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Dispensa Diritto costituzionale, Dispense di Diritto Costituzionale

Dispensa con appunti e libro diritto costituzionale

Tipologia: Dispense

2022/2023

Caricato il 15/04/2023

aurora-fasolato
aurora-fasolato 🇮🇹

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4 documenti

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Scarica Dispensa Diritto costituzionale e più Dispense in PDF di Diritto Costituzionale solo su Docsity! Dispensa Diritto Costituzionale Prof. GianPaolo Dolso e dottorandi Il fenomeno giuridico Ordinamento giuridico ➤ sistema ordinato di norme e principi, provvisto di propri organi e procedure idonei a produrle, interpretarle e sanzionarne le violazioni, che regolano la vita di una comunità. L’intelaiatura dell’ordinamento giuridico sono le norme. Componente sociale → “Ubi ius, ibi socieatas. Ubi societas ibi ius” (brocardo) = dove c’è diritto, si trova la società; dove c’è società c’è diritto. Il diritto è un fenomeno sociale e un fenomeno storico, prescinde dalla storia e dall’evoluzione sociale. I sistemi giuridici si stratificano nel tempo. Anacronismo legislativo ➤ si manifesta in un ordinamento giuridico quando la norma si presenta in contrasto con l’evoluzione dell’ordinamento giuridico. La continua evoluzione delle nozioni costituzionali implica la possibilità che disposizioni legislative, che la corte costituzionale ha in passato considerato conformi alla costituzione, potrebbero oggi essere valutate incompatibili. Una legge andava bene in un contesto storico, ma adesso il contesto storico non c’è più. Se cambia il contesto storico, la legge non vale più. Ratio legis, la ragione della legge.
 Il ruolo dell’interpretazione Il sistema di norme va interpretato. Dalla disposizione si deve ricavare la norma vera e propria mediante l’interpretazione. Non bisogna pensare che la norma non sia suscettibile di essere applicata in maniera meccanica, questo però fu messo in atto sia dai francesi che dai romani, ma non ha mai funzionato. • Nel sistema francese vige il principio di supremazia del parlamento e di diffidenza nel potere giudiziario, l’idea filosofica in atti giuridici era che “Les Juges son la bouche de la loi”- Montesquieu (I Giudici sono la bocca della legge), per cui il giudice prendeva il fatto naturale e lo applicava a una fattispecie normativa, applicando la norma in maniera meccanica. La legge prescrive qualcosa, e il giudice applica la fattispecie astratta (norma) meccanicamente al caso. • Per i romani: “In clàris non fit interpretàtio” (quando la disposizione è chiara non c’è spazio per l’interpretazione) principio in virtù del quale non è necessaria una attività interpretativa in relazione a norme oppure ad atti di autonomia privata formulati in modo chiaro ed inequivocabile. Invece c’è sempre spazio per l’interpretazione, e gli interpreti sono fondamentali. Chi sono gli interpreti del diritto? • Giuristi; • Giudici (funzione preminente) o comunità degli interpreti che applicano la legge (secondo la visione francese, il giudice va visto con sospetto perché più il giudice interpreta più il parlamento si sente espropriato delle sue prerogative, questo fa una legge e che deve essere seguita alla lettera.); • Governo e la pubblica amministrazione attraverso circolari amministrative o il regolamento (istruzioni su come interpretare la legge); • Legislatore che può dare indicazioni su come interpretare una legge. [Interpretazione giudiziale = giurisprudenza, la maggior parte dei giudici o la corte di cassazione ha patrocinato una certa interpretazione di una norma]. L’architrave di questo sistema è l’art 2043 cc: Art. 2043 - (Risarcimento per fatto illecito). Qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno. Questa norma fino agli anni ‘70 non era ritenuta accettabile per risarcire il danno per la salute, esisteva una giurisprudenza che pretendeva che per esserci un danno alla salute, ci doveva essere un danno alla capacità reddituale del soggetto. • ex. sotto un’impalcatura passa un commerciante, cade e la caduta lo rende inabile al lavoro, il commerciante ha diritto al risarcimento del danno, tanto quanto avrebbe guadagnato nel periodo in cui è rimasto invalido. Se ci fosse stata una persona senza reddito, non avrebbe avuto diritto al risarcimento. L’interpretazione che cambia secondo il contesto storico. Dopo gli anni ‘70 venivano risarciti, la giurisprudenza di quel tempo leggeva l’art. 2043 alla luce dell’art. 32 della costituzione. Prima le norme giuridiche venivano applicate in forma meccanica, dunque vi era una sola interpretazione. Però dagli anni ‘70 è stato sollevato il problema di “inegualità” che si scaturisce dal fatto che il risarcimento 1 avveniva secondo il reddito della persona, senza contare però i danni che apportava alla salute. Da questa interpretazione allora hanno fatto appello all’articolo 32 della costituzione, e fu modificata. Criteri dell’interpretazione: L’interpretazione da privilegiare è quella più conforme alla costituzione. Il limite dell’interpretazione: non si può superare modificare il testo scritto della costituzione. Corte costituzionale ≠ corte di cassazione: giudica che le leggi siano conformi alla costituzione; la corte di cassazione è un giudice di ultimo grado che fissa l’interpretazione della legge. Il tenore letterale può essere spazzato, cioè il testo è incompatibile con l’interpretazione costituzionale, solamente dalla corte costituzionale o anche il parlamento. Interpretazione conforme a costituzione - limite della lettera della legge • Intenzione del legislatore • Interpretazione estensiva - Minus dixit lex quam voluit (La legge ha detto meno di quanto ha voluto). • Interpretazione analogica: - analogia legis ⇒ colmo una lacuna facendo riferimento a una legge che disciplina un caso analogo; - analogia iuris ⇒ colmo una lacuna facendo riferimento a una legge che disciplina un principio generale (libertà d’interpretazione maggiore). Principi enunciati e principi impliciti che si desumono da molte norme (norme scritte e norme non scritte). Per esempio nel diritto civile, soprattutto nei contratti esiste un principio che non è scritto ma s’intende di portata generale è il principio di buona fede, il rapporto tra i privati s’ispira a questo principio. Queste interpretazioni aspirano a un ordinamento compiuto e completo, è nemico delle lacune, vuole che ogni fenomeno trovi una propria disciplina per assicurare la certezza del diritto e uniformità di trattamento. Gli strumenti di interpretazione sono molto potenti. Al fine dell’interpretazione non dobbiamo considerare solo le fonti interne (interpretazione più potente è quella secondo la costituzione) ma dobbiamo considerare anche la dimensione sovranazionale. Noi facciamo parte dell’Unione europea, c’è una normativa che si impone nel nostro ordinamento. Tutte le potenzialità ermeneutiche, l’interpretazione del giudice, sono ancor più incrementate perché attingono a livelli sovranazionali. La corte costituzionale quindi ragiona coerentemente l’interpretazione conforme sia alla costituzione che al diritto dell’unione europea (fonte sovraordinata alla legge a volte anche alla costituzione) per ragione l’interpretazione convenzionalmente orientata, conforme alla convenzione europea dei diritti dell’uomo. Diritto positivo, diritto naturale, norme sociali La comunità organizzata si dà regole (norme sociali), che possono essere della famiglia, semplice associazione privata o un grande ente territoriale ➨il diritto è un fenomeno sociale e non esclusivo dello stato. Di conseguenza vi è una contemporanea pluralità di ordinamenti giuridici, indipendenti ma spesso sovrapposti. Uno stesso comportamento può essere prescritto da certi ordinamenti e vietato da altri in quanto il diritto è positivo (ius positum)▸ diritto vigente in un determinato ambito politico-territoriale e spazio di tempo, creato ed imposto da uno Stato sovrano  mediante norme giuridiche  e volto a regolamentare il comportamento dei propri cittadini, difficile da interpretare perché soggettivo. Diritto naturale che inerisce all’uomo in quanto persona → anche nella costituzione ci sono degli articoli che trapelano del diritto naturale (Art 2. La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo). Quanto al rapporto esistente tra diritto positivo e organizzazione di una comunità umana, si contrappongono due visioni di ordinamento giuridico: 2 forza anche della storia. Il modello storicistico: la storia crea diritto, la sentenza più antica è quella che ha più valore, la giurisprudenza è al centro rispetto alla legge. Petition of Rights: petizione redatta dalle camere dei lords e dei comuni con il quale si chiede al Re d’Inghilterra, Carlo I, il riconoscimento di alcuni diritti, come l’inviolabilità personale e la necessità di chiedere il consenso al Parlamento per imporre nuove tasse e imposte; Habeas corpus: sancisce il principio dell’inviolabilità personale prevedendone anche certe forme di tutela, regole guarentigie. Bill of Rights: segue la gloriosa rivoluzione, è una dichiarazione dei diritti politici e civili che Maria II Stewart e Guglielmo D’Orange accettano nel momento in cui diventano re. Viene stabilito che non possono essere sospese le leggi, non si possono imporre tributi, non si può tenere un esercito durante periodo di pace, i membri del parlamento devono essere eletti liberamente, potere di libertà d’espressione. Centrale è la figura del parlamento che raffigura anche i cittadini più bassi, fungeva da garanzia. Nel modello inglese esistono 2 figure emergenti: 1. Edward Coke: un giurista del 1500-1600, è stato deputato nonché procuratore generale, presidente della camera, ha raggiunto i massimi livelli della magistratura, e non esita in più occasioni a segnalare gli abusi da parte del sovrano, lottando contro l’estendersi delle prerogative regie. 2. John Locke: promotore dell’illuminismo inglese ed europeo, teorico del regime politico liberale. Grazie alla giurisprudenza e al contributo dei pensatori illuminati si riesce a costruire questo sistema che non pone al centro il parlamento o il legislatore Come funziona il parlamento inglese? La sovranità parlamentare non degenera mai in una sovranità illimitata, perché c’è il principio dei certain balances -pesi e contrappesi- infatti c’è la partecipazione nel parlamento di 3 rami: il Re, la Camera dei Comuni (camera bassa) e la Camera dei Lord (camera alta = aristocrazia). A garantire che non ci sia una degenerazione del sistema verso una sovranità illimitata c’è un nucleo di libertà fondamentali che non è disponibile per il potere politico (non potrà mai toglierlo). Lo scopo principale dello stato inglese è quello di impedire sopraffazione grazie a questi giochi di equilibri, ma viene a mancare completamente la possibilità di progettare ex novo una forma politica. Nel senso che, afferma anche Locke, quando si afferma il diritto di resistenza del popolo in caso di tirannia non viene visto come una progettazione di un nuovo sistema per resistere alla tirannia, ma di una restaurazione a quello che c’era prima, ovvero la legalità infranta.. Automaticamente, parlando di diritti e di libertà avremo una maggiore attenzione per le libertà civili o libertà negative rispetto alle libertà positive o politiche. • Libertà negativa: situazione in cui un soggetto ha la libertà di agire senza essere impedito o di non agire senza che nessuno lo costringa ad agire da altri soggetti. Diritto di libertà personale e diritto di proprietà.
 liberty and property primarie • Libertà positiva: situazione in cui un soggetto ha la possibilità di orientare il proprio volere verso uno scopo con un’autodeterminazione, in questo modo la libertà di volere è un certo ordine politico → il diritto di voto. Le libertà negative sono primarie e le libertà positive sono collaterali al modello, perché? In queste libertà è insito anche il momento costituente (momento in cui si decide del funzionamento dello stato, nel sistema inglese è molto difficile che ciò trovi espressione perché è la storia che decide come funzionerà lo stato, il susseguirsi di momenti e libertà acquisiti, le libertà politiche risultano secondarie). Il modello storicistico ha il problema dell’immobilismo, non ci sarà mai un momento costituente ex novo che permetterà di modificare totalmente il sistema. Individualistico Questo modello è legato al giusnaturalismo (= dottrina che ritiene che i diritti ci sono per natura. Né la storia né lo stato garantiscono i diritti). In totale rottura con il passato → rivoluzione in Francia. Il grande vantaggio di questo sistema è che può permettere di costruire ex novo un sistema politico, che comporta la liberazione dell’individuo dall’asoggezione dei poteri feudali e signorili, e la volontà di costruire un sistema. Questo si forma attraverso un contratto sociale: gli individui nascono avendo dei diritti e delle libertà, che ne cedono una parte allo stato affinché questo li tuteli e li garantisca. Lo stato è un’associazione politica che acquisisce gran rilievo in questo modello. 5 I punti che staccano nel modello individualistico e modello statualistico, pur prendendo in considerazione lo stato: 1. Il valore della libertà è primario in questo sistema → valore costituivo (non è il potere pubblico che esercitando una coazione forma lo stato, non è lo stato che decide i diritti e libertà, ma esistono già primi, poi gli individui ne cedono una parte) 2. Potere costituente: potere degli individui di decidere sulla forma e associazione politica (= stato). In questa prospettiva individualistica-contrattualistica si sostiene che, prima ancora di questo patto subiectionis c’è un patto societatis, per cui viene a esistere la società civile degli individui politicamente attivi, che può esercitare il potere costituente. Non è lo stato che decide come sarà se stesso e che diritti avranno gli individui.
 Il potere costituente è così importante in questo modello che può essere esercitato molte volte: questo modello ha alla base la volontà degli individui, se l’individuo non si riconosce nello stato deve poter riaprire il potere costituente per cambiare lo stato. Questo crea instabilità, come successe in Francia. Questo ordine politico prevede necessariamente una costituzione → gli individui cedono allo stato una parte dei loro diritti delle loro libertà perché questo li tuteli attraverso una costituzione, ed è alla costituzione che gli individui affidano la protezione dei propri diritti prestatali. Il modello individualistico ha il problema dell’importanza del volontarismo, non garantendo la stabilità dello stato. Statualistico In questo modello è lo stato che organizza la società e dà ai cittadini diritti. È centrale la figura di Thomas Hobbes, che però viene tirato tra due culture: Nel contratto sociale o stato di natura c’è una costante guerra -bella omnium contra omnes- • la dottrina individualistica: in queste circostanze, seppure l’uomo per natura gode di diritti e libertà, il fatto che per natura l’uomo tenda alla guerra fa si che sia molto difficile che vengano garantiti questi diritti e libertà. Proprio perché vengano garantiti, entra in gioco lo stato. • cultura statualistica: finché si è nello stato di natura cioè di guerra, quei diritti non vengono garantiti (proprio per la guerra). È lo stato, appena entra in gioco che offre i diritti e libertà. Hobbes viene considerato il teorico dello stato assoluto in opposizione a Locke, che anche lui pensa a un contratto sociale, ma quest’ultimo pensa che ci siano dei diritti inalienabili, mentre per Hobbes, quando si fa il contratto, si cedono tutti i diritti allo stato ed è lo stato pactum societatis pactus subationis la società di individui Lo Stato nasce da due diverse convenzioni: • il pactum societatis, o patto di associazione, che dà origine alla società (cioè trasforma una moltitudine di individui in un popolo) ed è stipulato singuli cum singulis • il pactum subiectionis, o patto di sottomissione, che dà origine alla sovranità ed è stipulato tra popolo e sovrano. La Germania è un esempio a questo caso. Questa regione mette al centro lo stato e come modello ancillare (ausiliario) il modello storicistico. Non ci sono diritti soggettivi ma subiettivi, ovvero diritti offerti dello stato. Centrale è l’interesse nazionale. Lo stato trova sé stesso nella storia → Carl von Savigny, giurista e politico tedesco del ‘700 fonda la scuola storica del diritto che pone al centro appunto la storia, in un’epoca dove tutti gli stati scrivevano dei codici per riordinare lo stato. Dunque egli andava contro a quello che accadeva in quegli anni, s’impone contro l’idea di formare codici, e lascia alla storia l’evoluzione del diritto. È anche il precursore della scuola pandettistica che guarda al diritto romano in cui trova quelli istituti di carattere metastorico, vanno al di là della storia che possono essere utilizzati anche nel suo tempo. Georg Friedrich Puchta, l'unico suo vero discepolo. Il modello statualistico tende a deviare verso dispotismi. Le modalità di costituzionalismo Il costituzionalismo si può evolvere attraverso due grandi modalità temporali: la frattura, cioè la rivoluzione (rivoluzione francese e americana); e un lento cambiamento nel tempo, una linearità (modello inglese e italiano) RIVOLUZIONE FRANCESE ➤ la Costituzione nasce da una frattura // nuovo calendario, nuovo mondo, rottura con la storia - non si può instaurare una monarchia, MA si scatena una frattura: la legge diventa fonte di tutela. Monarchia rappresentativa con accentuazioni al modello statalistico; RIVOLUZIONE AMERICANA ➤ non volevano essere rappresentati dal parlamento inglese, si cerca un’indipendenza che non crei fatture con il passato - pone al centro lo storicismo: non vogliono creare il 6 soggetto unico di diritto, vogliono una nuova struttura politica confederata con a capo il monarca inglese, MA la monarchia inglese non accetta e vi è una frattura: dichiarazione indipendenza del 1776); COSTITUZIONALISMO - LINEARITÀ >> STATUTO ALBERINO: frutto della storia, nasce come costituzione del regno di Sardegna (1848) - si forma la base costituzionale, la lettera dello statuto resta intatta per 100 anni, ma si susseguono diverse costituzioni materiali/ordini costituzionali (liberale > autoritario > invariato). Lo statuto deriva da “costituire”/decretare, è una carta costituzionale, ovvero l’insieme di quelle supreme leggi scritte concesse dai principi che vogliono evitare insurrezioni e deposizioni dal popolo [Il termine statuto porta alla mente il mondo medievale: gli statuti erano fonti di diritto per regolare/gestire il mondo medievale - no stato, pluralità delle fonti, ma non vi erano gerarchie delle fonti]; i comuni scrivono degli statuti, degli atti che definiscono l’ordine del comune. 1821, costituzione di Cadice in Sardegna >> 1848, i ministri consigliano al re di concedere uno statuto per evitare ulteriori moti d’insurrezioni (guarda alla costituzione monarchica francese del 1830). Lo statuto è una COSTITUZIONE OTTRIATA, crea come ordinamento una MONARCHIA COSTITUZIONALE: separazione poteri, si garantiscono dei diritti, cristianesimo religione ufficiale ma tolleranza degli altri culti, parlamento bicamerale, il re ha potere esecutivo + legislativo. La Costituzione non è tutela dei diritti, serve ad organizzare lo stato // vita privata del cittadino affidata a un SISTEMA CODICISTICO. Sono le leggi a garantire le libertà, non la costituzione. FASCISMO ≠ COSTITUZIONALISMO (evitare potere assoluto e garantire diritti) >> Mussolini vuole creare un nuovo ordinamento costituzionale: “commissione dei 18”, prova a erigere un nuovo documento che non viene approvato da Mussolini (si rafforza esecutivo, centralizzando figura di monarca). Data la flessibilità dello statuto, Mussolini emanerà una serie di leggi che modifica le istituzioni dello stato (il re continua ad esistere, ma viene lentamente svuotato dei propri poteri). Nel 1928: costituzionalizzazione del gran consiglio del fascismo, diventa organo dello stato 1943: premesse passaggio MONARCHIA > REPUBBLICA; 2 decreti molto importanti: • 1944 >> decreto che prevede l’elezione di un’assemblea costituente che poi avrebbe deciso della forma istituzionale; • 1946 >> il quadro istituzionale deve essere deciso dai cittadini, poi messo su carta dall’assemblea costituente; Il costituzionalismo nel ‘900 Elementi del costituzionalismo del primo dopo guerra (‘900): • Nasce sul concetto di stato liberale • Sottoposizione del potere alle leggi • Riconoscimento dei diritti della persona • Il principio di eguaglianza (in maniera formale) Elementi del costituzionalismo del secondo dopo guerra (Austria, Spagna…): • Separazione dei poteri • Sottoposizione del potere alla legge • Diritti della persona - tutto lo stato sociale, diritti che implicano un concetto di stato diverso, uno stato che promuove il benessere del cittadino • Principio di eguaglianza sostanziale - rimuove gli ostacoli che non consentono di fatto la partecipazione di una persona. • Creazione di un meccanismo per cui quello che è stato detto in costituzione non rimanga lettera morta ma sia verificato da qualcuno. Il controllo della legge che non sia in contrasto con la Costituzione, il potere giudiziario applica e quindi interpreta la legge. 
 La prova di questo è un esempio storico: Gli USA, dove si adottò una costituzione rigida, il giudice dunque davanti alla legge che contrasta la costituzione ha due opzioni, o applica la legge, o applica la costituzione, così nasce il sindacato di costituzionalità, 1803 Marbury vs Madison. Negli ordinamenti contemporanei si adottano degli organi che sono abilitati a questo tipo di sindacato, con nomi diversi ma sono organi di tipo giurisdizionale che si occupano di assicurare la superiorità della costituzione. Gli elementi fondamentali delle costituzioni del dopoguerra: • un nuovo catalogo di diritti e indirizzati a una tutela più piena della persona; • eguaglianza sostanziale e non solo formale; • La costituzione non può essere violata dalla legge ➠ Giudizio di costituzionalità Nel nostro ordinamento sono stati recepiti questi elementi, infatti nella nostra costituzione si trova un meccanismo aggravato di modifica, la norma che prevede la revisione costituzionale è la 138. La nostra 7 • Modo in cui sono ripartire le funzioni delo stato fra il centro e la periferia (stato unitario, stato federale…) STATO ASSOLUTO e STATO DI POLIZIA Lo stato assoluto, affermatosi durante l’età moderna, prevede che il Re, che è tale per grazia di Dio, sia titolare della sovranità e accentri nelle sue mani tutte le funzioni statali. Questo poi sfocia nella seconda metà del ‘700 nello stato di polizia, in cui il potere del sovrano è soggetto alla legge e ha come finalità quello di provvedere al benessere del cittadino. STATO LIBERALE Nasce dalle rivoluzioni borghesi del 1688 (Inghilterra), 1766 (America), 1789 (Francia). È fondamentale nella concezione dello stato e dei rapporti tra governanti e governati. Lo stato deriva dalla volontà dei cittadini ed è creato sia per evitare i conflitti dentro la comunità sia per salvaguardare i diritti dei singoli ➨ contrattualismo. Nascono le costituzioni scritte, che esplicitano regole già esistenti nella realtà naturale. • La sovranità appartiene alla nazione ma ne affida l’esercizio a una minoranza di cittadini ritenuti più adatti per il loro livello culturale e censo • Afferma la supremazia della legge, considerata espressione della volontà generale (▸ principio di legalità), e vincola il sovrano e la pubblica amministrazione • Separazione dei poteri, affidando le funzioni statali a organi che si controllano e bilanciano reciprocamente. STATO SOCIAL-DEMOCRATICO Lungo processo di trasformazione dello Stato liberale, che porta all’allargamento della sua base sociale. • Esiste per consentire ai membri della comunità di autorealizzarsi e di trovare il suo fondamento nella loro volontà • La sovranità è popolare che la esercita direttamente (referendum) o indirettamente tramite rappresentanti • Tutti devono rispettare la costituzione, che diviene rigida • Riconosce e garantisce i diritti dell’uomo • Considera tutti i cittadini uguali davanti alla legge, si impegna inoltre si intervenire a favore dei più deboli Per fare ciò, amplia l’apparato amministrativo reperendo le risorse necessarie mediante la tassazione dei cittadini. Le forme di governo ➤ Modo in cui sono distribuite le funzioni dello stato fra i diversi organi costituzionali e in cui sono disciplinati i rapporti tra quest’ultimi, ovvero Parlamento, Governo e Capo dello Stato. Forma di governo PARLAMENTARE La forma di Governo parlamentare è la più diffusa ed è nata dall’evoluzione della monarchia costituzionale. È estremamente flessibile ➔ il Governo, nominato dal capo dello stato, sta in piedi se e fin tanto che ha la fiducia del Parlamento eletto dal popolo. È una forma di Governo a 3 organi: 1. Capo dello Stato funzioni di garanzia e può sciogliere le camere se verifica che non può nominare un governo che goda della fiducia del parlamento. 2. Parlamento funzione legislativa e approva l’indirizzo del governo 3. Governo esercita la funzione amministrativa Questa forma di Governo può creare Governi molto stabili, come ad esempio il Regno Unito, ma anche molto deboli, come ad esempio l’Italia. Questo accade per le differenze nel sistema dei partiti. Forma di governo PRESIDENZIALE PARLAMENTARISMO MAGGIORITARIO PARLAMENTARISMO FRAMMENTATO RAZIONALIZZAZIONE REGIME ASSEMBLARE I cittadini scelgono in prima persona il PM e l’indirizzo politico. I cittadini delegano in bianco alle forze politiche la formazione del Governo e il suo indirizzo. La formazione del governo è disciplinata dalla Costituzione o dalle leggi in modo da limitare la libertà delle forze politiche. Le funzioni e i poteri normativi amministrativi sono concentrati nel Parlamento. 10 La forma di Governo presidenziale è la più vecchia tra le forme di Governo attualmente vigenti, risale alla Costituzione degli Stati Uniti d’America del 1787. Il presidente della repubblica è eletto direttamente dai cittadini ed è allo stesso tempo capo dello stato e vertice del potere esecutivo. Il presidente e il parlamento sono organi indipendenti tra di loro: il primo svolge la funzione amministrativa; il secondo legislativa. Il Congresso sarebbe il Parlamento, ed è composto da due Camere: • La Camera dei rappresentanti ➔ Camera di rappresentanza nazionale, ogni Stato ha un numero di rappresentanti in Parlamento proporzionale al numero di cittadini dello Stato. • Il Senato ➔ non rappresenta i cittadini degli Stati ma gli Stati stessi, ogni Stato ha lo stesso numero di rappresentanza ➔ due rappresentanti per ogni Stato membro. Che poteri ha il Parlamento? Esercita il potere legislativo, le Camere hanno uguali poteri nell’approvare le leggi ➔ bicameralismo perfetto (come in Italia). Il mandato parlamentare è di due anni. Relazioni di rigorosissima separazione ➔ il Presidente non ha nessun modo per mandare a casa il Parlamento, e non può sciogliere le Camere. Il Parlamento può mandare a casa il Presidente se questo ha fatto dei reati ➔ impeachment. Non c’è nessuna relazione di fiducia tra i due organi. Il pregio della forma di Governo presidenziale è l’estrema stabilità ➔ il Presidente ha 4 anni di mandato. Il difetto della forma di Governo presidenziale è l’estrema rigidità ➔ contraddittorietà ideologica tra i due centri di potere ➔ il sistema rischia di bloccarsi provocando crisi di sistema. Forma di governo SEMIPRESIDENZIALE Il semipresidenzialismo è una variante del sistema presidenziale, un sistema ibrido il cui archetipo è la Francia. Forma di Governo a tre organi: Capo dello Stato, Governo e Parlamento. Distribuzione ripartita del potere esecutivo ➔ elezione popolare diretta del Presidente della Repubblica, che non ha bisogno della fiducia parlamentare e che ha poteri che riguardano il potere esecutivo, ma non tutti ➔ l’altro pezzo ce l’ha il Governo (rappresentato dal Primo Ministro) che deve essere nominato dal Presidente della Repubblica e deve avere la fiducia del Parlamento. Potrebbe esserci un contrasto, ad esempio un Presidente di destra con un Primo Ministro di sinistra, ma in questa forma è obbligatoria la fiducia. In Francia ➔ cohabitation, che fa funzionare quasi come una forma di Governo parlamentare. Istituti di democrazia diretta Nella democrazia rappresentativa il popolo non partecipa direttamente alla determinazione dell’indirizzo politico e all’esercizio delle funzioni di Stato. I cittadini possono far sentire la propria voce mediante i partiti politici. La nostra Costituzione ha introdotto anche alcuni istituti di democrazia diretta per consentire ai cittadini di stimolare o bloccare scelte specifiche degli organi rappresentativi: - Petizione ➔ richiesta che ciascun cittadino può volgere agli organi parlamentari per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessità. Non ha alcun effetto giuridico. - Iniziativa legislativa popolare ➔ secondo l’art 71 della costituzione, è possibile presentare a una delle camere una proposta di legge redatta in articoli esercitata da almeno 50.000 elettori. Poco utilizzata e poco con successo. - Referendum ➔ unico istituto di democrazia diretta che consente al corpo elettorale di proporre e deliberare. La nostra Costituzione prevede diversi tipi di referendum: 1. Abrogativo 2. Costituzionale 3. Variazione Territoriale 4. Regionale ABROGATIVO Disciplinato da Art. 75 Cost. Abrogare in tutto o in parte una legge o un atto avente forza di legge su richiesta di 500.000 elettori e 5 Consigli regionali. È esclusa la possibilità di abrogazione sulle legge tributarie, di bilancio, di amnistia e indulto, autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali. Il procedimento (disciplinato dalla legge n°352 del 25/05/1970) 1. L’iniziativa in cui un comitato promotore, promuove la raccolta firme in 3 mesi o deliberazioni regionali in 4 mesi; 11 2. Deposito delle firme o delle deliberazioni presso l’Ufficio centrale per il referendum (da parte di comitato promotore); 3. Fase della verifica della legittimità della richiesta (Ufficio centrale per il referendum); 4. Fase del giudizio di ammissibilità della richiesta effettuato dalla Corte costituzionale; 5. Fase dell’indizione del Presidente della Repubblica; 6. Fase della votazione e dello scrutinio 7. Fase della proclamazione del risultato con decreto del Presidente della Repubblica (se l’esito è positivo, da questo momento decorre l’abrogazione della legge). Il Governo può avanzare la proposta di posporre l’abrogazione di un massimo di 120 giorni per concedere al Parlamento il tempo necessario per colmare il vuoto legislativo che si viene a creare. Nella parte in diritto la Corte giunge alle seguenti conclusioni: • L’Ufficio centrale per il referendum deve accertare se la richiesta di referendum è conforme alle norme di legge, nello specifico se il quesito verte su di un qualsiasi atto costituzionalmente equiparato (ovvero un atto legislativo). • La Corte costituzionale deve invece verificare l’ammissibilità del referendum, non limitandosi tuttavia a salvaguardare la sola condizione che il quesito referendario verta su una materia non espressamente esclusa dall’art. 75 Cost. La Corte ha infatti il potere-dovere di valutare l’ammissibilità del referendum in via sistematica: ciò significa stabilire se non s’impongano anche altre ragioni costituzionalmente rilevanti per cui sia necessario precludere il ricorso alla votazione popolare. 💡 Doppio controllo del referendum abrogativo (quorum costitutivo + controllo di ammissibilità): La Corte costituzionale deve accertare che la materia su cui verte l’atto legislativo per cui è proposto il referendum non sia escluso dall’art. 75 della Costituzione. La sentenza stabilisce 4 complessi di ragioni d’inammissibilità: 1. Il quesito contiene una pluralità di domande eterogenee, carenti di una matrice razionalmente unitaria ➔ minato lo scopo del referendum di ottenere la genuina manifestazione della sovranità popolare; 2. L’abrogazione si riferisce alla Costituzione, alle leggi di revisione costituzionale, alle “altre leggi costituzionali” previste dall’art 138 Cost, o agli atti legislativi insuscettibili di abrogazione da leggi ordinarie successive; 3. Quando l’abrogazione si riferisce a disposizioni a contenuto costituzionalmente vincolato; 4. L’abrogazione si riferisce a disposizioni che producono effetti collegati in modo stretto all’ambito di operatività delle leggi espressamente indicate dall’art. 75 Cost. (interpretazione logico-sistematica dell’art 75 Cost, che integra interpretazione letterale) Sentenza n. 16/1978 Corte costituzionale: In questa sentenza vengono riuniti otto giudizi relativi all’ammissibilità dei referendum abrogativi proposti in diverse materie: • Inammissibilità del referendum su più articoli della legge 810/29, nelle parti riguardanti il Concordato e il Trattato fra la Santa Sede e l’Italia.
 L’attività della Corte è distinta da quella dell’Ufficio centrale per il referendum. Se il referendum abrogativo assumesse ad oggetto qualunque tipo di atto legislativo (competenza dell’Ufficio), sarebbe coerentemente possibile abrogare la Costituzione. Ciò risulta incompatibile col regime di Costituzione rigida, e non può essere ammesso anche in virtù del fatto che l’art. 138 Cost., prevedendo uno specifico referendum approvativo, non lascia il posto per un ulteriore referendum abrogativo.
 L’art. 75 Cost. non ha la forza attiva necessaria per produrre l’abrogazione dei Patti Lateranensi che, nel caso di modificazioni unilateralmente decise dallo Stato italiano, possono essere legittimamente modificati solo con leggi di revisione costituzionale.
 In quanto rientranti nella categoria dei trattati internazionali, i Patti Lateranensi non possono essere sottoposti a votazione popolare. La ratio è impedire che una volta perfezionatosi il trattato, esso venga privato dell’indispensabile fondamento costituzionale (art 80 Cost.) determinandone la disapplicazione e rendendo così lo Stato italiano responsabile verso gli altri contraenti. • Inammissibilità del referendum su 97 articoli del Codice penale, riferiti ad un’eterogenea pluralità di disposizioni legislative
 La Corte constata che l’ordinamento del referendum abrogativo (legge 352/70) presenta gravi insufficienze e profonde antinomie. Nel primo caso viene riportato l’esempio di mancati rimedi che rispondano all’esigenza di un quesito referendario formulato in termini chiari con riferimento a problemi affini e individuati. (es. nel quesito vengono trascritti i soli commi messi in gioco, non gli integrali disposti negli 12 assumendo così un significato diverso, mantenendo una legge (referendum del 1993, cambiamento della legge elettorale). Come dev’essere il quesito di un referendum ➤ chiaro, univoco, omogeneo, interagibile; è un requisito di chiarezza espressione della libertà di voto. Deve dare origine ad un’alternativa comprensibile e non deve prestarsi ad ambiguità. Il Parlamento (art. 55-art. 69) Organo in cui si concentra la rappresentanza politica. La struttura La struttura del parlamento può essere MONOCAMERALE o BICAMERALE, e quest’ultimo può essere PERFETTO o IMPERFETTO. Cosa significa? PARLAMENTO MONOCAMERALE ➨ Parlamento costituito da una sola camera PARLAMENTO BICAMERALE ➨ Parlamento costituito da 2 camere (in Italia, Camera dei deputati e Senato) La divisione del parlamento in due camere era presente fin dalle origini, perché rispecchiava la divisione della società in classi. Vi era: A. CAMERA ALTA (classi nobiliari) B. CAMERA BASSA (ceti inferiori) Nel ‘900 si affermano il PRINCIPIO DEMOCRATIZZAZIONE DELLO STATO e PRINCIPIO SUFFRAGIO UNIVERSALE ➔ le assemblee non elettive incominciano a scomparire, passando così ad un monocameralismo. In alternativa, si assiste ad un altro fenomeno: il bicameralismo che si lega alla formazione dello stato federale ➔ esigenza di avere una camera dove sono rappresentati gli stati federati (Senato negli Stati Uniti), tuttavia la ragione del bicameralismo negli stati non federali serve a: - Garantire la tutela delle minoranze - Garantire maggiore ponderazione del processo decisionale. La seconda camera assume le sembianze di una “camera di ulteriore riflessione” delle scelte del legislatore. Il modello italiano è frutto di un compromesso raggiunto dalle forze politiche nell’assemblea costituente (organo elettivo che ha lavorato dal ’46 al ’48, con il compito di scrivere la costituzione): - l’orientamento monocameralista appoggiato dall’ala di sinistra >> Teoria di Russeau: “la sovranità appartiene al popolo, dunque la volontà del popolo è unica, quindi si necessita una sola camera” - bicameralismo, appoggiato dall’ala di destra e liberali. Con il compromesso si giunge ad una soluzione ➤ bicameralismo perfetto, le camere hanno le stesse funzioni/poteri e il Senato deve avere un collegamento con un impianto di base regionale. Parlamento caratterizzato da due connotati: 1. Ciascuna camera può votare e revocare la fiducia al governo (art. 94); 2. La formazione di una legge richiede che ciascuno dei due rami adotti una deliberazione avente ad oggetto il medesimo testo legislativo (art. 70); Differenze strutturali: BICAMERALISMO IMPERFETTO BICAMERALISMO PERFETTO le camere svolgono diverse funzioni, possono avere una diversa composizione (Parlamento spagnolo, Parlamento francese). La seconda camera non può votare la sfiducia al governo, in quanto il rapporto di fiducia è con una sola camera. Inoltre si può verificare la prevalenza di una camera sull’altra. In caso di contrasto tra le due ale, ci sono dei sistemi che prevedono solo ad un ramo del parlamento di prevalere. le camere svolgono le stesse funzioni, differenze strutturali limitate. Camera dei deputati Senato Numero 400 200 15 3° organo ➨ PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE (voluto dalla tendenza monocameralista) organo collegiale composto da tutti i deputati e senatori. È presieduto dal presidente della Camera dei Deputati, e per il suo funzionamento si adotta il “Regolamento della camera dei deputati”. Si riunisce per: • Eleggere il presidente della repubblica • Se il presidente della repubblica è accusato di alto tradimento • Se il presidente della repubblica ha attentato alla Costituzione. Le caratteristiche LEGISLATURA = durata in carica di entrambe le camere è di 5 anni, al cui termine il presidente della repubblica scioglie le camere e indice nuove elezioni per formare un nuovo parlamento. In questo lasso di tempo il vecchio parlamento continua ad esercitare le sue funzioni per garantire continuità del parlamento ➨ istituto della prorogatio (art. 61, comma 2) che cessa con la prima riunione delle nuove camere, avvenuta 20 giorni dopo dalle elezioni. Cosa fanno le camere in questo lasso di tempo? • Divieto di eleggere presidente della repubblica • Compiere quegli atti che non possono essere rimandati dal punto di vista della disciplina costituzionale. La durata di ciascuna camera non può essere prorogata se non con una legge, e solo in caso di guerra (art. 60). La MODALITÀ DI VOTO può essere a scrutinio segreto o palese, in base alla decisione del presidente della camera. Avviene in modalità elettronica: modalità di accesso alla postazione tramite riconoscimento delle impronte digitali. Principio di pubblicità dei lavori parlamentari consente agli elettori di controllare quello che fanno gli eletti ➤ sedute parlamentari aperte al pubblico, altre riservate alla stampa + resoconto delle sedute + riprese delle sedute. La programmazione dei lavori serve a bilanciare: A. Maggioranza che ha diritto di realizzare l’indirizzo politico sul quale è stata accordata la fiducia al governo B. Tutelare minoranze parlamentari La programmazione dei lavori prevede la predisposizione di tre atti: 1. Programma dei lavori (elenco degli argomenti che la camera intende esaminare sulla base delle indicazioni del governo e dei gruppi parlamentari - durata bimensile o trimestrale) - deve riservare una parte del tempo dell’assemblea alle proposte dei gruppi parlamentari di minoranza + approvato dalla conferenza dei gruppi parlamentari + consenso qualificato (3/5 o 2/3 dei componenti); 2. Calendario (specificare il programma - numero e date delle sedute riservate agli argomenti proposti nel programma) - approvati dalla conferenza dei gruppi parlamentari + consenso qualificato + deve riservare una parte del tempo dell’assemblea alle proposte dei gruppi parlamentari di minoranza; 3. Ordine del giorno (organizza i lavori della singola seduta) - approvati dalla conferenza dei gruppi parlamentari + consenso qualificato; La funzione LEGISLATIVA e NON-Legislativa La principale funzione del Parlamento, esercitata collettivamente da entrambe le camere, consiste nell’approvare delle leggi ordinarie >> art. 71 e 74 spiegano come deve svolgersi e realizzarsi. La disciplina costituzionale deve essere integrata dalla disciplina regolamentare delle camere. Il procedimento Elezione di 5 senatori a vita da parte del Presidente della Repubblica Elettorato passivo 25 anni 40 anni Elettorato attivo (dopo 2021) 18 anni 18 anni Senato eletto su base regionale Camera dei deputati Senato 16 comprende una serie coordinata di atti volti al raggiungimento del risultato finale, che nel caso del Parlamento è la legge. Gli atti di cui si compone il procedimento legislativo sono: 1. INIZIATIVA LEGISLATIVA - potere di presentare il progetto di legge alla camera; 2. DELIBERAZIONE DELLE CAMERE 3. PROMULGAZIONE I progetti di legge devono essere distinti in disegni di legge, se proponente è il governo, e proposte di legge. È diviso in due parti: articolato, deve essere diviso in articoli + relazione di accompagnamento, che deve delineare gli scopi e caratteristiche del progetto. La funzione legislativa è riservata ad un elenco di soggetti tassativamente indicati = GOVERNO // INIZIATIVA PARLAMENTARE // INIZIATIVA REGIONALE // INIZIATIVA POPOLARE // INIZIATIVA CNEL (consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). Ogni iniziativa avrà un suo peso, chi di più e di meno. Quelle proposte dal governo hanno una maggiore probabilità di successo (80% delle leggi che vengono approvate deriva da iniziativa governativa). L’iniziativa legislativa non pone un obbligo alla camera di esprimersi in merito alla proposta, ma dipende dai capigruppo L’altra funzione svolta dalle camere, la funzione non-legislativa, è quella di controllo dell’operato di governo. Questo controllo si svolge in forma legislativa (art. 80, art. 81) e in forma non legislativa: la conversione in decreto legge richiede un controllo parlamentare, ad esempio, le camere in più approvano le leggi con bilancio (art. 1), così come il rendiconto consultivo. Il parlamento deve anche autorizzare le “politiche commerciali” (art. 80). Lo strumento di controllo che può essere utilizzato dal parlamento sono le “commissioni d’inchiesta”: procede alle indagini con gli stessi poteri e limiti dell’autorità giudiziaria (art. 82), tuttavia l’obbiettivo dell’inchiesta differisce da quello dell’indagine giudiziaria: la prima intende scoprire se il governo ha provocato o contribuito al fenomeno indagato; la seconda vuole scoprire se e da chi sia stato commesso un reato. Autorizzazione preventiva ≠ approvazione: successiva Deliberazione delle camere, Art. 72 >> “Ogni disegno di legge, presentato ad una Camera è, secondo le norme del suo regolamento, esaminato da una Commissione e poi dalla Camera stessa, che l'approva articolo per articolo e con votazione finale” ➣ divieto di discutere un provvedimento direttamente in assemblea, deve essere prima valutato dalla commissione parlamentare competente, individuata dal presidente dell’assembla. 3 tipi di procedimento legislativo: (1) Ordinario “per commissione referente”: discussione generale sul progetto, dopodiché discussione articolo per articolo, e votazione di eventuali emendamenti. Il testo viene poi approvato insieme ad una relazione finale, dove emergono gli orientamenti. Si nomina un relatore che deve presentare quanto discusso all’assemblea. Se le divergenze sono molte, vi sono anche dei relatori di minoranza. In assemblea si hanno 3 letture: 1. Introdotta dai relatori e consiste in una discussione generale 2. Discussione sui singoli articoli e votazione degli emendamenti proposti 3. Votazione del testo definitivo di ogni singolo articolo (2) Per commissione deliberante o legislativa: la commissione assorbe tutte le funzioni dell’assemblea; la commissione si sostituisce all’aula, dunque i tempi si restringono. Ne risente il principio di pubblicità dei lavori parlamentari, s’impongono allora dei limiti: vi sono delle materie per le quali il provvedimento deve necessariamente essere discusso in assemblea (RISERVA DI ASSEMBLEA) + soggetti che possono richiedere che il progetto venga rimesso all’aula (richiesta effettuabile da governo, minoranza della camera, 1/5 componenti della commissione). (3) Per commissione redigente: è un procedimento che non è previsto dalla costituzione; la prima e seconda lettura avvengono in commissione, mentre l’approvazione finale in assemblea. ➤ Esauriti i lavori in una camera, il progetto deve passare all’altra, che dovrà approvarlo in un testo identico: se avvengono delle modifiche, il testo deve tornare alla camera di partenza, che esaminerà le parti emendate (“spola” - passaggio tra le camere). Giunte all’approvazione di un progetto di legge avente il medesimo testo, sarà perfetto, ma non ancora efficace, ovvero capace di produrre effetti giuridici. A fine dell’efficacia è necessaria la PROMULGAZIONE. 17 Il Governo Formalmente il governo non ha avuto una disciplina come la Costituzione prevede, perché la legge che si è occupata di definire i rapporti reciproci tra presidente del consiglio e ministro del governo è la legge 400 del 1988 ➤ si occupa dell’organizzazione, quindi delle competenze del governo e i rapporti tra ministri e presidente del consiglio, ma si è occupata anche di ciò che fa il governo, in particolare degli atti con forza di legge, sia degli atti secondari del governo. Gli atti di natura primaria (decreti legge) sono specificati dalla Costituzione, dunque non si esprime in merito. I regolamenti non trovano disciplina in costituzione, ma nella legge 400/88 dall’articolo 17 (prima disciplinato dalla legge 100 del 1926). Il potere esecutivo spetta al governo, però il baricentro è spostato sulla compagine governativa: “Il presidente del consiglio dei ministri dirige la politica generale del governo e ne è responsabile, mantiene l’unità di indirizzo politico e amministrativo promuovendo e coordinando l’attività dei ministri.” ➤ Il presidente imprime delle linee generali al governo, è un “primus inter pares”, tuttavia non agisce in modo diretto: i ministri hanno un’autonomia propria e potere normativo del proprio ministerio. Talvolta può succedere che un ministro si opponga al governo, tuttavia il presidente non ha potere di revoca nei confronti di questo, ma sono previsti degli strumenti con cui il presidente può incidere sull’attività dei ministri (può chiedere informazioni al ministro, verificare e monitorare che traduca in atti concreti le delibere del consiglio, in caso di verifica di discrasia il presidente può rappresentarla al ministro stesso e riportarle in seno al consiglio dei ministri) - mozione di sfiducia nei confronti del singolo ministro: strategia per revocare un ministro. I poteri più importanti del governo sono collocati all’interno del Consiglio dei ministri (PRINCIPIO DI COLLEGIALITÀ), il presidente deve mantenere l’unità, i ministri adottano i decreti ministeriali. La formazione del governo Come finisce un governo: Fine legislatura → nuove elezioni Manifestazione di sfiducia → atto delle dimissioni del pm (atto formale) → crisi di governo Il presidente della repubblica ha due opzioni: 1. Iter per la formazione di un altro governo 2. Accertarsi che coaguli una maggioranza in parlamento. Scioglimento anticipato delle camere Governo tecnico, senza la fiducia del Parlamento, non sta in piedi Le fasi per costruire un governo consultazioni conferimento dell’incarico, che viene accolto con riserva (perché non si è sicuri del risultato, l’azione è subordinata al fatto di riuscire a trovare la maggioranza) Due tipi di RISERVA: • condizione sospensiva “quando arriva la merce ti pago” • condizione risolutiva “prendo la tua merce se mi arriva a fine mese sennò il contratto è risolto” In questo caso l’incarico è stato accettato senza riserva, coalizione di maggioranza solida Incarico accettato senza riserva → massima certezza di formare un governo. Fase del preincarico o mandato esplorativo: il presidente lo da a chi ricopre un incarico istituzionale, tipo il presidente della camera o senato, che fa un altro giro di consultazioni per capire se la situazione è sanabile. Attribuzione dell’incarico de plano senza riserva → però poi crisi di governo → mandato esplorativo Si presenta dal presidente con la lista dei ministri Variante (governo Conte): anche se il presidente R non ha voce in capitolo sui ministri proposti dal pm, nel governo Conte I ha modificato un ministro (economia?) - forzatura il presidente fa 3 atti giuridici formali: 1. nomina il presidente del consiglio 2. accetta i ministri 3. firma le dimissioni del vecchio pm Principio della prorogatio: quando scade un organo amministrativo o costituzionale, non cade subito il suo ruolo ma continua con il suo ruolo perché quell’organo ci deve essere. La corte costituzionale è l’unico organo che può dirimere un conflitto tra poteri dello stato (art 92 costituzione) 20 Il governo entra in carica attraverso il giuramento che viene fatto subito, perché il problema è la continuità degli organi costituzionali. Il governo entra in funzione con delle limitazioni, prima che entri pienamente in tutte le sue funzioni fiducia del parlamento, entro 10 giorni dal giuramento. Mozione di fiducia (richiamo alle mozioni del PM, il governo si enunci sul programma delle mozioni del PM) ↔ mozione di sfiducia. Il PM fa un discorso illustra il suo programa. ⇒ votazione del programma, che avviene in modo palese per appello nominale (viene chiamato xxx e gli si chiede) ⇒ snodo importante, il parlamento si esprime sul programma di governo, l’indirizzo politico, le scelte di fondo dello stato è cogestito da parlamento e governo. È richiesta la Maggioranza assoluta (50% + 1 degli avente diritto) per accordare la fiducia al governo; negli altri casi relativa. Germania: due camere una rappresenta il popolo e l’altro rappresenta i vari stati dello stato federale. Mentre in Italia lo stesso sistema si ripete alla camera e al senato Non c’è vincolo di mandato Il PM non ha potere di revocare i ministri; ma c’è un escamotage secondo cui poi non c’è il potere di revoca del PM menzione di sfiducia nei confronti del singolo ministro. PM non può revocare gli altri ministri ≠ altri stati es. Germania si compone di 3 elementi principali: 1. Il presidente del consiglio dei ministri (il termine evoca l’idea di un presidente di un collegio, è un “primus inter pares” ≠ premier); 2. I ministri, indicati e nominati dal presidente del consiglio; 3. Consiglio dei ministri; Il Presidente della Repubblica Il Capo dello Stato, nei sistemi parlamentari, può assumere dei ruoli politico-istituzionali differenti che possono oscillare tra due poli: • Può assumere un ruolo di mero organo costituzionale ➤ il Presidente è estraneo al circuito dell’indirizzo politico (appartiene alla triade partiti/parlamento/governo). I poteri di questo è limitato a garantire il funzionamento del sistema costituzionale. • Può assumere il ruolo di un organo governante, un ruolo patologico; si amplia la sfera di intervento, assumendo il ruolo di decisore politico di ultima istanza (supplisce all’incapacità dei partiti di fare quelle scelte politiche fondamentali, es. formazione del governo, scioglimento delle camere). Queste oscillazioni devono avvenire all’interno dei limiti costituzionali. Il ruolo del presidente può assumere connotati diversi: 1. Presidente come spettatore delle attività e scelte dei partiti 2. Presidente come coordinatore e guida COSA INFLUISCE SULLE OSCILLAZIONE DEI POTERI: - Disciplina costituzionale ▸ parte seconda della costituzione, cheti occupa dell’ordinamento della Repubblica (art. 83 e seguenti); - Caratteri sistema politico ▸ assetti concreti del governo, relazioni che s’instaurano tra organi costituzionali; ➤Il Presidente della repubblica viene designato nell’assetto costituzionale come una figura distinta dal governo: non fa parte del potere esecutivo, è dotato di poteri propri, ma il testo costituzionale non definisce il ruolo di questo, dobbiamo ricavarlo. ➤Art. 87: “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l'unità nazionale”. L’articolo definisce anche cosa può fare il Capo dello Stato (nominare pres. del consiglio, promulgare e rimandare leggi, sciogliere anticipatamente il Parlamento, nominare alte cariche..) e pone dei limiti all’esercizio die poteri presidenziali: ➤1. Necessità che il governo dopo essere nominato, vada in Parlamento a chiedere la fiducia = rapporto di fiducia governo-parlamento (essenza forma di governo italiano, in quanto impedisce la nomina di governi presidenziali). ➤Necessità che atti del presidente siano controfirmati dal governo, che esercita attività di controllo sugli atti del Presidente = quelli non firmati sono invalidi; tramite questo controllo esercitato, il governo impedisce al presidente di agire in totale contrapposizione rispetto maggioranza politica. Il ruolo concreto che può assumere il presidente varia a seconda assetti concreti della forma di governo, 2 casi: 21 1. PARLAMENTARISMO MAGGIORITARIO - si caratterizza per la presenza di un sistema partitico formato da due partiti/poli che sono tra loro alternativi. Ciascun partito ha un proprio leader che assume il ruolo di presidente del consiglio alla vittoria delle elezioni. L’elettore formalmente non vota per il presidente del consiglio, ma per il candidato al parlamento, tuttavia ciascun partito propone un candidato nominato alla presidenza del consiglio, dunque l’elettore è come se andasse a votare direttamente per il capo del governo. Da ciò deriva che il capo del governo acquisisce forte legittimazione democratica, dunque i contrasti tra partiti saranno pochi e i governi che si formano molto stabili. Il ruolo del presidente della repubblica è ridotto, perché viene meno la conflittualità tra partiti nella formazione del governo. **Sistema diffuso negli ordinamenti anglosassoni. Diffuso in presenza di ordinamenti di carattere omogeneo, dove c’è conflittualità, si verifica un parlamentarismo compromissorio. 2. PARLAMENTARISMO COMPROMISSORIO - numerosi partiti con molte differenze a livello ideologico: il risultato elettorale non consegna la figura del capo di governo, né un governo, in quanto si forma dopo in Parlamento in seguito ad accordi tra i gruppi parlamentari. Si forma così un governo di coalizione (esponenti dei partiti della maggioranza) o governo monocolore (unico partito). La stabilità del governo dipende dal mantenimento degli accordi dei partiti che formano la maggioranza ➤ i partiti hanno un ruolo di “ricatto”: il venir meno del consenso di un partito favorisce una crisi di governo. L’assetto del partito di governo dipende dal sistema elettorale, che influisce sulla conformazione dei partiti: formule di tipo proporzionale favoriscono il parlamentarismo compromissorio, mentre formule maggioritarie porteranno a parlamentarismo maggioritario. Il ruolo del presidente della repubblica dipende dal caso in cui ci troviamo: • Nel parlamentarismo compromissorio, i rapporti tra i partiti sono connotati da instabilità ➤ il ruolo del capo dello stato si espande (prende decisioni politiche importanti per controbilanciare la conflittualità). • Nel parlamentarismo maggioritario i rapporti tra partiti sono stabili, quindi effettuano decisioni politiche fondamentali loro stessi ➤ capo dello stato si limita a svolgere ruolo di controllo. I poteri del capo dello stato sono “a fisarmonica”: si ampliano e restringono. Si verifica un ampliamento dei poteri se i partiti attraversano una fase di crisi o delegittimazione, in tal caso assume un ruolo di centralità nell’ordinamento: si vuole trarre da lui quella legittimazione che i partiti da soli non hanno raggiunto. Queste dinamiche in cui il ruolo del Capo dello Stato si amplia, è un qualcosa di patologico, ovvero si tratta di dinamiche che devono essere provvisorie in quanto si accentua il ruolo di un organo che non ha responsabilità politica, ed è privo di collegamento con il corpo elettorale. Quando questo spostamento di poteri permane, o si giunge a un mutamento formale del nostro assetto costituzionale (delineare formalmente il presidente come organo di figura governante), oppure bisogna rientrare da questa situazione, quindi i partiti devono riassumere legittimazione. ELEZIONE PRESIDENTE: disciplinata da art. 83 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri. All'elezione partecipano tre delegati per ogni Regione eletti dal Consiglio regionale in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze. La Valle d'Aosta ha un solo delegato. L'elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell'assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta”. ➤La ratio della presenza di delegati regionali è quella di sottolineare il ruolo del presidente come rappresentante d’unità nazionale. ➤La maggioranza dei 2/3 è richiesta dalla Costituzione per garantire una convergenza di forze politiche più ampia delle forze politiche che detengono la maggioranza di governo, per evitare che la figura del Presidente della Repubblica venga ricondotta ad una determinata maggioranza storica. All’elezione si procede per iniziativa del presidente della camera, che 30 giorni prima della scadenza del mandato presidenziale, convoca i rappresentati del parlamento della seduta comune: se le camere sono sciolte, l’elezione avviene entro 15 giorni successivi alla formazione del nuovo parlamento. La ratio di questa disciplina è duplice: 1. Evitare che venga eletto da un parlamento che ha legittimazione politica attenuata, in quanto verso la fine del mandato parlamentare; 2. Evitare che l’elezione avvenga in un periodo pre-elettorale, caratterizzato da forte conflittualità tra partiti in campagna elettorale; REQUISITI PER ELEZIONE COME PRESIDENTE: art. 84 1. Cittadinanza italiana 2. Compimento 50 esimo anno età 3. Godimento diritti civili e politici 22 amministrativi, atti negoziali (contratto di mutuo, testamento), atti giurisdizionali. Per una corretta organizzazione delle fonti del diritto bisogna guardare la Costituzione, non le pre-leggi. Interpretazione della legge, intesa come fonte normativa, le pre-leggi danno delle indicazioni: 1. Bisogna guardare all’interpretazione letterale della norma ➤ significato fatto palese dalle parole e dall’intenzione del legislatore (criterio residuale, in quanto l’atto si estranea dall’autore); Per ricostruire l’intenzione del legislatore, “l’intentio legis”: osservare i lavori parlamentari, per capire chi ha proposto la legge e quale fosse l’obbiettivo della legge (la “ratio legis”: a chi è rivolta la legge + il tempo in cui la legge è stata scritta). Lettura generale - votazione articolo per articolo - votazione finale: nel corso della discussione possono essere approvati vari emendamenti, quindi la legge può modificare col tempo rispetto all’idea originaria. 2. Interpretazione estensiva oppure restrittiva 3. Interpretazione sistematica ➤ chiarimento del significato di una disposizione facendo ricorso ad altre connesse alla prima o relative a materie simili (analogia) 4. Interpretazione adeguatrice ➤ tra due o più interpretazioni possibili, si deve privilegiare quella coerente con i valori e gli obbiettivi perseguiti da altre norme di livello superiore 5. Interpretazione secondo Costituzione ➤ interlocutore della Corte è il giudice che fa osservare la possibilità di più interpretazioni di un testo, tra queste si deve dare precedenza a quella conforme a costituzione Sistema comparativo che pone al centro di esso l’intenzione del legislatore è quello americano (INTERPRETAZIONE ORIGINALISTA) ≠ Sistema comparativo italiano (applicabile solo agli atti normativi) lettura della Costituzione parallela all’evoluzione della coscienza sociale degli istituti giuridici. ANALOGIA: “In caso di controversia si guarda alle norme che disciplinano casi analoghi o simili” (art.12): ▸ si guardano atti e leggi simili, si ricostruisce la “ratio legis” (carattere oggettivo del contenuto da cui traggo la ragione, le finalità della norma) ≠ “intentio legis” (carattere soggettivo); ▸ i presupposti per avviare un’analogia sono che ci sia una regolazione della materia, una lacuna del regolamento che possa ispirarsi alla stessa ratio. Il giudizio di uguaglianza si ha quando il giudice non riesce per il tenore letterale della norma a colmare la lacuna, arrivando così all’intervento della Corte Costituzionale. Per questo motivo la ricostruzione della ratio è fondamentale per instaurare delle comparazioni con altre situazioni conformi al principio d’eguaglianza (es. Impiego pubblico / Impiego privato: il pubblico impiegato ha diritto all’aspettativa in determinati casi, il lavoratore del comparto privato si reca dal giudice per chiedere l’aspettativa. Il giudice glielo nega e si reca alla Corte Costituzionale, ma abbracciando comparti diversi non sono comparabili tra di loro). 1. Analogia legis: il caso è disciplinato ricorrendo ad un’altra norma che regola un caso simile; 2. Analogia iuris: si ricorre, quando non si riesca a trovare una norma simile per disciplinare il caso pratico che viene regolato, ai principi giuridici dello stato (principio di buona fede) ✔Le regole che fanno eccezione all’analogia sono le norme penali e le norme eccezionali di regole generali. ✔Il limite per l’interprete è il “limite del lettorale”, cioè il tenore letterale di una norma: un’espressione può risultare chiara ed equivoca ad un soggetto, ma non ad un altro, attribuendogli così più interpretazioni (es. articolo 89, che è stato dichiarato distante dal contenuto testuale). Successione delle leggi nel tempo (abrogazione delle leggi): tanti fonti del diritto che si succedono nel tempo, il problema sorge quando entrano in collisione ➤ Risoluzione delle antinomie - CRITERIO GERARCHICO // CRITERIO CRONOLOGICO // CRITERIO DELLA COMPETENZA. → Es. Sentenza Marbury vs Madison: applico la legge e disapplico la Costituzione, oppure applico la Costituzione facendo prevalere la legge? Il giudice applicò il “criterio gerarchico” per risolvere la seguente antinomia: stesso fatto governato da due norme. → Es. Un caso governato da due norme, entrate in vigore in due momenti diversi: secondo il criterio cronologico, prevale la successiva in quanto ha determinato l’abrogazione della precedente. → Es. Se la Costituzione dà un certo compito ad una certa fonte, altre fonti in quell’ambito lì non possono intervenire (nasce dalla rigidità costituzionale). La Magistratura Il potere giudiziario deve essere separato da quello esecutivo e legislativo in quanto si possano garantire i diritti di ogni persona. L’attività giurisdizionale è professionale ➨ il giudice è una professione che si esercita nel quadro di una carriera pubblica ed è affidata a magistrati, funzionari che esercitano in modo continuo l’attività giudiziaria. La giurisdizione è: • Funzione almeno parzialmente produttiva di diritto • Il giudice non è più considerato la bocca della legge. 25 • La giustizia è amministrata in nome del popolo ed è indipendente dal singolo giudice e dall’ordine giudiziario ➨ la magistratura gode di indipendenza interna tra i magistrati e la struttura in cui esercitano le funzioni giudiziarie; e di indipendenza esterna nei rapporti con gli altri poteri dello stato. La costituzione dice che la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni potere -> non è un potere perché si limita ad applicare il diritto ai casi pratici. La corte di Cassazione ha un ruolo importante nell’organizzazione giudiziaria italiana: • Organo regolatore di tutto il settore giurisdizionale assicurando l’uniforme interpretazione della legge dei diversi giudici • Giudica in ultimo grado se le sentenza emanate dagli altri organi giurisdizionali hanno fatto corretta applicazione delle norme giuridiche, sennò può annullare i provvedimenti emanati dal giudice. • Risolve i conflitti di competenza tra più giudici ordinari • Definisce le questioni giurisdizionali tra giudici ordinari e speciali • Dirime i conflitti di attribuzione fra i giudici e la pubblica amministrazione • Assicura il principio di prevedibilità/uguaglianza; spesso enuncia un principio a cui si deve ispirare il giudice, interpreta in maniera ultimativa, enuncia i principi di diritto ed è un vertice che condiziona l’interpretazione. È composta da varie sezioni, (ognuna è competente per materia) ciascuna delle quali può decidere di rimettere alle sezioni unite-> istanza di unificazione ancora più elevata -> certezza che l’interpretazione di fatto sia valida nella prassi Elemento di incertezza che grava su tutti i rapporti giuridici: incertezza su quale sarà l’interpretazione della norma Il consiglio superiore della magistratura (CSM) ➨ nasce per garantire autonomia costituzionale e indipendenza dell’ordine giudiziario rispetto agli altri poteri, non essendo tuttavia strumento di autogoverno della magistratura in quanto non svolge funzioni di indirizzo politico o amministrativo nell’ambito dell’organizzazione giudiziaria. È composto da: • 3 membri di diritto: presidente della repubblica, che lo presiede (membro laico); il primo presidente della cassazione o il ministro della giustizia e il procuratore generale della corte di cassazione • 2/3 magistrati ordinari (membri togati) • 1/3 professori ordinari universitari in materie giuridiche o avvocati dopo 15 anni di esercizio eletti dal parlamento, Altro potere importante del consiglio-> potere disciplinare -> si occupa delle sanzioni disciplinari a carico dei magistrati membri laici-> eletti al parlamento membri togati -> ambito della magistratura La corte dei conti ➨ giudice speciale previsto espressamente dalla Costituzione, competente nelle materie di contabilità pubblica. Organo che nasce nel ‘800, dal Pentateuco. Il controllo dei conti pubblici era un privilegio di pochi, ma conservare il patrimonio era un compito di grande rilevanza. Le funzioni giurisdizionali disciplinate dal decreto 12 luglio 1934 n°1214: a. Sulla responsabilità dei pubblici funzionari per danni arrecati all’erario b. Sui conti presentanti da parte degli agenti contabili dello stato c. Sui ricorsi in materia di trattamento pensionistico dei dipendenti pubblici Queste funzioni vengono svolte attraverso proprie sezioni collegiali: • Sezioni ordinarie ‣ principio del doppio grado in giudizio, ovvero contro le sentenze emesse dalle sezioni giurisdizionali (che fanno parte delle sezioni ordinarie) regionali può essere proposto ricorso alle sezioni giurisdizionali centrali • Sezioni riunite ‣ risolvere i conflitti di competenze e le questioni Come si diventa magistrati nella corte dei conti? 1. L’assunzione della maggioranza dei magistrati per concorso 2. Scelta diretta da parte del governo di un ampio numero di magistrati contabili La corte dei Conti è dotata di un organo di garanzia, il consiglio di presidenza della corte dei conti dotato di funzioni analoghe a quelle esercitate dai consiglio superiore della magistratura. È eletto ogni 4 anni ed è composto da: 26 • tre membri di diritto: 1. Il presidente della corte dei conti 2. Presidente aggiunto 3. Il procuratore generale • 4 magistrati della giurisdizione contabile • 4 professori ordinari di università in materie giuridiche o avvocati con 20 anni di servizio, eletti 2 dalla camera dei deputati e 2 dal senato. La Corte Costituzionale La Costituzione italiana è dotata di efficaci strumenti di controllo del suo rispetto da parte di tutte | fonti ad essa subordinata. In seguito alla Prima guerra Mondiale optarono per un "modello accentrato": si è creato un organo di giustizia costituzionale, denominato Corte Costituzionale, deputato a decidere sulla costituzionalità delle leggi ordinarie. In Italia: • Costituzione rigida • Controllo di legittimità costituzionale a modello accentrato ➨ La Corte Costituzionale, che decide sulla costituzionalità delle leggi ordinarie. La struttura Composto da 15 autorevoli giuristi provenienti da diverse esperienze professionali e scelti da 3 poteri dello stato: 1. 1/3 dal Parlamento ➪ eletti in seduta comune, a scrutinio segreto, con la maggioranza dei 2/3 dei componenti nelle prime 3 votazioni, e con la maggioranza dei 3/5 dei componenti; 2. 1/3 dal Presidente della Repubblica ➪ scelti dal Capo dello Stato controfirmati dal PM; 3. 1/3 dalla Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti ➪ eletti dai magistrati di ciascuna seduta a maggioranza assoluta. Nel caso di giudizi di accusa nei confronti del Presidente della Repubblica, si aggiungono 16 giudici aggregati tratti a sorte da un elenco di cittadini maturi. Dato l’alto tasso di politicità di reati di alto tradimento e attentato alla costituzione si inseriscono membri aggregati dotati di amplia sensibilità politica. Per garantire l’indipendenza dei giudici e la stabilità della corte, il mandato dei giudici è lungo ➨ 9 anni, e non possono essere rieletti. La costituzione prescrive che la stessa corte elegga al proprio interno il Presidente, spesso il giudice più anziano, che resta in carica per 3 anni ed è rieleggibile. Questo è un primus inter pares ➨ soltanto in caso di parità negli schieramenti, il suo voto è decisivo. I giudici costituzionali godono di alcune prerogative a garanzia della propria indipendenza: • INAMOVIBILITÀ ➨ non possono essere rimossi dal loro ufficio se non con decisione della Corte adottata con la maggioranza dei 2/3 dei presenti, per incapacità fisica o civile o per gravi mancanze nell’esercizio delle funzioni; • INSINDACABILITÀ ➨ non sono sindacabili, e non possono essere perseguiti per le opinioni espresse; • IMMUNITÀ ➨ hanno la stessa immunità dei membri delle 2 camere, autorizzata dalla Corte Costituzionale; • RETRIBUZIONE ➨ mensile, che non può essere inferiore a quella del più alto magistrato ordinario. • Autonomia finanziaria, amministrativa e regolamentare • Verifica dei titoli di ammissione dei propri membri a maggioranza assoluta • Inviolabilità della sede Le funzioni della Corte Costituzionale Garantire il rispetto della costituzione e della sua rigidità da parte di ogni potere dello stato. In particolare la Costituzione (art. 134) assegna 4 importanti funzioni: 1. Giudicare se le leggi e gli atti aventi forza di legge dello stato o delle regioni rispettino le norme e i principi sanciti dalla costituzione 2. Giudicare sui conflitti di attribuzione che possono sorgere tra poteri dello stato, tra lo stato e le regioni, o fra regioni e province autonome, decidendo poi a quale potere spetta l’attribuzione contestata; 3. Giudicare sulle accuse di alto tradimento o attentato all costituzione mosse al presidente della repubblica dal parlamento in seduta comune; 4. Giudicare sull’ammissibilità delle richieste di referendum abrogativo di leggi e di atti con forza di legge. La giurisprudenza della corte costituzionale: 1. Abrogazione, criterio cronologico 27 • Giudizio di legittimità costituzionale delle leggi in via incidentale: è il giudizio di costituzionalità promosso, nel corso di un processo, da un giudice che chiede alla Corte di vagliare la legittimità costituzionale di una norma di legge di cui deve fare applicazione. Per andare davanti alla corte sono richiesti 3 requisiti, due previsti dalla legge, il terzo è stato stabilito dalla corte costituzionale 1. RILEVANZA ➨ si intende il fatto che il giudice comune non può definire la sua causa senza applicare la regola che lui suppone essere incostituzionale (solo se ha bisogno della norma durante il giudizio). Rapporto di pregiudizialità tra norma e risoluzione del caso; 2. NON MANIFESTA INFONDATEZZA ➨ è sufficiente che il giudice che si trova ad applicare quella norma la ritenga possibilmente incostituzionale - sufficiente che la norma abbia qualche potenziale contrasto; 3. INTERPRETAZIONE COSTITUZIONALMENTE CONFORME ➨ introdotto da costituzione perché ha cercato di limitare le questioni, introducendo un requisito in più. Una norma di legge deve essere interpretata alla luce di ciò che dice la norma in costituzione. Il giudice deve seguire tutte le interpretazioni date dalla corte prima di andare davanti alla corte. Una disposizione non viene dichiarata invalida perché se ne può dare un’interpretazione incostituzionale, ma perché non si possono ricavare disposizioni costituzionali. *disposizione: testo *norma: interpretazione Questione d’incostituzionalità: previo giudizio che viene d’ufficio (solo giudice) o su istanza delle parti (parti del processo). La scelta finale spetta sempre al giudice, se sollevare la questione alla corte costituzionale, a quel punto il giudice dovrà fare un’ordinanza di rinvio nella quale dovrà motivare sulla sussistenza dei tre requisiti: A. perché è fondamentale B. quali sono i profili di incostituzionalità C. indicare il fatto che lui ha provato a dare alla norma un interpretazione conforme ma non è possibile. L’interpretazione conforme ha un limite ed è la lettera della disposizione, posso dare a un testo solo l’interpretazione che in qualche modo possono essere ritraibili dalla disposizione. Quando si va dal giudice amministrativo o davanti alla corte, viene emessa una pronuncia di annullamento, le fonti prodotte dalla disposizione annullata non possono mai trovare applicazione nel nostro ordinamento, si parla dunque di effetto retroattivo ➔ la dichiarazione di incostituzionalità, invalidità e annullamento si applica anche ai casi precedenti all’annullamento ➾ effetto EX TUNC ≠ effetto EX NUNC (abrogazione). Esistono dei limiti alla retroattività dell’annullamento perché si vuole tutelare il principio della certezza del diritto, bisogna conoscere la normativa che va a regolare il caso, quindi il limite dell’invalidità sono i rapporti chiusi che sono stati definiti con una sentenza passata in giudicato, che quel caso è stato definito da una pronuncia di un giudice che non può più essere messa in discussione. Una pronuncia passa in giudicato quando: • Si sono espediti tutti i gradi di giudizio ovvero Primo grado, Secondo grado, Terzo grado (=corte cassazione); • Quando la sentenza emessa dal giudice di primo o secondo grado non viene impugnata entro i termini previsti. I rapporti chiusi ed esauriti si hanno in altri casi: • Quando è decorso troppo tempo per esercitare un determinato diritto o pretesa » es. prescrizione: quando è passato un certo lasso di tempo elevato dalla commissione del fatto criminoso, quindi 30 CONTROLLO DIFFUSO CONTROLLO DIFFUSO Il controllo è effettuato da tutti gli organi giudiziari mediante l’applicazione del principio di preferenza di legge. Nato negli USA a seguito dell’interpretazione della Costituzione data dalla Corte suprema federale con la sentenza Marbury vs Madison del 1803, per cui la Costituzione è legge superiore. Di conseguenza, una legge in contrasto con la Costituzione non è legge, è giuridicamente invalida per cui il giudice non è tenuta ad applicarla. Il controllo è effettuato da un organo ad hoc non appartenente al potere giudiziario, il quale può accertare l’incostituzionalità della legge, abrogandola o addirittura annullandola con effetti erga omnes (nei confronti di tutti). Nata dopo la prima guerra mondiale in alcuni paesi europei, sulla base delle teorie del giurista Hans Kelsen. l'ordinamento giuridico non ha più interesse a punire quel fatto. I fatti essendo prescritti, non posso più essere condannato. • Caso di acquiescenza: in alcuni casi dobbiamo esercitare un diritto entro un lasso di tempo, altrimenti perdo quel diritto » es. in campo societario si compie un atto pregiudizievole per i soci, questi possono esperire un'azione di responsabilità nei confronti dell'artefice entro un termine espresso, altrimenti si verifica il fenomeno 'acquiescenza. Tutto ciò per tutelare la certezza del diritto. Normalmente è giusto che una dichiarazione d'incostituzionalità abbia effetto retroattivo, altrimenti si causerebbe disparità. EFFETTO ERGA OMNES › garantire che di questo effetto possano usufruire tutti i soggetti dell'ordinamento giuridico. Limite = rapporti chiusi ed esauriti. Ulteriore eccezione di retroattività: dichiarazione di incostituzionalità delle norme penali incriminatrici; c'è una norma espressa nella nostra costituzione che ci dice che se un soggetto è stato condannato sulla base di una sentenza che applica una norma dichiarata successivamente incostituzionale, dovrebbe valere la regola del rapporto esaurito, ma vale il "Principio favor rei" per cui si applica la norma più favorevole, ovvero quella che dichiara incostituzionale il reato sulla base di quale è stato punito. La norma incostituzionale cessa l'esito della sentenza, quindi viene liberato. Altra peculiarità del diritto penale: divieto di analogia. • 1 comma = interpretazione letterale, sistematico • 2 comma = se i criteri del primo non soccorrono, si ricorre all'analogia legis + analogia iuris > benché non ci sia una norma che disciplina il mio caso, ricorrerò ad un'analogia simile di un'altra norma (NON VALE PER IL DIRITTO PENALE) L'effetto di retroattività non è esplicitato in Costituzione, né nella disciplina che regola la materia: implicherebbe effetti pro futuri, dunque il giudice comune non avrebbe alcun interesse a sollevare la questione alla corte. Nella costituzione ci sono delle disposizioni che potrebbero sembrare programmatiche (es. la repubblica tutela il lavoro), sembrano un principio, non una regola ➔ Rapporto tra norme di costituzione più programmatiche e norme di legge più specifiche: sentenza 1 nel 56 la corte prende posizione su questo problema » il problema si era posto in relazione al testo unico delle leggi in materia di pubblica sicurezza (adottato in epoca fascista), che prevedeva la possibilità di limitare la libera manifestazione del pensiero. In particolare nell'art. 113, che imponeva rigide limitazioni di libertà di pensiero. Con l'avvento della Costituzione Repubblicana, viene introdotto l'art. 21 (libertà di pensiero). Il giudice si trova a contrasto tra una disposizione generica (art.21) e regola specifica (art.113/ testo unico). Il giudice ritiene che la norma 113 sia irrilevante perché viola l'art. 21, si costituisce in giudizio l'avvocatura dello stato, che si esprime a favore della legge 113 › si dice che: 1. La corte costituzionale può giudicare la costituzionalità delle leggi solo per le leggi emanate dopo l'entrata in vigore della costituzione e i giudici non possono rilevare nemmeno l’abrogazione; 2. La questione delle leggi anteriori alla Costituzione si può risolvere in due modi: a. Se la Costituzione è in grado di sostituire una disciplina specifica, allora può abrogare la vecchia legge; sarà il giudice a rilevare 'abrogazione della legge precedente ad opera della Costituzione successiva. Applicare dunque il criterio cronologico. b. Nel caso delle leggi programmatiche la Corte non può sindacare la legittimità delle leggi anteriori a Costituzione, né rilevare un'eventuale abrogazione. Non si può fare nulla secondo l'avvocatura dello stato, bisogna solo attendere l'intervento del legislatore. La corte risponde e fissa una serie di principi fondamentali, 2 in particolare: 1. Afferma la propria competenza e dice che l’art 134 della costituzione (che istituisce là competenza della corte, non distingue tra leggi costituite prima o dopo nascita costituzione) prevale tanto su leggi precedenti che successive; 2. non c’è alcun voto di tutela, le norme sono regole vere e proprie. COROLLARIO ➨ Quando la costituzione è in grado di sostituire la propria disciplina con una regola dettagliata alla disciplina contrastante, allora il contrasto può essere risolto direttamente dal giudice comune che potra considerare implicitamente abrogata la regola precedente. Se la costituzione detta una norma specifica può contrastare con un'altra regola specifica di legge: in questo caso il contrasto può essere risolto dal giudice sulla base del criterio cronologico. 31 Nel caso in cui la norma che detta la costituzione non è dettagliata e ci sia contrasto, interviene la corte specificando come quel principio generale si esplica e rende incostituzionale la norma. La Corte si occupa di: - Conflitti di attribuzione ➨ giudizi che riguardano i poteri dello stato. La corte ha il potere di giudicare sugli stessi poteri dello stato che devono rispettare le competenze attribuite dalla costituzione. Il principio di legalità nasce come rapporto di conformità degli atti amministrativi alla legge, non c’è un pubblico potere senza una legge che lo disciplina. Poi con l'avvento delle costituzioni rigide, anche la legge deve essere conforme a costituzione e deve poter essere giudicata da un giudice. Altre costituzioni (es.Italia, Austria,Germania) sono andate oltre e hanno stabilito che la Corte deve avere anche il potere di dirimere i conflitti di potere dello stato: se c’è un potere che esercita competenze che non gli spettano c’è la possibilità di ricorrere alla corte.
 - Dei giudizi penali nei confronti del presidente della repubblica.
 - Del giudizio di ammissibilità dei referendum-> ammissibilità delle questioni Giudizio occidentale-> le sentenze che fa la corte all’esito del suo giudizio
 Giudizio davanti alla corte-> giudice manda un atto introduttivo del giudizio (ordinanza di remissione-> atto autosufficiente-> essere fatto bene sennò dichiarato inammissibile)-> il giudice crede che la legge che deve applicare sia illegittima
 Davanti alla Corte vengono presentate: 1. Sentenze processuali, riguardano il processo e possono avere diversi effetti. La corte non si occupa della costituzionalità della norma, ma di pronunce di inammissibilità che riguardano la difettosa proposizione della questione. Questo perché ogni giudizio ha una serie di presupposti affinché si instauri correttamente. Requisiti che il giudice deve valutare prima di sollevare la questione: 1) la questione deve essere rilevante 2) non manifesta infondatezza 3) deve fare il tentativo di interpretazione adeguatrice. Questi tre elementi devono essere presenti nell’atto introduttivo di giudizio. La corte giudica sull’oggetto alla luce del parametro della costituzione. 2. Sentenze di merito: cioè la conformità della norma a costituzione. Quindi tutte le decisioni della Corte che non arrivano ad occuparsi della conformità della legge a costituzione, non sono decisioni di merito.
 Il giudice non può giudicare per merito, se il processo non è stato svolto adeguatamente. Davanti alla Corte il processo è senza parti necessarie (le parti possono anche non costituirsi in giudizio-> cioè non depositare un atto per essere formalmente parte di quel giudizio); il giudice che ha fatto l’ordinanza non può partecipare. Interviene l’avvocatura dello stato in rappresentanza al governo per difendere la legittimità della legge. Superate le vicende processuali, la Corte si occupa del merito.
 Alla fine la Corte giudica sulle norme->non è detto che se una norma è dichiarata incostituzionale, sia dichiarata tale anche la disposizione.
 norme: interpretazione che da il giudice disposizione: testo scritto Per quanto riguarda le sue decisioni, la Corte costituzionale provvede con: a. Sentenza ➨ quando giudica in via definitiva b. Ordinanza ➨ per tutti gli altri provvedimenti di sua competenza c. Decreto ➨ per gli atti di carattere organizzativo Le Sentenze della corte, possono essere: - Di rigetto: la corte dice che la questione è infondata - Di accoglimento: dichiara l’illegittimità costituzionale della norma oggetto. Ha efficacia generale e retroattiva. Decisione manipolativa ➨ la Corte dichiara l'incostituzionalità di una parte di una norma di legge. • Con le sentenze riduttive la Consulta dichiara l'illegittimità costituzionale della norma individuando la porzione viziata. • Con le sentenze additive interviene per colmare una lacuna normativa contraria a Costituzione. • Con le sentenze sostitutive dichiara l'incostituzionalità di una norma nella parte in cui prevede "a" invece che "b". Es: Sent. 131 del 2022 - sentenza sul cognome che deve acquisire il figlio: se non viene dichiarato nulla, adesso il figlio acquisisce entrambi i cognomi. 32 di limiti, tra questi il rispetto dei principi della legge e dello stato relativamente a quelle materie. Potevi quindi intervenire in materia d’artigianato rispettando però i principi dettati dalla legge statale. - Nel 2001 si capovolge il sistema: “Decreti Bassanini” (1997) devolvevano una serie di funzioni amministrative alle regioni, si parla allora di Federalismo a costituzione invariata - ci si limita ad affidare una serie di competenze amministrative alle regioni. Veicolato da quest’esperienza, nel 2001 il legislatore modifica l’art.117: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali”. Sempre nell’art.117 si specifica quali materie spettino allo Stato e alle Regioni. Nel terzo comma si indicano una serie di materie che spettano alle regioni, le quali però devono seguire i principi stabiliti dalla legislazione statale vigente. Il mondo economico (agricoltura, artigianato, commercio, industria) non è contemplato nei comma precedenti, si ritiene che sia di competenza delle regioni. È difficile che la regione abbia competenze esclusive, vi sono sempre dei limiti. Come vengono tratteggiati i TITOLI DI COMPETENZA ▸ es.“Dislocazione delle antenne per la telefonia mobile”: si riconduce questa competenza al governo del territorio; il legislatore statale pose delle regole in merito alle misure di salvaguardia rispetto al tessuto urbano. Lo stato ha queste competenze nominate nell’art.117, comma 2: alcune sono particolari in quanto declinate come materie obbiettive che fissano degli scopi; lo stato per perseguire questi scopi può passare su qualsiasi tipo di materia, dimostrando che persegue la tutela dell’ambiente, per poi essere controllato dalla Corte Costituzionale. ✔La Costituzione afferma che la competenza regolamentare segue quella legislativa: laddove lo stato ha competenze esclusive, lo stato fa anche i regolamenti; nelle materie di competenza residuale, la competenza è delle regioni. ✔Art. 118: reparto funzioni amministrative ➤ ripartite sulla base di un criterio, il “Principio di sussidiarietà” = la funzione va esercitata dal potere che è più vicino a quella competenza, dunque più in grado di soddisfare determinate esigenze. Seguendo tale principio, le funzioni amministrative spettano ai comuni, salvo che per assicurarne un esercizio unitario siano conferite a province, città metropolitane, regioni o Stato, sulla base dei princìpi di sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza. Si parla di un’ipotesi di riforma della forma di governo: instaurazione di un governo presidenziale // semi-presidenziale. Anche le regioni, cercando di conferire maggiore spazio di “autonomia differenziata” (Veneto, Lombardia, Emilia Romagna): non si tratta di un’iniziativa senza una base normativa, si riprende art. 116 del 2001. L’autonomia differenziata delle province si fonda sul fattore linguistico. Le regioni Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna hanno chiesto il trasferimento di potestà legislative e di risorse finanziarie. “Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.” ➤ la legge è atipica in quanto adottata per aumentare le competenze concorrenti o altre competenze in capo allo stato, a favore delle regioni. È una fonte passiva rinforzata: capacità di resistenza all’abrogazione maggiore alle altre leggi. Se la legge regionale viola la legge statale, indirettamente viola la costituzione, perché nell’art.117 si stabilisce che nella competenza concorrente bisogna guardare ai principi delle leggi statali. Si parla allora di PARAMETRO INTERPOSTO: poste tra la legge e la costituzione. I REGOLAMENTI Che cosa è un regolamento? Atti produttivi di norme giuridiche, ossia di fonti del diritto. Sono adottati per l’esecuzione della legge o per il corretto e uniforme esercizio della funzione amministrativa. Art. 17, comma 2, della l. 400/88: si pronuncia sui regolamenti governativi - “Con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato (funzione consultiva) che deve pronunziarsi entro novanta giorni dalla richiesta, possono essere emanati regolamenti per disciplinare: a. L’esecuzione delle leggi - precisano ciò che è scritto nella legge ▸ REGOLAMENTI ESECUTIVI; b. L’attuazione e l’integrazione delle leggi - attuano o integrano una disposizione, coprendo delle parti che la legge non specifica ▸ REGOLAMENTI ATTUATIVI; c. Le materie in cui manchi la disciplina da parte di leggi - regolamenti che trovano uno spazio esiguo per le materie non coperte da riserve di legge o disciplinate dalla legge ▸ REGOLAMENTI INDIPENDENTI; d. L’organizzazione ed il funzionamento delle amministrazioni pubbliche secondo le disposizione della legge ▸ REGOLAMENTI ORGANIZZATIVI; e. Una materia disciplinata da una legge viene trasferita alla disciplina regolamentare ▸ REGOLAMENTI DI DELEGIFICAZIONE; **Art. 16,15 della l. 400/88: decreto legge - procedimento di attuazione della delega 35 L’UE Le istituzioni sono varie ma quelle più importanti sono il parlamento europeo, il consiglio europeo, il consiglio, la commissione europea e la corte di giustizia dell’unione europea. Ci sarebbe anche l’istituzione della banca europea che governa la moneta unica e la politica monetaria. Accettando di entrare nell’unione europea l’Italia ha ceduto la sua sovranità monetaria alla banca centrale europea. ✔Il parlamento europeo: è l’assemblea legislativa dell’unione europea. I membri del parlamento vengono scelti dai cittadini europei a suffragio universale diretto (così come accade in Italia). Hanno un mandato di 5 anni come il nostro. Vari organi, tra cui il presidente della camera e il presidente del senato. Anche a livello europeo ci sono le commissioni: ogni commissione si occupa di una materia specifica. Il parlamento ha diverse funzioni: - Adozione degli atti legislativi dell’unione europea (funzione normale di ogni parlamento). - Ha un potere di controllo politico, cosa che avviene anche a livello nazionale. Controlla l’organo esecutivo. A livello europeo non c’è un organo esecutivo solo, ma è detto bicefalo. Una testa è la commissione europea, la seconda è il consiglio dell’unione europea. Se il parlamento nazionale controlla tutto l’esecutivo, il parlamento europeo controlla solo la Commissione europea (una delle due teste). C’è un procedimento attraverso il quale il parlamento possa far venire meno la “fiducia”, se si rende conto che non è più adatto a governare → A livello europeo parliamo di mozione di censura. Ci sono dei requisiti: 1. Devono essere passati tre giorni dalla presentazione della mozione. 2. La mozione di censura va votata a scrutinio pubblico, se la mozione viene approvata la commissione deve lasciare collettivamente le sue funzioni, tutti i membri del parlamento devono lasciare la commissione. Non ha questo potere però nei confronti del Consiglio. Il consiglio non è eletto dal parlamento, ma ne fanno parte i singoli ministri nazionali dello stato (≠ la Commissione è eletta dal parlamento). Se i ministri (i ministri di cui il consiglio è composto) sono eletti dal parlamento di ogni stato allora il parlamento europeo non potrà intervenire politicamente. Se ci sono problemi di legittimità il parlamento dovrà rivolgersi alla corte di giustizia per lamentare un’illegittimità. ✔Il Consiglio (dell’unione europea): è una delle due teste dell’esecutivo europeo ed è composto dai ministri nazionali secondo la materia rilevante all’ordine del giorno. Il consiglio non è un organo fisso ma si riunisce in varie formazioni. Significa che ci sono tante formazioni quante sono le materie rilevanti. Il consiglio delibera a maggioranza: ritroviamo così il metodo comunitario. È una maggioranza molto particolare perché ci sono stati molto piccoli e stati più grandi. Bisogna garantire ai paesi più popolosi la possibilità di avere più voti. Per questo ci sono maggioranze qualificate e non maggioranze semplici. Abbiamo due condizioni per avere la maggioranza qualificata: - Un quorum numerico minimo con non meno di 15 voti favorevoli e questi devono rappresentare almeno il 55% dei membri, quindi più della metà. - Un quorum demografico minimo, si riferisce alla popolazione. I voti favorevoli oltre ad essere almeno 15 devono rappresentare almeno il 65% della popolazione dell’unione. Se votano a favore tanti stati piccoli come Cipro sarà difficile raggiungere la maggioranza. L’eccezione è che se anche non si è raggiunto il quorum demografico ma solo quello numerico l’atto può essere comunque adottato se a votare contro sono non più di 3 stati membri. La maggioranza è peculiare per rispettare le diverse popolazioni dell’unione. Il Consiglio ha diverse funzioni: è un organo esecutivo che a livello europeo è anche un organo legislativo, è come se ci fossero due camere, una il parlamento e una il consiglio. A livello nazionale questo non c’è. A livello europeo c’è una sorta di bicameralismo. Il testo deve essere approvato sia dal consiglio che dal parlamento. Il consiglio approva gli atti dell’unione e esercita la funzione esecutiva. ✔Il Consiglio Europeo: è un organo diverso dal consiglio. Il consiglio Europeo è composto dai capi di stato o capi di governo degli stati membri. Macron è il capo di Stato, non il primo ministro della Francia. Per gli altri stati che hanno una forma di governo parlamentare andrà il presidente del consiglio dei ministri. È composto dal presidente del consiglio europeo, dal presidente della commissione europea e dall’alto rappresentante per gli affari esteri e per la sicurezza comune. L’alto rappresentante dell’unione per gli affari esteri e per la sicurezza è una sorta di ministro per gli affari esteri. Si delibera con un eccezione al metodo comunitario, cioè non si delibera a maggioranza ma per consenso. È una specie di unanimità nel senso che non si vota formalmente ma l’atto che il presidente presenta viene approvato se nessuno si oppone. Il consiglio europeo è una sorta di organo di indirizzo dell’unione e indica la strada che l’unione dovrà seguire. A livello nazionale a dare l’indirizzo politico è il governo e il parlamento, a livello europeo è il consiglio europeo. ✔ La commissione europea: è l’altra testa dell’esecutivo europeo, la commissione rispetta il metodo comunitario perché è composto da organi individuali. La commissione è formata da un numero di componenti, compresi la presidente e l’alto rappresentante, pari al numero degli stati membri. Il nostro commissario europeo è Gentiloni. I membri devono avere degli obblighi e hanno un mandato di 5 anni, salvo la possibilità di terminare anticipatamente la commissione attraverso la mozione di sfiducia. Nel 36 procedimento di nomina della commissione vengono in gioco tutti gli organi. C’è questa complessità a livello europeo perché si deve rispettare un sistema di check and balances poiché tutti gli stati vengano tutelati. La procedura di nomina si compone di 5 fasi: 1. Il consiglio europeo propone al parlamento europeo, tenendo conto dell’esito delle elezioni del parlamento europeo, la nomina di un candidato per la presidenza della commissione. In questa prima fase abbiamo consiglio europeo e parlamento europeo che vengono in gioco. 2. Il parlamento elegge questo presidente, nonostante non sia obbligato. 3. Deliberazione del consiglio senza alta qualificazione, di comune accordo con il nuovo presidente eletto, adotta l’elenco dei commissari europei. Questo elenco viene indicato come avviene a livello nazionale quando il presidente del consiglio stila la lista dei ministri. Il consiglio assieme al presidente neoeletto della commissione approva una lista di commissari. 4. Il presidente della commissione e i vari commissari europei sono oggetto di un voto di approvazione da parte del parlamento europeo. C’è un rapporto di fiducia che li lega, questo il motivo per cui ci può essere una mozione di censura nei confronti della commissione. A livello nazionale ci saremmo fermati qui ma a livello europeo non basta questo. 5. Il consiglio europeo approva anche lui questa commissione, la commissione ha un ruolo importante e quindi gli stati vogliono avere un ruolo nel nominarlo. La commissione delibera a maggioranza, non a unanimità. Ciò che è importante per la commissione sono i suoi compiti. A. Ha un potere esclusivo di proposta, mentre a livello nazionale vari soggetti possono avere iniziativa legislativa. A livello europeo solo la commissione può proporre una legge. Per questo c’è un forte impegno nella nomina del consiglio europeo. B. È la custode della legalità a livello dell’unione, significa che può esercitare dei ricorsi nei casi di violazione del diritto dell’unione europea e questi ricorsi vengono esperiti nei confronti di un giudice (corte di giustizia) che è il soggetto che detiene la giustizia. Può esperire i ricorsi sia contro le istituzioni dell’unione in generale, sia contro gli stati membri se non rispettano il diritto dell’Unione. ✔Corte di giustizia dell’unione europea: è la corte costituzionale dell’unione. Si compone di un giudice per stato membro e poi ci sono 11 avvocati generali. Mentre i giudici hanno una funzione giudicante e porteranno a decidere la controversia, gli avvocati danno semplicemente delle conclusioni. Prima che i giudici decidano, gli avvocati danno una proposta di decisione che non è vincolante. Ci sono sempre 4 avvocati generali dei quattro stati più grandi (Francia, Germania, Italia e Spagna) mentre gli altri vengono scelti a rotazione. La corte di giustizia si riunisce in formazioni, non è un organo permanente. Abbiamo in particolare tre formazioni: 1. La sezione che è composta da tre o cinque giudici ed è la formazione ordinaria. 2. La grande sezione, composta da 15 giudici tra cui il Presidente, il Vicepresidente e tre presidenti delle sezioni. Viene convocata o quando lo richiede uno stato o quando lo richiede un’istituzione che è parte del giudizio. 3. La seduta plenaria che vede la partecipazione di tutti i giudici che compongono la corte di giustizia. Viene convocata quando la corte stessa ritiene che il giudizio richieda un’importanza peculiare. La procedura davanti alla corte è mista, in parte scritta e in parte orale. Ciò significa che si depositano e si scambiano delle memorie scritte delle parti, mentre nella parte orale si ha la lettura delle conclusioni dell’avvocato generale prima che venga decisa la causa. Le parti possono controbattere e dare la loro posizione in via orale e poi la corte di giustizia si riunisce in camera di consiglio (luogo fisico, a porte chiuse in cui i giudici deliberano). Presa la decisione a porte chiuse la sentenza viene letta in una sentenza pubblica in presenza di entrambe le parti. L’ultimo punto è che la corte di giustizia ha natura tendenzialmente giurisdizionale, ciò significa che deve decidere una questione controversa sottoposta al suo interesse. Oltre alla funzione giurisdizionale ha una funzione consultiva, la corte può emettere pareri che hanno un valore parzialmente vincolante. Se c’è un contrasto tra i trattati interni dell’unione e trattati con altri stati, si può chiedere un parere alla Corte. Se il parere è negativo quel trattato non può entrare in vigore a meno che non si modifichino i trattati interni oppure emendare il trattato terzo. Le fonti dell’UE L’adattamento al diritto internazionale generalmente riconosciuto L’adattamento avviene in modo automatico, senza la necessità di specifici atti nazionali di ricezione in virtù del rinvio mobile operato dall’art. 10. Queste norme possono derogare anche alle disposizioni costituzionali, incontrato il solo limite del rispetto dei principi supremi dell’ordinamento costituzionale, se contrastano tali principi non possono essere applicate in Italia. ➤La revisione costituzionale è un metodo tramite il quale si possono cambiare articoli della carta costituzionale. Per cambiare la costituzione ci vuole la maggioranza aggravata. Tutti i diritti fondamentali riconosciuti dalla costituzione non sono soggetti a revisione costituzionale, così come la forma 37 serie di articoli in cui indica il modo attraverso cui recepire le norme europee prive di diretta applicabilità. Due metodi: 1. Legge di delegazione europea ➤ decreto legislativo avente forza di legge adottato dal governo utilizzato per recepire le norme europee. Il governo recepisce la normativa sulla base di decreti legislativi delegati. A volte le direttive possono essere recepite attraverso anche regolamenti dell’esecutivo. 2. Legge europea ➤ intervento diretto del Parlamento, no delega ad un soggetto esterno: attraverso l’abrogazione (delimitazione temporale dell’efficacia della norma ai casi precedenti ≠ dall’annullamento, non più valida in generale) o la modifica di disposizioni statali vigenti interne. Per l’attuazione del diritto dell’UE non direttamente applicabile, ad applicarlo può essere lo Stato ed anche le regioni (potestà legislativa che nella gerarchia delle fonti si trovano allo stesso livello delle leggi statali - art. 117: competenze Stato vs regioni). Devono attuare la normativa europea, altrimenti lo Stato dispone di un POTERE SOSTITUTIVO: lo Stato può sostituirsi alla regione e attuare lui con proprie norme le disposizioni dell’UE. Le norme dell’UE possono avere efficacia diretta o indiretta: 1. Diretta: intestano posizioni giuridiche in capo ai singoli; predicato dei regolamenti, in alcuni casi delle direttive. 2. Indiretta: c’è un obbligo di interpretazione conforme, ovvero quando i giudici nazionali // gli operatori giuridici in senso lato, all’applicare il diritto interno devono leggerlo alla luce del diritto dell’UE; **Risarcimento del danno = mancata attuazione di una norma dell’UE priva di diretta applicabilità, determina il diritto al risarcimento del danno nei confronti dello Stato che non adempie. Sentenza 170 del 1984: il contro-limite deve essere fatto valere dalla Corte costituzionale. In sede di giudizio incidentale, il giudice deve rivolgersi alla Corte Costituzionale, sfuggendo al sindacato di costituzionalità della Corte costituzionale in forza del principio di separazione degli ordinamenti, PRINCIPIO DUALISTA (ordinamento europeo - ordinamento nazionale). Si cerca una regola interna sottoponibile al suo sindacato, in forza della quale i regolamenti europei entrano nel sistema italiano. Nell’ipotesi di violazione di un contro-limite, solo la Corte è competente nella decisione di un tale problema tramite la dichiarazione di incostituzionalità. L’effetto diretto si salda insieme al principio di primato. GIURISPRUDENZA DELLA CORTE COSTITUZIONALE: 1. Prima fase: abrogazione, criterio cronologico. 2. Seconda fase: illegittimità costituzionale della regola interna contrastante con la regola europea. 3. Terza fase: Disapplicazione del regolamento dell’Ue ad opera del giudice comune → per rispettare il primato devo immediatamente disapplicare la norma, non devo procedere ad applicare la nozione di incostituzionalità. Contrasto regola interna - art.11: la regola italiana violando la legge europea, viola in maniera indiretta art.11 che ammette delle limitazioni a favore europeo. Il contrasto non può essere fatto valere come i generali contrasti tra legge e costituzione, poiché implicherebbe la consulta della Corte costituzionale, entrando in contrasto con un obbligo stabilito dall’Ue, ovvero primazia del diritto dell’unione europea ➤ SINDACATO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE viene fatto dal giudice comune stesso (controllo di costituzionalità diffuso in caso di contrasto norma interna e norma europea da ogni giudice comune che ne prende parte ≠ controllo di costituzionalità accentrato). Normalmente nei contrasti tra una legge e una norma della costituzione, ci si rivolge alla corte; in questo caso c’è un contrasto tra la legge e la Costituzione, perché la legge interna contrasta direttamente con la norma europea, quindi indirettamente con l’art. 11 che stabilisce che bisogna rispettare le regole europee. In qualche modo la legge interna è incostituzionale: non possiamo rivolgerci alla Corte costituzionale, perché per il tramite del primato dell’effetto diretto si deve applicare immediatamente la regola europea. Integrazione ordinamento interno ed ordinamento europeo: separazione tra essi → sono due ordinamenti autonomi e diversi tra di loro (teoria dualista). Le fonti dell’UE sono fonti atto dell’Ue in quanto prodotte dall’unione europea, ma se le istituzioni dell’Ue fanno un regolamento che va fuori materia, potrà essere sindacato dall’organo dell’Ue. Esistono dei meccanismi per far valere l’eventuale illegittimità. Il giudice italiano, quando applica un atto dell’Ue, può avere dubbi sull’interpretazione dell’atto in materia // pensa che non si applichi al singolo caso // ha dubbi sulla validità dell’atto. Nel caso di dubbio da parte di giudice comune circa validità o interpretazione, mi rivolgo alla corte di giustizia ➤ “Questione pregiudiziale”: 1. Di validità = se sospetta che l’atto dell’Ue non rispetti alcuni parametri, si rivolge al giudice dell’Ue chiedendo chiarimenti in merito alla sua validità; 2. D’interpretazione = dubbio se si applica a quel determinato ambito o meno; La possibilità riconosciuta ai giudici comuni degli ordinamenti nazionali di rivolgersi alla Corte di giustizia dell’Ue, significa che all’applicare il diritto dell’Ue quel giudice funziona come se fosse un organo dell’UE. 40 Anche la corte costituzionale se ha dubbi circa la portata del diritto dell’Ue può rifarsi alla “Questione pregiudiziale”. Tuttavia la corte costituzionale italiana non è sempre stata favorevole: per molto tempo ha evitato di classificarsi come organo dell’Ue all’applicare il diritto dell’Ue, perché riteneva essere organo tutore della Costituzione Italiana, non voleva compararsi ai giudici comuni. Solo ultimamente ha incominciato ad abbracciare questa possibilità. Non c’è quindi una separazione netta tra gli ordinamenti, esistono dei meccanismi di comunicazione tra essi. FONTI INTERNAZIONALI (≠ da norme europee) art. 10: “L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.” = consuetudini di diritto internazionale (es. norme relative al trattamento degli agenti diplomatici). Queste norme entrano nel nostro ordinamento attraverso art. 10: “adattamento automatico” ➤ no intervento di una norma interna. Le consuetudini di diritto internazionale sono molto simili alle norme europee ad efficacia diretta: non è necessaria un’opera d’intermediazione del legislatore statale. Essa entra automaticamente per tramite dell’articolo 10. Con che forza entrano nell’ordinamento? Sentenza n. 48 del 1979 ➤ le consuetudini di diritto internazionale entrano con la stessa forza con cui entrano le norme europee, derogando ai principi costituzionali; tuttavia, così come le norme europee, le consuetudini sono sottoposte all’ingresso nel nostro ordinamento, al limite dei principi fondamentali della Costituzione. Sentenza n. 238 del 2014 ➤ applicazione per la prima volta dei contro-limiti; si afferma che una consuetudine internazionale non può essere applicata all’ordinamento italiano in quanto lesiva di uno dei principi fondamentali della costituzione. Questa sentenza, in particolare, riguarda la possibilità di chiedere alla Germania i danni di guerra derivanti dalla sua occupazione del suolo italiano. Il diritto internazionale generale stabiliva di sottrarre gli stati alla giurisdizione di altri stati, i cui cittadini erano stati sottoposti a atti stabiliti da quello stato (“atti iure-imperi”): i cittadini italiani portati nei campi di concentramento, non potevano quindi chiedere i danni alla Germania in principio di questa consuetudine internazionale generalmente riconosciuta. La corte costituzionale interviene affermando che questa norma che sottrae gli stati alla giurisdizione di altri stati, non è compatibile con un principio fondamentale del ordinamento costituzionale italiano, con l’art. 24 della Costituzione (diritto di agire e difendersi in giudizio). La corte costituzionale ha impedito alla consuetudine di entrare nel nostro ordinamento con la sentenza. Trattati internazionali - art. 117, comma 1: negoziati dal governo e applicati con la legge di ratifica, approvata dal Parlamento. Al ratificare un trattato, l’Italia s’impegna nei confronti di un altro stato sul piano del diritto internazionale, a rispettare quel trattato. Se non lo rispetta, lo stato è inadempiente sul piano internazionale. Ciò significa che può dover pagare delle sanzioni. Sul piano del diritto interno? Fino al 2001, posto che gli ordinamenti sono separati, violare un trattato attraverso una legge interna non è una ragione sufficiente per postulare l’illegittimità costituzionale della legge interna che viola il trattato. Successivamente, con la riforma del “Titolo V”, il legislatore inserisce una norma in costituzione ➤ art. 117, comma 1: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall'ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali (= trattati internazionali).” - impone alle leggi statali e regionali di rispettare i trattati. Questo articolo postula che la violazione sia una ragione d’invalidità indiretta della norma interna: la legge sia illegittima dal punto di vista costituzionale. Potrebbe sembrare che il legislatore debba ritenersi vincolato al rispetto di qualsivoglia trattato internazionale, tuttavia normalmente i trattati vengono conclusi così: accordo del governo, poi il parlamento approva una legge di ratifica con la quale autorizza il capo dello stato a ratificare quel trattato, e dà esecuzione al trattato nel nostro ordinamento. ECCEZIONE: Possono essere conclusi anche in forma semplificata, con un semplice accordo tra esecutivi, senza alcuna intermediazione da parte del parlamento. Ciò significherebbe che il governo potrebbe vincolare il parlamento (ma alla base della forma di governo parlamentare sta un rapporto di fiducia unidirezionale tra governo e parlamento, che deve garantire fiducia al governo, il quale è vincolato dal parlamento), ribaltando la forma di governo attuale. Per tanti anni si è fatto finta che la norma non esistesse, perché prevederebbe il vincolo al legislatore interno anche a trattati che per il parlamento non passano. Successivamente la corte costituzionale specifica il suo orientamento con due sentenze del 2007, “Sentenze gemelle”: 1. Sentenza 348 ▸ l’art. 117 si deve applicare solamente a un particolare tipo di trattato, ossia la convenzione europea per la tutela dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU); è un accordo concluso negli anni ’50 che coinvolge paesi europei ed extra-europei nel Consiglio d’Europa. 2. Sentenza 349 La CEDU prevede che se un cittadino vede violati i propri diritti fondamentali da un certo ordinamento statale, può difendersi da esso rivolgendosi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, in particolare alla Corte EDU (Corte di Strasburgo). Se accerta che lo stato membro ha effettivamente violato le libertà fondamentali della persona, obbligherà lo stato a pagare ad una sanzione monetaria. Talvolta la corte costituzionale ha annullato delle leggi italiane in quanto 41 violavano libertà stabilite dalla CEDU. Il trattamento del contrasto tra una norme interna e una norma della CEDU si risolve con il rivolgersi del giudice alla Corte costituzionale, che una volta constatato anch’essa il contrasto, la dichiarerà incostituzionale, a patto che il grado di garanzia previsto dalla CEDU è conforme a Costituzione. Le norme della CEDU fungono da “parametro interposto di costituzionalità”: stanno a metà tra Costituzione e legge → Es. Fecondazione eterologa: vietata dalla legge italiana, ma dichiarata incostituzionale per violazione di una norma della CEDU. **Per le norme della CEDU vale un meccanismo simile alle norme europee non dotate di efficacia diretta: la risoluzione spetta alla Corte Costituzionale, che esplicita la dichiarazione di incostituzionalità per violazione diretta della norma europea e mediata della norma costituzionale. 42
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