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Dispensa diritto costituzionale, Dispense di Diritto Costituzionale

Dispensa di diritto costituzionale. Comprende il sunto delle spiegazioni del professor Furlan Federico integrato con le slide e il libro Groppi Simoncini " introduzione allo studio del diritto pubblico e delle sue fonti".

Tipologia: Dispense

2019/2020

In vendita dal 15/02/2020

gianluca-ferrante
gianluca-ferrante 🇮🇹

4.5

(18)

29 documenti

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Scarica Dispensa diritto costituzionale e più Dispense in PDF di Diritto Costituzionale solo su Docsity! DIRITTO COSTITUZIONALE Studia le regole giuridiche di base che presiedono all'organizzazione di uno stato e che si trovano all'interno di un documento scritto: la costituzione. 1 gennaio 1948 venne scritta la costituzione dopo essere usciti da due guerre: guerra mondiale e guerra civile. Bisogna porre delle regole democratiche per far sviluppare la democrazia in Italia. Da quando fu scritta ci sono state poche modifiche. Negli USA venne istituita nel 1787. ORDINAMENTO GIURIDICO: È valido perché lo stato ha una serie di regole e si ha quando un gruppo sociale si aggrega attorno ad un principio ordinatore e si fornisce di regole di organizzazione e condotta ( codice civile e codice penale ) vincolanti per tutti. Il codice civile è prodotto dallo stato ed è lo stato stesso ed è scritto dai cittadini attraverso il parlamento. Il codice civile contiene le regole nei rapporti tra i privati. Il codice penale fu scritto nel 1930 con origine fascista. Tutto ciò che non è punibile è lecito. Nel 1648 con la pace di Westfalia si forma la prima forma di stato moderno. Si rinuncia a parte della libertà stando all'interno dello stato e maggiore potere da parte dello stato. UBI HOMO, HIC SOCIETAS (dove c'è l’uomo c’è una società) UBI SOCIETAS, HIC IUS UBI HOMO, HIC IUS. LO STATO COME ASSOCIAZIONE POLITICA CHE SUPERA L’INDIVIDUALISMO Rousseau contratto sociale 1762: Trovare una forma di associazione che protegga e difenda con tutta la forza comune la persona e i beni di ciascun associato, mediante la quale ognuno unendosi a tutti non obbedisca tuttavia che a se stesso e resti libero come prima. Questo è il problema fondamentale di cui il contratto sociale offre la soluzione. Per lui lo stato di natura era una stato in cui tutti andavano d’accordo, ma per altri si trattava di uno stato di confusione ( Locke). Il costituzionalismo moderno è debitore di una serie di esperienze ed eventi (es. parlamentarismo in Inghilterra dopo l’invasione normanna). Lo stato moderno è il portato di questa evoluzione e nel diritto costituzionale è : Un' entità politica ( suprema ) – SOVRANITA’ Costituita da un - TERRITORIO Su cui è stata stanziata una – POPOLAZIONE Connotato da un proprio - ORDINAMENTO GIURIDICO ( istituzioni e leggi ). La visone di stato che abbiamo è applicabile anche al passato (es. impero romano). Gli stati contemporanei sono frutto degli stati del periodo medievale rinascimentale ecc. Queste caratteristiche rendono lo stato diverso da tutti gli altri ordinamenti giuridici al suo interno. Infatti differisce per: - Originarietà (sovranità verso esterno) deve solo a se stesso la propria esistenza e non è subordinato da nessun altro. - Struttura autoritaria e stabile. - Generalità dei fini si occupa di tutta la vita dei cittadini. - Potere di imperio (sovranità verso l’esterno) la sua supremazia nei confronti di tutti i soggetti che si muovono al suo interno. Le regioni non possono intervenire sulle sanzioni penali, sono fatte direttamente della stato, infatti anche l’organizzazione dei tribunali è dello stato. Anche negli stati federali la federazione ha la sovranità che è composta da diversi stati mentre uno stato regionale è unitario. Lo stato esercita solo lui la forza; anche la polizia dipende dallo stato. Il costituzionalismo moderno ha ricevuto diversi influssi. INFLUSSI CHE PORTANO ALLA NASCITA DEL COSTITUZIONALISMO MODERNO Atene essendo una città stato intorno al 6 secolo avanti Cristo alcuni cittadini maschi puri (di origini) si riunivano in un assemblea dove prendevano le decisioni ( Areopago). Non c'era un dominio oligarchico ma cera partecipazione alla vita politica, ma nel tempo ciò inizia a diminuire. Forma di democrazia diretta. La democrazia di oggi è rappresentativa, i cittadini votano rappresentati che decidono per loro in assemblee chiamate parlamenti. mandati imperativi e poi si proclama costituente tutto nell’arco di due anni. L’assemblea costituente decreta di abolire i diritti feudali e la giustizia signorile e adotta la costituzione che prevedeva una monarchia limitata. Dopo che venne ghigliottinato Luigi XVI viene approvata la costituzione. Vengono presi molti provvedimenti tra cui fondamentale è l’approvazione della dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei cittadini. DICHIARAZIONE DIRITTI DELL’UOMO/PARIGI 1789 La Dichiarazione dei diritti dell’uomo Parigi 1789 si divide in 217 articoli ed è fondamentale anche attualmente. Tutte le costituzioni contengono un catalogo di diritti che trovano un posto fondamentale. Prima dell’organizzazione dei diritti dal 13 al 23 in Francia non c'è. Tra i più importanti art 1: gli uomini nascono e rimangono liberi e uguali nei diritti. In quel periodo era contemplata ancora la servitù della gleba e in generale diverso godimento dei diritti tra nobili e altri. La proclamazione dell’uguaglianza è rivoluzionaria. Art 2 è l’incorporazione dei pensieri che avevano i naturalisti. I diritti sono naturali e imprescrittibili dell’uomo e sono la libertà, la proprietà, la sicurezza e la resistenza all’oppressione. Nessun diritto è mai assoluto, la mia libertà finisce con la libertà di un altro ( opera di bilanciamento). La dichiarazione dei diritti contempla anche alcuni limiti. Nell'articolo 6 ci si collega all'abbattimento della monarchia del periodo rivoluzionario francese. E' dunque posta al massimo livello l'espressione dei cittadini, non c'è nulla al di sopra della legge, ma con la costituzione ciò diventa reale: costituzione>legge. C'è quindi la necessita di instaurare delle regole che sono poste dal legislatore togliendo arbitrio alla polizia con indebolimento dello stato. Verrà approvato il codice civile come strumento di unificazione delle persone. Art 16 principio che riteniamo tuttora valido. Affinchè si abbia una costituzione occorre che ci sia una garanzia dei diritti e una separazione dei poteri con bocciatura dello stato assoluto per il secondo punto. erano argomenti che mancavano nel pensiero assolutistico precedente ( stato assoluto il potere è al re ). Ciò viene preso dalle vicende accadute in Inghilterra con il cambiamento dell'ordinamento inglese ( giudici indipendenti dal re e parlamento che esercitava potere ). Secondo Montesquie si ha un miglioramento del paese con questa struttura. Le novità che hanno portato alla costituzione Dal punto di vista americano la costituzione è adottata da un'assemblea costituente. Dalla costituzione francese abbiamo l'uguaglianza, la separazione dei poteri e il riconoscimento dei diritti. Il parlamento inglese non è legislatore aveva funzione di contro-potere del re ( introduzione delle tasse ). 1803 sentenza Marbury vs Madison ( altro fattore ). Fu un processo inventato da un giudice di pace che non era stato nominato da un ministro di giustizia il quale stava scadendo dalle sue funzione e non viene nominato. Il caso arriva alla corte suprema che arriva ad affermare un principio rivoluzionario ovvero che le leggi fatte di parlamenti sono subordinate alla costituzione ( prima la costituzione non lo prevedeva ). RAPPORTO TRA LEGGE E COSTITUZIONE Si poneva un contrasto tra legge in parlamento e costituzione. Se una legge è in contrasto allora è nulla. Negli Stati Uniti non c'è una corte costituzionale, ciò nonostante il principio per cui costituzione> legge viene stabilito dal 1803 in poi. La corte costituzionale non entra nell'ordinamento giudiziario. Bisogna aspettare gli anni 20 per far entrare in vigore il pensiero del 1803 e nel 1820 si ha la prima vera corte costituzionale. Il parlamento è l'espressione dei cittadini, mentre la costituzione rappresenta i diritti da rispettare. La costituzione non dice nulla sul sistema elettorale. Art48 il voto è uguale. Queste sentenze non possono che produrre dibattiti. La costituzione va rispettata e l'organo che la fa rispettare è la corte costituzionale. LA NASCITA DELLO STATO MODERNO Si è evoluto sulle ceneri dell'ordinamento feudale a partire dal 1400 quando i sovrani hanno unificato i territori nazionali. La monarchia assoluta che si forma dopo la fine della guerra dei 30 anni 1648, vede la presenza di un sovrano di dinastia ereditarie, le quali cercano di imporre la propria autorità sul territorio e lo fanno attraverso dei loro rappresentanti che hanno la funzione di riscuotere le imposte, quindi si ha una unificazione a livello fiscale. Esistevano anche in questi regni delle assemblee, ma a parte il caso inglese, con l'assemblea rappresentativa, le altre non sono simili a quella inglese, ma sono assemblee di ceti, non sono i cittadini a essere rappresentati bensì i ceti che portano avanti le loro esigenze. Un altro aspetto è relativo alla giustizia. Questo aspetto vede una situazione in cui la giustizia deriva dal re, ma in realtà il re controlla soltanto gli appelli ( giudici di secondo grado ). A livello periferico non c'è nessun controllo della giustizia. Lo stato in questo periodo si limitava ad assicurare i confini ed in parte l'amministrazione della giustizia. Il problema era il reperimento delle risorse e quindi la gestione del fisco. Per entrare nelle città si pagava ( es. di sistema di legislazione fiscale ). FORMA DI STATO Sono nozioni molto importanti: Per la prima si intende il rapporto tra le istituzioni che governano e i cittadini o le finalità che lo stato si vuole portare. La forma di governo indica i rapporti tra gli organi che gestiscono il potere politico. Si distinguono diverse tipologie di stato: stato assoluto 600-700 ( dopo guerra dei 30 anni ) vede una situazione nella quale vi sono sudditi ( rapporto sovranità-cittadini ), dove il rè esercita tutte le funzioni politiche. stato liberale 800 ( dopo le rivoluzioni americana e francese ) vede istituzioni che in qualche modo sono espressione dei cittadini ( solo in parte ). inizio della divisione dei poteri, viene abolita la schiavitù. stato autoritario primo 900 comandato da un dittatore. stato socialista 900 prevede che non ci sia una libertà ma che sia tutto dello stato, il quale assicura dei diritti ai cittadini. stato democratico sociale 900-oggi vede caratteristiche completamente diverse. Tutte le classi partecipano e lo stato assume una serie di funzioni nei confronti dei cittadini. PASSAGGIO A SISTEMI AUTORITARI PRIMO 900 La crisi dello stato liberale è data dal suffragio ristretto, dalle condizioni di lavoro e l'assenza di tutele. Lo stato liberale non riesce a combattere senza l'uso della forza e su di ciò si fonda lo scoppio della I guerra mondiale. Viene richiesto un tributo di sangue ai giovani che furono costretti a combattere in trincea e che in cambio non hanno visto un ricambio da parte dello stato. Così viene concesso il suffragio universale che porta in parlamento il partito socialista e quello popolare. Giolitti a capo di quello liberale non capisce che si nutre un bisogno di cambiamento. La caduta dell'impero porta alla nascita della repubblica in Germania. Nel castello di Versailles viene firmata la pace che sanzionerà la Germania a livello economico in modo drammatico e che porterà all'ascesa del nazismo. Dopo la I guerra mondiale nasce la costituzione di Weimar che è interessante ma sconta il fatto di aver consentito l'instaurazione del nazismo. Prevedeva un dualismo tra repubblica e parlamento. E' comunque un avvento positivo perchè vengono riconosciuti i diritti sociali con cui lo stato deve essere più attivo al fine di rendere i diritti attivi. Ad esempio per quanto riguarda l'istruzione diventa in parte gratuita e il periodo scolastico durava 8 anni. Lo stato liberale entrava in queste vicende, mentre adesso lo stato interviene affinchè i vari diritti siano assicurati. Bisogna dunque avere dei dipendenti pubblici che si occupino di questo compito. Gli stati autoritari si affermano perchè nascono sulle debolezze che la fase finale dello stato liberale portava con se. Negli USA questo non è avvenuto. Negli anni 20 vi è la crisi della borsa e la conseguenza di Roosvelt è quella di sposare le idee dell'economista Kennes, che dicevano che lo stato doveva spendere per uscire dalla crisi. Così viene previsto un sistema di sussidi e un sistema pensionistico. Questo si affermerà però solo dopo la II guerra mondiale con il plurilarismo: tutela di tutte le ideologie. Si impongono gli stati autoritari che trovano facilità di innesto in una realtà sociale molto combattuta dove si sentiva la necessità di ordine. Questi movimenti univano una ideologia nazionalista che li portavano ad avere una facile approvazione. L'affermazione dello stato è tema cardine degli stati autoritari con una repressione del sistema politico alternativo, gli altri partiti sono fuorilegge. Vi è una coincidenza tra lo stato e il partito con repressione della libertà ( stampa, associazione...). Diventa impossibile una qualsiasi forma di opposizione. Si torna ad una situazione di assolutismo, il potere politico è concentrato nelle mani di un unico soggetto. Gli stati autoritari hanno politiche aggressive anche dal punto di vista militare ben visibili dalle svariate annessioni di popoli con la creazione di colonie. Il lato più debole è quello legato alla repressione dei diritti civili legati alla repressione. Uno stato con queste caratteristiche è ad esempio quello fascista poichè rifiuta i caratteri dello stato liberale di diritto e recupera alcuni aspetti dello stato assoluto ( ad esempio la concentrazione dei poteri). Il 16 ottobre 1922 ci fu la marcia su Roma e il re al posto di bloccare l'avanzata di Mussolini lo nomina presidente del consiglio. Durante le elezioni del 1924 Matteotti si oppone e poco dopo, il 10 giugno, venne ucciso. Mussolini si prende la responsabilità morale dell'uccisione di Matteotti e le opposizioni abbandonano la secessione dell'aventino (grande sbaglio), i deputati perdono i voti e non c'è più opposizione. Il 3 gennaio 1925 Mussolini fa un discorso in parlamento dove annuncia una serie di riforme in senso autoritarie. vengono dichiarati fuori legge tutti i partiti che non abbiano pensieri fascisti. L'affermazione del fascismo si ha con le leggi fascistissime con la quale viene controllata la stampa utilizzando la censura su tutte le pubblicazioni. Vengono creati tribunali speciali per i reati politici. Dal punto di vista istituzionale si ha la costruzione del gran consiglio del fascismo con i principali gerarchi del fascismo. Assume funzione fondamentali nell'individuazione del seguente presidente del consiglio. Successivamente viene abolita la camera dei deputati e viene instaurata quella dei fasci nel 1939. La fine del fascismo è causata dalle orrende leggi razziali che l'Italia impone nel 38 e dalle disfatte continue relative alla II guerra mondiale. Nel 23 luglio 1943 si ha una riunione del gran consiglio dove Mussolini viene sfiduciato e il potere viene dato al re che lo revoca e lo fa arrestare, cosi viene sostituito da Badoglio. Coloro che votavano contro Mussolini si crearono un grande nemico perchè successivamente Mussolini riprenderà il potere e li giustizierà. Passaggio delle leggi fascistissime: legge di attribuzione del capo di governo: art 1 il potere esecutivo è dettato dal re per mezzo del governo. Guardare art 2 da slide. Il capo di governo dipende soltanto dal re e il parlamento diventa così un organo secondario, con una legge del 1926 viene approvata una legge che declina il governo di approvare dei decreti legge, dovevano passare prima al parlamento e poi convertiti in legge. Il decreto legge come strumento di legislazione in urgenza lo ha solo l'Italia e la Spagna. Art 6: Nessun oggetto può essere messo all'ordine del giorno di una delle due camere, senza l'adesione del capo del governo. Nella forma di governo fascista il potere esecutivo diventa quello centrale. STATO SOCIALISTA: DEFINIZIONE E PASSAGGIO A STATO CONTEMPORANEO E' uno stato autoritario nelle quali ci sono delle costituzioni come quelle del 1918,24,36,77 che accolgono una parte dedicata ai diritti , soprattutto quelli economico-sociali e creano l'organo parlamentare elettivo il soviet supremo da cui deriva il presidium all'interno della quale presiede il ruolo del segretario del partito comunista che finiva per essere il presidente della Russia. Lo stato è proprietario di tutte le forme di ricchezza ( imprese, terre ) e viene abolita la proprietà privata. Lo stato contemporaneo è quello democratico-sociale. Nel 1942 durante la GG viene redatto dall'economista Beveridge il cosiddetto "rapporto Beveridge" che introdusse i concetti di sanità pubblica e pensione sociale per tutti i cittadini. In Svezia la pensione venne introdotta nel 48 e venne chiamata pensione popolare. Lo stato è uno stato interventista ovvero interviene nelle politiche economiche e industriali per ridurre le disuguaglianze, senza limitarsi ad accogliere l'uguaglianza formale. Allarga il suffragio che diventa universale e si estende alle donne. Assicura dei servizi ( dalla culla alla tomba) : diritti riguardanti la salute, l'istruzione, l'assistenza sociale. Da un lato con la tassazione riscuote e dall'altro ridistribuisce e ciò è influenzato dal reddito. Assume anche la qualità di imprenditore, lo stato mantiene le imprese e le aumenta. Nel 1992-93 la maggior parte delle imprese erano di proprietà dello stato. Lo stato assicura e tutela i diritti sociali. Lo stato si indebita per assicurare servizi pubblici: incrementa la spesa pubblica e quindi il prelievo fiscale. Lo stato social-democratico si dota di costituzioni che non erano presenti con lo stato liberale, principalmente dal punto di vista della forma, perchè si pongono come fonte suprema e dell'ordinamento ed è la fonte superiore a tutte le altre. E' quella cosa da cui tutte le altre fonti traggono legittimazione. E' la costituzione che prevede il procedimento di formazione della legge dunque è superiore ad essa. Questo si vede anche nella previsione di giustizia costituzionale. Art 134 la corte costituzionale giudica sulla realtà costituzionale delle leggi ( controlla che le leggi non siano in contrasto con la costituzione). La costituzione è inviolabile e prevede delle modalità per la sua revisione che sono contenute nell'art 138. Procedimento diverso rispetto all'approvazione o modifica delle leggi. Se non ci sono almeno 316 deputati favorevoli il procedimento si blocca. Questo perchè si vuole che non ci sia una maggioranza risicata, si ha la necessità di un accordo. Se il popolo non è d'accordo il procedimento si blocca. La costituzione si dice dunque rigida perchè ha un procedimento di verifica complesso. Queste caratteristiche ( SUPERIORITA' e RIGIDITA') sono caratteristiche formali da cui deriva la necessità di un sistema di giustizia costituzionale. Prevede una serie di tutele dei diritti come la tutela delle minoranze ( linguistiche, religiose). E' normalmente previsto il sistema di eguaglianza sostanziale che prevede l'intervento dello stato per una migliore equalità tra le persone. Per assicurare ciò lo stato offre servizi educativi, sanitari, assistenziari a costo zero e lo stato in cambio chiede una partecipazione dei cittadini attraverso la tassazione. Vi è anche una nuova divisione dei poteri: nello stato liberale il più importante era quello legislativo che era assegnato al parlamento che aveva il compito di esercitare l'indirizzo politico. Il potere esecutivo si limitava a dare esecuzione alle leggi, garantiva la giustizia e molto poco a livello economico. Il potere giudiziario era indipendente. Evoluzione: Il potere legislativo è ancora nelle mani del parlamento, ma la sua capacità di legiferare è diminuito perchè si è gradualmente spostato nelle mani del governo. Il governo diventa il motore della vita politica e per questo il potere esecutivo prende il nome di potere governante ( propone le leggi che devono essere approvate e il parlamento ha la funzione di ratifica). COSTITUZIONE COME FONTE La costituzione è posta al vertice delle fonti di diritto e con essa trovano legittimazione tutte le altre fonti. La costituzione ci mostra il processo di formazione della legge, decreto legge, decreto legislativo, referendum, ma non si occupa di fonti secondarie. Leggi secondaria trovano legittimazione nelle primarie e le primarie nella costituzione. La costituzione è composta da 139 articoli che prendono il nome di disposizioni costituzionali ( norme ). Guardare art 59. La costituzione presenta diverse tipologie di disposizioni e alcune possono avere una immediata efficacia ( guardare art 36). Alcune disposizioni necessitano di una attuazione e prendono il nome di efficacia differita (art75) Ci sono poi le disposizioni che contengo solo un principio ( art21 e art5 ). Pongono regole generali da bilanciare. Infine ci sono disposizioni programmatiche (art 3 comma 2) che pongono fini e obbiettivi. La revisione costituzionale: Nel 63 viene riformata la durata del senato Nel 93 viene riformato l'art 68 che disciplina le immunità dei parlamentari. Tra il 1999 e il 2001 si vara la riforma del titolo V riguardante le regioni. Nel 2012 si approva la riforma dell'art 81 riguardante l'equilibrio di bilancio. Alcune riforme tuttavia si sono arenate, tra le più importanti riguardanti la forma di governo sono quella del 2006 e del 2016. Come funziona il procedimento di revisione Il procedimento di formazione della legge vede una partecipazione della camera e del senato e all'interno delle 2 camere si hanno delle commissioni che hanno una funzione preparatoria ( referente ) e propongono il testo all'assemblea. Il procedimento di formazione di una legge che modifica la costituzione è più complicato perchè c'è bisogno di 2 approvazioni: la prima può avvenire con qualunque maggioranza (relativa ). Dopo circa 90 giorni occorre una seconda approvazione e si ha la necessità del raggiungimento della maggioranza assoluta. Qualora si raggiunga soltanto la maggioranza assoluta e non dei 2/3 la legge non può essere ancora pubblicata ed è sottoposta a referendum. La forma repubblicana non può essere forma di revisione costituzionale. Limiti - Limite espresso alla revisione è presente nell’art 139 della Costituzione e nell’art 1 per il principio democratico. - Limite logico alla revisione, ovvero non si può avere una revisione totale. - Limiti impliciti alla revisione riguardanti art 138 e i principi fondamentali. Principali revisioni attuate -Nel 1963 è riformata la durata del Senato -Nel 1993 è riformato l’art. 68 Cost. -Tra il 1999 e il 2001 si vara la riforma del Titolo V (Regioni) -Nel 2012 si approva la riforma dell’art. 81 ALTRE FONTI DEL DIRITTO DI LIVELLO COSTITUZIONALE Abbiamo già visto il procedimento di revisione costituzionale e quali sono i limiti alla revisione costituzionale. L’ultimo argomento che riguarda le revisione costituzionale, fa riferimento anche ad altre leggi costituzionali. Nell’art 138, si parla del procedimento per revisionare e per approvare le leggi costituzionali. Il punto è che nel corpo della costituzione ci sono casi (molto pochi) nei quali si prevede che una certa materia sia disciplinata da una legge costituzionale. Questo perché si vuole che quella materia sia trattata con particolare attenzione e quindi che per disciplinare quell’ambito ci sia in parlamento un accordo molto ampio le forze politiche. L’esempio è quello dell’art 132, che dice che per legge costituzionale si può, sentiti i consigli regionali, disporre la formazione di regioni già esistenti o la creazione di nuove regioni. Quindi se voglio cambiare il territorio regionale, fonderne una con un’altra o crearne una nuova, ho bisogno di farlo con legge costituzionale. In questo caso, quindi dobbiamo seguire il medesimo procedimento che accade per la revisione della costituzione. Si tratta però di un numero chiuso: il legislatore non può pensare di blindare una legge, approvandola con il procedimento di revisione costituzionale qualsiasi. Esempio: la legge di bilancio. Non si può pensare di approvare la legge di bilancio con legge costituzionale per renderla non più modificabile. Gli unici casi in cui si può approvare una legge di bilancio costituzionale sono quelli in cui è la stessa Costituzione che prevede una riserva di legge costituzionale. Quindi non si può utilizzare questo strumento per raggiungere dei fini diversi. CONSUETUDINI COSTITUZIONALI La corte costituzionale ha avallato l’esistenza, in alcune sentenze, di una categoria di consuetudini costituzionali. Le consuetudini sono quei comportamenti ripetuti nel tempo che i consociati tengono, ritenendolo vincolante. Sono emblematiche quelle dell’avvallamento internazionale (consuetudini internazionali). Quindi quando gli stati mantengono un comportamento nel tempo, considerandolo necessario/vincolante e che tutti seguono. Una consuetudine internazionale è quella secondo cui i trattati vanno rispettati ( pacta unt servanta ). Esistono delle consuetudini costituzionali, cioè quando gli attori politici (parlamento, governo, presidente della repubblica) seguono una prassi continua e la fanno diventare qualcosa di ancora più importante, riconoscendo quel procedimento come vincolante, ecco in questo caso siamo di fronte a una consuetudine costituzionale. Il caso che la Corte costituzionale ha ritenuto essere quello della consuetudine costituzionale è stato all’interno di una sentenza del 1996 (la numero 7), che riguardava il ministro Vancuso. Il ministro di grazia e giustizia era stato sfiduciato individualmente dal Senato. Nel 1995 il ministro era entrato in conflitto con il resto del governo e il ministro non voleva dimettersi, allora è stato utilizzato questo strumento, ossia di far votare al Senato (il ministro Vancuso non era parlamentare) una mozione di sfiducia individuale, cioè diretta al singolo ministro La cosa peculiare sta nel fatto che né nella costituzione, né nel regolamento del Senato questo provvedimento è previsto. Però la corte costituzionale ha affermato che nel regolamento del Senato, la sfiducia individuale non è disciplinata, però era anche vero che lo strumento era previsto dal regolamento della camera e che effettivamente gli erano stati passati altri casi, quindi, secondo la corte costituzionale, questa è una consuetudine costituzionale. Si potrebbe dire lo stesso per esempio della questione di fiducia ( riservata al governo, ma disciplinata dalle camere ), che non è disciplinata in costituzione, ma è uno strumento fondamentale dell’azione di governo (es: il governo ha messo la mozione di fiducia sul decreto legge → in questo caso accade che il governo mette in dubbio la sua permanenza, quindi dice al parlamento che se non vota il provvedimento, ritenuto importante dal governo, quest’ultimo si dimette). Nella storia della Repubblica solo due governi sono caduti a seguito del voto parlamentare e in entrambi casi su una questione di fiducia, che è disciplinata solo dal regolamento parlamentare (dall’art. 116 del regolamento Camera) e non dalla Costituzione. Quindi anche la questione di fiducia è una consuetudine costituzionale. Il problema è che è difficile distinguere le consuetudini costituzionali dalle convenzioni costituzionali. CONVENZIONI COSTITUZIONALI Sono i comportamenti degli organi costituzionali frutto di accordi tra i medesimi. Le convenzioni costituzionali sono sempre dei comportamenti che i politici tengono ma che non hanno raggiunto quel livello di ripetizione e vincolarità che hanno raggiunto le consuetudini. Esempio: il fatto che il presidente della Repubblica, prima di nominare il presidente del consiglio (e su proposta di questo i ministri), svolga le consultazioni (nelle quali trova i segretari dei partiti, sente i presidenti delle camere e i partiti). Potrebbe però il Presidente della Repubblica evitare di fare le consultazioni? Probabilmente sì, infatti se dall’elezioni emerge una vittoria schiacciante di un partito politico e di un leader politico, il presidente della Repubblica potrebbe fare come nel Regno Unito e nominare lui come presidente del consiglio. La convenzione non è obbligatoria, la consuetudine sì. E’ difficile cogliere la differenza fra le due, infatti capita che sia la corte costituzionale ha specificare se siamo in presenza di una consuetudine. La Costituzione si limita a dire che 500mila elettori o 5 consigli regionali possono richiedere il referendum ( per il referendum costituzionale anche 1/5 dei deputati o dei senatori, infatti se un parlamentare vuole abrogare una legge può proporre una proposta di legge, non ha bisogno del referendum ). Per quanto riguarda il referendum di iniziativa popolare, la legge del 1970 ha previsto che vi sia un comitato promotore che presenti un quesito referendario che deve essere presentato alla corte di Cassazione a Roma, la quale ha un apposito ufficio centrale per i referendum. Quindi il comitato promotore presenta un quesito che contiene la domanda che deve essere posta agli elettori. Quando il referendum va a toccare alcuni parti di un testo ( come nei referendum elettorali ), di fatto finisce per essere propositivo. Una volta presentato il quesito di iniziativa popolare il comitato promotore deve raccogliere le firme di 500mila elettori da cittadini con capacità elettorale. Sono 15 cittadini a raccogliere le firme e solitamente hanno l’appoggio dei partiti. Queste firme si raccolgono negli uffici comunali, nei gazebo, ma per raccogliere una firma serve un notaio o consigliere comunale che possa autentificare l’autenticità delle firme. Dopo che le firme sono state raccolte bisogna portare tutto alla corte di cassazione, che svolge un giudizio di legittimità, quindi controlla che ci siano le firme. Nello svolgere il giudizio di legittimità la corte di cassazione deve valutare se il referendum ha ancora un senso, quindi deve controllare che nel periodo di raccolta delle firme il parlamento non abbia votato una legge in contrasto col referendum, quindi la corte di cassazione in questo caso blocca l’iter. Una legge può anche aver cambiato in parte il testo della legge, mantenendone la sostanza: in questo caso il referendum si sposterà dall’altra parte della legge. Entro il 31 ottobre di ogni anno la corte di cassazione fa questo tipo di lavoro e passa alla corte costituzionale il tutto; la corte costituzionale svolge il controllo di ammissibilità del referendum. L’art 75, non essendo molto chiaro, ha fatto si che si attribuisca questo compito di ammissibilità alla corte costituzionale, che deve entro il 20 gennaio, in udienza pubblica sentire il comitato tributore e l’avvocatura dello stato ( che interviene sempre in questi procedimenti ) e ha 1 mese di tempo per decidere l’ammissibilità. Quindi deve valutare se siamo in presenza di una delle categorie escluse dall’art 75 ( leggi tributarie, di bilancio = che autorizza entrate e uscite dell’anno successivo non può essere oggetto di referendum né sull’amnistia né sull’indulto). La corte costituzionale non si è limitata a valutare se ci fossero soltanto le materie escluse, nella sua giurisprudenza ( nei casi che ha trattato ) la corte costituzionale ha introdotto ulteriori limiti rispetto all’art 75, perché a partire dalla tornata del 1976, piovvero sulla corte tantissime richieste di referendum. La corte ritenne necessario affinare lo strumento e limitarlo e questi limiti secondo la corte si traggono dalla stessa costituzione e serve per impedire un numero eccessivo di referendum. La corte costituzionale a partire dal 1976 ha introdotto ulteriori paletti riguardanti le materie affini all’art 75: quindi non solo la legge di bilancio, di autorizzazione alla ratifica dei trattati nazionali, ma anche la legge finanziaria, le leggi che approvano le intese con le confessioni diverse dalla cattolica, leggi a contenuto costituzionale ( cioè che se dalla costituzione emerge un nucleo di discipline non si può intervenire sulla legge perché sarebbe come abrogare la costituzione, non si possono fare leggi di abrogazione costituzionale ). Non si possono nemmeno fare referendum sulle leggi necessarie, ma sulle leggi elettorali, a condizione che una volta che si è approvato il referendum, la legge elettorale continui a essere applicata: sulle leggi elettorali è possibile soltanto un intervento di abrogazione parziale, se il corpo elettorale accoglie il quesito e quindi abroga, il giorno successivo al referendum si deve comunque essere in grado di poter votare ( occorre che la normativa di risulta sia auto applicativa ). Posso quindi tagliare delle parti della legge, ma questa deve comunque mantenere un senso. La corte costituzionale ha anche introdotto una serie di limiti sulla struttura del quesito ( la domanda che viene posta agli elettori ). Il quesito deve, per la corte costituzionale, essere chiaro rispetto ai fini e omogeneo (quindi devo rispondere solo a una domanda ). Il caso nasce perché veniva chiesto alla corte di fare un referendum abrogativo su una serie di articoli del codice penale. Se ci sono più reati, ci sono più quesiti, quindi il quesito non è omogeneo ( non è ammissibile un’eterogeneità delle domande ). A seguito di questi elementi aggiunti dalla corte stessa, i numeri dicono che tra il 1972 e il 2011, a fronte di 148 richieste, sono stati ammessi 69 referendum. Nel 1991 la corte ha consentito il referendum elettorale ( strumento fondamentale ). Il secondo referendum si ha nel 1993 ed è fondamentale perchè è visto come referendum per abbandonare il sistema elettorale proporzionale per quello maggioritario, viene stravolto perchè bisognava avere i 374 dei deputati eletti con il sistema uninominale maggioritario ( legge Mattarellum ). Se il 50 % degli elettori non vota il referendum è nullo – quorum strutturale- è difficile da raggiungere ( il popolo è indifferente e non è formato ). Il quorum funzionale invece si ha con il 50% +1 dei voti espressi. Nel referendum del 2011 partecipò solo 50 % della popolazione, ma il 95 % era a favore. Quali sono i vincoli derivanti dal referendum nei confronti della politica? Se un referendum viene respinto per 5 anni non si può più ripresentare, ciò non accade se si raggiunge il quorum. La Democrazia rappresentativa comporta che i cittadini sono rappresentati delle istituzioni ( a livello ragionale parlamentari ). La democrazia rappresentativa funziona grazie ai partiti, infatti negli anni passati l'assenza dei partiti è stato un fattore di debolezza, mentre oggi continuano ad essere un fattore fondamentale di intermediazione per la selezione del personale politico. Partito socialista = nasce per i lavoratori. Partito comunista = nasce con il comunismo. Partito liberale = ideologia liberale. D.C. = ideologia cristiana. Oggi ciò si è smarrito poichè i partiti non hanno una ideologia unica. Il partito però si deve identificare per ottenere il voto degli elettori. Art 49 è molto generico e descrive il ruolo dei partiti. Democrazia protetta è così chiamata perchè protegge se stessa ( la nostra non lo è ), guardare art 21. I partiti sono delle associazioni private che sono definite da uno statuto interno e hanno delle articolazioni interne che sono i gruppi parlamentari. Oggi i partiti devono registrarsi nella camera e sono esaminati da una commissione. Gruppo misto = parlamentari che non aderiscono a gruppi specifici. I gruppi sono fondamentali perchè è in base alla forza dei gruppi che si stabiliscono le commissioni che non fanno altro che rappresentare le condizioni dei gruppi. ( dal 1920 partito massa ). Le commissioni hanno delle competenze specifiche ( lavoro, giustizia...) e in base a ciò studiano e approfondiscono delle leggi. E' fondamentale avere un gruppo fondamentale per accedere a finanziamenti e per ottenere visibilità. Da guardare: Vincoli derivanti dall’esito referendario ? I casi del finanziamento pubblico e del Min. Agricoltura (1993), della privatizzazione RAI (1995) . SISTEMA ELETTORALE Il popolo che partecipa lo fa principalmente attraverso i partiti. E' il sistema con cui si trasformano i voti espressi dagli elettori durante le elezioni in seggi da assegnare all’interno del parlamento. Questo sistema non è utilizzato in tutto il mondo: negli USA bisogna andare nell'ufficio elettorale a registrarsi, mentre in Italia ogni cittadino ottiene un certificato elettorale. Il cittadino una volta che è maggiorenne ottiene il diritto di voto art 48. Il voto degli italiani all'estero è esplicitato dalla cost.1 del 2000. Il voto può essere limitato per incapacità civile oppure per chi ha subito traumi che lo indispongono al voto. Può essere anche limitato per chi ha subito sentenze giuridiche. La legge prevede limitazione di diritto legato alla commissione contro i reati - LEGGE SEVERINO. Il voto è segreto; vuol dire che nessuno deve essere in grado di sapere come ho votato. Il voto è personale; posso esercitarlo solo io. Il voto è uguale; ogni voto deve valere allo stesso modo. Il voto deve essere libero; non ci possono essere implicazioni. Il voto è un dovere civico; non è obbligatorio. Modalità di voto degli italiani residenti all'estero: fino agli anni 2000 era necessario tornare in Italia, mentre oggi vota e ha anche dei suoi eletti che lo rappresentano. Tipologie di sistemi elettorali Si sono sviluppati una serie di sistemi elettorali: -Maggioritari:1) majority: maggioranza assoluta 2) Plurality: maggioranza relativa -proporzionali -misti ( che utilizzano in parte il maggioritario e in parte il proporzionale ). Le formule maggioritarie prevedono la divisione del territorio in collegi elettorali nella quale uno viene eletto, ci sono quindi tanti collegi quanti i seggi da attribuire. Il candidato che prende più voti fa vincere il collegio ( plurality ). Ne deriva il Consultellum che prevedeva un sistema proporzionale puro con soglie di sbarramento. Successivamente viene emanata la legge Italicum con la riforma di Renzi nel 2015 che sarebbe dovuta valere solo per la camera e stabiliva che se un partito avesse ottenuto il 40% dei voti otteneva il 55 % dei voti, altrimenti ci sarebbe stato un ballottaggio in un secondo momento ( dava comunque un premio di maggioranza ). Tuttavia non venne mai applicata perché nel 2017 venne definita incostituzionale dalla sentenza del 2017 della corte Costituzionale, poiché viola il principio di uguaglianza dei voti. Viene dunque approvata una nuova legge elettorale la Rosatellum nel 2017. Si torna ad un sistema misto che vede una percentuale leggermente superiore ad un 1/3 attribuito ai seggi e poco più dei 2/3 attribuiti tramite un sistema proporzionale con il metodo del quoziente ( + 2% dei seggi eletti dagli italiani all’estero ). Non è possibile un voto disgiunto tra maggioritario e proporzionale e resta il voto degli italiani all’estero che vengono cosi agevolati ( 12 deputati e 6 senatori ). Milano ad esempio elegge 6 deputati tra i 6 collegi uninominali. RAPPORTI TRA ORDINAMENTO ITALIANO ED INTERNAZIONALE: FONTI INTERNAZIONALI Gli stati oggi vivono in un contesto globalizzato, questo fa si che far parte della comunità internazionale e i vincoli che vengono dati siano più forti. Non si può più pensare di vivere isolati dal mondo senza i principi internazionali che sono presenti tra gli stati. Gli stati più importanti però talvolta non si curano molto di queste regole, in forza di quello che è il loro peso all’interno della comunità. La nostra costituzione però fissa alcuni punti molto importanti tra ordinamento interno e internazionale al quale siamo legati sotto forma di trattati internazionali. L’apertura internazionale della nostra costituzione è presente nell’art 10 e 11, mentre l’art 80 spiega le modalità con cui si devono stipulare i trattati. L’art 10 spiega i rapporti dell’adattamento automatico per le consuetudini internazionali. Mentre l’art 11 si occupa di quello che sono le limitazioni alla sovranità di fronte alle organizzazioni internazionali. Rapporti tra ordinamento nazionale e internazionale ( MODALITÀ CON CUI SI RAPPORTANO GLI STATI ): La nostra costituzione riconosce che si ha una concezione DUALISTA. Una cosa è l’ordinamento interno, altro è l’insieme della comunità internazionale. Il diritto internazionale è esterno allo stato. Lo stato decide le regole e decide come rispettarle, in una concezione MONISTA accadrebbe il contrario. I trattati prevedono dei diritti e degli obblighi, uno molto importante è la NATO al quale partecipa anche l’Italia. Il diritto internazionale prevede due diramazioni: quello CONSUETUDINARIO e quello PATTIZIO. Il primo rappresenta le regole che sono state date nel tempo in via consuetudinaria ( comportamenti avuti nel tempo che gli stati riconoscono come consuetudinari ). Sono quindi regole che tutti gli stati rispettano in via consuetudinaria ( comune, che rappresenta la ripetizione di eventi che hanno dato luogo ad una regola giuridica ). Il diritto pattizio invece sono regole che 2 o più stati decidono di darsi e rappresenta i trattati: Un trattato può essere: (1)bilaterale o (2)multilaterale. (1) Se viene stipulato solo con un altro stato. (2) Se viene stipulato con più stati. Può essere (1)aperto o (2)chiuso. (1) ammette la possibilità che entrino altri partecipanti e si può uscire dall’accordo. (2) non permettono di aumentare o diminuire il numero di partecipanti. Nell’art 10 primo comma: l’ordinamento si conforma nelle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. Ha conseguenze molto forti: queste norme entrano direttamente nel nostro ordinamento, senza una procedura. La differenza è forte rispetto ad un trattato internazionale. Esso non entra immediatamente in funzione, c’è bisogno di una procedura. Attraverso l’ordine di esecuzione le regole di un trattato vengono portaste nell’ordinamento Italiano. Poichè le regole entrano in forza dell’art 10 entrano a far parte della costituzione. Sono quindi forme costituzionali ( forma consuetudinaria ). Un qualunque trattato invece che entra in vigore ha il rango della fonte che lo ha introdotto, ma siccome viene introdotto attraverso una legge, avrà la funzione di legge . Si ha bisogno di metodi che possono incorporare regole provenienti dall’esterno e questo compito viene svolto attraverso una visione dualistica. Chi è però l’organo che fa rispettare queste regole del diritto internazionale? Esiste un tribunale alla quale gli stati devono aderire. Come funziona il recepimento dei trattati internazionali da parte dell’ordinamento italiano? I trattati devono essere introdotti all’interno dell’ordinamento italiano. I trattati internazionali sono dunque dei contratti. Il contratto viene ad essere stipulato e dopo il solo fatto di aver fatto ciò la procedura non termina perché non è sufficiente. La procedura prevede l’intervento necessario del parlamento che è chiamato ad autorizzare il presidente della repubblica a ratificare il trattato, a quel punto l’Italia diventa vincolata dal trattato ( dal punto di vista del trattato internazionale ). Nell’ordinamento italiano però il trattato non produce ancora effetti, occorre l’ordine di esecuzione che viene dato sempre dal parlamento e si tratta di una legge con un unico articolo che da piena autorizzazione al trattato che viene ad essere allegato alla legge. Alcuni trattati non prevedono la ratifica da parte del parlamento. L’art 10 afferma che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa e consente condizioni di parità tra gli altri stati. Quando viene introdotto viene fatto pensando all’ONU che prevedeva un sistema di risoluzione delle controversie a livello internazionale con ruolo di “poliziotto”. La pace è stata assicurata dal fatto che sia USA sia URSS avessero armamenti atomici e bisognava trovare una soluzione. L’art 11 invece è stato utilizzato per giustificare la nostra partecipazione all’Unione Europea. RAPPORTO TRA ITALIA E UE L’Europa fino a poco tempo fa non esisteva ma c’era la CECA, nata nel 1951 ( comunità europea carbone acciaio) che limitava la cessione di sovranità ed era composta da Francia e Germania, Belgio e Paesi Bassi , successivamente a questa si aggiunsero altri componenti fino ad arrivare ai 27 odierni, creando l’UE. Nel 1957 nasce la CEE ( comunità economica europea ) con cui si tenta, dopo la seconda guerra mondiale, di superare i risentimenti che aveva lasciato la guerra e nasce come unione di tipo economico con scopo di creare mercato comune di merci e capitali. Nel 1993 viene stipulato un altro trattato, il trattato di Maastricht che fissa le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l'ingresso dei vari stati aderenti nella suddetta Unione. L’UNIONE EUROPEA HA UNA SUA ORGANIZZAZIONE: 1) Parlamento: composto da 751 membri ed ha funzione legislativa, bilancio e funzioni di controllo politico e funzioni consultive. i membri sono eletti per 5 anni e devono essere cittadini di un paese dell’unione. 2) Consiglio dei ministri: composto dai ministri degli stati membri, funzione legislativa e di bilancio, coordina politiche europee e coordina e sorveglia le direttive politiche economiche 3) Consiglio Europeo: ha una funzione politica ed è composto dai capi di stato e di governo dei 28 paesi dell’UE e il presidente del consiglio europeo è eletto dal parlamento europeo ed è rinnovabile massimo una volta. 4) Commissione: composta da un delegato per stato, ha la funzione di vigilanza e controllo sui trattati. C’è un presidente della commissione che è eletto dal parlamento europeo e maggioranza, se ci sono 2/3 dei membri a sfavore si crea una mozione di censura e tutti i componenti si devono dimettere. 5) Corte di giustizia, ha una funzione giudiziaria e ha un proprio potere e un proprio regolamento, il suo compito è di assicurare il rispetto e il diritto nell’interpretazione dei trattati tra: stati membri, istituzioni UE, persone fisiche o giuridiche UE. Tratta anche in particolare i ricorsi per inadempimento e per annullamento. Rapporti tra commissione e parlamento:  Il Consiglio europeo, tenuto conto dei risultati elettorali, propone al Parlamento un candidato alla Presidenza della Commissione (art. 17 TUE).  Il Parlamento lo elegge (a maggioranza assoluta).  Il Consiglio europeo, su proposta del Presidente, propone al Parlamento i Commissari.  Il Parlamento valuta i Commissari (li può anche bocciare) e approva la Commissione nel suo complesso e poi il Consiglio europeo la nomina a maggioranza qualificata.  Il Parlamento può approvare una mozione di censura nei confronti della Commissione (art. 234 TFUE).  Il Presidente della Commissione può richiedere le dimissioni di un membro ( ovvero le può revocare ). Dopo il trattato di Maastricht già nasceva la proposta di una moneta unica, poi presa nel 2002. Le decisioni importanti devono essere prese da tutti i componenti dell’UE ( ad esempio per modificare i trattati ), per questo nel 2004, per esempio, il progetto di costituzione europea è fallito perchè Francia e Olanda non erano d’accordo. Nel 2007 con il trattato di Lisbona viene incorporata la carta dei diritti con ampliamento delle decisioni a maggioranza e diritto di recesso ( art 50 TUE ). Da un punto di vista organizzativo a seguito delle ultime modifiche, l’UE è una confederazione di stati: insieme di stati tenuti insieme da un trattato ma con vincoli maggiori di una federazione. In una federazione è la stessa ad avere la sovranità, mentre per quanto riguarda l’UE sono gli stati ad avere i poteri che gli vengono concessi ( non ha un esercito ). Dalla federazione non è concesso l’abbandono da parte di uno stato, mentre nell’UE si. COME È ORGANIZZATA L’UE OGGI? Evidenziamo il concetto di governo: Forma di governo: insieme dei rapporti tra gli organi istituzionali di vertice che sono gli stessi della CEE. L’articolo che regolamenta ciò è l’art 95 che cerca di chiarire i rapporti tra gli organi che compongono il governo. Il potere governante è quello fondamentale. Nello stato liberale il potere governante è il parlamento, in quello democratico è il governo. IL PARLAMENTO EUROPEO E’ composto da 751 membri Ha funzioni di controllo e di budget ( approva il bilancio e il riconto ). E’ l’unico organo realmente democratico dell’UE. Il parlamento esercita controllo e approva la formazione della commissione. L’organo più importante dell’UE è il consiglio Europeo perché ha funzioni di indirizzo ed è composto dai capi di stato e di governo. ( prende decisioni di politica estera, sanzioni ). Altro organo importante è il consiglio dei ministri che ha funzioni legislative e di bilancio e a seconda dei provvedimenti che devono essere presi partecipano i ministri corrispondenti. Abbiamo poi la commissione che è l’organo esecutivo, ma è anche l’organo di iniziativa delle leggi. I parlamentari non hanno l’iniziativa della legge. I commissari che compongono la commissione sono uno per paese ( in totale 28 ) e quando vengono nominati non rappresentano più il paese ma la commissione ( in Italia commissario all’economia è Gentiloni ). Il parlamento elegge sia il presidente della commissione sia i diversi commissari e può mandare una nozione di censura (sfiducia ) nei confronti della commissione o di un singolo commissario. La commissione riguarda non i singoli stati ma tutta la comunità europea. Per quanto riguarda la corte di giustizia, attua procedure di rinvio, il ricorso per inadempimento nei confronti degli stati ( procedure di infrazione contro gli stati che non rispettano le decisioni ), il ricorso per annullamento nei confronti di un’istituzione ( lo stato membro richiede l’annullamneto di un atto ) e sentenze di accertamento. LE FONTI DEL DIRITTO EUROPEO L’UE è un’organizzazione la cui attività si ripercuote all’interno degli stati( cose che tipicamente non fanno le confederazioni, gli stati federali si ). Abbiamo due tipi di fonti: primarie e secondarie. Le prime sono i Trattati e le successive modifiche o integrazioni. Hanno lo stesso trattamento degli altri trattati ma con delle particolarità. I trattati hanno un grado superiore rispetto alle fonti secondarie che sono di due tipi: Vincolanti e non vincolanti. Le prime si hanno quando vengono attuate direttive, decisioni e regolamenti, le altre quando vengono espresse raccomandazioni, pareri o le cosiddette soft law. Regolamento: “ha portata generale. Esso è obbligatorio in tutti i suoi elementi e direttamente applicabile in ciascuno degli Stati membri”. Direttive: “La direttiva vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi”. Se scaduto il termine di recepimento possiedono efficacia diretta (al pari dei Regolamenti): a) se chiare, precise e incondizionate; b) se chiariscono un obbligo previsto dai trattati; c) se pongono un obbligo di non facere (ovvero astenersi dal fare). Con le direttive è necessaria una intermediazione degli stati membri che possono adattare queste norme che pongono degli obbiettivi e delle finalità da raggiungere. La normativa stabilisce che entro 5 anni lo stato deve adattarsi al contenuto della direttiva. La direttiva il cui tempo di attuazione è scaduto vale come se fosse un regolamento senza alcuna modifica. Problema tra diverse e opposte visioni: DISTINZIONE TRA FONTI ATTO E FONTI FATTO Fonte atto: è un documento che esprime manifestazione di volontà normativa, assunte da determinati organi e in base a determinate procedure, cui l’ordinamento attribuisce l’idoneità a porre in essere norme giuridiche ( es. legge del parlamento ). Fonte fatto: eventi naturali o sociali cui l’ordinamento riconosce la capacità di produrre norme giuridiche, ovvero fonti prodotte in ordinamenti esterni e ammesse nell’ordinamento interno ( es art. 10 ). L’art 31 è un esempio di fotte fatto riguardante la separazione personale e lo scioglimento del matrimonio e stabilisce che questi due fattori del diritto privato siano regolati dalla legge nazionale comune dei coniugi al momento della domanda di separazione, in mancanza si applica la legge dello stato nella quale la vita matrimoniale risulta più localizzata e qualora non siano previsti dalla legge applicabile straniera ( separazione personale e scioglimento del matrimonio ), sono regolati dalla legge italiana. Gli atti normativi richiamano talvolta le consuetudini o usi, due esempi sono: - Art. 1181 Adempimento parziale Il creditore può rifiutare un adempimento parziale anche se la prestazione è divisibile, salvo che la legge o gli usi dispongano diversamente. - Art. 1326 Conclusione del contratto Il contratto è concluso quando chi ha fatto la proposta ha conoscenza dell’accettazione dell’altra parte. L’accettazione deve giungere al proponente secondo gli usi. Come sono cambiate le fonti di diritto tra le varie forme di stato? Nello stato liberale la principale fonte di diritto era la legge del parlamento e il governo per esempio poteva esercitare solo un potere normativo nel rispetto in esecuzione della legge. Nello stato democratico-sociale la costituzione rigida è la fonte suprema, superiore ad ogni altra fonte e il potere normativo è distribuito tra molteplici soggetti , a livello verticale ( stato, regioni, fonti internazionali ) che orizzontale ( governo, parlamento ). CRITERI PER LA RISOLUZIONE DELLE ANTINOMIE TRA LE FONTI Poiché abbiamo un notevole pluralismo delle fonti e poiché abbiamo aperto il nostro mondo attraverso l’art 10 e 11 anche a livello internazionale, nascono dei conflitti tra le diverse fonti. I criteri servono a capire quale fonte è applicabile in una determinata situazione e la soluzione di un possibile contrasto tra le fonti spetta all’interprete ( giudice ). I criteri sono TRE: Cronologico: regola la successione degli atti normativi nel tempo ed in caso di contrasto fra norme stabilite da fonti equiparate prevale la norma creata successivamente nel tempo e la norma precedente viene abrogata. Gerarchico: conflitto tra norme aventi una posizione gerarchica, prevale la norma posta dalla fonte superiore o sovraordinata, la norma subordinata è da considerare invalida. Competenza: in questo caso le antinomie devono essere risolte dando applicazione alla norma posta dalla fonte competente. Bisogna comprendere la differenza tra efficacia e validità: Efficacia: capacità di produrre effetti giuridici, in altro senso l’applicabilità di un effetto giuridico. Validità: conformità di un atto o di una fonte normativa alle norme sulla produzione che lo disciplinano e alle norme sovraordinate gerarchicamente. Una fonte che non sia conforme alle regole sulla produzione giuridica si dice viziata. CRITERIO GERARCHICO Ci sono fonti più forti di altre che vengono elencate tramite un sistema piramidale; fonti sovraordinate e subordinate. Al vertice si ha la costituzione, tutte le altre fonti sono subordinate. Appena al di sotto si trovano le leggi di revisione costituzionale e le leggi costituzionali. Poi troviamo le fonti legislative ordinarie che sono fonti primarie e i regolamenti che sono fonti secondarie. Infine troviamo le consuetudini che servono solo quando non vi è una fonte scritta. Nel caso di contrasto tra le norme prevale quella di grado superiore e quella inferiore deve essere annullata. Questo concetto si articola nel rapporto di costituzionalità e di legalità. Se viene violato il principio gerarchico viene violata la validità della norma e l’annullamento della tale opera ex tunc (da allora ) con effetto retroattivo. IL CRITERIO CRONOLOGICO E’ basato sulla necessità che un ordinamento si rinnovi. L’applicazione di questo criterio è di tipo fisiologico ( si sente il bisogno di un rinnovo “dinamico” dell’ordinamento ). Quando viene approvata una nuova legge, la legge precedente viene abrogata. L’effetto abrogativo agisce sull’efficacia delle norme circoscrivendone gli effetti nel tempo. Art.15 “ Le leggi non sono abrogate se non per dichiarazione del legislatore o per incompatibilità tra le disposizioni o perchè la nuova legge regola l’intera materia già regolata dalla legge anteriore” L’abrogazione può essere dunque di diversi tipi: - Abrogazione espressa - Quando un legislatore scrive che la legge viene abrogata (erga omnes) - Abrogazione per incompatibilità – tacita Nuova norma che regola e contrasta quella precedente. - Abrogazione per nuova disciplina dell’intera materia – implicita. Nuova norma che regola tutto il campo riguardante la legge. - ( tacita e implicita hanno effetti inter partes ). ALTRE CONSIDERAZIONI SUL CRITERIO CRONOLOGICO: L’abrogazione opera ex nunc ( da ora ), la legge non può disporre dal passato, ma solo per il futuro; questo in forza del principio di irretroattività espresso nell’art. 11 “ Preleggi “. Il divieto di retroattività degli atti normativi è però derogabile dal legislatore con certi limiti espressi dall’art 25 comma 2 della costituzione che prevede il divieto assoluto di retroattività per le leggi in materia penale. Inoltre la corte costituzionale afferma la non arbitrarietà per interventi retroattivi sui diritti di natura economica ( come equilibrio di bilancio ). Nel 1978 vennero abrogati numerosi articoli. DIFFERENZE ABROGAZIONE ANNULLAMENTO 1. Fisiologia 1. Patologia 2. Efficacia 2. Validità 3. Ex nunc 3. Ex tunc (irretroattiva) (retroattivo) 4. Non sempre erga 4. Erga omnes omnes 5. Automatica 5. Dichiarato 6. Legislatore 6. Giudice Relativa art23: la disciplina generale deve essere contenuta nella legge, ma è possibile che la fonte secondaria integri quella primaria. Nel mezzo delle due tipologie di riserve troviamo la riserva rinforzata presente nell’art16: la costituzione stessa già limita parte della legge, la materia deve essere disciplinata in base a concetti già presenti nella costituzione che la limitano. Di assemblea PARTICOLARI FORME DI LEGGI Legge in senso formale ( es. legge di bilancio art81 o leggi di autorizzazioni alla ratifica ). Legge rinforzata per procedimento ( es. art79 per maggioranza, si ha un procedimento più complesso di quello ordinario di formazione della legge ). Leggi provvedimento ( non prevedono ma provvedono, ad esempio che disciplinano alcuni eventi ). Rispetto alle leggi ordinarie che presentano criteri di astrattezza e generalità, questo tipo di legge presenta un contenuto specifico. Abbiamo poi sia la legge sia gli atti con forza di legge ( decreto legge e decreto legislativo ) DECRETO LEGISLATIVO Art76 il parlamento può delegare il governo a fere un decreto legislativo. Per adottare atti particolarmente complessi il parlamento delega il governo. Quindi ciò avviene per tempo limitato e per oggetti definiti e deve anche determinare i principi e i criteri direttivi. Il parlamento per delegare il governo fa una legge che deve contenere questi limiti, tuttavia il governo non è obbligato a fare ciò. La legge che delega il governo può avere altri limiti? SI, per esempio il previo parere parlamentare. Se il governo accetta la delega, ma non rispetta i limiti imposti dalla legge di delega si ha un caso di vizio di legittimità e la questione può essere portata a corte costituzionale che dichiara incostituzionale la legge, perché viola la legge delega e dunque l’art 76 e prende il nome di norma interposta. DECRETO LEGGE Il decreto legislativo ha un procedimento per cui il parlamento adotta una legge e può dire al governo di esercitare la sua stessa funzione. Con il decreto legge si ha l’opposto, prima agisce il governo, poi il parlamento è chiamato a confermare o ribaltare il giudizio del governo. Il governo può decidere di adottare anche il piano forza di legge stabilito dall’art 77 ( se lo ritiene il governo può adottare provvedimenti provvisori con la forza di legge, ma solo in casi di urgenza ). I decreti perdono efficacia sin da subito se non sono convertiti in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione e il parlamento può anche decidere se modificarlo prima di convertirlo o non convertirlo. In tal caso si dice che il decreto legge decade ( è come se non fosse mai nato ). DIFFERENZE TRA DECRETO LEGISLATIVO E DECRETO LEGGE Il decreto legislativo è ordinario e prima c’è la legge del parlamento e poi la delega del governo. Col decreto legge è il contrario; Il governo in casi eccezionali emana un decreto legge che se ottiene l’approvazione del parlamento diventa legge. Legge 400 del 1988 è utile, ma non è in grado di vincolare i decreti legge successivi, dal punto di vista delle fonti perché il decreto legge successivo può contrastare la legge 400 a meno che non implichi degli ordini costituzionali. Essa determina l’attività del governo disciplinandone l’esercizio del potere. Art 15 della legge 400 stabilisce una serie di limiti riguardanti il governo e il decreto legge: Il governo non può sostituire le camere per fare la legge di bilancio ( legge parlamentare ). Il governo non può fare un decreto legge che ridà a norme decretate incostituzionali potere giuridico. I decreti devono contenere misure di immediata applicazione e il loro contenuto deve essere specifico, omogeneo ( devono avere un tema coerente ) e corrispondente al titolo. Questo profilo di omogeneità si trasfonde rispetto agli emendamenti del decreto legge. Poi molto importante è il Decreto 1000 proroghe decreto legge volto a risolvere disposizioni urgenti entro la fine dell’anno e con la quale quindi vengono prorogati i termini delle diverse disposizioni ( es. legge ricostruzione in Abruzzo fino al 2019 chi abita la deve pagare il 50% di tasse, con 1000 proroghe si prolunga a 2020 ). IL PERCORSO DEL DECRETO LEGGE Viene ad essere adottato dal consiglio dei ministri, emanato dal presidente della repubblica che se non è convinto può chiedere un riesame e in tal caso otterrebbe il risultato di far decadere il decreto, per limitatezza dei tempi di revisione. Il giorno stesso deve essere presentato alle camere che lo devono trasformare in un progetto di legge. Il governo stabilisce ad esempio che persone che sono in stato di incoscienza devono essere alimentate perché sono obblighi salvavita. Una volta che il decreto entra in vigore tutti noi dobbiamo rispettarlo come una legge, tuttavia può succedere che il parlamento non converta in legge ( maggioranza parlamentare non è d’accordo ) e si possono includere degli emendamenti ovvero delle modifiche del decreto legge. Uno dei problemi principali è l’abuso del decreto legge, caso in cui i governi facciano un uso smodato del decreto legge. E’ evidente che il governo utilizza questo strumento per due motivi: Come risparmio di tempo e per mettere la maggioranza parlamentare in una condizione di pressione. Succede spesso che venga messa la questione di fiducia sul decreto legge e questi aspetti ci danno un’idea dell’incapacità di funzionare in maniera rapida delle istituzioni italiane. Un ulteriore problema è quello della reiterazione, ovvero se aumenta il numero di decreti legge in proporzione cresce il lavoro di conversione per il parlamento che no riesce a legiferare in tempo, dunque prima della scadenza di un decreto legge se ne approva un altro, poi un altro e così via ( per far si che gli effetti del decreto legge non si verifichino ). La sentenza n.360 della corte costituzionale del 1996 ha dichiarato incostituzionale questa prassi. PROCEDIMENTO LEGISLATIVO Procedimento formale, adottato dall’organo che detiene il potere legislativo, che porta all’approvazione di una legge. Da un lato il costituente crea un sistema di tipo bicamerale dove le due camere hanno gli stessi potere e stesse modalità di elezione. I costituenti però prevedono che nel bicameralismo perfetto il potere delle due camere sia pari. Gli altri paesi con forme di bicameralismo è previsto che una delle due camere prevalga sull’altra quando non c’è accordo, in Italia no. Questo da luogo spesso a problemi di tipo politico ( “giochi politici” ). Manca inoltre nella costituzione un percorso abbreviato per i disegni di legge. La costituente aveva previsto che i disegni di legge siano approvati dalle commissioni e questo acconsentirebbe un passaggio ad un sistema più rapido, ma difficilmente ciò viene attato perché anche se una camera decidi di applicare questo sistema l’altra può decidere di non farlo. La costituzione non stabilisce tutto in questo campo, deve essere integrata dai regolamenti parlamentari che sono diversi. Quando c’è una riserva di legge assoluta ci possono essere solo regolamenti esecutivi. Quando c’è una riserva di legge relativa invece ci possono essere anche dei regolamenti attuativi. Quindi la differenza tra regolamenti attuativi e esecutivi è legata alla riserva di legge che nel caso in cui sia del primo tipo si dà al governo più margine. Se non c’è una riserva di legge e non ci sono leggi, il governo può attuare dei regolamenti autonomi ( ma è molto difficile che ciò accada, avviene solo per materie di modesta rilevanza ). Come funziona il procedimento? Prima che il consiglio dei ministri possa deliberare il regolamento governativo è necessario che vi sia un parere del consiglio di stato, che da un parere non vincolante sul regolamento e dopo questo parere il regolamento viene approvato dal consiglio dei ministri ( D.P.R. È un regolamento, ma solo dopo l’approvazione della legge 400 ). FORMA DI GOVERNO ( eventi storici ) E’ la spartizione dei poteri ( politici ) tra i diversi organi dello stato ( costituzionali ). L’organo che detiene questi poteri muta al cambiare della forma di governo. Le forme di governo moderno discendono da quella inglese che si definisce nel ‘700. Dopo la morte di Guglielmo D’Orange in Inghilterra il parlamento chiama un principe tedesco di Hannover come re che è costretto a lasciare tutto nelle mani del governo che in quel periodo aveva un ruolo di consulenza del re. Un gruppo di ministri crea il Cabinet con la presenza di un primo ministro che ha un ruolo di appoggio ai poteri del re. Tuttavia il parlamento fa una mozione di sfiducia del primo ministro perché incolpato delle sventure militari. Nasce così la prima forma di governo parlamentare, perché si ha l’espressione del rapporto tra il Cabinet e il Parlamento. Rappresenta dunque un modello perché in Europa il governo inglese viene riconosciuto e viene rappresentato da Montesquieu come rappresentazione perfetta della divisione dei poteri. Questo modello viene superato dai padri fondatori americani ( del 1787 ). Credevano di seguire il modello inglese ma ne hanno creato uno differente che è quello presidenziale. Gli americani attribuiscono al Presidente il potere di capo di stato e capo di governo, inoltre mentre in Inghilterra il re aveva il potere di sciogliere le camere, negli Stati Uniti non è possibile e il presidente non ha nemmeno l’iniziativa legislativa ( i Bill sono presentati solo dai deputati ). Allo stesso tempo Camera e Senato non possono interrompere la camera presidenziale ( unico caso l’impeachment). In Europa la forma parlamentare inglese trova rifermento dopo la rivoluzione francese, ma si evolve il pensiero secondo cui il re mantiene il potere esecutivo. La forma parlamentare trova la sua prima vera forma nel 1919 attraverso la repubblica di Weimar. Sempre in Inghilterra soltanto pochi anni fa è stata fatta una legge che prevede che le camere abbiano una durata di 5 anni, prima il primo ministro poteva decidere di sciogliere le camere ed era un potere molto importante. Si forma il rapporto fiduciario tra Cabinet e comuni ( il governo resta in carica finchè ha l’appoggio del parlamento ). Solo una votazione di sfiducia della House of Commons può votare le dimissioni del primo ministro. La camera dei comuni si organizza in due partiti contrapposti Tory/Whig che danno una chiara maggioranza ( questo fattore si è perso nel tempo ) e da ciò nasce la repubblica semipresidenziale. Riassumendo: La corona non governa, ma mantiene un ruolo simbolico. Il re nomina e può revocare i membri del governo. Il popolo elegge i propri rappresentanti nella camera dei comuni che esercita potere legislativo. Il Cabinet ha un rapporto di fiducia con la Camera dei comuni. Le tre macro categorie sono quindi: parlamentare, presidenziale e semipresidenziale. FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE E’ tipica dell’Italia e ne esistono varie in sede europea. La caratteristica fondamentale è il rapporto di fiducia tra parlamento e governo. Quando si parla di rapporto di fiducia si intende quel rapporto che si instaura tra governo e parlamento e che è indispensabile al fine che il governo possa operare. -Vi è una supremazia politica e giuridica del primo ministro. -Il capo dello stato non ha un ruolo di indirizzo politico. -Si dà importanza al sistema elettorale e al sistema dei partiti. -Vengono introdotti elementi di razionalizzazione: es. non posso far cadere un governo se non ne ho già un altro pronto ( sfiducia costruttiva ). Tuttavia la nostra costituzione è povera di questi elementi. Si sono sviluppate delle varianti di questa forma di governo: Cancellierato e premierato ( da primo, riferito a primo ministro ) o con preminenza dell’esecutivo; tendono a sovrapporsi e trovano espressione con il cosiddetto modello Westminster in Inghilterra. Ha come caratteristiche l’indicazione del capo di governo da parte dell’elettorato e vede un ruolo rafforzato del capo di governo rispetto al parlamento. Di fatti il Primo ministro ( cancelliere ) è l’unico destinatario della fiducia e propone non solo la nomina ma anche la revoca dei ministri al capo dello stato. Assembleare o con preminenza del parlamento; esso viene posto in una posizione rilevante ed è tipica dell’Italia. I governi si formano dopo le elezioni e le maggioranze sono poco coese. Neoparlamentare: forma di governo delle regioni, che si ispira ad una prova fatta in Israele; presenta un presidente che viene eletto direttamente dai cittadini della regione e allo stesso tempo votano per i membri del consiglio regionale. Il presidente eletto direttamente nomina e revoca gli assessori ed è il capo dell’esecutivo regionale. Nonostante l’elezione diretta sussiste tuttavia il cosiddetto rapporto di consonanza tra Governo regionale e consiglio regionale. Questo rapporto esprime il concetto simul simul ovvero: Se il consiglio decide di sfiduciare il presidente delle regioni lo può fare, ma ciò comporta anche lo scioglimento del consiglio. Questa diventa un’arma molto forte ottenuta dal presidente delle regioni che è valida in caso di dimissione o morte dello stesso. Non è semipresidenziale perché a capo dello stato dovrebbe esserci anche il capo del governo che tuttavia non è presente. Oltre alla mozione di fiducia, momento iniziale in cui il parlamento pone la fiducia al governo, si può parlare anche di mozione di sfiducia. La mozione di sfiducia è l’opposto: il parlamento vota la mozione di sfiducia nei confronti del governo. Tutti gli istituti che caratterizzano il rapporto fiduciario prevedono una maggioranza semplice. ( ci sono anche maggioranza qualificata, ( quella dei 2/3 ) e assoluta ). La mozione di fiducia è uno strumento grazie al quale il governo dichiara che da questa votazione dipende la tenuta stessa del governo. Qualora non si ha l’approvazione del parlamento il governo cade. E’ uno strumento che ha dei benefici: il primo è che serve a ricompattare la maggioranza parlamentare ( viene utilizzata se c’è una spaccatura all’interno della maggioranza ). Il secondo beneficio è il fatto che il provvedimento sulla mozione di fiducia non può essere modificato. Il terzo attiene alle tempistiche e ci dice che la mozione di fiducia è indivisibile ( bisogna votare interamente ). A fronte di questi benefici l’utilizzo della mozione di fiducia frequentemente è di materia italiana. ( riassumendo ) caratteristiche: -Il presidente della repubblica ha un ruolo di garanzia rispetto agli altri organi. -Più il sistema dei partiti è in crisi e più il presidente della repubblica assume un ruolo di “supplenza”. -Le due principali sono rapporto di fiducia e ruolo di garanzia del presidente della repubblica. FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE Caratteristiche: -Il corpo elettorale elegge sia presidente che parlamento in momenti diversi. -Il presidente è sovraordinato rispetto ai ministri. Caratteristiche della forma di governo italiana Forma di stato: democratico-sociale; abbiamo tutela dei diritti, elezioni su basi democratiche, referendum costituzionale e abrogativo. Forma di governo: parlamentare; art 94 prevede le modalità con cui si instaura il rapporto di fiducia tra governo e parlamento. Anomalia: il governo necessita del voto iniziale di fiducia da parte di entrambe le camere! Bicameralismo perfetto: le due camere devono votare uno stesso testo e la permanenza in carica del governo è data dalla fiducia di entrambe le camere ( mai nessun governo in Italia è caduto per una mozione di sfiducia. Crisi extra parlamentare: si prende atto che il governo deve dimettersi ). Questo è stato dunque un elemento di complicazione perchè ha reso necessaria la maggioranza in entrambi i rami del parlamento che ha portato ad un sistema più macchinoso. Forte prevalenza del parlamento rispetto al governo ( fino agli anni 90 ) e abbiamo avuto 66 governi in 70 anni dal 1948 e ciò testimonia una profonda instabilità politica caratterizzata da una incapacità da parte del parlamento di mantenere in carica un governo per una legislatura. I partiti che hanno dato vita alla nostra costituzione non esistono più. Queste profonde crisi di governo hanno portato ad una sovraesposizione del ruolo del presidente della repubblica che si è trovato a dover svolgere delle funzioni di riserva e di sostegno e quindi a svolgere funzioni ulteriori di appoggio al governo rispetto al parlamento. IL GOVERNO OGGI ( Art. 92 100 ) E’ l’organo costituzionale responsabile di promuovere e attuare l’indirizzo politico dello stato. -Il governo può attuare atti normativi con forza di legge: decreto legge e decreto legislativo, ha quindi anche una funzione legislativa ( limitata ). -Il governo esercita e determina l’indirizzo politico sempre però controllato dal parlamento che ha a disposizione strumenti di controllo del governo, in quanto con la costituzione del 1948 si ha l’instaurazione del rapporto fiduciario ( potenziato ). -Il governo nasce al vertice del potere esecutivo ovvero ha la funzione di dare esecuzione alle politiche e alle leggi. -Dirige e controlla l’attività delle pubbliche amministrazioni e quindi assicura i servizi più importanti ( ordine pubblico, giustizia, difesa etc ). RUOLO DEL GOVERNO NEL NOSTRO SISTEMA COSTITUZIONALE Consiste nel definire in concreto l’indirizzo politico che gli elettori affidano al parlamento. Il governo oggi svolge un ruolo molto diverso rispetto a quello che aveva nel passato. Attualmente ha le seguenti funzioni: Politica: promuove la politica estera, economica e di bilancio e assicura la sicurezza del paese. Esecutiva: dirige e controlla le attività della Pubblica Amministrazione Legislativa: concorrente con il parlamento ( decreti legge, legislativo… ) Il governo a differenza del parlamento non ha un ruolo rappresentativo e quindi non è votato direttamente dal popolo. Quando dallo stato assoluto si è passati allo stato liberale si è avuto il passaggio alla monarchia costituzionale in cui si vedeva la partecipazione del re e del parlamento che però non era rappresentativo come oggi. In parlamento sedevano soltanto rappresentanti di una data fascia della società che dovevano essere maschi e con un dato reddito. Il governo non esisteva, le decisioni di tipo legislativo erano prese dal parlamento su appoggio del re. Nasce inoltre la figura del ministro che dipendeva direttamente dal re. Il re aveva un potere che era dato da Dio ( dunque non sbaglia mai ); impostazione teologica. Nel caso di errore del re la responsabilità dell’errore va ai ministri che sono coadiuvati da un primo ministro. Agli inizi del 1700 in Inghilterra diventa re un principe di Hannover che era tedesco e aveva bisogno dell’appoggio dei ministri. L’emersione del Prime Minister Walpole nel 1721 porta ad un rapporto di fiducia che farà nascere la forma di governo parlamentare ( rapporto di fiducia tra parlamento e governo ). Il ruolo del governo si è trasformato anche attraverso lo statuto albertino e la nascita del fascismo soprattutto con la legge n.2263 del 1925 con cui viene rotto il rapporto di fiducia. Veniva espresso che il capo del governo dipendeva solo del re ( grande passo indietro ). I contenuti dello stato albertino non sono stati mai cambiati, ma smentiti da leggi successive come quella del 1925, questo perché le leggi erano più forti della costituzione. FORMAZIONE DEL GOVERNO L’esigenza di formare un governo nasce dopo le elezioni o per affrontare una crisi di governo. Le elezioni vanno fatte ogni 5 anni dove gli italiani sono chiamati alle urne per scegliere i membri del parlamento. Un governo non può essere eletto direttamente dal corpo elettorale ( si scelgono solo i parlamentari! ). Dopo che sono stati eletti i nuovi parlamentari bisogna formare il governo e non basta la votazione degli elettori, serve la fiducia da parte del parlamento. Il governo è dunque espressione della maggioranza in parlamento. Nel caso in cui ci sia una crisi di governo bisogna verificare se le camere possano appoggiare un governo diverso ed entra in gioco il Presidente della Repubblica che è un organo garante della costituzione e tutti i suoi atti devono essere controfirmati dal governo ( è il governo che si prende la responsabilità ). Il PdR assume dunque il ruolo centrare al fine di superare una crisi di governo, tuttavia non è una decisione presa da egli stesso, ma è imposta. Per verificare se un governo si possa cambiare oppure no il PdR utilizza lo strumento delle consultazioni. Può anche però intraprendere un’altra strada ovvero quella di affidare il compito ad un altro organo ( è un modo per prendere tempo ). L’incarico viene affidato al presidente del consiglio che può decidere se sciogliere oppure no le camere. Quando il nuovo governo deve essere formato viene fatto un giuramento da parte dei ministri e in questo momento il governo assume funzioni di pubblica amministrazione. Entro 10 giorni il governo si deve presentare alle camere per ottenere la fiducia ( art 94 comma 3 ) e il presidente del consiglio esprime il proprio programma politico. Ogni parlamentare deve esprimere la fiducia al governo e non viene espressa attraverso una votazione tramite scheda in un’urna come le altre votazioni. La fiducia è una palese adesione al progetto e per cui viene votata con una mozione ( la si scrive e sottoscrive ) e i diversi esponenti di camera e senato singolarmente esprimono il loro voto. C’è sempre la possibilità per il parlamento di sfiduciare il governo e ciò avviene come per la fiducia, con la particolarità che la mozione di sfiducia ( art 94 ) deve essere messa in discussione almeno 3 giorni dopo la sottoscrizione. Se un governo viene sfiduciato esso è costretto a dimettersi e deve fare ciò non solo quando è votata la sfiducia, ma anche alle elezioni quando è il governo che pone la mozione di fiducia. L’ultimo evento può succedere quando il governo pone la questione di fiducia. MOZIONE DI SFIDUCIA ( Art. 94 ) La mozione di sfiducia è lo strumento che dovrebbe portare a detronizzare il governo. L’art 94 chiarisce che un voto del parlamento contro una proposta del governo non comporta l’obbligo di dimissioni del governo. L’obbligo di dimissioni si ha soltanto se il governo viene sfiduciato. Dunque la mozione di sfiducia è un atto parlamentare con la quale la minoranza vota la sfiducia nei confronti del governo. ( mai nessun governo è caduto da una mozione di sfiducia approvata in parlamento ). L’art 94 non parla mai di maggioranza assoluta per una mozione di sfiducia. La maggioranza semplice ( relativa ) è il 50% + 1 dei presenti, maggioranza assoluta 50% + 1 dei componenti e con la sfiducia si ha bisogno della maggioranza semplice. La mozione deve essere motivata e deve essere sottoscritta da almeno 1/10 dei componenti e anche la mozione di sfiducia si vota con appello nominale. L’astenuto è come se fosse un voto favorevole al governo perché non viene considerato dal quorum. Un caso da ricordare è quello del Governo Prodi 1 e 2 che furono obbligati alle dimissioni perché sconfitti avendo presentato una questione di fiducia, ma nessun governo venne mai sfiduciato. I sottosegretari sono invece degli ausiliari dei ministri ai quali vengono delegate delle aree di competenza del ministero. I viceministri sono sottosegretari privilegiati perché possono partecipare alle assemblee del consiglio dei ministri, ma non possono votare. Il sottosegretario più importante è colui che collabora con il presidente del consiglio e partecipa al consiglio dei ministri in quanto verbalizzante. La legge 400 prevede anche il consiglio di gradimento che è un comitato ristretto dei ministri presieduto dal PdC che avrebbe dovuto costituire una sorta di gabinetto ristretto, tuttavia non viene effettivamente utilizzato per il rischio che alcuni partiti vengano esclusi ed è dunque uno strumento non più efficace. I comitati interministeriali sono votati da leggi specifiche e vedono la partecipazione di più ministri, per esempio il comitato interministeriale per la programmazione economica ( CIPE ) è importante perché decide il conseguimento di fondi per la realizzazione di opere pubbliche. Importante anche il CIACE per gli affari della comunità europea. Un’altra figura utilizzabile dal governo in attività esecutiva è quella di nominare dei commissari straordinari, cittadini a cui viene attribuito un compito specifico ( esempio per la ricostruzione di zone terremotate ). Il consiglio dei ministri è uno degli organi più importanti di organizzazione del governo che vede le sue caratterizzazioni nella legge 400 del 1988 e l’idea che si ha è che il motore della vita politica sia il consiglio dei ministri che ha il compito di determinare la politica del governo, mentre il presidente della repubblica dirige la politica del governo, ma non la determina. La legge 400 prevede una serie di funzioni che svolge il consiglio dei ministri come ad esempio la decisione di porre la fiducia. Dall’art 95 della costituzione emerge un ruolo di un soggetto che si limita a coordinare e mantenere unita l’attività dei ministri, perché le decisioni più importanti le prendono il consiglio dei ministri e prevale dunque il principio di collegialità. I concreti poteri attribuiti al PdC sono di attuazione delle deliberazione del consiglio dei ministri ( attua ciò che è stato deciso dal consiglio dei ministri ). Il soggetto che dirige i servizi segreti è però il PdC e ciò è enunciato nella legge sui servizi segreti del 2007. Nel concreto funzionamento del governo abbiamo assistito a elementi di rafforzamento del PdC legati alla legislazione elettorale e alla bipolarizzazione che le leggi elettorali di tipo maggioritario avevano cercato di imporre in Italia. In una situazione come quella attuale abbiamo un PdC che è ritornato in una posizione cronologicamente antecedente, ovvero è il soggetto che fa da perno al consiglio dei ministri e ha poteri in materia di politica estera. I MINISTRI Diversamente dal presidente del consiglio dei ministri il quale è soprattutto un esponente politico, il ministro ha una duplice funzione: -E’ un organo politico membro del governo -E’ al vertice burocratico del ministero presieduto Approvata e tradotta in leggi la regola della separazione tra politica e amministrazione il ministro deve dare direttive politiche, ma gli atti concreti sono presi dai dirigenti delle strutture. Il ministro ha dunque una funzione di indirizzo politico che ha organi sotto la loro diretta responsabilità ( es. il capo del gabinetto ). Spoil system: indica il diritto da parte del ministro di mettere dirigenti a lui fiduciamente legati che adottano dei decreti ministeriali, ovvero atti non normativi ( =regolamenti ), ma atti amministrativi generali. Merit system: indica la promozione o assunzione di dipendenti pubblici in base alla loro capacità di svolgere un lavoro e non per le loro connessioni politiche. RESPONSABILITA’ DEI MINISTRI Due diverse visioni: Responsabilità politica ( art. 95 ) e responsabilità giuridica ( art. 96 ). Responsabilità giuridica che è una responsabilità legata al mancato compimento di problemi che si producono in violazione di regole o del diritto penale o del diritto civile. Quindi se un ministro commette un reato lo stesso ha violato il codice penale. Importante il caso Salvini ( non fa sbarcare i migranti per 8 giorni perché pretendeva che si potessero distribuire tra i componenti dell’UE ). Secondo i pubblici ministeri c’era l’ipotesi di reato. L’art 96 prevede però che la responsabilità penale dei ministri abbia delle peculiarità. E’ vero che vengono giudicati dalla magistratura ordinaria, ma occorre anche l’autorizzazione parlamentare Prima di poter processare un ministro occorre l’autorizzazione della camera di appartenenza. L’art96 non specifica i motivi per i quali può essere data oppure no l’autorizzazione e ciò diventa dunque una decisione politica e difficilmente una maggioranza farà processare un proprio ministro. L’autorizzazione può essere negata a maggioranza assoluta se l’assemblea ritenga che il ministro abbia agito per la tutela di un interesse dello stato. Al di fuori dei reati ministeriali, ciascun membro del governo risponde dei reati comuni come qualsiasi altro cittadino. Nel caso di Salvini il processo venne bloccato perché mancò l’autorizzazione. Cosa diversa è la responsabilità politica, ove non c’è un paradigma legale ( norma del codice penale che viene regolata ), ma c’è un ministro che viene accusato di non aver portato a termine un compito politico a lui assegnato. Poiché non è possibile revocare un ministro egli si può dimettere oppure si ha la cosiddetta sfiducia individuale votata dalla camera o dal senato ( ministro che entra in conflitto con la maggioranza di cui fa parte ). Il presidente del consiglio ha una posizione particolare designata dall’art 95 rispetto a quella dei ministri. Tuttavia il nostro ordinamento vede una superiorità gerarchica dei ministri nei confronti del Pdc. Per 2 volte sono state approvate 2 leggi ordinarie che davano un particolare scudo penale al presidente del consiglio ( lo esentavano da giurisdizione ordinaria penale ). La prima è l’art 1 della legge n.140 del 2003 ( lodo Schifani/Berlusconi ) che prevedeva che le 5 cariche più importanti non potevano essere sottoposte a processi penali per qualsiasi reato, ma ne venne dichiarata l’incostituzionalità. Nel 2008 si ebbe la legge n.124 art 1 che prevede che i processi penali sono sospesi fino alla cessazione della carica del presidente del consiglio. Si pensava di aver trovato una soluzione normativa, ma sorgono dei problemi e con la sentenza n. 262 del 2009 la corte costituzionale dichiara l’incostituzionalità della legge perché la sospensione processuale crea una diposizione differente nei confronti dei cittadini. Si dice quindi che queste prerogative possono esistere ma solo se incluse nella costituzione ( non è escluso che si possa creare una protezione di tale tipo ). PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ( Art.83 91 ) Il presidente della repubblica in una forma di governo parlamentare è il capo dello stato, soggetto al quale passano i più importanti atti ( internazionali e nazionali ) e ha il potere di emanare i principali atti normativi e non. Tuttavia non è lui l’organo che svolge azioni di indirizzo politico, perchè la gestione politica è nelle mani dell’asse governo parlamento. Ha quindi funzioni di garante della costituzione. Il presidente della repubblica è posto al centro di una ragnatela di rapporti di tutti gli altri poteri ed è chiamato a svolgere queste funzioni per il corretto funzionamento della costituzione. Il suo punto di riferimento è dunque la costituzione. L’organo con cui maggiormente si rapporta è il governo in materia di politica estera e difensiva. Il PdR è posto a capo del consiglio supremo di difesa perché egli è anche a capo delle forze armate. Ha quindi poteri di arresto e di freno nei confronti delle decisioni politiche. Funzioni: sono espresse dall’art. 87 e riguardano i trattati internazionali, la promulgazione di leggi, decreti legge e la concessione della grazia. Inoltre provvede anche alla nomina dei giudici costituzionali. Ha inoltre la possibilità di dare un giudizio preventivo di costituzionalità delle leggi ed è quindi una forma di garanzia della costituzione. Rispetto al parlamento ha il potere dello scioglimento anticipato delle camere art 88 cost. Tuttavia questo potere non può essere esercitato negli ultimi 6 mesi della legislatura ( semestre bianco, II comma art 88 ). Oltre a rinvio e scioglimento ha il potere di inviare dei messaggi formali. Il presidente deve avere un governo che abbia una maggioranza stabile e quindi lo scioglimento anticipato indica una incapacità politica da parte delle camere. Ci sono alcuni atti che sfuggono all’art89 come quello degli atti personalissimi tra cui troviamo le dimissioni ( se il PdR si vuole dimettere non ha bisogno di una controfirma da parte del ministro ). Sfuggono anche gli atti frutto di esternazioni atipiche come i messaggi orali ad esempio i discorsi, come quello di fine anno o gli atti che il presidente pone come capo dell’esercito. LE FORME DI RESPONSABILITA’ PRESIDENZIALI Il presidente è quindi irresponsabile giuridicamente degli atti che compie nell’esercizio delle sue funzioni poiché la responsabilità ricade sul ministro che controfirma. La costituzione però con l’art 90 pone una eccezione sulla irresponsabilità giuridica ( il libro confonde con politica ): Se il presidente si macchia di uno dei reati penali, allora ne può nascere una sua responsabilità così detta penale/funzionale ( es. alto tradimento ), perché il problema è che non sono specificati ne nella costituzione ne nelle leggi costituzionali e nemmeno nelle leggi ordinarie ( quindi non sappiamo in cosa consiste l’attentato alla costituzione ). Si ritiene che sia qualunque grave violazione del dovere del PdR a poter portare il presidente ad un processo penale. Due passaggi: il parlamento che ha eletto il presidente lo mette in stato di accusa e dopo la corte costituzionale, con 16 componenti popolari aggiuntivi, giudica il presidente. Solo per alcuni presidente è iniziata una procedura ma non si arrivò nemmeno al primo passaggio perché si decise di archiviare le accuse. Se il presidente viene giudicato per i reati in questo modo, cosa accade per i reati che compie in veste di cittadino? Poiché non esiste una norma che prevede che nel corso del mandato non possa essere giudicato per questo tipo di reato, si può affermare che il presidente va imputato come gli altri cittadini. Il presidente Scalfaro era stato accusato per dei fondi neri che sarebbero stati utilizzati prima di diventare presidente e in questo caso il tribunale di Roma ritenne che egli non fosse procedibile. La responsabilità civile invece si ha nel caso in cui il Pdr, al di fuori delle sue funzioni, compia una diffamazione, caso riguardante l’ex presidente Cossiga che ha avuto questo giudizio per aver diffamato i parlamentari i quali avevano iniziato una causa civile di istituto e Cossiga si ricrede dicendo che tutto ciò che il presidente dice è coperto dalla prerogativa presidenziale, ma i tribunali rimangono contrari. Responsabilità politica: non ha un rapporto di fiducia, perché il presidente viene eletto con diverse mansioni, ma esiste una responsabilità politica cosiddetta diffusa, ovvero il presidente della repubblica può essere criticato. E’ quindi diritto della stampa e dei cittadini criticare il Pdr, ma tra le critiche troviamo numerosi reati ( es. offese al Pdr ). Non costituisce una forma di sanzione politica il fatto che il presidente non sia rieletto. PARLAMENTO ( art.55 82 ) E’ l’organo legislativo della Repubblica italiana composto da 2 assemblee, la camera dei deputati ( 630 deputati ) e il senato ( 315 senatori ). ( art 55 ) Il parlamento italiano è di tipo bicamerale nel quale è stato scelto un bicameralismo indifferenziato o paritario, ovvero le due camere svolgono le stesse funzioni e si trovano su una situazione di parità. Eccezioni: gli elettorati passivi e attivi sono diversi; per essere senatore occorrono 40 anni e per essere deputato ne occorrono 25. Ugualmente l’elettorato attivo è diverso in quanto sono elettori nella camera tutti diciottenni mentre sono elettori nel senato i venticinquenni. In più il senato ha al suo interno un numero di senatori di diritto che può variare. Questo diversifica il parlamento italiano dagli altri perché negli altri si ha una differenziazione delle camere con una superiore all’altra e il rapporto di fiducia si ha solo con una delle due camere ( normalmente camera bassa ). Il bicameralismo indifferenziato porta a difficoltà e problemi come quello della lentezza. Parlamento in seduta comune: è un organo composto da tutti i membri della camera e del senato che si riuniscono solo per un numero preciso di adempimenti ( elezione del Pdr, elezione dei giudici costituzionali ). ( art 83 ) ( art 135 ) LO STATUS PARLAMENTARE Indica l’insieme dei diritti e doveri del parlamentare ( non i privilegi ). Per poter essere eletti alle camere occorre non avere delle situazioni di incompatibilità o illegittimità ( art 65 ). Illegittimità: un cittadino che si trova in una funzione di carica politica non può far parte della camera ( può solo se si dimette 180 giorni prima delle elezioni ). Questa regola non vale nel caso di scioglimento anticipato ( in questo caso basta dimettersi 7 giorni prima ). La regola è posta perché ad esempio il sindaco potrebbe avere una visibilità superiore rispetto agli altri cittadini. Se un ineleggibile viene eletto sono le stesse camere a dover decidere la sua decadenza. Incompatibilità: esistenza in capo al deputato o al senatore di altri mandati in presenza dei quali occorre optare per una delle due cariche. Nel 2012 abbiamo introdotto delle normative sempre più vincolanti per quanto riguarda l’incandidabilità attraverso la legge Severino che prevede che chi sia stato condannato ad alcuni reati gravi non può essere eletto e viene quindi bloccato prima delle elezioni. Nel caso in cui ci siano delle contestazioni sulle elezioni sono sempre le camere ad occuparsi della vicenda, non c’è nessun controllo giurisdizionale e quindi è la maggioranza che decide e non un tribunale. Non c’è nessuna possibilità di una reazione dell’ordinamento contro una decisione delle camere e si ha quindi una zona di prerogativa del parlamento. PREROGATIVE ( artt 67,68,69 ) Divieto di mandato imperativo: è previsto dall’art 67 della costituzione che implica che non ci può essere nessun trattato vincolante tra il parlamentare e chi lo elegge o chi contribuisce alla sua elezione. Una volta eletto il parlamentare è completamente libero di esercitare il mandato senza vincoli nei riguardi del partito che lo ha eletto. Il parlamentare è libero di cambiare gruppo di appartenenza ( transfughismo )e non ci può essere nessuna conseguenza a ciò. Per evitare che un parlamentare esca da un gruppo si esercita la disciplina di partito. INSINDACABILITÀ L’art 68 primo comma contiene le prerogative di parlamentare riguardanti l’insindacabilità e l’inviolabilità: L’insindacabilità ha a che fare con le opinioni date dal parlamentare, l’inviolabilità riguarda invece il trattamento ottimale del deputato. Il parlamentare non può essere chiamato a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell’esercizio delle loro funzioni. Fino al 1993 in Italia avevamo una protezione molto forte del parlamentare che si chiamava autorizzazione a procedere: se un magistrato voleva indagare nei confronti di un parlamentare o lo voleva arrestare, doveva chiedere l’autorizzazione dalla camera di appartenenza. Questo scudo si rompe successivamente dove la regola venne modificata, tuttavia il parlamentare non può essere arrestato. Ne è un esempio il caso Sgarbi che durante un dibattito in una trasmissione televisiva compie offese e diffamazioni e iniziano così dei processi penali nei confronti del parlamentare in questione. I gruppi parlamentari sono sorti negli anni 20 quando ne venne fatta la riforma per prendere atto della presenza di queste nuove istituzioni. Non sono organi delle camere, ma sono fondamentali per la realizzazione delle camere e hanno quindi organizzazione libera. Le commissioni speciali possono essere varate dalle camere per un compito speciale ( ad hoc ). Le commissioni permanenti non si formano finchè non si forma il governo e questo è un problema perché non si possono dare pareri sui decreti legge. Per questo viene creata un’ulteriore commissione speciale per l’esame degli atti del governo ( commissione temporanea ). Diverse dalle commissioni sono le giunte che non sono presenti in costituzione e sono formate anch’esse in proporzione ai gruppi. Fondamentale per le camere è la giunta per il regolamento che si occupa di coadiuvare il presidente nella interpretazione regolamentare e di presentare proposte di modifica dei regolamenti. E’ importante anche la giunta che si occupa delle elezioni che al senato si occupa anche delle immunità e ha come compito principale la verifica dei poteri ( incadidabilità, illegittimità, insindacabilità… ) facendo però solo un lavoro istruttorio, poiché il potere decisionale spetta all’assemblea. Fondamentale all’interno delle due camere è il ruolo del presidente ( eletto ai sensi dell’art 63 ). Il presidente del senato è anche il PdR ( quando deve fare da vice ) e quindi è la seconda carica dello stato, il presidente della camera è la terza carica dello stato e ha funzioni importanti come quella di convocare il parlamento in seduta comune. Entrambi hanno funzioni fondamentali nell’organizzazione dei lavori e nell’interpretazione dei regolamenti. Fino al 1993 si aveva una interpretazione del ruolo del presidente come ruolo di “garanzia”, ovvero una volta eletto doveva comportarsi in modo imparziale. Questa visione si aveva perché fino a quel periodo il presidente faceva parte dell’opposizione, ma nel 1994 Berlusconi fa un cambiamento dicendo che i presidenti devono essere entrambi della maggioranza. Ciascun gruppo parlamentare elegge quindi un proprio presidente di partito e anche nella camera e senato viene eletto un “capogruppo” ( conferenza dei presidenti del gruppo parlamentare ) che ha come compito quello di organizzare i lavori. La camera e il senato non vengono convocate da un giorno all’altro, ma si organizza in un periodo più lungo attraverso il calendario e tutto ciò che non è in calendario non può essere messo all’ordine del giorno. Il problema che sorge è che alla camera per approvare il calendario si ha bisogno di un quorum molto elevato ( i presidenti che rappresentino i ¾ della maggioranza ) e di conseguenza il ruolo del presidente diviene fondamentale perché è colui che detta il calendario. FUNZIONI DEL PARLAMENTO Nel nostro parlamento possono essere identificate 3 funzioni: -normativa o legislativa -di indirizzo politico -di informazione e controllo La più importante e complessa è la FUNZIONE LEGISLATIVA che consiste nella discussione o approvazione delle leggi ordinarie. L’analisi di questa funzione è data dall’art 70 cost. il quale afferma che la funzione legislativa è esercitata collettivamente dalle due camere. Inoltre le camere esercitano il potere di approvare le leggi costituzionali secondo il principio previsto dall’art 138 cost. Infine, in base all’art 64 cost. i regolamenti sono adottati a maggioranza assoluta dai componenti di ciascuna camera. Il parlamento esercita poi la FUNZIONE DI INDIRIZZO POLITICO che è caratteristica della forma di governo parlamentare. Per la seguente funzione si vede anche la partecipazione del governo e vengono previsti 3 tipi di atti di indirizzo: mozioni, risoluzioni e ordini del giorno. Le due camere sono il soggetto che revoca o concede la fiducia del governo e ciò viene fatto attraverso le mozioni che sono atti tipici delle funzioni di indirizzo politico. Attraverso la mozione, proposta da almeno 10 deputati o 8 senatori, la camera o il senato mandano un segnale al governo che lo vincolano al mantenimento di un certo comportamento. Qual è il vincolo giuridico per il governo? Nessuno poiché si hanno solo delle conseguenze politiche che portano la maggioranza a rompere il rapporto di fiducia. Tuttavia nel caso in cui una mozione sia approvata sia dalla camera che dal senato il governo non può restare indifferente. Alcuni tipi di mozione hanno un elevato potere di vincolo nei riguardi del parlamento, altri potere minore. Le risoluzioni sono simili alle mozioni ma sono atti fatti anche da un singolo parlamentare. Molto frequente è invece l’ordine del giorno che consiste in un documento a carattere accessorio rispetto ad un altro testo su cui l’assemblea è chiamata a deliberare. Per ultima abbiamo la FUNZIONE DI INFORMAZIONE E CONTROLLO nei confronti del governo. Sono atti per così dire di “conoscenza” di date informazioni riguardanti il governo e i due strumenti più importanti ( già presenti dallo statuto albertino ) sono le interpellanze e le interrogazioni. La prima consiste in una domanda rivolta al governo circa la sua condotta nei riguardi di una particolare questione. La seconda è di minore rilievo e consiste in una semplice richiesta che ogni deputato o senatore può rivolgere al ministro competente. Sono dunque strumenti che puntano ad ottenere informazioni dal governo. Con l’interrogazione chiedo informazioni specifiche sul governo o se il Governo è a conoscenza di un determinato fattore. Si ha quindi la possibilità di avere direttamente informazioni con una domanda PRECISA. Sia interpellanze che interrogazioni possono riguardare solo aree di attività del governo, quindi non ad esempio ambiti riguardanti il presidente della repubblica. Il problema delle interrogazioni è che possono avere una risposta scritta o orale e molto spesso il ministro si presenta e legge una relazione che è stata fatta in ufficio ed è dunque difficile che da una relazione di questo tipo possano sorgere delle risposte interessanti. Si può pensare che le interrogazioni vengano dall’opposizione, invece spesso vengono svolte dalla stessa maggioranza. Negli anni 80 è stato istituito il question time ( interrogazioni avvengono in un contradditorio immediato in diretta televisiva ) perché si vuole dare più importanza ad argomenti di particolare urgenza. Lo abbiamo introdotto anche noi ma è stato un fallimento, perché il presidente del consiglio non ci è mai andato. Le interpellanze sono leggermente diverse perché attraverso esse non chiedo al Governo se è a conoscenza di dati fatti, ma chiedo cosa il governo intende fare per risolvere un determinato problema. Si svolgono solo in aula, mentre le interrogazioni si possono svolgere anche in commissione. Entrambe possono essere urgenti o a risposta immediata dove si chiede un numero maggiore di parlamentari per quanto riguarda la richiesta. Non ha il governo una responsabilità giuridica bensì politica e può dunque non rispondere. ATTI DI INDIRIZZO POLITICO-ECONOMICO Sono una serie di provvedimenti che provengono sia dal parlamento sia dal governo con l’obbiettivo di assicurare il corretto funzionamento dei mercati. La funzione di indirizzo politico è controllata dalle leggi di indirizzo politico ( es. legge di bilancio ). Importante è poi la partecipazione alla manovra di finanza pubblica da parte del parlamento e a tal proposito si prendono dei provvedimenti sull’approvazione della manovra di bilancio. Il problema relativo alle manovre di bilancio consiste nel fatto che queste manovre subiscono rilevanti modifiche che sono peggiorative. Sono una serie di piccole spese che si aggiungono alla manovra e la appesantiscono. Da quando l’Italia è entrata nel sistema europeo sono previsti una serie di controlli da parte della commissione europea anche sulla manovra di bilancio. Si fa anche il ricorso al deficit. Ricorso al deficit: entrate ed uscite non sono in pareggio, si andrà dunque a finanziare una parte del debito attraverso complicazioni. Una gestione autonoma del bilancio non esiste dunque più, poiché lo stato ha ceduto alcune importanti competenze all’unione europea. ORDINAMENTO GIUDIZIARIO Magistrati civili Giudicanti ( art 102.1 ) penali Ordinari: 102.1 Magistarti Requirenti ( art 112 ) Giudici Speciali Art 103. FUNZIONE GIURISDIZIONALE E’ una funzione statale il cui obbiettivo è quello di risolvere le controversie ed è esercitata da un soggetto terzo ( un giudice ), vincolato solo alla legge il quale fa una sentenza che deve essere sempre motivata ( art 111 cost. ). Nel processo civile le parti processuali si chiamano attore ( colui che agisce ) e convenuto ( colui il quale è chiamato in giudizio ). Nel processo penale le parti si chiamano pubblico ministero ( magistrato che esercita l’accusa ) e imputato. Nel processo amministrativo abbiamo l’indagato ( che è il ricorrente ) e la pubblica amministrazione ( che si oppone e prende quindi il nome di resistente ). La funzione giurisdizionale si conclude con una sentenza. Ordinamento giudiziario T.A.RGiurisdizione amministrativa Consiglio di Stato Ufficio della Procura della Repubblica Giurisdizione contabile Corte dei conti, Commissioni tributarie Tribunali militari Giurisdizione militare GIURISDIZIONE CIVILE Il giudice è chiamato a risolvere casi di controversia tra le parti ( giurisdizione contenziosa ) oppure casi nei quali l'intervento del giudice è prescritto dalla legge a garanzia delle parti o di terzi o della collettività ( volontaria giurisdizione ). Nella giurisdizione civile si ha una controversia tra parti e tutte le questioni di diritto civile, materie di lavoro o anche commerciali sono decise dal giudice civile. Vi possono essere giudici monocratici o giudici collegiali. Normalmente è un organo monocratico ma ci sono casi in cui diventa organo collegiale come per le corti di appello, la corte di cassazione e il tribunale per i minorenni. GIURISDIZIONE PENALE La giurisdizione penale è il potere attribuito ai giudici penali di accertare se un determinato fatto commesso ( fattispecie concreta ) corrisponda o meno alla sua previsione generale contenuta in una legge penale ( fattispecie astratta ). Abbiamo organi dello stato che sono chiamati a decretare se un determinato fatto corrisponde ad una fattispecie di reato. Il giudice penale è sollecitato a prendere una decisione sulla base di una serie di accuse mosse dal pubblico ministero che è quel particolare magistrato che raccoglie le prove e decide se far processare un determinato soggetto. E’ necessaria una distinzione: Procedimento penale: si individua il tema del processo e il pubblico ministero svolge azione di indagine. Processo penale: il pubblico ministero svolge l’azione penale, si ha il passaggio da indagato a imputato. Anche qui si fa una distinzione tra giudice monocratico e giudice collegiale e quelli collegiali sono gli stessi di quelli della giurisdizione civile. AUTONOMIA E INDIPENDENZA Hanno significati diversi e il loro significato lo ritroviamo all’interno della costituzione. Tutto ciò che riguarda la carriera di un giudice viene ad essere definito all’interno del consiglio superiore della magistratura ( CSM ). Autonomia E’ composto in prevalenza da giudici, che sono eletti dagli stessi, sono 27 di cui 3 di diritto, 16 di essi sono eletti direttamente da loro e altri 8 membri sono eletti dalla seduta comune. La costituzione non prevede il numero fisso ma solo le percentuali. Questo è importante perché sottrae i giudici dal potere politico. In nessun altro paese europeo c’è la libertà politica di indagare sui politici. L’indipendenza invece ha due diverse connotazioni: da un lato l’indipendenza esterna, rispetto agli altri poteri, dall’altro l’indipendenza interna che è garantita da due principi costituzionali: -il principio secondo cui i magistrati si distinguono fra di loro soltanto in base ai compiti, i giudici sono di fatti tutti sullo stesso livello, il giudice è soggetto soltanto alla legge e la sua interpretazione è libera ( no gerarchia ). Nel momento in cui il giudice scrive una sentenza non è condizionata nè dall’esterno nè dai giudici di gradi più alti di lui, quindi interpreta la legge senza vincoli ( soggezione solo alla legge ). Non c’è quindi un rapporto gerarchico, non ci sono giudici superiori o inferiori, si dividono solo in giudici di primo grado( giudice di pace ), secondo grado ( corte d’appello ) e legittimità ( cassazione ). Come viene garantita l’indipendenza esterna? Serve ad impedire che il magistrato subisca violenze per la sua decisione. I magistrati devono avere la laurea magistrale, vengono banditi 300 posti e i candidati sono 5000 e le prove sono molto complesse ( art 106 ). I magistrati non si possono iscrivere a partiti politici. L’art 107 prevede la garanzia dell’inamovibilità, quindi non possono essere dispensati o sospesi dal servizio. I primi 30 magistrati scelgono le loro posizioni, gli altri vengono posti casualmente. Quando si liberano dei posti il CSM fa dei concorsi. Il trasferimento può essere di ufficio per alcuni motivi, tra cui il più importante, l’incompatibiltà funzionale, che si ha quando il magistrato è entrato in conflitto con avvocati e quindi parte un’azione di tipo disciplinare per lo spostamento in un’altra sede. Al termine del procedimento il magistrato può subire o meno il cambiamento. I magistrati si distinguono tra loro solo per diversità di funzioni ( art 107 ultimo comma ). Il consiglio superiore della magistratura ha la funzione di decidere l’ordine di assunzione e trasferimenti quindi gestisce l’intera carriera del magistrato. Si occupa anche di decidere l’organizzazione interna ( presidente, vicepresidente, commissioni ecc. ). Insieme al presidente della repubblica la corte costituzionale svolge delle funzioni di garanzia costituzionale per impedire che le regole vengano violate. Negli Stati Uniti il controllo di costituzionalità è diffuso e quindi tutti i giudici possono valutare l’eventuale conflitto tra una legge e la costituzione, ma ovviamente le decisioni della corte suprema hanno un potere decisionale maggiore. Il nostro modello è invece accentrato e abbiamo quindi un giudice e magistrati ai quali unici viene attribuita questa funzione di controllo. La corte costituzionale inizia a funzionare solo nel 1956 e quindi per 8 anni non vi è stato un giudice costituzionale e la stessa ha svolto una funzione importante di ripulirsi dal sistema creato dal fascismo. Fonti che controllano l’attività della corte costituzionale Oltre alla costituzione troviamo la legge 1 del 1948 fatta dalla costituente che sceglie il giudizio in via accidentale e la legge 87 del 1953 e la legge ordinaria del 1953 che prevedono che la corte venga ultimata. Può anche prevedere norme integrative. I giudici costituzionali hanno garanzie di indipendenza stabilite dall’art 137. La legge 1 del 1948 contiene un riferimento all’art 68 della costituzione che è stato modificato nel 1993 e il testo iniziale dello stesso che era presente nel 1948 prevedeva l’obbligo di azione a procedere. COMPOSIZIONE DELLA CORTE COSTITUZIONALE L’Art 135 individua come è composta: 15 giudici nominati per 1/3 dal Pdr, per 1/3 dal parlamento e per 1/3 dalle supreme magistrature ( devono avere funzioni di competenza ). Per quanto riguarda il parlamento sono stabiliti delle norme particolari con quorum superiori rispetto alla maggioranza che è necessaria per l’elezione della capacità ordinaria della corte. Dal quarto scrutinio in poi il quorum è più basso ma sempre più alto della maggioranza assoluta. La durata in carica dei giudici è di 9 anni e non sono rinnovabili ( per gli americani la carica vitalizia ). Quando la corte si trova a dover votare vale il principio di maggioranza, ma in caso di parità dei voti prevale quello del presidente. Tuttavia non sappiamo come avvengono i voti poiché non è pubblico il metodo e nemmeno i giudici possono fare l’opinione di senziente ( è invece ammessa nella corte europea dei diritti dell’uomo ) ovvero non possono dare un loro parere, questo per avere una corte molto unita. Quando la corte deve giudicare sull’accusa del presidente della repubblica non abbiamo la composizione ordinaria di 15 giudici, ma se aggiungono altri 16. FUNZIONI La funzione principale è di valutare la compatibilità di una legge applicata dal parlamento con la costituzione, non solo con le disposizioni costituzionali ma anche con i principi, l’art 3 della costituzione esprime la ragionevolezza dell’azione legislativa. La corte non fa un’opera di controllo di tutte le leggi, ma interviene solo se viene interpellata da qualcuno che aziona un giudizio e si può avere il giudizio in via incidentale che viene azionato da un giudice nel corso del giudizio o in via principale, dove lo stato può impugnare una legge della regione come la regione può impugnare una legge dello stato ( art 127 ). Nel 2012 la regione veneto approva una legge dove propone un referendum di tipo interventista. Le regioni hanno quindi degli spazi di autonomia all’interno di uno stato regionale, la costituzione non consente alle regioni di uscire dallo stato ( il tentativo del veneto è stato grave proprio per questo motivo ). Può dare giudizio sulle accuse sul presidente della repubblica. Può giudicare e risolvere i conflitti tra i poteri dello stato ( la costituzione definisce le competenze dei poteri, ma qualora si venga a creare un conflitto tra uno di questi poteri la corte può risolvere il conflitto, ad esempio la sentenza sulla grazia dove il Pdr dice che la grazia fosse da scrivere agli atti di competenza presidenziali, mentre il governo diceva che quello era uno spazio condiviso e ci si rivolge quindi alla corte costituzionale che risolve in favore del Pdr ). Giudica anche sui conflitti tra stati e regione sulle ipotesi che non riguardano le leggi ( es. per gli atti amministrativi ). Giudica sull’ammissibilità del referendum abrogativo dal 1970. Il giudizio in via incidentale è sempre stata la funzione più importante che ha visto la corte costituzionale soprattutto tra gli anni 60 e 80 avere un vero e proprio giudice dei diritti ( ci si voleva ripulire dai testi fascisti ). Col tempo ha un po’ abdicato questa funzione di giudice dei diritti, funzione che è stata ceduta alla corte europea sui diritti dell’uomo e la corte ha avuto momenti di conflitto specialmente con la cassazione. La corte ha invitato i giudici a valutare la possibilità di dare una interpretazione conforme alla costituzione, ovvero di fare un lavoro preventivo prima di un dato intervento della corte stessa. Il giudice in via incidentale, rappresenta un filtro essenziale, perché deve valutare se una questione che lui stesso ha sollevato in ufficio sia meritevole di andare alla corte costituzionale. Questo perché questa decisione porta alla sospensione del suo processo ( almeno per 1 anno ). Inoltre la corte costituzionale, sulla base di indicazioni contenute nella legge 87, ha imposto al giudice di ravvisare e di motivare intorno alla sussistenza di due presupposti: rilevanza e non manifesta infondatezza. Per quanto riguarda il primo presupposto si intende l’applicabilità del testo normativo che si ritiene incostituzionale. Per il secondo presupposto il giudice a quo ( da cui viene ), non deve essere convinto che la questione sia manifestamente fondata, ma deve essere convinto che non sia manifestamente infondata e si vuole intendere il dubbio detto fumus circa la costituzionalità della norma. L’ordinanza di rinvio individua il thema decidendum ( oggetto del giudizio ) che si individua attraverso l’oggetto e il parametro che individuano quindi la questione di costituzionalità. L’oggetto è costituito dagli atti della cui legittimità si dubita, mentre il parametro è la norma della costituzione che si ritiene violata. Quando il giudice a quo ha sollevato una questione costituzionale inizia il processo e una volta che il giudice ha fatto un giudizio di rinvio la corte va avanti con il processo. SENTENZE Se la corte rigetta immediatamente la questione perché ritenuta carente di fumus si hanno le ordinanze. In caso contrario il processo costituzionale si conclude con una sentenza: sentenze di accoglimento e sentenze di rigetto. La prima accoglie la questione e dichiara l’incostituzionalità della legge. La seconda dichiara che la questione non è fondata. Diverse sono le conseguenze tra le due sentenze, perché per la prima si hanno effetti sistemici sull’ordinamento, perché annulla la disposizione la quale non potrà più essere utilizzata per decidere ed è erga omnes ed è annullata con effetti retroattivi, perché il meccanismo scelto lo rende necessario, ma in realtà dal 2015 essa stessa può decidere che gli effetti possano valere solo per il futuro ( caso della sentenza robin tax ). Mentre la sentenza di rigetto non ha questi effetti, perché si limita a dire che la questione non è fondata, ha quindi effetti inter partes e ha come unico destinatario il giudice a quo che non potrà più risollevare la questione, ma altri giudici si modificandola. Costruzione di una sentenza costituzionale C’è principalmente la parte di intestazione che contiene le indicazioni dei giudici che compongono la corte. La sentenza si articola in una parte di ricostruzione in fatto ( parte molto lunga ). Una parte in diritto, dove la corte esamina le questioni sottoposte e prende posizione. Al termine di questa esaminazione la corte presenta il dispositivo che è introdotto dal PQM ( per questi motivi…). Es: Nella sentenza 1 del 2014 la corte costituzionale riepiloga le questioni sulla quale la corte mostra di condividere e dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art 83 , 17 e 4. Poi ci sono anche dei poteri “organo” ( semplici ) come il Pdr ( caso della grazia ), il CSM, la corte costituzionale e la corte dei conti. Si ha una distinzione del conflitto in due fasi: nella prima si ha la fase di ammissibilità in cui la corte valuta se sussiste materia di conflitto e chi siano gli organi interessati. Nella seconda si ha la fase decisoria dove la corte con sentenza dichiara quale sia l’organo al quale spettano le competenze contestate e se si ha un atto illegittimo lo annulla. EMERSIONE DEI DIRITTI ( Art 1 13 + Parte prima della cost. ) Il processo di riconoscimento dei diritti è stato molto lungo e non può dirsi ancora completato. Fase della positivizzazione: ovvero del riconoscimento di diritti all’interno di alcuni testi normativi, quindi a partire dalla dichiarazione dell’uomo del 1789 o il Bill of rights del 1791 o lo statuto albertino del 1848. Vi erano tuttavia una serie di limitazioni perché vi era un riconoscimento del diritto ma era vanificato dal legislatore che aveva una disciplina totale. Fase della costituzionalizzazione: si ha il riconoscimento di valori costituzionali supremi che vincolano il legislatore e lo limitano, quindi la costituzione di Weimar del 1919 o la costituzione italiana del 1948. Si devono riconoscere dei diritti sociali e quindi occorre un passo in avanti da parte dello stato. Fase di internalizzazione: processo diretto ai paesi che nascono come nuove democrazie, quindi si ha con la dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, il patto sui diritti sociali e civili che nascono nell’ambito dell’ONU e hanno il compito di estendersi a tutte le nazioni che fanno parte dell’ONU. Alcune di queste dichiarazioni hanno quindi un valore universale, poiché i diritti sono estesi a tutte le nazioni. Troviamo anche la CEDU con ad esempio il rispetto della vita privata che nella nostra costituzione non è presente, ma poiché è un trattato al quale abbiamo aderito siamo vincolati nel rispetto di questo e di altri diritti. Poi si ha la corte europea dei diritti dell’uomo che ha il compito di condannare chiunque violi i principi della convenzione e i cittadini possono ricorrere direttamente alla corte europea ( dopo aver ricorso al proprio tribunale ). CLASSIFICAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI Abbiamo 4 grossi gruppi: Diritti civili – libertà personale ( art 13 ), di manifestazione del pensiero ( art 21 ), di religione e diritti politici limitati per censo ( STATO LIBERALE ). Diritti politici – diritto di voto, di associazione ( art 18 ) e suffragio universale ( METÀ DELL’800 ). Diritti sociali – diritto all’istruzione (artt 33,34 ), alla salute ( art 32 ), al lavoro ( artt 4,35 ) ( sono costosi e trovano attuazione solo DAL 900 ). Nuovi diritti – diritto alla privacy, ai disabili, all’identità sessuale ( DOPO IL 1948 ). Cittadinanza Un problema che si pone nello stato moderno è l’uso da parte di chi è esterno di questi diritti e questo ci porta a considerare la cittadinanza. Nello stato liberale si sviluppa il concetto di cittadinanza ( con la rivoluzione francese si ha il passaggio dal suddito al cittadino ), con essa quindi tutti sono uguali e tutti sono cittadini con diritti e doveri nei confronti della nazione. Gli stati nazionali sono quelli dove vi è un legame tra i cittadini e la nazione; ius sanguis: è cittadino chi è figlio di cittadino, si concede dunque la cittadinanza alla nascita. Questo legame contiene il problema dell’emigrazione; negli USA hanno accolto una nozione diversa secondo cui è cittadino chi nasce negli USA ( ius soli ). Cittadinanza europea: sistema differente che dà diritti sociali e politici se si è sul territorio europeo ( cittadino italiano se va in Francia può votare per le elezioni europee ). Permette quindi di avvalersi di servizi diplomatici anche se non presenti nel nostro paese, ma in un altro. Il cittadino europeo residente in Italia dopo 4 anni può chiedere la cittadinanza. Condizione dello straniero: lo straniero presente sul territorio italiano ha sempre i diritti fondamentali, parità dei diritti civili se regolarmente soggiornato e se lavoratore parità di trattamento rispetto agli italiani. ( art 10 e legge Turco-Napolitano sono i testi unici in materia di immigrazione ). DIRITTI FONDAMENTALI NELLA COSTITUIONE ITALIANA Abbiamo dei diritti riconosciuti che sono tutelati dallo stato e abbiamo previsto dei nuovi strumenti di tutela attraverso la riserva di legge ( solo una legge può limitare l’esercizio ) e la riserva di giurisdizione ( solo un giudice può limitare la libertà ). Vengono costituzionalizzati i diritti sociali, però diversamente dai diritti civili occorre una intermediazione; non è azionabile se non si ha una legge che lo prevede. ART 2 DIRITTI INVIOLABILI E DOVERI INDEROGABILI Art 2 riconoscimento da parte della costituzione delle formazioni sociali ( famiglia, partiti, sindacati ). “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. E’ un articolo fondamentale perché afferma i principi riguardanti la garanzia dei diritti da parte della repubblica. Principio personalista: si limita a riconoscere diritti che sono insiti nell’uomo e lo fa sia al singolo che viene prima dello stato e non il contrario e sia nelle fondazioni sociali ( dove si trova la personalità dell’uomo ). La seconda parte dell’art 2 la repubblica richiede l’adempimento di doveri inderogabili ( chi ha redditi più alti contribuisce di più di chi ha redditi bassi ). Ma il diritto non è sempre assoluto, ad esempio la manifestazione del proprio pensiero è limitata alla manifestazione del pensiero altrui. Principio pluralista: L'art. 2 Cost. riconosce i diritti inviolabili non solo all'individuo considerato isolatamente, ma anche nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Alcune di queste trovano esplicito riconoscimento in altri disposizioni costituzionali come la famiglia (art. 29), le confessioni religiose (art. 8), le associazioni (art. 18). L'art. 2 Cost. riconosce i “diritti inviolabili” e l’inviolabilità dei diritti consiste nelle seguenti caratteristiche: -Assolutezza -Indisponibilità -Imprescrittibilità -Irrinunciabilità Sempre riguardo l’art 2 esso è stato eletto dalla corte costituzionale come una fattispecie aperta, ovvero serve a dare una copertura costituzionale ai diritti non specificati che nascono nella società che altrimenti rimarrebbero sanati solo a livello legislativo ( es. diritto alla privacy che non è presente nella costituzione ). PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA ART 3 E’ diviso in due comma: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. LIBERTA’ DI RIUNIONE ART 17/ART 18 L’art 17 prevede che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi in riunioni. Nel secondo e nel terzo comma si distinguono due situazioni: la riunione in luogo pubblico deve essere sottoposta ad un preavviso delle autorità ( per luogo pubblico: piazza o strada ). La disciplina della riunione è contenuta in un testo del periodo fascista. Il secondo comma prevede che se le riunioni si svolgano in luogo aperto al pubblico non è richiesto preavviso. L’art 18 è altrettanto fondamentale perché disciplina la libertà di associazione. Differenza tra riunione e associazione: la riunione indica persone che si uniscono per un obbiettivo comune, mentre nell’associazione vi è la presenza di un vincolo, bisogna sentirsi in sintonia e condivisione con l’associazione. Dunque nell’associazione si ha un medesimo scopo sociale ( mi iscrivo ad un partito perché ne condivido le idee ). Ci si può associare liberamente senza la necessità di autorizzazioni. Unico limite: non si può fare associazione per fini vietati dalla legge penale ai singoli. Oltre al limite generale ci sono due limiti speciali: -limite delle associazioni segrete -limite delle associazioni con scopi politici a carattere militare Il pensiero del legislatore aveva un riguardo sul fascismo ( uso violento del potere dell’associazione ). Norme che riguardano le associazioni sono presenti nel codice civile, ma sono di tipo organizzativo. BILANCIAMENTO DEI DIRITTI Nessun diritto è in sé assoluto e illimitato e non vi è una gerarchia tra i diritti: -ogni diritto incontra limiti in altri diritti costituzionalmente protetti; -l’esercizio di nessun diritto può impedire l’esercizio di un altro diritto. Talvolta sulla libertà di pensiero ci si trova di fronte ad un possibile conflitto tra due diritti entrambi garantiti dalla costituzione. Occorre quindi operare un bilanciamento tra i diritti poiché nessuno è mai assoluto, poiché trovano un limite all’inizio del diritto altrui. In concreto il bilanciamento è fatto dai giudici e a volte dal legislatore. ART 21 COST. LIBERTA’ DI PENSIERO È molto ampio, ma purtroppo nasce con una serie di omissioni poichè è stato scritto in un’epoca passata e non disciplinava norme sulla radio o sulla televisione. Il nucleo centrale si riferisce di fatti solo alla stampa, per quanto riguarda le autorizzazioni e censure al quale non possono essere soggette. Si può operare solo il sequestro che deve essere autorizzato dal giudice fatto salvo casi di urgenza. Il sequestro cautelativo va trasmesso all’autorità competente ( entro 48 h ) che ne ratifichi la necessità. Principio del pluralismo dei media: non bisogna avere monopolio dei mezzi di informazione. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e le altre manifestazioni contrarie al buon costume e la legge stabilisce adeguati provvedimenti a reprimere le violazioni ( ultimo comma ). I limiti alla libertà di espressione Limite espresso: Nell’art 21 si ha il limite del buon costume che coincide con il pudore sessuale ( sesto comma ). Limiti impliciti: -onore e reputazione delle altre persone -diritto alla privacy delle altre persone ( riservatezza ) -segreto investigativo ( i giornali non possono pubblicare notizie coperte dal segreto investigativo ) -segreto di Stato Quello principale è il concetto di riservatezza IL LIMITE DELLA RISERVATEZZA ( PRIVACY ) Nasce in Inghilterra nel XIX secolo e si afferma successivamente negli USA e poi in tutti gli ordinamenti democratici. Esso comprende diversi diritti: -diritto alla identità personale, ovvero che venga rappresentata in maniera veritiera -diritto alla riservatezza della vita privata -diritto alla protezione e al controllo dei dati personali e soprattutto di quelli sensibili. Per riservatezza si intende l’interesse di un soggetto a mantenere la propria sfera privata e intima al riparo dalle indiscrezioni altrui. Il fondamento costituzionale può essere rintracciato nel combinato disposto di: Art. 2 = catalogo “aperto” dei diritti Art. 13 = inviolabilità della libertà personale, intesa anche come libertà morale Art. 14 = inviolabilità del domicilio Art. 15 = libertà e segretezza delle comunicazioni Art. 21 = diritto al silenzio Fondamentale è la presenza della normativa europea GDPR ( reg. n. 679 del 2016 ) che contiene informazione su come debbano essere trattati i dati e viene con esso incluso anche il diritto all’oblio art 17 il quale permette la cancellazione dei dati ( tuttavia entra in vigore dal 2019 ). La differenza tra la disciplina dell’art 21 e dell’art 15 sta nel fatto che se intendo manifestare un pensiero di ordine pubblico trovo applicazione nell’art 21, mentre se solo ad un gruppo limitato di persone vengo tutelato dall’art 15. Se ho un destinatario singolo, l’altra persona per diffondere l’informazione deve avere la mia autorizzazione. DIRITTI SOCIALI Sono diritti che nascono dai bisogni della persona e caratterizzano lo stato sociale e sono diritti di prestazione che presuppongono un intervento attivo dello stato. Gli ambiti espressamente tutelati dalle norme costituzionali sono: lavoro ( artt. 4, 35 ), salute ( art. 32 ), assistenza ( art. 38 ), istruzione ( artt. 33 e 34 ), tutela della famiglia ( art. 29 ). Il diritto civile vede un distacco da parte dello stato nei riguardi del cittadino, mentre nel diritto sociale non è sufficiente che lo stato mantenga uno spazio di libertà per il cittadino, ma è necessaria un’attività dello stesso. Esempio il diritto all’istruzione che è uno dei principali: se lo stato non realizza una struttura pubblica il diritto non può essere esercitato e ciò è previsto dall’art 34 e il fatto che la scuola inferiore sia gratuita è previsto nella costituzione. L’istruzione pubblica va finanziata dallo stato sia per la struttura sia per gli insegnati e questo ha un ingente costo. Stessa cosa per il diritto alla salute – art 32 Il diritto all’assistenza sociale presuppone l’erogazione di provvidenze sotto forma di sussidi per persone che col proprio reddito possano avere un tenore di vita sufficiente. Con Suicidio assistito invece si intende l’aiuto nei riguardi di una persona che vuole porre fine alla sua vita ed è lui stesso che pigia un bottone e pone fine alla sua morte, quindi questo è un fine vita non posto da un terzo. Questo non può prescindere da un accertamento di stato fisico psicologico che possano porre l’effettivo fine vita. Non c’è un diritto alla dolce morte, ma la non imputabilità del medico che pone fine alla vita del paziente. L’interruzione della vita è ammessa già dai 12 anni in su e dai 16 anni anche senza il consenso dei genitori. La legge belga del 2002 L’art 3 della stessa prevede che “il medico che pratica l’eutanasia non commette alcuna violazione qualora adempia le condizioni e le procedure previste dalla legge e accerti che: -il paziente è maggiorenne e capace di intendere e di volere; -l’istanza è presentata con un’iniziativa volontaria e non risulta indotta da pressioni esterne; -il malato è in condizione sanitaria senza speranza e la sua sofferenza è insopportabile a seguito di una malattia acuta o incurabile. QUESTIONI LEGATE AL FINE VITA IN ITALIA In Italia abbiamo avuto alcune prescrizioni senza però che sia stata legalizzata alcuna pratica di eutanasia o suicidio assistito. Ci sono stati dei casi che hanno mobilitato la pubblica opinione intorno agli anni 2000 tra cui il caso Englaro e il caso Welby. Quest’ultimo vedeva un macchinista con malattia degenerativa che lo porta a rimanere in vita con una macchina pur essendo sempre capace di intendere e di volere. Decide di voler interrompere il trattamento e si rivolge al tribunale di Roma che lo respinge, ma successivamente viene trovato un anestesista che lo ha aiutato nel percorso di rimozione della macchina che portò alla sua morte. Egli venne accusato di aiuto al suicidio, ma l’anestesista alla fine venne accolto perché si è applicato il principio di libertà di cura. Nell’altro caso si ha una situazione di coma irreversibile dove il soggetto aveva un’alimentazione artificiale e il padre inizia una battaglia legale per ottenere il distacco di questo trattamento basandosi su una considerazione che aveva fatto la figlia precedentemente in un caso simile. La cassazione è arrivata a dire che qualora si fosse accertata la volontà della ragazza di affermare la propria scelta sarebbe stato necessario autorizzare il trattamento. La volontà viene affermata e il trattamento venne interrotto. Il presidente della Lombardia fa una circolare dove afferma che nella regione ciò non era ammesso e difatti il padre andò in Friuli Venezia Giulia. Il governo tentò di far passare un decreto legge nella quale si stabiliva che l’alimentazione e l’idratazione erano trattamenti salva vita sottratti al principio di libertà di cura e non erano quindi coperti dall’art 32, ma il presidente Napolitano non firma il decreto. L’ultimo caso è di Fabiano Antoniani ( dj Fabo ) il quale ha un incidente che lo porta ad essere tetraplegico con dolori dal punto di vista fisico e psicologico. Si risolve la situazione in Svizzera. L’art 580 afferma che “chiunque determina altri al suicidio o rafforza l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l’esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da 5 a 12 anni”. Chi ha aiutato dj fabo ( Cappato ) ad andare in svizzera viene posto sotto processo, ma il tribunale decide di chiedere il giudizio della corte costituzionale che ravvisa questi problemi e dopo un anno decide con una sentenza additiva, la n.242 del 2019, dichiarando non punibile chi agevola il proposito suicidio di un paziente affetto da malattie irreversibili, ma capace di esprimere il proprio pensiero. BIOTESTAMENTO La legge del bio-testamento contiene una serie di disposizioni: Art. 1, comma 1 “Nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata, tranne che nei casi espressamente previsti dalla legge”. Il consenso informato non è un principio nuovo poiché già da molti anni negli ospedali si prevedeva che prima di sottoporsi ad un intervento si firmasse il modulo di consenso informato. Art. 3, comma 2 “Il consenso informato al trattamento sanitario del minore è espresso o rifiutato dagli esercenti la responsabilità genitoriale o dal tutore tenendo conto della volontà della persona minore, in relazione alla sua età e al suo grado di maturità, e avendo come scopo la tutela della salute psicofisica e della vita del minore nel pieno rispetto della sua dignità”. Importantissimo è il comma 5 dell’art1 sul biotestamento ( IL RIFIUTO DI CURE ): “Ogni persona capace di agire ha il diritto di rifiutare, in tutto o in parte, con le stesse forme di cui al comma 4, qualsiasi accertamento diagnostico o trattamento sanitario indicato dal medico per la sua patologia o singoli atti del trattamento stesso… Ai fini della presente legge, sono considerati trattamenti sanitari la nutrizione artificiale e l'idratazione artificiale, in quanto somministrazione, su prescrizione medica, di nutrienti mediante dispositivi medici”. Art. 2 comma 1 “Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico. A tal fine, è sempre garantita un'appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative”. Inoltre viene previsto il divieto di accanimento terapeutico secondo cui è previsto che il medico non deve ostinarsi a dare cure e trattamenti se c’è un’imminenza di morte ( art 2 comma 2 ). Importantissime anche le DAT, disposizioni anticipate di trattamento. Art. 4, comma 1 «Ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di un'eventuale futura incapacità di autodeterminarsi e dopo avere acquisito adeguate informazioni mediche sulle conseguenze delle sue scelte, può, attraverso le DAT, esprimere le proprie volontà in materia di trattamenti sanitari, nonché il consenso o il rifiuto rispetto ad accertamenti diagnostici o scelte terapeutiche e a singoli trattamenti sanitari. Indica altresì una persona di sua fiducia, di seguito denominata fiduciario, che ne faccia le veci e la rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie.» Art. 4, comma 6: “Le DAT devono essere redatte per atto pubblico o per scrittura privata autenticata o per scrittura privata consegnata dal disponente presso l’ufficio di stato civile del suo comune di residenza che provvede a inserirlo in un registro dove istituito o presso la struttura sanitaria che poi la trasmette alla regione”. LA COSTITUZIONE ECONOMICA ( Art 35 47 ) E’ l’insieme delle norme costituzionali che riguardano le posizioni e le relazioni degli individui intesi come soggetti economici. Alcuni articoli hanno un contenuto precettivo, ovvero sono immediatamente applicabili ad esempio l’art 36 che afferma che il lavoratore ha diritto alle ferie settimanali. Viene anche utilizzato per estendere il trattamento dei contratti collettivi nazionali che sono stabiliti dai sindacati e i rappresentati dei lavoratori. Questi contratti sono privati perché stabiliti dall’art 39, “ l’organizzazione sindacale è libera “, nella quale la disposizione erga omnes non venne mai attuata. Attraverso l’art 36 però viene estesa questa disposizione, quindi il contratto collettivo delle collaboratrici familiari è esteso a tutte le lavoratrici che svolgano questo senza un contratto. L’art 37 prevede una serie di disposizioni in favore della donna lavoratrice che ha pari condizioni di lavoro dell’uomo con speciale ed adeguata protezione. Il ruolo dei sindacati, che sono associazioni private con libertà sindacale espressa dall’art 39, riguarda una funzione politica espressa soprattutto negli anni 90 svolgendo funzioni politiche che ora non svolgono più. Cosa possono fare i sindacati per tutelare i loro iscritti? Utilizzare lo strumento dello sciopero che per l’art 40 si esercita nell’ambito delle leggi che lo regolano, tuttavia il problema nasce dal fatto che le leggi non sono state fatte. Esiste una commissione di garanzia che controlla e fa in modo che le prescrizioni di queste leggi vengano rispettate e dichiara ad esempio che uno sciopero è illegittimo. Dal III comma dell’art 41 all’antitrust L’art. 41, III comma, cost. abilita lo Stato a determinare programmi e controlli per indirizzare a fini sociali l’attività economica anche privata ( pianificazione ). Negli anni 60 è stato compiuto un tentativo di attuazione, poi fallito. CICLO DI BILANCIO Entro il 10 aprile → Documento di Economia e Finanza ( DEF ): fissa gli obiettivi da raggiungere con la legge di stabilità. Entro il 30 giugno → rendiconto e d.d.l. di assestamento. Entro il 27 settembre → Nota di aggiornamento al DEF. Settembre-dicembre sessione di bilancio: Entro il 15 ottobre → DPB ( Documento Programmatico di Bilancio ). Entro il 20 ottobre → disegno di legge di bilancio Entro il 31 dicembre → approvazione legge di bilancio. DIRITTO REGIONALE Fu inizialmente la DC a promuovere l’introduzione delle Regioni quali enti autonomi dotati di potestà normativa. Nel progetto di Carta redatto dalla Commissione dei 75 la Regione era indicata come «zona intermedia ed indispensabile tra la Nazione ed i Comuni» e alle regioni erano attribuite tre tipi di potestà legislativa: primaria, concorrente e integrativo/attuativa. Sicilia, Sardegna e Valle d’Aosta avevano ottenuto, in modo diverso, riconoscimenti di autonomia nel periodo pre-costituente per contrastare le istanze autonomiste. Le regioni possono essere ordinarie o speciali. Differenze: -modalità di approvazione statuto e norme di attuazione ( valide solo per le speciali e con commissione paritetica ). -organizzazione ( soprattutto Sicilia e TAA diviso in due province autonome ). -competenze ( legislativa piena + integrativa generalizzata ). -regime finanziario ( Sicilia: trattiene il gettito di tutti i tributi erariali, ad eccezione delle imposte di produzione e dei proventi del monopolio dei tabacchi e del lotto; Friuli-Venezia Giulia: i 6/10 dell’IRPEF, i 4,5/10 dell’IRPEG, 8/10 dell’IVA e i 9/10 di altre poche imposte ). Attuazione dell’ordinamento regionale -Legge Scelba ( 1953 ): analitica al punto di svuotare di contenuto gli statuti -Legge elettorale regionale ( 1968 ): proporzionale -Elezioni dei primi Consigli regionali ( 1970 ) e varo degli Statuti di prima generazione; ruolo della I commissione del Senato -I° trasferimento di funzioni amministrative ( 1972 ) e II° trasferimento di funzioni -Lo Stato non si limita a dettare i principi ma entra nel dettaglio ( anche attraverso regolamenti ) e ridefinisce a proprio piacere le materie. Le modalità di attuazione e prassi legislative fortemente distorsive del modello hanno condotto ad una notevole compressione dell’autonomia regionale sia dal punto di vista della funzione legislativa che di quella amministrativa. La regionalizzazione non ha prodotto effetti in termini di riforma e di efficienza dell’apparato amministrativo dello Stato. La Regioni sono divenute centri di amministrazione attiva e non di indirizzo politico. L’instabilità dell’esecutivo si è replicata anche al livello regionale con frequenti cambi di Presidenti e di giunte. Ordinamento regionale dopo le riforme Autonomia statutaria: statuti approvati con legge regionale e con facoltà di non uniformità quanto alla forma di governo ( art 123 ). Legislazione elettorale (Presidente e Consiglio) diventa materia concorrente ( art 122 ). Autonomia legislativa: concorrente + residuale e abolizione del controllo statale preventivo. Regionalismo differenziato ( nuovo 116, comma 3, Cost. ). Autonomia statuaria regionale La riforma del 1999 continua ad attribuire alle regioni competenza statutaria e non costituzionale; cosa significa? Non ci sono sovrani e non possono stabilire diritti e doveri ( Corte cost. sent. 372/2004: gli Statuti non sono Costituzioni ma solo fonti regionali a competenza riservata e specializzata ). Art 123 -Doppia deliberazione del Consiglio regionale a maggioranza assoluta e non meno di 2 mesi -Non necessita approvazione parlamentare -Il Governo entro 30 gg dalla pubblicazione può ricorrere alla Corte costituzionale lamentando che lo statuto non sia in armonia con la Costituzione -Entro 3 mesi dalla pubblicazione può essere promosso referendum confermativo: iniziativa di 1/5 consiglieri o 1/50 elettori. Nel caso di impugnazione governativa l’iter referendario è sospeso -Promulgazione da parte del Presidente della regione. Contenuto degli statuti La materia statutaria comprende: a) contenuto necessario, quello previsto dall’art. 123, comma 1 ( lo Statuto, in armonia con la Costituzione «determina la forma di governo e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento» «regola l’esercizio del diritto di iniziativa e del referendum [..] e la pubblicazione delle leggi e dei regolamenti [..], il consiglio delle autonomie locali») + allocazione potestà regolamentare. b) contenuto ulteriore/eventuale: disposizioni di principio; organi di garanzia statutaria ( consulte ) ma con soli poteri consultivi ( Corte cost. 378/2004 ); difensore civico; commissioni pari opportunità; conferenze. I vincoli agli statuenti regionali possono essere di due tipi: a)disposizioni di carattere generale che vincolano tutte le regioni: - art. 121 ( comma 1, comma 2, comma 3 e 4 ); - organi necessari oltre ai tre elencati nel 121: CAL, presidente del consiglio e ufficio di presidenza; - insindacabilità dei consiglieri che non si estende ad assessori esterni; - sussistenza di rapporto fiduciario o di consonanza politica e conseguenze dell’autoscioglimento del consiglio. - il presidente «dirige la politica della Giunta e ne è responsabile» b) disposizioni che vincolano solo le regioni che optano per il modello standard ( 122, comma 5 ) - il presidente della giunta ha potere di nomina e di revoca degli assessori; - in caso di dimissioni, morte, impedimento permanente del presidente eletto o in caso di sfiducia da parte della maggioranza del Consiglio nei suoi confronti, alla caduta del Presidente consegue necessariamente lo scioglimento del consiglio ( regola del simul simul ) e il ritorno alle urne.
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