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Guide e consigli
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Dispensa metodi e didattica delle attività motorie, Dispense di Scienze Motorie

Integrazione materiale prof + approfondimenti

Tipologia: Dispense

2019/2020

In vendita dal 20/11/2020

marifras
marifras 🇮🇹

4.5

(2)

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Scarica Dispensa metodi e didattica delle attività motorie e più Dispense in PDF di Scienze Motorie solo su Docsity! Marifras METODI E DIDATTICHE DELLE ATTIVITA’ MOTORIE L’educazione motoria, è una forma di educazione generale, che investe tutta la persona nelle sue molteplici espressioni. Poiché si rivolge all’uomo nei suoi momenti della vita, deve conoscerlo compiutamente nei suoi triplici aspetti: • Biologico • Psicologico • Spirituale E’ valida solo se è adeguata e dosata al singolo soggetto ed in quel determinato momento e deve essere svolta in funzione delle caratteristiche individuali, costituzionali, temperamentali, caratterologiche, ereditarie, ambientali. L’educazione motoria, è una disciplina globalmente formativa, dato che si rivolge alla personalità totale dell’individuo, svolgendo la sua azione sul suo corpo e sulla sua psiche. I FINI DELL’ATTIVITA’ MOTORIA L’attività motoria, ha gli stessi fini dell’educazione generale, cioè tende a sviluppare le facoltà morali, intellettuali e fisiche dell’uomo, favorendo un processo di autoformazione volto alla conquista di una personalità armonica, completa, debitamente inseribile nella collettività. Sono lo sbocco logico dell’indirizzo che il singolo cultore predilige. Prevalenza di scopi igienico-sanitari se lo studioso è un medico. Nella Cina di oltre 2000 anni AC, con Galeno, Mercuriale, la ginnastica quasi aderisce alla medicina, costituendo di essa il preambolo, il capitolo d’apertura, vista le sue prevalenti funzioni profilattiche e talvolta curative. Prevalenza di valori umanistici se la scuola di riferimento è pedagogica, psicologica o filosofica. Nell’indirizzo militare l’attività fisica è volta all’ottenimento della forza, della resistenza, delle capacità di sopportare disagi e dolori. E’ indubitabile che le attività motorie di Sparta, dell’antica Persia, della Roma repubblicana ed imperiale, avevano primo fine la formazione del miles-civis, temprato alle inclemenze climatiche, ed alle insidie dello scontro cruento, votato ad impiegare la sua forza per la difesa della patria o per servirne l’eventuale politica di potenza. I marxisti con il Poema pedagogico di Makarenko (della pedagogia sovietica, elaborò la teoria dei collettivi autogestiti di studenti e introdusse il concetto di lavoro produttivo nel sistema educativo) e l’educazione comunista di KALININ (politico e rivoluzionario sovietico), tendono a sollecitare per mezzo dell’esercizio fisico, quelle doti che siano utili alla vita lavorativa. I fini di carattere biologico mirano al potenziamento delle struttura organica per mezzo di tutte le funzioni fisiologiche. Ogni individualità umana è una realtà biologica che risulta dall’insieme di determinati caratteri fisici e psichici espressi gli uni dalle proprietà del soma, gli altri dalle modalità delle attività psichiche e gli uni e gli altri legati da infinite interrelazioni culminanti nell’unità dell’io. Ogni individualità umana, fin dal momento della fecondazione, attua la sua realtà e percorre il suo ciclo vitale orientata dai fattori ereditari e dall’azione condizionatrice dei fattori ambientali. Il fine igienico è forse il più elementare ed antico. Nasce dall’istinto di preservare il proprio corpo dalle insidie che si profilano nel corso dell’esistenza. Mira alla conservazione della salute. Non basta, il mantenimento di una condizione “non patologica”, ma occorre potenziare lo stato di normalità con la conquista della salute dinamica. Si passa da una concezione di difesa della salute ad uno stato di conquista della salute. L’attività motoria, deve mantenere la salute, accrescerla, deve nell’età evolutiva, favorire la normale progressione auxologica, assecondare i processi di sviluppo fisico con l’impiego di esercizi che s’intonino alle particolari esigenze dell’organismo, in determinati periodi dell’esistenza. La conquista della forza, come qualità dominante, nel fanciullo, nell’adolescente significa battere una strada antigenica, talvolta deleteria. Naturalmente parliamo della forza muscolare concepita come qualità dominante…e non della forza organica, concepita come surplus che distingue la semplice salute dalla salute Marifras potenziata. Naturalmente il fine igienico non si realizza soltanto con l’esercizio fisico. Bisogna favorire una vera e propria mentalità igienica, fare del movimento uno degli elementi dell’educazione alla salute. I fini profilattici e correttivi: la legittimità di una colorazione profilattica dell’educazione motoria è ovvia. Lo scheletro è relativamente plastico, tale plasticità non è difesa, prima della pubertà, da una condizione miologica adeguata, la statisticità scolastica, irrazionalità dei banchi che obbligano a posizioni anti fisiologiche, la cartella, alimentazione non adeguata e mancano i benefici di un prolungato vivere in ambiente naturale. Tali elementi, di carattere fenotipico, si sommano a quelli genotipici (dovuti alla predisposizione ereditaria), per cui la possibilità di squilibri, specie nell’età evolutiva, o in settori particolari di lavoro, è assai facile. I fini compensativi e di recupero funzionale, il corpo umano vive tra fasi ben distinte: 1. LAVORO e RIPOSO 2. STIMOLAZIONE e RILASSAMENTO 3. CONSUMO ENERGETICO e RECUPERO E’ un alternarsi di fasi dove il secondo tempo come nella sistole e diastole il secondo tempo è completamente restauratore dei consumi del primo. Una saggia educazione motoria deve preoccuparsi di svolgere funzioni di compensazione fisica e psichica, rimediando agli effetti sia di quelle attività che fossilizzano il lavoro in una sola direzione. Prestare attenzione a forza e resistenza. Analogamente un’attività di compenso si realizza dopo alcuni interventi chirurgici al fine del recupero funzionale, che le contingenze terapeutiche hanno imposto. Compenso che può realizzarsi anche a livello di talune disarmonie psichiche, con un oculato e dosato impiego del movimento, fino a raggiungere una vera e propria ritmo-cinesi-terapia, movimento che deve essere prescritto, dosato e diretto dal medico con il presupposto che chi lo fa compiere, una preparazione specifica nel campo delle attività motorie riabilitative. Il medico francese Bellin du Coteau elaborò un indice di efficienza fisica: il VARF: • VITESSE: la peculiare qualità di eseguire un lavoro neuromuscolare nel minor tempo possibile. • ADRESSE (DESTREZZA): è la capacità di sapersi servire della reazione motoria adatta ed adeguata a ciascun caso particolare. Presuppone efficienza dei: fattori percettivi, fattori associativi, quindi una qualità individuale di sintesi della corteccia cerebrale. • RESISTANCE: Munrow definisce la resistenza come la qualità di protrarre il lavoro fisico e di far fronte all’insorgere della fatica. • FORCE: la forza di un muscolo può definirsi come “la massima tensione che esso è capace di sviluppare quando allo stato di riposo, viene colpito da uno stimolo massimo” (M. Mitolo). Trasformata poi in VARFE per l’aggiunta dell’ELEVATION (la possibilità che il corpo ha, di vincere la forza di gravità, sollevandosi da terra, in senso verticale). I fini compensativi e di recupero funzionale comprendono: AGILITA’, COORDINAZIONE MOTORIA, EQUILIBRIO, ORIENTAMENTO, RITMO, PRONTEZZA. Il fine estetico: ricerca della bellezza corporea attraverso l’esercizio fisico, in una armoniosa proporzione delle varie parti del corpo, evitando l’impiego del movimento indirizzato ad uno sterile edonismo. Il fine espressivo è dovuto al fatto che non esiste movimento che non esprima sentimenti. L’uomo si è sempre avvalso del gesto per esternare i moti del suo animo. Il fine sociale: i vantaggi degli effetti dell’educazione motoria, sul piano economico, si riflettono direttamente nell’ambito sociale. La conquista del vigore per un popolo è un notevole contributo dato al suo cammino verso il progresso, perchè si esaltano le energie che facilitano il lavoro in un contesto sempre più meccanizzato, statico e sin troppo comodo. LE FORME DELL’EDUCAZIONE FISICA: ginnastica, giochi, sport educativo, attività in ambiente naturale.  GINNASTICA: deriva da Gymnazen che significa “addestrare, esercitare”. Gymnazen origina da Gymnos (“nudo”) perché nell’amtichità l’esercizio fisico veniva effettuato a corpo libero. Secondo Marifras funzionamento della corticale del surrene (ipocorticosurrenismo). Corrisponde al biotipo melanconico. - LONGILINEO STENICO: caratterizzato da un aumentato funzionamento sia della midollare che della corticale del surrene (ipersurrenismo). Corrisponde al biotipo bilioso, anche se quest’ultima corrispondenza è un po’ forzata, è solo didattica, in quanto il biotipo bilioso può associarsi a qualsiasi costituzione. Il modello di martiny: approccio embriologico Il medico francese Marcel Martiny (1897-1982), il più brillante dei discepoli di Pende, introduce un’analisi costituzionale di tipo embriogenetico che cerca di dare una risposta riguardo le origini dei segni morfologici, fisiologici, neuroendocrini, psicologici che caratterizzano il biotipo. Secondo Martiny la costituzione di ciascun individuo dipende dallo sviluppo del disco germinativo e quindi dei foglietti embrionali che daranno origine, differenziandosi, a tutte le strutture dell’essere umano. Nelle prime tre settimane di gestazione, in seguito al processo di gastrulazione, si sviluppa il disco germinativo composto da tre strati sovrapposti di cellule, i foglietti embrionali, da cui avranno origine i diversi organi e apparati. Il primo foglietto, quello più profondo, è l’endoblasto da cui si originano bocca, esofago, stomaco, intestino tenue, intestino crasso, retto, ano, fegato, pancreas, timo, prostata, epitelio dei bronchi, mucose degli organi interni, ecc. Il secondo foglietto embrionale, quello in posizione centrale, è il mesoblasto da cui si originano cuore, vasi sanguigni, muscoli, polmoni, corticale del surrene, ipofisi anteriore, scheletro, ovaie, testicoli, elementi corpuscolati sia del sangue (globuli bianchi, globuli rossi e piastrine) che della linfa (linfociti), ecc. Il terzo e ultimo foglietto, quello più esterno, è l’ectoblasto da cui si originano pelle, cervello, nervi, midollare del surrene, ipofisi posteriore, retina, ecc. La predominanza nello sviluppo di un foglietto embrionale sugli altri determina un’esuberanza dei rispettivi organi di appartenenza e di conseguenza l’origine di tre costituzioni, cui si aggiunge una quarta quando i tre foglietti si trovano in una situazione di perfetto equilibrio. SCUOLA AMERICANA: i somatotipi di SHELDON (1940) Sheldon sostenne che il corpo umano doveva essere classificato in base al contributo relativo di tre elementi somatici fondamentali, dal nome dei tre foglietti embrionali: l’endoderma (da cui si sviluppa l’apparato digestivo e respiratorio), il mesoderma (da cui origina il muscolo scheletrico, il cuore e i vasi sanguigni), e l’ectoderma (da cui origina la pelle e il sistema nervoso).  ENDOMORFO: caratterizzato da un aumentato deposito di grasso, una vita larga e una struttura ossea robusta. L’endomorfo è maggiormente predisposto ad immagazzinare grasso, dunque i gradi di appartenenza all’endomorfismo delineano la tendenza all’accumulo di lipidi di un soggetto.  MESOMORFO: caratterizzato da ossa di medie dimensioni, tronco solido, bassi livelli di grasso corporeo, spalle larghe a vita stretta, solitamente denominato tipo muscolare. Il mesomorfo è tendenzialmente predisposto a sviluppare la muscolatura, ma non ad immagazzinare grasso, e i gradi di appartenenza al mesomorfismo delineano la tendenza allo sviluppo muscolare di un soggetto.  ECTOMORFO: caratterizzato da muscoli e arti lunghi e sottili e un ridotto accumulo di grasso, di solito indicato come sottile. L’ectomorfo non è predisposto ad immagazzinare grasso o a costruire muscolo, quindi delinea la tendenza al mantenimento di un corpo sottile, magro, poco muscoloso, e longilineo di un soggetto. Marifras Julius Tandler, medico anatomista e politico viennese, restringe la designazione di costituzione solo al complesso dei caratteri ereditari dell'individuo e parla di "fato somatico individuale". La scuola costituzionalistica tedesca ha difeso il concetto che tutto quello che è acquisito non appartiene alla costituzione. La maggioranza degli studiosi italiani considerano la costituzione come appare al momento dell’esame: somma del patrimonio ereditario e dei caratteri acquisiti. E’ importante conoscere l'aspetto morfologico del soggetto e le varianti dei caratteri morfologici da quelli dell'uomo medio ideale, ma anche i vari atteggiamenti funzionali dei singoli apparati, il muscolare, il circolatorio, il respiratorio, il nervoso, ecc. E così pure le qualità psichiche, siano esse morali che intellettuali. Per il laureato in scienze motorie trattando organismi nella loro fase di crescita, è necessario conoscere tutte quelle varianti individuali in rapporto all’età e all’ accrescimento. Per ciò che riguarda l'educazione fisica, è evidente che questa deve tendere allo sviluppo armonico di tutte le qualità fisiche del soggetto, nei loro attributi morfologici e funzionali, senza squilibri e sperequazioni che siano fonti di disarmonia e di veri fatti patologici. Possiamo dire che idealmente l'educazione fisica deve tendere a portare la costituzione individuale verso la sua media normale, che è la vera robustezza, attenuando quanto più e possibile le varianti individuali in più e in meno. CONCETTO DI NORMA La norma in senso medico comprende tutto ciò che non sconfina nella patologia, cioè tutti quei caratteri che, pur presentando delle variazioni individuali, devono essere considerati ancora fisiologici, perchè queste variazioni non sono qualitative, ma soltanto quantitative e mantenute entro certi limiti. La norma in senso statistico è la media di densità, cioè il valore più frequente ad incontrarsi in un gruppo di individui presi in esame. Corrisponde alla ordinata massima, sebbene in pratica, sia necessario darle una certa estensione intorno a questa. Norma, moda, valore di densità massima e media seriale, rappresentano la stessa cosa. Nella curva seriale (a forma di campana) della statura, l’apice corrisponde all’ordinata più alta che si trova al centro (la cui altezza è proporzionata alla percentuale dei soggetti che presentano quella statura media - considerata come normale, per poi tendere a decrescere a sinistra dove ci sono i valori inferiori alla norma (valori negativi) a destra ci sono i valori superiori alla norma (valori positivi). In antropometria, è di particolar importanza, la legge delle cause accidentali: quando un osservatore esegue delle misurazioni va incontro fatalmente a degli errori (imputabili al metodo stesso di misurazione, agli strumenti usati, alle modalità della misurazione ed alle imperfezioni dei mezzi percettivi di valutazione del misuratore). Se riportiamo graficamente molte misurazioni prese sulla stessa entità in esame, questi errori obiettivi e subiettivi di misurazione portano alla costruzione di una curva identica a quella ora descritta, appunto perchè gli errori saranno tanto più numerosi quanto più vicini alla media e quindi più piccoli, tanto meno numerosi quanto più lontani dalla media e quindi più vistosi. Il concetto di uomo medio, espresso da Quetelet (studioso di statistica belga) nel 1835, è stato ripreso da Viola che lo ha posto alla base del suo metodo costituzionalistico. Tale metodo, per misurare la grandezza delle variazioni dalla norma dei valori anatomo-funzionali degli individui, riferisce questi ultimi a quelli di un individuo ideale il quale possegga tutti gli attributi medio-normali correlati tra loro in modo perfetto. Viola volle vedere se, in un dato gruppo etnico, la media di densità di una misura composta (ad esempio la statura) coincidesse con la somma delle medie dei singoli segmenti che concorrevano a formare la misura composta presa in esame. La coincidenza risultò esatta fino al millimetro. La bellezza del corpo umano, l'euritmia anatomica, coincide perfettamente con la media sistematica dell'uomo medio. Marifras PUNTI DI REPERE PER IL RILIEVO DELLE MISURE FONDAMENTALI  PUNTO GIUGULARE: margine superiore dello sterno o manubrio sternale  PUNTO STERNO-XIFOIDEO (sinfisi dello sterno con l'appendice xifoidea, sulla linea mediana)  PUNTO EPIGASTRICO (della linea mediana anteriore addominale con la linea orizzontale, tracciata a livello del margine inferiore della decima costola)  PUNTO PUBICO (margine superiore o anteriore della sinfisi pubica sulla linea mediana)  PUNTO ACROMIALE (margine esterno dell'apofisi acromiale destra)  LINEA ARTICOLARE DEL POLSO DESTRO sul lato dorsale  PUNTO MALLEOLO- TIBIALE (malleolo interno destro)  PUNTO DELLA SIAS Marifras sull’evoluzione della statura delle popolazioni sono numerosissimi. Una delle ragioni di questa fortuna è data dalla stretta relazione che esiste tra statura, standard di vita e sviluppo economico. I primi studi longitudinali sulla statura, che risalgono al XVIII secolo, avevano messo in evidenza che la crescita di un individuo non segue un andamento lineare: a certe età si cresce più rapidamente che in altre. Attualmente, uno dei più consolidati modelli di sviluppo presenti in letteratura articola la crescita di un individuo in cinque fasi. Nella prima, che va dalla nascita fino al compimento del terzo anno di età, la crescita, molto veloce all’inizio, rallenta notevolmente con il trascorrere del tempo; nella seconda, che va dai tre ai sette anni, si riscontra una bassa velocità di incremento, con una piccola accelerazione verso la fine del periodo; nella successiva fase ‘giovanile’ la crescita rallenta ancora e raggiunge i suoi livelli più bassi; con l’ingresso nell’età adolescenziale si registra, invece, la massima accelerazione dello sviluppo, che culmina all’incirca verso i 12 anni tra le femmine e i 14 anni tra i maschi; la fine della crescita coincide con l’ingresso nell’età adulta: la quinta ed ultima fase12. Oggi, nei paesi sviluppati, l’arresto della crescita si attesta tra i 17 anni nelle donne e i 18 negli uomini. • J.M. TANNER, Fetus into Man. Physical Growth from Conception to Maturity, Cambridge Ma, Harvard University Press, 1989 • J.M. TANNER, R.H. WHITEHOUSE, M. TAKAISHI, Standards from birth to maturity for height, weight, heightvelocity and weight velocity: British children 1965, «Archives of Disease in Childhood», 41 (1966) 454-471 e613-635. Causa di rivedibilità poteva essere una malattia, uno stato temporaneo di infermità, una statura non lontana (per difetto) dai 156 cm, che era quella minima richiesta per accedere al servizio militare. Sappiamo che la statura di un individuo è soggetta a dei piccoli cambiamenti giornalieri. Essa è massima dopo il riposo notturno, quando una persona ha trascorso diverse ore consecutive sdraiato, mentre è minima la sera, dopo che ha passato numerose ore in posizione eretta, questo perché la forza di gravità comprime e quindi riduce gli anelli tra le vertebre. STATURA e SPORT Marifras AUXOLOGIA Il termine "auxologia" è stato proposto dallo scienziato francese Godin all'inizio del xx secolo; esso rappresenta, con una sola parola, il complesso degli studi condotti per scoprire e descrivere le modalità con cui crescono i bambini e gli adolescenti, sia in condizioni di perfetta normalità, sia in condizioni patologiche (malattie congenite o acquisite), sia in ambiente ostile quali le condizioni socio-economiche sfavorevoli. L'auxologia interessa tutti coloro che a qualsiasi titolo professionale si occupano di infanzia e adolescenza, in particolar modo ai pediatri, endocrinologi, medici di famiglia, ginecologi dell'infanzia e adolescenza, psicologi, antropologi, insegnanti, fisioterapisti e scienze della formazione. L’accrescimento durante la vita intrauterina ha tre fasi (fasi della crescita): 1. FASE DELLO ZIGOTE 2. FASE EMBRIONALE > dalla seconda settimana alla fine del secondo mese 3. FASE FETALE > che dura sette mesi Nell’accrescimento durante la vita EXTRAUTERINA secondo PENDE si distinguono 9 PERIODI: 1. PERIODO NEONATALE: comprende i primi 15-16 giorni di vita sperequazione tra l'enorme sviluppo delle cavità splancniche e gli arti; 2. DELL'ALLATTAMENTO E DEL PRIMO ANNO DI VITA; 3. DEL PRIMO RIEMPIMENTO o TURGOR PRIMUS: va dal principio del secondo anno fino ai tre anni; 4. DEL PRIMO ALLUNGAMENTO PREVALENTE o PROCERITAS PRIMA o PICCOLA PUBERTA' di PENDE: va dal secondo semestre del quarto anno al settimo anno compreso, sia nei maschi che nelle femmine. Specie nel sesto e nel settimo anno, interviene un forte allungamento; il settimo anno è quello nel quale la morfologia del corpo assume in genere le proporzioni di longitipia, superiore a quella, notevole, che vedremo verificarsi nel dodicesimo anno. Secondo Godin, a questa età, la linea generale del corpo, corrisponde a quella che sarà la linea dell'adulto. Cominciano a delinearsi i caratteri sessuali secondari e la psicosessualità in questa età si possono cominciare ad osservare casi con ritardi ed arresti dello sviluppo sessuale (di più facile diagnosi nei maschi – tipo una incompleta discesa dei testicoli). 5. DI ACCELERATA CRESCITA PONDERALE o TURGOR SECUNDUS: va dal 9° all'11° anno nei maschi, dal 9° al 10° anno nella femmina caratteristica morfologica ne è il riempimento corporeo che precede la crisi di allungamento prepubere e che raggiunge il massimo alla fine del periodo. L'11° anno è l'anno dell'aumento brusco e notevolissimo della forza muscolare, specie degli arti inferiori, il cui valore dinamometrico dai dieci agli undici anni si raddoppia. 6. PREPUBERTA' o PERIODO DEL SECONDO ALLUNGAMENTO PREVALENTE DEL CORPO o PROCERITAS SECUNDA: comprende il 12° ed il 13° anno nel maschio, l'11° e 12° nella femmina. E' questo un periodo di accelerata crescita non solo della statura ma anche del peso. Sebbene prevalga l'accrescimento staturale. L'allungamento è di impronta meno longitipica di quella che si era verificata nel settimo anno. In questo periodo, in armonia con la statura ed il peso, si sviluppano il perimetro toracico e gli arti, specie gli inferiori. Nella donna cresce il diametro bitrocanterico e l'accumulo di grasso all'addome, alle natiche, alle cosce, comincia lo sviluppo dei seni e dei peli del pube. Nel maschio inizia il cambiamento della voce e compaiono i primi peli al pube. 7. PUBERTA' PROPRIAMENTE DETTA TURGOR TERTIUS: inizia nella donna con la comparsa della prima mestruazione e nel maschio con la comparsa della prima polluzione, evento che si verifica, in media, un anno prima nei climi caldi, uno o due anni dopo nei climi nordici. Marifras Nella donna si estende dal 13° al 15° anno, nell'uomo dal 14°-15° al 17° e mezzo; pertanto nella donna il periodo pubere finisce due anni prima che nell'uomo. Questa fase è anche detta periodo del terzo riempimento (turgor tertius) per l'accrescimento della massa corporea (dovuta soprattutto all'aumento delle masse muscolari e all'allargamento del torace e dell’addome) che predomina sul pur considerevole aumento di statura. 8. EPOCA POSTPUBERTARIA o INTER-NUBILO-PUBERTARIA DEL GODIN: questo periodo, va dai quindici anni e mezzo ai diciotto e mezzo nella donna dai 17 anni e mezzo ai ventuno nell'uomo. 9. ULTIMA CRESCITA PREVALENTE IN LARGHEZZA O "TURGOR QUARTUS”: dai 28 ai 35 anni nella donna dai 40 ai 45 nell'uomo. ETA’ OSSEA Alla nascita le strutture scheletriche sono prevalentemente costituite da tessuto cartilagineo, successivamente, e in tempi diversi per ciascun segmento scheletrico, compaiono, in ciascun osso, uno o più nuclei di ossificazione che via via si ingrandiscono sino a sostituire completamente il tessuto cartilagineo, conferendo all'osso in questione il tipico aspetto dell'osso adulto. Lo stato di maturazione scheletrica è un ottimo indice della maturazione biologica. Si comprende quindi la sua importanza in auxologia in quanto consente di valutare con buona approssimazione, da sola prima e con l'ausilio del grado di sviluppo dei caratteri sessuali poi, il grado di maturazione biologica dell'individuo. L‘età ossea di un soggetto corrisponde all'età cronologica che quel soggetto avrebbe avuto se il suo grado di maturazione scheletrica fosse stato nella media. Quindi se un bambino ha un’età ossea corrispondente a quella cronologica la sua maturazione scheletrica è nella norma, se l’età ossea è inferiore o superiore a quella cronologica avrà un grado di maturazione scheletrica rispettivamente in ritardo o in anticipo sempre rispetto alla media. Dato l’elevato grado di correlazione tra grado di maturazione ossea e sviluppo somatico generale (crescita staturale, maturazione dei vari organi e dei caratteri sessuali secondari), l’età ossea è diventata sinonimo di età auxologica. L’età biologica viene valutata attraverso la radiografia del polso e della mano sinistra. Il metodo riconosciuto internazionalmente è quello di Greulich e Pyle. L’atlante di Greulich e Pyle comprende una serie di radiogrammi polso- mano ordinati per età e sesso, ottenuti dalle radiografie di 1000 bambini. I radiogrammi sono stati ordinati in maniera crescente di maturaizone scheletrica. Il modello più rappresentativo di una determinata età è stato scelto per illustrare l’atlante. La lettura dell’età ossea viene effettuata confrontando la radiografia polso-mano del soggetto in esame con lo standard dell’atlante, che corrisponde all’età cronologica e al sesso del soggetto cui essa appartiene. Si continua confrontando gli standard immediatamente successivi o precedenti che corrispondono ad un’età maggiore o minore, fino a trovare il radiogramma che più sembra coincidere. La valutazione dell’età ossea va effettuata in tutte quelle condizioni che provocano un ritardo di crescita e di sviluppo o che al contrario ne provocano un’accelerazione. L’età ossea è decisamente ritardata nei deficit ormonali, quali l’ipotiroidismo e il deficit di ormone della crescita, risulta avanzata nelle precocità sessuali, nell’ipertiroidismo e spesso nell’obesità. E’ un esame fondamentale per valutare l’evolutività di una curva scoliotica in rapporto all’accrescimento. Per quanto riguarda lo sviluppo osseo è importante mettere in evidenza non solo l'epoca di comparsa e quella di fusione dei vari centri di ossificazione epifisari, ma anche lo sviluppo, l'evoluzione e la saldatura delle cartilagini di coniugazione, poste tra epifisi e diafisi e deputate all'accrescimento dell'osso in lunghezza. A riguardo dell‘ età ossea (EO) è da sottolineare che i soggetti adulti, pur presentando molte differenze dal punto di vista Marifras ALTERAZIONI DELLA POSTURA SAGITTALE Nel corso dell’evoluzione umana a partire dai pre-uomini, il passaggio dalla posizione quadrupedica alla stazione eretta ha causato dapprima il raddrizzamento e successivamente l’inversione della curva lombare, inizialmente a concavità anteriore. L’angolo di raddrizzamento del tronco non è completamente “assorbito” dalla retroversione pelvica, residua così in certo angolo che viene annullato dalla curva del rachide lombare. Si instaura così la lordosi lombare con concavità posteriore. Nel corso dello sviluppo individuale si osserva un’eguale evoluzione del rachide lombare: A. Ad un giorno di età la colonna a livello lombare è concava anteriormente; B. A 5 mesi la curva è sempre lievemente a concavità anteriore; C. A 15 mesi il rachide diviene rettilineo; D. Dai 3 anni in poi compare una leggera lordosi lombare; E. La lordosi lombare si accentua attorno agli 8 anni; F. La lordosi lombare assume la sua forma definitiva a 10 anni. Per contro, per un meccanismo di riequilibrio si forma la seconda curva di compenso a convessità posteriore che interessa il tratto dorsale. L’evoluzione dell’individuo è quindi parallela a quella della specie. Nella stazione eretta “la stabilità” del rachide secondo Boccardi è minacciata da una sola forza: la forza di gravità. Non è difficile rendersi conto della precarietà dell’equilibrio di una colonna i cui segmenti non sono esattamente sovrapposti uno sull’altro, ma angolati; che appoggia su una base inclinata, cioè il sacro; che reca al suo estremo superiore una massa pesante, la testa e al centro la gabbia toracica. Nonostante tutto ciò, l’equilibrio viene mantenuto con il minimo sforzo assicurato dall’elasticità dei legamenti e dall’apparato mio-fasciale. La variabilità individuale sembra essere il motivo dominante di tutta la mofofisiologia del rachide. Essa è la somma di variabilità anatomica e variabilità funzionale. Variabilità anatomica:  Numero delle vertebre (le sacrali possono essere 4 o 5)  Forma delle vertebre  Disposizione delle articolazioni  Ampiezza della mobilità passiva Variabilità funzionale: dipende dagli schemi posturali e dagli schemi di movimento. Sono schemi che trovano una giustificazione profonda in modelli ancestrali, in formule ereditarie e in adattamenti acquisiti. Principali muscoli estensori del rachide: erettore spinale, lunghissimo, ileo-costale, semispinale, multifido, quadrato dei lombi. Debolezza degli estensori può provocare atteggiamenti cifotici, cifosi, ipercifosi, crolli vertebrali. La curva cervicale si può rettificare in condizioni muscolo tensive; è un evento comune in seguito a colpo di frusta. Nelle ipercifosi invece si perdono i normali rapporti di altezza nel disco. Marifras ESAME DELLA MECCANICA DELLA COLONNA  Movimenti di flesso-estensione -> Massima possibilità a livello cervicale; limitazione maggiore a livello toracico (per la presenza della cassa toracica); maggiore flessione nel tratto lombare (dove si scaricano tutte le forze e quindi sono più comuni le discopatie).  Movimenti laterali -> Sono ampi fino a C7, minori nel tratto dorsale, aumentano nel tratto lombare Le fisiologiche curvature del rachide possono risultare:  Esageratamente aumentate: IPERCIFOSI TORACICA O DORSO CURVO, IPERLORDOSI LOMBARE  Diminuite: DORSO PIATTO (Soprattutto in chi porta il corsetto), DORSO CAVO, IPOLORDOSI, CIFOSI LOMBARE  Alterate nella loro distribuzione: CIFOSI DEL PASSAGGIO DORSO-LOMBARE, CIFOSI CERVICO-DORSALE CIFOSI Nella posizione seduta la cifosi dorsale può coinvolgere il tratto lombare LORDOSI Addominali ipotonici, base sacrale inclinata Le curve funzionali del tutto correggibili in età prepubere e adolescenziale, per la loro minore importanza clinica (dorso curvo o cifosi posturale, iperlordosi lombare posturale) si distinguono dalle curve strutturate anche se potenzialmente possono andare incontro a strutturazione. Non va sottovalutato il disagio psicologico, l’immagine del proprio corpo e la stima di sé conseguente alla deformità toracica. ABITUS ASTENICO In ordine raffigurate: I. Postura abituale II. Correzione attiva III. Seduta abituale IV. Seduta corretta V. Flessione normale Per DISMORFISMI o deformità sagittali del rachide si intendono le sue patologiche deviazioni posteriori (cifosi) o anteriori (lordosi), in varia misura IRRIDUCIBILI, conseguenti ad alterazioni strutturali disco-legamentose ed ossee vertebrali a varia eziologia. CIFOSI Marifras Definizione: curva a concavità anteriore della colonna sul piano sagittale la cui angolazione è compresa fra la tangente il piatto superiore di T3 o T4 e la tangente al piatto inferiore di T12 o L2. Normalità delle curve sul piano sagittale:  Curve insufficienti 18° (5%)  Curve normali 36° +- 9° (32%)  Curve accentuate 45° (32%)  Curve eccessive 54° (5%) La distribuzione delle curve ha un andamento gaussiano. IPERCIFOSI POSTURALE Il dorso curvo posturale consiste in un aumento della cifosi dorsale generalmente accompagnato da un’accentuata lordosi lombare. Talvolta la cifosi può essere anche molto marcata, ma rimane comunque clinicamente discretamente mobile, facilmente e volontariamente correggibile. Secondo Hanberg gli atteggiamenti cifotici dell’età giovanile sarebbero da attribuirsi in prevalenza ad una ipotonia dei muscoli erettori del tronco, cui consegue un’accentuazione della curva fisiologica. Alla componente muscolare si sovrappone una importante difficoltà neuromotoria di controllo posturale e molto spesso un atteggiamento psicologico di introversione (ad esempio alcune adolescenti assumono postura cifotica alla comparsa del seno per disagio psicologico). Radiograficamente i corpi vertebrali hanno contorni di normali dimensioni e non vi sono segni né di cuneizzazione né di irregolarità delle limitanti. Sono generalmente curve ben correggibili ma potenzialmente possono andare incontro a strutturazione con conseguente rigidità. È possibile che un grave dorso curvo posturale dell’età giovanile possa in età adolescenziale divenire un MORBO DI SCHEUERMANN (con cuneizzazione vertebrale). Spesso alla verifica a posteriori si possono nelle radiografie precedenti notare alterazioni molto lievi della forma vertebrale. Nell’atteggiamento i piatti vertebrali sono paralleli, invece nella cifosi sono cuneizzati. Esiste un coefficiente di riduzione della curva (differenza della curva in posizione eretta e in decubito): se tale coefficiente è alto, allora il soggetto è plastico. OSTEOCONDROSI Il termine osteocondrosi indica un gruppo di affezioni di interesse ortopedico caratterizzate da un’alterazione degenerativo-necrotica di nuclei di ossificazione epifisari o apofisari in accrescimento. La patologia colpisce durante il periodo di maggiore attività osteogenetica dell’adolescente. Pur rimanendo ancora oscura la precisa causa del processo di necrosi ossea asettica, si ammette per la teoria vascolare, una turba nella nutrizione del nucleo di ossificazione a causa di un disturbo vascolare (spasmi vascolari, occlusioni vasali, minor apporto ematico…). Il deficit vascolare determina una necrosi cellulare più o meno diffusa nel nucleo, costituito da una parte centrale ossea e da un mantello periferico cartilagineo. La conseguente diminuzione delle resistenze meccaniche del nucleo predispone alla sua stessa deformazione per azione del carico e dell’azione traente delle inserzioni muscolari. Tutte le osteocondrosi possiedono un decorso relativamente benigno e lento, nel quale il processo necrotico regredisce spontaneamente per far posto ad una successiva riparazione e definitiva ossificazione del nucleo, con o senza alterazioni morfo-anatomiche. IPERCIFOSI DA MORBO DI SCHEUERMANN La cifosi toracica (dorso curvo) adolescenziale (giovanile) di Scheuermann è la forma più frequente di ipercifosi, avendo un’incidenza media stimata dall’1% all’8% della popolazione. È fondamentalmente causata da un minore accrescimento in altezza nella parte anteriore dei corpi vertebrali. Marifras È importante utilizzare schede per la raccolta di dati clinici e strumentali, indispensabile per i controlli successivi. Si raccomanda una valutazione periodica semestrale. ANAMNESI. L’ortopedico raccoglie le notizie circa l’anamnesi familiare, fisiologica e patologica remota. Determinante è indagare sui dolori vertebrali, anche saltuari o lievi, che spesso si associano al morbo di Scheuermann. ESAME OBIETTIVO. Comprende una serie di dati comuni a quelli raccolti per il paziente con scoliosi idiopatica. I punti essenziali includono in questo caso però la determinazione dell’assetto sagittale del rachide con la raccolta di alcuni parametri numerici che risultano poi essenziali nel monitoraggio dell’alterazione. VALUTAZIONE IN ORTOSTASI Osservando il paziente lateralmente è possibile valutare la presenza di: Spalle addotte e anteriorizzate: è un difetto che quasi sempre accompagna il dorso curvo, cui è strettamente legato. Il moncone della spalla, abbandonata la sua posizione normale (la distanza biacromiale misurata anteriormente dovrebbe essere inferiore a quella posteriore di circa 5cm) si sposta in avanti, in adduzione rispetto al torace, concorrendo alla formazione di un dorso curvo. Anteposizione o retroposizione del tronco e del capo. Antiversione o retroversione del bacino. Determinante è inoltre verificare se la cifosi si prolunga nella zona lombare, se ci sono punti di incremento della flessione anteriore, se risultano zone in cui le spinose sono più prominenti posteriormente e se questi punti sono localizzati all’apice della cifosi o meno. In caso di cifosi dorso-lombare spesso si osservano caratteristici ispessimenti della pelle in corrispondenza delle spinose lombari sporgenti, provocate dalla compressione dei tessuti tra l’osso e la superficie rigida delle sedie durante la postura seduta prolungata nella quale il paziente tende a ricreare la postura scorretta. Si pone poi l’attenzione anche su altre deformità toraciche: difetti costali, sternali, presenza di pectus excavatum (vedi figura) o carenatum. Soprattutto in questi casi è fondamentale la ginnastica respiratoria. Valutando posteriormente il paziente si possono quindi notare la simmetria o asimmetria di spalle, scapole e triangoli della taglia. Il podoscopio fornisce infine informazioni sul tipo di appoggio plantare e di carico degli arti inferiori. Si procede poi a valutare, con il paziente in carico, l’eventuale presenza di eterometria degli arti inferiori ponendo i pollici dell’esaminatore su SIAS, SIPS ed ali iliache e valutando la simmetria in altezza. In seguito si eseguono le misurazioni dell’assetto sagittale del rachide; la misurazione più comune è quella fatta con il filo a piombo. La misurazione delle frecce (distanze) sul piano sagittale si ottiene misurando con il regolo graduato la distanza in millimetri tra le apofisi spinose di C7, T12, L3, ed il filo a piombo tangente all’apice della cifosi. Con il medesimo filo a piombo si può quindi esaminare l’eventuale presenza di uno strapiombo sul piano frontale: si misura in millimetri la distanza da C7 del filo a piombo fatto passare per le pliche interglutee. VALUTAZIONE IN FLESSIONE ANTERIORE Marifras Per valutare l’eventuale presenza di patologie scoliotiche associate all’ipercifosi è necessaria una valutazione dei gibbi scoliotici: facendo flettere anteriormente il busto del paziente, con il capo chino, le braccia rilassate e gli arti inferiori estesi (test di Adams), si evidenziano i gibbi che si devono misurare nel punto in cui c’è il maggior dislivello tra i due lati. Si usa la riga o livella. Se sono presenti curve scoliotiche associate è importante valutare poi anche l’eventuale rigidità di tali curve. VALUTAZIONE IN POSIZIONE SUPINA In questa posizione si valutano alcuni gruppi muscolari chiave nel determinare una possibile alterazione sagittale dei cingoli. Si procede facendo stendere il paziente sul lettino supino e si valuta l’elasticità dei muscoli ischiocrurali: si flette passivamente l’anca del paziente mantenendo il ginocchio esteso. Nel soggetto normale si dovrebbero raggiungere almeno i 90° di flessione dell’anca; in caso contrario c’è una retrazione dei muscoli ischiocrurali. L’elasticità degli ischiocrurali può essere testata anche con l’indice dito- suolo: in cindizione di massima flessione anteriore del tronco ad arti estesi si misura la distanza tra il suolo e le punte delle dita. Si effettua poi un test generale per l’articolazione scapolo-omerale che in età evolutiva, data la marcata mobilità articolare, si presta molto bene anche a valutare l’elasticità dei muscoli pettorali: si flettono le spalle del paziente fino a fargli toccare la superficie del lettino, vicino alle orecchie, e si valuta la distanza in gradi tra l’omero e il piano del lettino e/o la resistenza muscolare a raggiungere tale posizione. VALUTAZIONE IN POSIZIONE PRONA Determinante è la valutazione della rigidità del rachide in quanto consente di determinare la gravità della patologia e di decidere se è procrastinabile un intervento terapeutico più invasivo. Test: in posizione prona si invita il paziente ad iperestendere il rachide sostenendosi sulle braccia con il bacino appoggiato sul lettino. Un soggetto pre-pubere e senza rigidità mostra una inversione totale della curvatura con una lordosi toracica. Quando il rachide comincia ad irrigidirsi questa inversione non è più possibile e, nei casi di rigidità più marcata, permane la cifosi totalmente invariata. Si possono infine con questo test notare anche aree di rigidità localizzate. Si deve SEMPRE CHIEDERE SE TUTTI I MOVIMENTI EFFETTUATI EVOCANO DOLORE; se è presente un dolore localizzato si procede alla palpazione della zona dolente (muscoli paravertebrali, apofisi spinose, ecc…). Marifras VALUTAZIONE RADIOLOGICA L’esame radiografico principe per lo studio dell’ipercifosi è la radiografia laterale in ortostasi ed in telemetria a due metri di distanza dal rachide con le braccia flesse a 45° e le mani poggiate su un supporto. Il paziente deve tenere la testa dritta. Se al test di Adams si verifica la presenza di una scoliosi significativa, è importante associare una proiezione antero-posteriore. MISURAZIONE DEI VALORI ANGOLARI: si calcola poi il grado di cifosi e lordosi con il metodo di Cobb: il valore della curva risulta dalla misurazione dell’angolo compreso fra la perpendicolare al piatto superiore della vertebra più inclinata superiore e la perpendicolare al piatto della vertebra più inclinata inferiore. Si noti però che mentre la vertebra limite inferiore per la lordosi è sempre L5 (o la mensola sacrale S1, con altro metodo), per la cifosi la determinazione della vertebra limite superiore è spesso condizionata dalla qualità della radiografia e oer l’inferiore non sempre la vertebra più inclinata è D12: a volte in presenza di cifosi del passaggio dorso lombare può essere L1, L2 o L3, oppure in presenza di una lordosi estesa può essere D11, D10 o anche D9. Alla valutazione radiologica in stazione eretta, la fisiologica cifosi toracica in età evolutiva è compresa tra i 25° e i 45°Cobb. Al di sotto dei 20°-25° si definisce dorso piatto. Al di sopra dei 45°-50° si definisce ipercifosi toracica. La CUNEIZZAZIONE vertebrale può essere eventualmente calcolata segnando le linee parallele ai piatti terminali e misurando gli angoli così formati. I criteri radiografici più importanti per la diagnosi di malattia di Scheuermann sono:  Una vertebra cuneizzata di 5 o più gradi  Presenza di irregolarità dei piatti terminali  Un aumento oltre la norma del valore angolare della cifosi toracica (maggiore di 40°-45°)  Restringimento apparente dello spazio discale Altri esami diagnostici nelle cifosi di entità marcata: esami cardiaci e respiratori. Indicazioni al TRATTAMENTO ORTOPEDICO CONSERVATIVO:  Cifosi rigide  Cifosi dolorose  Cifosi evolutive  Cifosi >55° ZAINETTO SCOLASTICO Calliet afferma che i danni alla colonna lombo-sacral possono insorgere fondamentalmente in 3 diverse situazioni: - Sollecitazioni anormali su un rachide normale - Sollecitazioni normali su un rachide anormale - Sollecitazioni normali su un rachide impreparato a subirle Un peso adeguato applicato dall’alto per un certo periodo provoca una reazione di allungamento, vale a dire favorisce un potenziamento della muscolatura antigravitaria della colonna vertebrale. Un peso esagerato può essere superiore a questa forza di reazione. Un peso può diventare pericoloso anche se viene applicato troppo bruscamente. È molto comune notare all’uscita da scuola i ragazzi con zaini più o meno pesanti che corrono o saltano imponendo alle loro schiene dei pesi che si moltiplicano per effetto delle brusche accelerazioni e decelerazioni a cui vengono sottoposti. È consigliabile di non obbligare i ragazzi, costringendoli a portare il peso in maniera univoca con l’utilizzo di cinghie e/o zaini che impediscono la prima risposta fisiologica all’affaticamento: il cambio di postura, quindi per esempio il cambio di mano. Inoltre, lo schienale dello zaino non deve coprire più dei ¾ del dorso. Marifras corpi vertebrali, non è strutturata. Tale condizione, benigna, tende alla risoluzione spontanea durante l'accrescimento e non necessita di trattamenti particolari eccetto ginnastica adeguata e sport. Queste curve dette curve funzionali possono essere transitorie o discretamente persistenti senza che si verifichino alterazioni strutturali. SPERIMENTAZIONE Sono stati effettuati numerosi studi per identificare l'inizio dei processi della scoliosi. Parecchie forme di sperimentazione riproducono la deformazione scoliotica ma nessuna fornisce indicazioni sulle modificazioni primarie che danno origine alla malattia. Queste sperimentazioni sono di tre tipi: 1. Le prime si rivolgono alla crescita ossea, ai muscoli e ai legamenti. 2. Le seconde interessano i fattori metabolici e chimici. 3. Le ultime concernono il sistema nervoso centrale, il vestibolo e l'equilibrio ed i nervi periferici. DIAGNOSI La scoliosi prima dell’adolescenza è quasi sempre asintomatica. I segni che richiamano l’attenzione dei familiari di un bambino che presenta una scoliosi iniziale e che li spingono a consultare un medico sono: - IL DISLIVELLO DELLE SPALLE - LA MAGGIORE PROMINENZA DI UNA SCAPOLA - LA DIVERSA PROMINENZA DEI SENI NELLE BAMBINE - IL DISLIVELLO DELLE ANCHE. In passato, il sarto era quello che molto spesso si accorgeva della presenza di una scoliosi. ESAME L'esame obiettivo del rachide va condotto in ortostatismo valutando dapprima con un filo a piombo un eventuale squilibrio tra il tronco e la pelvi. Il filo a piombo va appoggiato a livello dell’apofisi della 7^ vertebra cervicale (prominente) per valutare il grado di compensazione tronco-pelvi. Il filo deve cadere nella piega interglutea. Per la valutazione del rachide cervicale il filo a piombo va appoggiato alla tuberosità occipitale.  Con il filo a piombo si esamina l’eventuale presenza di uno strapiombo sul piano frontale: si misura in millimetri la distanza da C7 del filo a piombo fatto passare per le pliche interglutee.  Valutazione dell’asimmetria dei fianchi e del bacino. L’ortopedico poggia i polpastrelli sulle SIPS.  Valutazione della eventuale asimmetria delle spalle (riferimento articolazioni acromion-claveari, facilmente identificabili sia anteriormente che posteriormente al paziente). RICERCA DEL GIBBO Si fa flettere in avanti il soggetto. In usa questa manovra viene affidata alle infermiere, nel programma di individuazione delle scoliosi. E’ possibile misurare la deformità con un apposito strumento, composto da una livella unita ad una scala graduata, che va appoggiata sul dorso del paziente, misurando con un lato sull'apice della prominenza del gibbo, la distanza in centimetri dall'emitorace controlaterale. Facendo flettere anteriormente il busto del paziente, con il capo chino, le braccia rilassate e gli arti inferiori estesi, (test di Adams o forward bending test), si evidenziano i gibbi che si devono misurare nel punto in cui c’è il maggior dislivello tra i due lati. Si usa riga o livella. Se sono presenti curve scoliotiche associate è importante valutare poi anche l’eventuale rigidità di tali curve. Marifras Questo test è fondamentale perchè permette di eseguire degli screening nella popolazione della scuola dell'obbligo, tra i 10 ed i 13 anni di età. Nel caso in cui fosse presente una deformità’ il piccolo paziente viene inviato presso una struttura ospedaliera dove verrà’ approfondita la diagnosi (studio radiologico) ed instaurato un corretto trattamento. VALUTAZIONE DELLA EVENTUALE RIGIDITÀ DEL RACHIDE NEL MOVIMENTO DI FLESSIONE ED ESTENSIONE DEL TRONCO e di INCLINAZIONE LATERALE. DISMETRIA DEGLI ARTI INFERIORI L'allineamento verticale del rachide è subordinato a quello orizzontale del bacino. In presenza di un'obliquità pelvica conseguente a dismetria degli arti inferiori, il rachide risulta deviato lateralmente rispetto alla linea d'appiombo e forma una curva la cui convessità è diretta verso l'arto più’ corto. Non sempre è una dismetria, ma è una rigidità del cingolo pelvico, il bacino ruota per problemi all’anca o problemi muscolari (ileo psoas). Sono utili esercizi di mobilizzazione delle anche e allungamento degli ischiocrurali. La lunghezza degli arti inferiori si effettua col soggetto adagiato su un lettino in posizione supina. Con il centimetro si misura la distanza tra i seguenti due punti di repere: spina iliaca anterosuperiore e malleoli mediali Il piede, per la complessità della sua struttura, può essere il responsabile di circa il 90% delle dismetrie, poiché una piccola difformità tra il piede dell’uno o dell’altro arto può variare più o meno considerevolmente la lunghezza dell’intera gamba. Conseguentemente avremo un’anomalia anche a livello pelvico. E’ opportuno anche valutare la conformazione globale del rachide ed il trofismo della muscolatura paravertebrale. RADIOLOGIA Con il valido ausilio della radiologia è possibile stabilire l'eziologia ed il tipo di deformità a cui fare fronte. La valutazione della radiografia deve porre l'attenzione del medico sulla sede, sulla gravità e sulla rigidità della curvatura scoliotica, sulla maturità ossea del soggetto, molto importante per stabilire un corretto percorso terapeutico. Le radiografie standard in ortostatismo del rachide (30 x 90 anteroposteriore e laterolaterale) sono la base di partenza per una valutazione. Schisi=alterazione nella saldatura dell’arco vertebrale (non si salda). LA MISURAZIONE DELL'ANGOLO DI UNA CURVA VIENE EFFETTUATA CON IL METODO DI COBB, CHE CONSISTE NEL TRACCIARE DELLE LINEE TANGENTI ALLE LIMITANTI SOMATICHE NELLA PROIEZIONE ANTEROPOSTERIORE. TRACCIATE LE PERPENDICOLARI A QUESTE ULTIME SI VA A MISURARE L'ANGOLO. Marifras Tracciare le perpendicolari non è altro che un artificio tecnico per risparmiare spazio, dato che lo stesso angolo risulterebbe prolungando le tangenti alle limitanti ma ad una distanza molto più elevata e quindi più scomoda. Coefficiente di riduzione: importante per valutare la plasticità della curva. Riduzione gradi dalla posizione in piedi alla posizione in decubito. È inutile esporre a troppe radiazioni sia in piedi che in decubito in un soggetto con lieve scoliosi o atteggiamento. RASTERSTEREOGRAFIA PER LA MISURA DELLA DEFORMITA’ SCOLIOTICA La riduzione dell’esposizione ai raggi x nella diagnosi e durante il follow-up è stata determinante e prevale tutt’ora. Le radiazioni ionizzanti non sono esenti da effetti collaterali (anche se le moderne apparecchiature hanno abbattuto drasticamente i rischi dell’esame). Grazie alla visione tridimensionale della scoliosi, è possibile visualizzare gli esiti positivi del trattamento. Viene usata la fotogrammetria ed il metodo delle triangolazioni. La correlazione tra i parametri relativi alla forma e all’angolo di cobb radiologico è scarsa. Per rasterstereografia conosciuta col termine Formetric si intende l’acquisizione di immagini del tronco del paziente grazie ad apparecchi che rilevano otticamente specifici punti e grazie ad una triangolazione algoritmica, viene ricostruita tridimensionalmente la sua superfice. La rotazione di una vertebra viene misurata seguendo una scala nota come indice di Nash e Moe sempre sulla radiografia in anteroposteriore si identificano le ombre dei peduncoli vertebrali che ci possono orientare, essendo dei reperi simmetrici, per determinare la rotazione. Altro metodo per valutare la rotazione vertebrale, è quello fatto in base alla posizione della spinosa (Cotrel). ETA’ OSSEA E’ molto importante stabilire l’età ossea del soggetto. METODI USATI: radiografia del polso, il radiogramma va confrontato con le immagini dell’apposito atlante (Greulich & Pile). Valutazione dell'ossificazione della cresta iliaca come descritto da Risser. Questa valutazione è molto importante per l'applicazione dei corsetti: le tabelle di trattamento e la conseguente efficacia dello stesso dipendono proprio dalla situazione di partenza dell'età ossea. Normalmente l'ossificazione inizia dalla spina iliaca anteriore superiore procedendo posteriormente fino alla spina iliaca posteriore superiore. Al termine della crescita si ha una fusione completa con l'ala iliaca. Per la classificazione Risser ha diviso la cresta iliaca in quattro quarti. I gradi sono così suddivisi:  1+ QUANDO L'OSSIFICAZIONE È INTORNO AL 25%  2+ QUANDO È INTORNO AL 50%  3+ INTORNO AL 75%  4+ PER UNA OSSIFICAZIONE COMPLETA DEL TRATTO Marifras CLASSIFICAZIONE SECONDO LA SEDE PONSETI: ha classificato le curve in queste percentuali: ♦ LOMBARI 24% - RAGAZZE 86% RAGAZZI 14% ♦ DORSALI 22% - RAGAZZE 71% RAGAZZI 29% ♦ COMBINATE 37% - RAGAZZE 92% RAGAZZI 8% ♦ DORSO-LOMBARI 16% - RAGAZZE 78% RAGAZZI 22% TRATTAMENTO Il trattamento si avvale di una diagnosi precoce, della correzione delle curve già esistenti, della prevenzione di un ulteriore aggravamento. Esso va scelto in base alla entità della deviazione angolare (gradi di Cobb): - I GRADO: MENO DI 20° (TRATTAMENTO FISICO E RIABILITAZIONE). - II GRADO: TRA 20°-40° (TRATTAMENTO ORTESICO E RIABILITAZIONE). - III GRADO: DA 45°-50° IN SU (TRATTAMENTO CHIRURGICO). Scoliosi di 50° nell’adulto potrebbe stabilizzarsi. Una >50° ha evoluzione e poi un lento aggravamento, con deformazioni importanti TRATTAMENTO CONSERVATIVO I trattamenti terapeutici usati sono diversi in funzione della entita’ delle deviazioni e delle scuole ortopediche seguite:  GINNASTICA PREVENTIVA: una adeguata Educazione Fisica scolastica con esercitazioni appropriate,  GINNASTICA COMPENSATIVA PROTOCOLLO CONSERVATIVO: Per protocollo conservativo si intende comunemente un programma integrato che prevede essenzialmente tre figure professionali: - Pediatra - Ortopedico - Educatore Fisico (Laureato in Scienze Motorie). Le metodiche di attività motorie adattative e compensative, pur con caratteristiche differenti, hanno come obiettivo la riduzione e/o il contenimento del danno. In ogni caso l’intento è di evitare o, quanto meno, ritardare il gesso o il tutore.  GINNASTICA PREVENTIVA: una adeguata Educazione Fisica scolastica con esercitazioni appropriate,  GINNASTICA COMPENSATIVA: presa di coscienza dell’alterato schema corporeo e i successivi interventi di educazione posturale e motoria. Marifras Scopo della ginnastica compensativa è aumentare il tono della muscolatura riequilibrare le asimmetrie globali corporee, mobilizzare le regioni vertebrali troppo rigide con particolare riguardo per la curva primaria, irrigidire le curve vertebrali mobili soprattutto le curve secondarie, trattare sempre le asimmetrie del bacino. La possibilità d'insorgenza di dolori dorsali e lombari è un'altra motivazione al trattamento chinesiologico della scoliosi. CONTROINDICAZIONI: Durante questo periodo è indispensabile che il ragazzo mantenga un costante controllo volontario del portamento e che eviti o riduca drasticamente le attività e gli sport mobilizzanti (nuoto, danza, ginnastica artistica, ecc.) e sport asimmetrici. Sono da sconsigliare gli sport molto mobilizzanti per la colonna o che la sollecitano troppo in carico o a vibrazioni. Se l’impegno è di tipo agonistico, il ragazzo dovrà incrementare l’attività motoria adattativa e compensativa. E’ ormai dimostrata l’inefficacia del nuoto ed anche del nuoto “preventivo” e “correttivo”, ancora oggi consigliato da molti medici per tutte le alterazioni e le patologie del rachide in età evolutiva. Nel caso di atteggiamenti curvi è addirittura controindicato, perché cifotizzante, come pure nelle scoliosi ortopediche, perché troppo mobilizzante. SCOLIOSI DE NOVO Per molti anni si è ritenuto che la scoliosi potesse iniziare esclusivamente durante l’età adolescenziale e non in età adulta. QUESTO DATO E’ STATO SMENTITO. La scoliosi “de novo” insorge in età adulta ed è dovuta a degenerazione discale, osteoporosi ed artrosi faccettaria. DOLOROSITA’: Il picco di dolore si raggiunge tra i 40 e i 60 anni. Soggetti con scoliosi superiori ai 45° Cobb. Le curve lombari sono primariamente correlate allo sviluppo di algie vertebrali. Lavori manuali e pesanti sono correlati con il dolore vertebrale ricorrente o cronico. METODICHE:  NIEDEROFFER  KLAPP  ISTITUTO ORTOPEDICO PINI  LIONESE  SEAS  SCHROTH  METODO DEGLI EQUILIBRI  METODO DELL’ILEO-PSOAS (specialmente nelle scoliosi del tratto lombare) E’ importante ricordare che l’azione meccanica di un singolo muscolo è un concetto teorico poiché nel movimento entrano in gioco le catene cinetiche, i fissatori, gli antagonisti e la componente posturale e che l’ubicazione della curva scoliotica o la precisione di esecuzione da parte del ragazzo possono rendere il nostro intervento più o meno produttivo. NIEDEROFFER: USA L’INTERVENTO DELLA MUSCOLATURA TRSVERSALE. Contrazioni isometriche dal braccio opposto alla convessità della curva. KLAPP • QUADRUPEDIA, altri esercizi sulle ginocchia. A seconda della posizione del rachide cifosi o lordosi si creano azioni correttive in vari segmenti del rachide • RACHIDE ORIZZONTALE: ELIMINA L’AZIONE NOCIVA DELLA GRAVITA’ • MOBILIZZA Marifras • MUSCOLI RILASSATI: MIGLIOR AZIONE CORRETTIVA • MAGGIOR ESPANSIONE GABBIA TORACICA • FLESSIONE LATERALE E ROTAZIONE DEI CORPI VERTEBRALI ISTITUTO ORTOPEDICO PINI Il movimento correttivo è in rapporto all’inclinazione della coscia. Prende spunto da klapp, ma evita lo scarico su alcune cerniere METODO LIONESE:  Ricostruzione d’un miglior schema corporeo  Correzione curve  Esercizi “assouplissants”: in rilasciamento  Esecizi generali METODO SEAS (SCIENTIFIC EXERCISES APPROACH TO SCOLIOSIS):  Autocorrezione  Miglior estetica  Qualita’ della vita  Minor disabilità  Benessere psicologico  Funzionalita’ respiratoria  Buona funzionalita’ vertebrale in eta’ adulta METODO DEGLI EQUILIBRI: Quando le informazioni ricevute dai recettori sono asimmetriche o patologiche, causano al sistema nervoso centrale, una reazione di adattamento, che provoca un nuovo aggiustamento posturale patologico, che l’organismo considererà come corretto. Esercizi eseguiti su appoggi instabili es pedane oscillanti in cui si cerca di portare il soggetto in disequilibrio in modo che vada a ricercare l’equilibrio e controllare lo schema corporeo. Neurofisiologia del sistema dell’equilibrio Questo complesso sistema di regolazione è rappresentato mediante un sistema a blocchi poli sensoriale, che raccoglie le informazioni, - Labirintica - Podalica - Visiva - Spinale Il funzionamento alterato di un blocco, o il collegamento tra due blocchi del sistema, provoca una alterazione della postura del rachide. Yamamoto e Yamada (1965) hanno osservato che il 79% di 150 pazienti affetti da scoliosi idiopatica, presentava disfunzioni dell’equilibrio. METODO DELL’ILEO-PSOAS: la maggior parte degli studiosi, ritiene che occorre lavorare dal lato della concavità (muscolo ileo-psoas maggiormente allungato) in contrazione concentrica e da quello della convessità (muscolo ileopsoas contratto) in distensione (stretching). METODO SCHROTH: Il fondamento del metodo Schroth sta nella respirazione in combinazione con il posizionamento posturale. La teoria è che se un paziente con scoliosi impara come posizionare il proprio corpo e controlla consapevolmente ciò che sarà in grado di correggere le deformità esistenti scompariranno (obiettabile). Sono stati pubblicati studi di casi che dimostrano l'efficacia di questo programma. I casi presentati sono stati di pazienti che avevano esercizi e sono stati controllati e istruiti nel corso di 4 a 6 settimane. Il metodo Schroth utilizza lo sforzo cosciente di auto correggersi, un'idea nobile e certamente che esiste da quasi 100 anni con un certo successo. Il paziente si allena 6 ore al giorno 7 giorni alla settimana per un anno assumendo posizioni correttive posturali abbinate ad esercizi di respirazione con miglioramenti bel visibili. Marifras - Integrazione neuromotoria Individuazione e mobilizzazione + apprendimento della postura corretta -> stabilizzazione -> rafforzamento muscolare e integrazione neuromotoria. Migliorare: forza e stabilità del tronco. ALCUNI ESEMPI DI ESERCIZI  SIDE SHIFT: traslazione del corpo verso la concavità della curva  HITC ECERCISE: per una curva lombare sx, sollevamento del tallone sx e inclinazione del busto  INSPIRAZIONE CORRETTIVA ROTAZIONALE. Mantenere la correzione in fase di espirazione. Il terapista spinge la mano sul gibbo in fase espiratoria. ESERCIZI PER L’EQUILIBRIO su pedane in appoggio monopodalico/ bipodalico/ sulle ginocchia, ecc… Marifras ALLENAMENTO L’attività sportiva è uno degli aspetti più importanti sul piano socio-economico. La parola “sport” deriva da “diporto”: una liberazione dall’effetto deprimente della società meccanicistica, è una spontanea difesa biologica, ha un spetto educativo al servizio della salute. In passato è stato utilizzato per la preparazione bellica. Ha un aspetto agonistico. La FISIOLOGIA SPORTIVA studia la valutazione della costituzione fisica e psichica di un soggetto e l’analisi dei movimenti. Nella pratica sportiva l’ambiente naturale è favorevole. L’ALLENAMENTO è un processo che porta l’organismo gradualmente ad un rendimento superiore a quello di partenza. L’etimologia della parola è “acquistar lena” (acquistare fiato). Le finalità dell’allenamento sono: ottenere il massimo rendimento con il minimo sforzo e la ripetizione periodica di un lavoro al fine di ritardare la fatica. Esistono due direttrici dell’allenamento: - L’allenamento basale sviluppa progressivamente l’efficienza fisica, cioè la quantità di lavoro muscolare che il soggetto è capace di svolgere senza far insorgere la fatica. - L’allenamento specifico invece ha come scopo il perfezionamento della tecnica, a scapito della gradualità: accelerare i tempi può creare problematiche. ORGANIZZAZIONE DI UNA SEDUTA DI ALLENAMENTO Pianificazione  Struttura della seduta di allenamento  Scelta del tipo di allenamento  Metodologia didattica (utilizzare termini semplici per spiegare l’esercizio)  Dosaggio dei carichi di lavoro  Ricerca del rapporto ottimale tra i vari fattori di allenamento Struttura generale 1. Fase preparatoria o introduttiva (per preparare gli allievi fisiologicamente e psicologicamente a svolgere i compiti previsti) a. Generale b. Specifica In questa fase si può utilizzare il gioco a scopo di riscaldamento 2. Fase centrale (compiti che costituiscono gli obiettivi dell’allenamento) a. Esercizi tecnici e tattici b. Esercizi di sviluppo condizionale c. Analisi delle situazioni agonistiche 3. Fase conclusiva o di chiusura a. Processo di recupero b. Esercizi di distensione e rilassamento -> riportare l’organismo allo stato normale STRUTTURA DI TIPO SPECIFICO Insegnamento della tecnica:  Strutturazione delle abilità di base  Strutturazione delle abilità strutturali  Perfezionamento dell’esecuzione tecnica (tramite la ripetizione del gesto)  Consolidamento della tecnica Ogni singola abilità non può essere considerata come la somma di singole microfasi di uguale importanza. All’interno di ogni movimento occorre definire delle gerarchie delle fasi che lo compongono allo scopo di permettere la definizione di una corretta sequenza didattica. Marifras Indicazioni didattiche La quantità deve essere limitata alle reali capacità di attenzione ed elaborazione. Dare input precisi e netti. Privilegiare le informazioni visive all’inizio dell’apprendimento. Fare una dimostrazione il più coerente possibile con la velocità di esecuzione reale. Dare informazioni verbali limitate all’essenziale. Dare informazioni cinestesiche con espedienti didattici (fase iniziale) Man mano arricchire di dettagli le informazioni. ERRORE Viene definito errore, in termini generali, la deviazione da una regola, lo scostamento dalle verità; è un atto generalmente involontario. L’ ERRORE TECNICO si può definire come “ogni deviazione o differenza rispetto al modello o alle indicazioni da seguire, tali da ridurre il rendimento di un gesto tecnico sportivo” Origini dell’errore:  mancanza di qualità fisiche  carenza o difetto percettivo (es. nell’identificazione delle traiettorie nei lanci)  fattori psico-sociali, paura del ridicolo  mancanza/ carenza della comunicazione  stato emotivo (scarsa/ eccessiva motivazione o paura)  inadeguatezza del compito (errori di sottovalutazione o sopravvalutazione)  inadeguatezza dello stato attuale dell’allievo (es. affaticato) TIPI DI CORREZIONE Correzione diretta: gli errori compiuti vengono mostrati e spiegati immediatamente e vengono dati i consigli e le istruzioni necessarie su come di deve cambiare l’esecuzione nella successiva ripetizione dell’esercizio. Correzione indiretta: con mezzi esterni (ad esempio segni sulle pedane) per portare (quasi costringere) il soggetto a correggere l’errore. Oppure modificazioni delle resistenze. Oppure indicazioni sensoriali (ottiche o acustiche). PRINCIPI PER LA CORREZIONE  correggere un errore per volta  dare priorità agli errori principali e poi agli altri  scegliere forme di correzione efficaci e razionali  far andare di pari passo rinforzo e correzione  consolidare la correzione riuscita Iperallenamento. È tra le maggiori cause di traumatologia sportiva (es. encefalopatia traumatica nei pugili). Campione= individuo in cui fattori genetici ereditari insieme a quelli epigenetici acquisiti generano un somatotipo con caratteri ergotipici e psicotipici ben differenti. Nello sport si parla di condizione= stato dell’individuo in equilibrio fisiologico perfetto rispetto ad un’attività fisica determinata. Fatica= meccanismo di difesa che indica che è stato raggiunto il limite fisiologico per l’organismo. Forma= apogeo (massimo) del rendimento di un soggetto in un determinato sport. La forma comprende sia il fattore fisico che quello psichico. All’atleta serve uno stato di grazia per dare il meglio. Classe= insieme di caratteri fisici e psichici costituzionali che rendono il soggetto idoneo ad un determinato sport. Stile= impronta personale o di scuola che un atleta dà alla sua azione, perché essa risulti rapida, precisa, armoniosa. Fattori fisiologici dell’allenamento: Fattore muscolare, cardiocircolatorio, respiratorio, nervoso, emuntorio, endocrino. Marifras Esempio relativo ad esercitazioni con carichi: problematiche che si possono sviluppare nelle parti anteriori dei corpi vertebrali OSTEOCONDROSI: il termine osteocondrosi indica un gruppo di affezioni di interesse ortopedico caratterizzate da una alterazione degenerativo-necrotica di nuclei di ossificazione epifisari od apofisari in accrescimento. OSTEOCONDROSI GIOVANILE: o malattia di Scheurmann è caratterizzata da alterazioni osteocondrosiche, irregolarità dei contorni dei corpi vertebrali, prosegue con un grado più o meno elevato di decalcificazione che conduce a deformazione a cuneo della porzione anteriore dei corpi vertebrali. IPERCIFOSI da MORBO di SCHEUERMANN: la cifosi toracica (dorso curvo) adolescenziale (giovanile) di Scheuermann è la forma più frequente di ipercifosi, avendo un’incidenza media stimata dall’1% all’8% della popolazione. E’ fondamentalmente causata da un minore accrescimento in altezza nella parte anteriore dei corpi vertebrali. ACCORCIAMENTO DEI MUSCOLI POSTERIORI DELLA COSCIA Particolarmente frequente:  Nei giovani  Nei bambini (più frequente che in età successive) (problema della fisiologia dello sviluppo)  Chiara limitazione della flessione dell’anca  Curvatura accentuata della colonna cervicale e lombare  Muscoli glutei e dorsali deboli Nel piegamento in avanti del tronco la muscolatura posteriore della coscia si allunga. L’insufficiente capacità di allungamento dei muscoli posteriori della coscia può produrre un aumento (non auspicabile) della flessione della colonna lombare, una delle possibili cause di problemi ai dischi intervertebrali. Marifras Bambini e adolescenti presentano una buona capacità di adattamento, di rigenerazione e scarsa possibilità di traumi. Nei bambini è molto importante una preparazione atletica che sia generale (basale), un allenamento ben pianificato per costruire la prestazione ma che deve anche essere flessibile. Le competizioni sportive nei bambini esposti ad allenamenti ripetitivi aumentano l’esposizione a lesioni da sovraccarico e a traumi acuti. Microtraumi ripetuti possono comportare microlesioni che determinano anche una risposta infiammatoria, quindi dolore (durante e dopo l’attività). Microtraumi ripetuti -> microlesioni Risposta infiammatoria -> dolore (durante e dopo l’attività) FATTORI DI RISCHIO Squilibrio muscolo-tendineo  Nella prima fase della pubertà (poussèe) le ossa lunghe e di conseguenza l’unità muscolo-tendinea (in misura non proporzionale) sviluppano una importante accelerazione del processo di crescita.  Aumenta la forza muscolare e tendinea.  Questo aumento di attività si ripercuote sulle strutture più vulnerabili.  Errori di allenamento: o Tipo e quantità di lavoro o Progressione dell’intensità di allenamento PUBERTA’. La crescita che subisce un’importante accelerazione, aumenta la forza muscolare e tendinea, sollecitando così le strutture più vulnerabili: le cartilagini di coniugazione (accrescimento)  Gli effetti del sovraccarico sono più evidenti nel periodo della pre-adolescenza.  Non è però chiaro se questo sia: o Dovuto ad un periodo particolarmente instabile per il sistema muscolo-scheletrico o Correlato al fenomeno della crescita o Correlato ad un aumento della richiesta metabolica o tutti i precedenti motivi SOVRACCARICO Danno microtraumatico dei tessuti:  Muscolare  Osseo  Cartilagineo  Tendineo Provocato da stress ripetuti senza che vi sia stato tempo necessario per la guarigione o per l’instaurarsi dei fisiologici processi riparativi. OVERTRAINING SYNDROME BURNOUT= superallenamento  Fatica  Dolore articolare e muscolare cronici  Aumentata frequenza cardiaca a riposo  Alterazioni della personalità o Perdita di entusiasmo nella preparazione e nelle competizioni o Difficoltà nel portare a termine la routinaria attività quotidiana E’ importante fare PAUSE SETTIMANALI /PAUSE STAGIONALI Attenzione a:  Esecuzione ripetuta di gesti potenzialmente lesivi  Iperestensione del rachide nei ginnasti Esecuzione corretta del gesto atletico=intervento di tutta la catena cinetica Marifras LESIONI DA SOVRACCARICO La lesione da sovraccarico interessa con maggiore probabilità il locus minoris resistentiae della catena muscoloscheletrica  Mioentesiti  Tendiniti inserzionali  Borsiti  Fasciti  Fratture da stress  Lesioni della cartilagine articolare  Lesioni della cartilagine di accrescimento/ coniugazione APOFISI  Traumi in trazione ripetuti sulla Tuberosità Tibiale Anteriore  Avulsione parziale della TTA con proliferazione reattiva di osso e cartilagine FRATTURE DA STRESS Nei ginnasti si possono trovare tipicamente fratture da stress dell’arto superiore o Traumi in flessione dorsale del polso portano a fratture da stress del radio con chiusura precoce della fisi o Fratture da stress dello scafoide NON SOLO ARTI… Frattura da durata dell’istmo: SPONDILOLISI Incidenza della spondilolisi nello sport: differenze importanti in relazione alla disciplina sportiva praticata.  Sport di lancio (giavellotto, disco, peso) (26.6%), salto con l’asta  Ginnastica artistica (16,96%)  Canottaggio (16,88%) (Soler, 2000) In altre statistiche si riporta un’incidenza importante anche in altre discipline sportive  Tuffi (43,13%), wrestling (29,82%), sollevamento pesi (22, 68%), (Rossi, 1990) Altri sport con alta incidenza di spondilolisi sono danza, football, volleyball, cricket… Marifras Unità motoria -> insieme di fibre muscolari innervate dallo stesso motoneurone. Per quanto riguarda l’incremento della forza gli adattamenti possono essere nervosi o miogeni (ipertrofia). Nell’allenamento incrociato allenando un solo arto si ottengono aumenti di forza anche sull’altro arto. Analisi emg -> con l’allenamento, la stessa entità di forza, viene espressa con una minor attività elettrica. RECLUTAMENTO SPAZIALE IL PRIMO ADATTAMENTO ALL’ALLENAMENTO DELLA FORZA E’ QUELLO DI RECLUTARE NUOVE UNITA’ MOTORIE RECLUTAMENTO TEMPORALE L’ALLENAMENTO MIGLIORA LA CAPACITA’ DI RECLUTARE PIU’ UNITA’ MOTORIE NEL MEDESIMO TEMPO AUMENTANDO LA FREQUENZA DA 50 A 100 Hz AUMENTA LA PENDENZA E QUINDI LO SVILUPPO RAPIDO DELLA FORZA. Adattamenti stabili -> PER PRODURRE ADATTAMENTI STABILI OCCORRONO PERIODI DI TEMPO MOLTO LUNGHI. REGRESSIONE degli ADATTAMENTI -> L’adattamento regredisce in assenza di allenamento. Sincronizzazione -> La capacità di reclutare tutte le fibre nello stesso istante. La miglior sincronizzazione porta ad esprimere una maggior forza esplosiva. La sincronizzazione delle unità motorie, non aumenta la forza massiva, ma la capacità di sviluppare forza in tempi più brevi. COORDINAZIONE INTERMUSCOLARE -> il miglioramento della forza è specifico. Il miglioramento ottenuto in un certo esercizio, non è sempre accompagnato dal miglioramento della forza in un altro esercizio. Gli esercizi usati per lo sviluppo della forza sono diversi da quelli del gesto tecnico specifico. E’ importante che gli esercizi usati si avvicinino il più possibile al gesto tecnico della disciplina praticata. Gli esercizi specifici vengono anche chiamati “di forza speciale e specifica”. Rapporti muscoli agonisti-antagonisti: La contrazione degli antagonisti si verifica spesso negli atleti principianti e come meccanismo di difesa. ECCLES e BULLER nel 1960, incrociarono chirurgicamente, in animali adulti, il nervo destinato ad un muscolo lento e viceversa. Le fibre muscolari cambiavano la loro specificità in funzione dell’innervazione. Un muscolo rapido diventava lento nel momento che veniva innervato da motoneuroni lenti. Si desume che è il sistema nervoso che tramite l’innervazione, determina la differenziazione tra fibre muscolari lente e veloci. Tuttavia, la legge di Henneman è stata rimessa in discussione da numerosi autori,nel caso in cui il movimento sia eseguito in modo balistico. In questo caso, le unità motorie rapide potrebbero essere reclutate direttamente,senza l’intervento di quelle costituite da fibre a contrazione lenta (Grimby e Hannertz, 1977). Durante la fase eccentrica della corsa il tendine di Achille è allungato di circa il 6%, pari a circa 1.5 cm rispetto alla sua lunghezza iniziale, e restituisce circa il 90% dell’energia elastica potenziale immagazzinata, sotto forma di lavoro meccanico, nella successiva fase concentrica del movimento. I mezzi dell’allenamento sono tempo, spazio, velocità (spazio/tempo) e forza. Marifras PLIOMETRIA PRESTIRAMENTO: un muscolo preventivamente allungato, esprime nel successivo accorciamento, una forza maggiore, rispetto ad una semplice contrazione concentrica.  RIFLESSO MIOTATICO  ELASTICITA’ MUSCOLARE PLIOMETRIA: stimolazione del sistema neuromuscolare con sollecitazioni che sviluppano in tempi brevi, elevatissimi livelli di forza ad alte velocità. CONDIZIONE FONDAMENTALE: limitata variazione angolare dell’articolazione interessata. RUOLO MAGGIORE: FUNZIONI NEUROGENE PROCESSI:  ECCITAZIONE – INIBIZIONE -> realizzazione della prestazione.  EQUILIBRIO = PRESTAZIONE FUNZIONE INIBITORIA – ECCITATORIA: l’equilibrio che si sviluppa tra gli stimoli inibitori ed eccitatori influenzano la realizzazione della prestazione. MOTONEURONE: l’unità motoria è costituita dal motoneurone, (alfa motoneurone), e dall’insieme di fibre da esso innervate. Riceve stimoli dal SNC, che trasmette alle fibre muscolari. Il motoneurone al momento dell’allungamento, riceve informazioni da fibre afferenti, attraverso i fusi neuromuscolari (beta motoneuroni), che vanno a sommarsi a quelli del SNC. RIFLESSO MIOTATICO o di STIRAMENTO: avviene così un maggior reclutamento di fibre. Questa funzione eccitatoria è il riflesso miotatico o di stiramento FUNZIONE INIBITORIA: dai tendini giungono delle sollecitazione inibitorie, grazie ai corpuscoli tendinei del Golgi (gtg) sono sensori il cui scopo è impedire eccessive sollecitazioni di forza, al fine di evitare danni muscolari. SOGLIA DI ECCITABILITA’: l’allenamento pliometrico, innalza la soglia di eccitabilità dei gtg, ottenendo così una miglior risposta neuromuscolare e quindi maggior sviluppo di forza. La miglior risposta neuromuscolare, si ha quando gli stimoli eccitatori del riflesso miotatico superano quelli inibitori esercitati di gtg. TEMPO di ACCOPPIAMENTO: è il tempo che divide la fase di stiramento, da quella di accorciamento. Tempo impiegato per invertire il movimento. Dalla fase eccentrica (velocità negativa, alla fase concentrica (velocità positiva) COMPONENTI ELASTICHE: la componente elastica una volta pre stirata, va a sommarsi alla contrazione concentrica per un ulteriore contributo allo sviluppo della forza. LA CATENA: la catena è condizionata dal suo anello più debole. La carenza di forza condiziona negativamente la prestazione sportiva. E’ anche vero che un eccesso della stessa non rende più forte la catena stessa. ISOMETRIA Gli esercizi isometrici consistono in contrazioni muscolari eseguite contro resistenze fisse-inamovibili. Questo tipo di allenamento muscolare divenne molto popolare negli Stati Uniti allorché due scienziati tedeschi, Hettinger e Mùller, affermarono che la forza muscolare poteva subire mediamente un aumento Marifras settimanale del 5% esercitando una tensione isometrica pari ai due terzi della forza massimale, mantenendo la contrazione per soli sei secondi, una volta al giorno e per cinque giorni alla settimana. Tali affermazioni rivoluzionarono tutti i concetti relativi all'allenamento con pesi e promossero molti nuovi studi sulla tecnica isometrica. La maggior parte di questi nuovi studi, pur non riuscendo a sostenere l'affermazione originaria che la forza potesse essere aumentata ad un ritmo settimanale del 5%, confermarono comunque che il programma isometrico porta ad un aumento significativo della forza muscolare. UNITÀ MOTORIA: L‘unità motoria è costituita da un motoneurone e da tutte le fibre muscolari da esso innervate. Dal punto di vista fisiologico è l'unità funzionale minima dell'apparato neuromuscolare. Le fibre muscolari appartenenti a una medesima unità si contraggono in maniera sincrona, secondo la legge del "tutto o nulla”. Uno stimolo al di sotto della soglia non suscita alcun potenziale d'azione. Uno stimolo ad un valore maggiore o uguale alla soglia di depolarizzazione, suscita un potenziale d'azione (impulso nervoso) di valore fisso, costante per quel tipo di neurone. Quindi, o la fibra non risponde, oppure lo fa con tutta la sua capacità. Questa proprietà viene detta legge del tutto o nulla. SCHIACCIAMENTO OCCLUSIVO del sistema vascolare dell’unità motoria la fibra muscolare assume dal sarcoplasma l’apporto energetico di cui ha bisogno. Il miglioramento del trofismo muscolare, e perciò della forza, verrebbe stimolato dagli elementi del sistema nervoso, dalla organizzazione funzionale della risposta muscolare, dai meccanismi e dalle trasformazioni biochimiche che avvengono a livello muscolare, piuttosto che da cambiamenti trofici limitati al solo muscolo. LA TENSIONE Secondo Hettinger e Muller, lo stimolo minimo per determinare un aumento di forza muscolare è una tensione che corrisponde al 33% della tensione massima del muscolo. All’inizio dell’allenamento è conveniente usare contrazioni sotto-massimali:  40-50% per Muller  50-65% per altri autori  100% per Hilshop Le contrazioni massimali producono interventi di forza superiori, tensioni del 25-30% sono quasi nulle ai fini dell’incremento della forza muscolare. DURATA DELLE CONTRAZIONI  Muller – Karpovich 1-6”  Hislop fino A 15”  Mc Glyn fino A 100” Muller e Rohmert hanno constatato che un aumento della durata della contrazione, anche fino al raggiungimento della fatica, non aumenta l’effetto della contrazione. In ogni caso la tensione massimale comincia a decrescere già dopo qualche secondo, per cui a 100 secondi la forza di contrazione rappresenterà soltanto il 40% della tensione massimale. RIPETIZIONI Si inizia con contrazioni sotto massimali per arrivare all’optimum rappresentato dal 40-50% della tensione massima. MULLER: una contrazione è sufficiente per il mantenimento della forza. Due sedute giornaliere per aumentare la forza. SPECIFICITÀ DELL'ANGOLAZIONE Lo sviluppo di potenza negli allenamenti isometrici tende ad essere maggiore in quella angolazione articolare alla quale è stato effettuato l'allenamento. Marifras Contrazione muscolare:  Allungamento. Inizio della contrazione  Aumenta la tensione con stiramento degli elementi elastici  La contrazione diventa isotonica Studi consolidati affermano che la forza è in relazione alla SEZIONE TRASVERSA del muscolo. Una maggior superficie include un numero più elevato di sarcomeri in parallelo. Viene quindi sviluppata una somma di tensioni maggiore. Esiste un rapporto lineare tra diametro trasverso e forza. MUSCOLI PIU’ LUNGHI -> SEZIONE MINORE MUSCOLI PIU’ CORTI -> SEZIONE MAGGIORE Esiste una SPECIALIZZAZIONE FUNZIONALE legata all’ANGOLO DI PENNAZIONE. Il muscolo quasi mai ha un decorso longitudinale. Spesso è presente un’inclinazione variabile che è detta angolo di pennazione. L’angolo di pennazione è utile per collocare più fibre nella stessa sezione. Nello stretch shortening cycle c’è maggiore allungamento, quindi maggiore forza. La stiffness è soprattutto a carico della parte muscolare. Non deve esserci un rilasciamento durante l’impatto. Deformabile deve essere la parte tendinea. L’accoppiamento delle componenti: DUREZZA (STIFFNESS) e DEFORMABILITA’ (PARTE TENDINEA) grazie alla regolazione del SISTEMA NERVOSO produce un risultato notevole. Il processo nervoso che regola questo accoppiamento è definito STRETCH REFLEX. La stiffness si migliora con un allenamento della forza, non generico, ma soprattutto su base coordinativa. Indurre la contrazione muscolare nel momento in cui serve al fine di produrre il massimo della potenza. Per indurre questi miglioramenti bisogna lavorare con gradualità su tempi lunghi. La base di partenza deve essere una preparazione globale. Marifras LA CORSA l’effetto positivo sulla salute, valutato in un campione preso in esame e’ proporzionale all’intensita’ e frequenza dell’attivita’ fisica. ESERCIZIO AEROBICO  Ludico • Della durata di 30’ • Con frequenza trisettimanale • Lunghe passeggiate • Bicicletta • Nuoto • Corsa Riduzione della spesa sanitaria per malattie, ricoveri, diagnostiche Riduzione delle giornate di assenza per malattie ADATTAMENTI VASCOLARI Diminuzione delle resistenze periferiche Aumento del calibro dei vasi Capillarizzazione ADATTAMENTI MIOCARDICI Diminuzione della frequenza cardiaca Minor richiesta miocardica di o2 Aumento del calibro delle coronarie TEST DI EFFICIENZA CARDOCIRCOLATORIA  STEP TEST  HARWARD STEP TEST  PROVA DI MARTINET (LA CAVA)  SKIP TEST DI NITTOLI VALUTAZIONI L’aumento del numero delle pulsazioni e’ tanto minore quanto maggiore e’ la capacita’ cardiocircolatoria del soggetto allenato. Il tempo di ripristino e’ tanto piu’ breve quanto piu’ il soggetto e’ allenato. NUOTO CAMMINARE Marifras PASSO e’ l’azione che i due arti sviluppano tra due successivi appoggi sul terreno FALCATA insieme dei movimenti che un arto compie tra due successivi appoggi sul terreno (la falcata comprende due passi) MARCIA Successione di passi, durante i quali il contatto al suolo è continuo. È presente un tempo di doppio appoggio. Il corpo si solleva al punto più alto quando passa sulla gamba di appoggio. Il punto più basso è nel momento del doppio appoggio. (testa primo metatarso – tallone – oscillazione – impulso – freno) CORSA Successione ritmica di balzi ATLETICA LEGGERA E’ ALLA BASE DI QUALUNQUE ALTRO SPORT LA CORSA E’ LA BASE DELL’ATLETICA LEGGERA La corsa viene usata in qualità di esercizio fisico complementare in tutte le altre discipline sportive: SEMPLICE in quanto istintiva, COMPLICATA per la sua complessità mecanica. Parlando di cinematica della corsa ci riferiamo alla geometria del gesto (insieme delle posizioni che i diversi segmenti corporei assumono durante l’esecuzione del gesto stesso). La dinamica della corsa riguarda lo studio delle cause che provocano il movimento; cioe’ alle forze che animano la cinematica FASI DELLA CORSA A. FASE DI APPOGGIO composta da due momenti 1) AMMORTIZZAZIONE – avanzamento orizzontale del bacino 2) ESTENSIONE B. FASE DI VOLO
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