interviene perché esiste già l’art. 2435 BIS che permette alla piccole imprese di redigere il bilancio abbreviato, se soddisfano tali parametri: - Attivo di stato patrimoniale: massimo 4.4 milioni € - Ricavi netti: massimo 8.8 milioni € - Dipendenti: 50 5 Clausola generale Finalità principi contabili nazionali dell’OIC Organismo italiano contabilità, preposto alla pubblicazione dei principi contabili nazionali. Ci sono 3 principali principi -> - interpretazione della normativa civilistica - integrazione della normativa civilistica dove carente: il principio contabile nazionale interviene a completamento e a chiarimento delle disposizioni nel c.c. per la predisposizione del bilancio - sostituzione alla normativa civilistica in caso i deroghe previste nel c.c. per incompatibilità con la rappresentazione veritiera e corretta: i principi contabili possono sostituirsi alla materia civilistica solo per questi casi. Principi contabili nazionali in vigore OIC 2: patrimoni e finanziamento destinati ad uno specifico affare OIC 4: fusione e scissione -> oggi è in corso un processo di aggiornamento OIC 8: le quote di emissione di gas ad effetto serra -> corso di aggiornamento OIC 9: svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali OIC 10: rendiconto finanziario OIC 11: finalità e postulati del bilancio d’esercizio -> ultimo ad essere stato aggiornato nel 2018 OIC 12: composizione e schemi del bilancio OIC 13: rimanenze OIC 14: disponibilità liquide OIC 15: crediti OIC 16: immobilizzazioni materiali OIC 17: bilancio consolidato e metodo del patrimonio netto OIC 28: ratei e risconti OIC 19: debiti OIC 20: titoli di debito OIC 21: partecipazioni OIC 23: lavori in corso su ordinazione OIC 24: immobilizzazioni immateriali OIC 25: imposte sul reddito OIC 26: operazioni, attività e passività in valuta estera OIC 28: patrimonio netto OIC 29: cambiamento di principi contabili, cambiamenti di stime contabili, correzione di errori, eventi e operazioni straordinarie e fatti intervenuti dopo la chiusura d’esercizio OIC 30: bilanci intermedi OIC 31: fondi per rischi e oneri e trattamento di fine rapporto OIC 32: strumenti finanziari derivati -> introdotto nel 2016 La maggior parte di questi principi sono stati aggiornati successivamente al 2016, quando è stata recepita la direttiva EU 34. Alcuni non stati aggiornati perché alcuni non sono stati ritenuti utili o perché si è data maggior importanza ad altri. Questi principi costituiscono il corpus dei principi di riferimento attualmente in vigore per la redazione delle società, soprattutto quelle di piccole-medie dimensioni. Processo decisionale alla luce dei principi generali di bilancio Il redattore di bilancio nella fase iniziale deve tenere in considerazione le disposizioni contenute nella clausola generale del bilancio d’esercizio del c.c. - Il bilancio deve essere redatto secondo chiarezza, verità e correttezza riguardo alla situazione patrimoniale e finanziaria e al risultato economico. - Bisogna fornire informazioni complementari se quelle che sono presenti non sono ritenute sufficienti. - È necessario rispettare tutti gli obblighi di rilevazione contenuti nei postulati, che rappresentano gli principi generali per la redazione del bilancio. 6 Tutte le decisioni prese dal redattore sono contenute nei principi di redazione, che fanno da supporto durante la predisposizione dei prospetti che costituiscono il bilancio -> stato patrimoniale, conto economico, rendiconto finanziario (per le società che ne sono obbligate) e nota integrativa. Nel predisporre il bilancio sono ammesse delle deroghe solo per migliorare la rappresentazione veritiera e corretta dell’impresa; con l’obbligo di mantenere una regolare tenuta della contabilità e di inserire in nota integrativa i motivi per i quali si è deciso di derogare. PRINCIPIO DI CHIAREZZA Allineata al concetto di bilancio trasparente, ovvero, agevole da comprendere e da intendere dai soggetti “non addetti ai lavori”, quando è chiaro da leggere e non è influenzato da politiche di bilancio e finanziarie. Si definisce la trasparenza in due modi -> Formale: implica un rispetto della forma degli schemi di bilancio. SP e CE richiedono il rispetto di 3 principali disposizioni art. 2423 ter: - Ordine voci di bilancio: criterio liquidità crescente per le poste nell’attivo SP ed esigibilità crescente per la contabilizzazione del passivo SP - Contenuto voci: raggruppamento voci simili, suddivisione con numeri arabi per chiarezza, aggiungere voci se non previste, adattamento delle voci all’attività particolare/tipicità delle società e sono vietate compensazioni di attività e passività - Confronto con bilancio anno precedente: vietato modificare criteri di valutazione, salvo casi eccezionali, con dettaglio in nota integrativa / redazione del bilanci in unità di euro senza cifre decimali, ad accezione nota integrativa in migliaia di euro. Sostanziale: sono contabilizzati solo gli utili realizzati alla data di chiusura d’esercizio, criteri di valutazione neutrali, rispetto del criterio di valutazione separata di elementi eterogenei compresi nella stessa voce di bilancio e quando è stato recepito il principio di competenza dei componenti di reddito a prescindere da incassi e pagamenti. PRINCIPIO DELLA VERITA’ Il bilancio deve rappresentare in modo veritiero la situazione patrimoniale e finanziaria ed il risultato economico. Questo principio consiste nella veridicità e credibilità. Veridicità: quantità monetarie (costi e ricavi) con manifestazione numeraria e quantità fisiche (volumi di vendite…) devono essere in misura oggettiva e non soggettiva. Credibilità: stime soggettive degli amministratori, che devono essere credibili nonostante la soggettività. PRINCIPIO DELLA CORRETTEZZA Il bilancio deve rappresentare in modo corretto la situazione patrimoniale -finanziaria e il risultato economico; secondo due principali principi: - precisione contabile, ovvero l’esatta rilevazione in contabilità di valori oggettivi e soggettivi, senza errori - ordinamento logico del processo decisionali -> ogni volta che gli amministratori mettono in atto un processo decisionale; questo deve essere allineato alle ipotesi, alle relative stime, alle esigenze di integrale le variabili economico aziendali, fiscali, civilistiche e principi contabili. Postulati OIC 11 Principi di redazione del bilancio Art. 2423 bis riprende i principi generali di chiarezza, verità e correttezza, secondo cui ci sono 6 principi di redazione -> 1) Prudenza: tutte le poste attive vanno iscritte solo se effettivamente realizzate in riferimento agli utili. Le poste negative vanno iscritte in bilancio anche se si trattano di perdite presunte e rischi prevedibili, anche se noti dopo la chiusura di bilancio. 2) Continuazione attività: si ha come riferimento una società in funzionamento, ovvero, con un flusso continuo di costi, ricavi, attività e passività per almeno l’anno successivo. 3) Iscrizione utili: richiama il più importante dei principi, quello della prudenza, infatti devono essere iscritti solo se conseguiti prima della chiusura d’esercizio. 7 4) Principio di competenza: oneri e proventi devono essere iscritti secondo la competenza economica, ovvero, indipendentemente dalla data di incasso e di pagamento. Invece, rischi e perdite di competenza anche se noti dopo la data di chiusura d’esercizio. 5) Valutazione separata di elementi eterogenei: rafforzamento del principio di prudenza, che prevede una trattamento diversificato per le poste attive e passive. 6) Continuità criteri di valutazione: i criteri non possono essere modificati da un esercizio all’altro, solo in casi eccezionali e bisogna indicare nota integrativa la motivazione e gli effetti sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria. Novità rilevante -> introduzione nel 2016 del riferimento al principio della prevalenza della sostanza sulla forma. Principio che si basa sul fatto che la rilevazione e la presentazione delle voci deve essere fatta tenendo conto della sostanza dell’operazione o del contratto. Nel nostro ordinamento, invece, in passato si è verificato il contrario; per questo motivo fu di difficile applicazione. Nuovo OIC11 Ai sensi della legge n. 116/2014, l’OIC “emana i principi contabili nazionali, ispirati alla migliore prassi operativa, per la redazione dei bilanci secondo le disposizioni del codice civile”. I principi OIC costituiscono “la codificazione delle migliori prassi operative preordinate a fornire elementi interpretativi ed applicativi nella redazione dei documenti contabili”. DETERMINAZIONE DEL TRATTAMENTO CONTABILE DELLE FATTISPECIE NON PREVISTE DAGLI OIC Nei casi in cui i principi contabili emanati dall’OIC non contengano una disciplina per fatti aziendali specifici, la società include uno specifico trattamento contabile sviluppato facendo riferimento alle seguenti fonti, in ordine gerarchicamente decrescente: a) in via analogica: le disposizioni contenute in principi contabili nazionali che trattano casi simili, tenendo conto delle previsioni contenute in tali principi in tema di definizioni, presentazione, rilevazione, valutazione e informativa; b) i postulati di bilancio. FINALITÀ DEL BILANCIO Il bilancio deve rappresentare in modo veritiero e corretto la performance aziendale; si basa su la tradizionale espressione “true e fair view”. L’uso dell'aggettivo veritiero non significa pretendere dai redattori del bilancio una verità oggettiva di bilancio, irraggiungibile con riguardo ai valori stimati, ma si richiede ai redattori del bilancio di operare correttamente le stime relativamente alla rappresentazione del risultato. POSTULATI DEL BILANCIO Per redigere il bilancio con chiarezza e fornire una rappresentazione veritiera e corretta devono essere rispettati i postulati del bilancio: - Prudenza Le norme del c.c. delineano un effetto asimmetrico nella contabilizzazione dei componenti economici, con prevalenza del principio della prudenza rispetto a quello della competenza. Infatti, gli utili non realizzati non devono essere contabilizzati; le perdite, anche se non definitivamente realizzate, devono essere riflesse in bilancio. Il principio della prudenza comporta che gli elementi eterogenei siano valutati separatamente. - Prospettiva della continuità aziendale Una società è in funzionamento a meno che non intervenga una delle cause di scioglimento di cui al c.c. Gli amministratori devono acquisire tutte le informazioni disponibili circa la permanenza del presupposto della continuità aziendale. Se gli amministratori sono a conoscenza del fatto che in un arco temporale futuro di almeno 12 mesi dalla data di chiusura dell’esercizio intervenga una delle cause di interruzione, ne devono tenere conto nella redazione del bilancio d’esercizio (nota integrativa al punto 1) e darne adeguata informativa. 10 Per quando riguarda il nostro schema di bilancio, il riferimento è il c.c. e il OIC 12 “Composizione e schemi di bilancio d’esercizio”. Nell’OIC 12 si trovano riferimenti per la classificazione delle attività e passività ATTIVITA’ - attività sulla base del criterio della destinazione Gli elementi patrimoniali destinati ad essere utilizzati durevolmente devono essere iscritti tra le immobilizzazioni - crediti: informazioni di natura finanziaria Occorre indicare separatamente i crediti iscritti tra le immobilizzazioni finanziarie, i cui importi sono esigibili entro l’esercizio successivo, dai crediti iscritti nell’attivo circolante (di origine commerciale), i cui importi sono esigibili oltre l’esercizio successivo. Distinzione dell’origine del credito, finanziario o commerciale. PASSIVITA’ - voci del passivo sulla base della natura delle fonti di finanziamento, alla fine di distinguere i mezzi propri e quelli di terzi Debiti: indicazione degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo. 11 Stato Patrimoniale attivo STATO PATRIMONIALE ATTIVO Esercizio in corso Esercizio precedente A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI, con separata indicazione della parte già richiamata. B) IMMOBILIZZAZIONI con separata indicazione di quella concesse in locazione finanziaria I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 1) Costi di impianto e di ampliamento 2) Costi di sviluppo 3) Diritto di brevetto industriale e di utilizzazione delle opere d’ingegno 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5) Avviamento 6) Immobilizzazioni in corso e acconti 7) Altre II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 1) Terreni e fabbricati 2) Impianti e macchinari 3) Attrezzature industriali e commerciali 4) Altri beni 5) Immobilizzazioni in corso e acconti III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE, con separata indicazione , per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo 1) Partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) altre imprese 2) Crediti a) verso imprese controllate b) verso imprese collegate c) verso imprese controllanti d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) verso altri 3) Altri titoli 4) Strumenti finanziari derivati attivi TOTALE IMMOBILIZZAZIONI ( B ) C) ATTIVO CIRCOLANTE I – RIMANENZE 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3) Lavori in corso su ordinazione 4) Prodotti finiti e merci 5) Acconti II – CREDITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo 1) Verso clienti 2) Verso imprese controllate 3) Verso imprese collegate 4) Verso controllanti 5) Verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti 5 bis) crediti tributari 5 ter) imposte anticipate 5 quater) verso altri III - ATTIVITA' FINANZIARIE che non costituiscono immobilizzazioni 1) Partecipazioni in imprese controllate 12 2) Partecipazioni in imprese collegate 3) Partecipazioni in imprese controllanti 3 bis) partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti 4) Altre partecipazioni 5) Strumenti finanziari derivati attivi 6) Altri titoli IV - DISPONIBILITA' LIQUIDE 1) Depositi bancari e postali 2) Assegni 3) Denaro e valori in cassa TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C ) D) RATEI E RISCONTI (TOTALE) TOTALE RATEI E RISCONTI ( D ) TOTALE (A + B + C + D) Secondo le disposizione di c.c. si prevede uno schema rigido con sezione a contrapposte (dare e avere = attivo e passivo). Esercizio in corso ed esercizio precedente è suddiviso in parziale e totale. Le lettere dell’alfabeto maiuscole equivalgono alle macro-classi; i numeri romani alle classi; i numeri arabi alle voci; le lettere dell’alfabeto minuscole alle sotto-voci. La voce in grassetto sottolinea una posta di bilancio che è stata aggiornata nel 2015 con la riforma contabile. Quando è evidenziato solo il numero indica che la modifica riguarda solo la numerazione e non la voce. Il totale dell’attivo corrisponde al totale del passivo. Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti Macro-classe che costa di un solo componente ossia i versamenti ancora dovuti. Crediti verso soci per versamenti sia iniziali (costituzione della società) sia per aumento di capitale: - Versamenti ancora dovuti - Azionisti C/decimi richiamati per versamenti richiesti ai soci ma non eseguiti Riferimenti al c.c. art. 2342 Spa: i soci sono obbligati a sottoscrivere il 25% del loro conferimento, se si tratta di denaro, altrimenti deve essere versato interamente. Nel caso in cui venga meno la pluralità dei soci, il socio rimasto deve entro 90gg effettuare il totale versamento del conferimento pattuito. Art. 2464 S.r.l.: in alternativa a quanto previsto per la Spa, sia una polizza assicurativa e la fideiussione bancaria. Immobilizzazioni immateriali B – Immobilizzazioni con separata indicazione di quelli concesse in locazione finanziaria La disposizione si applica alle società concedenti, diverse dagli intermediari finanziari (leasing). Si dividono in immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie. B I – IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 1. Costi di ampliamento e di impianto 2. Costi di sviluppo -> sono stati modificate nel 2015 per il recepimento della direttiva e si ha come modifica il fatto che i costi di ricerca e di pubblicità non sono più iscrivibili nell’attivo ma sono rilevati come costi di esercizio. 3. Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione opere d’ingegno 4. Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5. Avviamento 6. Immobilizzazioni in corso e acconti 7. Altre 15 Nel secondo caso ci sono costi per progettare e rendere operativa l’azienda, intesa come insieme di organizzato di beni strumenti e persone. Ci si riferisce a ricerche di mercato iniziali, un addestramento iniziale del personale e studi preparatori. - COSTI DI AMPLIAMENTO Costi che sostiene un’azienda per accrescere la propria capacità produttiva. Non è un accrescimento naturale ma è un’espansione verso nuove attività (start-up) o in medesime attività ma in misura straordinaria (es. spese per aumento di capitale sociale, spese per operazioni di trasformazione, fusione o scissione…). L’iscrizione è consentita se si dimostra la congruenza del rapporto causa-effetto tra i costi di impianto e di ampliamento e del beneficio (futura utilità) che dagli stessi la società si attende. Es: - Costi per la costituzione di una rete commerciale -> aspettative di vendita dei prodotti da tale rete - Costi per aumento di capitale sociale -> miglioramento della situazione finanziaria - Così per costituzione della società -> aspettative reddituali positivi della società B I 2 - COSTI DI SVILUPPO Norme civilistiche Si ha l’iscrizione nell’attivo solo se di utilità pluriennale. È necessario il consenso del collegio sindacale, ove esiste. L’ammortamento è in relazione alla vita utile, se non stimabile entro cinque anni. Non è possibile distribuire dividendi se l’ammortamento non è completo o se le riserve non coprono il valore non ammortizzato. Nella nota integrativa è obbligatorio indicare le variazioni di consistenza delle voci accantonamento e gli utilizzi dei fondi ammortamento; bisogna riportare in dettaglio l’elenco delle attività ricerche sviluppo nella relazione sulla gestione. Bisogna indicare la composizione analitica delle voci, le ragioni dell’iscrizione nell’attivo e i criteri di ammortamento. Oltre alle misure di motivazione della riduzione del valore facendo riferimento al concorso di futuri risultati economici, alla prevedibile durata dell’utile e al valore mercato. Infine, si segnano le differenze rispetto agli esercizi precedenti e l’influenza sul risultato economico. OIC24 - Costi di progettazione, costruzione e verifica dei prototipi. - Costi per la progettazione di mezzi, prove, stampi e matrici. - Costi per la progettazione, costruzione attivazione di un impianto pilota. - Costi per la progettazione, costruzione prova di materiali e progetti, prodotti processi, sistemi o servizi nuovi o migliorati. - Costi per l’applicazione della ricerca di base. Lo sviluppo e l’applicazione dei risultati della ricerca o di altre conoscenze possedute o acquisite in un progetto per la produzione di materiali, dispositivi, processi, sistemi e servizi nuovi o sostanzialmente migliorati, prima dell’inizio della produzione commerciale o dell’utilizzo. I costi di ricerca di base (indagine originale e pianificata intrapresa con la prospettiva di conseguire nuove conoscenze e scoperte) sono addebitati nel conto economico. Sono composti da: salari, stipendi e altri costi del personale, materiali, servizi e ammortamenti... Non comprende le spese generali e costi amministrativi. Condizioni per la capitalizzazione dei costi di sviluppo: - Essere relativi ad un prodotto processo chiaramente definito, nonché identificabili e misurabili. - Essere riferiti a un progetto realizzabile, cioè tecnicamente fattibile, per il quale la società possieda o posso disporre delle necessarie risorse. - Essere recuperabili, la società deve avere prospettive di reddito in modo che i ricavi derivanti dal progetto siano almeno sufficienti a coprire i costi. 16 B I 3 - DIRITTI DI BREVETTO INDUSTRIALE, DIRITTI DI UTILIZZAZIONE OPERE D’INGEGNO Norme civilistiche Si applicano i diritti di brevetto per invenzioni industriali, per modelli di utilità e per disegno ornamentale. Si utilizzano i diritti di utilizzazione opere dell’ingegno per i diritti di autore di opere d’ingegno, letteraria e artistica. Art. 2426 -> l’iscrizione si ha al costo di acquisto compresi costi accessori nell’attivo; oppure al costo di produzione (costi diretti + quota ragionevole altri costi + oneri per finanziamento). L’ammortamento è in relazione alla residua possibilità di utilizzo. Se alla chiusura dell’esercizio il valore è inferiore al costo di acquisizione si iscrive il minor valore. Se i motivi di iscrizione del minor valore vengono meno, si ripristina il costo di acquisizione. Art. 2427 – Nota integrativa -> è obbligatorio inserire le informazioni sulle variazioni nella consistenza delle voci; l’utilizzazione ed eventuali accantonamenti del fondo. Misure di motivazione sulla riduzione del valore facendo riferimento al concorso di futuri risultati economici, prevedibile durata dell’utile e valori mercato. Verificare eventuali differenze rispetto esercizi precedenti e indicare l’influenza sul risultato economico. B I 4 - CONCESSIONI, LICENZE, MARCHI, DIRITTI SIMILI Concessioni rilasciate dalla pubblica amministrazione: beni e servizi pubblici. Licenze: amministrative (commerciali, edilizie) o di uso (marchi…). Marchi: si ha una specifica disciplina che prevede il trasferimento la concessione in licenza, anche separatamente dal ramo d’azienda. Diritti simili: franchising. Norme civilistiche Valgono quelle previste dall’articolo 2426 per le immobilizzazioni materiali e le norme dell’articolo 2427 sulla nota integrativa. B I 5 – AVVIAMENTO Art. 2426 c.c.: può essere iscritto solo al costo di acquisto, se a titolo nervoso, nell’attivo. È necessario il consenso del collegio sindacale ed è ammortizzato in relazione alla vita utile; in casi eccezionali in cui non è stimabile la vita utile, in un periodo non superiore a 10 anni (la motivazione è inserito in nota integrativa della durata ammortamento). È possibile la svalutazione dell’avviamento, ma si ha il divieto di ripristino di valore. Art. 2427 c.c.: si inseriscono in Nota integrativa le motivazioni della riduzione del valore facendo riferimento a concorso a futuri risultati economici, la prevedibile durata utile del valore di mercato e indicare differenze rispetto esercizi precedenti e la loro influenza sul risultato economico. Definizione: attitudine dell’impresa a produrre reddito in misura superiore a quella ordinaria (OIC24) o alla media del settore (IAS, ci sono due tipologie di principi: goodwill o badwill). Si distinguono due tipologie di principi contabili -> - Avviamento generato internamente: non è iscrivibile a bilancio. - Avviamento acquistato a titolo oneroso: da acquisto di azienda, conferimento, fusioni, acquisto di partecipazioni. È possibile l’iscrizione nelle immobilizzazioni immateriali. OIC24 L’avviamento può essere generato internamente, e non può essere iscritto tra le immobilizzazioni immateriali, o può essere acquisito a titolo oneroso. Se acquisito a titolo oneroso, è la parte di corrispettivo riconosciuto a titolo oneroso, non attribuibile ai singoli elementi patrimoniali acquisiti ma riconducibili al suo valore intrinseco (miglioramento del posizionamento dell’impresa sul mercato, extra reddito generato dei prodotti innovativi, la creazione di valore attraverso sinergie produttive e commerciali…). 17 È iscrivibile nell’attivo solo se sono soddisfatte tutte le seguenti condizioni -> - Acquisito a titolo nervoso (acquisizione di un’azienda o ramo, conferimento, fusione o scissione). - Un valore quantificabile in quanto incluso nel corrispettivo pagato. - È costituito all’origine da oneri e costi ad utilità differita nel tempo, che garantiscono quindi benefici economici futuri (es. conseguimento di utili futuri). - Soddisfa il principio della recuperabilità del relativo costo; quindi, non si è in presenza di un cattivo affare. Il valore dell’avviamento si determina per differenza fra il prezzo complessivo sostenuto per l’acquisizione dell’azienda o ramo d’azienda (o il valore di conferimento della medesima o il costo di acquisizione della società incorporata o fusa, o del patrimonio trasferito dalla società scissa alla società beneficiaria) e il valore corrente (fair value) attribuito dagli altri elementi patrimoniali attivi e passivi che vengono trasferiti. AMMORTAMENTO DELL’AVVIAMENTO L’ammortamento dell’avviamento è effettuato secondo la sua vita utile e non può essere modificata negli esercizi successivi. Ai fini del calcolo della stima della vita utile si prendono in considerazione -> - il periodo di tempo entro il quale la società si attende di godere dei benefici economici addizionali legate alle prospettive reddituali favorevoli della società e alle sinergie generate dall’operazione straordinaria (“benefici economici addizionali”). - Il periodo di tempo entro il quale l’impresa si attende di recuperare, in termini finanziari o reddituali, l’investimento effettuato sulla base di quanto previsto formalmente dall’organo decisionale della società (“paybak period”). - La media ponderata delle vite utili delle principali attività (core assets) acquisite con l’operazione di aggregazione aziendale (incluse le imm. immateriali). Nei casi eccezionali in cui non sia possibile stimarne attendibilmente la vita utile, è ammortizzato in un periodo non superiore a 10 anni. Quando invece emerge una stima della vita utile superiore a 10 anni, si prevede un criterio di ammortamento che non superi i 20 anni. Esempio La società A acquista il 100% del ramo d’azienda rappresentato dalle attività nette di B al prezzo di 2.400.000 €. Le attività nette di B alla data di acquisizione (31/12) sono quelle riportate in tabella 1. Il prezzo pagato eccede il fair value (valori correnti) delle attività e delle passività acquisite. La differenza, pari a 340.000 euro, rappresenta l’avviamento. L’avviamento = 2.400.000 - 2.060.000 = 340.000 €. La società A contabilizza quello che è riportato nella tabella 2 20 - Immobilizzazioni acquisite a titolo gratuito Rilevati in base al presumibile valore di mercato alla data di acquisizione, inclusi i costi sostenuti e/o da sostenere per essere durevolmente ed utilmente inserite nel processo produttivo. Il valore contabile non può superare il valore recuperabile. Il valore così determinato è rilevato alla voce A5 “altri ricavi e proventi” del conto economico. - Manutenzione ordinaria e straordinaria. Le immobilizzazioni sono soggette a manutenzioni, che possono essere ordinarie o straordinarie. I costi di manutenzione ordinaria sono rilevati a conto economico nell’esercizio in cui sono sostenuti. I costi di manutenzione straordinaria (incrementano i valori dei beni) rientrano tra i costi capitalizzabili nei limiti del valore recuperabile del bene. - Contributi pubblici c/capitale a fronte di immobilizzazioni Le società hanno la possibilità di acquisire le immobilizzazioni beneficiando di alcuni supporti pubblici, resi disponibili dallo Stato in determinate circostanze. Sono somme erogate per la realizzazione di iniziative dirette alla costruzione, riattivazione e ampiamento di immobilizzazioni materiali; sono denominati “contributi in c/impianti”. Si contabilizzano solo quando esiste la ragionevole certezza che il contributo sarà erogato. Può essere acquisto attraverso due metodi -> 1. Metodo diretto: si porta direttamente a riduzione del costo impianto il valore del contributo stesso. Es. se acquisto un impianto del valore di 1.000.000€ e il contributo è di 100.000€; vado a contabilizzare 900.000€ ovvero il costo sostenuto dalla società. 2. Metodo indiretto: accredito a conto economico (A5) la totalità (1.000.000€) e sarà rinviato per competenza economica mediante risconti passivi -> è come un ricavo anticipato. Immobilizzazioni materiali e oneri finanziari Gli oneri finanziari sostenuti per le immobilizzazioni materiali (fabbricazione interna o presso terzi) possono essere capitalizzati come costi delle immobilizzazioni materiali con le modalità indicate nell’OIC 16. La società ha richiesto finanziamenti per costituire o acquistare immobilizzazioni materiali. Ci sono due tipologie di finanziamenti -> - di scopo: finanziamento specifico accesso per un determinato scopo. - generici: finanziamenti che riguardano diversi scopi. Condizioni per la capitalizzazione -> - Per oneri effettivamente sostenuti, determinabili, entro limiti del valore recuperabile del bene. - Solo interessi maturati su beni che richiedono un periodo di costruzione significativo e sino alla messa in uso di beni: periodo che va dal pagamento dei fornitori fino a momento in cui l’immobilizzazione è pronta per l’uso. Gli oneri finanziari relativi al maggior tempo di costruzione, determinato da scioperi e/o inefficienze, sono costi di periodo. Nei periodi non brevi nei quali lo sviluppo del bene è interrotto, anche la capitalizzazione è sospesa. Rilevazione e capitalizzazione -> Sono imputati alla voce C 17 “interessi e altri oneri finanziari” nell’esercizio in cui maturano. Tale voce comprende quindi anche gli interessi capitalizzati mediante la voce A4 “incrementi di immobilizzazioni per lavori interni” (conto economico per natura). Nel caso ci fossero altre tipologie di interessi è necessario lo scorporo degli interessi passivi impliciti, eventualmente inclusi, nel costo di acquisizione se la dilazione concessa eccede significativamente l’esercizio successivo (interessi impliciti riscontrati tramite risconti attivi). 21 ESEMPIO INTERESSI CAPITALIZZABILI Il 2/01/x la società Alfa da in appalto la costruzione di un impianto per un valore complessivo di 1500 euro. Sulla base dello stato avanzamento lavori sono effettuati i seguenti pagamenti: data di pagamento Euro 31/1/x 120 31/3/x 80 30/9/x 350 31/12/x 200 Totale 750 Qual è l’ammontare degli oneri finanziari capitalizzabili? 1. Calcolo costo di costruzione oggetto di capitalizzazione tramite la media ponderata dei costi sostenuti Data Costo sostenuto per la costruzione Periodo di capitalizzazione Costo medio accumulato 31/1/x 120 11 mesi 120/12*11= 110 31/3/x 80 9 mesi 80/12*9 = 60 30/9/x 350 3 mesi 350/12*3= 87,5 31/12/x 200 0 mesi 0 Totale 750 257,5 257,5 è il costo di costruzione ponderato su cui applicare la capitalizzazione degli oneri finanziari. 2. Calcolo oneri finanziari capitalizzabili Tasso finanziamento di scopo = 6% Tasso da applicare ai finanziamenti generici è pari alla media ponderata dei relativi oneri finanziari 7 x (100/400) + 8 x (300/400) =7,75%. Il denominatore 400 è la somma dei finanziamenti generici (100+300). 3. Calcolo effetti interessi da capitalizzare Finanziamento Costo costruzione oggetto di capitalizzazione Tasso Interessi capitalizzati Di scopo 150 6% 9,00 Generico 107,5 7,75% 8,33 totale 257,5 17,33 Finanziamento generico: la capitalizzazione degli oneri finanziari avviene nella misura pari a 17,33. Contabilizzazione -> Impianti in corso: voce SP in “dare” con totale di 750+17,33= 767,33. Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni: voce CE in “avere” con totale 17,33. Valutazione e rilevazioni successive - Ammortamento L’ammortamento è la ripartizione del costo di un’immobilizzazione nel periodo della sua stimata vita utile con un metodo sistematico e razionale, indipendentemente dai risultati conseguiti nell’esercizio. Il costo delle immobilizzazioni materiali deve essere sistematicamente ammortizzato in ogni esercizio in relazione alla loro residua possibilità di utilizzazione e deve essere calcolato anche su cespiti temporaneamente inutilizzati. Non sono soggetti ad ammortamento i cespiti la cui utilità non si esaurisce (terreni, opere d’arte). L’ammortamento decorre dal momento in cui l’immobilizzazione è disponibile e pronta per l’uso. - Piano di ammortamento L’ammortamento delle immobilizzazioni materiali deve essere sistematico. La sistematicità dell’ammortamento è definita nel piano di ammortamento, ovvero, una sorta di calendario che prende in considerazione il periodo temporale relativamente al quale si va a calcolare l’ammortamento. La determinazione del piano di I finanziamenti della società, a fine esercizio sono i seguenti: - finanziamento di scopo ottenuto a gennaio di 150, tasso 6%; - finanziamento ottenuto a gennaio di 100 , tasso 7% - finanziamento ottenuto a gennaio di 300, tasso 8% Gli ultimi due sono generici. 22 ammortamento presuppone la conoscenza dei seguenti elementi: valori da ammortizzare, residua possibilità di utilizzazione e criteri di ripartizione del valore da ammortizzare. A) Valori da ammortizzare Il valore residuo, inizialmente stimato, deve essere aggiornato periodicamente e deve essere al netto di eventuali costi di rimozione. Se il costo di rimozione eccede il valore residuo, tale eccedenza è accantonata in un fondo di bonifica/ripristino o simile. Se in seguito all’aggiornamento la stima del valore residuo risulta pari o superiore al valore netto contabile, l’ammortamento viene interrotto. B) Residua possibilità di utilizzazione La residua possibilità di utilizzazione non è legata alla durata fisica del bene ma alla durata economica, ossia il periodo in cui si prevede che il cespite sarà utile allo società ed è stimata tenendo conto di fattori quali: deterioramento fisico, grado di utilizzo, stime dei produttori, perizie, obsolescenza… C) Criteri di ripartizione del valore da ammortizzare Ci sono diversi metodi: • metodo a quote costanti: metodo preferibile e più diffuso e favorisce la comparabilità dei bilanci. • metodo a quote decrescenti: si applica quando l’immobilizzazione è maggiormente sfruttata ella prima parte della vita utile. • metodo a quote crescenti: non è ammesso perché contrasta il principio della prudenza. - Componenti aventi vita utili diverse dal cespite iniziale Se il cespite comprende componenti, pertinenze o accessori aventi vite utili di durata diversa dal cespite principale, l’ammortamento dei componenti si calcola separatamente dal cespite principale. Es. ascensore o nastro trasportante con una vita utile di durata inferiore di quella del relativo stabile o macchinario: il distinto ammortamento è più corretto. Si cerca di capire su quali elementi si calcola l’ammortamento, solitamente quelli con vita utile inferiore alla vita del cespite principale. - Svalutazione Ad ogni data di riferimento del bilancio la società valuta la presenza di indicatori di perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali. Se tali indicatori dovessero sussistere si fa riferimento all’OIC 9 “svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni immateriali e materiali”. - Rivalutazione Le immobilizzazioni materiali possono essere rivalutate solo nei casi in cui leggi speciali lo richiedano o lo permettano. Il limite massimo della rivalutazione di un’immobilizzazione materiale è il valore recuperabile dell’immobilizzazione stessa, che in nessun caso può essere superato. L’effetto della rivalutazione è accreditato tra le riserve di patrimonio netto, alla voce A III “riserve di rivalutazione”. - Cespiti destinati alla vendita e beni non più utilizzabili Sono riclassificati in un’apposita voce dell’attivo circolante e valutati al minore tra il valore netto contabile e il valore di realizzazione desumibile dall’andamento del mercato. I beni destinati alla vendita non sono più oggetto di ammortamento. La riclassificazione è effettuata se sussistono tali requisiti: • le immobilizzazioni sono vendibili alle loro condizioni attuali o non richiedono modifiche tali da differirne l’alienazione • la vendita appare altamente probabile alla luce delle iniziative intraprese, del prezzo previsto e delle condizioni di mercato • l’operazione dovrebbe concludersi nel breve termine La disciplina in tema di cespiti destinati alla vendita si applica anche ai cespiti obsoleti e in generale a quelli che non saranno più usati. 25 OIC 9 - Svalutazioni per perdite durevoli di valore delle immobilizzazioni materiali e immateriali. A fine anno è necessario effettuare una specifica analisi per verificare se le immobilizzazioni materiali e immateriali sono da svalutare perché hanno subito una perdita di valore, che deve essere durevole. Novità: - Sostituisce il precedente principio approvato nel 2014 - Recepisce l’eliminazione della sezione straordinaria del conto economico. - Recepisce il divieto di ripristino di valore dell’avviamento. - Limita l’approccio semplificato alle società che redigono il bilancio abbreviato e alle microimprese - Definizione del fair value coordinato con IFRS 13 come previsto dall’art.2426 c.c. Definizioni Perdita durevole di valore = diminuzione di valore che rende il valore recuperabile di un’immobilizzazione in una prospettiva di lungo termine inferiore al valore contabile. L’immobilizzazione ha perso valore e non si può avere una sua rivalutazione nei successivi anni (durevole diverso da irrecuperabile). Valore recuperabile = è il maggiore valore d’uso e il fair value al netto dei costi di vendita (es. spese legali, imposte, altri costi diretti) di un’attività o di un’unità generatrici di flussi di cassa. Valore d’uso = valore attuale dei flussi di cassa attesi da un’attività o da un’unità generatrice di flussi di cassa. Bisogna verificare i benefici in termini di flussi di cassa che un’attività che potrebbe generare; questi si sommano e vengono attualizzati. Fair value = prezzo che si percepirebbe per la vendita di un'attività o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Unità generatrice di flussi di cassa = il più piccolo gruppo identificabile di attività che include l’attività oggetto di valutazione e genera flussi finanziari in entrata che siano ampiamente indipendenti dai flussi di finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività. Sommatoria di diverse attività identificabili, che insieme costituiscono un’unica attività. Si analizzano i flussi di cassa di queste attività. Capacità di ammortamento = è costituita dal margine economico che la gestione mette a disposizione per la copertura degli ammortamenti. È determinata sottraendo algebricamente al risultato economico dell’esercizio gli ammortamenti delle immobilizzazioni. Indicatori di potenziali perdite di valore Se il valore recuperabile di un’immobilizzazione è inferiore al suo valore contabile, l’immobilizzazione si rileva a tale minor valore. La differenza è imputata al conto economico. A ogni data di riferimento del bilancio la società valuta se esiste un indicatore che possa far presumere una riduzione di valore. La società considera, come minimo, i seguenti indicatori: - Diminuzione significativa del valore di mercato di un’attività - Variazioni significative nell’ambiente tecnologico, di mercato, economico o normativo in cui la società opera - Aumento dei tassi di interesse o di rendimento degli investimenti - Valore contabile superiore al fair value stimato (per es. in relazione ad una potenziale vendita) - Evidente obsolescenza o deterioramento fisico dell’attività - Cambiamenti significativi nel corso dell’esercizio che determineranno; ad es: inutilizzo dell’attività; piani di dismissione o ristrutturazione del settore operativo al quale l’attività appartiene; dismissione anticipata dell’attività; ridefinizione della vita utile: l’informativa aziendale evidenzia che l’andamento economico dell’attività è (o sarà) peggiore di quanto previsto. Determinazione valore recuperabile Valore maggiore fra il fair value e il valore d’uso. Ci sono dei casi limiti, ovvero, delle eccezioni. 26 Se il valore recuperabile della singola immobilizzazione non è stimabile, la società determina il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi di cassa alla quale l’immobilizzazione appartiene. Non è sempre necessario determinare sia il fair value e il valore d’uso: se uno dei due valori risulta superiore al valore contabile significa che l’attività non ha subito una riduzione di valore; oppure se vi sono motivi per ritenere che il fair value si approssimi il valore d’uso. Determinazione del fair value È il prezzo che si percepirebbe per la vendita di un’attività o che si pagherebbe per il trasferimento di una passività in una regolare operazione tra operatori di mercato alla data di valutazione. Prezzo pattuito in un accordo vincolante di vendita stabilito in una libera transazione o il prezzo di mercato in un mercato attivo. Se non esiste un accordo vincolante di vendita né alcun mercato attivo per un’attività, il fair value è determinato in base alle migliori informazioni disponibili per riflettere l’ammontare che la società potrebbe ottenere, alla data di riferimento del bilancio, dalla vendita dell’attività in una libera transazione tra parti consapevoli e disponibili. Nel determinare tale ammontare, la società considera il risultato di recenti transazioni per attività similari effettuate all’interno dello stesso settore industriale. Il fair value è al netto dei costi di vendita. Determinazione del valore d’uso Valore attuale dei flussi finanziari futuri che si prevede abbiano origine da un’attività lungo la sua vita utile. Grandezza complessa da calcolare perché bisogna effettuare delle stime: 1) stimare i flussi finanziari futuri in entrata e in uscita che deriveranno dall’uso continuativo dell’attività della sua dismissione finale 2) applicare il tasso di attualizzazione appropriato a quei flussi finanziari futuri. Le stime dei flussi comprendono: - le proiezioni dei flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso continuativo dell’attività. - le proiezioni dei flussi finanziari in uscita per generare flussi finanziari in entrata dall’uso continuativo dell’attività (inclusi i flussi finanziari in uscita per rendere l’attività utilizzabile) e che possono essere direttamente attribuiti o allocati all’attività in base a un criterio ragionevole e coerente. - i flussi finanziari netti per la dismissione dell’attività alla fine della sua vita utile, in una transazione regolare tra operatori di mercato alla data di valutazione. Solitamente le stime non superano un orizzonte temporale di 5 anni. Le stime dei flussi non comprendono: i flussi in entrata o in uscita per finanziamenti; pagamenti o rimborsi fiscali e investimenti futuri, se la società non si è ancora impegnata. ð Devono essere flussi finanziari stimati strettamente correlati alla situazione aziendale e senza prevedere future strategie. Il tasso di sconto è al lordo delle imposte e deve riflettere le valutazioni correnti di mercato: del valore temporale del denaro e dei rischi specifici dell’attività per i quali le stime dei flussi finanziari futuri non sono stati rettificati. Il tasso di sconto riflette il rendimento che gli investitori richiederebbero se si trovassero nella situazione di dover scegliere un investimento che generasse dei flussi finanziari di importi, tempistiche e rischio equivalenti a quelli che la società si aspetta che derivino dall’immobilizzazione in oggetto. Bisogna scegliere il tasso di interesse che anche gli investitori sceglierebbero, perché congruo alla situazione. Il tasso è stimato attraverso: - il tasso implicito utilizzato per attività similari - nelle contrattazioni correttamente presenti nel mercato. - attraverso il costo medio ponderato del capitale della società. 27 ALBERO DELLE DECISIONI OIC Rilevazione della perdita La svalutazione viene iscritta nel conto economico in B10c “altre svalutazioni delle immobilizzazioni”. I ripristini di valore vanno iscritti in conto economica A5 “altri ricavi e proventi”, nei limiti del valore che l’attività avrebbe avuto ove la rettifica di valore non avesse mai avuto luogo. Il tetto massimo è l’attività stessa senza svalutazione. Non possibile ripristinare le svalutazioni rilevate su avviamento e sugli oneri pluriennali. La perdita di valore rilevata su una Unità Generatrice di flussi di Cassa deve essere imputata a riduzione del valore contabili delle attività che fanno parte dell’unità nel seguente ordine: - Avviamento allocato sulla UGC - Alle altre attività proporzionalmente al valore contabile di ciascuna attività facente parte della UGC. Perdita di valore di una singola immobilizzazione con VC > VR 30 D) Imprese controllate da imprese controllanti D bis) Altre imprese Art. 2361: anche se prevista dallo statuto, non è consentita l’assunzione di partecipazioni in altre imprese se per la misura e per l’oggetto della partecipazione ne risulta sostanzialmente modificato l’oggetto sociale. Se l’assunzione di partecipazioni in altre imprese comporta una responsabilità illimitata: deve essere deliberata dall’assemblea e gli amministratori devono dare specifiche informazioni nella nota integrativa. Criteri di valutazione delle partecipazioni Le partecipazioni possono essere collocate nella parte alta delle immobilizzazioni oppure nella parte bassa dell’attivo circolante; la differenza è il criterio di valutazione -> il criterio del costo è applicato a tutte le partecipazioni iscritte sia nelle immobilizzazioni sia nell’attivo circolante; il criterio del patrimonio netto per le società controllate e collegate con partecipazioni iscritte nelle immobilizzazioni. A) Metodo del patrimonio netto Le immobilizzazioni relative a imprese controllate e collegate possono essere valutate alla corrispondente frazione di patrimonio netto dell’ultimo bilancio approvato. Dopo aver effettuato le rettifiche previste ed aver detratto i dividendi. B) Metodo del costo di acquisto Art. 2426: costo = costo di acquisto + oneri accessori. Nel costo di acquisto sono compresi anche i versamenti in conto capitale e il conto aumento di capitale. OIC 21 e IFRS 3 individuano gli oneri accessori: intermediazione, commissioni, spese, imposte consulenze (che possono essere inserite a conto economico)… Il costo è quello che risulta dal contratto o dal valore di conferimento. Può essere rettificato se il valore a fine anno è durevolmente inferiore al costo di acquisto. Il valore rettificato non può essere mantenuto se sono venuti meno i motivi della rettifica. Occorre sempre confrontare il costo con la corrispondente quota di patrimonio netto. Se il costo d’acquisto è superiore al valore, calcolato secondo il metodo del patrimonio netto, bisogna capire quali sono i motivi di questa differenza, che devono essere illustrati in Nota integrativa. Le differenze possono derivare da: esistenza di avviamento, perdita di esercizio temporanea o valori di mercato dei beni superiore al valore contabile… OIC 21 – partecipazioni Le partecipazioni costituiscono investimenti nel capitale di altre imprese. Le partecipazioni superiori ad 1/5 del capitale (per le società non quotate) o 1/10 (nelle società quotate) sono normalmente classificate tra le immobilizzazioni finanziarie, per presunzione non assoluta di legge. Le altre partecipazioni fanno parte dell’attivo circolante, soprattutto quelle destinate ad essere alienate entro breve termine. Iscrizione -> - le partecipazioni destinate ad una permanenza durevole si iscrivono tra le immobilizzazioni: principio della destinazione economica, - nel caso in cui il pagamento sia effettuato a condizioni diverse rispetto a quelle normalmente praticati sul mercato, la partecipazione iscritte in bilancio al valore corrispondente al debito determinato ai sensi del OIC 19. - le partecipazioni in società a controllo congiunto sono classificate nelle partecipazioni in imprese collegate. Valutazione -> - del patrimonio netto per società controllate, collegate e joint-venture, secondo OIC 17: il costo originario viene periodicamente rettificato al fine di riflettere la quota spettante degli utili/perdite e delle altre variazioni del patrimonio netto. 31 - del costo per partecipazioni non qualificate Il principio OIC 21 precisa che una perdita durevole di valore è una differenza negativa del valore di carico rispetto al valore recuperabile determinato in base ai benefici futuri che si prevede affluirà all’economia della partecipante. Gli elementi che comportano la perdita sono -> - Fattori esterni: crisi di mercato, ribasso dei prezzi di vendita, nuovi legge o regolamentazioni, perdite di quote di mercato. - Fattori interni: perdite operative fisiologiche, eccesso di costi fissi, obsolescenza tecnologica degli impianti, tensione finanziaria e distribuzione dividendi. OIC 20 – titoli di debito I titoli di debito attribuiscono al possessore il diritto di ricevere un flusso determinato e determinabile di liquidità senza attribuire il diritto di partecipazione diretta o indiretta alla gestione dell’entità che li ha emessi. Iscrizione -> principio della destinazione economica: titoli destinati ad una permanenza durevole si scrivono tra le immobilizzazioni. Valutazione -> criterio del costo ammortizzato. Il principio precisa che si ha una perdita durevole di valore quando, per ragioni legate alla capacità di rimborso dell’emittente, si ritiene di non poter incassare integralmente i flussi di cassa previsti dal contratto. Indicatori di perdite durevoli di valore sono ad es: ritardo mancato pagamento di quote capitale interessi, ristrutturazione del debito, valore di mercato del titolo persistentemente inferiore al valore di iscrizione in bilancio, indicatori economico-patrimoniali dell’ente, default, ammissione a procedure concorsuali… COSTO AMMORTIZZATO Costo ammortizzato = ammontare a cui un’attività era stata valutata al momento della contabilizzazione iniziale; meno le variazioni finanziare in linea capitale (rimborsi); più o meno l’ammortamento accumulato di ogni differenza tra l’ammontare iniziale e valore nominale alla scadenza; meno qualsiasi svalutazione per perdite di valore o non incassabilità. Questo criterio prevede la determinazione del metodo dell’interesse effettivo (TIR), ovvero, del tasso che rende nullo il valore attuale netto dei flussi di cassa generati da un investimento in un determinato arco di tempo. Inoltre, sottolinea la necessità di valutare i crediti/debiti tenendo conto del fattore temporale: si attualizzano i crediti/debiti che, al momento della rilevazione iniziale, non sono produttivi di interessi o producono interessi secondo un tasso significativamente inferiore a quello di mercato. Esempio Valore di acquisto 210.000€ e valore di rimborso 200.000€. Durata di 5 anni e tasso di interesse 4%. 32 Sono investimenti con obbligazioni sopra la pari (210.000-200.000). 10.000 di differenza vanno iscritti a bilancio, con la regola del costo ammortizzato, calcolando il TIR. I tassi effettivi variano perché il TIR viene calcolato con l’attualizzazione. B III 2 CREDITI a. verso imprese controllate b. verso imprese collegate c. verso imprese controllanti d. verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis. verso altri Struttura dei crediti - crediti nelle immobilizzazioni finanziarie Sono crediti di natura finanziaria a medio lungo termine. Art. 2426 valutazione al costo ammortizzato tenendo conto del tempo e del valore di presumibile realizzo. Art. 2427 - nota integrativa: indicazioni dei crediti con durata residua superiore a cinque anni. - crediti nell’attivo circolante: crediti commerciali e crediti finanziari non immobilizzati entro 12 mesi. Struttura tecnico contabile: iscrizione al valore netto = valore nominale dei crediti - fondo svalutazione crediti. OIC 15: crediti nell’attivo circolante. IAS: crediti a medio lungo termine devono essere attualizzati. B III 3 ALTRI TITOLI IMMOBILIZZATI Titoli /azioni, obbligazioni, BOT, immobilizzati in quanto dati in garanzia. La norma civilistica disciplina la valutazione al costo ammortizzato, ove applicabile. Devono essere svalutati, se di valore durevolmente inferiore. 35 Art. 2426 valutazione al costo di acquisto e costi accessori, oppure valutazione al costo di produzione = diretti + quota ragionevole + spesa generale. I costi di distribuzione non sono computati nel costo di produzione. Se il valore di realizzo è inferiore al costo di valutazione, per il principio della prudenza, la valutazione deve essere effettuata al minor valore. Beni fungibili -> sono ammessi come criterio di valutazione: il criterio costo medio ponderato, LIFO o FIFO. Se il valore differisce notevolmente rispetto al valore di mercato occorre indicarlo nella nota integrativa. OIC 13 Il metodo generale per la determinazione del costo dei beni è il costo specifico, che presuppone l’individuazione e l’attribuzione alle singole unità fisiche i costi specificatamente sostenuti per l’unità medesime. È possibile per i beni fungibili, in alternativa al costo specifico utilizzare il LIFO, FIFO e medio ponderato. È importante l’uniformità del metodo della valutazione del magazzino per la corretta determinazione dei risultati dell’esercizio e perché le rimanenze finali si valutano con gli stessi metodi delle rimanenze iniziali. Pagamento differito Nel caso in cui il pagamento sia differito a condizioni diverse rispetto a quelle normalmente praticate sul mercato, i beni sono iscritti in bilancio al valore corrispondente al debito determinato ai sensi dell’OIC 19. Ci sono diversi tipologie di criteri -> MEDOTO COSTI STANDARD: approssimano il costo effettivo delle rimanenze quando considerano livelli normali di efficienza e di capacità produttiva, sono regolarmente sottoposte a revisione e rivisti alla luce delle condizioni effettive del momento. I costi standard possono essere usati nella valutazione del magazzino solo se rappresentativi dei costi effettivamente sostenuti. Sono aggiornati periodicamente per riflettere i cambiamenti sia nei prezzi che nelle condizioni di costo. Es. costi determinati in anticipo rispetto alla produzione tramite l’uso di specifiche tecniche: elenchi materiali, ore normali di lavoro, in condizioni normali o predeterminante di utilizzo della capacità produttiva degli impianti. METODO DEI PREZZI AL DETTAGLIO: utilizzato quando si hanno rimanenze con grandi quantità di beni soggetti a rapido rigiro con margini di importo simile e per le quali è particolarmente difficoltosa l’adozione di altri metodi di calcolo. Il costo delle rimanenze viene determinato sottraendo dal valore di vendita delle rimanenze una adeguata percentuale di margine lordo. Occorre: - raggruppare le merci per categorie omogenee in base alla percentuale di ricarico - rilevare i carichi e gli scarichi di magazzino a valori - modificare la valorizzazione a ricavo quando cambia il prezzo di vendita - determinare, a fine esercizio, il valore delle rimanenze a prezzo di vendita sottraendo dal valore complessivo di magazzino i ricavi effettivamente realizzati - calcolare il costo delle rimanenze sottraendo la percentuale di ricarico. METODO DEL VALORE COSTANTE: si applica alle materie prime, sussidiarie e di consumo qualora siano costantemente rinnovate e complessivamente di scarsa rilevanza rispetto all’attivo di bilancio. Tale metodo approssima il costo effettivo delle rimanenze quando non si hanno variazioni sensibili nell’entità, valore e composizione di tali rimanenze. LAVORI IN CORSO DI ORDINAZIONE Art. 2426 c.c.: i lavori in corso su ordinazione (o commessa) possono essere iscritti sulla base dei corrispettivi contrattuali maturati con ragionevole certezza. 36 OIC 23: le commesse sono contratti di durata ultrannuale, per la realizzazione di un bene o di una combinazione di beni o per la fornitura di beni/servizi non di serie che insieme formino un unico progetto. Sono eseguiti su ordinazione del committente secondo le specifiche tecniche da questi richieste. Contratti a corrispettivo predeterminato -> l’appaltatore si impegna a eseguire l’opera sulla base di un prezzo contrattuale predeterminato. Al fine di contenere i rischi dell’impegno assunto, il prezzo può essere oggetto di clausole di revisione prezzo. Contratti con corrispettivo basato sul costo consuntivo più il margine -> il corrispettivo è riconosciuto all’appaltatore è determinato di costi sostenuti, maggiorato di una percentuale a titolo di spese generali di altre spese non specificatamente rimborsabili, oltre che del profitto, ovvero di un importo fisso. La determinazione del margine è stabilita contrattualmente. Criteri di valutazione A. PERCENTUALE DI COMPLETAMENTO Riconoscimento del risultato della commessa negli esercizi in cui lavori sono eseguiti. Si applica il criterio della percentuale di completamento se sussistono i seguenti elementi: - esiste un contratto vincolante che definisca il diritto al corrispettivo - il diritto al corrispettivo matura con ragionevole certezza. - Non sono presenti incertezze che rendono dubbia la capacità dei contraenti di far fronte alle proprie obbligazioni - il risultato della commessa può essere attendibilmente determinato. Se tali condizioni non sono soddisfatte si applica il criterio della commessa completata. B. COMMESSA COMPLETATA Valutazione della commessa in base al costo sostenuto. Il corrispettivo può considerarsi maturato quando il contratto garantisce alla società che effettua i lavori, in caso di recesso del committente, il diritto al risarcimento dei costi sostenuti e di un congruo margine. Per le commesse a corrispettivo predeterminato, il risultato della commessa può essere stimato quando sono soddisfatte le seguenti condizioni: - ricavi di commessa possono essere determinati con attendibilità ed è certo che saranno incassati; - i costi necessari per completare i lavori e il loro stato di avanzamento possono essere determinati in modo attendibile ed identificati con chiarezza. Per i contratti con corrispettivo basato sul costo consultivo più il margine, il risultato della commessa può essere attendibilmente stimato solo se: - è ragionevolmente certo che i ricavi di commessa saranno incassati dall’appaltatore; - i costi di commessa possono essere identificati con chiarezza e determinati con attendibilità. C II – CREDITI CON SEPARATA INDICAZIONE PER OGNI VOCA DEGLI IMPORTI ESIGIBILI 1. verso clienti 2. verso imprese controllate 3. verso imprese collegate 4. verso imprese controllanti 5. verso imprese sopporto al controllo delle controllanti 5 bis. crediti tributari 5 ter. imposte anticipate 5 quater. verso altri Il decreto legislativo del 2015 ha portato a una rimunerazione, infatti, i numeri dal 5 al 5 quater sono in grassetto perché è stata cambiata la numerazione delle voci. Art 2426 c.c.: valutazione secondo il criterio del costo ammortizzato, che deve tener conto del tempo e del valore di presumibile realizzo. Vanno iscritti in bilancio al loro valore netto contabile = valore nominale - fondo svalutazioni crediti. 37 Ne fanno parte: - crediti a breve termine, ovvero, esigibili entro 12 mesi - crediti commerciali con dilazione di pagamento non usuale tale da far sottintendere una operazioni finanziaria; con specifico riferimento se si tratta di crediti esigibili entro o oltre i 12 mesi. - crediti finanziari non immobilizzati, con specificazione della esigibilità se entro o 12 mesi. Art. 2427 c.c.: nella nota integrativa bisogna specificare se i crediti commerciali e finanziari sono esigibili entro o oltre i 12 mesi. OIC 15 I crediti sono diritti ad esigere, ad una scadenza individuata o individuabile, di un ammontare fisso o determinabile di disponibilità liquide o di beni/servizi aventi un valore equivalente fa clienti o dal altri soggetti. Appartengono anche le cambiali attive. I crediti sono rilevati in bilancio secondo il criterio del costo ammortizzato, tenendo conto del fattore temporale. Questo criterio può non essere applicato se gli effetti sono irrilevanti. Il valore dei crediti è pari al valore attuale dei flussi finanziari futuri scontati al tasso di interesse effettivo. La rilevazione iniziale avviene al valore nominale e sono iscritti al netto del fondo svalutazione crediti e perdite di valore, come: difficoltà finanziarie del debitore, mancato pagamento, estinzione del credito, probabilità di fallimento e altre procedure di ristrutturazione… Si procede alla cancellazione del credito dal bilancio quando: - i diritti contrattuali sui flussi finanziari derivanti dal credito si estinguono; es: prescrizione, transazione… - la titolarità di tali diritti è trasferita e con essa sono trasferiti sostanzialmente tutti i rischi inerenti al credito (es. Cessione pro-soluto) ATTUALIZZAZIONE In sede di rilevazione iniziale per tener conto del fattore temporale, il tasso di interesse desumibile dalle condizioni contrattuali deve essere confrontato con i tassi di interesse di mercato. Qualora questi due tassi siano significativamente diversi, bisogna utilizzare il tasso di mercato per attualizzare i flussi finanziari futuri derivanti dal credito. I crediti commerciali con scadenza oltre 12 mesi, senza corresponsione di interessi o con interessi significativamente diversi dei tassi di interesse di mercato e i relativi ricavi si rilevano attualizzando i flussi finanziari futuri al tasso di interesse di mercato. Casi che comportano la cancellazione del credito dal bilancio: forfaiting, datio in solution, conferimento del credito, vendita del credito compresa la cessione pro-soluto… Casi che comporta il mantenimento del credito in bilancio: mandato all’incasso, ricevute bancarie; cambiari girate all’incasso, pegno di crediti, cessione a scopo di garanzia, sconto e cessioni pro-solvendo… Esempio – crediti commerciali con scadenza superiore a 12 mesi, valutati secondo il criterio del costo ammortizzato e soggetti di attualizzazioni 40 Stato Patrimoniale passivo VOCI Esercizio in corso parziale totale Esercizio precedente parziale totale A) PATRIMONIO NETTO I - Capitale II - Riserva di sovrapprezzo azioni III - Riserva di rivalutazione IV - Riserva legale V - Riserva statutarie VI - Altre riserve distintamente indicate VII – Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi VIII - Utile (perdite) portate a nuovo IX - Utile (perdita) dell'esercizio X – Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) B) FONDI PER RISCHI ED ONERI 1) Per trattamento di quiescenza ed obblighi simili 2) Per imposte, anche differite 3) Strumenti finanziari derivati passivi 4) altri TOTALE (B) C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO D) DEBITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo 1) Obbligazioni (totale) - di cui oltre 12 mesi 2) Obbligazioni convertibili - di cui oltre 12 mesi 3) Debiti verso soci per finanziamenti - di cui oltre 12 mesi 4) Debiti verso banche - di cui oltre 12 mesi 5) Debiti verso altri finanziatori - di cui oltre 12 mesi 6) Acconti - di cui oltre 12 mesi 7) Debiti verso fornitori - di cui oltre 12 mesi 8)Debiti rappresentati da titoli di credito - di cui oltre 12 mesi 9) Debiti verso imprese controllate - di cui oltre 12 mesi 10) Debiti verso imprese collegate - di cui oltre 12 mesi 11) Debiti verso imprese controllanti - di cui oltre 12 mesi 11 bis) Debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti - di cui oltre 12 mesi 12) Debiti tributari - di cui oltre 12 mesi 13) Debiti verso Istituti di previdenza e sicurezza sociale - di cui oltre 12 mesi 14) Altri debiti - di cui oltre 12 mesi TOTALE DEBITI (D) E) RATEI E RISCONTI TOTALE (A + B + C + D + E) 41 A - PATRIMONIO NETTO Il patrimonio netto è la differenza tra le attività e le passività di bilancio (OIC 28). A I - capitale Le norme civilistiche indicano che in bilancio si inserisce il capitale = importo nominale del capitale sociale sottoscritto, anche se non versato. Dato da una formula algebrica che moltiplica il valore nominale di ogni azione per il numero di azioni in circolazione. Sui documenti sociali occorre indicare se il capitale è interamente versato. A II – riserva da sovrapprezzo azioni Art. 2431: si iscrivono in questa riserva le eccedenze del valore di emissione delle azioni o delle quote rispetto al loro valore nominale o le differenze che emergono a seguito della conversione delle obbligazioni. Non può essere distribuita (riserva indisponibile) finché la riserva legale non è pari al 20% del valore di capitale. A III – riserva di rivalutazione Si iscrivono le rivalutazioni di attività previste dalle leggi speciali in materia. Gli obblighi degli amministratori sono -> - indicazione dei beni che hanno subito una rivalutazione monetaria e l’ammontare della rivalutazione per singolo bene - per quali beni e in quale misura è stata effettuata la rivalutazione economica A IV – riserva legale Art. 2430: le società devono accantonare ogni anno il 5% degli utili per S.p.a. e s.r.l. con capitale sociale pari o superiore ad euro 10.000; il 20% per le s.r.l. con capitale inferiore a 10.000 euro. Questo obbligo sussiste fino a quando non si raggiunge il 20% capitale sociale. Per le s.r.l. con capitale inferiore a 10.000 euro fino a che la riserva non raggiunga unitamente al capitale euro 10.000. Se la riserva viene ridotta deve essere reintegrata. A V – riserve statutarie Riserve che esistono se previste espressamente dallo statuto della società. A VI – altre riserve Si inseriscono tutte quelle riserve che non trovano allocazione nelle classi precedenti; è una classe residuale. Es: riserve che si possono creare in funzione delle applicazioni delle deroghe art. 2423 c.c.; riserva azioni o quote della società controllante; riserva per utili su cambi non realizzati; riserva da rivalutazione delle partecipazioni. A VII – riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi Accoglie le variazioni di fair value degli strumenti finanziari derivati generatesi nell’ambito di coperture di flussi finanziari attesi. Le riserve di patrimonio che derivano dalla valutazione al fair value di derivati utilizzati a copertura dei flussi finanziari attesi di un altro strumento finanziario o di un'operazione programmata non sono considerate nel computo del patrimonio netto e, se positive, non sono disponibili e non sono utilizzabili a copertura delle perdite. A VIII – utili (perdite) portati a nuovo Art. 2424: utili/perdite non distribuiti o non accantonati ad altre riserve e non ripienate. Accoglie inoltre le rettifiche derivanti dalle correzioni di errori commessi in esercizi precedenti e le rettifiche derivanti da cambiamenti di principi contabili -> OIC 29. A IX – utili (perdite) d’esercizio Si iscrive il risultato dell’esercizio che scaturisce dal conto economico. Se durante l’esercizio è stata ripianata la perdita d’esercizio, si può aggiungere la voce “perdita ripianata d’esercizio”. 42 A X – riserva negativa per azioni proprie in portafoglio Accoglie in diminuzione del patrimonio netto il costo d’acquisto delle azioni proprie. Art. 2357: acquisto azioni proprie -> si possono acquistare nel limite degli utili e riserve disponibili, possono essere acquistate solo azioni interamente liberate tramite l’autorizzazione assemblea soci, che fissa il numero massimo di azioni da acquistare e il corrispettivo minimo-massimo. Si stabilisce anche un valore nominale non superiore 1/5 del capitale sociale se la società fa ricorso al mercato del capitale di rischio. Casi speciali d’acquisto a cui non si applicano queste norme -> in esecuzione di una delibera di riduzione di capitale tramite riscatto o annullamento, se a titolo gratuito, per effetto successione universale o fusione ed esecuzioni forzata per un credito della società verso il socio • in caso di violazione si deve provvedere alla loro alienazione entro 1 anno, altrimenti sia amministratori sia sindaci possono richiedere al tribunale la riduzione del capitale sociale. Art. 2428: relazione sulla gestione -> impone le informazioni da inserire nella relazione sulla gestione relativa all’acquisto di azioni proprie; come: numero e valore nominale delle azioni proprie con indicazione del capitale, delle azioni di società controllanti, delle azioni proprie acquistate o alienate nell’esercizio e i motivi dell’acquisto o dell’alienazione. Art 2357 ter: disciplina delle azioni proprie - gli amministratori non possono disporre delle azioni proprie, salvo autorizzazione dell’assemblea - utili e diritto di opzioni sono attribuiti in proporzione alle altre azioni e il diritto di voto è sospeso - sono computati per il calcolo delle maggioranze nelle delibera assembleari - acquisto azioni proprie comporta riduzione del patrimonio netto di uguale importo tramite iscrizione nel passivo del bilancio di una specifica voce, con segno negativo Art. 2357 quater: divieto di sottoscrizione azioni proprie. Se avviene ne rispondono in nome proprio i soci fondatori e gli amministratori in caso di aumento del capitale Art. 2358: altre operazioni -> la società non può accordare prestiti e fornire garanzie per l’acquisto di azioni proprie e non può accettare azioni proprie in garanzia. Eccezione per acquisti di azioni da parte di dipendenti nei limiti degli utili e riserve disponibili in bilancio. Acquisto, annullamento e alienazione azioni proprie Le azioni proprie sono iscritte in bilancio al costo di acquisto a diretta riduzione del patrimonio netto tramite l’iscrizione di una riserva negativa. La formazione delle riserve è contestuale all’acquisto delle azioni. In caso di annullamento o di alienazione delle azioni proprie, si storna la riserva negativa e contestualmente si riduce il capitale sociale per il valore nominale delle azioni annullate. L’eventuale differenza tra il valore contabile della riserva e il valore nominale è imputata a incremento o decremento del patrimonio netto. Esempio 1) acquisto e annullamento azioni proprie con valore nominale 200 euro e prezzo 200 2) valore nominale pari a 100 e prezzo di acquisto di 200 45 correlazione tra le caratteristiche dello strumento o dell’operazione coperti e quelle dello strumento di copertura. Gli strumenti derivati di non copertura -> non sono distribuibili gli utili che derivano dalla valutazione al fair value degli strumenti finanziari derivati non utilizzati o non necessari per la copertura; in questo caso gli utili verranno inseriti nella voce utili riserva non distribuibili. B 4 – Altri fondi Fondi che non trovano specifica applicazione nelle voci precedenti. Es: fondo manutenzione/riparazione ciclica aerei o navi, fondo spese per ripristino beni gratuitamente devolvibili, fondo assicurazione, fondi manutenzione per riparazioni straordinarie… Art. 2427 Nota integrativa: consistenza dei fondi, utilizzazioni e accantonamenti nell’esercizio. OIC 31 Per potenzialità si intende una situazione, una condizione o una fattispecie esistente alla data di bilancio, caratterizzata da uno stato di incertezza che al verificarsi o meno di uno o più eventi futuri potranno concretizzarsi in una perdita (passività potenziale) o in un utile (attività potenziale). In relazione al grado di realizzazione o di accadimento si classificano in -> - probabile: l’accadimento è ritenuto più verosimile piuttosto che il contrario; - possibile: ridotta probabilità di sopravvenienza; - remote: scarsissime possibilità di verificarsi I fondi rischi rappresentano passività di natura determinata ed esistenza probabile, i cui valori sono stimati. Si tratta di passività potenziali connessi a situazioni già esistenti alla data di bilancio, caratterizzate da incertezza il cui esito dipende dal verificarsi o meno di uno o più eventi in futuro I fondi per oneri rappresentano passività di natura determinata ed esistenza certa, stimate nell’importo o nella data di sopravvenienza, connesse a obbligazioni già assunte alla data di bilancio che avranno la manifestazione numeraria negli esercizi successivi. I fondi per quiescenza e obblighi simili sono fondi a copertura di oneri di natura determinata ed esistenza certa, il cui importo da riconoscere alla cessazione del rapporto è in funzione della durata del rapporto stesso e delle altre condizioni previste dalle contrattazioni sottostanti. Si tratta di accantonamenti per trattamenti previdenziali integrativi. Un fondo rischi e oneri non può iscriversi per: - rettificare valori dell’attivo - coprire rischi generici - situazioni non in essere alla data di bilancio - rilevare passività potenziali ritenute probabili ma il cui ammontare non può essere stimato attendibilmente, neanche in un importo minimo o di un intervallo di valori - rilevate passività potenziali possibili (informativa in Nota integrativa) o remote La valutazione della congruità dei fondi rientra nelle normali operazioni di fine esercizio. Le metodologie di stima di un accantonamento al fondo sono applicate nel rispetto dei postulati di bilancio e in particolare dei requisiti della imparzialità, oggettività e verificabilità. Le attività e gli utili potenziali, anche se probabili, non sono rilevati in bilancio per il rispetto del principio della prudenza. Art. 2427: nella Nota integrativa bisogna indicare la consistenza dei fondi e utilizzazioni ed accantonamenti nell’esercizio. C TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO DI LAVORO SUBORDINATO Art. 2120: alla fine di ogni anno le società sono obbligate a calcolare la quota TFR di ogni dipendente dato dal totale retribuzione annua diviso per 13,5 e si rivaluta la quota degli anni precedenti (1,5% + 75% Istat). La 46 società li tiene accantonati fino a quando il dipendente si licenzia o va in pensione. Dopo 8 anni è possibile un anticipo non superiore al 70% per spese sanitarie riconosciute e per l’acquisto prima casa. Art. 2427 – Nota integrativa: consistenza del fondo, utilizzazioni e accantonamenti. OIC 31: si ha la possibilità di scelta del dipendente di far trattene il proprio TFR nella società oppure di farlo gestire a fondi pensionistici esterni, D DEBITI con separata indicazione importi esigibili oltre l’esercizio successivo Art. 2426: valutazione al costo ammortizzato, tendendo conto del fattore temporale. Esempio D 1 – Obbligazioni Non tutte le società possono emettere obbligazioni. Art. 2412: le Spa possono emettere prestiti obbligazionari per un importo pari al doppio del capitale sociale, riserva legale e riserve disponibili; salvo: garanzia ipotecaria su immobili per 2/3 valore, garanzia su titoli di stato o autorizzazione governativa. Limite superabile anche se le obbligazioni eccedenti sono sottoscritte da investitori professionali soggetti a vigilanza. Art. 2483: l’emissione titoli di debito per s.r.l. è possibile se l’atto costitutivo disciplina: le competenze di soci e degli amministratori, limiti di emissione e modalità e le maggioranze necessarie. I titoli di debito (obbligazioni) sono sottoscritti solo da investitori professionali soggetti a vigilanza. D 2 – Obbligazioni convertibili Alcune obbligazioni possono essere convertite in azioni; le modalità devono essere disciplinate perché si tratta di un passaggio importante perché l’obbligazionista si trasforma in azionista della società. Art. 2420 bis: - l’assemblea delibera il rapporto di cambio e le modalità di conversione - il capitale sociale deve essere interamente versato e si ha un contemporaneo aumento di capitale sociale pari al valore nominale delle azioni da convertire - emissione pari o superiore al valore nominale, ma mai inferiore. 47 Art. 2420 ter: delega agli amministratori, per atto costitutivo, ad emettere obbligazioni anche convertibili entro 5 anni per un importo massimo. Art. 2427: nella Nota integrativa bisogna indicare il numero dei titoli emessi, i diritti attribuiti dai titoli e le modalità di conversione. D 3 – Debiti verso soci per finanziamenti Art. 2467 il finanziamento dei soci è possibile solo per S.r.l., dove il rimborso dei soci è postergato agli altri creditori; se è stato rimborsato nell’anno precedente al fallimento deve essere restituito. Sono quelli concessi in qualunque forma quando risulta un eccessivo squilibrio dell’indebitamento rispetto al patrimonio netto oppure quando la situazione finanziaria richiederebbe un conferimento. Art. 2427: nella Nota integrativa si indica la ripartizione del finanziamento soci per scadenza, con separata indicazione di quelli con clausola di postergazione rispetto agli altri creditori. OIC 19 I debiti sono passività di natura determinata ed esistenza certa, che rappresentano obbligazioni a pagare ammontari determinati ad una data stabilita. Rilevazione iniziale: - I debiti commerciali per l’acquisto di beni sono iscritti quando il processo produttivo è completato e si è verificato il passaggio sostanziale del titolo di proprietà. Nel caso di servizi, quando la prestazione è stata effettuata. - I debiti finanziari o gli altri debiti sono rilevati quando esiste l’obbligazione verso la controparte Valutazioni e rilevazioni successive: criterio del costo ammortizzato tenendo conto del fattore temporale. Eliminazione contabile: quando l’obbligazione contrattuale e/o legale risulta estinta per adempimento o altra causa o trasferita. La data dalla quale si rilevano gli effetti dell’eliminazione contabile coincide con il momento a partire dal quale l’accordo diviene efficacie tra le parti. E RATEI E RISCONTI PASSIVI Art. 2424 bis sono: - costi di competenza esercizio ma esigibili in esercizi successivi; - proventi percepiti nell’esercizio ma di competenza esercizio successivo; - quote di costi e ricavi comuni a due o più esercizi. Art. 2427: nella Nota integrativa si ha un’indicazione dettagliata degli importi se apprezzabili. Operazioni in valuta Operazioni di acquisto o di vendita con monete diverse dall’euro. Art. 2425: i ricavi/proventi e i costi/oneri delle operazioni in valuta devono essere determinati al cambio corrente alla data nella quale l’operazione è compiuta. Art. 2426: le attività e le passività in valuta sono iscritte al tasso di cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio - i relativi utili/perdite sui cambi sono imputati a conto economico nella voce C17 bis. - l’eventuale utile netto deve essere accantonato in una riserva non distribuibile fino al realizzo, le attività e le passività in valuta non monetaria devono essere iscritte al cambio vigente al momento del loro acquisto. Art. 2427: nella Nota integrativa bisogna evidenziare la ripartizione per area geografica dei crediti e debiti; evidenziare eventuali effetti significativi della variazioni sui cambi dopo la chiusura d’esercizio. Operazioni finanziarie Sostanza economica: raccolta e investimento di liquidità è un’obbligazione del cessionario/acquirente a pronti a vendere a termine. Le attività compravendute rimangono iscritte in bilancio del cedente/venditore a pronti. Forma giuridica: transazioni in titoli/attività: vendita titoli e attività a pronti con patto di retrovendita a termine. 50 c) di titoli iscritti nell'attivo circolante che non costituiscono partecipazioni d) di strumenti finanziari derivati TOTALE (18 - 19) RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE (A - B + - C + - D) 20) Imposte sul reddito dell'esercizio, correnti, differite e anticipate 21) Utile (perdite) dell'esercizio Struttura scalare con uno schema rigido perché disciplinato dal legislatore. A differenza dello SP qui mancano le classi. Bisogna evidenziare e confrontare i risultati dell’anno corrente con quelli dell’anno precedente. Il grassetto indica una modifica a seguito del recepimento della normativa del 2015 della riforma contabili. La voce 21 è il risultato d’esercizio. IAS 1 Un’informativa completa di bilancio comprende: - prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria - prospetto di conto economico complessivo - prospetto delle variazioni di patrimonio netto - rendiconto finanziario - note, principi contabili e altre informazioni integrative - un prospetto della situazione patrimoniale-finanziaria all’inizio del primo esercizio comparativo quando un’entità applica un principio contabile retroattivamente o ridetermina retroattivamente le voci nel proprio bilancio, o quando riclassifica le voci nel proprio bilancio Nuovo contenuto minimo del prospetto di conto economico complessivo a) ricavi; (b) oneri finanziari; (c) quota dell’utile o perdita di collegate e joint venture contabilizzata con il metodo del patrimonio netto; (d) oneri tributari; (e) un unico importo comprendente il totale: - (i) della plusvalenza o minusvalenza, al netto degli oneri fiscali, delle attività operative cessate, e - (ii) della plusvalenza o minusvalenza, al netto degli effetti fiscali, rilevata a seguito della valutazione al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita, o della dismissione delle attività o del(i) gruppo(i) in dismissione che costituiscono l’attività operativa cessata; (f) utile (perdita) d’esercizio; (g) ciascuna voce del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo classificato per natura [esclusi i valori esposti in (h)]; (h) quota delle voci del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo di collegate e joint venture contabilizzata con il metodo del patrimonio netto; e (i) totale conto economico complessivo. Prospetto di conto economico complessivo Per le voci di costo e di ricavo si può utilizzare: un unico prospetto di CE complessivo oppure due prospetti. Ricavi – costi = utile o perdita d’esercizio. Utile o perdita +/- altre componenti di CE complessivo = totale conto economico complessivo. Altre componenti di CE complessivo: voci di ricavo e costo non incluse nell’utile (perdita) dell’esercizio -> - Variazioni della riserva di rivalutazione - Utili (perdite) attuariali da valutazioni secondo IAS 19 - Utili (perdite) conversione valuta bilanci esteri - Utili (perdite) valutazione titoli AFS - Rettifiche da riclassificazioni 51 Le imprese che classificano i costi per destinazione devono riportare ulteriori informazioni sulla natura dei costi, comprese le svalutazioni, gli ammortamenti e i costi del personale. Conto economico A. Valore della produzione: ricavi di natura ordinaria; contabilizzati e realizzati nella gestione caratteristica B. Costi della produzione: costi ordinari della gestione caratteristica Differenza tra valore e costi della produzione (A-B): primo risultato parziale che evidenzia la gestione caratteristica C. Proventi ed oneri finanziari: gestione finanziaria D. Rettifiche di valore di attività e passività finanziarie: accoglie altri ricavi/oneri di natura finanziaria A – B +/- C +/- D = risultato prima delle imposte (= reddito imponibile su cui poi si calcolano le imposte) 20) Imposte sul reddito 21) Utile o perdita d’esercizio. Nella struttura del conto economico per natura, prevista dalla Direttiva 2013/34/UE non è più prevista la componente straordinaria (macro-classe E). A VALORE DELLA PRODUZIONE A 1 Ricavi delle vendite e delle prestazioni Si contabilizzano tutti i ricavi di natura ordinaria e, secondo le norme civilistiche comprendono corrispettivi per cessione di beni, altri beni mobili, servizi, materie prime, materie sussidiarie e semilavorati. I ricavi di vendita vanno iscritti in bilancio al netto di: resi di clienti, sconti su quantità venute, abbuoni (arrotondamenti), premi su volume d’affari e imposte connesse alla vendita (IVA). A 2 Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, di semilavorati e di prodotti finiti. In questa voce ci sono beni che hanno già subito qualche processo di lavorazione e trasformazione e in base al diverso grado di lavorazione si classificano in queste diverse categorie. A 3 Lavori in corso su ordinazione Vengono contabilizzati i lavori che le società realizzano in seguito a contratti di appalto; ci sono due criteri di valutazione: commessa completata oppure il criterio di percentuale di avanzamento di lavori; quindi si può iscrivere in bilancio alla voce A3 di CE il ricavo che si genera a seguito del lavoro oppure step buy step se si tratta di una lavorazione più lunga e complessa. A 4 Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni Art. 2426: le immobilizzazioni in corso comprendono costi di fabbricazione fino al momento di utilizzo e costi di finanziamento relativo all’opera (costi che sosteniamo per i lavori interni, in economia). Si iscrivono nei ricavi perché si trattano di rettifiche di costi. Schematizzazione del CE secondo lo IAS 1. I costi possono essere classificati per 1.NATURA: in base all’origine dei fattori produttivi (come quello previsto dal nostro legislatore). I costi = ricavi e altri ricavi meno variazioni delle rimanenze, materie prime, costi del personale, ammortamenti e altri costi. 2.DESTINAZIONE: in base alle funzioni. Ricavi meno costo del venduto = utile lordo; a questo aggiungo altri ricavi e tolgo costi di vendita, costi amministrativi e altri costi = utile. Classificazione per destinazione comprende 3 funzioni: costi industriali, costi commerciali (di vendita) e amministrativi. Schema più sintetico rispetto a quello previsto nel c.c. 52 A 5 Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto d’esercizio Voce residuale, quelle che maggiormente vengono contabilizzate sono: provvigioni e royalties, recupero spese, contributi c/esercizio, altri proventi e plusvalenze. I contributi in c/esercizio sono contribuiti che le società percepiscono dallo Stato o da altri enti, sotto forma di agevolamenti, a supporto della loro attività; in funzione di specifiche normative. OIC 12 – A5 La voce comprende tutti i componenti positivi di reddito non finanziari, riguardanti l’attività accessoria. Esempi: Proventi derivanti dalle attività accessorie, al netto delle relative rettifiche: fitti di terreni, fabbricati, impianti e macchinari; canoni attivi e royalties da brevetti, marchi e diritti d’autore; ricavi derivanti dalla gestione di azienda agricole. Plusvalenza di natura non finanziaria: alienazione dei cespiti, espropri o nazionalizzazione dei beni; operazioni di riconversione produttiva, ristrutturazione; acquisizione delle immobilizzazioni materiali a titolo gratuito… Ripristini di valore: a seguito di svalutazioni per applicazione del metodo del costo delle immobilizzazioni immateriali e materiali o di crediti iscritti nell’attivo circolante o delle disponibilità liquide. Si cancella la svalutazione precedente e quindi si va a creare un ricavo. Sopravvenienze e insussistenze attive: fondi rischi e oneri eccedenti inclusa l’eccedenza del fondo imposte originato a seguito di accertamenti/contenziosi relativi alle imposte indirette (IVA). Ricavi e proventi diversi di natura non finanziaria: rimborsi spese, penalità addebitate ai clienti, proventi da contratti di compravendita con obbligo di retrocessione… Contributi in conto esercizio: contributi con natura di integrazione di ricavi dell’attività caratteristica o accessoria diversi da quella finanziaria o di riduzione dei relativi costi e oneri, devono essere contabilizzati nell’esercizio in cui sorge con certezza il diritto a riceverli, contributi erogati in occasione di fatti eccezionali, come calamità naturali o terremoti… B COSTI DELLA PRODUZIONE Il margine A – B è una grandezza importante perché è il risultato della gestione ordinaria/caratteristica e perché prende il nome di reddito operativo = grandezza usata per determinare e fare le analisi di bilancio. B 6 – Costi della produzione di materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci Art. 2425: questi costi vanno iscritti al netto di rettifiche (resi a fornitori, sconti, abbuoni, premi e imposte connesse all’acquisto es. IVA). Sono elementi che vanno ad avviare il processo produttivo. La struttura tecnico contabile indica che in questa voce vanno iscritti -> acquisti materie prime, sussidiarie, di consumo, manutenzione, semilavorati, prodotti finiti, cancelleria per magazzino, acquisti diretti; spese accessorie acquisti e variazioni per abbuoni e premi. OIC 12 Sono imputati a questa voce (sia nella voce B6 sia nella B7/8) non solo i costi di importo certo, risultanti da fatture ricevute dai fornitori, ma anche quelli di importo stimato non ancora documentato, per i quali sono stati effettuati apposti accertamenti contabili. I costi indicati alla voce B6 sono comprensivi dei costi accessori di acquisto se inclusi dal fornitore nel prezzo di acquisto delle materie e merci; in caso contrario sono iscritti alla voce B7. Si rilevano in B6 anche i costi per acquisti di beni destinati a mense, asili o circoli ricreativi per il personale; ad es. vestiario, generi elementari, farmaci, omaggi e regalie. B 7 – Costi per servizi Art. 2425: vanno indicati al netto di resi a fornitori, sconti, abbuoni, premi e imposte connesse all’acquisto. Acquisto servizi per -> utenze, lavorazioni di terzi, consulenze e prestazioni professionali e prestazioni varie, manutenzione di terzi, servizi telefonici o postelegrafonica, assicurazioni, servizi vari, costi commercializzazione e costi distribuzione. Indicazione compensi amministratori e sindaci 55 Si tratta di una voce residuale che riguardano i fondi oneri, visto che i fondi rischi sono iscritti in B12. B 14 - Oneri diversi di gestione Costi societari, perdite su crediti, spese varie, IMU, tasse -> componenti di costo diversi in cui è necessario indicare ogni informazione nella Nota integrativa. OIC 12 questa voce compente tutti i costi non iscrivibili per natura nelle altre voci della classe B -> Minusvalenze di natura non finanziaria: alienazione dei cespiti, espropri o nazionalizzazione di beni, operazioni sociali straordinarie, operazioni di riconversione produttiva, ristrutturazione o ridimensionamento. Imposte indirette, tasse e contributi che non costituiscono oneri accessori all’acquisto di beni e servizi: imposta di registro; imposta ipotecaria e catastale; tassa concessioni governativa; imposta di bollo e comunale sulla pubblicità; altri tributi locali; imposte di fabbricazione non comprese nel costo delle materie, semilavorati e merci; imposte indirette relative ad esercizi precedenti;… Costi ed oneri diversi di natura non finanziaria: contributi ad associazioni sindacali e di categoria; omaggi ed articoli promozionali; oneri di utilità sociale non iscrivibili in B9; liberalità; acquisto e abbonamenti a giornali, riviste e pubblicazioni varie; costi per deposito e pubblicazione di bilanci, verbali assembleari e altri adempimenti societari; costi per mensa gestita internamente al netto dei costi per il personale; … Alla voce B14 sono iscritte le perdite realizzate su crediti e quindi non derivanti da valutazioni; come ad es: le perdite conseguenti a riconoscimento giudiziale di un minore importo rispetto a quello iscritto, per la parte che eccede l’importo del credito già svalutato; la differenza tra il corrispettivo e il valore contabile del credito al momento della cessione; le riduzioni di crediti iscritti in bilancio a seguito di transazioni; … C PROVENTI E ONERI FINANZIARI Totale è dato da: 15 + 16 – 17 +/- 17 bis C 15 – Proventi da partecipazione Art. 2425: suddivisione tra proventi percepiti da società collegate, controllate, controllanti, sottoposte al controllo delle controllanti e altre società. Art. 2427 si indica nella Nota integrativa: natura dei proventi, ovvero, da che società derivano e indicazione della contabilizzazione se per competenza (delibera) o per cassa (erogazione). OIC 12 Devono essere rilevati per competenza i proventi derivanti da partecipazioni in società, joint venture e consorzi, iscritte sia nelle immobilizzazioni finanziarie che nell’attivo circolante. Devono essere indicati i seguenti proventi: - dividendi su partecipazioni al lordo di eventuali ritenute (i dividendi sono rilevati nell’esercizio in cui ne è stata deliberata la distribuzione); - plusvalenze da alienazione di partecipazioni iscritte nell’attivo immobilizzato il circolante; - ricavi di vendita di wearrants e diritti di opzione su titoli partecipativi - utili distribuiti da joint venture e consorzi - eventuali utili in natura distribuiti da imprese partecipate, anche in sede di liquidazione - plusvalenze derivanti dalla cessione di azioni della società controllante. C 16 – Altri proventi finanziari Proventi su crediti immobilizzati, da altri titoli immobilizzati, da titoli non immobilizzati e finanziari diversi. Art. 2425: suddivisione tra - interessi provenienti da crediti immobilizzati con separata indicazione da imprese controllate, collegate e controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime - interessi attivi da titoli iscritti nell’attivo circolante (titoli a breve periodo) - altri proventi diversi dai precedenti con separata indicazione da imprese controllate, collegate e controllanti e da imprese sottoposte al controllo di queste ultime 56 OIC 12 C16A) da crediti iscritti nelle immobilizzazioni -> interessi attivi e altri proventi maturati nell’esercizio su crediti iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie e maggiori importi incassati sui crediti acquistati e iscritti nelle immobilizzazioni finanziarie. C16B) da titoli iscritti nelle immobilizzazioni che non costituiscono partecipazioni -> interessi attivi di competenza economica dell’esercizio maturati su titoli immobilizzati; premi percepiti per sorteggio obbligazioni; utili che derivano dalla negoziazione di titoli prima della naturale scadenza; plusvalenze da alienazione di titoli a reddito fisso iscritti nell’attivo immobilizzato. C16C) da titoli iscritti nell’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni -> interessi attivi che maturano su titoli non immobilizzati; utili che derivano dalla negoziazione di titoli non immobilizzati; plusvalenze da alienazione di titoli a reddito fisso iscritti nell’attivo circolante C16D) proventi diversi di precedenti -> utili da associazioni in partecipazione; interessi attivi su conti e depositi bancari; interessi di mora e interessi per dilazioni di pagamento; interessi maturati su crediti iscritti nell’attivo circolante; sconti finanziari attivi che non hanno concorso al computo del costo ammortizzato; proventi relativi ad operazioni di pronti contro termine; provento derivante dalla differenza tra valore nominale delle obbligazioni proprie acquistate e costi di acquisto;… C 17 – Interessi ed altri oneri finanziari Sono componenti negativi di reddito; a questa categoria appartengono gli interessi e gli oneri passivi. Art. 2425: suddivisione tra interessi e oneri da società controllate, collegate e controllanti dagli altri interessi e oneri. Art. 2427 nella nota integrativa bisogna indicare l’ammontare oneri finanziari imputati a voci attive di stato patrimoniale; suddividere interessi e altri oneri finanziari distintamente per prestito obbligazionari, debiti verso banche e altri. OIC 12 La voce comprende tutti gli oneri finanziari qualunque sia la loro fonte -> interessi passivi su dilazioni ottenute da fornitore ed interessi di mora; sconti finanziari passivi che non hanno concorso al computo del costo ammortizzato perché non prevedibile al momento della rilevazione iniziale del credito; minusvalenze da alienazione di titoli e partecipazioni iscritti nell’attivo immobilizzato e circolante; oneri relativi ad operazioni di pronti contro termine; interessi passivi su debiti maturati nell’esercizio secondo il criterio del tasso effettivo di interesse; l’eventuale differenza tra il valore rideterminato del debito/credito alla data di revisione della stima dei flussi futuri e il suo precedente valore contabile alla stessa data; … C 17 bis – Utili e perdite su cambi Si originano con le operazioni in valuta. Art. 2426 criteri di valutazione: le attività e passività monetarie in valuta sono iscritte al cambio a pronti alla data di chiusura dell’esercizio; i conseguenti utili o perdite su cambi devono essere imputati al conto economico e l’eventuale utile netto è accantonato in apposita riserva non distribuibile fino al realizzo. Le attività e passività in valuta non monetarie devono essere iscritte al cambio vigente al momento del loro acquisto. Es. acquisto o vendo a novembre con un fornitore estero -> per la rilevazione bisogna fare la conversione in euro a pronti (giorno della operazione); a fine anno l’operazione può essere ancora aperta e quindi si concluderà l’anno successivo, ma al 31/12 bisogna applicare il postulato della competenza economica ovvero bisogna sapere se è variato il tasso di cambio per capire se c’è stato un apprezzamento o deprezzamento; questa variazione porta a un utile o perdita non veritiero, ovvero, virtuale perché non distribuibile (accantonato in una riserva non distribuibile); nella rilevazione finale si studia nuovamente il tasso di cambio per scrivere l’eventuale utile/perdita “reale”. Art. 2427 – Nota integrativa: evidenziare la ripartizione per area geografica (rischio paese) dei crediti e debiti ed evidenziare eventuali effetti significativi delle variazioni sui cambi dopo la chiusura dell’esercizio. 57 D RETTIFICHE DI VALORE DI ATTIVITA’ E PASSIVITA’ FINANZIARIE D 18 – Rivalutazioni (componente positiva) D 19 – Svalutazioni (componente negativa) Entrambi di partecipazioni, di immobilizzazioni finanziarie, di titoli immobilizzati e non e di strumenti finanziari derivati. Art. 2426 criteri di valutazione: uguale criterio delle voci attivo immobilizzato e circolante Art. 2425: rivalutazioni e svalutazioni vanno distinte per 4 sotto-voci-> A) di partecipazioni B) di immobilizzazioni finanziarie che non costituiscono partecipazioni C) di titoli iscritti all’attivo circolante che non costituiscono partecipazioni D) di strumenti finanziari derivati OIC 12 Nelle voci D18 e D19 si comprendono: svalutazioni delle partecipazioni e dei titoli a reddito fisso iscritte nell’attivo immobilizzato per perdite durevoli di valore e successivi ripristini di valore entro il limite di quanto precedentemente svalutato; svalutazione dei titoli iscritti nell’attivo circolante per il presumibile minor valore di realizzo sul mercato e successivi ripristini di valore entro il limite di quanto precedentemente svalutato; le differenze positive o negative di valore delle partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto;… RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE Art. 2425 indica che bisogna evidenziare la differenza tra: + A) valore della produzione - B) costi della produzione +/- C) proventi e oneri finanziari +/- D) rettifiche di valore di attività e passività finanziarie 20. IMPOSTE SUL REDDITO D’ESERCIZIO Imposte sul reddito (IRES, IRAP) distinte in correnti, differite e anticipate. OIC 12 la voce accoglie le imposte dirette; nella voce 20 le imposte sul reddito d’esercizio sono suddivise in: - imposte correnti -> le imposte dovute sul reddito imponibile dell’esercizio; la voce comprende anche le eventuali sanzioni pecuniarie egli interessi maturati attinenti ad aventi dell’esercizio (es. ritardato versamento degli acconti ed altre irregolarità). - imposte relative a esercizi precedenti -> le imposte relative ad esercizi precedenti che possono derivare, ad es., da iscrizioni a ruolo, avvisi di liquidazione, avvisi di pagamento, avvisi di accertamento e di rettifica ed altre situazioni di contenzioso con l’amministrazione finanziaria. La voce comprende la differenza positiva o negativa tra l’ammontare dovuto a seguito della definizione di un contenzioso o di un accertamento rispetto al valore del fondo accantonato in esercizi precedenti. 21. UTILE (PERDITA) D’ESERCIZIO Art. 2425 c.c. evidenzia la differenza tra il risultato prima delle imposte e la voce 20 -> risultato d’esercizio. 60 Incremento (decremento) delle disponibilità liquide (A +/- B +/- C) Effetto cambi sulle disponibilità liquide Disponibilità liquide all’inizio dell’esercizio di cui: depositi bancari e postali assegni denaro e valori in cassa Disponibilità liquide alla fine dell’esercizio Di cui: depositi bancari e postali assegni denaro e valori in cassa La differenza sostanziale tra i due prospetti è la macro-classe A delle attività operative, invece, per quanto riguarda le attività di investimento e di finanziamento non varia nulla. È un prospetto a sezione contrapposte in cui si indicano le voci dell’anno in corso e di quello precedente. Il rendiconto finanziario è un prospetto contabile che presenta le variazioni, positive o negative, delle disponibilità liquide avvenute in un determinato esercizio. Nel rendiconti i flussi sono presentanti in 3 categorie: - attività operativa - attività di investimento - attività di finanziamento La somma algebrica dei flussi finanziari di ciascuna categoria rappresenta l’incremento o il decremento delle disponibilità liquide avvenuto nel corso dell’esercizio. I singoli flussi finanziari possono essere ulteriormente suddivisi per fornire una migliore descrizione delle attività svolte dalla società o raggruppati quando è irrilevante per la rappresentazione veritiera e corretta. È necessario esporre i flussi finanziari dell’esercizio precedente e, se non sono comparabili, occorre adattarli; in caso di non compatibilità, adattamento o impossibilità di questa opportuna segnalazione e commento in calce al rendiconto. Flussi finanziari delle attività operativa Comprendono i flussi che derivano dall’acquisizione, produzione e distribuzione di beni e della fornitura di servizi anche se riferibili a gestioni accessori, e gli altri flussi non ricompresi nell’attività di investimento e di finanziamento. Es: incassi dalla vendita di prodotti e prestazioni di servizi; incassi da royalty, commissioni, compensi, rimborsi assicurativi e altri ricavi; pagamenti per l’acquisto della materia prima, semilavorati, merci e altri fattori produttivi; pagamenti per l’acquisizione di servizi;… Tali operazioni sono riflesse nel conto economico e rappresentano le fonti di finanziamento dell’impresa (autofinanziamento) generando la liquidità necessaria per finanziare la gestione futura. Il flusso determinato con il metodo indiretto prevede la rettifica dell’utile/perdita dell’esercizio o dell’utile/perdita prima delle imposte tenendo conto di: - elementi di natura non monetaria -> svalutazioni, accantonamenti, utili non distribuiti relativi a partecipazioni in società collegate valutate con il metodo del patrimonio netto - variazioni del capitale circolante netto -> variazioni di rimanenze, crediti, debiti, ratei e risconti; sono ad es: • L’incremento (decremento) dei debiti verso fornitori è sommato (o sottratto) all’utile/perdita dell’esercizio in quanto rappresenta una parte dei costi della produzione non ancora pagata (o una parte di costi della produzione pagata in più rispetto ai costi di competenza) • L’incremento (decremento) delle rimanenze è sottratto (sommato) all’utile/perdita dell’esercizio poiché nel calcolo dell’utile sono considerati i costi della produzione, che comprendono oltre agli acquisti anche le variazioni delle rimanenze, mentre per le variazioni di disponibilità liquida hanno rilievo solo gli acquisti 61 • L’aumento dei ratei passivi è aggiunto all’utile/perdita dell’esercizio in quanto tale aumento rappresenta il maggior ammontare delle spese non ancora pagate tramite liquidità rispetto alle spese addebitate a CE Le rettifiche trasformano i componenti positivi e negativi di reddito in incassi e pagamenti. È possibile determinare il flusso finanziario con il metodo diretto, rappresentando i flussi finanziari positivi e negativi derivanti dalla gestione operativa. Flussi finanziari dell’attività di investimento Riguardano i flussi che derivano dall’acquisto e vendita di immobilizzazioni materiali, immateriali e finanziarie e attività finanziarie compresi nell’attivo circolante. Esempi: acquisti e vendite di fabbricati, impianti, attrezzature e altre immobilizzazioni materiali; acquisti e vendite di brevetti, marchi, concessioni ed altre immobilizzazioni immateriali; … I flussi finanziari derivati dall’acquisto di immobilizzazioni sono rappresentati per l’uscita effettivamente sostenuta nell’esercizio, pari al prezzo di acquisto rettificato della variazione dei debiti verso fornitori per immobilizzazioni. I flussi finanziari derivanti dalla vendita di immobilizzazioni sono presentati per le entrate effettivamente incassate nell’esercizio pari al prezzo di realizzo, rettificato della variazione dei crediti verso clienti per immobilizzazioni. La società rettifica l’attività operativa per la plusvalenza o minusvalenza rilevata. Occorre presentare distintamente i principali incassi o pagamenti dell’attività di investimento, distinguendoli a seconda delle diverse classi di immobilizzazioni (immateriali, materiali e finanziarie) indicando separatamente le attività finanziarie non immobilizzate. Flussi finanziari dell’attività di finanziamento Riguardano i flussi che derivano dall’ottenimento o restituzione di disponibilità liquide sotto forma di capitale di rischio o di debito. Esempi: emissione di azioni o quote rappresentative del capitale; pagamento dei dividendi; pagamenti per rimborso di capitale compreso l’acquisto di azioni proprie; emissione rimborso di prestiti obbligazionari… Occorre distinguere gli incassi e pagamenti derivanti dall’attività di finanziamento da quelli derivanti da capitale di rischio o da capitale di debito. In calce al rendiconto finanziario (alla fine del prospetto) la società presenta l’ammontare dei saldi significativi di disponibilità liquide che non sono liberamente utilizzabili dalla società e spiega le circostanze in base alle quali tale ammontare non sono utilizzabili, se rilevanti. Tali circostanze possono essere rappresentate, ad es. da un conto corrente vincolato costituente garanzia presentata nell’interesse di un’impresa controllata. Per tutte le attività bisogna considerare le operazioni in base al movimento di liquidità conseguente. Il fascicolo di bilancio si compone di: Stato patrimoniale, Conto economico e Rendiconto finanziario e di altri due prospetti informativi -> Nota integrativa e Relazione sulla gestione fatta dagli amministratori, che vengono prodotti secondo un format discorsivo per accogliere informazione a supporto del lettore del bilancio di esercizio e a chiarimento dei prospetti contabili. 62 NOTA INTEGRATIVA Ha la funzione di fornire informazioni integrative, esplicative e, ove necessario, complementari. Informativa di supporto a quella espressa nei documenti prevalentemente quantitativi, essenziale per comprendere e valutare la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica della società. NB: l’informativa deve consentire la comprensibilità del bilancio ma non deve essere eccessivamente lunga. Art. 2427 c.c. Raggruppamento delle informazioni in 4 categorie: 1. illustrazione dei criteri contabili adottati 2. indicazione delle informazioni, dei dettagli e, in taluni casi, delle motivazioni relativi all’iscrizione di voci nello stato patrimoniale 3. indicazione delle informazioni, dei dettagli e, in taluni casi, delle motivazioni relative all’iscrizione di voci nel conto economico 4. una serie di altre informazioni Illustrazione dei criteri contabili adottati Punto 1) indicazione di criteri applicati nella valutazione delle voci di bilancio, nelle rettifiche di valore e nella conversione dei valori non espressi all’origine in moneta avente corso legale nello stato. Es -> criteri di formazione e struttura del bilancio; comparabilità con l’esercizio precedente; convenzioni di classificazione per lo SP e CE; criteri di valutazione delle principali poste di bilancio in base a quanto previsto dall’art. 2426 c.c. e dai principi contabili elaborati dall’OIC (organismo italiano di contabilità). Voci dello Stato Patrimoniale Punto 2) indicazione dei movimenti delle immobilizzazioni, specificando in ciascuna voce: costo; rivalutazioni, ammortamenti e svalutazioni precedenti ed effettuati nell’esercizio; acquisizioni, spostamenti da una voce all’altra, alienazioni avvenuti nell’esercizio; totale delle rivalutazioni riguardanti le immobilizzazioni esistente alla chiusura dell’esercizio. Per essere esaurienti, il redattore di bilancio compila questo schema in modo tale da inserire tutte le voci richieste. Anche questa tabella è a stati comparati, così che il lettore può guardare la differenza tra l’anno in corso e quello precedente. Punto 3) Fa riferimento alle immobilizzazioni immateriali, con indicazione della composizione delle voci: costi di impianto e ampliamento, costi di sviluppo e le ragioni della loro iscrizione e i rispettivi criteri di ammortamento. Punto 3 bis) Indicazione della misura e delle motivazioni delle riduzioni di valore applicate alle immobilizzazioni materiali e immateriali, facendo riferimento: al loro concorso alla futura produzione di risultati economici; alla loro prevedibile durata utile; e al loro valore di mercato, segnalando altresì le differenze rispetto a quello operate negli esercizi precedenti ed evidenziando la loro influenza sui risultati economici dell’esercizio. 65 D) Base imponibile imposte di competenza (A + B – C) E) Imposte di competenza F) Differenze temporanee in aumento dell’esercizio: [fiscalmente no sono riconosciuti come costi deducibili] - ammortamenti eccedenti - spese manutenzione eccedenti …. G)Recupero differenze temporanee in aumento esercizi precedenti H) Totale differenze temporanee in aumento (F – G) I) Differenze temporanee in diminuzione dell’esercizio: - ammortamenti anticipati …. J) Recupero differenze temporanee in diminuzione esercizi precedenti K) Totale differenze temporanee in diminuzione (I – J) L) Base imponibile imposte correnti (D+H-K) M) Imposte correnti su L N) Imposte anticipate su H O) Imposte differite su K P) Imposte di competenza (M-N+O) Modello utilizzato in larga scala per far emergere il calcolo della tassazione. È definito anche un prospetto di riconciliazione dell’utile civilistico e di quello fiscale. Questo è uno schema di riferimento e ogni società lo produce attraverso un software. Altre informazioni Definisce altre informazioni importanti da inserire in Nota integrative, sono informazioni generali connesse al modello organizzativo, agli organi di governance, ai rapporti partecipativi con altre società… della società. Punto 15) Indicazione del numero medio dei dipendenti, ripartito per categoria. Punto 16) Indicazione dell'ammontare dei compensi, delle anticipazioni e dei crediti concessi agli spettanti agli amministratori ed ai sindaci, per ciascuna categoria, precisando: il tasso d'interesse, le condizioni e gli importi rimborsati, cancellati o oggetto di rinuncia, nonché gli impegni assunti per loro conto per effetto di garanzie di qualsiasi tipo prestate, precisando il totale per ciascuna categoria. Punto 17) Il numero e il valore nominale di ciascuna categoria di azioni della società e il numero e il valore nominale delle nuove azioni della società sottoscritte durante l'esercizio. Punto 18) Le azioni di godimento, le obbligazioni convertibili in azioni, i warrants, le opzioni e i titoli o valori simili emessi dalla società, specificando il loro numero e i diritti che essi attribuiscono. Punto 19) Il numero e le caratteristiche degli altri strumenti finanziari emessi dalla società, con l'indicazione dei diritti patrimoniali e partecipativi che conferiscono e delle principali caratteristiche delle operazioni relative. Punto 20 e 21) - gli amministratori devono indicare il valore e la tipologia dei beni e dei rapporti giuridici compresi in ciascun patrimonio destinato ad uno specifico affare. (art. 2447 septies). - per finanziamenti destinati ad uno specifico affare bisogna indicare la destinazione dei proventi e dei vincoli relativi ai beni (art. 2447 decies). Punto 22) Indicazione delle operazioni di locazione finanziaria che comportano il trasferimento al locatario della parte prevalente dei rischi e dei benefici inerenti ai beni che ne costituiscono oggetto, sulla base di un apposito prospetto dal quale risulti: - il valore attuale delle rate di canone non scadute quale determinato utilizzando tassi di interesse pari all'onere finanziario effettivo inerenti ai singoli contratti - l'onere finanziario effettivo attribuibile ad essi e riferibile all'esercizio 66 - l'ammontare complessivo al quale i beni oggetto di locazione sarebbero stati iscritti alla data di chiusura dell'esercizio qualora fossero stati considerati immobilizzazioni, con separata indicazione di ammortamenti - rettifiche e riprese di valore che sarebbero stati inerenti all'esercizio. L’OIC 1 al paragrafo 2 “operazioni di locazione finanziaria (leasing)” dà una possibile soluzione per come rappresentare in Nota integrativa tali informazioni. Punto 22-bis) Le operazioni realizzate con parti correlate, precisando: importo, natura del rapporto e ogni altra informazione necessaria quando tali operazioni non siano state concluse a normali condizioni di mercato. Le informazioni relative alle singole operazioni possono essere aggregate secondo la loro natura, salvo quando la loro separata evidenziazione sia necessaria per comprendere gli effetti delle operazioni medesime sulla situazione patrimoniale e finanziaria e sul risultato economico della società. 22-ter) La natura e l'obiettivo economico di accordi non risultanti dallo SP, con indicazione del loro effetto patrimoniale, finanziario ed economico, a condizione che i rischi e i benefici da essi derivanti siano significativi e l'indicazione degli stessi sia necessaria per valutare la situazione patrimoniale, finanziaria ed economica. 22-quater) La natura e l'effetto patrimoniale, finanziario ed economico dei fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio. 22-quinquies) Il nome e la sede legale dell'impresa che redige il bilancio consolidato dell'insieme più grande di imprese di cui l'impresa fa parte in quanto impresa controllata, nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato 22-sexies) Il nome e la sede legale dell'impresa che redige il bilancio consolidato dell'insieme più piccolo di imprese di cui l'impresa fa parte in quanto impresa controllata nonché il luogo in cui è disponibile la copia del bilancio consolidato. 22-septies) La proposta di destinazione degli utili o di copertura delle perdite. 67 Informazioni richieste da altre norme civilistiche Art. 2423, 4°c: non occorre rispettare gli obblighi in tema di rilevazione, valutazione, presentazione e informativa quando la loro osservanza abbia effetti irrilevanti al fine di dare un rappresentazione veritiera e corretta illustrando i relativi criteri in Nota integrativa. Art. 2423, 5°c: disapplicazione di una disposizione in quanto incompatibile con la rappresentazione veritiera e corretta -> motivazione della deroga e l’indicazione degli effetti sulla rappresentazione della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato di esercizio. Gli utili derivanti dalla deroga devono essere iscritti in una riserva non distribuibile se non in misura corrispondente al valore recuperato. Art. 2423 ter, 2° c: se si ha un raggruppamento delle voci negli schemi di bilancio è necessario indicare le singole voci raggruppate. Art. 2423 ter, 5°c: se le voci di bilancio non sono comparabile, quelle relative l’esercizio precedente devono essere adattate. La non comparabilità e l’adattamento o l’impossibilità di questo devono essere segnalati e commentati in Nota integrativa. Art. 2424, 2°c: segnalazione del caso in cui un elemento dell’attivo/passivo ricade sotto più voci dello schema -> annotazione della sua appartenenza anche a voci diverse da quella in cui è iscritto. Art. 2426: motivazione o evidenziazione degli effetti circa: - modifiche dei piani ammortamento - partecipazioni in controllate e collegate per le quali il costo è superiore al valore secondo cui il metodo del patrimonio netto - iscrizione di un valore di costo della partecipazione superiore a quello derivante dall’applicazione per la prima volta del metodo del patrimonio netto - spiegazione del periodo di ammortamento dell’avviamento - differenza tra valutazione delle rimanenze secondo uno dei criteri: LIFO, FIFO, costo medio ponderato. Art. 27 D. Lgs 127/91: ragioni per l’esonero dalla predisposizione del bilancio consolidato Art. 2361: informazione dell’assunzione di partecipazioni in altre imprese nel caso in cui essa comporti una responsabilità illimitata Art. 2497 bis: prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell’ultimo bilancio della società o dell’ente che esercita l’attività di direzione e coordinamento sulla società a cui si riferisce il bilancio. Art. 10 L. 72/83: l’indicazione dei beni rivalutati ancora presenti nel patrimonio aziendale. Si devono fornire informazioni complementari quando quelle richieste da specifiche informazioni di legge non sono sufficienti a dare una rappresentazione veritiera e corretta. 70 Oltre al dettaglio numerico è fondamentale la descrizione: criteri di rielaborazione del bilancio, modalità di calcolo degli indici e significato degli indici. Estensione del dettaglio informativo anche ai vari settori in cui l’azienda opera -> settore economico (settore manifatturiero) e attività dell’impresa (ovvero divisioni operative o rami aziendali) con particolare riguardo al volume dei costi, dei ricavi e degli investimenti. Indicatori alternativi – raccomandazione CESR del 2005 Da applicare alle società quotate in borsa. Elaborazione di indicatori elaborativi con l’intento di integrare quelli “convenzionali”, come la posizione finanziaria netta. Bisogna riclassificare lo SP e ci sono diverse tipologie per calcolare questa posizione. Si vuole conoscere il livello di indebitamento della società. a: la liquidità netta a breve b: crediti finanziari correnti c: indebitamento corrente, ovvero a breve termine d: forma algebrica c-b-a e: indebitamento non corrente f: indebitamento finanziario netto = d+e. Questa grandezza è il rigo a cui tutte le banche prestano attenzione se erogare o meno altri prestiti perché indica il livello di indebitamento. Documento 14/1/2009 C.N.D.C.E.C. (consiglio nazionale dottori commercialisti esperti contabili) 1° livello di richieste informative è obbligatorio per piccole e medie imprese e per grandi imprese. 2° livello d richieste informative è facoltativo per piccole e medie imprese e obbligatorio per le grandi imprese. Le grandi imprese hanno un attivo SP: 43 milioni, ricavi C/EC: 50 milioni e dipendenti medi 250. 1° livello informativo: dati necessari - analisi situazione reddituale Può essere utilizzato il trend fatturato o valore produzione o risultato ante imposte degli ultimi 5 anni. Gli altri indicatori sono: MOL (margine operativo lordo), RO (reddito operativo), EBIT normalizzato e EBIT integrale. - analisi situazione finanziaria Usato per capire il livello della situazione finanziaria della società ovvero se sotto o sopra capitalizzata. Se l’impresa è sottocapitalizzata, gli indicatori di solidità sono: modalità finanziamento impieghi a medio-lungo termine e composizione delle fonti di finanziamento. Modalità finanziamento impieghi a medio lungo termine Indicatore di finanziamento delle immobilizzazioni Macro-classi o classi dello SP civilistico Margine primario di struttura Mezzi propri – attivo fisso Apass – (Batt – BIII + CII) Quoziente primario di struttura Mezzi propri / attivo fisso Apass / (Batt – BIII + CII) Margine secondario di struttura (Mezzi propri + passività consolidate) – attivo fisso Apass + (B + C – D) - (Batt – BIII + CII) Quoziente secondario di struttura (mezzi propri + passività consolidato) / attivo fisso [Apass + (B + C – D)] / (Batt – BIII + CII) Composizione delle fonti di finanziamento -> facoltativi Indicatore sulla struttura dei finanziamenti Macro-classi o classi dello SP civilistico Quoziente di indebitamento complessivo (passività consolidate + correnti) / mezzi propri (Bpass + Cpass + Dpass + Dpass) / Apass Quoziente di indebitamento finanziario Passività di finanziamento / mezzi propri D pass / Apass 71 2° livello informativo: dati facoltativi Analisi situazione reddituale Analisi situazione finanziaria -> indicatori solvibilità o liquidità o margine di disponibilità di 2° livello Indicatori di risultato non finanziari Sono informazioni importanti che ormai vengono riportati anche nel bilancio perché contribuiscono ad una più chiara informazione sulla gestione. Nella prima colonna ci sono i principali indicatori che devono essere inseriti, nella seconda il suo significato/interpretazione e nella terza la formula necessaria per ricavare l’indicatore Posizione sul mercato Interpretazione Calcolo Quota di mercato detenuta Volume dell’attività rispetto alla dimensione del mercato servita Fatturato/dimensione mercato Livello di innovazione Interpretazione Calcolo Tempo di introduzione di un nuovo prodotto Misura il tempo necessario per lo sviluppo di nuovi prodotti Tempo compreso tra il momento in cui viene concepito un nuovo prodotto e la sua immissione del mercato Tasso di novità di clienti e mercati Esprime i risultati innovativi dell’impresa Fatturato da nuovi clienti (mercato) / fatturato totale Tasso di incidenza dei nuovi prodotti “ Fatturato dei prodotti entrati negli ultimi 2 anni / fatturato totale 72 Numero brevetti “ Numero nuovi brevetti per periodo / investimenti in R&S Tasso incidenza prodotti di proprietà riservato “ % fatturato dovuta a prodotti protetti da brevetto Customer satisfaction Interpretazione Calcolo Tempo medio di consegna o di evasione dell’ordine Competitività del sistema logistico Somma dei tempi di consegna / numero di consegne Puntualità nelle consegne “ % ordini evasi nel tempo Numero reclami Qualità del prodotto rispetto alle esigenze dei clienti Numero reclami nel periodo Tasso difettosità prodotto (in % sulle vendite) “ N° prodotto difettosi / n° totale dei prodotti venduti Numero interventi di riparazione (in garanzia) Interventi necessari per mantenere la qualità del prodotto Numero interventi di riparazione in un certo periodo Numero clienti fidelizzati sul totale Grado di fidelizzazione della clientela Fatturato a clienti esistenti/ fatturato totale Pubblicità del fatturato Incidenza dei costi di pubblicità sul volume di attività Spese pubblicità / fatturato totale Assistenza alla clientela Attenzione al servizio post-vendita Spese di un periodo dedicate all’assistenza alla clientela % fatturato da canali diretti Dipendenza dell’impresa da forze vendita esterne Fatturato da canali diretti / fatturato totale Efficienza fattori Interpretazione Calcolo Ricavi per dipendente Produttività aziendale Fatturato / n° medio dipendenti Produttività del lavoro Capacità di realizzare un dato livello di output con numero minimo di addetti Output / n° medio addetti in un periodo Efficienza processi Interpretazione Calcolo Tempo medio di ciclo o di attraversamento Velocità delle attività operative interne, ovvero esistenza di vantaggi legati alla gestione più efficiente di tutti i processi interni Somma dei tempi di lavorazione, ispezione, movimentazione, attesa e immagazzinamento Tempo medio di lavorazione Velocità delle attività operative interne limitatamente ai processi di produzione in senso stretto Somma dei tempi di lavorazione interna Tempo medio di attrezzaggio Vantaggio competitivo da differenziazione ovvero misura delle attività che non creano valore aggiunto Somma tempi di attrezzaggio / somma dei tempi di lavorazione Percentuale di scarti Sprechi necessari per mantenere la qualità N° pezzi scartati / n° totale dei pezzi prodotti in un periodo Capacità produttiva disponibile Capacità produttiva disponibile per l’incremento della produzione N° ore disponibili – n° ore prodotte Rischi ed incertezze Descrizione dei principali rischi ed incertezze cui è esposta l’azienda con illustrazione delle politiche adottate per contrastare tali rischi e concetti riferibili a qualsiasi realtà aziendale. Tipologia di rischi: Interni -> efficacia/efficienza operativa (logistica, acquisti, ...); delega (sistemi di management e di controllo interno); risorse umane (formazione, turnover, clima lavorativo); sicurezza (rischi di frodi e furto, sicurezza dei dati); informativa (controllo di gestione, gestione informazioni); dipendenza (dalla clientela, dai fornitori). Esterni -> mercato (rischi di volume/prezzo, variazione tassi); normativa (modifiche legislative); concorrenza; contesto politico/sociale (rischio paese, clima politico); eventi catastrofici (catastrofi). 6 bis) Informativa legata all’uso di strumenti finanziari Gli strumenti finanziari vengono inseriti in Nota integrativa e nella Relazione sulla gestione. Gli strumenti finanziari servono per la copertura di eventuali rischi. 75 BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA Art. 2435 bis Le società che non abbiano emesso titoli regolamentati possono redigere bilanci in forma abbreviata, se non hanno superato nel primo esercizio o successivamente per due esercizi consecutivi due dei seguenti limiti: - attivo SP: 4.400.000€ - ricavi delle vendite delle prestazioni: 8.800.000€ - dipendenti occupati in media nell’anno: 50 Struttura Stato Patrimoniale Solo le voci che nell’art. 2424 sono contrassegnate con lettere maiuscole e numeri romani. STATO PATRIMONIALE ATTIVO VOCI NORMALI BILANCIO IN FORMA ABBREVIATA A) CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI, con separata indicazione della parte già richiamata. Compreso nella voce C II B) IMMOBILIZZAZIONI con separata indicazione di quella concesse in locazione finanziaria B immobilizzazioni con separata indicazione di quella concessa in locazione finanziaria I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 1) Costi di impianto e di ampliamento 2) Costi di sviluppo 3) Diritto di brevetto industriale e di utilizzazione delle opere d’ingegno 4) Concessioni, licenze, marchi e diritti simili 5) Avviamento 6) Immobilizzazioni in corso e acconti 7) Altre I immobilizzazioni immateriali (le altre componenti non sono classificate, ma si indica direttamente il totale, come per le altre voci) II - IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI 1) Terreni e fabbricati 2) Impianti e macchinari 3) Attrezzature industriali e commerciali 4) Altri beni 5) Immobilizzazioni in corso e acconti II materiali III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE, con separata indicazione , per ciascuna voce dei crediti, degli importi esigibili entro l’esercizio successivo 1) Partecipazioni in: a) imprese controllate b) imprese collegate c) imprese controllanti d) imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) altre imprese 2) Crediti a) verso imprese controllate b) verso imprese collegate c) verso imprese controllanti d) verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti d bis) verso altri 3) Altri titoli 4) Strumenti finanziari derivati attivi III finanziarie TOTALE IMMOBILIZZAZIONI ( B ) Totale immobilizzazioni C) ATTIVO CIRCOLANTE C attivo circolante I – RIMANENZE 1) Materie prime, sussidiarie e di consumo 2) Prodotti in corso di lavorazione e semilavorati 3) Lavori in corso su ordinazione 4) Prodotti finiti e merci 5) Acconti II – CREDITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo 1) Verso clienti 2) Verso imprese controllate I rimanenze II crediti (compreso voce A-D) - di cui entro 12 mesi - di cui entro 12 mesi 76 3) Verso imprese collegate 4) Verso controllanti 5) Verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti 5 bis) crediti tributari 5 ter) imposte anticipate 5 quater) verso altri Da 2 a 5 quater per OIC 12 paragrafo 35, nell’ambito della voce C II “crediti dello SP in forma abbreviata” le società devono fornire le indicazioni separata delle imposte anticipate III - ATTIVITA' FINANZIARIE che non costituiscono immobilizzazioni 1) Partecipazioni in imprese controllate 2) Partecipazioni in imprese collegate 3) Partecipazioni in imprese controllanti 3 bis) partecipazioni in imprese sottoposte al controllo delle controllanti 4) Altre partecipazioni 5) Strumenti finanziari derivati attivi 6) Altri titoli III attività finanziarie IV - DISPONIBILITA' LIQUIDE 1) Depositi bancari e postali 2) Assegni 3) Denaro e valori in cassa IV disponibilità liquide TOTALE ATTIVO CIRCOLANTE (C ) Totale C D) RATEI E RISCONTI (TOTALE) Compresa nella voce CII TOTALE RATEI E RISCONTI ( D ) TOTALE (A + B + C + D) Totale attivo STATO PATRIMONIALE PASSIVO VOCI NORMALI VOCI IN FORMA ABBREVIATA A) PATRIMONIO NETTO I - Capitale II - Riserva di sovrapprezzo azioni III - Riserva di rivalutazione IV - Riserva legale V - Riserva statutarie VI - Altre riserve distintamente indicate VII – Riserva per operazioni di copertura dei flussi finanziari attesi VIII - Utile (perdite) portate a nuovo IX - Utile (perdita) dell'esercizio X – Riserva negativa per azioni proprie in portafoglio TOTALE PATRIMONIO NETTO (A) A uguale, infatti tutte le componenti sono comprese (sono indicate con i numeri romani) B) FONDI PER RISCHI ED ONERI 1) Per trattamento di quiescenza ed obblighi simili 2) Per imposte, anche differite 3) Strumenti finanziari derivati passivi 4) altri TOTALE (B) B fondi per rischi e oneri No le voci 1-4 C) TRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO C trattamento di fine rapporto D) DEBITI, con separata indicazione, per ciascuna voce, degli importi esigibili oltre l’esercizio successivo 1) Obbligazioni (totale) - di cui oltre 12 mesi 2) Obbligazioni convertibili - di cui oltre 12 mesi 3) Debiti verso soci per finanziamenti - di cui oltre 12 mesi 4) Debiti verso banche - di cui oltre 12 mesi 5) Debiti verso altri finanziatori - di cui oltre 12 mesi D debiti - di cui entro 12 mesi - di cui oltre 12 mesi 77 Semplificazioni del conto economico VOCI NORMALE VOCI IN FORMA ABBREVIATA A) VALORE DELLA PRODUZIONE 1) Ricavi delle vendite e delle prestazioni 2) Variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti 3) Variazioni dei lavori in corso su ordinazione 4) Incrementi di immobilizzazioni per lavori interni 5) Altri ricavi e proventi con separata indicazione dei contributi in conto esercizio TOTALE A A 2 e 3 sono raggruppate mentre il resto non varia B) COSTI DELLA PRODUZIONE 6) Per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci 7) Per servizi 8) Per godimento beni di terzi 9) Per il personale a) Salari e stipendi b) Oneri sociali c) Trattamento di fine rapporto d) Trattamento di quiescenza e simili e) Altri costi 10) Ammortamenti e svalutazioni a) Ammortamento delle immobilizzazioni immateriali b) Ammortamento delle immobilizzazioni materiali c) Altre svalutazioni delle immobilizzazioni d) Svalutazione dei crediti compresi nell'attivo circolante e delle disponibilità liquide 11) Variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci 12) Accantonamenti per rischi 13) Altri accantonamenti 14) Oneri diversi di gestione TOTALE B DIFFERENZA TRA VALORE E COSTI DELLA PRODUZIONE B 9 c, d, e sono raggruppati B 10 a, b, c sono raggruppati Il resto non varia C) PROVENTI ED ONERI FINANZIARI C 16 b e c sono raggruppate e il resto non varia 6) Acconti - di cui oltre 12 mesi 7) Debiti verso fornitori - di cui oltre 12 mesi 8)Debiti rappresentati da titoli di credito - di cui oltre 12 mesi 9) Debiti verso imprese controllate - di cui oltre 12 mesi 10) Debiti verso imprese collegate - di cui oltre 12 mesi 11) Debiti verso imprese controllanti - di cui oltre 12 mesi 11 bis) Debiti verso imprese sottoposte al controllo delle controllanti - di cui oltre 12 mesi 12) Debiti tributari - di cui oltre 12 mesi 13) Debiti verso Istituti di previdenza e sicurezza sociale - di cui oltre 12 mesi 14) Altri debiti - di cui oltre 12 mesi TOTALE DEBITI (D) E) RATEI E RISCONTI Compresa nella voce D TOTALE (A + B + C + D + E) Totale passivo 80 ANALISI ECONOMICO-FINANZIARIA DI BILANCIO Il bilancio d’esercizio ha come finalità quella di fornire informazioni per i terzi per permettere loro di esprimere giudizi e apprezzamenti sulla gestione svolta dagli amministratori. L’obiettivo è cogliere elementi di sintesi necessari ad una valutazione economica, finanziaria e patrimoniale della gestione dell’impresa. Il sistema che si basa sull’analisi economico-finanziaria di bilancio, basata su indicatori, fa da ponte tra l’azienda e gli stakeholder chiave. Gli utilizzatori di bilancio sono interni ed esterni. Interni: soci di maggioranza, analisti interni, amministratori… ai fini dell’interpretazione del bilancio sono agevolanti in quanto hanno accesso diretto a tutte le informazioni riguardanti la sua redazione e ai data dei sottosistemi informativi aziendali. Esterni: soci di minoranza, finanziatori, fornitori, clienti, analisti esterni, commercialisti, sindaci e revisori… ai fini dell’analisi hanno a disposizione esclusivamente i dati contenuti nel bilancio d’esercizio. Sono coloro che necessitano maggiormente di tali informazioni. Le analisi della gestione aziendale si effettuano all’inizio dell’anno (prospettiche, finalizzate a previsioni) e alla fine (consultive). Consultive: controllano la gestione verificata durante l’anno attraverso indicatori, che si suddividono in 3 categorie: economici, finanziari e patrimoniali. Hanno anche l’importanza di capire quello che sarà il fabbisogno di finanziamenti e liquidità che la società evidenzia e quelli che sanno i mezzi che la società dovrà valutare per coprire i finanziamenti necessari (finanziamenti a breve o medio-lungo termine). Prospettiche: analisi che si effettua all’inizio dell’anno volto a programmare la futura gestione. Si va a definire il budget, che è il documento di programmazione a breve termine in cui la società sintetizza le azioni e i piani da realizzare entro un anno, quindi è possibile determinare i costi e ricavi standard (il piano invece è un documento a medio lungo termine). Altre tipologie di analisi di bilancio Analisi per indici -> si fonda sull’ipotesi che l’apprezzamento sull’andamento economico-finanziario non possa essere effettuato in base alla semplice osservazione di dati evidenziati in bilancio e che sia indispensabile effettuare raggruppamenti significativi, nonché rapporti, ritenuti espressivi di date situazioni aziendali, tra dati singoli o tra raggruppamenti di dati. Ci permette di ottenere valutazioni significative. Analisi di tipo statica. Analisi per flussi -> deriva direttamente dall’interpretazione meramente finanziaria del bilancio d’esercizio, mediante analisi delle variazioni tra i valori di apertura e quelli di chiusura, ovvero tra flussi di valori che connettono i fondi iniziali a quelli finali. Analisi dinamiche perché determinano analisi prendendo come riferimento due grandezze: una all’inizio del periodo e l’altra alla fine del periodo. 81 Gli equilibri aziendali Una azienda si definisce in equilibrio se la sua gestione nei 3 ambiti di svolgimento (economico, finanziario e patrimoniale) è in equilibrio. Gestione economica La gestione economica ha come obiettivo l’utile, valutando economicità e redditività -> - redditività: azienda che produce reddito - economicità: produzione di reddito con costi contenuti L’equilibrio economico si ha quando la società ha come reddito d’esercizio l’utile; fa riferimento a costi, ricavi e al reddito. Consiste nella capacità dell’azienda di remunerare tutti i fattori produttivi compreso il capitale proprie senza alterare l’equilibrio finanziario. Ricavi > costi ovvero ricavi – costi = reddito d’esercizio positivo. Gestione finanziaria La gestione finanziaria ha come obiettivo le risorse finanziarie: struttura finanziaria. L’equilibrio finanziario misura la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni finanziari proveniente da capitale proprio, dai finanziamenti e dai ricavi, senza pregiudicare gli altri equilibri. Impieghi = fondi di finanziamento, ma anche entrate > uscite = cash flow positivo. Gestione patrimoniale La gestione monetaria ha come obiettivo le risorse monetarie: liquidità e solvibilità. - liquidità: disponibilità di risorse monetarie liquide - solvibilità: se ci sono abbastanza liquidi per fronteggiare i debiti di breve scadenza della società L’equilibrio patrimoniale indica la capacità dell’azienda di conservare e migliorare il proprio assetto patrimoniale. Attività > passività -> attività - passività = patrimonio netto. GLI STEP DELL’ANALISI ECONOMICO FINANZIARIA Step 1 -> esame preliminare del bilancio e attenta lettura della Nota integrativa e delle relazioni accompagnatorie. Step 2 -> riclassificazione dello SP (secondo criteri finanziari o pertinenza gestionale) e del CE (secondo criterio valore aggiunto o costo del venduto). Può essere sufficiente anche effettuare solo la riconfigurazione di SP. Step 3 -> costruzione dei margini e degli indici e coordinamento degli indici e margini per formulazione del giudizio parziale. Step 4 -> analisi delle variazioni grezze, rettifica delle variazioni grezze (capire se la variazione è definitiva e diventa acquista o se è una variazione superabile/transitoria) e analisi dei flussi effettivi. Successivamente è possibile la costruzione del rendiconto finanziario. Step 5 -> analisi coordinata di indici / margini / flussi e formulazione del giudizio complessivo. Iter da seguire per fare la analisi economico-finanziaria di bilancio. Step 1 – esame preliminare del bilancio e attenta lettura dei documenti annessi Implica una analisi accurata di tutta la documentazione del bilancio. Il rendiconto finanziario è usato per capire i flussi aziendali, bisogna capire se le società lo hanno completato, se è corretto e se ci sono le grandezze necessarie per impostare un’analisi dei flussi. Codice civile e principi contabili OIC Principi contabili internazionali IAS/IFRS Stato patrimoniale Prospetto di situazione patrimoniale e finanziaria Conto economico Prospetto di conto economico e di conto economico complessivo (OCI = Other Comprehensive Income) Nota integrativa Note esplicative Relazione sulla gestione n/a solo consigliata Rendiconto finanziario dal 2016 (n/a fino al 2015 in quanto solo consigliato dal OIC 10) Rendiconto finanziario 82 n/a (incluso nella Nota integrativa) Prospetto delle variazioni di patrimonio netto Il prospetto di situazione patrimoniale e finanziaria comprende, a differenza dello SP, sia elementi patrimoniale sia finanziari. Il prospetto delle variazioni di patrimonio netto rappresenta la macro-classe A passivo di SP ovvero le componenti del prospetto di SP in modo più dettagliato. Problematiche I documenti di bilancio così come redatti non sono adeguati ai fini dell’analisi economico-finanziaria. Alcune informazioni di SP e CE risultano essere incomplete; si ha quindi l’esigenza di riclassificare tale documenti per evidenziare le informazioni economico-finanziarie tipiche dell’analisi di bilancio. Esigenza di evidenziare margini utili per la comprendere la formazione del reddito d’esercizio. Necessità di sintesi delle informazioni contenute nel bilancio d’esercizio. Step 2 – riclassificazione dello stato patrimoniale La riclassificazione dello SP può essere condotta secondo due differenti modalità -> secondo criteri finanziari (quella più importante) o secondo criteri funzionali (più complessa). 1) CRITERI FINANZIARI Riclassificazione dell’attivo: distinzione delle diverse componenti del capitale investito in funzione del grado di liquidità decrescente, ovvero, dell’attitudine delle poste dell’attivo di trasformarsi in denaro contante entro od oltre l’esercizio successivo. Impiego -> - attivo corrente: liquidità immediate, liquidità differite e disponibilità - attivo immobilizzato: immateriali, materiali e finanziarie. Riclassificazione del passivo: distinzione delle diverse fonti di finanziamento in funzione del grado decrescente di esigibilità, cioè dell’attitudine delle poste del passivo a rendersi esigibili e quindi di provocare esborsi in denaro entro od oltre l’esercizio successivo. Fonti -> - passivo corrente - passivo non corrente (debiti che scadono per i quali ci sarà un’uscita monetaria dopo l’anno) - patrimonio netto. La riga di demarcazione blu -> parte alta rappresenta gli elementi attivi e passivi di breve termine; la parte bassa gli elementi a medio-lungo termine. Equilibrio temporale = attivo corrente > passività correnti. La società nel breve periodo ha una disposizione di denaro idoneo per pagare tutte le passività correnti. Attivo immobilizzato < passività consolidate, ovvero la società va a remunerare gli investimenti a lungo termine con delle fonti di finanziamento permanenti. Attivo/passivo = impieghi di capitale /fonti di finanziamento. Impieghi con macro-classi: attivo corrente e attivo immobilizzato. Fonti con macro-classi: passività correnti, non correnti e patrimonio netto. Patrimonio netto è capitale proprio e le passività sono capitali di terzi. Patrimonio netto + passività non correnti (o consolidate perché a medio lungo termine) = fonti permanenti (destinate in azienda per diversi anni). Passività correnti sono fonti entro 12 mesi perché sono passività che devono essere liquidate entro 12 mesi. 85 Step 2 – riclassificazione del conto economico La riclassificazione del CE può essere condotta con differenti modalità, tra le quali: valore aggiunto, costo del venduto e margine di contribuzione. RICLASSIFICAZIONE A “VALORE AGGIUNTO” Il CE a valore aggiunto è una configurazione molto utile per evidenziare la creazione di ricchezza da parte dell’azienda e per collegare gli aspetti economici con quelli finanziari del CE. Se la società crea ricchezza, crea un surplus idonea a supportare tutti gli stakeholder. Nella rielaborazione vengono a crearsi i seguenti margini: Valore aggiunto = valore che l’azienda aggrega con l’impiego dei propri fattori produttivi al valore di beni e servizi acquistati presso terze economie. Quindi è il frutto dell’azione combinata dal soggetto aziendale, che apporta il capitale proprio e l’eventuale opera imprenditoriale, dei lavoratori, che conferiscono prestazioni di lavoro, dei conferimenti di capitale di credito e degli eventuali contributi concessi all’impresa dallo Stato. Formula: valore della produzione – costo dei fattori produttivi esterni. Maggiore è il valore aggiunto maggiore è l’attrattività del business. Margine operativo lordo (MOL) o EBITDA = indica la capacità di generare risorse finanziarie attraverso l’attività economica caratteristica: rappresenta la quantità di risorse finanziarie generate (se >0) o assorbite (se<0) dalla gestione caratteristica. Formula: valore aggiunto – costo del lavoro Reddito operativo o EBIT = rappresenta il reddito derivante dalla gestione caratteristica dell’impresa. Sono pertanto escluse le componenti finanziarie, patrimoniali, (straordinarie) e fiscali. Ha valenza economica in quanto comprende tutti i costi e i ricavi, sia monetari che non monetari. Formula: MOL – ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni. Step 3 – costruzione dei margini e degli indici Calcolare un indice o un margine significa porre a confronto tramite, rispettivamente, un rapporto o una differenza di due diverse voci, o aggregati delle stesse, dello SP e del CE preventivamente riclassificati. Indice= numeratore / denominatore = valore %. Margine = numeratore – denominatore = valore assoluto. Analisi di bilancio Analisi statica (a fine anno) Struttura finanziaria e patrimoniale -> - elasticità degli investimenti: elasticità investimenti in immobilizzazioni ed in capitale circolante - elasticità dei finanziamenti: elasticità del capitale permanente e del capitale di terzi 86 - solidità patrimoniale - indipendenza finanziaria Struttura finanziaria -> - margini: di tesoreria, di struttura e capitale circolante netto - indici: finanziari e di rotazione e durata. Situazione economica -> ROE, ROI e ROS Analisi dinamica (comparazione tra inizio anno e la fine; analisi per flussi) Utilizzo attento e preciso del rendiconto finanziario, attraverso il quale è possibile trovare gli indicatori necessari per l’analisi dinamica. Si studiano diverse sezioni del rendiconto finanziario -> - rendiconto finanziario che evidenzia le variazioni delle risorse finanziarie totali - rendiconto finanziario delle variazioni di capitale circolante netto - rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità Analisi della struttura patrimoniale e finanziaria Le analisi della struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa tendono ad osservare la solidità patrimoniale delle stessa, nei seguenti aspetti: composizione degli impieghi e composizione delle fonti. Nonché l’equilibrio che intercorre tra le diverse forme di finanziamento (capitale proprio e capitale di terzi). NOME FORMULA SPIEGAZIONE VALUTAZIONE Indice di elasticità degli investimenti attivo immobilizzato / totale impieghi indica in che misura gli investimenti in capitale fisso (immobilizzazioni) compongono il capitale investito; è un indice di composizione degli impieghi. dipende dal settore di attività dell’impresa; un indice pari a 0,5 è da considerarsi buono Indice di elasticità dell’attivo corrente attivo corrente / totale impieghi indica in che misura gli investimenti in attività a breve termine compongono il capitale investito; è un indice di composizione degli impieghi. dipende dal settore di attività dell’impresa; un indice pari o superiore a 0,5 mostra una buona condizione di equilibrio. Indice di elasticità del capitale permanente capitale permanente / totale fonti indica in che misura il capitale permanente, composta da capitale proprio e passività consolidate, incide sul totale delle fonti. È un indice di composizione delle fonti. Esprime inoltre la rigidità delle fonti stesse in quanto le risorse finanziarie dovranno essere stabilmente destinate nel tempo al loro rimborso. in linea di massima un indice pari o superiore a 0.4 mostra una buona condizione di equilibrio. Indice di elasticità del capitale di terzi capitale di terzi / totale fonti indica in che misura il capitale di terzi indice sul totale delle fonti; è un indice di composizione delle fonti. la situazione è equilibrata quando l’indice non supera 0,5 Indice di solidità del patrimonio capitale sociale / capitale proprio l’indica evidenzia il peso delle componenti patrimoniali diverse dall’apporto dei soci. Si evolve nel tempo a seguito delle integrazioni (utili netti non distribuiti, rivalutazioni patrimoniali…) e delle erosioni (coperture di perdite, distribuzione di riserve…) deve essere almeno inferiore a 1 Indice di indipendenza finanziaria capitale proprio / totale fonti mostra in quale misura il totale dei mezzi investiti nell’impresa sia stato finanziato con il capitale proprio o a pieno rischio. Si tratta del completamento a 1 dell’indice di elasticità del capitale di terzi. un basso indice segnala un elevato indebitamento; c’è equilibrio quando è intorno a 0.5 Margine di tesoreria (liquidità immediate + liquidità differite) – passività correnti indica se le liquidità aziendali, immediate e differite, sono in grado di far fronte agli impieghi a breve termine costituititi dalle passività correnti. il margine, affinché sia in equilibrio, deve essere positivo. Indice di liquidità (liquidità immediate + liquidità differite) / passività correnti rappresenta la traduzione in indice del margine di tesoreria per essere positivo, l’indice dovrebbe tendere a 1; se fosse inferiore a 1 si 87 potrebbero supporre delle tensioni a livello finanziario. Quoziente di indebitamento o Leverage totale impieghi / capitale proprio esprime in quale misura il totale degli impieghi è finanziato dal capitale proprio deve essere inferiore a 2 I primi 6 indici effettuano una valutazione dell’ambito patrimoniale e finanziario Analisi della situazione finanziaria L’analisi della situazione finanziaria mira ad accertare in che misura la combinazione impieghi-fonti è in grado di produrre, nel breve periodo, flussi monetari equilibrati, cioè tali da consentire di far fronte in ogni momento agli impegni in uscita che la gestione richiede. NOME FORMULA SPIEGAZIONE VALUTAZIONE Margine di struttura Capitale proprio – attivo immobilizzato Indica la quota parte del capitale proprio che resta disponibile per la copertura dei fabbisogni di capitale circolante dopo aver coperto gli investimenti in capitale fisso Per avere equilibrio il margine deve essere >0, quindi il capitale > attivo immobilizzato Indice di auto- copertura delle immobilizzazioni Capitale proprio / attivo immobilizzato Traduzione in indice del margine di struttura 1 Positivo se si assume valore maggiori o uguali a 1 Margine di struttura 2 Capitale permanente – attivo immobilizzato Rispetto al margine precedente, anziché il capitale proprio si usa il capitale permanente, ovvero tutti i capitali presenti in azienda a medio lungo termine Se il margine 1 non è > 0, deve esserlo almeno il margine 2 per avere un equilibrio Indice di copertura delle immobilizzazioni Capitale permanente / attivo immobilizzato Traduzione in indice del margine di struttura 2 Per avere equilibrio, l’indice deve essere maggiore o uguale a 1 Capitale circolante netto Attivo corrente – passività corrente Segnala come il capitale circolante lordo sia in grado di far fronte alla copertura delle passività corrente. Un margine positivo indica un equilibrio temporale tra impieghi e fonti a breve termine. Per avere equilibrio deve essere positivo; vista la presenza di risorse non liquidabili, si ritiene congruo un valore dell’attivo corrente almeno pari al doppio del passivo corrente Indice di disponibilità Attivo corrente / passività correnti Traduzione in indice del capitale circolante netto Per essere positivo, l’indice deve essere maggiore o uguale a 2 Analisi dei margini - margine di tesoreria: condizione di equilibrio con liquidità > passivo corrente - margine di struttura: equilibrio con patrimonio > immobilizzazioni nette - capitale circolante netto o attivo disponibile: equilibrio con attivo corrente > passivo corrente Indici di rotazione e di durata Gli indici di rotazione sono volti ad analizzare la rotazione del capitale investito nella gestione tipica aziendale, ottenuto rapportando i valori di bilancio posti nel CE con quelli risultanti dall’attivo di SP. Gli indici di durata analizzano la durata media delle dilazioni concesse ai clienti e quella ottenuta dai fornitori di beni e servizi durante lo svolgimento della gestione. NOME FORMULA SPIEGAZIONE VALUTAZIONE Indice di rotazione degli impieghi Ricavi vendite / totale impieghi Se i ricavi sono riferiti ad un esercizio completo l’indice segnala quante volte, nell’arco del periodo, il capitale investito si è trasformato in risorse finanziarie attraverso le vendite Il valore dipende dall’area di business in cui l’azienda opera; equilibrio se indice è > 1 Indice di rotazione Ricavi vendite / attivo corrente Se i ricavi sono riferiti ad un esercizio completo l’indice segnala quante volte, nell’arco del periodo, Un indice che si attesta intorno a 1 mostra una
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