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DISPENSA DIRITTO COSTITUZIONALE, Dispense di Diritto Costituzionale

Dispensa di Diritto costituzionale

Tipologia: Dispense

2019/2020

Caricato il 13/10/2021

sofia-patrussi
sofia-patrussi 🇮🇹

4.4

(47)

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Scarica DISPENSA DIRITTO COSTITUZIONALE e più Dispense in PDF di Diritto Costituzionale solo su Docsity! DIRITTO COSTITUZIONALE LO STATO e L’ORDINAMENTO GIURIDICO NOZIONI PRELIMINARI * DIRITTO OGGETTIVO: è l'insieme delle norme giuridiche vigenti in un dato ordinamento statuale. * STATO: è l'organizzazione giuridica complessa in cui sono presenti tre elementi costitutivi: il territorio, il popolo, il governo. * DIRITTO POSITIVO: è l'insieme delle norme giuridiche che, all'interno di uno Stato, sono prodotte da istituzioni titolari del potere normativo. X* ORDINAMENTO GIURIDICO è un insieme di regole di organizzazione e di condotta che vincolano coloro che fanno parte di gruppo sociale, i quali decidono aggregarsi intorno ad un principio ordinatore. TEORIA ISTITUZIONALE Si dispone di un ordinamento giuridico quando un gruppo sociale è stabile ed organizzato attorno a dei principi/valori. I consociati cedono all'ordinamento quote della loro libertà perché, in cambio, esso garantisce loro sicurezza e pace. Le regole vincolanti dell'ordinamento giuridico sono dette norme giuridiche. NORMA GIURIDICA È una regola di condotta (precetto) stabilita da un'autorità convenuta, di origine consuetudinaria, il cui fine è: » guidare il comportamento dei singoli o della collettività » regolare un'attività pratica » indicare i procedimenti da seguire in determinati casi. La sua forza imperativa è tratta dall'ordinamento giuridico ed è un imperativo che permette un comportamento o lo vieta. CARATTERISTICHE: 1. Esteriorità: le norme giuridiche devono derivare da soggetti esterni rispetto a chi le deve rispettare. 2. Generalità: le norme non si riferiscono a situazioni o persone identificate ma 3. Astrattezza: la regola deve essere ripetibile in futuro a prescindere dal caso concreto. 4. Coercibilità: le leggi devono essere vincolanti e se non si rispettano è imputata una sanzione LO STATO MODERNO Lo STATO MODERNO nasce e si afferma in Europa tra il 15 e il 17 secolo e si differenzia dalle precedenti forme di stato, per la presenza di 2 caratteristiche: * si concentra nelle mani di un'unica autorità il potere del comando legittimo di un determinato territorio * presenza di un'organizzazione amministrativa in cui opera una burocrazia professionale. Lo Stato non è il solo ordinamento giuridico perché esistono anche l'ordinamento sportivo, sindacale e religioso ma si differenzia da essi perché è: <* sovrano: detiene un la supremazia rispetto a ogni altro potere costituito al suo interno e questo può essere esercitato anche col monopolio della forza indipendente rispetto a poteri esterni territoriale: esercita i suoi poteri all'interno di determinati confini originale: trova la sua legittimazione in se stesso istituzionale: si identifica con una collettività umana stabile. a fini generali: si occupa di qualsiasi necessità o interesse della comunità organizzata. Elementi costitutivi dello Stato: * Territorio e Popolo ® Sovranità Si può parlare di Stato quando una popolazione stanziata su un territorio, sottomettendosi a un potere sovrano, da vita a un ordinamento rivolto a soddisfare interessi generali. % * % * % * % * % * EVOLUZIONE STORICA DELLE FORME DI STATO FORMA DI GOVERNO: riguarda la distribuzione del potere politico fra i vari organi dello Stato. FORMA DI STATO: è il rapporto che si instaura tra chi governa e chi è governato, per cui tra le istituzioni che esercitano la sovranità e la società civile (individui e articolazioni sociali). 1. LO STATO ASSOLUTO (17-18 secolo) Durante l'età dell’assolutismo la forma di stato è caratterizzata da una CONTRAPPOSIZIONE tra chi detiene il potere politico e la società civile: <* il sovrano è sacro e inviolabile, per cui non è tenuto a osservare le leggi (legibus solutus) e detiene tutte le funzioni statali (esecutiva, legislativa e giudiziaria) i sudditi si trovano in una situazione di soggezione e sono tenuti ad osservare le regole giuridiche che formano l'ordinamento, quelle consuetudinarie e quelle prodotte dal sovrano. Non esiste una Costituzione, ma ci sono solo delle regole consuetudinarie che anche il Re deve seguire (es successione al trono), per cui anche se il Re crea norme giuridiche con delle proprie ordinanze, il suo potere è limitato dalle consuetudini. Le monarchie nazionali continuano a rafforzare la propria autorità ma non sempre dispongono delle forze per imporre il loro potere nei confronti di tutti i soggetti e ordinamenti presenti nel territorio (sovranità interna). Il processo di concentrazione del potere non si realizza in modo eguale in tutti gli stati europei, poiché le varie forze centrifughe hanno ancora radici salde. % * PERIODO DI TRANSIZIONE e LA FRANCIA DELL’ANCIEN REGIME Il potere esecutivo è esercitato dal SOVRANO, affiancato da consiglieri che godono della sua fiducia e che compongono il CONSEIL DU ROI (Consiglio del Re), che svolge funzioni quali: e il controllo dell'esercito Eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza distinzioni che riguardano il sesso, la razza, le opinioni politiche.. E' presente una separazione dei poteri. Le costituzioni contengono la tavola dei valori condivisi in un dato momento da un popolo. Costituzioni superiori rispetto alle alle altre leggi e stabili nel tempo. Le costituzioni non devono essere necessariamente scritte. *+* ** * 2. LO STATO LIBERALE (‘800) Lo stato liberale rappresenta il frutto della vittoriosa lotta della borghesia, chiamata “il terzo stato" contro l'aristocrazia e il clero. La principale caratteristica dello stato liberale è la sua struttura essenzialmente monoclasse, in quanto i diritti politici sono riservati a una base sociale ristretta, infatti il diritto di voto è riservato solo a coloro i quali possiedono un determinato censo o determinate capacità. Si riconoscono comunque a tutti i cittadini i diritti di proprietà e di libertà. Inoltre lo stato liberale si caratterizza per l'idea della Nazione come entità unitaria e indivisibile. TRATTI DISTINTIVI: e COSTITUZIONE Le costituzioni europee ottocentesche sono concesse dalla monarchia nazionale, per cui derivano dal potere del re e non sono espressione del potere costituente. Vengono definite costituzioni dualiste poiché derivano dall'accordo tra due forze opposte: re e borghesia. La costituzione non è superiore alle leggi, per cui non esiste un sistema di giustizia costituzionale. Si tratta sempre di costituzioni flessibili, ad eccezione del modello americano, e non necessitano di revisione. e STATO DI DIRITTO Il concetto di stato di diritto si afferma a seguito della rivoluzione francese e implica due condizioni: 1. ogni limitazione della libertà e dell'autonomia individuale può derivare solo dalla legge, in quanto diretta espressione della volontà generale; 2. principio di legalità, cioè la possibilità di sottoporre gli atti delle pubbliche autorità al controllo dei giudici affinché se ne verifichi la conformità alla legge e la non arbitrarietà. Lo stato di diritto implica che i poteri pubblici siano sottoposti al diritto e implica l'affermazione dei diritti di libertà. e DIRITTI FONDAMENTALI Il principale riconoscimento delle libertà individuali è la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 con cui si proclamarono i diritti naturali, inalienabili e sacri. Si affermarono così i diritti civili, vale a dire quelle libertà fondate sulla rivendicazione per l'individuo di una sfera propria in cui può essere del tutto autonomo e indipendente rispetto allo stato (es. la libertà personale, la libertà di domicilio, le libertà economiche, il diritto di proprietà, la libertà religiosa e la possibilità di espressione libera del proprio pensiero). e SEPARAZIONE DEI POTERI Lo Stato Liberale è caratterizzato dalla divisione dei poteri: <* il potere legislativo è in mano al Parlamento <* il potere esecutivo è affidato formalmente al Sovrano MA condiviso con il Gabinetto, il quale deve avere la fiducia del Parlamento. il potere giudiziario viene assegnato a un corpo di magistrati provenienti dalla borghesia, la cui indipendenza è garantita dalla inamovibilità * * STATUTO ALBERTINO (1848) Lo statuto Albertino è una costituzione di tipo liberale, che venne concessa dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1848 a seguito dei moti che scossero il Piemonte. È una costituzione flessibile in quanto non prevede nessun processo di revisione e nessuna forma di controllo della conformità della legge, quindi una legge si intendeva automaticamente abrogata all'inserimento di un'altra legge. In quanto costituzione liberale lo statuto albertino riconosceva teoricamente i diritti fondamentali civili dell'individuo, anche se formalmente si verificarono delle limitazioni dei diritti civili a causa della legge parlamentare. Indicava la religione cattolica come religione di Stato perché era uno Stato confessionale. Sussiste la divisione dei poteri: <* il Re condivide il potere legislativo con un Parlamento bicamerale composto dalla camera dei deputati, eletta con legge elettorale, e un senato di nomina regia ma proposti dal Governo <* il potere esecutivo è esercitato dal Re per mezzo del suo Governo con a capo il Primo ministro e formato da altri ministri. Da monarchia costituzionale pura si ha una trasformazione in monarchia costituzionale parlamentare, in cui il govemo si emancipa dal re e si appoggia alla fiducia della camera dei deputati. Questa trasformazione avviene velocemente, tanto che nel 1861 il re ha già perso il controllo sul governo che rimane in carica grazie alla fiducia della camera dei deputati. Tuttavia in Italia ancora non esistevano partiti ma vi erano solo dei raggruppamenti di deputati che si coalizzavano volta per volta con un diverso leader. La mancanza di strutture partitiche creava grande instabilità e il Re nel frattempo aveva ancora dei poteri, tra cui - la possibilità di stipulare trattati segreti, che utilizzò per abbandonare la triplice alleanza alla vigilia della prima guerra mondiale - la possibilità di decidere di partecipare alla guerra, - poteri inerenti alla politica estera e intema. La crisi dello stato liberale è una crisi legata all’incapacità di riformarsi e la fine di questa forma di stato è legata alla prima guerra mondiale: poiché il maggior tributo di morti durante la prima grande guerra fu principalmente da parte di giovani del ceto più basso, i pochi sopravvissuti, chiedevano il riconoscimento del loro operato tramite la partecipazione alla vita dello stato. Questa volontà del ceto più basso portò con la legge del 1919 a delle nuove elezioni nelle quali erano presenti partiti strutturati, come il partito socialista per esempio, chiamati partiti di massa. Gli esponenti della vecchia classe politica, raggruppati dietro Giolitti — i cd liberali — detengono ancora la maggioranza ma non riescono più a tenere il paese con il disordine pubblico che si era creato. 3. LO STATO AUTORITARIO Lo stato autoritario si afferma a seguito della violazione della libertà dei cittadini. Ciò che accomuna gli stati autoritari è la sospensione delle costituzioni vigenti, in quanto i provvedimenti accrescono sempre di più i poteri da parte di un partito unico e di un dittatore. Fascismo e Nazismo rappresentano una risposta alla crisi dello stato liberale: c'è un periodo di contrasti sociali molto forti che portano la borghesia appoggiarsi a questi movimenti poiché vedono in loro una garanzia dell'ordine. Successivamente alla loro presa di potere fu difficile retrocedere in quanto imposero le loro ideologie tra cui l'ideologia della supremazia della razza. Inizialmente l'affermazione di questi partiti avviene democraticamente ma nel caso dello Stato Autoritario il partito diventa lo Stato, tramite l'inserimento di limitazioni ai diritti. Non esiste più democrazia: > gli altri partiti vennero messi al bando dal regime in atto. > nel fascismo e nel nazismo il potere è concentrato nelle mani di una persona: il capo del Govemo. > la libertà di stampa viene limitata, infatti viene introdotta la censura in cui un organo del governo visionava ogni articolo per far sì che non contenessero affermazione lesive riguardo al Duce. > vengono istituiti dei tribunali speciali per la difesa dello Stato contro gli oppositori politici. > si avviano delle politiche imperialistiche con l'ideologia nazional patriottica e di annessione territoriale 4. LO STATO FASCISTA Si diffonde in seguito alla crisi della prima guerra mondiale. Nel 1922 con la Marcia su Roma avviene una manifestazione simbolica del movimento fascista anche se il Governo voleva bloccarla e proclamare lo stato di assedio, ma ciò implicava la sottoscrizione del Re, il quale aveva paura che sarebbe degenerata nella violenza per cui preferisce consentire la marcia. A questo punto il primo ministro assegna le sue dimissioni e il Re affida a Mussolini il compito di creare un nuovo Governo. Mussolini creerà un governo composto da ministri che facevano parte sia del partito liberale che del partito popolare. Il Re Vittorio Emanuele III nell'affermazione del fascismo non farà nulla per impedire il suo sviluppo e ciò creerà un conflitto con le forze antifasciste. La vera affermazione del fascismo si ha con l'elezione del 1924 con la legge Acerbo, la quale prevedeva l'assegnazione dei_2/3 dei deputati della Camera alla lista che avesse n° 25% dei voti. Mussolini riuscì ad ottenere il 70% dei seggi alla Camera e quindi riuscì nella trasformazione dell'ordinamento statutario. In seguito al delitto Matteotti, deputato socialista rapito e assassinato nel 1924, gran parte dell'opposizione abbandonò la Camera, gesto che passò alla storia come secessione dell’Aventino. Mussolini in quell'occasione decise di sfidare l'opinione pubblica e in un discorso del viene stipulato tra il comitato di liberazione nazionale e la monarchia il Patto di Salerno viene liberata Roma soppressi gli istituti fascisti e anche il partito stesso scontri tra la monarchia e le forze politiche antifasciste del comitato di liberazione nazionale. Vittorio Emanuele III rinunciò ai suoi poteri e nomina il figlio Umberto luogotenente. nominato il governo Bonomi con i partiti del CLN con De Gasperi e Togliatti come ministri senza portafoglio. viene redatta la prima costituzione provvisoria in cui la funzione legislativa veniva affidata al governo. ° 1945: - il governo Bonomi istituisce la Consulta Nazionale con il compito di fornire pareri al govemo, in particolare sulla legge per l'elezione della Costituente - 25aprile liberazione Italia - fu formato un nuovo govemo: il governo De Gasperi o 1946: - viene stipulata la seconda costituzione provvisoria, con la quale si decise che a votare per la repubblica o per la monarchia sarebbe stato il popolo a suffragio universale - il Governo era responsabile nei confronti della Costituente ma comunque manteneva il potere legislativo tranne in materia costituzionale, leggi elettorali e approvazione dei trattati internazionali. - a maggio il re Vittorio Emanuele III abdica in favore del figlio Umberto, denominato Re di maggio. LA COSTITUENTE Il 2 GIUGNO 1946 il corpo elettorale votò per il referendum istituzionale e per eleggere la costituente. La Repubblica vinse con due milioni di voti in più rispetto alla monarchia e il re andò in esilio per lasciare per sempre l’Italia. L'ASSEMBLEA COSTITUENTE formata da 556 membri di cui 21 donne elesse ENRICO DE NICOLA come capo provvisorio di Stato. | partiti della costituente: democrazia cristiana partito socialista partito comunista unione democratica nazionale liberale Monarchici % % * % * % * % * 10 La Costituente affidò ad una apposita Commissione, composta da 75 membri, il compito di redigere un testo base. Questa elesse come presidente Meuccio Ruini e si divise in tre sottocommissioni: 1. la prima sui diritti e i doveri dei cittadini, 2. la seconda sull'ordinamento costituzionale della Repubblica 3. la terza sui diritti e doveri economico-sociali. Il testo venne presentato in Assemblea e la finale approvazione avvenne il 22 dicembre del 1947 con 453 voti favorevoli e 62 contrari. La Costituzione entrò in vigore il 1 GENNAIO 1948 e presentò molti caratteri innovativi: * l'espressione di uno Stato Democratico e Pluralista (suffragio universale, pluralismo politico) * è rigida per cui sono possibili modifiche solo con un procedimento legislativo aggravato contiene i diritti fondamentali prevede il diretto esercizio della sovranità da parte del popolo, con il mezzo del referendum prevede il controllo della costituzionalità delle leggi da parte della Corte costituzionale introduce l'istituzione delle regioni a cui riconosceva potestà legislativa e inoltre vennero introdotte le autonomie territoriali garantisce l'indipendenza della magistratura attraverso l'istituzione del Consiglio superiore della magistratura. » * * ** RITARDO NELL’ATTUAZIONE DELLA COSTITUZIONE Ci furono dei ritardi nell'attuazione della costituzione per vari motivi: - Entrata della NATO (1949) - Il settennato di Einaudi - L'elezione di Gronchi Ci fu però l'avvio del disgelo costituzionale che prevedeva: ® la nomina dei giudici della Corte costituzionale e l'istituzione del Csm (1958) e nel 1970 vennero istituite le regioni e disciplinati i referendum. e Nel 1975ci fula riforma del diritto di famiglia. . Nel 1988 ci fu la riforma della Presidenza del Consiglio e del voto segreto. COSTITUZIONE COME FONTE La costituzione è al vertice del sistema delle fonti, che trovano nella Costituzione stessa la legittimazione e la disciplina. TIPOLOGIE DI NORME COSTITUZIONALI: e normead efficacia diretta che possono essere utilizzate anche senza l'intervento del legislatore e normeadefficacia differita per la sua attuazione necessitano l'intervento del legislatore norme di principio pongono delle regole generali che devono essere bilanciate norme programmatiche che pongono dei fini e degli obiettivi che prevedono l'intervento del legislatore 11 LA REVISIONE COSTITUZIONALE Il procedimento di formazione delle leggi di rango costituzionale è diverso rispetto a quello di approvazione delle leggi ordinarie in quanto la costituzione ha la caratteristica di rigidità, cui si tratta di un procedimento costituzionale è un procedimento aggravato. La revisione è potere costituito perché trova disciplina all'interno della stessa Costituzione, cioè all'art. 138 Cost.. Per il procedimento di revisione costituzionale occorrono 2 approvazioni di entrambi le camere, tra le quali intercorrono 3 mesi: 1. Prima lettura: si svolge secondo le regole previste per qualsiasi procedimento legislativo, ma con divieto di approvazione in commissione in sede legislativa. 2. Seconda lettura: > Se il progetto di legge costituzionale è stato approvato a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a scopo notiziale, senza essere immediatamente promulgato dal Presidente della Repubblica. Dal giorno della pubblicazione decorrono 3 mesi nei quali si può richiedere un referendum costituzionale. Si procede alla promulgazione se viene approvata dalla maggioranza dei voti validi. Se non viene richiesto il referendum allo scadere dei tre mesi viene promulgata e pubblicata. > Se il progetto viene approvato a maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna camera non è consentito richiedere il referendum, e la legge costituzionale viene senz'altro promulgata e pubblicata. LIMITI DI REVISIONE COSTITUZIONALE Esistono dei limiti alla revisione costituzionale direttamente connessi al concetto di rigidità: <* Limite espresso o esplicito: è stabilito dall'art.139 cost. secondo cui “la forma repubblicana non può essere oggetto di revisione costituzionale”, quindi: - non si può eleggere un presidente della repubblica a vita - non si può reintrodurre la monarchia - non si può cancellare l'esistenza dei partiti <* Limite logico: non si può revisionare completamente la costituzione ma si possono avere soltanto delle revisioni parziali. < Limiti impliciti: coincidono con i principi supremi dell'ordinamento nazionale che la Corte Costituzionale ha richiamato nella sentenza 1146 del 1988, tra cui: - il valore della dignità umana a cui si riconnettono i diritti inviolabili - il principio della sovranità popolare - il principio pluralista - il principio della laicità dello Stato e il principio di eguaglianza. Tali valori rappresentano l'essenza dei principi sui quali si basa il nostro ordinamento giuridico e quindi, la loro variazione risulterebbe una mutazione. PRINCIPALI PROVVEDIMENTI DI REVISIONE COSTITUZIONALE A nel 1963 è stata riformata la durata del Senato A nel 1993 si è riformato l'art 68 della Costituzione A trail 1999 e il 2001 è stato riformato il titolo V in materia delle Regioni a cui è stata affidata un'ampia autonomia 12 - deve essere dichiarato ad opera del giudice o della Corte Costituzionale. 3) CRITERIO DELLA COMPETENZA All'interno del criterio della competenza le antinomie devono essere risolte dando applicazione alla norma posta dalla fonte competente a disciplinare una determinata fattispecie. Il rapporto tra norme contrastanti è un rapporto tra norma valida e invalida in cui quest'ultima deve essere annullata. Il principio agisce orizzontalmente e riduce lo spazio della legge del Parlamento che non può intervenire. Esempi: e Regolamento parlamentare (art. 64 cost.) ® Potestà legislativa regionale di tipo residuale (art. 117 cost.) e Fonti europee (trattati istitutivi) 4) CRITERIO DELLA SPECIALITÀ Tra due norme contrastanti dello stesso livello (di cui una delle due è una normativa speciale) prevale la norma speciale. Questo criterio è caratterizzato da: <* preferenza per la norma speciale «<* agisce sulla applicabilità delle leggi e non sulla validità delle stesse <* la specialità nega l'antinomia Es. Codice dei contratti pubblici rispetto al codice civile: nel codice civile vi è la disciplina dei contratti, ma i contratti che riguardano gli enti pubblici vengono principalmente disciplinati dal codice speciale. INTERPRETAZIONE L'applicazione del diritto presuppone un'attività interpretativa, cioè quella attività che, partendo dal testo degli atti normativi, mira alla ricostruzione del loro significato. e normalmente l'interpretazione viene fatta dal giudice. Un esempio di interpretazione si trova all'interno dell'articolo 59 Costituzione: “...II Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Problema: > limite massimo di nomine a disposizione di ogni Presidente della Repubblica oppure > limite massimo di senatori a vita che possono contemporaneamente essere in Senato Per un certo periodo è prevalsa la linea interpretativa che ogni Presidente possa nominare fino a 5 senatori a vita, anche se fossero presenti in Senato già altri senatori per meriti. Con l'entrata in vigore della legge costituzionale n. 1/2020 si stabilì che se in Senato sono già presenti 5 senatori a vita per meriti il PDR non potrà nominarne altri. L'art. 12 delle preleggi prevede l'INTERPRETAZIONE ANALOGICA: l'analogia consiste in un rimedio per colmare lacune o vuoti normativi rilevanti. 15 Si distinguono due tecniche: 1. quando la lacuna può essere colmata rinviando alla disciplina dettata per un caso simile o per materie analoghe, si ha la analogia legis 2. quando mancano norme che regolano casi simili, la lacuna può essere colmata facendo ricorso ai principi generali dell'ordinamento giuridico dello Stato, ricavabili per via interpretativa dal complesso delle norme vigenti, e si ha la analogia iuris. L'art. 14 delle preleggi prevede un importante limite all'interpretazione analogica, stabilendo il divieto di analogia per le leggi penali e per quelle che fanno eccezione a regole generali (leggi speciali). L'INTERPRETAZIONE AUTENTICA è quella interpretazione effettuata con legge dal legislatore stesso con riferimento a un precedente testo legislativo di dubbio significato. Le leggi di interpretazione autentica sono leggi retroattive, dato che il significato stabilito dal legislatore riguarda disposizioni già in vigore, per cui dal momento dell'entrata in vigore della legge di interpretazione autentica l'interprete deve applicare la legge secondo il senso prescritto dal legislatore. FONTI COSTITUZIONALI E PRIMARIE LE FONTI COSTITUZIONALI O SUPERPRIMARIE * Costituzione; * leggi di revisione costituzionale e «altre» leggi costituzionali * statuti delle regioni speciali La Costituzione è l'atto supremo dato che è posto dal potere costituente, mentre tutti gli altri atti fonte sono subordinati dato che sono previsti e disciplinati dalla Costituzione stessa. L'art 138 Cost prevede tra le fonti del diritto di rango costituzionale: - le leggi di revisione della costituzione - le leggi costituzionali e prescrive per entrambe lo stesso procedimento di formazione, per cui la differenza riguarda il contenuto: - leggi di revisione costituzionale: hanno come oggetto la modificazione di parti della costituzione. - leggi costituzionali: sono sia quelle per integrare la disciplina di determinate materie; sia quelle che il Parlamento decide di deliberare nelle forme dell'art. 138. LE FONTI PRIMARIE * leggi ordinarie dello Stato * decreti legislativi e decreti legge * regolamenti parlamentari * leggi regionali Hanno un sistema chiuso, in quanto: o Non sono configurabili atti fonte primari oltre a quelli previsti dalla Costituzione. o Sono inferiori alle Fonti Costituzionali. © Agli atti fonte primaria va riconosciuta forza di legge. 16 LEGGI ORDINARIE E REGOLAMENTI LEGGI ORDINARIE DELLO STATO La legge ordinaria dello Stato: * secondo il PRINCIPIO DI PREFERENZA è fonte a competenza generale nei limiti prestabiliti dalla Costituzione, cioè può disciplinare qualsiasi oggetto tranne quanto viene disciplinato direttamente dalla stessa Costituzione. La legge ordinaria dello Stato è l'atto fonte abilitato a produrre norme primarie che l'art 70 cost attribuisce alle Camere. X* secondo il PRINCIPIO DI LEGALITÀ è superiore a tutte le fonti secondarie. La legge ordinaria NON è più espressione di una volontà popolare ma di una maggioranza politica, la quale cerca di imporre la propria visione, ciò può portare a continui cambiamenti della legislazione in base al cambiamento della maggioranza. Mediante la RISERVA DI LEGGE la Costituzione attribuisce la disciplina di una determinata materia alla sola legge, sottraendola alla disponibilità di atti fonte ad essa subordinati, in primo luogo i regolamenti dell'esecutivo. La riserva di legge è contraddistinta da 2 aspetti: a) aspetto negativo: divieto di intervenire nella materia riservata a atti diversi dalla legge. b) aspetto positivo: obbligo per la legge di intervenire nella materia riservata Sono presenti diversi tipi di riserve: <* assoluta: quando l'intera disciplina è riservata alla legge, salvo i regolamenti di stretta esecuzione, come per esempio le riserve in caso di materia di libertà personale, gli elenchi delle sostanze stupefacenti o degli additivi alimentari vietati. relativa: quando è consentita un'integrazione da parte degli atti secondari ma alla legge spetta la disciplina essenziale. rinforzata: la Costituzione stabilisce che l'intervento legislativo debba avvenire secondo certe procedure (art.8)oppure che debba avere certi contenuti (art.16) di legge formale o di assemblea: solo le Camere possono intervenire e non il Govemo % * % * % Vi sono delle particolari FORME DI LEGGE: ® leggi in senso formale: si intendono tutti quegli atti deliberati dalle due Camere o dagli altri organi competenti secondo il procedimento espressamente previsto dalla Costituzione (es: legge di bilancio art. 81 Cost., leggi di autorizzazione alla ratifica art. 80 Cost.) ® leggi rinforzate: una legge che, rispetto al tipo cui appartiene (ordinaria, costituzionale, regionale), presenta un procedimento di formazione aggravato (es. confessioni religiose, amnistia e indulto) e leggi provvedimento: le quali non prevedono ma provvedono (es. leggi personali, leggi concrete che disciplinano alcuni eventi come i Mondiali di Calcio, leggi che approvano provvedimenti amministrativi) I REGOLAMENTI Sono fonti secondarie, ossia subordinate a quelle primarie. 17 interna, adattando così il proprio ordinamento. Per gli obblighi di origine consuetudinaria è previsto un ADATTAMENTO IN FORMA AUTOMATICA, per cui l'adattamento è immediato, diretto, completo e continuo. La nostra Costituzione stabilisce che l'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute (art. 10.1): pacta sunt servanda (i patti conclusi vanno rispettati). Le norme del diritto internazionale sono riconosciute come fonti fatto idonee a creare. modificare o estinguere norme inteme. Questo particolare tipo di fonte si colloca in posizione intermedia fra Costituzione e legge, per cui violare una norma internazionale riconosciuta costituisce violazione indiretta della Costituzione. DIRITTO INTERNAZIONALE e TUTELA DEI DIRITTI UMANI Reagendo agli orrori della Seconda guerra mondiale e dell'Olocausto, il diritto internazionale si è sviluppato, con particolare riferimento alla tutela dei diritti umani: 1. SOTTO IL PROFILO SOSTANZIALE Sono stati introdotti numerosi strumenti internazionali per tutelare le posizioni soggettive di singoli individui, di gruppi di individui, di intere collettività. Inoltre sono state introdotte numerose dichiarazioni e convenzioni internazionali sui diritti umani: la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo (1948) e i due Patti internazionali relativi ai diritti civili e politici e ai diritti economici, sociali e culturali (1966). Spesso gli accordi internazionali, sottoscritti da quasi tutti i paesi, hanno avuto ad oggetto la codificazione delle norme consuetudinarie ad esempio la Convenzione di Montego Bay del 1982. Un altro ambito è il diritto internazionale umanitario, cioè le norme internazionali che si applicano ai conflitti armati, per es. la Quarta Convenzione dell'Aia sulle leggi e sugli usi della guerra terrestre del 1907 e le quattro fondamentali Convenzioni di Ginevra del 1949. 2. SOTTO IL PROFILO PROCESSUALE Nell'ambito di varie organizzazioni internazionali si sono previste procedure destinate ad assicurare l'osservanza da parte degli stati delle convenzioni sui diritti umani e a reprimere Sul modello del tribunale di Norimberga (1945) sono stati istituiti i tribunali penali internazionali rispettivamente per la ex Jugoslavia e il Ruanda. Tali esperienze hanno condotto all'istituzione della Corte penale internazionale, prevista da un trattato firmato nel 1998. La Corte è un tribunale permanente che esercita la sua giurisdizione sulle persone fisiche che si siano macchiate dei più gravi crimini di portata internazionale come il genocidio, i crimini contro l'umanità e i crimini di guerra. Un altro esempio importante sotto entrambi i profili, sostanziale e processuale, è costituito dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (Cedu): firmata a Roma nel 1950 dai paesi aderenti al Consiglio d'Europa. ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI Le organizzazioni intemazionali sono quelle organizzazioni che, non superando la sovranità e l'indipendenza degli Stati, cercano di sottoporle ad un quadro di principi essenziali convivenza e collaborazione. 20 ONU Nasce ispirandosi alla Società delle Nazioni la quale nacque prima della | Guerra Mondiale MA che fallisce nei suoi obiettivi. L'ONU fu costituita a San Francisco nel 1945 su iniziativa degli Stati che avevano vinto la seconda guerra mondiale e con l'adesione iniziale di 51 paesi. Essendo aperta all'adesione degli altri Stati l'ONU ha visto rapidamente moltiplicare il numero dei membri fino a raggiungere 190 Stati cioè quasi tutti quelli esistenti. Gli OBIETTIVI dell'ONU sono: 1. il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. 2. la promozione dello sviluppo economico sociale e culturale dei popoli. 3. la tutela dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali (è stata riconosciuta la dichiarazione universale dei diritti dell'uomo nel 1948). Gli ORGANI dell'onu sono: - il consiglio di sicurezza - l'assemblea generale - la corte internazionale di giustizia - il segretario generale Non sono organi dell'Onu, ma all'Onu sono collegate varie organizzazioni internazionali specializzate: e la Fao(Organizzazione per l'alimentazione), e l'Oil (Organizzazione internazionale del lavoro), e l'Oms(Organizzazione mondiale della sanità), ® l'Unesco (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura), ® l'Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia). Alla base dell'ONU c'è l'idea che l'USO DELLA FORZA sia centralizzato, cioè affidato al solo Consiglio di sicurezza, infatti i singoli stati non possono fare ricorso all'uso della forza, salvo in caso di attacco armato dal quale difendersi o dal quale difendere uno stato aggredito e solo a titolo temporaneo. L'Italia fu ammessa all'Onu nel 1955. L'adesione è coerente con l'art. 11 Cost., in base al quale il nostro paese: * ripudia la guerra come strumento di offesa contro altri popoli * promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte allo scopo di assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni (anche mediante le necessarie limitazioni di sovranità). NATO L'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico sorse in funzione di contenimento della minaccia sovietica ed esaurito questo ruolo, sono stati accolti i paesi dell'Europa centro-orientale un tempo appartenenti al Patto di Varsavia. Tutt'oggi partecipano 30 stati e l'Italia dal 1949. Il principio cardine del Trattato è quello stabilito nell'art. 5, dal quale discende l'obbligo per ciascun paese alleato di prestare assistenza in caso di attacco contro uno stato membro. 21 L'ORDINAMENTO DELL’UNIONE EUROPEA DALLE COMUNITÀ EUROPEE ALL'UNIONE EUROPEA Il primo passo dell'integrazione europea è stato compiuto nel 1951 con la stipulazione da parte di 6 paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Olanda) del trattato di Parigi che istituì la COMUNITÀ EUROPEA DEL CARBONE E DELL'ACCIAIO (CECA). Questa era caratterizzata da: - Limitata cessione di sovranità - Organi: Alta autorità, CAM, Corte di Giustizia Successivamente nel 1957 venne firmato il Trattato di Roma dagli stessi 6 Stati che istituì la COMUNITA EUROPEA PER L’ENERGIA ATOMICA (CEEA o EURATOM) e la COMUNITÀ ECONOMICA EUROPEA (CEE) che aveva l'obiettivo di creare un'unione economica per avere un'unica tariffa doganale in cui fosse presente un mercato comune entro cui merci, capitali e persone potessero viaggiare senza restrizione. La comunità era caratterizzata da: - Organi: Commissione, CdM, Parlamento (eletto direttamente dai cittadini) Nei decenni successivi si ha avuto un importante processo di allargamento dell’integrazione europea, infatti ai sei paesi fondatori si sono aggiunti molti altri paesi, per un totale oggi di 28 Stati membri. Inoltre l'integrazione europea ha conosciuto un forte processo di approfondimento segnato da alcune tappe fondamentali: e ATTO UNICO EUROPEO entrato in vigore nel 1987 e ha creato il mercato unico interno, rafforzò il ruolo del Parlamento e del Consiglio, stabilì la cooperazione in politica estera e TRATTATO DI MAASTRICHT entrato in vigore nel 1993 e ha creato l'Unione europea basata su 3 pilastri: 1. CEE 2. politica estera di sicurezza 3. cooperazione in materia penale Aveva molti obiettivi: - accelerare la realizzazione di una moneta unica - accentuare la dimensione sociale della comunità - ridurre il deficit democratico - fronteggiare i nuovi problemi derivanti dall'eliminazione dei controlli doganali intracomunitari (trattato di Schengen) Inoltre attribuito al parlamento europeo maggiori poteri politici e legislativi e ha istituito la cittadinanza dell'unione europea e della carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (carta di Nizza). e TRATTATO DI AMSTERDAM entrato in vigore nel 1999 e ha consolidato l’organizzazione e il funzionamento della comunità, prevedendo forme di cooperazione rafforzata in alcuni settori. e TRATTATO DI NIZZA entrato in vigore nel 2003 e ha determinando il rafforzamento dell’integrazione in settori come la politica estera e la difesa e ha apportato alcune modifiche alla forma di governo comunitaria, con la ridefinizione della composizione del parlamento della commissione. 22 X 5 consigli regionali * 500.000 elettori PROCEDIMENTO (legge 352/1970) a) un comitato promotore di almeno 15 persone deve recarsi alla corte di cassazione di Roma e registrare il quesito, cioè qual è la legge sulla quale si chiede al popolo di intervenire. b) raccolta di 500.000 firme, che successivamente devono essere consegnate presso la Corte di Cassazione che verificherà la legittimità del procedimento entro il 15 dicembre. c) la Corte di Cassazione invia i quesiti alla Corte Costituzionale, che deve giudicare l'ammissibilità (vincoli e limiti) delle richieste presentate d) il Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, indice il referendum tra il 15 aprile ed il 15 giugno. e) sono previsti 2 quorum: un quorum strutturale, per cui devono partecipare più del 50%+1 degli elettori; si dovrà raggiungere il quorum deliberativo, per cui la proposta viene approvata se si raggiunge il 50%+1 dei voti validi. f) l'Ufficio centrale per il referendum proclama il risultato del referendum: > se è favorevole il Presidente della Repubblica emana un decreto con il quale dichiara l'avvenuta abrogazione che avrà effetto dal giorno successivo alla sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale »> se è sfavorevole non si potrà riproporre nessun referendum sulle medesime LIMITI disposizione per 5 anni, ma questo vincolo non è valido se non viene raggiunto il quorum al referendum. A l'articolo 75.2 Cost. stabilisce che i referendum sono inammissibili se hanno ad oggetto: o o o o Leggi tributarie Leggi di bilancio Leggi di amnistia e indulto Leggi di autorizzazioni alla ratifica dei trattati internazionali A ilimiti individuati dalla Corte costituzionale riguardano: o o o o la Costituzione e le leggi formalmente costituzionali; leggi l'abolizione delle intese tra confessioni religiose. leggi di esecuzione di trattati nazionali. leggi obbligatorie o necessarie: per quanto riguarda i referendum su leggi elettorali, la corte costituzionale ha dichiarato inammissibile le richieste di abrogazione totale, ritenendo l'eliminazione delle leggi elettorali in contrasto con il principio di continuità degli organi costituzionali, poiché il referendum potrebbe impedire un eventuale rinnovo. Le leggi elettorali possono essere sottoposte a referendum qualora il quesito sia inerente ad alcune disposizione, quindi nel caso si tratti di una abrogazione parziale e a condizione che la disciplina che residua dopo l'abrogazione possa permettere il normale funzionamento degli organi. 25 A La Corte ha definito anche dei limiti per la formulazione del quesito referendario. La richiesta deve essere: o omogenea, il cittadino ha un voto e non deve essere costretto a rispondere a più domande in un referendum chiaro univoco INTERRUZIONE DEL PROCEDIMENTO o TRASFERIMENTO DEL QUESITO Il procedimento referendario può essere INTERROTTO in qualsiasi momento, nel momento in cui viene approvata una legge che abroga le norme oggetto della richiesta. Tuttavia la Corte ha stabilito che questa disciplina non può essere applicata quando non vengono modificati i principi e i contenuti essenziali della richiesta sottoposta a referendum. In questo caso l'ufficio centrale per il referendum modifica il quesito e lo TRASFERISCE sulla nuova disciplina. ESEMPIO REFERENDUM ABROGATIVO Nel 1974 si tenne il primo referendum sul divorzio, che poneva il corpo elettorale davanti alla decisione di abrogare o no la legge Fortuna Baslini, con la quale era stato introdotto il divorzio in Italia. La decisione popolare fu di non abrogare la legge, spianando così la strada verso un atteggiamento più laico da parte del nostro ordinamento. IL POPOLO CHE VOTA La sovranità popolare trova nel voto il suo elemento principale. Il nostro ordinamento disciplina le caratteristiche dell'esercizio della sovranità popolare nell’art.48 Cost., il quale può essere suddiviso in quattro punti fondamentali: 1. DISTINZIONE ELETTORATO PASSIVO E ATTIVO L'elettorato ATTIVO rappresenta il diritto di votare per tutte le persone maggiorenni. L'elettorato PASSIVO rappresenta la possibilità di essere eletti, per esempio per essere eletti come Senatori è necessario aver compiuto 40 anni mentre per essere eletti Deputati è necessario avere 25 anni. 2. LIMITAZIONI AL DIRITTO DI VOTO Non godono dell’elettorato attivo coloro che: e coloro che sono sottoposti a misure di prevenzione personale (mafiosi). e coloro sottoposti a misure di sicurezza del codice penale (detenzione, libertà vigilata, divieto di soggiorno) e coloro condannati all’interdizione perpetua o temporanea dai pubblici uffici. La costituzione è stata integrata dalla Legge Severino del 2012, la quale prevede che ci siano dei casi nei quali una persona che viene condannata per reati dolosi, perda l'elettorato passivo MA NON quello attivo. 3. CARATTERISTICHE DEL VOTO Il voto deve essere: v_ personale: deve essere espresso da ciascun cittadino di persona perchè il voto per delega non è legittimo v. eguale: non è legittimo il voto plurimo, ovvero che categorie di elettori esprimano un voto che vale più di uno o di votare più volte 26 v_ libero: non ci deve essere nessuna forma di costrizione e deve essere garantita la libera opinione. vY. segreto v dovere civico: è un diritto di tutti i cittadini, il cui esercizio deve essere promosso e garantito dalla Repubblica 4. VOTO ALL’ESTERO Per i cittadini italiani residenti all'estero è previsto un voto per corrispondenza, per cui i cittadini possono votare se residenti all'estero anche qualora si trovassero temporaneamente all'estero per ragioni di lavoro, studio o cure mediche. Tuttavia questa modalità, anche con tutte le garanzie, non assicura interamente la personalità del suffragio. IL POPOLO CHE ELEGGE Il popolo è l'organo a cui spetta la sovranità. Il CORPO ELETTORALE può partecipare alle decisioni collettive in forma diretta ma soprattutto attraverso l'elezione dei propri rappresentanti. | rappresentanti, a loro volta, eserciteranno le funzioni che l'ordinamento attribuisce all'organo di cui sono chiamati a far parte. Nel nostro ordinamento il corpo elettorale ELEGGE: i membri del Parlamento europeo spettanti all'Italia; i deputati e i senatori; i presidenti delle regioni (salvo diversa previsione statutaria) e i consiglieri regionali; i sindaci e i consiglieri comunali; i consiglieri circoscrizionali nei comuni in cui siano previste le circoscrizioni; i consiglieri municipali Il fenomeno elettorale è un fenomeno imponente e decisivo per un ordinamento fondato sulla sovranità popolare. Ad esso è consacrato un complesso normativo altrettanto imponente che costituisce nel suo insieme la LEGISLAZIONE ELETTORALE, della quale il sistema elettorale è solo una parte. + ** *** I SISTEMI ELETTORALI Il sistema elettorale consiste in un meccanismo per trasformare in seggi i voti espressi dal corpo elettorale. | sistemi sono: e SISTEMI MAGGIORITARI Le formule maggioritarie sono quelle in base alle quali il candidato che prende più voti I due modelli più noti di sistema maggioritario sono: A PLURALITY: sistema diffuso in Gran Bretagna, negli Stati Uniti e dal 1994 al 2005 in Italia. Prevede che il seggio lo vinca chi prende più voti in ogni collegio uninominale, quindi basta la maggioranza relativa. A MAJVORITY: sistema diffuso in Francia che prevede la vittoria del seggio da parte del candidato che ottiene la maggioranza assoluta nel collegio, ovvero la metà più uno dei voti. Se nessuno dovesse conseguire questo risultato si procede ad una 27 A la CIRCOSCRIZIONE ESTERO prevede l'elezione di 12 deputati e 6 senatori (rispettivamente 8 e 4 con la riduzione dei parlamentari) in cui viene utilizzata una formula proporzionale con voto di preferenza per uno o due candidati della lista prescelta. La formula avvantaggia le liste maggiori e risulta inevitabilmente disproporzionale. DOPO LA RIDUZIONE NEL NUMERO DEI PARLAMENTARI A seguito dell'entrata in vigore della I. cost. 1 del 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari, il d.lgs. 177 del 2020 ha ridisegnato i collegi elettorali. Nei collegi PLURINOMINALI: e |deputati eletti con il proporzionale passano da 386 a 245, e senatori passano da 193 a 122 Nei collegi UNINOMINALI: e i deputati eletti con il maggioritario passano da 232 a 147, e senatori passano da 116 a 74 IL POPOLO CHE PARTECIPA: | PARTITI POLITICI NASCITA DEI PARTITI MODERNI Il partito moderno si affermò nelle forme del PARTITO DI MASSA all'inizio del 900. Il primo modello fu il partito socialdemocratico tedesco che venne imitato per difendere interessi destinati ad affermarsi come interessi generali. In ITALIA inizialmente i partiti erano considerati come un male inevitabile. Successivamente divennero strumento per impadronirsi dello stato e imporre la propria ideologia a tutto l'ordinamento. In particolare, nello stato fascista e nello stato socialista, ci si basò sul PARTITO UNICO, in cui chi guidava il partito guidava anche l’intera organizzazione statale. Con la fine del fascismo si ritornò al PLURALISMO PARTITICO e sui partiti politici si fondò il nuovo ordinamento costituzionale. NATURA GIURIDICA DEI PARTITI | partiti politici sono principalmente delle ASSOCIAZIONI NON RICONOSCIUTE e protette dalla libertà generica di associazione. La loro organizzazione è totalmente PRIVATISTICA, per cui sono gli statuti l'espressione della loro auto organizzazione. Costituiscono l’ELEMENTO FONDAMENTALE di un sistema costituzionale, in quanto sono necessari per il funzionamento di una democrazia rappresentativa, infatti raccolgono e danno vita a dei programmi che vengono presentati agli elettori e nei quali questi si possono riconoscere. Sono fondamentali nella fase elettorale perché le liste sono presentate dai partiti e sono altresì fondamentali nella fase successiva, perché i parlamentari si riuniscono in gruppi parlamentari, i quali hanno una doppia natura, cioè sono associazioni private e organi delle Camere. LA DISCIPLINA COSTITUZIONALE L'art 49 Cost. riconosce a tutti i cittadini il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale. 30 CARATTERISTICHE: «* non sono i partiti che concorrono a determinare la politica nazionale MA sono i cittadini che, tutti insieme, partecipano a questa funzione sovrana di indirizzo, avvalendosi anche del diritto di libera associazione in partiti; <* il concorso alla determinazione della politica nazionale deve avvenire con metodo democratico Il partito deve rispettare il METODO DEMOCRATICO nei rapporti esterni, ma può essere organizzato senza procedure democratiche di selezione della dirigenza e di decisione al suo interno. | partiti non hanno alcuna intenzione di sottoporre a controlli i propri statuti e la propria attività. Questa scelta ha portato alla costituzione di una DEMOCRAZIA PROTETTA, cioè si prevedono anche istituti non coerenti con i principi della democrazia liberale. Nella XII disposizione transitoria e finale si vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista. IL FINANZIAMENTO DEI PARTITI Una recente legislazione, in materia di finanziamento partitico, afferma che per accedervi il partito debba avere una STRUTTURA DEMOCRATICA. In GERMANIA invece vi è una legge (art.21 grundgesetz) sui partiti che prevede in maniera dettagliata la sua organizzazione: i vertici, il segretario, il presidente e le elezioni. Nei primi anni ’90 in un referendum si chiedeva di abolire il finanziamento pubblico. Questi finanziamenti consentivano ai partiti di avere una struttura organizzativa forte ma, come dimostrò tangentopoli, non era sufficiente. Nel 1999 venne dichiarato che il finanziamento avrebbe dovuto essere proporzionale ai partecipanti. Nel 2013 questo sistema viene abolito e si prevede che i partiti vengano finanziati tramite la possibilità dei cittadini di dare loro il 2 per mille dell’IRPEF e donazioni di privati. La normativa prevede che a questi benefici possano partecipare soltanto partiti che hanno uno statuto interno democratico, per questo i loro statuti sono controllati da una commissione di garanzia degli statuti e se il controllo è positivo il partito viene iscritto nei registri nazionali e lo statuto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. FORME DI GOVERNO Le forme di govemmo riguardano lo Stato-apparato, cioè lo Stato come soggetto (persona giuridica) all'interno dell'ordinamento statale. Per forma di govemo si intende i diversi modi nei quali la funzione di indirizzo politico di maggioranza viene distribuita tra i diversi organi costituzionali. EVOLUZIONE PARLAMENTO INGLESE La monarchia costituzionale inglese si può considerare come il modello primigenio delle forme di governo e si formò tra il seicento e il settecento a seguito della Gloriosa Rivoluzione. Il parlamento inglese era chiamato CONSILIUM ed era previsto per la prima volta nella Magna Carta (1215), la quale stabiliva che il Re non aveva diritto di erigere tasse senza il consenso del Consilium. Nel 300 si stabiliscono le regole di composizione e convocazione del parlamento che fu diviso in due rami (Comuni e Lords) e viene convocato dal Re. Il ruolo del parlamento inglese era diventato fondamentale poiché il Re per modificare le tasse e autorizzare le 31 spese aveva bisogno del consenso del parlamento. Il ruolo del parlamento si rafforza ancor di più quando, nel 1500, la famiglia dei Tudor cerca appoggio in quest'ultimo per contrasti con l'aristocrazia terriera e per la creazione della chiesa anglicana. Successivamente gli Stuart entrano in conflitto con il parlamento e non lo convocano per molti anni. Questo conflitto si concluse con la concessione da parte di Re Carlo | del Triennal Act (diritto di convocazione del parlamento con cadenza triennale) e la sua decapitazione. Dopo la morte di Guglielmo d'Orange e della moglie Maria, il Parlamento nomina re un principe tedesco della famiglia degli Hannover. Giorgio | per comprendere meglio l'istituzione inglese si appoggiò al Governo (Cabinet), in quanto organo di consulenza del re, composto da un Primo Ministro e da ministri che si occupavano delle finanze, dell'esercito.. Nel periodo tra il 1715 e la fine del 1700, il Cabinet esercita le sue funzioni grazie alla fiducia del monarca, quindi è il Re che decide se quei ministri debbano rimanere o meno in carica. Gradualmente il Parlamento, più precisamente la Camera dei Comuni, riesce ad intromettersi in questo rapporto e ad un certo punto, dopo le sconfitte da parte dell'esercito inglese nella Rivoluzione Americana, il Parlamento inglese arriva ad usare una mozione di sfiducia (IMPEACHMENT) nei confronti del primo ministro Lord North, il quale è accusato delle disfatte militari dell'esercito inglese in America. A seguito di questa mozione di sfiducia del Parlamento, Lord North si dimette. E' in questo momento si realizza la FORMA DI GOVERNO PARLAMENTARE, in cui la Camera dei comuni pose le basi del rapporto fiduciario, secondo il quale il Governo non poteva continuare ad esercitare le sue funzione senza la fiducia del parlamento. Il re dovette quindi nominare Primi Ministri i rappresentanti dei Comuni. La Camera dei Comuni progressivamente si organizzò in DUE FAZIONI OPPOSTE: TORY E WHIG che nel corso dell'800 diventarono sempre più simili ai partiti attuali. Il re di fatto cessa di avere un ruolo di indirizzo politico e inizia ad avere un ruolo rappresentativo e simbolico perché il vero detentore del potere politico diviene il PRIMO MINISTRO. GOVERNO PARLAMENTARE - MODELLO WESTMINSTER Si chiama govemo parlamentare perché l'esecutivo è espressione del parlamento ed è nominato dal capo dello stato. E' la forma maggiormente diffusa in Europa e conosce molte varianti, in quanto fortemente condizionata dalla prassi. Il modello di riferimento è il modello Westminster o conosciuto anche come governo di gabinetto. Elementi fondamentali: * RAPPORTO DI FIDUCIA CHE LEGA IL GOVERNO AL PARLAMENTO, questo rapporto è normalmente nei confronti di una sola camera X* SUPREMAZIA POLITICA E GIURIDICA del Primo Ministro sui Ministri: in Italia il Presidente del Consiglio è un primus inter pares (primo tra pari), ovvero che non ha una supremazia giuridica, ma ha solo una supremazia politica che gli deriva dal fatto che è lui che propone al PDR i nuovi ministri, ma non ha un analogo poteri di revoca dei ministri. X il CAPO DELLO STATO non ha un ruolo politico, infatti non è il PDR che prende decisioni di politica economica o fiscale, non spetta a lui decidere se introdurre nuove tasse, ma questo è compito del Governo o del Parlamento. Il PDR è nella forma di 32 di difficoltà, per esempio se un Presidente democratico si trova a convivere con un Congresso a maggioranza repubblicana sicuramente ci saranno situazioni difficili. ll Congresso può interrompere il mandato Presidenziale tramite la procedura di IMPEACHMENT, nel caso in cui abbia commesso dei crimini. La procedura prevede che vi sia dapprima un voto da parte della Camera dei Rappresentanti ma poi la decisione deve essere adottata dal Senato a maggioranza dei % dei componenti. Per via di questa maggioranza così elevata, è difficile che la procedura di impeachment giunga a compimento. Nella forma di governo presidenziale è presente la logica del CHECKS AND BALANCE, cioè un potere controlla e condiziona l’altro: o il Congresso fa le leggi MA il Presidente ha il potere di veto cioè può rimandare una legge al Congresso, il quale può approvare solo a maggioranza dei 4 © il Presidente ha il potere di nomina (ministri, funzionari, ambasciatori, 9 giudici della Corte Suprema la cui nomina è fondamentale per gli equilibri interni) MA solo se il Senato è favorevole © il Presidente può anche ratificare i trattati MA deve avere avere l'autorizzazione del Congresso Il presidenzialismo è stato esportato in tanti altri Stati, soprattutto in Sud America (Brasile, Argentina, Venezuela, Cile, Colombia, Perù) ma non ha funzionato, perché manca una vera maturità democratica. FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE Il modello di riferimento è quello della Francia della 5 Repubblica. Si chiama così perché rappresenta un ibrido tra il sistema presidenziale e il sistema parlamentare. Il PDR è il Capo dello Stato e Capo del Governo e viene eletto ogni 5 anni dal corpo elettorale a suffragio universale diretto a doppio turno, per cui se nessuno dei candidati ottiene la maggioranza assoluta dei voti nel primo turno, si va a tumo di ballottaggio tra i due candidati che hanno ricevuto più voti. L'ASSEMBLEA NAZIONALE è nominata da popolo ed è eletta a distanza ravvicinata dall'elezione del Presidente, ma non contestualmente. Il PDR francese diversamente da quello italiano, non può essere processato per atti extrafunzionali durante il suo mandato, in quanto gode di una sorta di immunità dalla giurisdizione. Il Presidente può essere però destituito per mancanza rispetto ai doveri presidenziali, cioè se viene meno ai suoi doveri di pdr allora le camere con la maggioranza dei 2/3 lo possono destituire. Il PDR esercita una serie di poteri senza la controfirma ministeriale, per esempio per la nomina del Primo ministro, per lo scioglimento anticipato dell'assemblea nazionale, peri referendum non è sottoposto alla controfirma ministeriale. Accanto al PDR è presente un GOVERNO guidato dal Primo Ministro, di nomina presidenziale, che al tempo stesso deve ottenere la fiducia dell'Assemblea nazionale: l'ESECUTIVO E’ A DIREZIONE DUALE. II PDR ha il potere di condizionare la durata del Parlamento attraverso lo scioglimento e il Parlamento ha il potere di far dimettere il Governo con una mozione di sfiducia. Qualora ci fosse una situazione di COABITAZIONE il PDR non potrebbe essere il vero Capo di Governo, perché il Primo Ministro non sarà legato a lui ma all'Assemblea costituente. Il PDR però manterrebbe il controllo su due importanti ambiti della politica: la politica estera e la politica militare. 35 Con la riforma costituzionale del 2000 la durata del mandato del Presidente e la durata dell’Assemblea nazionale è stata fissata a 5 anni, per evitare la coabitazione, cioè la contestuale presenza di un Presidente della repubblica, espressione di un partito politico e una maggioranza in Assemblea nazionale a lui opposta. Il modello francese è stato replicato in altri ordinamenti, come in Europa dell’est alla fine del socialismo. AI di fuori del contesto francese, il semipresidenzialismo non ha avuto tanto successo perché o diventava un effettivo presidenzialismo oppure finiva per essere un sitema di fatto parlamentare con un presidente eletto dal corpo elettorale, ma che non ha poteri di indirizzo politico. FORMA DI GOVERNO DIRETTORIALE Il modello di riferimento è la forma di governo vigente in Svizzera dal 1848. E' presente un'ASSEMBLEA FEDERALE (Parlamento) che è bicamerale: 1. il Consiglio nazionale (=Camera dei deputati) eletto a suffragio universale dai cittadini e composto da 200 seggi 2. il Consiglio degli Stati (=Senato) eletto a suffragio universale dal popolo e composto da 2 rappresentanti per ogni cantone (46 membri). L'Assemblea federale ogni 4 anni elegge il CONSIGLIO FEDERALE (Governo) che è composto da solo 7 ministri e non può essere revocato per nessun motivo da parte del Parlamento. A sua volta il Consiglio Federale non può in nessun modo intervenire e ridurre la durata delle due assemblee che compongono il parlamento. Il Consiglio Federale nel suo complesso svolge le funzioni di Capo dello Stato e Capo di governo ma ogni anno viene eletto un PRESIDENTE DELLA CONFEDERAZIONE. Lo Stato Federale ha un numero limitato di funzioni, poiché la maggior parte delle competenze spettano ai Cantoni che compongono le Confederazioni. FORMA DI GOVERNO DELL’UE Gli organi dell'Unione Europea hanno potere legislativo, ovvero possono dettare norme giuridiche che sono applicabili negli Stati Membri. Ma questa non è una sovranità estema perché gli stati membri continuano a svolgere le loro funzioni. L'organizzazione istituzionale dell'UE è regolata dall’art.13 del TUE che individua gli organi dell'UE. Il CONSIGLIO EUROPEO è l'organo di indirizzo politico dell'UE ma non esercita funzioni legislativa. E' composto dai Capi di Stato o di Governo dei vari Stati Membri (tot 754), dal suo Presidente e dal Presidente della Commissione. Si riunisce due volte all'anno ma se vi sono necessità anche più volte. La presidenza è diventata una carica permanente e a tempo pieno. Il Presidente del Consiglio europeo è infatti eletto dallo stesso Consiglio a maggioranza qualificata e resta in carica 2 anni e mezzo ed il suo mandato è rinnovabile una sola volta. Il CONSIGLIO DEI MINISTRI DELL'UE composto dai ministri dei diversi stati che si riuniscono in base alle materie che devono essere trattate. E' presieduto dall'alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Il consiglio insieme al Parlamento europeo, esercita la funzione legislativa e la funzione di bilancio (derivato). Inoltre definisce e coordina le politiche dell'UE; garantisce il 36 coordinamento e la sorveglianza delle politiche economiche; prende decisioni relative alla politica estera e di sicurezza comune. Il PARLAMENTO è composto da 705 membri eletti per 5 anni direttamente dai cittadini dell'UE con formule proporzionali. La sede principale si trova a Strasburgo ma sono presenti altre due sedi secondarie a Bruxelles e a Lussemburgo. Il Parlamento svolge, insieme al Consiglio, una funzione legislativa e una funzione di bilancio. Inoltre esercita una funzione di indirizzo e controllo politico e una funzione consultiva. La COMMISSIONE è composta da un membro per ogni Stato, dal Presidente e dall'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La commissione resta in carica 5 anni e ha sede a Bruxelles. E' l'organo esecutivo e si occupa dell'attuazione delle politiche comunitarie; ha un potere di iniziativa degli atti legislativi; presenta il progetto di bilancio annuale dell'UE; vigila sull'applicazione del diritto dell'UE e può rivolgere degli avvertimenti agli Stati membri al fine del coordinamento delle politiche, economiche. Commissione. Il Parlamento elegge il candidato a i maggioranza assoluta. Il Consiglio propone al Parlamento l'intera commissione. Il Parlamento si esprime su ciascun commissario e questo giudizio può anche essere negativo e portare alla sostituzione. Segue l'approvazione da parte del Parlamento e poi la nomina della Commissione da parte del Consiglio. RAPPORTO DI FIDUCIA TRA COMMISSIONE E PARLAMENTO La Commissione dovrebbe restare in carica tutto il tempo della legislatura (5 anni) ma c'è la possibilità che venga approvata una mozione di censura da parte del Parlamento, a seguito del quale il Presidente si dimette. IL GOVERNO STORIA In INGHILTERRA fino all'inizio del ‘700 il consiglio privato della corona si stacca dal sovrano e diventa il CABINET guidato dal Primo Ministro. Solo con WALPOLE nel 1721 si avrà la ufficiosa figura del Prime Minister. Il PRIMO MINISTRO coordina il lavoro, è il principale soggetto a cui si rivolge il re e aveva una funzione di connessione con la house of common. Il Primo Ministro cerca di mantenere il potere all'interno del proprio partito (Tory o Whig), per ottenere la maggioranza nella Camera, ma talvolta per ottenerla usavano maniere un scorrette. Walpole diventa Primo Ministro in occasione di uno scandalo finanziario chiamato “bolla della compagnia dei mari del sud”, cioè una bolla finanziaria speculativa che colpì fortemente l'Inghilterra. Agli inizi del 700 diventa re Giorgio | della dinastia Hannover che decide di collaborare con i ministri inglesi per esercitare la sua funzione, non conoscendo l'istituzione inglese. Tanto è che questi ministri espandono i loro poteri decisionali e si staccano sempre più dal re, portando alla nascita della forma di governo parlamentare la cui caratteristica principale è il rapporto di fiducia tra governo e parlamento. Il governo inglese rimane in carica solo perchè han la fiducia del Parlamento. Nel 1782 il primo ministro Lord North si dimette perché si rende conto di non avere più la maggioranza nel parlamento. 37 a) punto di vista procedurale l'utilizzo della questione di fiducia è anche incentivato dal fatto che comporta il respingimento di tutti gli emendamenti che sono stati presentati. b) punto di vista procedimentale, la questione di fiducia consente al governo di avere una via molto più veloce, quindi da un lato riesce a far approvare il testo come lo desidera e dall'altro riesce a fare in modo che si superi l'ostruzionismo parlamentare. Essendo una votazione di tipo fiduciaria si vota per appello nominale, cioè tutti i deputati o senatori ad uno ad uno, in ordine alfabetico sono tenuti a votare davanti al banco della presidenza dicendo: “ favorevole, contrario o astenuto”. Questo comporta un'assunzione di responsabilità visibile a tutti. La questione di fiducia non può essere posta su quanto attenga alle condizioni di funzionamento interno della Camera e su tutti quegli argomenti per i quali il Regolamento prescrive votazioni per alzata di mano o per scrutinio segreto. CRISI DI GOVERNO La crisi di govemo si apre a seguito delle dimissioni da parte del PDC dei ministri. Vi sono 2 tipi di crisi di governo: 1. CRISI PARLAMENTARE: si ha quando le dimissioni del governo seguono ad un voto del parlamento come una mozione di sfiducia approvata o una questione di fiducia respinta. 2. CRISI EXTRAPARLAMENTARE si ha quando le dimissioni del governo sono volontarie, cioè quando il PDC va dal PDR e si dimette, portando le dimissioni dell'intero governo. Quando un governo si dimette spontaneamente il PDR può: > ascoltare i gruppi parlamentari, valutando la possibilità di formare un nuovo govemo > sciogliere le Camere anticipatamente perché l'esito delle consultazioni ha portato alla situazione in cui non è possibile formare un altro governo. In questa situazione, è evidente che, il PDR diventa l'organo più importante, è il risolutore delle crisi. Si ha il RIMPASTO DI GOVERNO quando è in corso un cambiamento nella composizione dell'esecutivo senza che però si arrivi alle dimissioni di tutto il governo. Il rimpasto non è da considerarsi un istituto formale (ossia previsto dalla Costituzioni o da altre fonti normative), ma un procedimento che evita una più seria crisi di Govemo. | vantaggi del rimpasto governativo sono la rapidità e la possibilità di apportare cambiamenti all'interno del Governo senza interrompere o rallentare l'azione govemativa. Nella maggior parte dei casi l'istituto del rimpasto di governo è applicato quando viene meno il rapporto di fiducia tra il Presidente del Consiglio e alcuni suoi ministri. | ministri vengono sostituiti da un ministro ad interim per reggere in maniera provvisoria il ministero. ORGANIZZAZIONE DEL GOVERNO È un organo complesso composto da due ORGANI NECESSARI: 1. ORGANI MONOCRATICI, cioè composti da un solo soggetto come il PDC e i singoli ministri 2. ORGANI COLLEGIALI, cioè composto da più soggetti come il consiglio dei ministri 40 Gli ORGANI NON NECESSARI sono: % * % * % * % * % * % * ministri senza portafoglio che possono essere cambiati di govemo in governo vicepresidente del consiglio che ha la funzione di supplenza del PDC sottosegretari sono degli ausiliari, cioè dei collaboratori dei ministri ai quali viene dato un compito specifico e ai quali vengono delegate delle aree di competenza del ministero. | sottosegretari possono partecipare alle riunioni del consiglio dei ministri ma senza avere il diritto di voto. vice ministri nominati dal PDC (al massimo 10 sottosegretari) a cui è conferita una delega su un intero settore di competenza del ministero a cui sono assegnati consigli di gabinetto composto da ministri di particolare importanza. comitati interministeriali sono istituiti con una legge e vedono la presenza di più ministri che hanno più competenze. Il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPE) prende le decisioni che riguardano i lavori pubblici, ovvero le modalità degli stanziamenti per le opere pubbliche. commissari straordinari organi istituiti dal consiglio dei ministri per realizzare specifici obiettivi o per particolari esigenze come ad es. il commissario straordinario per la ricostruzione delle zone terremotate in Abruzzo IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO Il PDC dei ministri ha il compito di: * * dirigere la politica del governo ed esserne responsabile mantenere l’unità di indirizzo politico e amministrativo, promuovendo e coordinando l'attività dei ministri. Il PDC non è il soggetto che prende le decisioni, perché le decisioni più importanti le prende il consiglio dei ministri. | principali POTERI del PDC: indirizza ai Ministri le direttive politiche ed amministrative coordina e promuove l’attività dei Ministri può sospendere l'adozione di atti da parte dei Ministri concorda con i Ministri interessati le pubbliche dichiarazioni può proporre al PDR dei nomi di ministri da eleggere, ma non può proporre la loro revoca. adotta le direttive per assicurare l’imparzialità può porre di sua iniziativa la questione di fiducia dinanzi alle Camere: controfirma ogni atto deliberato dal Consiglio e presenta alle Camere i disegni di legge di iniziativa governativa. esercita le attribuzioni conferitegli dalla legge in materia di servizi di sicurezza e di segreto di Stato; promuove e coordina l’azione del governo nei rapporti con il sistema delle autonomie regionali e locali promuove e coordina l’azione del governo nell'Unione Europea ed è responsabile delle attuazioni degli impegni assunti in ambito europeo. I MINISTRI I MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO sono ministri che possono essere cambiati di govemo in govemo, mentre i MINISTRI CON PORTAFOGLIO sono definiti dalla legge e dovrebbero 41 essere sempre gli stessi, anche se i diversi ministeri possono cambiare nel corso dei diversi govemi. Il ministro ha una DUPLICE FUNZIONE: 1. funzione politica di essere membro del governo e del consiglio dei ministri 2. vertice burocratico dal ministero da lui presieduto. All'inizio degli anni 90 è stata approvata e tradotta in legge, la SEPARAZIONE TRA POLITICA e AMMINISTRAZIONE. Questa regola stabilisce che il ministro deve dare delle direttive politiche, ma gli atti concreti di gestione del ministero sono presi dai dirigenti delle strutture. Tutti i ministeri hanno un ufficio legislativo che è quello che presenta e predispone i progetti di legge. AI suo interno è presente lo SPOIL SYSTEM, cioè il diritto del ministro di cambiare i dirigenti principali, mettendo dei dirigenti che siano a lui fiduciariamente legati, per cui se cambia il ministro, cambia il capo dell'ufficio legislativo, cambia il capo del gabinetto e tutti gli uffici che sono di diretta collaborazione. | ministri adottano dei decreti ministeriali che non sono atti amministrativi ma sono atti amministrativi generali perché hanno una portata normativa, per cui sono fonti del diritto. Ma i ministri continuano ad approvare dei decreti che sono atti normativi (regolamenti dei singoli ministri). LA RESPONSABILITÀ DEI MINISTRI O RESPONSABILITÀ POLITICA: si tratta di una sfiducia individuale del singolo ministro che viene accusato di non aver portato a termine l'azione politica rispetto a quello che gli competeva. O RESPONSABILITÀ GIURIDICA è legata al compimento o al mancato compimento di doveri che si traducono in violazioni di regole o del diritto penale o di quello civile: > PENALE: l'art. 96 delle costituzione prevede una responsabilità per i reati compiuti nell'esercizio delle loro funzioni, per cui è necessaria un'autorizzazione della Camera di appartenenza in quanto deve decidere se il ministro ha agito nell'interesse supremo della repubblica e quindi il procedimento si ferma oppure se la camera autorizza si procede con il processo. Per esempio il caso Lockeed in cui aveva agito la corte che giudicò i ministri ma il processo durò per due anni e poi si decise che la decisione fosse della magistratura. > CIVILE: se crea dei danni allo stato (erariale) in base all'art.28 per danni civili e amministrativi il ministro risponde non può avvalersi dell'immunità dell'art.96 La LEGGE 140 DEL 2003 prevedeva che le 5 più importanti cariche dello Stato non potessero essere sottoposte a processo penale durante il loro mandato, per cui tra queste rientra anche il PDC, ma la Corte Costituzionale ne dichiara l’incostituzionalità l'anno successivo. Nel 2008 viene approvata la LEGGE 124 chiamata anche Lodo Alfano che prevedeva che i processi penali nei confronti del PDR, di Presidente del Senato della Repubblica, di 42 DECRETO LEGGE | decreti legge sono dei provvedimenti provvisori con forza equiparata alla legge ordinaria, deliberati dal Consiglio dei Ministri ed emanati dal Presidente della Repubblica. Appena il governo adotta il decreto legge, quest'ultimo diventa parte di un apposito disegno dilegge di conversione e viene presentato alla Camera o al Senato. | decreti legge non devono contenere norme generali e astratte bensì dei provvedimenti concreti e direttamente applicabili. Il Govemo applica il decreto legge qualora ricorrano determinate situazioni straordinarie. Il decreto legge (art.77): A Non possono essere emanati senza delegazione delle Camere A Sono adottati in casi straordinari di necessità e d'urgenza A Devono essere presentati alle Camere per la conversione in legge il giorno stesso in cui è adottato è la Camere, anche se sciolte, si riuniscono entro cinque giorni. A perdono efficacia sin dall'inizio, se non sono convertiti in legge entro 60 giorni dalla loro pubblicazione. PROCEDIMENTO CONVERSIONE IN LEGGE 1. ADOZIONE da parte del Consiglio dei Ministri 2. EMANAZIONE e PUBBLICAZIONE da parte del PDR che ha il potere di rinviare l'esame e opporsi all'emanazione. 3. successivamente il decreto diventa oggetto di un apposito DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE e in questa forma viene presentato alla Camera o al Senato. La legge di conversione è l'atto con cui il Parlamento si riappropria della funzione legislativa eccezionalmente esercitata dal Governo. La conversione è il procedimento con cui il Parlamento sostituisce l'atto fonte adottato dal Governo attraverso una legge ordinaria, dando luogo a una novazione della fonte. 4. in sede di conversione le Camere possono apportare delle modifiche al testo del decreto e gli EMENDAMENTI approvati hanno efficacia solo pro futuro, cioè da, giorno successivo a quello della pubblicazione della legge di conversione APPROVAZIONE LEGGE DI CONVERSIONE con eventuali modifiche 6. PROMULGAZIONE LEGGE DI CONVERSIONE da parte del PDR. In questo caso il pdr può rinviare la legge di conversione ma ciò comporterà la decaduta del decreto ma questo potere è stato utilizzato raramente, (caso Cossiga). gn LIMITI m possonoessere adottati solo in casi straordinari di necessità e urgenza m devono essere presentati alle Camere per la conversione in legge lo stesso giorno in cui è adottato e le Camere, anche se sciolte, si riuniscono entro i 5 giorni successivi. m durano solo 60 giorni e quindi la sua efficacia è provvisoria. Se non viene convertito in legge perde subito efficacia sin da subito. m l'art 15 della legge 400 del 1988 stabilisce che il decreto legge non può: o conferire deleghe legislative o provvedere nelle materie dell'art.72 o rinnovare le disposizioni di decreti legge dei quali è stata negata la conversione in legge con il voto di una delle due camere 45 o regolare i rapporti giuridici sorti sulla base di decreti non convertiti o ripristinare l'efficacia di disposizioni dichiarate illegittime dalla corte costituzionale per vizi non attinenti ai procedimenti m laCorte Costituzionale ha stabilito che le Camere non possono introdurre eto per cui gli emendamenti devono essere omogenei m riserva di legge formale per cui non si può utilizzare: - perregolare i rapporti giuridici sorti sulla base di un decreto non convertito - conferire poteri al governo in caso di guerra - adottare provvedimenti di amnistia e indulto - autorizzare il pdr a ratificare i trattati internazionali - approvare la legge di bilancio e di rendiconto. ABUSO Il grande utilizzo dei decreti leggi ha portato ad un abuso che è certificato dal numero dei decreti che sono stati approvati. Un abuso di cui ormai non si parla è la REITERAZIONE del decreto legge, ovvero una prassi seguita negli anni ‘90 che prevedeva che se al 58° giorno il Governo vedeva che in Parlamento non c'erano le condizioni per approvare la conversione, riproduceva le norme di un decreto non convertito in altro decreto adottato alla scadenza del termine di decadenza di quello precedente. Ci furono decreti reiterati decine o ventine di volte ma trattandosi di una prassi abusiva, la Corte Costituzionale nel 1996 stabilì con una sentenza che se non sono presenti dei motivi di necessità e urgenza, la mera riproduzione del precedente decreto legge non si può fare. REGOLAMENTI DEL GOVERNO | regolamenti sono fonti secondarie subordinate alle legge. Possono essere: «<* REGOLAMENTI DEL GOVERNO, per cui sono promulgati dal PDR è REGOLAMENTI DEL SINGOLO MINISTRO che vengono emanati con decreto ministeriale oppure con il decreto del presidente del consiglio dei ministri REGOLAMENTI INTERMINISTERIALI che sono adottati da più ministri e sottoscritti tramite decreti interministeriali % < % * La LEGGE 400 del 1988 (art. 17) disciplina i REGOLAMENTI DEL GOVERNO che sono deliberati dal Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Stato e emanati dal PDR. | regolamenti possono essere: * REGOLAMENTI DI ESECUZIONE: rendono più agevole l'applicazione delle leggi, dei decreti legislativi e dei regolamenti dell'ue * REGOLAMENTI DI ATTUAZIONE E INTEGRAZIONE: attuano e integrano le leggi e i decreti legislativi recanti norme di principio * REGOLAMENTI DI ORGANIZZAZIONE: disciplinano l'organizzazione e la funzione delle amministrazioni pubbliche sulla base di leggi IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Secondo la Costituzione italiana, è il capo dello stato è il rappresentante dell’unità nazionale (art 87), ruolo che in precedenza ricopriva il Re. II PDRha delle funzioni di GARANTE DELLA COSTITUZIONE, in quanto: 46 * deve assicurare che la costituzione venga rispettata * deve far in modo che le disposizioni costituzionali che riguardano i rapporti tra i poteri siano rispettati, per cui è quindi un organo imparziale * deve garantire il funzionamento del sistema per cui si prende carico delle situazioni di crisi del sistema politico istituzionale | poteri del PDR sono definiti POTERI A FISARMONICA, perché si estendono o si ritraggono in base al sistema partitico: se è coeso allora si ritrae mentre se è in crisi il pdr deve intervenire e possono esserci governi del presidente (come govemo Ciampi) in cui sono presenti tecnici competenti in specifici campi che si confrontano quotidianamente con il pdr. II PDRha il POTERE DI ESTERNAZIONE, cioè ha il potere di rendere noto il proprio pensiero politico per esempio prendendo la parola in occasioni pubbliche, inviando messaggi alla nazione nelle ricorrenze nazionali, facendo conoscere il proprio pensiero in interviste con la stampa, prendendo parte ad eventi pubblici per mostrare solidarietà in occasione di eventi luttuosi. RAPPORTO CON IL GOVERNO II PDRhai il potere di: <* nominare il presidente del Consiglio e i ministri seguendo le consultazioni necessarie autorizzare la presentazione dei disegni di legge del govemo accogliere il giuramento del govemo e accettare le dimissioni emanare i decreti legge, i decreti legislativi e i regolamenti del governo nominare i funzionari dello Stato di grado più elevato conferire le onorificenze della Repubblica comandare le forze armate e presiedere il Consiglio supremo di difesa, in quanto il PDR è anche capo delle forze armate. % * % * % * % * % * % * RAPPORTO CON IL PARLAMENTO Ha il potere di: è Nominare fino a 5 senatori a vita Convocare le Camere in via straordinaria Indire le elezioni e fissare la prima riunione delle Camere Inviare messaggi alle Camere Sciogliere le Camere anticipatamente, per cui se il parlamento diventa ingovernabile o se non si riesce ad avere una maggioranza. Questo potere non può essere esercitato nel semestre bianco, cioè negli ultimi 6 mesi della legislatura. Promulgazione e rinvio (tramite messaggio motivato) delle leggi approvate dal Parlamento Autorizzare la presentazione alle Camere dei disegni di legge del governo Emanare gli atti del governo aventi forza di legge * % * % * % * % * % * % % * RAPPORTO CON LA MAGISTRATURA Il PDRèa capo del CSM in cui si occupa della carriera dei magistrati, ma vi partecipa raramente per cui lascia l'incarico al vicepresidente. Inoltre il PDR può nominare 5 giudici costituzionali dei 15 di cui è composta la corte. 47 <& l'ATTENTATO ALLA COSTITUZIONE: comunicazione di informazioni riservate a potenze straniere <& l'ALTO TRADIMENTO: violazione della carta costituzionale Il PROCEDIMENTO per far valere la RESPONSABILITÀ del capo di stato per alto tradimento o attentato alla costituzione si articola in due fasi: 1. Il PROCEDIMENTO DI ACCUSA PARLAMENTARE: è necessaria la messa in stato di accusa da parte del Parlamento in seduta comune: a) l'istruttoria è condotta dal comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa, che mette in atto una serie di indagini in relazione alle denunce b) la decisione: dopo lo stato di accusa la corte costituzionale può decidere di sospendere il presidente dalla sua carica, così da poterlo sottoporre ad intercettazioni telefoniche altrimenti non ammesse. 2. Il GIUDIZIO DELLA CORTE COSTITUZIONALE integrata da 16 cittadini scelti dal Parlamento in seduta comune ogni 9 anni: a) l'istruttoria: condotta dal presidente della corte si acquisiscono tutti gli elementi di prova ritenuti utili tipo l'interrogatorio dell'imputato; b) il dibattimento: le parti discutono sui risultati dell'istruttoria e fanno le loro chi c) la decisione: la corte venga riunita per prendere la decisione finale, che potrà essere di assoluzione o di condanna. Soltanto alcune volte per alcuni presidenti è iniziata una procedura, un esempio è quella del presidente Cossiga e di Napolitano, ma non si arrivò neppure al voto del parlamento perché l'organo interno decise di archiviare le denunce. D RESPONSABILITÀ EXTRAFUNZIONALE Il presidente risponde come ogni altro cittadino per le azioni compiute al di fuori dell'esercizio delle sue funzioni, che non hanno a che vedere con il suo incarico, e che può aver compiuto anche prima del suo mandato. Alla Costituente il presidente della Commissione decise che se si fosse trattato di piccoli reati si poteva attendere la fine del mandato, in caso di gravi reati invece si poteva procedere con l'impedimento e la possibilità delle dimissioni. - PENALE: Caso Scalfaro del 1993 venne accusato di appropriazione indebita - CIVILE: Caso Cossiga: venne chiamato a risarcire i danni per via di alcune sue affermazioni fatte su due cittadini, affermazioni non riconducibili al suo mandato, ma alla sua sfera privata. D RESPONSABILITÀ POLITICA DIFFUSA E' la responsabilità basata sulla opinione pubblica e sulla critica da parte di commentatori e opinionisti e talvolta anche dalla dottrina giuridica. Questa responsabilità non comporta la revoca del presidente. IL PARLAMENTO STORIA Il termine parlamento era già in uso nel TARDO MEDIOEVO (dal 1200) ma in realtà si trattava di un organo di consulenza del sovrano che rappresentava gli interessi dei vari 50 ceti ed era composto da coloro che detenevano la ricchezza quindi se il sovrano non li avesse ascoltati avrebbe perso il loro appoggio. La trasformazione di queste assemblee avvenne in Inghilterra, quando l'autorizzazione del parlamento fu necessaria affinché il sovrano potesse stabilire nuove spese. Il parlamento inglese rappresenta due caratteristiche innovative: e rappresentanti sono dei territori e non dei ceti e corporazioni e irappresentati non sono vincolati ad istruzioni Nello STATO LIBERALE il parlamento diventa l'organo centrale perchè il sovrano, concedendo le costituzioni, trasmette al parlamento il potere di fare le leggi. Il parlamento diventa un potere dello stato che si contrappone al sovrano. Il parlamento rimane in carica perchè ha la maggioranza e non per volere dello stato. Nel PERIODO STATUTARIO il Parlamento italiano stabilito dallo Statuto albertino del 1848 era un parlamento bicamerale costituito da: X Camera dei Deputati: una camera della rappresentanza nazionale * Senato: camera totalmente di nomina regia, i cui membri erano nominati a vita. Il parlamento statuario venne pensato come bicameralismo: A differenziato, in quanto i le due Camere erano formate in modo radicalmente differente e avevano poteri diversificati, A paritario, perchè nessuna Camera doveva prevalere sull'altra Tuttavia il principio rappresentativo della Camera dei deputati fece sì che il Governo vi facesse sempre riferimento e dunque fu solo con la Camera che si instaurò il rapporto fiduciario. Si diffuse il principio secondo il quale “Senato non fa crisi”, cioè non poteva determinare la cessazione delle funzioni del potere esecutivo. Si può affermare che il bicameralismo statutario non fu paritario ma diseguale e differenziato. Il Parlamento nel PERIODO FACSISTA subisce un drastico ridimensionamento perché il baricentro del potere inizia a spostarsi sul Governo e sul Presidente del Consiglio, che diventa segretario dello stato come stabilito dalla legge fascistissima. Formalmente lo Statuto Albertino non venne revisionato ma le leggi fascistissime svuotarono e revisionarono implicitamente lo Statuto. Tra il 1925 e il 1926 il Parlamento viene espropriato di molte delle sue competenze: non è più lui a decidere gli ordini del giomo e la legislazione avviene tramite decreto legge. Nel 1939 la Camera dei deputati venne soppressa e sostituita dalla Camera dei fasci e delle Cooperazioni, che non era più espressione del corpo elettorale ma degli organi di partito fascista. Nel PERIODO REPUBBLICANO con la fine della guerra e con il referendum del 1946, l'Assemblea Costituente si pose la questione se parlamento dovesse essere ancora bicamerale o monocamerale. | partiti comunista e socialista volevano un'unica camera, mentre i democristiani volevano una suddivisione della rappresentanza in due rami diversi capaci di controllarsi a vicenda. Il compromesso fu raggiunto concedendo un Parlamento bicamerale in cui entrambe le Camere fossero espressione del corpo elettorale, per cui avrebbero avuto gli stessi poteri e funzioni: si creò un Parlamentare bicamerale paritario e indifferenziato. Tuttavia vi erano delle differenze tra le due Camere: «elettorato attivo: 25 anni per il Senato e 18 per la Camera «elettorato passivo: 40 anni per il Senato e 25 per la Camera 51 % * durata: il Senato restava in carica 6 anni mentre la Camera aveva una durata di 5 anni. Ci si accorse però che le differenze di durata in carica avrebbero complicato le cose, così si risolse il problema con due scioglimenti tecnici del Senato e successivamente si decise di modificare l'articolo 60 Cost. equiparando le durate di entrambe le Camere a 5 anni. il senatori sono eletti a base regionale e questo non è previsto per la camera i regolamenti parlamentari sono diversi nel Senato esiste la carica di senatore a vita, ma nella Camera dei deputati no. % * % * % * Negli ALTRI PAESI EUROPEI: * il Congresso degli USA è composto da due camere, la Camera dei rappresentanti e il Senato degli Stati Uniti. Il Congresso è quindi un parlamento con Bicameralismo perfetto, dove appunto le due camere hanno gli stessi poteri. * in GERMANIA il Bundesrat è l'organo attraverso il quale i Lànder partecipano al potere legislativo e all'amministrazione dello Stato federale e si occupano di questioni relative all'Unione europea. * Il Parlamento FRANCESE è l'organo costituzionale titolare della funzione legislativa e del potere di controllare l'attività governativa. Ha una struttura bicamerale, ovvero è composto da due Camere: l'Assemblea Nazionale e il Senato. L'assemblea nazionale è eletta tramite collegi uninominali con sistema maggioritario a doppio turno * Il Parlamento SPAGNOLO è di tipo bicamerale, ma il Senato non gode di particolari poteri, così la Camera dei Deputati è quella che ha maggior importanza decisionale. IL BICAMERALISMO PARITARIO E PERFETTO Nel mondo prevale il MONOCAMERALISMO: 112 a fronte di 80 paesi bicamerali. Nell'Unione Europea sono monocamerali 15 stati e 12 paesi sono bicamerali, ma solo in 5 paesi Repubblica Ceca, Italia, Polonia, Romania e Spagna, i membri della camera alta sono eletti dai cittadini. Il SISTEMA DEL BICAMERALISMO PERFETTO ITALIANO non è efficiente perché è un sistema che comporta un rallentamento nell’approvazione di una legge. Le leggi vengono approvate in maniera lenta, in quanto necessitano di una doppia approvazione da parte delle Camere e finchè non vengono approvate c'è il sistema della navette. Questo non determina però una migliore qualità dell leggi perché mentre devono essere approvate possono intervenire dei regolamenti che le rendono contorte e non facilmente comprensibili. Le due più importanti riforme sono state: e la riforma del 2006 del centrodestra: mirava a creare un Senato federale con senatori eletti dai cittadini che non partecipava al rapporto fiduciario e che si occupava solo delle leggi in materia di potestà concorrenti tra Stato e Regioni, inoltre prevedeva la riduzione di deputati e senatori. ® la riforma del 2016 del centrosinistra: prevedeva 100 senatori, di cui 95 deputati eletti dai consigli regionali e 5 di nomina presidenziale. Inoltre prevedeva che il Senato non partecipasse alla fiducia e poteva bloccare i procedimenti legislativi soltanto in alcuni ipotesi. Entrambe miravano al superamento del bicameralismo di parità ma entrambe vennero respinte dagli elettori in sede di referendum. 52 Chi incorre in una situazione di incompatibilità deve optare per una o l’altra carica. La valutazione di incompatibilità viene svolta dalla Giunta ma poi la decisione finale spetta all'assemblea. Q INELEGGIBILITÀ Si tratta della condizione del cittadino che in ragione della carica o dell'ufficio che ricopre al momento della candidatura, non può essere eletto. Tra le cause di ineleggibilità troviamo: magistrati; sindaci di Comuni>20.000 ab.; presidenti di provincia; prefetti; ambasciatori; concessionari pubblici. Se si vuole partecipare alle elezioni parlamentari per poi essere eletto, si deve rinunciare all’incarico 180 giorni prima delle elezioni ma, nel caso in cui vi sia uno scioglimento anticipato delle Camere, bisogna rinunciarvi entro 7 giomi dallo scioglimento. Se la causa di ineleggibilità sopravviene dopo si trasforma in incompatibilità e si dovrà scegliere una delle due cariche. La decisione di ineleggibilità viene stabilita all'interno della Giunta+Aula e accertata l'ineleggibilità si procede con l'annullamento delle elezioni. D INCANDIDABILITÀ Negli anni '90 sono stati introdotte delle normative vincolanti per quanto riguarda l'incandidabilità. Attualmente la legge Severino del 2012 stabilisce che i cittadini condannati ad una pena detentiva superiore a 2 anni per un reato contro la PA o per un reato che prevede una condanna massima superiore a 4 anni, non possono essere candidati. Se viene accertata prima dell'elezione ci sarà la cancellazione dalla lista dei candidati mentre se sopravviene e nel corso del mandato spetta alla Camera di appartenenza decidere sulla decadenza dalla carica parlamentare, è il caso che ha toccato Berlusconi. L'incandidabilità è verificata dagli uffici elettorali e dalla Camere. A DIVIETO DI VINCOLO DI MANDATO La Costituzione stabilisce che ogni parlamentare rappresenta la Nazione ed esercita le proprie funzioni senza vincolo di mandato. Ciò significa che il parlamentare una volta eletto è libero di svolgere le sue funzioni secondo coscienza e nell'interesse dell’intera nazioni e non rappresenta più gli elettori che hanno contribuito alla sua elezione e per questo non può subire delle istruzioni da parte del partito che lo ha eletto. Nessuna decisione del partito che ha contribuito alla sua elezione può far decadere il deputato o il senatore dal suo mandato, in quanto l'elezione tronca ogni rapporto. LE IMMUNITÀ Ogni parlamentare gode di una serie di immunità con cui si sottrae il parlamentare alla giurisdizione del giudice naturale, differenziandolo dal comune cittadino e operando una deroga (consapevole) al principio di uguaglianza. Non si tratta di privilegi personali ma di privilegi assegnati all'istituzione nel suo complesso, la cui finalità è quella di garantire l'autonomia del Parlamento e l'integrità della sua composizione. Le immunità si distinguono in: e INSINDACABILITÀ Per come votano e per ciò che dicono nell'esercizio delle loro funzioni, i parlamentari NON possono essere in alcun modo chiamati a rispondere (in nessuna sede civile, penale o disciplinare). La protezione è estesa anche DOPO il mandato. L'insindacabilità risale al periodo del Rinascimento in Inghilterra. 55 Fino al 1993 in Italia c'era una protezione molto forte del parlamentare, chiamata autorizzazione a procedere: se un magistrato voleva indagare nei confronti di un parlamentare doveva chiedere l'autorizzazione alla camera di appartenenza. Ma dal 1993 la Costituzione è stata modificata e l'autorizzazione a procedere venne sostituita e si stabilì che il parlamentare può essere indagato, processato ma non può essere arrestato se non in una situazione di sentenza irrevocabile o in flagranza di reato e per tutte le altre ipotesi è necessaria l'autorizzazione da parte della Camera. La legge 140 del 2003, stabilisce che il giudice a fronte di una delibera delle Camere deve disporre l'archiviazione del procedimento oppure se ritiene che il paramentare non ha agito nell'esercizio delle sue funzioni può sollevare un conflitto di attribuzione e rivolgersi alla Corte Costituzionale. La Corte può annullare la delibera di insindacabilità presa della Camera se riconosce che il Parlamento abbia ritenuto ingiustamente funzionali delle affermazioni che in realtà non lo erano. e INVIOLABILITÀ | parlamentari NON possono subire alcuna forma di limitazione della libertà personale, di domicilio e di comunicazione, a meno che la Camera di appartenenza non la autorizzi. L'inviolabilità ha origine nel periodo rivoluzionario francese, in quanto era prevista dalla costituzione del 1973. L'immunità di inviolabilità fino al 1993 era limitata al periodo del mandato ed era necessaria l'autorizzazione dalla Camera di appartenenza prima di poter iniziare ad indagare per conto di un parlamentare. L'autorizzazione a procedere copriva in maniera fortissima il parlamentare, tanto che nel periodo di Tangentopoli questo fu avvertito come un forte impedimento ai giudici ad indagare sui partiti, nonostante furono emersi fenomeni corruttivi in molti ambiti riguardanti la pubblica amministrazione. Nel 2003 con la legge 140 si passò ad un sistema in cui il parlamentare può essere processato senza che in alcun modo la Camera possa esserne contraria, ma se invece si vuole fare un perquisizione o arrestarlo in via cautelare o intercettarlo telefonicamente bisogna chiedere l'autorizzazione alla Camera di appartenenza. Per quale motivo il parlamento dovrebbe rifiutare l'autorizzazione all'arresto nei confronti di un suo membro? Il motivo per cui le Camere dovrebbero respingere l'arresto di un parlamentare è il fumus persecutionis, cioè l'idea che il pubblico ministero stia facendo una persecuzione politica nei confronti del parlamentare. Tante volte le camere hanno utilizzato delle motivazioni poco corrette, però il problema è che i giudici non hanno possibilità di impugnazione. LE INDENNITÀ Ogni parlamentare riceve un'INDENNITÀ PARLAMENTARE stabilita per legge che è il cosiddetto stipendio del parlamentare. E' stata introdotta solo nel 1912 e all'epoca era di 4.000 lire ma non venivano date se si riceveva uno stipendio pubblico o una pensione dalla PA. La misura dell'indennità è determinata dall'ufficio della presidenza di ciascuna Camera. All'indennità si aggiungono una Diaria per le spese di soggiorno Roma, i rimborsi per collaboratori, consulenze e convegni, trasporti gratuiti, assistenza sanitaria integrativa, assegno di fine mandato e pensione su base contributiva. e deve trovarsi un alloggio e ha delle spese che deve sopportare. 56 GLI ORGANI DELLE CAMERE L'ASSEMBLEA è il luogo nel quale si trovano tutti i deputati e tutti i senatori (l'aula del Palazzo Montecitorio o Palazzo Madama). L'assemblea è l'organo che prende le decisioni più importanti. Nella prima seduta della legislatura ciascuna camera elegge fra i propri componenti il PRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA a maggioranza qualificata. Il presidente ha il compito di: * rappresentare all’esterno la Camera assicurare il corretto e ordinato svolgimento dei suoi lavori e della sua amministrazione interna far osservare il regolamento dirigere le sedute, cioè dà la parola, mantiene l'ordine, annuncia gli esiti delle votazioni dare consulenza al PDR per soluzione delle crisi di governo * determinare dell'agenda parlamentare Il presidente dell'assemblea è supportato da alcuni vicepresidenti e per le funzioni amministrative dai questori, mentre per il processo verbale è assistito dai segretari. Fin da quando Crispi (1876) ordinò di cancellare il proprio nome dalla chiamata alle votazioni, la presidenza è stata considerata una magistratura imparziale che assicura il corretto funzionamento della camera. In epoca repubblicana nella Camera, ma mai al Senato, sono stati eletti presidenti dal partito di opposizione. Successivamente questa prassi si è interrotta e il presidente è sempre stato un parlamentare della maggioranza. * * * * L'insieme dei presidente, dei vice presidente, dei questori e segretari formano l'UFFICIO DI PRESIDENZA nella Camera e nel Senato il CONSIGLIO DI PRESIDENZA, che hanno il compito di rappresentare tutti i gruppi parlamentari. Ha compiti: A amministrativi: delibera il progetto di bilancio e nomina il segretario generale su proposta del presidente A inerenti alla disciplina interna: decide su eventuali sanzioni proposte dal presidente contro i singoli parlamentari A dinatura politico-organizzativa: decide in ordine alla formazione dei gruppo e alla composizione della commissioni. La CONFERENZA DEI PRESIDENTI DI GRUPPO assiste il presidente in relazione a tutto ciò che riguarda l'organizzazione dei lavori dell'assemblea. È composta dai presidenti di tutti i gruppi parlamentari e il Governo può inviarvi un proprio rappresentante. La conferenza decide: © il programma dei lavori, ® il calendario, cioè l'ordine del giorno delle singole sedute (l'agenda parlamentare). Le GIUNTE non sono previste in Costituzione ma hanno compiti specifici e sono formate in proporzione rispetto ai gruppi. Nella Camera sono presenti: 57 informazioni già note, alla quale il Govemo deve rispondere in forma orale o scritta all'interno della commissione. Con l'interrogazione non si apre un dibattito. | regolamenti prevedono lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata (question time), in cui il PDC o i ministri competenti rispondono a interrogazioni presentate entro il giorno prima. 2) le INTERPELLANZE Sono domande per sapere dal Governo perché si è comportato in un certo modo e cosa intende fare per risolvere un certo problema. Le interpellanze si svolgono solo in aula e possono essere urgenti e quindi richiedere un risposta rapida. L'interpellante può replicare più a lungo rispetto che all'interrogazione e può presentare una mozione dando così il via ad un dibattito (10/15 minuti). 3) le AUDIZIONI Con le quali possono chiedere che i ministri vengano a riferire su qualsiasi questione politica e amministrativa 4) le COMMISSIONI DI INCHIESTA La Costituzione con l'art 82 prevede la possibilità di istituire commissioni d'inchiesta che: a) abbiamo per oggetto delle materie di pubblico interesse b) siano composte in modo da rispecchiare la proporzione dei gruppi c) dispongano degli stessi poteri e siano sottoposte ale stesse limitazioni dall'autorità giudiziaria Questo fa delle commissioni d'inchiesta degli strumenti con forti poteri in quanto si può arrivare a convocare un testimone o ad arrestare una persona. Le inchieste più importanti sono quelle bicamerali composte da un vario numero di deputati e senatori, non è però escluso che vi siano delle inchieste monocamerali (in una sola camera). Il nostro ordinamento prevede che le commissioni di inchiesta siano decise a maggioranza e quindi le eventuali proposte dell'opposizione non hanno seguito. Se invece si prevedesse che la commissione di inchiesta si attiva a seguito della richiesta di un 1/3 dei parlamentari, allora anche le opposizioni possono parteciparvi. Alcune di queste commissioni sono in carica da diversi anni, come la commissione antimafia, stabile e permanente dal 1963. IL CICLO ANNUALE DI BILANCIO La legge di bilancio è una legge fondamentale dell'ordinamento per due motivi: 1. il bilancio statale è PREVENTIVO e solo a seguito della sua approvazione da parte delle camere è autorizzata la gestione finanziaria per l'anno successivo. 2. attraverso la decisione di bilancio, govemo e parlamento individuano per le ENTRATE il livello e struttura del prelievo e della pressione fiscale e per le USCITE, il livello e ripartizione della spesa pubblica tra i diversi ministeri. Nella Costituzione italiana l'art. 81 disciplina le disposizioni in materia di bilancio. L'articolo è stato riformato nel 2012. L'articolo stabilisce: v il PRINCIPIO DELL'EQUILIBRIO delle entrate e delle spese Y limita il ricorso all’indebitamento, che è consentito solo in caso di eventi eccezionali previa autorizzazione delle Camere con voto a maggioranza assoluta. È previsto che ogni legge che le Camere approvano che comportano oneri aggiuntivi devono indicare i mezzi per farvi fronte (copertura finanziaria). 60 Nel caso in cui il bilancio non sia approvato entro il 31 dicembre, il Parlamento può concedere per non oltre 4 mesi l'esercizio provvisorio. FASI DEL PROCEDIMENTO LEGISLATIVO 1. INIZIATIVA | titolari dell'iniziativa legislativa sono: LELSA 2. il Governo ciascun deputato o senatore 50 mila elettori consigli regionali cnel ISTRUTTORIA Ogni progetto con la forma tipica della legge viene assegnato DAL presidente A una delle commissioni permanenti a seconda delle risepttive competenze per materia. Una o più delle altre commissioni possono essere chiamate a esprimere un parere. Il ruolo della commissione dipende dal procedimento prescelto, esistono 3 diversi procedimenti. 3. IL 4. DECISORIA il PROCEDIMENTO NORMALE O IN SEDE REFERENTE e Il presidente della commissione riferisce sul progetto e La commissione discute il progetto in via generale e La commissione passa alla fase dell'esame di ogni articolo e Infine si arriva ad untesto finale che invia all'assemblea il PROCEDIMENTO IN SEDE LEGISLATIVA O DELIBERANTE | progetti di legge possono essere esaminati e approvati direttamente in commissione, senza passare dall'assemblea SOLO se non si oppone: e il Governo e 1/10 dei componenti delle Camera e % dei componenti della commissione il PROCEDIMENTO MISTO O IN SEDE REDIGENTE La commissione ha il compito di formulare un testo semi-definitivo, cioè un testo che approvato dalla commissione, l'aula voterà come tale senza la possibilità di proporre o votare modifiche. DISCUSSIONE IN AULA Se si sceglie il procedimento in sede referente: 5. discussione generale da parte di deputati e senatori esame e votazione di ogni articolo e degli eventuali emendamenti dichiarazione voti finali votazione finale sull'intero progetto di legge TRASMISSIONE ALL’ALTRA CAMERA Se il progetto è approvato viene trasmesso con apposito messaggio al presidente dell'altra camera. Questa dovrà approvare il progetto nella stessa identica formulazione, perché qualsiasi modifica comporta il ritorno alla Camera che lo aveva approvato per prima, 61 questo passaggio è chiamato navette. La camera alla quale è stato rinviato il progetto deve riesaminare solo ciò che è cambiato e potrebbe comunque apportare ulteriori modifiche comportando di nuovo il fenomeno della navette. 6. PROMULGAZIONE Nel momento in cui il progetto di legge viene approvato nello stesso testo da entrambe le camere, viene trasmesso al PDR per la promulgazione. Il PDR ha il potere di rinvio, ciò significa che il testo viene rinviato alle camere e l'iter riparte dalla camera che aveva approvato per prima il testo. 7. PUBBLICAZIONE Quando il PDR promulga definitivamente il testo allora questo verrà inviato al ministro della giustizia per la pubblicazione. LA MAGISTRATURA STORIA Nella storia del potere giurisdizionale si riconoscono due sistemi giuridici: 1. CIVIL LAW Nel nostro paese abbiamo un sistema di civil law caratterizzato dalla legge scritta in cui: <* il giudice ha una funzione di interpretazione e di applicazione della legge al caso concreto le sentenze della cassazione hanno funzione di assicurare un'interpretazione della legge, ma i giudici possono anche dare una interpretazione diversa rispetto alla cassazione, dunque non c’è il principio dello “stare decisis” la giuria formata da cittadini estratti a sorte ed è presente solo per reati di competenza delle corte di assise e corte di assise d'appello. Sono presente due magistrati che partecipano alla redazione della sentenza il giudice è un dipendente pubblico (stato contemporaneo) ma dotato di particolari poteri di autonomia e indipendenza dagli altri poteri, principalmente dal Governo Nel periodo statutario i giudici venivano nominati dal Re e la loro carriera dipendeva dal Ministro di Giustizia. Invece nella prima fase del regime fascista acquisirono più autonomia e indipendenza, che andarono perdute con il consolidamento del partito fascista che non permetteva la continuazione della carriera a chi si opponeva. % * % * % * 2. COMMON LAW Si è sviluppato nel Regno Unito e in tutti gli ordinamenti di matrice anglosassone ed è basato sul carattere vincolante dei precedenti giuridici, quindi si basa principalmente sulle sentenze emesse precedentemente da altri giudici. Caratteristiche: * il giudice è il soggetto che crea il diritto <* le sentenze dei giudici più elevati sono vincolanti per tutti gli altri giudici « ci sono avvocati dell'accusa che sono eletti dai cittadini « la giuria è formato da cittadini selezionati dagli avvocati ed ha un ruolo fondamentale perché decide sulla colpevolezza o meno dell'imputato. 62 progressione retributiva nella carriera (8 classi stipendiali) che permette di arrivare alle funzioni direttive. | magistrati si distinguono solo per le funzioni che svolgono in quanto c'è un'ASSENZA DI GERARCHIA. Ciò non significa che nell'ordine giudiziario non vi siano figure apicali ma sono presenti degli incarichi direttivi come il Presidente di tribunale, di corte d'appello, delle sezioni della Cassazione, Primo Presidente della Corte di cassazione e il Procuratore della Repubblica. L'indipendenza dei magistrati è garantita dalla loro INAMOVIBILITÀ. Il magistrato non può essere esonerato, sospeso o trasferito in altre sedi o funzioni se non in seguito a una decisione del Consiglio superiore di magistratura IL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA (CSM) La durata in carica è di 4 anni e una volta scaduto il mandato non si può essere subito rieletti. | magistrati si distinguono tra loro soltanto per diversità di funzioni (no gerarchia). COMPOSIZIONE E' composto da 27 membri: m 3 MEMPERI DI DIRITTO: PDR, Primo presidente cassazione e Procuratore Generale della cassazione m 8 MEMBRI LAICI: eletti dal Parlamento in seduta comune, in cui viene scelto un vicepresidente che ha il compito di sostituire il capo dello Stato per cui diventa il presidente del csm m 16 MEMBRI TOGATI: eletti dagli stessi magistrati, 2 sono eletti dal magistrato di cassazione, 4 sono in rappresentanza dei pubblici ministeri e gli altri 10 da giudici dei Tribunali o Corte d'Appello ORGANIZZAZIONE INTERNA Xx PRESIDENTE: la presidenza è affidata al PDR Xx VICE X* PLENUM del CSM: quando tutti e 27 membri si riuniscono abbiamo, ciò accade soprattutto quando vengono scelti gli incarichi direttivi. X COMMISSIONI che si occupano di compiti differenti, la più importante è la commissione per il conferimento degli incarichi direttivi e la sezione disciplinare. FUNZIONI A gestisce la CARRIERA e lo STATO GIURIDICO dei magistrati, si occupa della assunzioni, della assegnazioni a sedi e funzioni, dei trasferimenti, delle promozioni e delle sanzioni disciplinari A dà PARERI al ministro sui disegni di legge nelle materie concernenti la giustizia, per cui il CSM può esprimersi di sua autonoma iniziativa sulle proposte del Governo oppure si può esprimere su pareri direttamente richiesti dal ministro A decidere l'eventuale IMPUTAZIONE DELLA SANZIONE prevista dalla legge nei confronti di singoli magistrati, giudicati responsabili di comportamenti contrari ai doveri d'ufficio o comportamenti non conformi all'appartenenza all'ordinamento giudiziario. Il procedimento disciplinare può essere iniziato su richiesta del ministro 65 della giustizia o su iniziativa del procuratore generale presso la Corte di Cassazione. Il processo è strutturato. Tutti i provvedimenti che vengono adottati dal CSM sono impugnabili davanti alla Cassazione. LA RESPONSABILITÀ DEI MAGISTRATI Il nostro ordinamento prevede diverse forme di responsabilità dei magistrati. Per responsabilità si intende la situazione in cui un soggetto viola un proprio obbligo, per cui è la natura dell'obbligo a definire il tipo di responsabilità. Gli appartenenti all'ordina giudiziario hanno innanzitutto una RESPONSABILITÀ DISCIPLINARE per quanto riguarda la loro condotta professionale e le eventuali violazioni ai doveri imposti dalla carica. L'azione disciplinare può essere iniziata dal ministro di giustizia oppure dal procuratore generale presso la Corte di cassazione ma è il CSM a giudicare la sezione disciplinare. La disciplina degli illeciti disciplinari dei magistrati è stata modificata da un dgls nel 2006, con cui si sono definiti i comportamenti che costituiscono illecito tramite l'individuazione di fattispecie tipizzate e le rispettive sanzioni (ammonimento, censura, incapacità temporanea a esercitare un incarico direttivo, sospensione funzioni, trasferimento d'ufficio, rimozione dall'incarico). Tutti i giudici hanno una RESPONSABILITÀ CIVILE regolata dalla legge del 1988 in cui vige il principio di responsabilità indiretta, per cui il cittadino che ha subito un danno ingiusto (per dolo, colpa grave o diniego di giustizia) a causa di un magistrato dovrà agire, tramite azione risarcitoria, esclusivamente nei riguardi dello Stato, il quale si rifarà (se vorrà) in un secondo momento sul giudice responsabile. La disciplina della responsabilità civile è stata riformata nel 2015 a fronte di alcune sentenza della Corte di giustizia dell'UE. Le sentenza riguardavano l'incompatibilità della normativa italiana con il diritto dell'UE, per cui si è stabilito il divieto di azione diretta contro il magistrato, distinguendo la responsabilità dello Stato e la responsabilità del singolo magistrato. Il magistrato ha anche una RESPONSABILITÀ PENALE ma nella sua qualità di pubblico ufficiale, il magistrato potrà essere chiamato a rispondere dei reati propri, riguardanti a tale qualifica soggettiva nell'esercizio delle funzioni. Così si potrà integrare il reato di "corruzione in atti giudiziari", che si verifica quando il giudice riceve indebitamente denaro o altra utilità al fine di favorire o danneggiare una parte in un processo civile, penale o amministrativo, compiendo un atto contrario ai doveri del suo ufficio. Se un magistrato commette un reato, non viene giudicato dalla Corte d'Appello della sua regione, ma dalla corte di appello vicina come se un magistrato di Milano finisse sotto processo, questo verrà processato dalla Corte d'Appello di Brescia. LA FUNZIONE GIURISDIZIONALE La funzione giurisdizionale è un'attività di applicazione di una norma generale e astratta svolta dal giudice a casi concreti per dirimere le controversie o per ripristinare la legalità violata. Il giudice deve essere: v passivo: non spetta a lui promuovere l'azione 66 v terzo: distante dalle due parti interessate v. vincolato dalla legge, quindi non deve ricevere istruzioni su come giudicare né stabilire il parametro in base al quale decidere la controversia v rispettare il principio del contraddittorio, garantendo condizioni di parità per le parti; principio della pubblicità, per garantire la correttezza; principio della motivazione delle decisioni, per consentire forme di controllo successivo. A seconda del tipo di giurisdizione troviamo nomi e ruoli diversi delle parti in causa: <* nel PROCESSO CIVILE: © l'attore, colui che attraverso l'atto di citazione inizia il processo © il convenuto, colui che è chiamato in giudizio; <* nel PROCESSO PENALE: © pubblico ministero, magistrato che esercita l'accusa o imputato, che diventa tale dopo che vi è stato la chiamato in giudizio <* nel PROCESSO AMMINISTRATIVO: © ricorrente, che è il privato che ricorre nei confronti della pubblica amministrazione o resistente, che di norma è la pubblica amministrazione La tipica espressione della funzione giurisdizionale è la SENTENZA, cioè l'atto processuale del giudice con cui si risolve la questione sottoposta alla sua attenzione. Mentre le ordinanze e i decreti sono gli atti del giudice che regolano il procedimento. I PRINCIPI COSTITUZIONALI SUL PROCESSO Il PROCESSO è un elemento di garanzia, in quanto consente alle parti di partecipare allegando atti o documenti che, come onere della prova, mirano a rafforzare la tesi fatta valere in giudizio e allo stesso tempo permette di perseguire i responsabili di comportamenti delittuosi, rispettando i diritto fondamentali della persona. L'art.24 Cost. riconosce: m atuttiicittadini di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi m garantisce il diritto di difesa, che fa parte dei diritti inviolabili e irrinunciabili in ogni stato e grado del procedimento, a prescindere del tipo di giurisdizione m garantisce ai non abbienti il gratuito patrocinio, cioè appositi mezzi per agire e difendersi davanti a ogni giurisdizione L'art. 111 Cost. stabilisce: vil principio del giusto processo, in quanto il processo è regolato dal contraddittorio nella formazione della prova, per cui le parti si trovano in condizioni di parità davanti al giudice terzo ed imparziale v la ragionevole durata del processo, affinché non duri troppo a lungo e si trasformi in denegata giustizia. Nel 2001 è stata introdotta una legge che ha previsto un'equa riparazione in caso di mancato rispetto del termine ragionevole fissato per legge v. l'obbligo di motivazione dei provvedimenti giudiziari che permette di contestarli attraverso l'impugnazione e il ricorso ad un altro giudice. Nel nostro ordinamento c'è la possibilità di sottoporre ad un giudice di secondo grado la medesima 67 A modelli accentrati in cui il controllo è affidato ad un unico giudice costituzionale, quindi una corte istituita ad hoc che può invalidare una legge in contrasto con la Costituzione (come in Germania e Spagna). Viene anche fatta una distinzione riguardo ai modi di attivazione della giurisdizione costituzionale: < Controllo a priori o a posteriori, in base se la pronuncia avviene prima o dopo dell'entrata in vigore dell'atto la cui legittimità costituzionale è in discussione «Controllo in via diretta o controllo in via indiretta, a seconda che sia consentito ai La Costituente ha introdotto in Italia un: v modello accentrato: in quanto è stata istituita una corte costituzionale v. ad accesso diffuso: perché tutti i giudici possono attivare lo scrutinio di costituzionalità in via incidentale o indiretta LA DISCIPLINA La Corte Costituzionale è DISCIPLINATA: dalla Costituzione dall'articolo 134 all'articolo 137; dalle leggi costituzionali (1/1948, 1/1953, 2/1967); dalle disposizioni legislative ordinarie (I. 87/1953); dalle fonti regolamentari adottate dalla Corte dalle norme integrative per i giudizi davanti alla Corte del 2008 (art. 14 e 22 della |. 87/1953) ++ *** LA COMPOSIZIONE La Corte costituzionale è COMPOSTA da 15 giudici nominati da: «<* % dal PDR con proprio decreto, che è un atto sostanzialmente presidenziale; % dal Parlamento in seduta comune con una maggioranze qualificate; % dalle supreme magistrature ordinarie e amministrative, di cui 3 sono eletti dai magistrati della Corte di cassazione, 1 da quelli del Consiglio di Stato, 1 da quello della Corte dei conti. % * % * STATUS DEL GIUDICE COSTITUZIONALE Il MANDATO di ciascun giudice costituzionale dura 9 anni dalla data del giuramento, senza la possibilità di essere rieletti. Il Presidente della Corte è eletto dai suoi componenti per 3 anni ed è rieleggibile. La Costituzione stabilisce che la carica di giudice costituzionale è INCOMPATIBILE con la carica di Parlamentare, di consigliere regionale, con la professione forense e con le altre cariche indicate dalla legge. Le GARANZIE DI INDIPENDENZA, le IMMUNITÀ e le PREROGATIVE dei giudici della Corte sono stabilite con legge costituzionale: <* l'insindacabilità per le opinioni espresse e i voti dati nell'esercizio delle loro funzioni; < l'inviolabilità, per cui i giudici non possano essere rimossi o sospesi dal loro ufficio se non per decisione della stessa Corte presa a maggioranza di due terzi dei componenti che partecipano all'adunanza,, per incapacità civica, civile o gravi cause di inadempimento alle proprie mansioni. 70 LE FUNZIONI La Corte costituzionale ha il COMPITO DI GIUDICARE su: v questioni di legittimità delle leggi e degli atti con forza di legge dello Stato e delle Regioni v. accuse al PDR da parte del Parlamento, cioè l'attentato alla costituzione o alto tradimento v conflitti di attribuzione fra i poteri dello Stato, su quelli fra Stato e le Regioni e su quelli fra Regioni v ammissibilità delle richieste di referendum abrogativo LE DECISIONI La corte costituzionale svolge le proprie funzioni basandosi sul PRINCIPIO DI COLLEGIALITÀ. Per poter giudicare e quindi prendere delle decisioni, la Corte ha bisogno di: e un quorum strutturale, cioè che siano presenti almeno 11 giudici e un quorum funzionale, rappresentato dalla maggioranza dei votanti, in cui a parità di voto prevale quello del Presidente. Nei giudizi di accusa contro il PDR, la composizione della Corte viene integrata con l'aggiunta di altri 16 membri popolari, per un totale di 31 membri alla corte. In questo caso, per giudicare si avrà bisogno di: e un quorum strutturale rappresentato da 21 e un quorum funzionale rappresentato dalla maggioranza dei votanti in cui se è presente parità prevale la tesi più favorevole all'accusato (favor rei). Le ADUNANZE si svolgono PUBBLICAMENTE, salvo i casi legati alla sicurezza dello Stato e all'ordine pubblico. Il presidente della Corte può indire la riunione della Camera di Consiglio, cioè la riunione a porte chiuse, nel caso di valutazioni inerenti l'ammissibilità dei referendum e nel caso di deliberazioni da parte del collegio. Nella fase iniziale, il Presidente della Corte nomina un GIUDICE RELATORE per l'istruzione e la relazione della causa. Egli espone le questioni oggetto della causa e apre con il proprio voto la fase deliberativa in Camera di Consiglio. Per ultimo si esprime il Presidente, il cui voto prevale in caso di parità. Avvenuta la votazione e presa la decisione viene nominato un GIUDICE REDATTORE per la stesura del testo della pronuncia. Il testo viene sottoposto all'esame del collegio e se approvato viene sottoscritto dal Presidente e dal giudice redattore. La coincidenza tra il giudice relatore e giudice redattore è regola nella prassi della Corte ma non si esclude la possibilità che le due figure non coincidano. La sostituzione del relatore con un altro giudice per la redazione viene descritta nel testo della pronuncia. Questo fenomeno rimanda all'opportunità di introdurre nel nostro ordinamento l'istituto dell'opinione dissenziente. IL GIUDIZIO DI LEGITTIMITÀ COSTITUZIONALE Possono essere sottoposte al giudizio di legittimità della Corte Costituzionale: - le leggi ordinarie dello Stato - gli atti aventi forza di legge dello Stato - le leggi regionali e delle province autonome di Trento e Bolzano Non sono quindi sottoponibili a giudizio: 71 - le fonti fatto - gli atti secondari che vengono invece valutati dalla Corte con la funzione di conflitti di attribuzione. Un atto, per essere posto al giudizio di legittimità, deve presentare: > Vizi formali: non rispetta le disposizioni relative al suo procedimento di formazione > Vizi sostanziali: viene lesa la disciplina di una o più norme costituzionale e INVIA INCIDENTALE Il giudizio in via incidentale si ha quando /a questione di legittimità costituzionale di una legge o un atto avente forza di legge dello Stato o di una legge regionale viene sollevata nel corso di un processo davanti all'autorità giurisdizionale. Il controllo della Corte Costituzionale presuppone l'esistenza di un giudizio principale (0 giudizio a quo) in contrapposizione al giudizio incidentale che si svolgerà davanti alla Corte stessa. Per porre la questione di legittimità si deve INDIVIDUARE UN GIUDICE A QUO, cioè l'organo giuridicamente legittimato a rivolgere la questione alla Corte, come i giudici ordinari, amministrativi, coloro dotati di funzioni giudicanti e la corte stessa. La Corte Costituzionale richiede due requisiti: 1. un REQUISITO SOGGETTIVO: un giudice dell'organizzazione della magistratura ordinaria o amministrativa 2. un REQUISITO OGGETTIVO: un giudizio in senso tecnico, ovvero l'attività applicativa della legge qualificabile come giurisdizionale. In alcuni casi la Corte è soddisfatta della presenza anche di uno solo dei requisiti ma talvolta invece vengono richiesti entrambi. Nel corso del processo la questione incidentale di legittimità PUÒ ESSERE SOLLEVATA: » su ISTANZA DI UNA DELLE PARTI del giudizio (private o pubblico ministero) > d'UFFICIO da parte dello stesso giudice Questi devono precisare i MOTIVI e i TERMINI, il c.d. thema decidendum, della questione di costituzionalità, individuando: X* l'OGGETTO, cioè le disposizioni della legge o dell'atto avente forza di legge che si ritengano viziate di illegittimità costituzionale * il PARAMETRO, cioè le disposizioni della Costituzione o delle leggi costituzionali che si ritengono violate Per poter accedere al giudizio della Corte è necessario che il giudice a quo accerti preliminarmente l’esistenza di due CONDIZIONI DI AMMISSIBILITÀ: 1) il presupposto della RILEVANZA: la rilevanza è strettamente collegata alla natura incidentale del giudizio della Corte, deve quindi riguardare questioni concrete relative all'applicazione di atti legislativi davanti ad un giudice a quo. Una questione è rilevante se ha come oggetto una disposizione di legge, la cui applicazione è necessaria per definire il giudizio in corso; è invece irrilevante una disposizione dalla quale non dipenda il giudizio del processo in corso. 2) il presupposto della NON MANIFESTA INFONDATEZZA: la questione deve essere ragionevolmente seria e non pretestuosa; non è necessario che il giudice a quo sia necessariamente convinto dell'incostituzionalità ma basta che abbia un dubbio. 72 > ADDITIVA DI PRESTAZIONE: la disposizione è incostituzionale “nella parte in cui non prevede...” > ADDITIVA DI PRINCIPIO: quando la corte ritiene che nella disposizione manca un principio che deve essere attuato successivamente dal legislatore. <* RIME OBBLIGATE: la corte non invade il potere del parlamento ma segue in modo ferreo la Costituzione, senza discrezionalità politica. «<* SENTENZA SOSTITUTIVA: la Corte dichiara incostituzionale una disposizione nella parte in cui prevede un qualcosa anziché prevedere un'altra cosa, per cui x viene e e SENTENZE DI MONITO Sono utilizzate dalla Corte per avere un dialogo con il legislatore. Sono decisioni di rigetto che contengono auspici, sollecitazioni e indicazioni rivolti al Parlamento. | moniti non hanno valore vincolante, tuttavia a causa della autorevolezza della fonte è difficile che vengano ignorati. Come per esempio la sentenza 225/1974 in cui la Corte individuò le linee essenziali che la disciplina legislativa del settore radiotelevisivo avrebbe dovuto contenere. CONFLITTI TRA DI ATTRIBUZIONE I conflitti di attribuzione possono essere di 2 tipi: 1) INTERSOGGETTIVI Si tratta di conflitto tra Stato e regioni o tra Regioni nel caso in cui la regione invada con un suo atto la sfera di competenza assegnata dalla costituzione allo Stato o ad altra regione. Lo Stato o la regione possono proporre ricorso alla Corte Costituzionale, oppure può essere effettuato ricorso dalla regione la cui sfera di competenza sia stata invasa da un atto dello Stato. | conflitti intersoggettivi sono a parti determinate e hanno a oggetto la definizione delle rispettive sfere di attribuzione lese in concreto da un atto invasivo. 2) INTERORGANICI Questo conflitto è a parti non predeterminate, quindi la Corte deve stabilire se il conflitto è ammissibile, individuando il: e profilo soggettivo Individua di chi siano i poteri dello Stato, prendendo in considerazione tutti gli organi abilitati a produrre decisioni autonome e indipendenti: * POTERI SEMPLICI: - Presidente della Repubblica - Corte Costituzionale - CSM - Corte dei Conti - Consiglio di Stato - Comitato promotore referendum. * POTERI COMPLESSI: - Legislativo: Assemblee, Commissioni d'inchiesta - Esecutivo: Presidente Consiglio, Ministro di Giustizia, altri ministri se sfiduciati. 75 - Giudiziario: Potere diffuso, cioè vuol dire che ogni giudice nel momento in cui fa una sentenza esprime un potere giudiziario (anche il PM per esercizio azione penale ) ® profilo oggettivo Viene previsto che solamente le norme costituzionalmente rilevanti possono essere tutelate davanti alla Corte. Il giudizio davanti alla Corte si basa su due fasi: 1. Fase di ammissibilità: la Corte con ordinanza decide, in un primo momento, se sussiste materia di conflitto (dal punto di vista oggettivo e soggettivo) e chi siano gli organi interessati. 2. Fase decisoria (giudizio nel merito): la Corte con sentenza dichiara quale sia l'organo al quale spettano le competenze contestate e se è stato adottato un atto illegittimo lo annulla L'ammissibilità del conflitto interorganico subordinata a tre requisiti: 1) il conflitto deve sorgere tra organi appartenenti a poteri diversi. 2) deve trattarsi di organi abilitati a manifestare in via definitiva il potere cui appartengono. 3) la sfera di attribuzioni che si assume lesa deve avere un fondamento costituzionale. I DIRITTI FONDAMENTALI e FASE DELLA POSITIVIZZAZIONE La diffusione dei diritti fondamentali trovò principalmente forza nel pensiero filosofico giusnaturalistico, che rivendicava il valore autonomo dell'individuo nei confronti delle autorità di stato. La vera e propria ufficializzazione delle libertà personali fu la “DICHIARAZIONE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO" del 1789, con la quale i francesi proclamarono i diritti naturali. inalienabili e sacri dell'uomo. Tale dichiarazione venne rafforzata dal valore giuridico che le venne riconosciuto a seguito del suo inserimento nella Costituzione. Il primo passo è rappresentato proprio dal RICONOSCIMENTO DEI DIRITTI ALL’INTERNO DELLE COSTITUZIONI, anche se di natura flessibile, come accadde nello statuto Albertino, in cui furono riconosciute alcune libertà: libertà personale, libertà di associazione, libertà di stampa, libertà di riunione, il diritto di voto ma in realtà il Parlamento pose delle limitazioni. e FASE DELLA COSTITUZIONALIZZAZIONE A seguito della seconda guerra mondiale vi fu un ulteriore sviluppo del concetto dei diritti fondamentali, i quali vennero inseriti in Costituzioni rigide e che quindi ne tutelavano l'applicazione. La prima Costituzione fu quella di Weimar del 1919. In questa fase vengono riconosciuti i DIRITTI SOCIALI nei confronti dei quali lo Stato si impegna a tutelare per mezzo degli organi e delle procure, perché non è sufficiente riconoscere dei diritti se poi lo stato non da, ad esempio, la possibilità di curarsi negli ospedali pubblici oppure è inutile riconoscere dei diritti all'istruzione se poi lo stato non finanzia le scuole pubbliche. 76 e INTERNAZIONALIZZAZIONE DEI DIRITTI In questa fase vi è la volontà di ESTENDERE | DIRITTI anche in stati in cui la democrazia e i diritti non sono garantiti nello stesso modo degli stati occidentali, per esempio sono state emanate la Dichiarazione universale dei dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1948, il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e il Patto internazionale Relativo ai diritti economici, sociali e culturali del 1966. La DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI DELL'UOMO E DEL CITTADINO del 1948 si pone l'obiettivo di estendere questi diritti a tutte le nazioni del mondo che fanno parte dell'ONU. Il mancato rispetto di questi diritti comporta condanne nei confronti dello stato in questione. A questo proposito vi è la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU), tramite la la quale possono essere mossi dei ricorsi individuali attivabili da persone fisiche e anche organizzazioni nei confronti di uno stato. Per esempio l'Italia è stata condannata per l'irragionevole durata dei processi e si è dovuto modificare l'art.111 cost. inserendo il giusto processo oppure siamo stati condannati anche per lo spazio troppo basso dei detenuti nelle carceri. Anche l'Unione Europea si è dotata di una carta dei diritti fondamentali: la CARTA DI NIZZA del 2000, che contiene gli stessi diritti proclamati nella nostra costituzione, nella convenzione europea dei diritti dell'uomo ma vengono a far parte dei trattati dell'UE e quindi la Corte di giustizia dell'UE la può utilizzare come parametro per valutare la legislazione europea o dei singoli stati. TUTELA MULTILIVELLO DEI DIRITTI I diritti sono tutelati da diverse discipline e differenti autorità giurisdizionali (Corti nazionali, Corte EDU, Corte Giustizia UE, Corti penali intemazionali, CIG). Ciò ha comportato e comporta un difficile problema di rapporti tra questi livelli, visto che i singoli Stati dimostrano ancora oggi una diffusa tendenza a considerarsi autosufficienti in tema di protezione dei diritti. Così, ogni tanto la nostra Corte costituzionale. la Cassazione. la Corte EDU, la Corte di giustizia dell'Unione europea effettuano dei confronti serrati che talvolta si trasformano in dissidi giurisprudenziali non trascurabili (es. caso Taricco). CLASSIFICAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI <* nel periodo liberal democratico si affermò la prima generazione dei diritti: i DIRITTI CIVILI, cioè quelle libertà negative basate sulla rivendicazione individuale di una sfera propria in cui poter essere totalmente autonomi e indipendenti rispetto allo stato ne sono un esempio la libertà personale, la libertà di domicilio, le libertà economiche e le libertà di proprietà, la libertà di pensiero e la libertà religiosa. nello stato liberaldemocratico, durante la metà dell'800, si affermò la seconda generazione dei diritti, ovvero i DIRITTI POLITICI. Questi comprendevano tutte quelle libertà positive che permettevano la partecipazione alla vita dello stato, per esempio, il diritto di voto a suffragio molto ristretto e il diritto di associazione in partiti e sindacati. Nella prima metà del ‘900 si diffuse la terza generazione dei diritti, cioè i DIRITTI SOCIALI, in quanto si rivendicava l'intervento statale per riequilibrare le disparità economiche, per esempio il diritto all'istruzione, il diritto alla salute, il diritto alla previdenza sociale, il diritto al lavoro e il diritto all'abitazione. % * % * TT ART. 2: DIRITTI INVIOLABILI PRINCIPIO PERSONALISTA La personalità fisica e morale di ogni uomo non può essere lesa da nessuno. È una vera e propria rivoluzione rispetto a quello che era lo stato totalitario perché non è più il cittadino ad agire in funzione dello stato, ma è lo stato che agisce per il cittadino. Si attribuisce alla persona un primato sostanziale rispetto allo Stato. PRINCIPIO PLURALISTA Viviamo in una società pluralista che non si compone solo di una sommatoria di individui isolati, ma si articola in una molteplicità di formazioni intermedie, in cui gli individui organizzano la propria vita. Alcune di queste formazioni sociali trovano specifico riconoscimento in altre disposizioni della Costituzione, per esempio per quanto riguarda la famiglia, le associazioni e le confessioni religiose. INVIOLABILITÀ L'inviolabilità dei diritti presenta delle caratteristiche: o assolutezza, in quanto possono essere fatti valere nei confronti di tutti indisponibilità, in quanto non possono essere ceduti imprescrittibilità, per cui anche se non esercitati non si prescrivono irrinunciabilità, perchè non vi si può rinunciare o 00 FATTISPECIE APERTA La Corte costituzionale considera l'art. 2 come una fattispecie aperta che assicura copertura costituzionale tutti i nuovi diritti considerati inviolabili. Tale considerazione ingloba, di conseguenza, nei diritti inviolabili: il diritto alla vita e all'integrità fisica, il diritto alla libertà sessuale, il diritto del minore di essere inserito in una famiglia, il diritto alla privacy, il diritto all'identità personale, il diritto di costituire un'unione omosessuale e il diritto di abbandonare il proprio paese. ART. 3: PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA EGUAGLIANZA FORMALE L'eguaglianza formale è intesa come pari opportunità per tutti. Con il termine uguaglianza ci si riferisce a: e eguaglianza DAVANTI ALLA LEGGE Significa che la legge si applica a tutti, questo principio venne formulato nella Costituzione Francese del 1791 e eguaglianza come DIVIETO DI DISCRIMINAZIONE Sono individuate le fattispecie che non costituiscono motivo di discriminazione. Il divieto di discriminazione riguarda: - il sesso, - larazza, - lalingua, - lareligione, 80 - le opinioni politiche - le condizioni personali e sociali. e eguaglianza come DIVIETO DI DISTINZIONI O PARIFICAZIONI IRRAGIONEVOLI La legge deve trattare in modo eguale situazioni ragionevolmente eguali e in modo diverso situazioni ragionevolmente diverse, perchè ogni parificazione o ogni distinzione di trattamento deve essere motivata secondo il principio di ragionevolezza. EGUAGLIANZA SOSTANZIALE Con la sola eguaglianza formale non si riescono a raggiungere gli obiettivi che lo Stato sociale si pone, per cui c'è la necessità che il legislatore intervenga per realizzare la promozione sociale. È la stessa Costituzione a riconoscere le situazioni di disuguaglianza e a prevedere interventi per eliminarle, per esempio le minoranze linguistiche e le donne lavoratrici. A tali disparità deve provvedere il legislatore mediante misure dirette al riequilibrio delle posizioni, le c.d. azioni positive (Esempio: donne lavoratrici. Soluzione: quote rosa nella legislazione elettorale e nei cda delle società). ART. 7: RAPPORTO STATO E CHIESA La CHIESA CATTOLICA è riconosciuta come ordinamento giuridico originario, non istituito nell'ambito di un altro ordinamento ma nato per forza propria e che trae da sé la propria validità. La Costituzione pone lo Stato e la Chiesa sullo stesso piano, per cui sono ordinamenti indipendenti e sovrani l'uno dall'altro. | rapporti fra i due ordinamenti sono disciplinati dai PATTI LATERANENSI dell'11 febbraio 1929. | Patti Lateranensi sono costituiti: m trattato, volto a risolvere definitivamente la “questione romana”, decretando la nascita dello Stato della Città del Vaticano, m convenzione finanziaria, con la quale la Santa Sede era stata risarcita dei beni sottratti alla Chiesa dopo l'Unità d'Italia, m concordato, che aveva regolato i rapporti civili e religiosi fra Stato e Chiesa, riconoscendo a questa una serie di privilegi. Nel 1984 vennero stipulati i PATTI DI VILLA MADAMA con cui si superò il concordato del ‘29 e si stabilì l'abolizione della “religione di Stato”, la cancellazione dell'obbligo dell'insegnamento della religione nelle scuole e la fine dello stipendio che lo Stato era obbligato a dare ai sacerdoti. Per compensare le perdite economico-finanziarie venne istituito il sistema dell’8 per mille, cioè ogni anno una quota dell'imposta sul reddito delle persone può essere destinata, su scelta del contribuente, a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica. ART. 8: RAPPORTI CON LE ALTRE CONFESSIONI Nel nostro ordinamento è riconosciuta l’AUTONOMIA ORGANIZZATIVA delle confessioni acattoliche, per cui possono organizzarsi secondo i propri statuti purchè questi non siano in contrasto con l'ordinamento giuridico italiano. | rapporti fra le confessioni acattoliche e lo Stato sono stabiliti dalle INTESE. Ad oggi la Repubblica ha stipulato intese con 13 confessioni religiose acattoliche: la prima è stata conclusa con la Tavola Valdese che poi successivamente fu trasformata in legge. 81 Le intese consentono, tra l'altro, di celebrare matrimoni religiosi con effetti civili, ai ministri di culto di entrare nelle strutture segreganti per i riti e di accedere all'8 per mille dell'Irpef. Nel nostro ordinamento vige il PRINCIPIO DI LAICITÀ, inteso non come indifferenza verso il fenomeno religioso ma come equidistanza verso tutte le confessioni religiose, come stabilito dalla sentenza del 1989 della Corte costituzionale. Importante è anche la sentenza del 2000 con cui la Corte dichiarò l'illegittimità del reato di vilipendio della religione cattolica (delitti contro le confessioni religiose). ART.19: LIBERTÀ DI RELIGIONE La Costituzione tutela la libertà religiosa come libertà di fede e come libertà di pratica religiosa. A chiunque è garantita la libertà di professare la propria fede religiosa in qualsiasi forma, sia individualmente sia collettivamente, di farne propaganda e praticarne il culto in privato o in pubblico, nel solo rispetto del buon costume. ART. 13: LIBERTÀ PERSONALE La libertà personale è INVIOLABILE e la sua tutela ha un'origine molto antica. Rientrano nella sfera di tutela dell'articolo 13 i prelievi coattivi di sangue e l'espulsione dello straniero, mentre NON vi rientra il ritiro o la sospensione della patente, i rilievi segnaletici e fotografici e la visita fiscale sul lavoratore assente. La Costituzione ammette RESTRIZIONI della libertà personale ma nei soli casi e nei modi previsti dalla legge. La detenzione, l'ispezione e la perquisizione personale vengono tutelate da una 2 GARANZIE: 1. riserva di legge assoluta: le restrizioni non sono disciplinate da fonti legislative secondarie ad eccezione di regolamenti di stretta esecuzione; 2. riserva di giurisdizione: nessuna restrizione è consentita se non per atto motivato dall'autorità giudiziaria. La LIMITAZIONE della libertà personale eseguita dalla polizia PER MOTIVI DI NECESSITÀ E URGENZA deve essere convalidata da un giudice, come nel caso dell'arresto in flagranza di reato e nel caso del fermo di indiziati di reato, in questi casi entro 48 ore bisogna comunicare il fermo all'autorità giudiziaria e convalidarlo, pena la revoca. DIFFERENZA TRA CUSTODIA E RECLUSIONE La CUSTODIA CAUTELARE consiste nella privazione della libertà dell'imputato prima della sentenza. La RECLUSIONE (art. 23 del cp) consiste nella limitazione della libertà personale, quando una sentenza di condanna a pena detentiva per un delitto è passata in giudicato e non è stato possibile ottenere l'applicazione di misure alternative. Vi sono altri articoli riguardanti i LIMITI ALLA PENALIZZAZIONE come: e art. 25 secondo il quale nessuno può essere: - distolto dal giudice naturale precostituito per legge, - punito se non in forza di una legge entrata in vigore prima del fatto commesso - sottoposto a misure di sicurezza se non nei casi previsti dalla legge 82 © pubbliche: si svolgono in luoghi pubblici ai quali tutti possono liberamente accedere (es. piazze, strade). Nel caso di una riunione in luogo pubblico (una strada, una piazza), potenzialmente più pericolosa per l'ordine pubblico, è necessario darne PREAVVISO al questore almeno 3 giomi prima del suo svolgimento. Questi potrà vietarla solo per comprovati motivi di sicurezza e di incolumità pubblica. Se si svolge una manifestazione senza preavviso, non sarà dichiarato lo scioglimento della riunione ma gli organizzatori risponderanno con sanzioni amministrative o penali. Può essere sciolta una manifestazione aperta al pubblico solo se degenera la situazione dal punto di vista dell'ordine pubblico. ART. 18: LIBERTÀ DI ASSOCIAZIONE Per ASSOCIAZIONE si intende un'organizzazione di individui legati dal perseguimento di un fine comune e da un vincolo di natura giuridica. Ai cittadini è riconosciuta: «la libertà di associazione, cioè la possibilità di costituire associazioni senza «la libertà delle associazioni, cioè la possibilità di formare un numero indefinito di associazioni, anche aventi lo stesso obiettivo <* la libertà negativa di associazione, per cui nessuno può essere costretto a parteciparvi, la cui sola eccezione è rappresentata dalle associazioni obbligatorie, come gli ordini professionali. Esistono però dei LIMITI alla libertà di associazione: * è vietato formare un'associazione per il perseguimento di fini che siano vietati dalla legge * sono vietate le associazioni con finalità di: - terrorismo, - evasione dell'ordine democratico - promulgazione alla violenza. * limiti alle associazioni segrete, ossia quelle che occultano le loro finalità ed attività ed interferiscono con il regolare funzionamento delle istituzioni (es: Loggia P2 che fu sciolta con la legge n 17 del 1982) * limiti alle associazioni aventi organizzazioni militari, in quanto in un regime democratico i fini politici vanno perseguiti esclusivamente attraverso il pacifico e libero dibattito, senza ricorrere alle armi, alla violenza e alla sottoposizione a gerarchie di tipo militare che perseguono, anche se indirettamente, scopi politici All’interno del codice civile sono presenti una serie di norme in merito ai COMITATI, che sono associazioni che non chiedono il riconoscimento per la personalità giuridica. Chi agisce in nome e per conto dell'associazione non riconosciuta, risponde civilmente. ART. 39: I SINDACATI | sindacati sono l'ente associativo (volontario) dei lavoratori dipendenti che: v_li rappresenta nella gestione delle relazioni aziendali; v_ li assiste dal punto di vista giuridico, tutelandone i diritti e le aspirazioni (economiche, di sicurezza) nelle aziende; v_ proclama e gestisce le varie forme di lotta, come lo sciopero. 85 La LIBERTÀ SINDACALE rappresenta una garanzia costituzionale: <* per le organizzazioni sindacali, in quanto libere di costituirsi e di svolgere le loro attività di tutela degli interessi dei lavoratori, «peri lavoratori, che sono liberi di aderire alle organizzazioni esistenti oppure di formame di nuove o di non iscriversi ad alcuna associazione. Ai sindacati non può essere imposto alcun obbligo se non la loro REGISTRAZIONE presso uffici locali o centrali, secondo norme di legge. L'unica condizione per la registrazione dei sindacati è che i loro statuti siano a base democratica. | sindacati registrati possono stipulare CONTRATTI COLLETTIVI DI LAVORO con efficacia obbligatoria per tutti gli appartenenti alle categorie a cui essi si riferiscono. Tuttavia, all'art. 39 non è stata data attuazione per varie ragioni e il vuoto è stato riempito dai CONTRATTI COLLETTIVI DI DIRITTO COMUNE, che prevedono una serie di regole riguardanti la gestione del rapporto di lavoro, che vanno dall'organizzazione all'aspetto economico. Questi contratti collettivi non valgono erga omnes ma valgono soltanto nei confronti di coloro che si sono iscritti al sindacato. I giudici del lavoro a partire dagli anni ‘60 hanno incominciato, per quanto riguarda l'aspetto economico, ad effettuare un'applicazione diretta dell'art. 36 Cost, il quale prevede che il lavoratore ha diritto a ricevere una retribuzione proporzionata in base alla qualità e quantità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia una vita dignitosa. Per il giudice del lavoro la retribuzione sufficiente ad assicurare una vita dignitosa è il CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE. ART. 40: LO SCIOPERO La principale arma dei sindacati è lo sciopero, che corrisponde all'astensione dal lavoro. Se non fosse un diritto consentirebbe al datore di lavoro di licenziare il lavoratore. Il diritto di sciopero si esercita nell'ambito delle leggi che lo regolano MA non sono mai state attuate delle leggi per regolarlo. Il problema è che il codice penale fascista del 1930 sanzionava lo sciopero in ogni sua forma, sia gli scioperi contrattuali (rivendicazioni economiche) che non contrattuali. Sono state necessarie delle sentenze della Corte Costituzionale per dichiarare l’incostituzionalità degli articoli del cp. Soltanto una legge è stata approvata in materia di sciopero, ovvero la I. 146 del 1990 che pone dei LIMITI ALLO SCIOPERO NEI SERVIZI ESSENZIALI come il servizio sanitario, servizio di ordine pubblico o il servizio giudiziario. Questa legge oltre a prevedere le prestazioni indispensabili per determinati settori, prevede anche una serie di obblighi di comunicazione preventiva. La Commissione di garanzia è un'autorità indipendente i cui componenti sono nominati dai presidenti di Camera e Senato e che ha il compito di sovrintendere che queste regole non vengano violate. Se la Commissione di Garanzia e la questura ritengono che per come si svolgerà lo sciopero rimangano scoperti dei settori è prevista la PRECETTAZIONE, cioè si può ordinare a un determinato numero di lavoratori di di garantire la presenza sul luogo di lavoro, altrimenti sono soggetti a sanzione. ART. 15: LIBERTÀ E SEGRETEZZA DELLA CORRISPONDENZA L'articolo 15 Cost. tutela due situazioni distinte ma complementari: 1. diritto di poter comunicare e corrispondere con altri soggetti, senza alcuna 86 interruzione o sospensione della corrispondenza; 2. soggetti diversi dai destinatari determinati non possono prendere illegittimamente conoscenza del contenuto di una corrispondenza o di una comunicazione. La Costituzione accanto alla corrispondenza, tutela la libertà e segretezza di ogni comunicazione e le dichiara inviolabili. Lo Statuto albertino non menzionava questa libertà: le leggi ordinarie garantivano la segretezza della corrispondenza fra privati, ma non rispetto all'autorità pubblica. La SEGRETEZZA, stabilisce la corte costituzionale, non riguarda solo il contenuto ma anche l'identità dei soggetti e i tempi e i luoghi nei limiti possibili. Le limitazioni alla libertà e segretezza delle comunicazioni sono soggette alla DUPLICE GARANZIA: la riserva di legge e la riserva di giurisdizione, con esclusione di qualunque intervento dell'autorità di pubblica sicurezza. Per il SEQUESTRO di CORRISPONDENZA e INTERCETTAZIONE di conversazioni o comunicazioni è sempre necessario l'intervento preventivo dell'autorità giudiziaria in sede penale, cioè il giudice delle indagini preliminari su richiesta del pubblico ministero. Diverso è il caso dei TABULATI, che per essere acquisiti è sufficiente un decreto motivato Sorgono dei problemi in relazione all’applicabilità delle garanzie stabilite dall'art. 15 alle nuove forme di comunicazione tramite RETI INFORMATICHE (in particolare Internet). Una legge le ha equiparate a quelle tradizionali, estendendo la disciplina dei delitti contro l’inviolabilità dei segreti, tuttavia, se si pensa al complesso dei servizi forniti dalla rete c'è la necessità di verificare, nelle singole applicazioni, la sussistenza del requisito della determinatezza dei soggetti coinvolti. ART. 21: LIBERTÀ DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO A tutti è riconosciuto il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Il CONTENUTO risulta inevitabilmente datato per quanto riguarda i mezzi di diffusione del pensiero, infatti l'unico mezzo di informazione espressamente evocato è la STAMPA, non viene nominata neppure la radio, anche se era stata strumento di propaganda politica nell'Italia fascista. Il SEQUESTRO di una pubblicazione è soggetta a DUE GARANZIE: 1. riserva di legge rinforzata: solo se ricorre una fattispecie di reato espressamente prevista dalla legge 2. riserva di giurisdizione solo in forza di un atto motivato dell'autorità giudiziaria In casi di assoluta urgenza il sequestro della stampa periodica può essere fatto anche dagli ufficiali di polizia giudiziaria che devono immediatamente e non oltre 24 ore fare denuncia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle 24 ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La PUBBLICAZIONE a mezzo stampa non è soggetta a controlli preventivi da parte di alcuna autorità pubblica (autorizzazioni o censure). Inoltre la legge può stabilire che siano resi noti i MEZZI DI FINANZIAMENTO della stampa. Esistono dei LIMITI DI MANIFESTAZIONE DEL PENSIERO: 87 IL CONCETTO DI PRIVACY La privacy nasce in Inghilterra nel 19° secolo e si afferma successivamente negli USA e poi in tutti gli ordinamenti democratici. Con il termine RISERVATEZZA ci si riferisce all'interesse di un soggetto a mantenere la La privacy comprende diversi aspetti: <il diritto all'identità personale, ossia una rappresentazione veritiera della propria personalità <il diritto alla riservatezza della vita privata, come il domicilio, la corrispondenza e le comunicazioni <il diritto alla protezione e al controllo dei dati personali, soprattutto a quelli sensibili (come lo stato di salute, orientamento sessuale, opinioni religiose e politiche). Il diritto alla privacy non è contenuto in un articolo preciso ma in una serie di articoli: - ART2 - ART 13 (inviolabilità della libertà personale) - ART 14 (l'inviolabilità di domicilio), - ART 15 (libertà e segretezza delle comunicazioni), - ART 21 (diritto al silenzio e libertà di espressione). A livello europeo è presente il regolamento europeo sulla privacy del 2016 che contiene delle limitazioni e delle specificazioni su come devono essere salvati i dati, i diritti dei titolari dei dati e il diritto all'oblio. Inoltre in Italia sono presenti: * il decreto legislativo del 2003 ha introdotto il “Codice privacy” che garantisce il trattamento di dati personali nel rispetto del diritto e delle libertà fondamentali con particolare riferimento alla riservatezza, all'identità personale e al diritto di protezione dei dati personali. * il Codice Civile che disciplina il diritto d'immagine * la legge del 1941 riguarda il diritto d'autore. * il codice penale che disciplina la segretezza della corrispondenza, il segreto professionale e l'inviolabilità delle pareti domestiche I DIRITTI SOCIALI L'affermazione dei diritti sociali ha segnato l'evoluzione dello stato liberaldemocratico, che è diventato stato sociale (0 welfare state). Vanno intesi come diritti di prestazione, cioè pretese del singolo che la Repubblica tutela e iritti sociali sono espressamente tutelati da norme costituzionali: - lavoro: art 4, 35 e seguenti - salute: art 32 - assistenza e previdenza: art. 38 - istruzione art 33 e 34 Altri sono stati riconosciuti come inviolabili dalla Corte costituzionale, come il diritto all’abitazione (sent. 217 del 1988), che viene garantito principalmente con l'ERP. 90 ART.32: DIRITTO ALLA SALUTE Il diritto alla salute è un diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività. Il diritto alla salute può essere inteso come: 1. DIRITTO ALL'INTEGRITÀ PSICO-FISICA E' il diritto inteso come protezione dell'integrità e dell'equilibrio psico-fisico dell'essere umano rispetto a qualsiasi altra forma di condizionamento, impedimento o comportamento lesivo da parte di altri soggetti. La Corte di Cassazione ha riconosciuto la salvaguardia della salute come un diritto primario e assoluto della persona e che ogni lesione arrecata debba essere risarcita. 2. DIRITTO ALLA LIBERTÀ DI CURA Non esiste un obbligo di cura (almeno per i maggiorenni) e ogni individuo ha diritto a ricevere le cure di cui ha bisogno, cioè ha diritto a trattamenti sanitari obbligatori. Ciascuno è libero di scegliere se ricevere o meno le cure, per cui sussiste l'obbligo per il medico di acquisire il consenso informato del paziente. Solo in casi eccezionali indicati dalla legge, si può essere sottoposti a determinati trattamenti sanitari per la tutela della salute come interesse della collettività, per esempio le vaccinazioni obbligatorie. Questo diritto è ribadito dalla legge del 1978 che prevede che trattamenti e gli accertamenti sanitari sono volontari se il soggetto è capace di intendere e di volere, se non per disposizione di legge o nel caso di minori. Esempio: un genitore testimone di Geova (che per religione non accettano trasfusioni di sangue), rifiuta il trattamento terapeutico per un minore. In questi caso viene nominato un tutore a cui affidare ogni decisione riguardo al trattamento. 3. DIRITTO AD ESSERE CURATI A PARTE DELLO STATO Il Servizio sanitario nazionale garantisce il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzione di condizioni individuali o sociali. Si è dato vita a un servizio universale, finanziato dalla fiscalità generale. FINE VITA X* EUTANASIA ATTIVA: > è diretta quando il decesso è provocato tramite la somministrazione di farmaci che inducono la morte; > è indiretta quando l'impiego di mezzi per alleviare la sofferenza (per esempio l'uso di morfina) causa, come effetto secondario, la diminuzione dei tempi di vita. X* EUTANASIA PASSIVA (dolce morte): è provocata dall’interruzione o dall'omissione di un trattamento medico necessario alla sopravvivenza dell'individuo (come nutrizione e idratazione artificiale o il respiratore). * SUCIDIO ASSISTITO: l'aiuto medico e amministrativo portato a un soggetto che ha deciso di morire tramite suicidio ma senza intervenire nella somministrazione delle sostanze. E' il soggetto stesso a schiacciare il pulsante. Vi sono controlli medici sul procedimento e sulla capacità di intendere del soggetto. * ACCANIMENTO TERAPEUTICO: trattamenti gravosi per il malato e sproporzionati rispetto ai risultati a cui si attende. IL FINE VITA IN OLANDA L'Olanda è stato il primo paese a regolamentare il suicidio assistito e eutanasia. 91 Non stabilisce un vero e proprio "diritto" all'eutanasia ma piuttosto una serie di requisiti, per cui il medico non è considerato punibile. L'eutanasia è applicabile SOLO a malati terminali, persone affette da patologie incurabili o sofferenze psicologiche gravi. L'interruzione di vita è ammessa dai 12 anni in su, ma fino ai 16 è necessario il consenso dei genitori. IL CASO BELGA (legge belga 2002) Il medico che pratica l'eutanasia non commette alcuna violazione se si attiene alle condizioni e alle procedure previste dalla stessa legge. Inoltre si deve accertare che: o il paziente è maggiorenne o un minore emancipato, capace di intendere e volere al momento della richiesta o ci sia un'iniziativa volontaria, meditata e reiterata e che quindi non risulta indotta da pressioni esterne; o il malato è in una condizione sanitaria senza speranza e la sua sofferenza sul piano fisico o psichico è persistente e insopportabile, a tal punto che non può essere alleviata ed è conseguenza di una malattia acuta o cronica grave e inguaribile. QUESTIONI LEGATE AL FINE VITA IN ITALIA In Italia è previsto un testamento biologico, nel quale il soggetto dichiara a quali cure non vuole sottoporsi in caso di necessità. La legge ha definito che le cure possono essere sospese in caso di stato vegetativo irreversibile e che la situazione sia valutata secondo un criterio scientifico internazionalmente riconosciuto oppure che questa sia la volontà accertata del paziente. Gli interventi della giurisprudenza in assenza di una legge sul fine-vita: e caso Englaro e caso Welby e caso DJ Fabo Tuttavia, vi sono alcuni interventi obbligatori disposti per legge a scopo di tutela della società, è il caso dei vaccini, dei trattamenti mirati alla tutela di persone affette da malattie psichiche e soggetti tossicodipendenti. IL BIOTESTAMENTO Si tratta della possibilità di sottoscrivere disposizioni anticipate di trattamento (Dat), con cui ogni persona maggiorenne e capace di intendere e volere esprime le proprie volontà rispetto ai trattamenti sanitari ai quali sottoporsi o che vuole rifiutare in caso di futura incapacità. Le Dat sono vincolanti per il medico ma tuttavia può ignorarle qualora: - appaiano palesemente incongrue - le condizioni cliniche del paziente siano nel frattempo mutate -. quando disponibili nuove terapie, non prevedibili al momento della sottoscrizione. Fra i trattamenti rientrano anche quelli vitali, come la nutrizione e l'idratazione artificiali. In assenza di Dat, la facoltà di decidere spetta al rappresentante legale dell'incapace e al medico e in caso di disaccordo, la decisione è rimessa al giudice tutelare. 92
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